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Tag: Sanremo 2023

IIT compie 20 anni e festeggia presentando il robot “ergoCub”

IIT compie 20 anni e festeggia presentando il robot “ergoCub”Genova, 21 set. (askanews) – IIT – l’Istituto italiano di tecnologia – raggiunge i 20 anni di attività e celebra il traguardo presentando per la prima volta dal vivo in Italia il robot umanoide “ergoCub”, l’ultimo risultato della sua ricerca nell’ambito della robotica e dell’Intelligenza artificiale. La presentazione è avvenuta nel corso di un incontro nella sede centrale IIT di Morego, a Genova, al quale hanno partecipato i rappresentanti della politica locale e nazionale, scienziati di rilievo internazionale, e la comunità dei ricercatori IIT.

Il nuovo robot umanoide ergoCub – emblema della robotica e dell’Intelligenza Artificiale di IIT, due dei settori che posizionano l’Istituto tra i centri di ricerca più avanzati al mondo – ha salutato i presenti in sala. Ad aprire la manifestazione il messaggio di augurio da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, letto dal presidente dell’IIT, Gabriele Galateri di Genola. Sono seguiti i saluti istituzionali del presidente Galateri e del direttore Scientifico di IIT, Giorgio Metta, il quale ha illustrato i principali risultati dell’Istituto. Il robot “ergoCub” è alto 150 centimetri e pesa 55,7 chili. Il suo nome deriva dall’unione di “ergo”, per indicare il focus sull’ergonomia, e di “Cub”, che richiama il nome dell’umanoide bambino iCub, il quale è stato la piattaforma di riferimento per lo sviluppo del nuovo robot, oltre che simbolo dell’Istituto fino dalla sua nascita. Il nuovo robot è dotato di intelligenza artificiale ed è stato progettato per avere un sistema in grado di valutare, gestire, ridurre e prevenire il rischio fisico dei lavoratori nei contesti industriali e ospedalieri.

Frutto della collaborazione tra lo staff di ricerca di IIT e quello di INAIL, ergoCub rappresenta solo una delle ultime pietre miliari dell’Istituto. Durante le celebrazioni, infatti, gli ospiti hanno potuto vedere dal vivo alcune delle altre creazioni dell’Istituto che ne hanno accompagnato la crescita negli anni: il robot umanoide R1, ultimato nel 2016 e concepito per operare in ambienti domestici e professionali; il robot ispirato alla figura mitologica Centauro concluso nel 2018 e, infine, FLOAT, un innovativo dispositivo medico robotico per la riabilitazione delle braccia presentato nel 2022. Nel corso della prima giornata di celebrazione è stata ricordata la peculiarità della legge istitutiva che nel settembre del 2003 stabilì la nascita della Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia quale nuovo centro di ricerca multidisciplinare ispirato a modelli internazionali, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del sistema economico nazionale, sostenendo l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata.

Attualmente lo staff complessivo di IIT conta quasi 2.000 persone, più della metà proveniente da oltre 60 paesi nel mondo. L’attività di ricerca, focalizzata su robotica, IA, nuovi materiali e tecnologie per la vita, ha portato a circa 18.000 pubblicazioni scientifiche, 1.294 titoli di brevetti attivi e 33 startup costituite. L’istituto ha inoltre partecipato a 385 progetti europei, 43 progetti internazionali, 124 progetti nazionali e 177 progetti con fondazioni I suoi ricercatori e ricercatrici hanno vinto un totale di 61 finanziamenti per la ricerca d’avanguardia da parte del prestigioso ente europeo European Research Council (ERC), posizionandosi tra i primi in Italia. Ai saluti delle autorità locali – il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – sono seguiti quelli delle autorità europee e nazionali: il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni con un videomessaggio; la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, in collegamento remoto, e il direttore generale del Tesoro – Ministero dell’Economia e delle Finanze – Riccardo Barbieri Hermitte.

Il ricordo della nascita della Fondazione e dei primi anni di formazione dell’Istituto è stato portato dall’ex ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Letizia Moratti, oggi presidente della Fondazione E4Impact; del primo presidente di IIT Vittorio Grilli, oggi Chairman del Corporate & Investment Bank per l’area Europa, Medio Oriente e Africa, JPMorgan; e del primo direttore scientifico di IIT Roberto Cingolani, oggi e amministratore delegato di Leonardo. La dimensione internazionale della ricerca scientifica di IIT è stata testimoniata dalla presenza di esponenti di rilievo della comunità scientifica europea e statunitense, dove IIT ha due outstation, una presso il MIT e l’altra ad Harvard. Sono intervenuti la presidentessa dell’European Research Council, Maria Leptin; la direttrice generale del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) Eidth Heard, il premio Nobel per la Chimica Martin Chalfie e Tomaso Poggio, del Center for Brains, Minds and Machines del MIT di Boston, USA. Il 22 settembre proseguono le celebrazioni per i 20 anni di IIT con il primo incontro in presenza dell’Associazione europea AERG (Association of ERC grantees) che raccoglie i ricercatori e le ricercatrici vincitori dei finanziamenti dell’ERC. L’incontro è dedicato al tema dell’eccellenza nella ricerca, alla sua valutazione e alle politiche per favorirla. Uno spazio dell’incontro, inoltre, è focalizzato sulle ricerche condotte da Barbara Mazzolai, Associate Director di IIT per la robotica, che ha vinto il finanziamento ERC nel 2020. Le celebrazioni per i primi venti anni dell’IIT proseguiranno poi con altri eventi scientifici e culturali. (nella foto: il robo ergoCub stringe la mano al direttore scientifico IIT, Giorgio Metta)

Tumori: dieta ricca di fibre “potenzia” la risposta immunitaria

Tumori: dieta ricca di fibre “potenzia” la risposta immunitariaRoma, 21 set. (askanews) – Mele, pere, prugne e kiwi; ma anche noci, pistacchi e arachidi; fagioli, ceci, lenticchie; carote, melanzane, carciofi; cereali e addirittura il cioccolato fondente: sono tutti alimenti ricchi di fibre in grado di “nutrire” il nostro microbioma – l’insieme dei microrganismi che ognuno di noi ospita nel proprio intestino – e di conseguenza possono aumentare l’efficacia dell’immunoterapia. Sono infatti sempre più numerose le evidenze scientifiche secondo le quali quello che mettiamo in tavola può influire in modo significativo sulla risposta dell’organismo ai trattamenti antitumorali, compresa l’immunoterapia. In particolare, numerosi studi in corso in tutto il mondo mostrano un legame tra una dieta ricca di fibre e una maggiore efficacia dell’immunoterapia. Entro il prossimo anno, è in programma al San Raffaele di Milano un nuovo trial clinico che prevede la somministrazione di una dieta controllata ricca di fibre nei pazienti con mieloma indolente. Sono inoltre in corso ricerche sui trapianti fecali e studi che hanno come obiettivo quello di confermare i potenti effetti che gli acidi grassi esercitano sulla risposta immunitaria contro i tumori. A fare il punto sulle ultime novità sulla immunoterapia dei tumori e su come questa possa essere modulata dal microbioma intestinale sono oltre mille scienziati arrivati da oltre 38 nazioni del mondo al CICON23 International Cancer Immunotherapy Conference (cancerimmunotherapyconference.org), evento organizzato da società scientifiche internazionali insieme al Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori (NIBIT) e in corso a Milano fino al 23 settembre.

“L’immunoterapia ha rivoluzionato la cura di molti tumori – spiega Pier Francesco Ferrucci, direttore dell’Unità di Bioterapia dei Tumori presso l’istituto Europeo di Oncologia e presidente del Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori (NIBIT, nibit.org) -. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Da qui l’ipotesi, che ormai è diventata una certezza, che la composizione del microbioma intestinale di un paziente influenzi il successo del trattamento immunoterapico. In sostanza, i pazienti che ospitano determinati batteri intestinali sembrano rispondere meglio all’immunoterapia rispetto ai pazienti che ne sono privi”. Ancora più sorprendente l’ipotesi, basata su recenti evidenze scientifiche, che somministrare ai pazienti una dieta ricca di fibre potrebbe aumentare le probabilità che il trattamento contro il cancro sia più efficace. “Che il microbioma sia una parte cruciale del nostro sistema immunitario lo sappiamo ormai da tempo – aggiunge Vincenzo Bronte, direttore scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto e next-president di NIBIT -. Secondo alcune stime, oltre il 60% delle cellule immunitarie del nostro corpo risiedono nell’intestino. Ma solo di recente abbiamo accumulato sufficienti evidenze secondo le quali questi microbi possono essere ‘modificati’ per influenzare positivamente l’esito dei trattamenti contro il cancro, compresa l’immunoterapia”.

Alcuni gruppi di ricerca stanno cercando di superare la resistenza all’immunoterapia effettuando trapianti fecali: i microbi intestinali “buoni” vengono prelevati da campioni di feci di pazienti che hanno risposto bene ai farmaci per poi essere trapiantati tramite colonscopia a un altro paziente. Un’altra strada è quella di disegnare diete ad hoc, ricche di fibre, in grado di modificare il microbiota in modo da renderlo “alleato” dell’immunoterapia. “A questo proposito stiamo pianificando un trial clinico su pazienti affetti da mieloma indolente – afferma Matteo Bellone, responsabile dell’Unità di Immunologia Cellulare presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano , tra gli organizzatori di CICON23 -. Ai pazienti proporremo una dieta controllata ricca di fibre con l’obiettivo di comprenderne gli effetti, non solo sulla composizione del microbioma intestinale, ma anche sulle modificazioni metaboliche dell’organismo, sul decorso e sulla prognosi della malattia”.

Lancia: “rinascimento” prosegue spedito, a giugno nuova Ypsilon

Lancia: “rinascimento” prosegue spedito, a giugno nuova YpsilonMilano, 21 set. (askanews) – Prosegue il “rinascimento” di Lancia: su 160 concessionari in Italia sono 45 quelli che hanno già adottato la nuova corporate identity del brand e diventeranno 100 entro la fine del 2023, che si aggiungono a 240 venditori dedicati. Negli showroom rinnovati è stata esposto il concept Lancia Pu+Ra Hpe. Nel corso del primo trimestre del 2024, la nuova corporate identity sarà implementata anche fuori dall’Italia e sarà completata entro giugno, in concomitanza con il lancio della nuova Ypsilon.

All’estero, dove sono già state firmate le prime 60 lettere di intenti, ci sarà un maggiore focus sul canale di vendita online, mentre in Italia varierà caso per caso: il cliente potrà iniziare il proprio customer journey comodamente da casa, accedendo al configuratore, per poi proseguire all’interno dello showroom reale con il supporto professionale dei venditori. “Oggi compiamo un ulteriore passo in avanti nel percorso del Rinascimento del nostro marchio, che procede velocemente e mostra segnali sempre più concreti. Siamo appena partiti con un Tour di inaugurazione delle prime 45 concessionarie italiane pronte con la nuova Corporate Identity e in cui abbiamo esposto il concept Lancia Pu+Ra Hpe. Tutta la rete distributiva Lancia sarà completata e rinnovata in termini di identity entro la prima metà del 2024 in Italia ed all’estero, per l’arrivo della nuova Ypsilon!”, ha dichiarato Luca Napolitano, Ceo del marchio Lancia.

Dopo oltre 100 anni, città canadese autorizza la vendita di alcolici

Dopo oltre 100 anni, città canadese autorizza la vendita di alcoliciMilano, 21 set. (askanews) – Dopo oltre un secolo di divieto, il Consiglio comunale della cittadina canadese di Cardston ha votato per autorizzare la “vendita limitata di alcolici” nei locali cittadini, che potranno così richiedere l’apposita licenza. Lo racconta la versione on-line del magazine inglese “The Drinks Business”, spiegando che in passato l’ipotesi di alleggerire o togliere il divieto era stato respinto in due diverse occasioni.

La spiegazione della scelta proibizionista è perchè questa cittadina, che si trova nell’Alberta e dista appena 25 chilometri dal confine con lo Stato Usa del Montana, è stata fondata nel 1887 da un gruppo di Mormoni della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni che vieta non solo il consumo di alcolici ma anche quello di nicotina e caffeina. L’articolo spiega che ancora oggi a Cardston i mormoni rappresentano più o meno il 62% dei circa 3.500 residenti, così come succede altre due città vicine, Stirling e Raymond, i cui cittadini l’hanno scorso hanno votato contro qualsiasi modifica dei severissimi regolamenti sugli alcolici, incuranti del fatto che in questa provincia canadese la vendita di alcolici è libera dal 1923.

Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiose sui migranti

Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiose sui migrantiPiazza Armerina (Enna), 21 set. (askanews) – Quello delle migrazioni “è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche questione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto a un fenomeno così grande”. Sergio Mattarella ha portato il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier a Piazza Armerina, in provincia di Enna, a visitare il Centro per migranti don Bosco2000 prima di pronunciare queste parole durante una conferenza stampa tutta dedicata al tema.

E’ carica di significati la duplice scelta del presidente della Repubblica di coinvolgere un capo di Stato che proviene da un paese con cui nelle ultime settimane sono cresciute le tensioni sulla gestione dei migranti, la Germania, ma che è anche un “amico”, che condivide la stessa visione sul tema. “Su ogni argomento, su ogni aspetto, registriamo costantemente – il Presidente Steinmeier ed io – una piena convergenza e un’intensità di rapporti collaborativi tra Germania e Italia che non potrebbe essere a un livello ulteriormente migliore”, ha scandito Mattarella. “Questa è una caratteristica importante anche perché, come Paesi fondatori dell’Unione europea, avvertiamo insieme la responsabilità di incentivare e accrescere l’integrazione europea e di farla crescere perché la Casa europea si completi nella maniera più armonica e più efficace possibile”. Mattarella sa quindi di poter parlare la stessa lingua di Steinmeier quando chiede a Bruxelles di non aspettare oltre per individuare strumenti di gestione di questo fenomeno epocale, cosa che purtroppo accade sempre più di frequente con le divisioni all’interno del Consiglio europeo sui tanti dossier. “E’ sempre più evidente che occorre studiare, definire, porre in campo delle soluzioni nuove, coraggiose e non superficiali. Né soluzioni approssimative – avverte – Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Ma occorrono soluzioni nuove, da studiare approfonditamente, con serietà. Ognuno di noi ha le sue idee, ma sono i governi che le devono porre in campo e confrontare. I dieci punti della Presidente von der Leyen sono interessanti, come lo sono stati alcuni passi avanti dei Consigli europei dei mesi passati. Quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo. Ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai trafficanti, ai crudeli trafficanti di esseri umani”.

E’ proprio delle ultime ore la decisione del Parlamento europeo di sospendere l’esame della riforma delle regole sull’accoglienza a causa dello stallo nelle trattative a livello governativo e tra una settimana saranno i ministri dell’Interno dell’Ue a provare a sciogliere la matassa, ma il capo dello Stato sgombra subito il campo dagli alibi che finora hanno impedito una linea europea più efficace: “Le regole di Dublino sono preistoria. Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli Accordi di Dublino è come dire ‘realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli’. Era un altro mondo, quello. Non era cominciato quel fenomeno di immigrazione di massa che vi è. Quindi pensare e far riferimento – come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora – basandosi sugli Accordi di Dublino, è come fare un salto in un’altra era storica. È proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre, però, uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri – insiste Mattarella – ma, insieme, cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno, e trovare nuove formule, nuove soluzioni”. A chi cerca di coinvolgere il capo dello Stato nella polemica interna Mattarella replica che non spetta a lui, nè a Steinmeier decidere, le decisioni le prendono i governi e ai Presidenti non resta che “dare suggerimenti”. Quelli di oggi quindi vogliono essere solo consigli, tracce da seguire, un pò come ha fatto ieri parlando della necessità di una intesa sulle regole di bilancio che va trovata attraverso accordi politici in Europa.

La visita “simbolica” al centro don Bosco2000 fatta da Mattarella e Steinmeier prima della conferenza stampa mostra che un’altra strada è possibile rispetto alla durezza indicata da alcuni governi nei confronti dei migranti, persone che “resterebbero volentieri” nei loro paesi se non fossero spinti di “disperazione, violenza e terrorismo”. I salesiani realizzano oratori nei villaggi rurali dell’Africa, imprese sociali, fanno cooperazione allo sviluppo, e gestiscono centri di accoglienza dal 2011. Il don Bosco2000 ha 13 comunità in Sicilia, promuove start up in contesti di emarginazione e disagio, e ha all’attivo 100 collaboratori di cui 40 sono migranti che sono stati formati per svolgere mansioni di mediazione interculturale, li chiamano “costruttori di ponti”, “testimoni di successo” in un modello che è stato definito Cooperazione circolare. Seny Diallo ha raccontato la sua esperienza davanti ai due presidenti: viene dal Senegal dove “abbiamo realizzato orti e pollai, se le persone hanno qualcosa a casa non partono per morire nel deserto o nel Mediterraneo – dice -, in Gambia abbiamo realizzato la stessa cosa. Da due mesi sono tornato in Italia perchè c’è bisogno di me qui per accogliere i miei fratelli che arrivano con i barconi, la prossima settimana sarò a Pozzallo vicino all’hotspot di Lampedusa”.

Aly Traore viene dal Mali: “Sono qui da quasi 10 anni, la mia è una storia di integrazione e resilienza, nel 2012 mentre frequentavo l’università il Mali fu sconvolto dalla guerra, nel 2013 fuggii lasciando tutto quello che conoscevo per andare in un posto sicuro e realizzare il mio sogno di ragazzo, il mio viaggio della speranza mi portò attraverso il deserto e in mare a Catania, fui trasferito in uno Sprar gestito da don Bosco2000, mi diede l’opportunità di imparare l’italiano, di integrarmi, nel marzo 2015 ho iniziato a lavorare come interprete, come mediatore, facilitando la comunicazione tra migranti e operatori: chi è stato accolto accoglie, è il nostro motto. Siamo un team di 38 persone di nazionalità e culture diverse. Sono tornato diverse volte in Mali con un progetto di cooperazione circolare e stiamo realizzando un’impresa sociale. L’accoglienza fatta con dedizione – dice – può ridare speranza a chi non ha più speranza”. Infine la testimonianza di Natalia, Ucraina, fuggita con le due figlie, dalla guerra: “L’Italia ci ha accolto facendoci sentire a casa, siamo grati per quello che fate perchè attraverso l’accoglienza si salvano le vite non solo di ucraini ma di tutti i profughi, questo ci ha dato nuova speranza, ora abbiamo la possibilità di vivere e sperare nel futuro. Qui siamo una famiglia che unisce tre continenti con diverse culture e religioni ma per noi è normale festeggiare insieme la Pasqua o il Natale, preghiamo lo stesso Dio con modalita differenti, ci unisce il rispetto per il prossimo e la pace tanto desiderata”.

Sulle migrazioni Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiose

Sulle migrazioni Mattarella chiede all’Ue soluzioni nuove e coraggiosePiazza Armerina (Enna), 21 set. (askanews) – Quello delle migrazioni “è un fenomeno epocale che va governato con visione del futuro, non con provvedimenti improvvisati o tampone che risolvono qualche questione temporanea, ma che esaminino e affrontino il problema con una visione del futuro coraggiosa e nuova rispetto a un fenomeno così grande”. Sergio Mattarella ha portato il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier a Piazza Armerina, in provincia di Enna, a visitare il Centro per migranti don Bosco2000 prima di pronunciare queste parole durante una conferenza stampa tutta dedicata al tema.

E’ carica di significati la duplice scelta del presidente della Repubblica di coinvolgere un capo di Stato che proviene da un paese con cui nelle ultime settimane sono cresciute le tensioni sulla gestione dei migranti, la Germania, ma che è anche un “amico”, che condivide la stessa visione sul tema. “Su ogni argomento, su ogni aspetto, registriamo costantemente – il Presidente Steinmeier ed io – una piena convergenza e un’intensità di rapporti collaborativi tra Germania e Italia che non potrebbe essere a un livello ulteriormente migliore”, ha scandito Mattarella. “Questa è una caratteristica importante anche perché, come Paesi fondatori dell’Unione europea, avvertiamo insieme la responsabilità di incentivare e accrescere l’integrazione europea e di farla crescere perché la Casa europea si completi nella maniera più armonica e più efficace possibile”. Mattarella sa quindi di poter parlare la stessa lingua di Steinmeier quando chiede a Bruxelles di non aspettare oltre per individuare strumenti di gestione di questo fenomeno epocale, cosa che purtroppo accade sempre più di frequente con le divisioni all’interno del Consiglio europeo sui tanti dossier. “E’ sempre più evidente che occorre studiare, definire, porre in campo delle soluzioni nuove, coraggiose e non superficiali. Né soluzioni approssimative – avverte – Occorrono soluzioni naturalmente europee, perché non è un problema che un Paese da solo può affrontare, neppure il più grande. Ma occorrono soluzioni nuove, da studiare approfonditamente, con serietà. Ognuno di noi ha le sue idee, ma sono i governi che le devono porre in campo e confrontare. I dieci punti della Presidente von der Leyen sono interessanti, come lo sono stati alcuni passi avanti dei Consigli europei dei mesi passati. Quello che è importante è che tutti in Europa comprendano come il problema esiste e non si rimuove ignorandolo. Ma va affrontato per non lasciare il protagonismo di questo fenomeno globale ai trafficanti, ai crudeli trafficanti di esseri umani”.

E’ proprio delle ultime ore la decisione del Parlamento europeo di sospendere l’esame della riforma delle regole sull’accoglienza a causa dello stallo nelle trattative a livello governativo e tra una settimana saranno i ministri dell’Interno dell’Ue a provare a sciogliere la matassa, ma il capo dello Stato sgombra subito il campo dagli alibi che finora hanno impedito una linea europea più efficace: “Le regole di Dublino sono preistoria. Voler regolare il fenomeno migratorio facendo riferimento agli Accordi di Dublino è come dire ‘realizziamo la comunicazione in Europa con le carrozze a cavalli’. Era un altro mondo, quello. Non era cominciato quel fenomeno di immigrazione di massa che vi è. Quindi pensare e far riferimento – come alcuni Paesi dell’Unione fanno ancora – basandosi sugli Accordi di Dublino, è come fare un salto in un’altra era storica. È proprio una cosa fuori dalla realtà. Per questo occorre, però, uno sforzo in cui nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno deve dettare indicazioni agli altri – insiste Mattarella – ma, insieme, cercarla velocemente, prima che sia impossibile governare il fenomeno, e trovare nuove formule, nuove soluzioni”. A chi cerca di coinvolgere il capo dello Stato nella polemica interna Mattarella replica che non spetta a lui, nè a Steinmeier decidere, le decisioni le prendono i governi e ai Presidenti non resta che “dare suggerimenti”. Quelli di oggi quindi vogliono essere solo consigli, tracce da seguire, un pò come ha fatto ieri parlando della necessità di una intesa sulle regole di bilancio che va trovata attraverso accordi politici in Europa. La visita “simbolica” al centro don Bosco2000 fatta da Mattarella e Steinmeier prima della conferenza stampa mostra che un’altra strada è possibile rispetto alla durezza indicata da alcuni governi nei confronti dei migranti, persone che “resterebbero volentieri” nei loro paesi se non fossero spinti di “disperazione, violenza e terrorismo”. I salesiani realizzano oratori nei villaggi rurali dell’Africa, imprese sociali, fanno cooperazione allo sviluppo, e gestiscono centri di accoglienza dal 2011. Il don Bosco2000 ha 13 comunità in Sicilia, promuove start up in contesti di emarginazione e disagio, e ha all’attivo 100 collaboratori di cui 40 sono migranti che sono stati formati per svolgere mansioni di mediazione interculturale, li chiamano “costruttori di ponti”, “testimoni di successo” in un modello che è stato definito Cooperazione circolare.

Seny Diallo ha raccontato la sua esperienza davanti ai due presidenti: viene dal Senegal dove “abbiamo realizzato orti e pollai, se le persone hanno qualcosa a casa non partono per morire nel deserto o nel Mediterraneo – dice -, in Gambia abbiamo realizzato la stessa cosa. Da due mesi sono tornato in Italia perchè c’è bisogno di me qui per accogliere i miei fratelli che arrivano con i barconi, la prossima settimana sarò a Pozzallo vicino all’hotspot di Lampedusa”. Aly Traore viene dal Mali: “Sono qui da quasi 10 anni, la mia è una storia di integrazione e resilienza, nel 2012 mentre frequentavo l’università il Mali fu sconvolto dalla guerra, nel 2013 fuggii lasciando tutto quello che conoscevo per andare in un posto sicuro e realizzare il mio sogno di ragazzo, il mio viaggio della speranza mi portò attraverso il deserto e in mare a Catania, fui trasferito in uno Sprar gestito da don Bosco2000, mi diede l’opportunità di imparare l’italiano, di integrarmi, nel marzo 2015 ho iniziato a lavorare come interprete, come mediatore, facilitando la comunicazione tra migranti e operatori: chi è stato accolto accoglie, è il nostro motto. Siamo un team di 38 persone di nazionalità e culture diverse. Sono tornato diverse volte in Mali con un progetto di cooperazione circolare e stiamo realizzando un’impresa sociale. L’accoglienza fatta con dedizione – dice – può ridare speranza a chi non ha più speranza”.

Infine la testimonianza di Natalia, Ucraina, fuggita con le due figlie, dalla guerra: “L’Italia ci ha accolto facendoci sentire a casa, siamo grati per quello che fate perchè attraverso l’accoglienza si salvano le vite non solo di ucraini ma di tutti i profughi, questo ci ha dato nuova speranza, ora abbiamo la possibilità di vivere e sperare nel futuro. Qui siamo una famiglia che unisce tre continenti con diverse culture e religioni ma per noi è normale festeggiare insieme la Pasqua o il Natale, preghiamo lo stesso Dio con modalita differenti, ci unisce il rispetto per il prossimo e la pace tanto desiderata”.

Mitsubishi Colt, la city car torna sulle stade italiane

Mitsubishi Colt, la city car torna sulle stade italianeMilano, 21 set. (askanews) – Mitsubishi Europe torna nel segmento B con il lancio della nuova Colt che arriverà in Italia entro dicembre. La nuova Colt sarà distribuita dal Gruppo Koelliker che per il 44esimo anno consecutivo si conferma importatore e distributore unico del brand. La Colt, presentata la prima volta in Europa nel 1978, conta sei generazioni e oltre 1,2 milioni di unità vendute.

Basato sulla piattaforma Cmf-B dell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, Colt è ideale come city car grazie a una gamma di motori efficienti, benzina e full-hybrid. All’interno display touch da 7 o 9,3 pollici con Apple Car e Android Auto, mentre per la sicurezza sono presenti numerosi Adas. Sotto il cofano, Colt monta motori mille tre cilindri a benzina aspirati, adatti anche ai neopatentati, o sovralimentati, con cambi manuali a 5 o 6 marce. Disponibile anche una versione full hybrid (Hev) che combina un motore 1,6 a benzina a quattro cilindri da 69 kW, una trasmissione automatica multi-modale, un motore elettrico da 36 kW, un generatore ad alta tensione e una batteria da 1,2 kWh.

Piazza Affari chiude in netto calo (-1,78%), tensione sui Btp

Piazza Affari chiude in netto calo (-1,78%), tensione sui BtpMilano, 21 set. (askanews) – Chiusura in deciso ribasso per Piazza Affari e le Borse europee all’indomani della Fed che, come da attese, ha lasciato i tassi di interesse invariati, ma ha lasciato la porta aperta ad un altro aumento entro al fine dell’anno. Milano maglia nera, dopo i forti rialzi della vigilia, con il Ftse Mib che ha perso l’1,78% scivolando a 28.708,55 punti. Francoforte ha ceduto l’1,32%, Parigi l’1,59%.

Sul mercato obbligazionario, in tensione i nostri titoli di Stato, con il rendimento del Btp decennale che è salito al 4,55% (+10 punti base dalla chiusura di ieri), sui livelli di sette mesi fa, e lo spread a 180 punti. Tra i titoli principali, in decisa controtendenza le banche, trainate da Unicredit (+2,45%) che si porta a 23,665 euro, seguita d a Banco Bpm (+1,73%) e Mps (+0,48%).

Auto e Moto d’Epoca: la 40ma edizione debutta nella Motor Valley

Auto e Moto d’Epoca: la 40ma edizione debutta nella Motor ValleyMilano, 21 set. (askanews) – Si svolgerà dal 26 al 29 ottobre la 40ma edizione di Auto e Moto d’Epoca che, per la prima volta, si svolgerà negli spazi espositivi di BolognaFiere, nel cuore della Motor Valley.

“Questo è un anno molto importante per Auto e Moto d’Epoca – commenta Mario Carlo Baccaglini, Ceo di Intermeeting – Dopo l’ultima edizione da record a Padova, festeggiamo quarant’anni di storia, cultura e passione in una nuova sede, con più spazi espositivi, 235mila mq a disposizione, nuovi settori e tante novità”. Distribuita in 11 padiglioni con più di 14.500 posti auto coperti, Auto e Moto d’Epoca registra il tutto esaurito, grazie alla partecipazione dei più importanti player internazionali del motorismo storico. Fra le novità un padiglione interamente dedicato alle moto storiche e la presenza di importanti collezioni museali come quella di Mauto, il Museo Nazionale dell’Automobile che, a Bologna, proseguirà i festeggiamenti per i 90 anni dalla sua fondazione esponendo 8 vetture della collezione.

Destra contro direttore del Museo Egizio. Greco: siano oggettivi

Destra contro direttore del Museo Egizio. Greco: siano oggettiviMilano, 21 set. (askanews) – “C’è purtroppo una invasività crescente. Ma la cultura è il servizio di tutti. I musei sono la casa di tutti. Non solo è giusto, ma è doveroso che i direttori vengano valutati. Ma su criteri oggettivi. Quando sono arrivato qui avevamo 16 persone, oggi siamo in 70. Avevo un curatore e un assistente curatore, oggi ho 13 curatori”. Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, istituzione per importanza seconda al mondo solo al grande museo egizio del Cairo, ha parlato così, intervistato dal Corriere della Sera, nei giorni della polemica politica scatenata nei suo confronti dall’assessore al Welfare della Regione Piemonte, Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia. “Io non ho assolutamente bisogno di poltrone – ha aggiunto Greco -. Possono anche mandarmi via dall’Egizio, se vogliono. Mi resterà comunque l’Egitto”.

La battaglia della destra, in particolare della Lega, contro Greco nasce da lontano: risale addirittura al 2016 e al 2018, quando il Museo Egizio, in occasione di nuove mostre, aveva lanciato una campagna che permetteva alle persone arabe che si presentavano in coppia di entrare pagando un unico biglietto. La promozione aveva suscitato immediatamente le proteste della destra italiana, con anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aveva definito “delirante” l’iniziativa di Greco. Il più polemico era Stato il leghista Andrea Crippa, oggi vicesegretario del partito di Salvini, che aveva accusato il direttore dell’Egizio di razzismo e discriminazione nei confronti di “italiani e cristiani”, accuse che oggi ribadisce anche con maggiore veemenza, dopo che la denuncia per diffamazione fatta da Greco ha portato in secondo grado – dopo la condanna del politico in primo grado – all’assoluzione dall’accusa di avere leso l’immagine del museo, ma non da quella di avere diffuso un video falso, come hanno precisato ad askanews dal museo torinese. “Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino – ha detto Crippa ad Affari Italiani – faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui”, e poi ha aggiunto: “È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani”. “Non confermerei Greco – aveva invece detto Marrone, dando inizio alla serie di attacchi al direttore. – Ha doti manageriali non comuni, ma ritengo esistano figure potenzialmente più qualificate che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel Cda del museo”. A difesa di Greco, oltre ai numeri e ai risultati che lui stesso ha citato – ai quali va aggiunto il dato sui visitatori, che nel 2022 sono stati 898.500, superando il 2019 pre pandemico – si sono schierati il Consiglio di amministrazione del museo, il comitato scientifico e le istituzioni locali. A favore del direttore è stata anche inviata una lettera aperta firmata da 92 studiosi. E poi la politica: la segretaria del Pd Elly Schlein ha sostenuto che “Greco dirige il Museo Egizio con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l’attacco delle destre per un’unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni”. Parole dalla parte di Greco anche dal leader di Azione, Carlo Calenda: “L’anno scorso ho portato i ragazzi al Museo Egizio di Torino – ha scritto su X -. Come ebbi modo di scrivere mi è sembrato uno dei musei meglio gestiti, allestiti e organizzati d’Italia. Rimuoverei piuttosto chi chiede di rimuovere Christian Greco”.

“Quando sei in difficoltà – ha commentato l’ex sindaca di Torino e deputata del Movimento 5Stelle Chiara Appendino – inventati un nuovo nemico. È ormai la tattica continua del centrodestra. In questi giorni la vittima designata è il direttore del Museo Egizio di Torino. Christian Greco è un bravissimo egittologo che sta svolgendo da anni un lavoro preziosissimo per il Museo, come dimostrano le quantità di visitatori in continua crescita e le numerose collaborazioni attivate con musei, istituti di ricerca e università internazionali. Il suo peccato, per la destra, è aver aperto il museo con politiche di inclusione rivolte a tutte e tutti. E, evidentemente, aver avuto troppo successo”. Su X è stato pubblicato anche un post del Museo Egizio:” Ringraziamo per il largo e affettuoso sostegno e per la stima che state manifestando al nostro direttore e al museo – si legge -. Il Museo Egizio tutto si esprime in totale sintonia con le dichiarazioni del direttore. Preghiamo di mantenerne il tono urbano. Noi continuiamo a lavorare”. “I musei – aveva detto lo stesso Greco ad askanews in un’intervista a inizio 2023 – devono diventare sempre di più hub di approfondimento, un luogo in cui si possa capire la complessità della realtà, in cui si possa avere la forza di dire che non ci sono risposte semplici a fenomeni complessi, un luogo in cui si possa avere anche la possibilità di fare una disamina delle fonti su quello che, per esempio, la Rete ci presenta in maniera indiscriminata. Noi abbiamo una cultura materiale che pone dei paletti: dobbiamo essere un luogo di confronto, un presidio di libertà e democrazia”. Parole che sembrano molto pregnanti anche oggi e che rappresentano in un certo senso la visione di fondo della sua direzione dell’Egizio. Museo la cui governance, come indicato nel Report integrato del 2022, è strutturata intorno ai soci fondatori: il ministero della Cultura, la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Il presidente della Fondazione è nominato dal ministero della Cultura e attualmente la carica è ricoperta da Evelina Christillin. (Leonardo Merlini)