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Tag: Sanremo 2023

Vino, il Consorzio Chianti vola a Cuba per il Festival Habanos

Vino, il Consorzio Chianti vola a Cuba per il Festival HabanosMilano, 25 feb. (askanews) – Il Consorzio Vino Chianti spicca nuovamente il volo con destinazione Cuba per il 23esimo Festival Habanos, prestigiosa kermesse internazionale legata ai blasonati sigari premium cubani. Dal 27 febbraio al 3 marzo, il Consorzio sarà presente a La Habana per patrocinare l’iniziativa che corona la lunga e proficua collaborazione tra il vino Chianti e i sigari Habanos.
Al Festival sarà presente uno stand istituzionale del Consorzio con un’ampia rappresentanza di etichette in degustazione, mentre agli eventi speciali alla sera dedicati al lancio di nuovi prodotti e caratterizzati da grandi show musicali,il Chianti sarà sempre nei calici. Sempre nell’ambito della fiera, giovedì 2 marzo, si terrà un “Habanos Moment”, condotto dal wine ambassador del Consorzio, Luca Alves, e un panel di specialisti internazionali. Si tratta di una speciale degustazione che vedrà triangolare in tre fasi il Chianti Docg Riserva formato Magnum col sigaro H. Upmann Magnum 50 e il cioccolato.
Concluso il Festival Habanos, il Consorzio ha annunciato che resterà in Sudamerica per nuove tappe della sua collaudata Chianti Academy Latam. Il 6 e 7 marzo sarà a Caracas, in Venezuela e poi in Messico: il 10 e 11 marzo a Los Cabos e il 13 e il 14 marzo e Cancún.
“Anche nel 2023 il Consorzio Vino Chianti conferma il suo impegno per la promozione della denominazione in Sudamerica proponendo un interessante programma che va dal consolidamento del felice connubio con i sigari cubani, fino alle nuove tappe della Chianti Academy Latam” ha dichiarato il presidente Giovanni Busi, sottolineando che “quest’ultima ha diplomato, dal 2019 ad oggi, oltre 400 professionisti, sparsi tra il Messico, il Perù, la Colombia, Panama e Cuba”.

Giorgetti: bene eredità Italia ma attenzione a sfide che dividono

Giorgetti: bene eredità Italia ma attenzione a sfide che dividonoRoma, 25 feb. (askanews) – Soddisfazione per la positiva eredità del G20 di due anni fa a guida italiana, da parte del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti al G20 finanziario a Bangalore, ma anche preoccupazione per i nodi su cui “aumentano le divergenze”, come la guerra in Ucraina e la sfida climatica, su cui il mondo si sta “spaccando in due”. E con fratture che si stanno aprendo anche nel mondo occidentale. “A conclusione di questo G20, c’è sempre la soddisfazione della positiva eredità del G20 italiano con la definizione delle linee di fondo su molti punti. Penso alla tassazione internazionale, dai due pilastri, diritto di tassazione e la tassa minima globale, al piano per la protezione della salute”, ha affermato Giorgetti, secondo quanto riporta una nota a margine delle conclusioni del G20 delle Finanze in India.
“Per il resto, le contorsioni sull’Ucraina e soprattutto la sfida climatica complicano e aumentano le divergenze. La sicurezza energetica e l’insicurezza alimentare stanno spaccando il mondo in due. La corsa alla transizione energetica non solo divide – ha rilevato Giorgetti – ma con l’aggiunta del controllo delle materie prime critiche sta provocando una frattura anche sul fronte occidentale tra Usa ed Europa, a sua volta molto frammentata. La sfida della transizione green invece di avere una risposta globale sta creando divergenze e spaccature a tutti i livelli”.

Gualtieri: “Roma si stringe in abbraccio collettivo a Costanzo”

Gualtieri: “Roma si stringe in abbraccio collettivo a Costanzo”Roma, 25 feb. (askanews) – Un abbraccio collettivo della città di Roma a Maurizio Costanzo, il giornalista, conduttore televisivo e scrittore morto ieri a 84 anni, che è solo “il primo momento di un ricordo che continueremo”. Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, a margine della camera ardente aperta oggi e domani in Campidoglio, ha risposto a chi gli chiedeva se ci sia l’intenzione di nominare una strada o una piazza della capitale a Costanzo.
“Un omaggio commovente delle romane e dei romani, degli italiani a un gigante della storia della televisione, della cultura e del giornalismo italiano che è stato un protagonista unico, per tanti anni ha segnato questa esperienza non solo con la sua professionalità straordinaria ma anche con una davvero straordinaria umanità: una persona molto dolce molto empatica e naturalmente un professionista inarrivabile”, ha aggiunto Gualtieri.

Lagarde: per i tassi non guardiamo la sfera di cristallo ma i dati

Lagarde: per i tassi non guardiamo la sfera di cristallo ma i datiRoma, 25 feb. (askanews) – Posto che la Bce intende alzare i tassi di interesse di altri 50 punti base al Consiglio direttivo di metà marzo, la presidente Christine Lagarde non si sbilancia sull’ipotesi di operare un ulteriore aumento di questa portata nella successiva riunione di maggio. “Non guardo la sfera di cristallo: voglio vedere i nuovi dati e voglio sentire i punti di vista dei miei colleghi quando vedono gli stessi dati. E’ in base a questo che prenderemo le nostre decisioni”.
“Ma una cosa è certa – ha affermato in una intervista al quotidiano finlandese Helsingin Sanomat, pubblicata mentre sta partecipando al G20 delle Finanze in India -: vogliamo riportare l’inflazione al 2% in maniera tempestiva”.
L’inflazione dell’eurozona resta “a livelli inaccettabilmente alti, ma è probabile – ha aggiunto – che declini a causa del fatto che i costi dell’energia stanno diminuendo. I prezzi di petrolio e gas naturale sono già calati ai livelli precedenti al Covid”.Questa moderazione, però, al momento non coinvolge anche l’inflaizone di fondo, quella deputata da energia e alimentari che al 5,3% resta ai massimi storici.
Quanto a eventuali errori che rimpiange sulle decisioni passate “avremmo forse potuto identificare alcuni movimenti inflazionistici un po’ prima”, ammette. “La maggior parte degli economisti e previsori inizialmente anticipavano che l’alta inflazione sarebbe stata transitoria e temporanea, e che poi sarebbe svanita. Tuttavia l’inflazione si è diffusa su una base molto più ampia di prodotti e servizi. Non sono sicura che avviare il rialzo dei tassi tre mesi prima avrebbe fatto una grande differenza. Ora quello che conta – ha aggiunto Lagarde – è che manteniamo la rotta con coerenza”. La Bce, tuttavia, ora sta valutando l’inclusione di elementi ulteriori nei suoi modelli previsionali.
Passando al rapporto tra politica monetaria della banca centrale e politiche di bilancio dei governi, secondo Lagarde bisogna cercare “un mix bilanciato”. “Quello che è importante, al momento, è che la politica di bilancio non alimenti l’inflazione, che richiederebbe una politica monetaria più restrittiva”. Perché in questa fase “c’è chiaramente un rischio che le politiche lavorino in direzioni opposte”.
Infine, sul come si collochi rispetto al cliché con cui vengono catalogati i banchieri centrali, tra “falchi”, se sostenitori di una linea monetaria risoluta e aggressiva, o “colombe” se invece più propensi alla prudenza e a una linea morbida: “definitivamente un gufo”, risponde.
Non è la prima volta che Lagarde usa questa immagine, anche se più che al rapace notturno che alcuni associano a foschi presagi, vorrebbe forse riferirsi alla civetta, simbolo della saggezza nell’antica Grecia (lo aveva suggerito in altre occasioni).
“Una delle caratteristiche dei gufi – ha detto – è quella di avere una visione a 360 gradi. L’obiettivo della Bce è assicurare la stabilità dei prezzi. Uno dei miei compiti, oltre a quello di capire pienamente la situazione economica, è guardare a tutti punti di vista nel Consiglio direttivo, per capire come i miei colleghi vedano la situazione nell’area euro e a livello nazionale e aiutarli a prendere le giuste decisioni, che ci porteranno al nostro obiettivo di stabilità dei prezzi”.
E più in generale, sempre su questo schema falchi-colombe, “i membri del Consiglio direttivo sono influenzati da molti fattori. Ma non darei un giudizio generale su un governatore della Banca centrale, sul fatto che se vieni da un paese ad alto debito sei una colomba mentre se vieni da un paese a basso debito sei un falco. La bellezza dell’Eurosistema è che ognuno viene al tavolo con le sue idee e con la mente aperta. In un certo modo devi abbandonare i tuoi preconcetti per raggiungere il consensus”.

Golf, per l’Italia vittoria bis in Grecia

Golf, per l’Italia vittoria bis in GreciaRoma, 25 feb. (askanews) – Cambia la scena (dal Portogallo alla Grecia) e cambiano due componenti della squadra, ma il risultato è lo stesso e l’Italia vince back-to-back il titolo messo in palio dalla Confederation of Professional Golf (già PGA of Europe). E lo fa alla grande. Se un anno fa in Portogallo aveva chiuso con uno score totale di 22 colpi sotto il par, staccando di 13 la Germania, nel vento di Costa Navarino ha ribadito la sua superiorità andando a vincere di sei colpi sui secondi. Ancora i tedeschi, che oggi ci hanno provato riducendo lo svantaggio a soli tre colpi (erano nove dopo due round) a metà gara. Ma la risposta degli azzurri nel ritorno è stata decisa. Come dice il capitano della squadra Michele Reale: “È stata una giornata complicata, i tedeschi sono partiti a bomba”. Poi un ferro 5 stampato in asta alla 10 e ancora palla in bandiera alle buche 11 e 13 per tre birdie che hanno ridato vigore al team. Per lui un totale di 218 (75-72-71) e la soddisfazione per il bel gioco ritrovato nel finale. Andrea Rota (score di 216, 70-71-75) sottolinea: “Abbiamo fatto la differenza nei primi due giorni con vento forte, oggi le condizioni più facili hanno permesso alle squadre che erano dietro di attaccare di più. E qui abbiamo saputo gestire bene”. Il pro bergamasco aveva fatto parte del team arrivato secondo in Portogallo due edizioni fa. E con lui sul podio allora c’era Gregory Molteni (219, 72-74-73), poi due volte nel team vincitore. Niente male per giocatori che sono Maestri praticamente a tempo pieno (per accedere al campionato non bisogna aver giocato oltre quattro gare in un qualsiasi tour nelle ultime due stagioni). Michele Reale insegna al golf di Monticello (Como) ma non smette mai di praticare: ha vinto nel 2022 il Campionato Maestri di PGA Italiana e ha tentato la strada del Senior Tour europeo (arrivando allo stage finale di qualificazione dove il ventesimo posto non è bastato, con solo cinque carte disponibili). Andrea Rota insegna allo Sport Indoor di Mozzo (Bergamo): per lui solo qualche pro-am e i campionati dell’Associazione (“però, pur giocando poco, quando scendo in campo riesco a essere competitivo”, ha detto). Gregory Molteni continua ad allenarsi “per seguire amateur di alto livello mostrando loro doti di gioco sempre all’altezza”. Quello appena concluso è l’appuntamento annuale della Confederation of Professional Golf, di cui fanno parte 43 PGA nazionali che vanno oltre i confini europei spaziando dal Canada alla Nigeria, in rappresentanza di 12.600 Professionisti. PGA Italiana ne fa parte dal 1990. Oltre alla gara ci si incontra per il futuro del golf. L’Annual Congress è stato un’opportunità di confronto e di scambio tra i delegati nazionali, attesi da un ricco menu di incontri e workshop mirati a condividere idee, progressi, nuove strade per migliorare la propria organizzazione e il golf in generale. Vi ha partecipato il presidente di PGA Italiana Filippo Barbè, che al termine della gara e dei lavori ha espresso la sua doppia soddisfazione. Per il successo dell’Italia e per le tante novità espresse dal congresso. “Grande partecipazione e molti temi sul tavolo”, ha detto. “Interessanti e indispensabili per coinvolgere un pubblico più giovane, sono le nuove modalità di comunicazione e fruizione del gioco, dai driving range multimediali alle app con programmi accattivanti per i ragazzi. Percorrere questa strada significa anche avere persone all’interno delle PGA nazionali che abbiano skill più idonei a queste modalità”. E sempre per migliorare la performance delle Associazioni, una good governance oggi passa anche attraverso strumenti di autoanalisi e di identificazione dei fattori di successo. Condotto da Filippo Barbè, uno scambio interessante con Eduardo Celles, primo coach dello spagnolo Jon Rahm, numero uno al mondo.

Auto, Urso: affrontare tema con neutralità tecnologica

Auto, Urso: affrontare tema con neutralità tecnologica

“Prossimma settimana incontrerò il ministro francese Le Maire”.

Roma, 25 feb. (askanews) – La transizione ecologica nel settore dell’automotive deve essere affrontata con “la neutralità tecnologica. Se il biometano, il biocarburante, l’idrogeno possono raggiungere gli stessi obiettivi di rispetto ambientale delle battareie elettriche, perchè usare solo una tecnologia?”. Lo ha affermato il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo a Tgcom24. Urso, che ha già affrontato questi temi la scorsa settimana con il vice cancelliere tedesco Robert Habeck, la prossima settimana incontrerà il Ministro francese Bruno Le Maire.
“La questione va affrontata con pragmatismo – ha ribadito Urso -, la transizione ecologica deve essere collegata alla riconversione industriale”. Il Ministro ha ricordato la “clausola di revisione” prevista per il 2026. In quell’occasione “con il nuovo Parlamento e la nuova Commissione riuscieremo a rivedere tappe e modalità della transizione ecologica. Siamo consapevoli degli obiettivi del 2035 e del 2050, ma vogliamo giungervi con un sistema vitale e competitivo, che sia in grado di produrre in Italia e in Europa quello che serve per la catena dell’automotive”.

Dal 18 al 20 novembre a Piacenza Expo debutta la Fiera dei vini

Dal 18 al 20 novembre a Piacenza Expo debutta la Fiera dei viniMilano, 25 feb. (askanews) – Da sabato 18 a lunedì 20 novembre, Piacenza Expo organizza la prima edizione della “Fiera dei vini”: una mostra mercato “pensata per far scoprire a un pubblico di appassionati winelovers nuove aziende e nuovi territori, attraverso un percorso di visita comodo e funzionale che mette al centro l’esperienza del visitatore”.
Dunque la Fiera, che fino all’anno scorso ha ospitato la kermesse dei vignaioli indipendenti che quest’anno si terrà invece a Bologna, continua a battere la strada del vino mantendendo la formula del “carrello” per dare al pubblico la possibilità di acquistare i vini degustati”. In una nota, i promotri spiegano che “territorio e qualità sostenibile saranno le linee guida della selezione di aziende provenienti da tutte le regioni italiane, molte delle quali sono del tutto inedite al pubblico”. “Nessuna preclusione su appartenenze associative o natura giuridica – precisano gli organizzatori – unico faro sarà la qualità della proposta offerta al visitatore, garantita da un comitato scientifico che esaminerà le candidature pervenute al fine di mantenere uno standard di prim’ordine”.
“Le aziende che intendono proporre la propria candidatura potranno pre-accreditarsi sul sito www.fieradeivini.it a partire dal 15 marzo 2023. La quota d’iscrizione sarà differenziata in base alle dimensioni produttive, “in un’ottica di inclusività che da sempre contraddistingue Piacenza”. La manifestazione si svilupperà su tre giorni: dopo le prime due giornate dedicate al pubblico, nella giornata del lunedì è attesa, come negli anni scorsi, una presenza crescente di operatori professionali del settore commerciale e Horeca sia italiani che esteri. Non mancheranno nella manifestazione momenti di approfondimento con masterclass e un intero padiglione dedicato a un’attenta selezione di produttori gastronomici e agroalimentari che prepareranno piatti da gustare in loco e offriranno prodotti da acquistare.

Auto, Urso: dopo esperienza con Russia no dipendenza dalla Cina

Auto, Urso: dopo esperienza con Russia no dipendenza dalla CinaRoma, 25 feb. (askanews) – Sul tema della transizione ecologica nel settore dell’automotive “noi abbiamo una visione pragmatica, concreta, non ideologica e vorremmo che l’Unione europea abbia la stessa visione. Non possiamo correre il richio di passare dalla sudditanza con la Russia, come è avvenuto per il carbonfossile, alla dipendenza ancor più grave, tecnologica, con la Cina”. Lo ha affermato il Minustro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo a Tgcom24.
“Noi chiediamo all’Unione europea di affrontare con realismo i due dossier in campo – ha aggiunto Urso – quello su Euro 7 e quello su Co2 per i mezzi pesanti”.
“Dobbiamo dare la possibilità ai cittadini e alle imprese di adeguarsi in tempo utile. Se questo non dovesse accadere – ha sottolineato il Ministro – siamo determinati a far sì che la questione passi alla prossima Commissione europea e al nuovo Parlamento che sarà eletto nel 2024”.

Morte David Rossi, libro Strambi racconta Siena e scomoda verità

Morte David Rossi, libro Strambi racconta Siena e scomoda veritàRoma, 25 feb. (askanews) – “Siena, la sua banca e una scomoda verità”. E’ in libreria per Baldini+Castoldi il libro di Tommaso Strambi sulla morte di David Rossi
Fu suicidio o omicidio la morte di David Rossi il 6 marzo 2013 volato giù da una finestra di Rocca Salimbeni a Siena? “Io non penso nulla”, disse l’avvocato Giuseppe Mussari, ex presidente di Banca Mps, davanti ai componenti della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte dell’ex manager senese. Quasi agnostico quando gli chiedono che idea si è fatto sul decesso di Rossi, che l’ex banchiere aveva voluto accanto a sé come capo della comunicazione prima alla Fondazione Mps e successivamente in banca perché “era il più bravo di tutti”. Poi, sì erano amici. E che amici. Poi, commuovendosi, aggiunse: “Per capire cosa è successo bisogna tornare a quei giorni, a quel clima d’odio che si respirava a Siena”.
Un’atmosfera di sospetti e recriminazioni, di accuse e di delazioni, di monetine che, come per Craxi vent’anni prima fuori dall’Hotel Raphael, non mancarono nel febbraio del 2013 quando l’avvocato Mussari arrivò a Palazzo di Giustizia per essere interrogato.
A raccontare la storia di quegli anni, di quel clima, è ora attraverso gli appunti, i ricordi di riunioni e incontri vissuti in prima persona, ma anche con documenti inediti, Tommaso Strambi, l’ex capo della redazione senese del quotidiano ‘Qn-La Nazione’, che di David Rossi era amico. Strambi racconta una Siena scossa dalle tante inchieste esplose in quegli anni (da quella sul dissesto nei bilanci dell’Università a quella sulle elezioni per il rettore, da quella sull’aeroporto di Ampugnano a quella sui conti dell’Asl, fino a quelle sul Monte dei Paschi). Una città che si trova a fare i conti anche con la fragilità. Quella deflagrata, in una notte di pioggia, con un volo da una finestra di Rocca Salimbeni.
Ancora oggi, a dieci anni di distanza, quella morte continua a suscitare grandi emozioni, a dividere, a provocare dolore. E capitolo dopo capitolo, con il taglio dell’inchiesta giornalistica, ma la scrittura del romanzo, Strambi si addentra nei vicoli medievali e nei crocicchi antichi di Siena, e aiuta a comprendere una città complessa e diffidente, difficile da scrutare, svelando, infine, “una scomoda verità”: il ‘punto fermo’ fissato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta della scorsa legislatura presieduta dall’onorevole Pierantonio Zanettin.

“Italian lifestyle paradigma per crescita vino italiano in Sud Corea”

“Italian lifestyle paradigma per crescita vino italiano in Sud Corea”Milano, 25 feb. (askanews) – “In questo Paese il vino tricolore sta diventando sinonimo di cultura e di italian lifestyle. Un paradigma di eleganza e bellezza e di forte attrattività che già coinvolge altri settori dal posizionamento più maturo come la moda, il design e l’arredamento. Il vino non è un prodotto di consumo abituale, per questo serve fare leva sul forte richiamo del ‘brand Italia’ e sulla capacità dei nostri vini di adattarsi perfettamente alla dieta locale e non solo in abbinamento ai menù occidentali”. Lo ha detto l’ambasciatore d’Italia in Corea del Sud, Federico Failla, alla tappa conclusiva del Roadshow di Vinitaly a “High Street Italia” a Seoul, lo showroom del made Italy di Ice Agenzia, partner di Veronafiere nella campagna straordinaria di promozione e incoming iniziata il 19 gennaio scorso a Rust in Austria.
Un mercato, quello della Corea del Sud, ad alto potenziale di crescita, che dopo l’exploit dell’import a volume segnato nel 2021, con i vini fermi (in particolare i rossi), protagonisti di un rimbalzo a +60% sull’anno Covid, registra ora lo scatto degli sparkling tricolori, che anche nel 2022 hanno rilevato un incremento delle importazioni del 25%.
“La Corea del Sud è la piazza emergente forse più interessante al mondo, con una domanda sempre più competente e interessata a tutte le tipologie di vini” ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, chiudendo l’evento, evidenziando che è “un mercato in grande fermento che Veronafiere intende presidiare”. “Chiudiamo un Roadshow eccezionale, anche sotto il profilo dell’investimento, con i primi risultati dell’incoming che saranno già evidenti al prossimo Vinitaly” ha continuato Bricolo, aggiungendo che “il potenziamento delle relazioni con i partner istituzionali della promozione sui diversi mercati ci consentirà di proseguire il piano di sviluppo della manifestazione”. Presenti all’incontro una selezione di nuovi top buyer, importatori e stakeholder sudcoreani, oltre a una delegazione di operatori già da tempo in portfolio della manifestazione e che considerano “Vinitaly la piazza fondamentale per conoscere i vini italiani”.
“Il crescente successo del consumo di vino in Corea ci incoraggia ad esplorare modalità innovative di promozione – ha commentato il direttore dell’ufficio di Seoul di Ice-Agenzia, Ferdinando Gueli – come l’idea di proporre l’abbinamento del vino italiano ai cibi della tradizione culinaria coreana, che abbiamo condiviso con i partner di Vinitaly con l’obiettivo di aprire nuovi ed inesplorati spazi di mercato per i nostri produttori”.
Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, la tipologia di vino italiano più esportata è quella dei vini rossi, che nell’ultimo decennio ha segnato una crescita media annua del 13%, seguita dai bianchi (+8% annuo) e dagli spumanti, che grazie al balzo registrato nel 2021 (+100% netto), e ora quello del 2022, sono arrivati a sfiorare la soglia di tre milioni di litri venduti, il 25% del totale vini made in Italy commercializzati. Nel dettaglio, il valore delle importazioni totali di vino nel 2022 è stato di circa 565 milioni di dollari, di questi 86 milioni di dollari sono di vino italiano, con un’incidenza di oltre il 15% sul totale mercato. Rispetto al 2011, anno dell’accordo di libero scambio con l’Ue, la domanda sudcoreana di vino importato è aumentata in valore del 324%.
Con la tappa di Seoul, Vinitaly ha chiuso il Roadshow in 13 tappe in nove Paesi di tre Continenti (America, Europa, Asia).