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Tag: Sanremo 2023

Dl Milleproroghe, ok norme balneari. Proroga concessioni e mappatura

Dl Milleproroghe, ok norme balneari. Proroga concessioni e mappatura

Viene anche istituito un tavolo tecnico con i ministri competenti, le Regioni e le categorie

Roma, 9 feb. (askanews) – Via libera dalle Commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato al pacchetto di misure sui balneari messo a punto dalla maggioranza. Lo riferisce il relatore al decreto milleproroghe, Dario Damiani.
Gli emendamenti, presentati al decreto e approvati, prevedono la proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, concedono cinque mesi in più di tempo per l’esercizio della delega sulla mappatura delle spiagge date in concessione, che altrimenti scadrebbe il 27 febbraio 2023, e istituiscono un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio, con funzioni consultive, a cui partecipano i ministri competenti, le regioni e le associazioni di categoria.
In ogni caso, se si dovessero verificare impedimenti oggettivi all’espletamento delle gare, le attuali concessioni possono restare valide fino al 31 dicembre 2025.

Sanremo, Coletta (Rai): Fedez? Mi dissocio, attacchi non sono libertà

Sanremo, Coletta (Rai): Fedez? Mi dissocio, attacchi non sono libertàSanremo, 9 feb. (askanews) – “Confermo che non eravamo a conoscenza della performance di Fedez. A nome della Rai ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto che deve esprimersi attraverso tutte le forme d’arte e tutti i pensieri che un individuo vuole esprimere. A nome della Rai, e in maniera netta, sento di dire che mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato nella gestualità”. Così Stefano Coletta, direttore di Rai1, sulla performance di Fedez che ieri ha stracciato la foto del viceministro Galeazzo Bignami vestito con la divisa nazista.
“I gesti possono fare molto male – ha aggiunto – quando diventano un attacco personale, che contesto fortemente, come il servizio pubblico non può ammettere. Non è più libertà nè diritto quando si tramuta in un attacco personale. Peraltro riferito a un viceministro del nostro governo che aveva già chiesto scusa”.

Credit Suisse, perdita 2022 la più alta dal 2008, crolla in borsa

Credit Suisse, perdita 2022 la più alta dal 2008, crolla in borsaRoma, 9 feb. (askanews) – Credit Suisse ha annunciato per il 2022 la sua più grande perdita annuale dal 2008, svelando l’ampiezza della sfida che la banca elvetica deve affrontare per il rilancio e provocando il crollo del titolo doi oltre 9% alla Borsa di Zurigo. L’istituto ha annunciato un perdita di 1,4 miliardi di franchi svizzeri per il quarto trimestre, dovuta al crollo dei ricavi dell’investment banking e ai prelievi dei clienti della gestione patrimoniale del gruppo. L’anno si è chiuso con una perdita di 7,3 miliardi di franchi.
I clienti hanno ritirato 111 miliardi di franchi negli ultimi tre mesi dell’anno, due terzi dei quali in ottobre, quando la banca è stata vittima di voci sui social media sulla sua salute finanziaria. L’attività di gestione patrimoniale ha subito un deflusso di 92,7 miliardi di franchi, ben oltre i 61,9 miliardi di franchi previsti dagli analisti. Nell’ultimo trimestre del 2022, Credit Suisse ha registrato un calo dei ricavi del 33%, in gran parte dovuto alla caduta del 74% delle commissioni di investment banking, mentre i ricavi da gestione patrimoniale sono diminuiti del 17% e i proventi da gestione patrimoniale del 28%.
Credit Suisse sta mettendo in opera un riassetto radicale nel tentativo di lasciarsi alle spalle una serie di crisi e di tornare all’utile. Sono in corso 9.000 licenziamenti su 52.000 dipendenti della banca e lo scorporo della banca d’investimento, sotto il brand First Boston.
La banca ha avvertito che prevede di subire un’altra “perdita sostanziale” nel 2023 a causa dei costi di ristrutturazione. “Quest’anno sopporta il grosso peso dei costi del riassetto previsto dal nostro piano strategico”, ha dichiarato Dixit Joshi, Chief Financial Officer di Credit Suisse, aggiungendo che 1,6 miliardi di franchi di costi sono previsti nel 2023, un altro miliardo nel 2024.
Oltre ai risultati trimestrali, la banca ha annunciato di aver completato l’acquisizione di M Klein & Company, la boutique di consulenza di proprietà di Michael Klein, il quale andrà a dirigere la banca d’investimento scorporata del Credit Suisse.
Credit Suisse ha pagato 175 milioni di dollari per la società con un bond convertibile. Klein è stato nominato amministratore delegato del settore bancario di Credit Suisse e responsabile delle Americhe. È entrato a far parte del consiglio di amministrazione e riporterà al CEO Ulrich Koerner.

Corte Conti, Pg: ‘paura’ di firma? Piuttosto ‘fuga’ dalla firma

Corte Conti, Pg: ‘paura’ di firma? Piuttosto ‘fuga’ dalla firmaRoma, 9 feb. (askanews) – Attacco della Corte dei Conti a dirigenti e funzionari pubblici che dietro la cosiddetta ‘paura’ della firma, nasconderebbero in realtà la ‘fuga’ dalla firma per “incapacità di assumersi le responsabilità”. Non usa mezzi termini il Procuratore generale della Corte dei Conti, Angelo Canale nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario tornando sulla questione che viene riproposta “dai media e in sede politica”.
Sottolineando il ruolo della Corte di “irrinunciabile presidio di legalità” il Pg sostiene che “stride non poco sentire nuovamente parlare di ‘paura della firma’ e della necessità di tenere amministratori e funzionari pubblici, nelle condizioni che se firmano un atto non vengono poi perseguiti. Sono convinto che la cosiddetta paura della firma, sia piuttosto ‘fuga’ dalla firma, cioe timore o più spesso incapacità di assumersi responsabilità”. Un tema questo che si connette, dice Canale con “gli attuali criteri di scelta della dirigenza e alla insufficiente considerazione del merito; ma anche alla qualità e all’orientamento della formazione, probabilmente non del tutto adeguate; ad una legislazione complessa, spesso farraginosa, stratificata, di dubbia interpretazione, fonte di incertezze”.
Per completare il suo ragionamnto il Pg ricorda che “la giurisdizione della Corte dei conti, che oggi – secondo alcuni – incuterebbe ‘paura’ e frenerebbe l’azione amministrativa, c’era anche quando l’Italia ripartiva dopo le tragiche vicende dell’ultimo conflitto mondiale; c’era durante il ‘boom economico’ degli anni ’60; anzi, all’epoca i pubblici agenti rispondevano di norma anche per colpa lieve e di certo, se guardiamo ai traguardi allora raggiunti, non si puo dire che fossero frenati dalla ‘paura della firma’”.
Lsa

Corte Conti, Carlino: su Pnrr nessuna spazio a malaffare

Corte Conti, Carlino: su Pnrr nessuna spazio a malaffareRoma, 9 feb. (askanews) – Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza ” deve essere una grande occasione di rilancio e di rinnovamento del Paese e nessuno spazio di azione deve essere lasciato al malaffare, e a maggior ragione in ambito finanziario”. E’ l’appello del presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, nella sua relazione all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Carlino ha quindi sottolineato la necessità che l’azione dei magistrati contabili non sia limitata alle situazioni di dolo ma anche quando sussista la grave negligenza.
“E’ necessario – ha spiegato – che, nelle ipotesi patologiche, non solo la mala gestio connotata da dolo, ma anche la grave negligenza trovino puntuale sanzione nell’ambito della giurisdizione della Corte dei conti. Occorre evitare che l’indebolimento della responsabilità erariale possa creare situazioni propizie alla dispersione delle risorse pubbliche, specialmente di quelle legate al PNRR, così determinando un clima favorevole per l’infiltrazione della criminalità organizzata”.

Nissan: utile III trim 50,6 mld yen (+54,7%), confermate stime esercizio

Nissan: utile III trim 50,6 mld yen (+54,7%), confermate stime esercizio

Consegne attese a 3,4 mln (-8%). 174 mln contributo a utile Renault

Milano, 9 feb. (askanews) – Nissan registra un ulteriore miglioramento dell’utile operativo nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2022-2023. Nel periodo ottobre-dicembre, i ricavi sono pari a 2,84 trilioni di yen, l’utile operativo è di 133,1 miliardi di yen, con un margine operativo del 4,7%. L’utile netto è pari a 50,6 miliardi di yen. Il contributo positivo per Renault, con cui sono stati da poco ridefiniti i termini dell’Alleanza, è stimato in 174 milioni di euro sul risultato netto del quarto trimestre 2022.
Nei primi nove mesi dell’anno fiscale, i ricavi sono pari a 7,5 trilioni di yen, l’utile operativo a 289,7 miliardi di yen e il margine operativo del 3,9%. L’utile netto è pari a 115 miliardi di yen.
Le fluttuazioni valutarie e l’aumento dei prezzi delle materie prime, si legge in una nota, hanno avuto un impatto significativo anche nel terzo trimestre. Inoltre il contesto è divenuto ancora più sfidante per la prolungata carenza di semiconduttori e la recrudescenza delle infezioni da Covid-19, che hanno influito sulla produzione, determinato volumi di vendita inferiori a quelli dell’anno precedente e avranno un impatto anche sul quarto trimestre.
Per l’intero anno fiscale 2022, che si concluderà il 31 marzo 2023, Nissan prevede un volume di vendite pari a 3,4 milioni di unità, in calo dell’8,1% rispetto alla precedente previsione.
Tuttavia, Nissan prevede di compensare l’impatto generato dal calo di volumi con un continuo miglioramento delle prestazioni e una rigorosa disciplina finanziaria. Di conseguenza, le previsioni per l’intero anno fiscale 2022 rimangono invariate. Inoltre, si prevede che il free cash flow e l’utile operativo del settore automobilistico saranno positivi per l’intero anno fiscale 2022.
“Anche nel terzo trimestre il contesto commerciale è stato molto sfidante. Nonostante questo, i nuovi modelli introdotti nei vari mercati sono stati accolti molto bene dai clienti e stimiamo un’ottima risposta in tal senso anche per il futuro. Anche se è difficile prevedere il contesto commerciale futuro, nel quarto trimestre continueremo a impegnarci per confermare le nostre stime per l’anno fiscale”, ha dichiarato Makoto Uchida, Ceo di Nissan.

Presentato Osservatorio Censis-Ital Communications su agenzie di comunicazione in Italia

Presentato Osservatorio Censis-Ital Communications su agenzie di comunicazione in ItaliaRoma, 9 feb. (askanews) – Dopo la pandemia e la guerra, e in attesa del prossimo evento improvviso e imprevisto che monopolizzerà il palinsesto informativo, le elezioni politiche prima e le regionali poi, hanno riportato la politica al centro dell’interesse degli italiani. Lo rileva l’Osservatorio Censis – Ital Communications sulle agenzie di comunicazione in Italia, che si propone di promuovere informazione di qualità su tutte le piattaforme, on e offline.
Il 69,1% degli italiani segue regolarmente i fatti di politica e il 32,4% dichiara che quella nazionale è il genere di notizia che lo interessa di più, valore che sale al 37,6% tra gli uomini e al 38,4% tra i diplomati e i laureati. Il 14,4% della popolazione predilige la politica estera, dato in crescita dall’inizio della guerra russo-ucraina, e la quota raggiunge il 18,3% tra gli uomini e il 17,5% per chi ha titoli di studio più elevati.
Il rischio che la politica diventi un fatto generazionale Attenzione, però: la politica rischia di trasformarsi in una tematica generazionale, che coinvolge esclusivamente – o quasi – la popolazione adulta e gli anziani: la percentuale di chi la segue regolarmente è dell’82,7% tra chi ha più di 65 anni e scende al 64,2% tra chi ne ha meno di 35.
Non solo i giovani la seguono meno, ma lo fanno anche con minor interesse: il 47,5% degli over 65 segnala la politica nazionale come il genere che interessa di più, contro il 17% dei giovani in età compresa tra i 14 e i 29 anni. I nativi digitali sono più attratti dalle notizie sportive, segnalate al primo posto dal 31,4%, subito dopo quelle su stili di vita, viaggi, cucina indicate dal 30,7%, mentre il 26,2% mette al primo posto fatti inerenti cultura e spettacoli.
Solo il 9,8% segue la politica estera
Lo scarso interesse dei giovani per la politica non è un fenomeno solo italiano: a fronte di una media del 50% dei residenti negli Stati dell’Unione Europea, che dichiara di aver seguito notizie sulla politica interna negli ultimi sette giorni, la percentuale scende al 34% tra i giovani che hanno tra i 15 e i 24 anni, mentre è del 60% tra chi ha più di 55 anni. Dati che fotografano come la politica abbia perso peso e significato tra le giovani generazioni le quali, anziché percepirla come uno strumento di democrazia e di inclusione, la vedono come un elemento estraneo, distante dalle loro istanze e dai loro interessi, al punto che il 74,7% di chi ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni non si sente rappresentato da essa.
Lo spettro dell’astensionismo
Alle recenti elezioni politiche il “primo partito” è stato quello di chi non ha espresso una posizione politica che, tra astenuti, schede bianche e nulle, ha riguardato quasi 18 milioni di persone, pari al 39% degli aventi diritto. Tra le elezioni politiche del 2018 e quelle del 2022 coloro i quali non hanno espresso un’opzione politica sono aumentati del 31,2%, 4,3 milioni in valore assoluto. C’è il rischio che alle prossime elezioni regionali del 12 e 13 febbraio l’astensionismo cresca ancora. Alle elezioni regionali del 2018 nel Lazio aveva espresso un voto valido il 65% degli aventi diritto, in Lombardia il 71%. Vedremo cosa accadrà questa volta.
La dieta mediatica è sempre più varia
L’avvento del digitale di massa è coinciso con la moltiplicazione dei device e delle fonti informative, on e offline, e con un nuovo protagonismo degli utenti, che vogliono costruirsi da soli il proprio palinsesto. Tutti gli italiani cercano informazioni: su internet, sui social network, sui media tradizionali e la maggior parte (55,9%) utilizza più di una fonte. Addirittura, il 20,7% utilizza quattro o più fonti di informazione. I più visti, dal 51,2% della popolazione, sono i telegiornali, segue Facebook, da cui attinge notizie il 35,2%; il 23,4% si rivolge a motori di ricerca, il 21% segue le Tv all news, il 19,3% cerca informazioni sui siti web e il 16,9% va su YouTube. Il 14,6% degli italiani si affida ai giornali radio, il 14,3% ai quotidiani online, il 7,8% ai quotidiani cartacei, il 5,6% al Televideo. Il 3,6% forma le proprie opinioni attraverso blog e forum online. Tra i giovani si riducono quelli che si rivolgono ai media tradizionali e digitali: il 34,3% dei 14-29enni segue i telegiornali, l’11,3% le Tv all news, il 9,3% i giornali radio, l’11,2% i quotidiani online e solo il 2% cerca notizie sui quotidiani cartacei. Più alta della media la percentuale di giovani che cercano notizie su internet attraverso i motori di ricerca (32,4%) e i siti web di informazione (20,8%). Ma il mezzo che in assoluto sta avendo un vero e proprio boom è YouTube, utilizzato per informarsi dal 27,4% dei 14-29enni. Il 15,7% utilizza app scaricate sullo smartphone e il 6% si fida di blog e forum online.
Cresce l’esposizione alle fake news, soprattutto per i giovani
Un maggiore utilizzo di social media e fonti online espone maggiormente i giovani al rischio di fake news e di disinformazione, che non sempre si è in grado di riconoscere: il 29% degli italiani ritiene di esservi esposto spesso e il 35% non è sicuro di saperle riconoscere. Il pericolo di imbattersi in notizie false è più alto sul web: il 57,5% degli italiani giudica poco (46,1%) o per niente (11,4%) affidabili i siti web di informazione e il 69,6% non si fida delle notizie dei social media. Maggiore la fiducia accordata ai media tradizionali: al primo posto la radio, le cui notizie sono attendibili per il 70,3% degli italiani, seguono la televisione, giudicata credibile dal 68% della popolazione, e i quotidiani, che il 62,8% ritiene siano affidabili. Gli italiani credono maggiormente nei media tradizionali perché sanno che dietro le notizie c’è una redazione fatta di professionisti che utilizzano canali di produzione e distribuzione delle notizie verificati e di alto profilo, capaci di gestire anche i nuovi processi di comunicazione digitale.

Sanremo, Kekko dei Modà: pensavo non sarei più tornato sul palco

Sanremo, Kekko dei Modà: pensavo non sarei più tornato sul palcoSanremo, 9 feb. (askanews) – I Modà sono tornati sul palco del Teatro Ariston con l’inedita “Lasciami”, brano scritto da Kekko Silvestre. “Eravamo tutti molto tesi, questo palco mi mette ansia, ma poi ci siamo sentiti a nostro agio ed è andato tutto bene, sono abbastanza soddisfatto” racconta Kekko Silvestre.
“Prima di salire sul palco, mi è ripassato davanti agli occhi il momento bruttissimo di quando non riuscivo neanche ad alzarmi dal letto e avevo pensato che non sarei più tornato sul palco, ma ce l’ho fatta e questo Sanremo sarà un punto di svolta nella vita e nella nostra carriera. Ero terrorizzato, non dormivo la notte, sognavo di fare scena muta ma poi mi sono sentito a mio agio, essere qua è una vittoria”, che nel suo brano affronta proprio il tema della depressione.
“Il fatto di parlare di depressione spero aiuti le persone a vincere le paure, la vergogna e il giudizio della gente come ho cercato di fare io. Io avevo un desiderio dei perfezione, ma ho capito che non posso piacere a tutti. Sono diverse le cose che ti portano ad ammalarti, il mio psichiatra mi diceva: prendi gli psicofarmaci, perchè in questo momento sei malato e ti devi curare, io sono l’esempio del fatto che si può tornare a vivere dopo la depressione” ha spiegato Kekko.
Per quanto riguarda la serata della cover, i Modà sono felici della collaborazione con le Vibrazioni che definiscono il primo gruppo rock arrivato a Sanremo e cui tutti devono qualcosa. “Con Francesco delle Vibrazioni che ci accompagnano nella serata delle cover ci siamo detti: Abbiamo sbagliato come band a farci la guerra per anni, abbiamo lasciato che i rapper facessero gruppo tra di loro, ma c’è sempre tempo per rifarsi”. Eseguiranno insieme una inedita versione orchestrale di “Vieni da me” diretti dal Maestro Adriano Pennino.
Il 27 marzo prenderà il via, inoltre, il primo tour dei Modà nei principali teatri italiani accompagnati per la prima volta da un’orchestra.
Alle prime date già annunciate si aggiungono oggi nuovi appuntamenti che portano a 30 il numero di concerti programmati a partire dal 27 marzo a Roma fino ad arrivare al 30 maggio a Bologna 6 concerti al Teatro degli Arcimboldi di Milano, 5 date al Teatro Colosseo di Torino, 3 appuntamenti nella capitale, 3 date a Firenze, 3 date a Bologna, 3 date a Bari, 2 date a Brescia, 2 a Napoli e tante altre.

Carmine Volpe nominato presidente aggiunto del Consiglio di Stato

Carmine Volpe nominato presidente aggiunto del Consiglio di StatoMilano, 9 feb. (askanews) – Il Presidente Titolare della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, Carmine Volpe, è stato nominato dal plenum del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa (CPGA) Presidente Aggiunto del Consiglio di Stato.
Carmine Volpe, grande ufficiale dell’ordine “al Merito della Repubblica italiana”, nel 1981 entra nei ruoli dell’Avvocatura Generale dello Stato, dapprima come procuratore dello Stato e poi come avvocato dello Stato.
Successivamente, è risultato vincitore dei concorsi come magistrato del TAR, nel 1984, e come Consigliere di Stato, nel 1989. E’ stato Presidente Aggiunto delle Sezioni Prima, Sesta e Quinta del Consiglio di Stato nonché Presidente Titolare della Sezione Consultiva per gli Atti Normativi e Presidente del Tar del Lazio dal 2015 al 2019. È stato due volte componente effettivo del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, membro dell’Adunanza Plenaria e ha svolto numerosi incarichi di collaborazione con il Governo presso organi costituzionali e autorità indipendenti. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche. E’ anche Presidente della Corte Sportiva d’Appello Nazionale della FIGC.
Succede al Presidente Luigi Maruotti, che ha assunto la carica di Presidente del Consiglio di Stato il 23 gennaio 2023.

Andrea Mastrovito, un libro racconta le possibilità del disegno

Andrea Mastrovito, un libro racconta le possibilità del disegnoBologna, 9 feb. (askanews) – Un libro per ripercorrere otto anni di lavoro di Andrea Mastrovito, uno degli artisti italiani più interessanti nella generazione dei quarantenni, sul tema del disegno, una delle manifestazioni più significative della sua pratica. Il volume “To Draw is to Know” è stato presentato dall’editore Magonza ad Arte Fiera a Bologna e lì abbiamo incontrato l’artista bergamasco.
“Dal 2014 – ha detto Mastrovito ad askanews – con una serie di mostre, in GAMeC, all’estero, in Svizzera, anche con un intervento molto particolare in Polonia, avevo cominciato veramente a focalizzarmi molto sul disegno. In questi otto anni ho cercato di portarlo in più posti possibile, non solo a livello di mostre, ma disegnando su qualsiasi superficie, con qualsiasi cosa, in qualsiasi situazione e con qualsiasi tipo di persona”.
Dai frottages alle vetrate, dalle conversazioni agli intarsi e alle lavagne, fino ai grandi ritratti realizzati disegnando sopra dei righelli colorati, Mastrovito ha mostrato quante possano essere le possibilità del disegno contemporaneo, e quanto viva sia la sua energia. Ma non si tratta solo di una abilità manuale.
“Spesso – ha aggiunto l’artista – si disegna a mano, si disegna liberamente. Ma molto del mio lavoro passa anche attraverso l’utilizzo della macchina, del taglio laser con l’intarsio, e anche nei film che ho fatto c’è moltissimo lavoro a mano, ma anche tantissima tecnologia. Quindi c’è una parte mia, ma anche una parte esterna che cerco sempre di piegare e forzare alla semplicità del disegno”.
Mastrovito è anche uno dei fondatori di The Drawing Hall a Bergamo, spazio espositivo che sta raccogliendo grande successo e interesse e che ha ospitato, tra le altre, anche una preziosa esposizione sui disegni di Gian Maria Tosatti.