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Tag: Sanremo 2023

Cina continua a invecchiare, nel 2024 terzo anno di calo popolazione

Cina continua a invecchiare, nel 2024 terzo anno di calo popolazioneRoma, 17 gen. (askanews) – La curva demografica cinese ha continuato nel 2024 a puntare verso il basso per il terzi anno consecutivo, dopo un sessantennio di crescita della popolazione. Lo ha riferito oggi l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino.


Alla fine del 2024 la popolazione cinese – con l’esclusione di Hong Kong e Macao – ammontava a 1,408 miliardi di persone, con un calo di 1,39 milioni rispetto alla fine del 2023. Il calo, tuttavia, è stato meno ripido che nel 2023. Nel 2024, il numero di nascite è stato di 9,54 milioni, con un tasso di natalità del 6,77 per mille; il numero di decessi è stato di 10,93 milioni, con un tasso di mortalità del 7,76 per mille; il tasso di crescita naturale della popolazione è stato negativo, pari a -0,99 per mille, ha segnalato l’ufficio statistico cinese.


In termini di genere, la popolazione maschile era di 719,09 milioni, mentre quella femminile era di 689,19 milioni; il rapporto tra i sessi nella popolazione totale era di 104,34 maschi per 100 femmine. Per quanto riguarda la struttura per età, la popolazione compresa tra 16 e 59 anni era di 857,98 milioni, pari al 60,9% della popolazione totale; la popolazione di età pari o superiore a 60 anni era di 310,31 milioni, pari al 22% della popolazione totale. In particolare, la popolazione di età pari o superiore a 65 anni era di 220,23 milioni, pari al 15,6% della popolazione totale.


In termini di dislocazione territoriale, i residenti permanenti nelle aree urbane erano 943,50 milioni, con un aumento di 10,83 milioni rispetto alla fine dell’anno precedente; i residenti permanenti nelle aree rurali erano 464,78 milioni, con una diminuzione di 12,22 milioni. La quota di popolazione urbana sul totale (tasso di urbanizzazione) era del 67%, con un incremento di 0,84 punti percentuali rispetto alla fine dell’anno precedente. La Cina ha terminato la sua politica del figlio unico nel 2016, dopo quasi un quarantennio, autorizzando le coppie ad avere fino a tre figli. Ma questa liberalizzazione non ha consentito di rovesciare un declino demografico del secondo paese più popoloso del mondo, che rischia di vivere gravi conseguenze socio-economiche per il rapido invecchiamento della popolazione.

Sudcorea, Yoon si rifiuta ancora di presentarsi a testimoniare

Sudcorea, Yoon si rifiuta ancora di presentarsi a testimoniareRoma, 17 gen. (askanews) – Il presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol, in stato di fermo da due giorni, ha nuovamente rifiutato oggi di presentarsi per l’interrogatorio sul suo tentativo fallito di imporre la legge marziale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


L’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello (CIO) gli aveva ordinato di presentarsi per ulteriori interrogatori stamani, dopo che non si è presentato ieri, adducendo motivi di salute. “Il presidente non si presenterà oggi al CIO”, ha dichiarato Seok Dong-hyeon, avvocato di Yoon. “Ha dichiarato a fondo la sua posizione di base durante il primo interrogatorio del CIO e non vede alcuna ragione o necessità di rispondere a un ulteriore interrogatorio”.


Yoon si trova in un centro di detenzione da mercoledì sera, dopo che gli investigatori lo hanno arrestato nella sua residenza e portato nell’ufficio del CIO a Gwacheon, appena a sud di Seoul, per sottoporlo a oltre 10 ore di interrogatorio. I legali del presidente sospeso hanno presentato una richiesta al Tribunale distrettuale centrale di Seoul per rivedere la legalità della sua detenzione, ma la corte ha respinto il ricorso giovedì sera, mantenendolo in custodia.


Il CIO sta preparando un mandato per arrestare formalmente Yoon, prima che scada stasera il termine del fermo preventivo di 48 ore. Yoon è indagato per insurrezione in merito alla proclamazione della legge marziale del 3 dicembre scorso, che fu revocata dopo sei ore dall’Assemblea nazionale assediata dai militari. Parallelamente, il presidente è sottoposto a procedura d’impeachment: dopo il voto di destituzione arrivato dal parlamento, è in corso una processo di conferma dell’impeachment presso la Corte costituzionale.

Farnesina: scarcerato l’italo-venezuelano Juan Manuel Allueva

Farnesina: scarcerato l’italo-venezuelano Juan Manuel AlluevaMilano, 16 gen. (askanews) – “La Farnesina conferma la scarcerazione del cittadino italo-venezuelano Juan Manuel Allueva, che era detenuto dalla Guardia Nazionale di San Juan de Los Morros (la capitale dello Stato di Gubrico, nel centro-nord). Il ministro degli Esteri Antonio Tajani sottolinea che “il Governo italiano continuerà a lavorare per tutelare tutti i connazionali in Venezuela”.


Nel Paese attualmente rimangono detenuti almeno altri 7 italo-venezuelani, oltre all’operatore umanitario, il 45enne Alberto Trentini, arrestato lo scorso 15 novembre.

Bankitalia, Panetta: senza pace umanità e economia non prosperano-rpt

Bankitalia, Panetta: senza pace umanità e economia non prosperano-rpt—-ripetizione con titolo corretto—- Roma, 16 gen. (askanews) – “Crescita economica, prosperità e pace sono strettamente connesse: senza pace, l’umanità non può prosperare; né può farlo l’economia”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’incontro “Economia e pace: un’alleanza possibile”, organizzato a Bologna dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.


“Occorre ricordare che nelle economie moderne lo sviluppo si fonda sull’integrazione e sul commercio internazionale. La libera circolazione di merci, capitali, persone e idee facilita il trasferimento di conoscenze e tecnologie – ha sottolineato – contribuendo a unire i popoli”. “La globalizzazione ha indubbiamente determinato una maggiore integrazione tra paesi e creato opportunità di progresso economico e sociale in molte regioni del mondo. Tuttavia – ha proseguito Panetta – essa ha mostrato limiti evidenti. Le attuali tensioni commerciali e geopolitiche sono segnali di un sistema che non è riuscito a rispondere appieno alle aspettative e ai bisogni della popolazione mondiale. Ogni giorno, migliaia di persone continuano a essere stroncate dalle privazioni e dalla violenza, spesso in conflitti fratricidi che sembrano senza fine”.


Secondo il banchiere centrale “l’economia sembra essersi globalizzata senza una ‘coscienza globale’”. In questo quadro “è necessario rilanciare l’integrazione economica e la cooperazione internazionale, correggendone i difetti con politiche che promuovano uno sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di coniugare la crescita con il superamento della povertà, con la giustizia sociale, con la difesa dell’ambiente”. “La pace e la prosperità sono legate da un vincolo profondo. La pace non è solo l’assenza di conflitti, ma la creazione di condizioni che consentano a ogni individuo di vivere una vita dignitosa, libera dalla paura e dalla povertà. Allo stesso tempo, una prosperità che non genera benessere diffuso è una prosperità effimera, che rischia di generare conflitti e instabilità”.


“Come disse Papa Paolo VI nell’enciclica Populorum progressio ‘lo sviluppo è il nuovo nome della pace’. Oggi – ha concluso il governatore – queste parole ci ricordano l’urgenza di lavorare per un futuro di prosperità più giusto e pacifico”. “La globalizzazione ha indubbiamente prodotto benefici, ma anche effetti indesiderati, che non sempre sono stati ben compresi o affrontati in modo adeguato dai governi e dalle istituzioni internazionali – ha proseguito Panetta -. Se da un lato l’apertura al commercio estero ha migliorato le condizioni di vita nelle economie emergenti e ridotto le disuguaglianze di reddito tra i paesi, dall’altro lato ha spesso contribuito ad ampliare le disuguaglianze all’interno degli Stati”.


“In mancanza di riforme in settori come l’istruzione, la sanità e la protezione sociale, nelle economie avanzate la globalizzazione e la delocalizzazione produttiva hanno concorso a frenare la dinamica dei redditi dei lavoratori impiegati nelle mansioni meno qualificate e peggio retribuite, ma anche di molti appartenenti alla classe media. Inoltre – ha detto – l’aumento del peso economico delle economie emergenti non è stato accompagnato da un corrispondente progresso delle libertà politiche. Anche per questa ragione, i principali paesi hanno mostrato riluttanza a rivedere la governance delle istituzioni internazionali per conferire rappresentanza alle nuove potenze economiche, generando insoddisfazione tra queste ultime”. “Per l’insieme di questi fattori, la globalizzazione è oggi percepita da molti, a torto o a ragione, come un progetto elitario, alimentando malcontento tra ampie fasce della popolazione. La crisi finanziaria del 2007-08 ha ridotto ulteriormente la fiducia nelle classi dirigenti, indebolendo il modello di governance globale fondato sul libero scambio, sull’integrazione economica, sul ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e sulla gestione delle divergenze nei contesti sovranazionali”. E ora “lo scenario mondiale sta evolvendo verso un sistema multipolare e frammentato, attraversato da nazionalismi e protezionismi – ha proseguito il governatore – con la competizione tra blocchi contrapposti di paesi che alimenta nuove tensioni geopolitiche. Sul piano economico, queste tensioni si sono manifestate in dispute commerciali tra Stati Uniti e Cina, nella Brexit e nel crescente rifiuto da parte dei governi di consentire acquisizioni di imprese nazionali da parte di investitori stranieri. Il commercio globale si sta frammentando e viene sempre più utilizzato a fini strategici, soprattutto nella competizione per il dominio tecnologico”. “Nei prossimi anni, è previsto un aumento del protezionismo, alimentato dalle politiche degli Stati Uniti. Contemporaneamente, si assiste a un drammatico aumento dei conflitti bellici, che ora coinvolgono anche l’Europa”. In questo quadro, secondo Panetta “la priorità deve essere preservare un’economia mondiale aperta agli scambi internazionali. Recidere i legami economici e commerciali comporterebbe una significativa perdita di benessere per la popolazione mondiale, indebolendo ulteriormente l’assetto multilaterale che ha sorretto lo sviluppo globale dal secondo dopoguerra, con effetti che finirebbero per travalicare i confini dell’economia e della finanza”.

Bankitalia, Panetta: senza pace l’umanità e l’economia non prosperano

Bankitalia, Panetta: senza pace l’umanità e l’economia non prosperanoRoma, 16 gen. (askanews) – “Crescita economica, prosperità e pace sono strettamente connesse: senza pace, l’umanità non può prosperare; né può farlo l’economia”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’incontro “Economia e pace: un’alleanza possibile”, organizzato a Bologna dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.


“Occorre ricordare che nelle economie moderne lo sviluppo si fonda sull’integrazione e sul commercio internazionale. La libera circolazione di merci, capitali, persone e idee facilita il trasferimento di conoscenze e tecnologie – ha sottolineato – contribuendo a unire i popoli”. “La globalizzazione ha indubbiamente determinato una maggiore integrazione tra paesi e creato opportunità di progresso economico e sociale in molte regioni del mondo. Tuttavia – ha proseguito Panetta – essa ha mostrato limiti evidenti. Le attuali tensioni commerciali e geopolitiche sono segnali di un sistema che non è riuscito a rispondere appieno alle aspettative e ai bisogni della popolazione mondiale. Ogni giorno, migliaia di persone continuano a essere stroncate dalle privazioni e dalla violenza, spesso in conflitti fratricidi che sembrano senza fine”.


Secondo il banchiere centrale “l’economia sembra essersi globalizzata senza una ‘coscienza globale’”. In questo quadro “è necessario rilanciare l’integrazione economica e la cooperazione internazionale, correggendone i difetti con politiche che promuovano uno sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di coniugare la crescita con il superamento della povertà, con la giustizia sociale, con la difesa dell’ambiente”. “La pace e la prosperità sono legate da un vincolo profondo. La pace non è solo l’assenza di conflitti, ma la creazione di condizioni che consentano a ogni individuo di vivere una vita dignitosa, libera dalla paura e dalla povertà. Allo stesso tempo, una prosperità che non genera benessere diffuso è una prosperità effimera, che rischia di generare conflitti e instabilità”.


“Come disse Papa Paolo VI nell’enciclica Populorum progressio ‘lo sviluppo è il nuovo nome della pace’. Oggi – ha concluso il governatore – queste parole ci ricordano l’urgenza di lavorare per un futuro di prosperità più giusto e pacifico”. “La globalizzazione ha indubbiamente prodotto benefici, ma anche effetti indesiderati, che non sempre sono stati ben compresi o affrontati in modo adeguato dai governi e dalle istituzioni internazionali – ha proseguito Panetta -. Se da un lato l’apertura al commercio estero ha migliorato le condizioni di vita nelle economie emergenti e ridotto le disuguaglianze di reddito tra i paesi, dall’altro lato ha spesso contribuito ad ampliare le disuguaglianze all’interno degli Stati”.


“In mancanza di riforme in settori come l’istruzione, la sanità e la protezione sociale, nelle economie avanzate la globalizzazione e la delocalizzazione produttiva hanno concorso a frenare la dinamica dei redditi dei lavoratori impiegati nelle mansioni meno qualificate e peggio retribuite, ma anche di molti appartenenti alla classe media. Inoltre – ha detto – l’aumento del peso economico delle economie emergenti non è stato accompagnato da un corrispondente progresso delle libertà politiche. Anche per questa ragione, i principali paesi hanno mostrato riluttanza a rivedere la governance delle istituzioni internazionali per conferire rappresentanza alle nuove potenze economiche, generando insoddisfazione tra queste ultime”. “Per l’insieme di questi fattori, la globalizzazione è oggi percepita da molti, a torto o a ragione, come un progetto elitario, alimentando malcontento tra ampie fasce della popolazione. La crisi finanziaria del 2007-08 ha ridotto ulteriormente la fiducia nelle classi dirigenti, indebolendo il modello di governance globale fondato sul libero scambio, sull’integrazione economica, sul ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e sulla gestione delle divergenze nei contesti sovranazionali”. E ora “lo scenario mondiale sta evolvendo verso un sistema multipolare e frammentato, attraversato da nazionalismi e protezionismi – ha proseguito il governatore – con la competizione tra blocchi contrapposti di paesi che alimenta nuove tensioni geopolitiche. Sul piano economico, queste tensioni si sono manifestate in dispute commerciali tra Stati Uniti e Cina, nella Brexit e nel crescente rifiuto da parte dei governi di consentire acquisizioni di imprese nazionali da parte di investitori stranieri. Il commercio globale si sta frammentando e viene sempre più utilizzato a fini strategici, soprattutto nella competizione per il dominio tecnologico”. “Nei prossimi anni, è previsto un aumento del protezionismo, alimentato dalle politiche degli Stati Uniti. Contemporaneamente, si assiste a un drammatico aumento dei conflitti bellici, che ora coinvolgono anche l’Europa”. In questo quadro, secondo Panetta “la priorità deve essere preservare un’economia mondiale aperta agli scambi internazionali. Recidere i legami economici e commerciali comporterebbe una significativa perdita di benessere per la popolazione mondiale, indebolendo ulteriormente l’assetto multilaterale che ha sorretto lo sviluppo globale dal secondo dopoguerra, con effetti che finirebbero per travalicare i confini dell’economia e della finanza”.

Bankitalia, Panetta: senza pace l’umanità e l’economica non prosperano

Bankitalia, Panetta: senza pace l’umanità e l’economica non prosperanoRoma, 16 gen. (askanews) – “Crescita economica, prosperità e pace sono strettamente connesse: senza pace, l’umanità non può prosperare; né può farlo l’economia”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’incontro “Economia e pace: un’alleanza possibile”, organizzato a Bologna dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.


“Occorre ricordare che nelle economie moderne lo sviluppo si fonda sull’integrazione e sul commercio internazionale. La libera circolazione di merci, capitali, persone e idee facilita il trasferimento di conoscenze e tecnologie – ha sottolineato – contribuendo a unire i popoli”. “La globalizzazione ha indubbiamente determinato una maggiore integrazione tra paesi e creato opportunità di progresso economico e sociale in molte regioni del mondo. Tuttavia – ha proseguito Panetta – essa ha mostrato limiti evidenti. Le attuali tensioni commerciali e geopolitiche sono segnali di un sistema che non è riuscito a rispondere appieno alle aspettative e ai bisogni della popolazione mondiale. Ogni giorno, migliaia di persone continuano a essere stroncate dalle privazioni e dalla violenza, spesso in conflitti fratricidi che sembrano senza fine”.


Secondo il banchiere centrale “l’economia sembra essersi globalizzata senza una ‘coscienza globale’”. In questo quadro “è necessario rilanciare l’integrazione economica e la cooperazione internazionale, correggendone i difetti con politiche che promuovano uno sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di coniugare la crescita con il superamento della povertà, con la giustizia sociale, con la difesa dell’ambiente”. “La pace e la prosperità sono legate da un vincolo profondo. La pace non è solo l’assenza di conflitti, ma la creazione di condizioni che consentano a ogni individuo di vivere una vita dignitosa, libera dalla paura e dalla povertà. Allo stesso tempo, una prosperità che non genera benessere diffuso è una prosperità effimera, che rischia di generare conflitti e instabilità”.


“Come disse Papa Paolo VI nell’enciclica Populorum progressio ‘lo sviluppo è il nuovo nome della pace’. Oggi – ha concluso il governatore – queste parole ci ricordano l’urgenza di lavorare per un futuro di prosperità più giusto e pacifico”.

La Lega difende il Veneto: non è utile cambiare, anche per Meloni

La Lega difende il Veneto: non è utile cambiare, anche per MeloniMilano, 16 gen. (askanews) – Un invito a Giorgia Meloni, perchè rispetti gli alleati e il legame particolare della Lega con i territori del Nord. Ribadendo che “squadra che vince non si cambia”. Il consiglio federale leghista fa quadrato sulla richiesta di mantenere la guida del Veneto ma per ora rimette nella fondina la pistola estratta l’altro ieri da Luca Zaia: la corsa solitaria del Carroccio in Veneto resta solo sullo sfondo, e la riunione dello stato maggiore leghista si limita a sottolineare l’importanza di una logica di coalizione nella spartizione delle candidature.


Concetti chiariti da Matteo Salvini, che in serata ospite di Bruno Vespa assicura che la Lega non strapperà: “No, in questi due anni la Lega è stata assolutamente leale in ogni votazione nei confronti del governo e la stabilità del governo italiano è un patrimonio che l’Europa ci invidia e che ci premia economicamente. Quindi non si mette assolutamente in discussione un governo che arriverà a tutti e 5 gli anni”. E dunque, “se il buon governo della Lega e di Zaia in Veneto da anni è riconosciuto a livello internazionale, metterlo in discussione per equilibri politici e scelte romane non mi sembrerebbe utile. Sono sicuro che con gli alleati troveremo una quadra come abbiamo sempre trovato e sono sicuro che nessuno voglia mettere in discussione uno dei governi più virtuosi d’Europa per mettere una bandierina da qualche parte”, rassicura il segretario leghista. Seguendo la linea indicata dal consiglio federale che vede Luca Zaia collegato dal Veneto e Salvini a Roma, tutti raccontano di un clima “sereno”, e del resto la riunione si svolge “come era normale si svolgesse”: il governatore, raccontano, ha ribadito i concetti espressi da settimane, sulla necessità di rispettare le indicazioni del territorio e rimarcando quanto la questione Veneto sia identitaria per il Carroccio. Trovando la “totale sintonia” di Salvini e la condivisione dell’unanimità del Consiglio Federale. Che attraverso le parole del capogruppo in Senato Massimiliano Romeo manda un messaggio alla premier: “È interesse della Meloni trovare una soluzione soddisfacente che faccia sì che gli alleati leali e collaborativi alla fine siano soddisfatti”, dice all’uscita dal federale, sottolineando “l’unanimità” registrata nell’organismo direttivo del Carroccio, “partito del territorio che si vuole tenere le regioni dove esprime un buon governo”.


Resta ancora da capire quale sarà il punto di caduta, ma per farlo bisognerà aspettare ancora diversi passaggi. Intanto la sentenza della Consulta sul caso Campania, che potrebbe in ipotesi addirittura riaprire la possibilità del terzo mandato. Che la Lega continua a dire di volere ricercare anche per via politica: “Sappiamo che è difficille convincere gli alleati, ma continueremo a provarci. Spiegando che non ha senso rischiare di mettere in crisi il centrodestra sul Veneto quando aprendo al terzo mandato manderemmo in crisi il centrosinistra in Campania…”. Un obiettivo per il quale la Lega prova ad avere a disposizione anche più tempo: perchè un’altra richiesta del federale è la previsione di fissare tutti gli anni un election day in primavera. Ipotesi che comporterebbe nell’immediato lo slittamento al 2026 delle elezioni regionali del Veneto e di altre 4 regioni: Campania, Puglia, Marche, Toscana.

Nato, Bauer: non ci sono segnali che Cremlino si prepari per pace

Nato, Bauer: non ci sono segnali che Cremlino si prepari per paceBruxelles, 16 gen. (askanews) – “Non ci sono segnali che il Cremlino si stia preparando per la pace”. Lo ha detto l’ammiraglio Rob Bauer, presidente del Comitato Militare Nato alla fine della due giorni che ha riunito la massima leadership militare dell’Alleanza a Bruxelles, insieme con numerosi Paesi partner, e dove, ha aggiunto Bauer “abbiamo avuto così tante stelle che è stata praticamente una galassia”.


Bauer ha sottolineato come il presidente russo Vladimir “Putin abbia messo l’economia della Russia sul piede di guerra” e come “la base dell’economia militare cinese si stia espandendo”. Poi l’ammiraglio ha delineato quanto fatto in questi due giorni: “Abbiamo discusso attivamente degli obiettivi di capacità della NATO e del fatto che porteranno a una distribuzione più uniforme delle capacità”, ha detto. “Le nazioni europee e il Canada svilupperanno capacità che ora solo gli Stati Uniti hanno. Ma questa riunione non riguardava certamente solo la NATO. Per la prima volta in assoluto, abbiamo avuto leader militari di 26 paesi partner della NATO e dell’Unione europea al tavolo. I paesi rappresentati erano Algeria, Armenia, Australia, Austria, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Colombia, Egitto, Georgia, Iraq, Irlanda, Israele, Giappone, Giordania, Kazakistan, Malta, Moldavia, Mongolia, Marocco, Nuova Zelanda, Qatar, Corea del Sud, Serbia, Svizzera, Tunisia e Ucraina”.

Enrico Rava doppio Top Jazz e scopre Matteo Paggi, Nuovo talento 2024

Enrico Rava doppio Top Jazz e scopre Matteo Paggi, Nuovo talento 2024Roma, 16 gen. (askanews) – È il trombonista Matteo Paggi ad aggiudicarsi il Top Jazz 2024 nella categoria Nuovo Talento, mentre Enrico Rava vince in due categorie con il suo quintetto Fearless Five, sia come Disco dell’anno che come Formazione dell’anno. Sono i risultati pubblicati oggi del Top Jazz 2024, il referendum della critica musicale di settore, organizzato ogni anno dalla storica rivista Musica Jazz.


Originario di Fiuminata (MC) e residente da anni ad Amsterdam, Matteo Paggi ha studiato in Olanda e negli Stati Uniti. Dopo diverse borse di studio e una laurea con 110 e lode, ha iniziato diverse collaborazioni in ambito classico e jazz, fino a quando Enrico Rava, dopo averlo notato ai seminari di Siena Jazz, gli propone di entrare a far parte dei Fearless Five. A febbraio 2024 pubblica il suo primo album WORDS, un progetto di composizione istantanea, che guarda oltre il concetto di disco e di genere musicale. Sono previsti altri due nuovi album, “Giraffe” e “Morgenbarn”, quest’ultimo registrato a Berlino. Invece, a maggio suonerà stabilmente a Vienna con uno spettacolo che lo vede in scena, sia come musicista, che come attore. Con questo nuova doppia vittoria al Top Jazz, Enrico Rava si conferma anche una volta un protagonista indiscusso della scena jazz contemporanea. Fearless Five è il suo nuovo progetto, un quintetto “senza paura” composto da una nuova generazione di musicisti, che mette insieme energie giovani e creative, insieme all’enorme esperienza del band leader.


The Fearless Five schiera, infatti, una serie di musicisti di grande spessore: l’energia di Matteo Paggi al trombone e la straordinaria batterista e cantante Evita Polidoro (le ultime sorprendenti scoperte di Rava, scovate ai seminari di Siena Jazz) si uniscono alla spinta propulsiva del contrabbasso di Francesco Ponticelli e all’indispensabile chitarra di Francesco Diodati, già al fianco di Rava da una decina di anni e vero e proprio baricentro di questo quintetto di jazzisti impavidi e “senza paura”. A febbraio 2024, il quintetto si è riunito negli studi di registrazione della Casa del Jazz a Roma per registrare un album, pubblicato a luglio dalla Parco della Musica Records, che ha attirato da subito l’attenzione di stampa e pubblico. Con un calendario in continuo aggiornamento, questi i prossimi concerti: il 18 gennaio a Cesena, il 7 e l’8 febbraio al Blue Note di Milano, il 22 marzo a Bergamo il 23 aprile a Torino, il 27 aprile a Riccione, il 16 maggio a Correggio.


Con questo gruppo – racconta Rava – mi sento come su un’isola ideale, dove ognuno dà e ognuno ricevere quello di cui ha bisogno. C’è grandissima libertà ma rispetto reciproco, ognuno è in ascolto dell’altro, come in una democrazia perfetta che solo il jazz può rappresentare. I musicisti hanno tutti questa grande capacità, quasi telepatica, di ascoltare e interagire agli input. Ma ci vuole anche coraggio per stare su quest’isola. Circondata a volte da un mare minaccioso, a volte meno, visti i tempi così difficili che stiamo vivendo, rimane pur sempre la mia isola ideale dove amo vivere e suonare”.

Consumo alcol e salute, IRVAS: nuove prospettive da Rapporto NASEM

Consumo alcol e salute, IRVAS: nuove prospettive da Rapporto NASEMRoma, 16 gen. (askanews) – Il dibattito negli Stati Uniti sul legame tra consumo di alcol e salute si arricchisce di nuovi elementi grazie al rapporto “Review of Evidence on Alcohol and Health” della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (NASEM), uno dei più autorevoli organi scientifici statunitensi, che presenta una revisione completa delle evidenze scientifiche sugli effetti del consumo di alcol sulla salute. Questo studio, tra i più importanti nel panorama scientifico internazionale, fornisce una revisione approfondita delle evidenze disponibili sugli effetti del consumo di alcol, distinguendo in modo chiaro tra consumo moderato e abuso. Il rapporto – si legge in un comunicato – evidenzia come un consumo moderato di alcol possa essere associato a benefici cardiovascolari e a una riduzione del rischio di mortalità generale. Tuttavia, conferma anche un aumento del rischio di tumore al seno e sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per approfondire il legame con altre patologie oncologiche.


La NASEM, istituita nel 1863 con un atto del Congresso firmato dal Presidente Abraham Lincoln, rappresenta il punto di riferimento scientifico per il governo statunitense. Le tre accademie che la compongono – National Academy of Sciences, National Academy of Engineering e National Academy of Medicine – collaborano per fornire analisi scientifiche indipendenti e guidare le politiche pubbliche su temi complessi di salute, tecnologia e ingegneria. Il rapporto è stato elaborato seguendo una metodologia scientifica rigorosa: le conclusioni sono il frutto di un processo di consenso tra esperti, sottoposto a peer review da parte di dieci scienziati indipendenti, e costituiranno la base delle future Dietary Guidelines for Americans in materia di nutrizione. L’analisi approfondisce gli effetti del consumo di alcol su diversi aspetti della salute pubblica, adottando un approccio differenziato tra consumo moderato ed eccessivo. Il rapporto completo è disponibile al seguente link: https://nap.nationalacademies.org/catalog/28582/review-of-evidence-on-alcohol-and- health.


I principali risultati del rapporto NASEM Riduzione del rischio di mortalità generale: secondo il rapporto, il consumo moderato di alcol (=14 g/die per le donne, =30 g/die per gli uomini) è associato a una riduzione del 16% del rischio di mortalità generale rispetto ai non consumatori. Nelle donne, questa riduzione raggiunge il 23%, principalmente per i benefici cardiovascolari.


Benefici cardiovascolari: il consumo moderato risulta protettivo nei confronti di malattie cardiovascolari, con una riduzione significativa di infarto miocardico e ictus ischemico. L’effetto protettivo sembra legato all’aumento del colesterolo HDL (colesterolo “buono”) e a una migliore funzione endoteliale. Rischio oncologico: il rapporto conferma un’associazione tra consumo moderato di alcol e aumento del rischio di tumore al seno, senza una soglia di sicurezza identificata. Per altri tipi di tumore, come il colon-retto, le evidenze sono meno solide e richiedono ulteriori approfondimenti. I principali rischi oncologici risultano legati a un consumo eccessivo e prolungato di alcol. Assenza di evidenze su demenza: non emergono prove scientifiche di una correlazione tra consumo moderato di alcol e rischio di demenza senile. Tuttavia, il rapporto evidenzia la necessità di ulteriori studi per chiarire eventuali relazioni con il declino cognitivo.


Distinzione tra consumo moderato e abuso: il rapporto sottolinea l’importanza di distinguere tra consumo moderato ed eccessivo. I principali rischi per la salute, inclusi i sette tipi di tumore associati all’alcol, sono strettamente legati all’abuso e non al consumo moderato. Questa revisione – prosgeue la nota – introduce una prospettiva più articolata rispetto alle posizioni più allarmistiche adottate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Surgeon General USA, evidenziando con maggiore chiarezza la distinzione tra consumo moderato e abuso di alcol. Il rapporto NASEM ribadisce, inoltre, l’importanza di condurre ulteriori studi per approfondire il legame tra consumo moderato di alcol e il rischio di specifiche patologie, al fine di colmare le attuali lacune conoscitive. Le evidenze emergenti potranno contribuire a definire raccomandazioni più dettagliate e mirate nelle future Dietary Guidelines for Americans, supportando lo sviluppo di politiche di salute pubblica fondate su dati scientifici aggiornati e rigorosi. Commentando il rapporto, il Prof. Attilio Giacosa, presidente di IRVAS (Istituto per la Ricerca su Vino, Alimentazione e Salute), ha dichiarato: “Il rapporto della National Academies of Sciences propone un’analisi scientifica più equilibrata sul consumo di alcol, distinguendo in modo chiaro tra consumo moderato e abuso. I principali rischi per la salute emergono infatti in relazione a un consumo eccessivo e prolungato. Allo stesso tempo, il rapporto evidenzia la necessità di approfondire ulteriormente i potenziali rischi associati al consumo moderato, in particolare per alcune patologie oncologiche. Questo approccio si discosta dalla posizione più cautelativa del Surgeon General USA, che estende il rischio a qualsiasi livello di consumo senza distinzione. È fondamentale, invece, differenziare tra consumo moderato e abuso per affrontare il tema in modo rigoroso e basato su evidenze scientifiche. Le politiche di salute pubblica devono riflettere questa complessità, promuovendo un’informazione chiara e completa che consenta ai cittadini di compiere scelte consapevoli e responsabili. Se da un lato la ricerca scientifica deve continuare a indagare i possibili rischi legati al consumo moderato di alcol, dall’altro è essenziale evitare di demonizzare comportamenti che, se inseriti in uno stile di vita sano ed equilibrato, possono non comportare effetti negativi. Serve equilibrio e responsabilità, tanto nella comunicazione quanto nell’elaborazione delle politiche di salute pubblica”.