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Tag: Sanremo 2023

Vetro si rompe in volo, aereo per Roma torna a Helsinki

Vetro si rompe in volo, aereo per Roma torna a HelsinkiHelsinki, 23 dic. (askanews) – Disavventura per il volo Finnair Helsinki-Roma di questa sera. A metà del tragitto il volo è stato costretto a rientrare per delle ampie crepe sul vetro della cabina di pilotaggio, forse a causa di un birdstrike alla partenza.


A bordo, tra gli altri passeggeri, molti giornalisti di rientro dalla Lapponia, dove la premier Giorgia Meloni ha partecipato fino a ieri al vertice Nord-Sud. I passeggeri del volo ripartiranno per Roma domani mattina.

Treccani presenta podcast natalizio: “TreCcose sul Natale”

Treccani presenta podcast natalizio: “TreCcose sul Natale”Milano, 23 dic. (askanews) – La Treccani presenta un podcast natalizio per approfondire il tema del presepe. Si chiama “TreCcose sul Natale” e vede una riflessione di Don Luigi Maria Epicoco, autore di successo, sulle tre figure iconiche della Natività: Maria, Giuseppe e il bambino.


Il podcast, ideato assieme a Nico Spuntoni e condotto con Ilaria Bianchi, è prodotto da Edulia dal Sapere Treccani ed è disponibile gratuitamente su tutte le principali piattaforme di streaming. Maria è la protagonista del primo episodio, intitolato Madre, dove si esplora il valore della maternità e del suo amore incondizionato, anche di fronte alle difficoltà più ardue. Nel secondo episodio, Padre, Giuseppe rappresenta l’umiltà e la solidità di un genitore che, senza prevaricare, guida con discrezione e fiducia.


Infine, Figlio, l’episodio conclusivo, ci parla della libertà e delle incomprensioni che ogni genitore e figlio attraversano, riflettendo anche sulla dimensione umana della Sacra Famiglia

Byd Atto 3, il suv elettrico spazioso e tecnologico

Byd Atto 3, il suv elettrico spazioso e tecnologicoMilano, 23 dic. (askanews) – Byd punta al ricco segmento dei C-suv con la Atto 3 da 4,4 metri. E’ la prima vettura elettrica della gamma europea del colosso cinese costruita sulla piattaforma modulare e-Platform 3.0, con motore elettrico che integra tutti i componenti, e batterie a 400 Volt “Blade” al litio-ferro-fosfato (Lfp) da 60,48 kW (più sicure ma meno performanti rispetto a quelle agli ioni di litio), con pompa di calore integrata per aumentare l’efficienza termica.


L’autonomia può arrivare a 420 km, un po’ limitata considerando la tipologia di auto, mentre il consumo medio dichiarato è di 15,6 kW (18 kW rilevati con picchi di 21 in autostrada). La trazione è anteriore, mentre le modalità di guida sono quattro: Sport, Normale, Eco e Neve. Vivaci le performance grazie a 201 CV di potenza che permettono uno 0-100 in 7,3 secondi e una velocità massima limitata a 160 km/h. Byd Atto 3 supporta ricariche fino a 88 kW che permettono di passare dal 30 all’80% in 29 minuti e può alimentare device esterni (VtoL). Il design aerodinamico e attento ai gusti europei rappresenta il linguaggio stilistico Byd Dragon Face. L’abitacolo con design a onda ha un abbinamento di colore standard: blu e bianchi con cuciture rosse. E’ spazioso con 5 posti grazie a 2,7 metri di passo. I sedili sono riscaldabili e c’è il tetto panoramico scorrevole di serie. Numerosi i vani porta oggetti, come quelli nelle portiere con corde rosse elastiche che pizzicandole suonano come quelle di una chitarra. Discreto il bagagliaio da 440 litri (1.130 con sedili abbassati). L’illuminazione è multicolore, mentre l’apertura è senza chiave. A livello di guida, l’assetto è molto morbido, quasi troppo, e anche la frenata è spugnosa e poco modulabile.


Altre caratteristiche del Byd Atto 3 sono la connettività e l’infotainment, grazie al sistema DiLink 4.0 (4G) con aggiornamenti over the air (Ota). Per la gestione c’è lo schermo ruotabile, caratteristica del brand, da 12,8 pollici (15,6 nella versione Design), compatibile con Android e Apple. Numerosi i sistemi di assistenza alla guida, con telecamera panoramica per le manovre. Due gli allestimenti: Comfort e Design, con prezzi da 38.790 euro, incentivi esclusi.

La Villa Romana di Positano si racconta in podcast e con un’app

La Villa Romana di Positano si racconta in podcast e con un’appMilano, 23 dic. (askanews) – Sono stati presentati in anteprima a Positano dal Sindaco Giuseppe Guida la serie podcast e la webapp che completano il progetto multidisciplinare ‘La Villa Romana si racconta’, con la curatela scientifica di Laura Valente, vincitore del bando del Ministero dell’Interno per borghi d’arte. Nell’occasione è stato donato ai bambini di Positano il fumetto ‘Isadora’ primo degli strumenti di comunicazione compresi nel progetto insieme al Premio internazionale ‘Comunicare l’Archeologia’. E il tutto rende la meravigliosa villa particolarmente vicina, anche per gli italiani che si trovano all’estero.


‘Alla vigilia dei nuovi scavi che nel 2025 ci sveleranno altre meraviglie, il nostro obiettivo è rafforzare sempre più l’identità di ‘città archeologica’ di Positano con la sua straordinaria Villa Romana con affreschi in IV stile e resti medievali soprastanti, già valorizzata da un mirabile restauro. Il sito è inserito nel percorso del Museo Archeologico Romano gestito dal Comune di Positano, in stretta collaborazione con la Soprintendenza ABAP di Salerno. E’ fondamentale coinvolgere in questo ambizioso progetto i ragazzi di Positano trasmettendo loro l’orgoglio per la nostra terra e la nostra identità. Sono loro i cittadini del futuro, i migliori testimonial della nostra cultura nel mondo’ ricorda il sindaco Guida. Il podcast “Positano, la Villa Romana si racconta”, online da oggi sulle piattaforme Spotify e Loquis con la prima delle sei puntate previste, è un viaggio insolito alla scoperta di questo straordinario gioiello archeologico e delle storie che custodisce. Il percorso narrativo costruito dall’autrice, la giornalista e podcaster Daniela Sari, comincia da un calendario magico: le pagine danzano, scivolano, volteggiano facendo scorrere i secoli e trascinando tutto con sé. ‘È la macchina del tempo che, tra parole e musica, condurrà chi ascolta, ogni volta, dentro una nuova avventura: potrà non solo esplorare le meraviglie che il sito custodisce, ma partecipare alla loro creazione, incontrare i protagonisti, vivere in prima persone le mille storie che la Villa ha da raccontare’ spiega Daniela Sari. Il viaggio tra le epoche, scandito dalle intriganti elaborazioni sonore di Emanuele Pusceddu, intreccia fonti antiche e studi storici, ipotesi e leggende, vecchie cronache e un tocco di poesia. Scorrono così, nell’ascolto, le sorprese degli scavi borbonici, gli splendori della società romana, l’eruzione del Vesuvio, gli studi moderni, il restauro, la Positano della danza, le suggestioni preziose del Museo MAR. Guida d’eccezione è il liberto Posides, interpretato, insieme ad altri personaggi che costellano la narrazione, dalla voce intensa dell’attore Emilio Puggioni. Il personaggio di Posides, che appare anche nel fumetto, è ispirato alla figura storica di Posides Claudi Caesaris, eunuco di origine greca, gladiatore ed esperto architetto,fu reso liberto dell’Imperatore Claudio ed è citato da varie fonti antiche (Svetonio, Plinio il Vecchio, Giovenale). La serie podcast è prodotta da Casa del Contemporaneo- Centro di Produzione Teatrale.


Attiva a febbraio 2025 sarà l’innovativa webapp immersiva per la Villa Romana di Positano. Offrirà un’esperienza unica grazie a una mappa interattiva, un tour a 360°, approfondimenti audio sui punti di interesse e curiosità che arricchiscono la visita virtuale. Un viaggio coinvolgente alla scoperta della storia e dei dettagli nascosti di questo gioiello archeologico. Direzione Creativa: Francesca Pavese con Vito Della Speranza (Sintesi Studio); UX / UI Direction: Vittorio Borgia. Produzione Tour 360°: Marco Bizzarro, Lidia Bizzarro. Lo Sviluppo Software di Giuseppe Ferrandino, le fotografi sono di: Vito Fusco. Il Sindaco di Positano ha ufficialmente annunciato che le date della terza edizione di Comunicare l’Archeologia, appuntamento dallo scorso anno ampliato anche con le nuove sezioni Arte, Architettura, Audiovisivi: la cerimonia si terrà il 6 settembre all’interno della programmazione del Premio Massine, Positano Premia la Danza, il riconoscimento più antico al mondo nel suo genere. E proprio per esaltare la doppia anima di Positano, tra danza e archeologia , è nato il personaggio di Isadora, protagonista del fumetto donato ai bambini di Positano: e sarà la ballerina che viene dal passato, ma che rappresenta il talento dei giovani di oggi, ad accompagnare i visitatori anche sulla piattaforma digitale.


Il fumetto ‘Isadora’, a cura di Laura Valente è stato realizzato dalla scuola Italiana di Comix, in italiano e in inglese. La protagonista deve il suo nome ad una della pioniere della danza contemporanea, Isadora Duncan. Autrici sono Chiara Macor e Fabiana Fiengo, due giovani talenti italiani cresciuti nella Scuola Italiana di Comix di Mario Punzo. Di Posides ciò che sappiamo è che si era distinto nella carriera militare, conquistando fama e ricchezza. Edificò numerose ville e terme nell’area del golfo di Pozzuoli e in generale nella zona costiera della Campania. La città di Positano deve forse il suo nome proprio a lui Le sontuose origini


I ricchi romani già nel I sec. a.C. avevano scelto le coste del Golfo di Napoli e della Penisola Sorrentina per edificarvi lussuose residenze, raggiungibili dal mare per dedicarsi esclusivamente all’otium. La Villa Romana di Positano è risalente alla prima età imperiale. La sua storia è ferma all’eruzione che distrusse Pompei nel 79 d.C. e conferma che anche la costa d’Amalfi fu danneggiata. A quel tempo nel ricco complesso residenziale che aveva più piani e degradava verso il mare con rampe e terrazze, era in corso un restauro per sanare i danni del terremoto del 63 d.C. e forse anche in vista di un passaggio di proprietà. Positano dista in linea d’aria solo 20 km dal cratere del Vesuvio e la colonna eruttiva salì per oltre 20 km nell’atmosfera per ricadere poi verso sud. La villa, costruita sull’antico arenile, fu quindi investita da cenere e da una pioggia di pomici dello spessore di due metri, che dai tetti spioventi del triclinio scivolarono verso i giardini. Le strutture collassarono, infine tutto fu travolto da piogge alluvionali e da una colata di fango che si trasformò poi in un materiale durissimo. Fu Karl Weber nel 1758 a descrivere per la prima volta la villa, in seguito Matteo della Corte ipotizzò che questa potesse essere la dimora di Posides Claudi Caesaris, liberto dell’imperatore Claudio, noto per essere attivo proprio nella costruzione di residenze di lusso. La villa si trova sotto l’oratorio della Chiesa di SS. Maria Assunta, la sua riscoperta è avvenuta nel 2003 durante alcuni lavori edili. Il MAR-Museo Archeologico Romano di Positano è frutto oggi della collaborazione tra istituzioni (Soprintendenza ABAP di Salerno, Comune, Curia Vescovile) e rende fruibile i risultati di due successive campagne di scavo (2004/2006 e 2015/2016). Sono stati portati alla luce, a dieci metri di profondità, un settore della sfarzosa residenza con il suo triclinium (una sala da pranzo che attraverso un peristilio porticato si apriva direttamente sulla baia), la pavimentazione musiva e le pitture parietali di IV stile pompeiano. Quella che si presenta agli occhi dei visitatori contemporanei è una autentica meraviglia, esaltata da una eccezionale opera di restauro. Sulla parte bassa affrescata, a fondo rosso, ecco un’edicola con tetto a conchiglia, delfini, pantere, un grifo e un pegaso alato. Nella zona mediana si possono ammirare pannelli di colore giallo ornati da ghirlande, scorci architettonici, scene mitologiche come quella con il centauro Chirone che impartisce lezioni di musica ad Achille. In alto, nell’affresco sulla parete nord, un tendaggio verde, mostri marini, delfini e amorini. Ad est la veduta di un palazzo su tre livelli con una porta d’ingresso in legno, un balcone e un ampio loggiato sostenuti da colonne istoriate. Scoperto in questa zona anche un armadio blindato in legno e ferro, contenente recipienti in bronzo ed oggetti legati al simposio, che oggi sono esposti nell’area museale. Nuovi scavi sono stati recentemente finanziati dal MiC.

Monza, esonerato Nesta: arriva Bocchetti

Monza, esonerato Nesta: arriva BocchettiRoma, 23 dic. (askanews) – Ora è ufficiale. Salvatore Bocchetti prende ufficialmente il posto dell’esonerato Alessandro Nesta alla guida tecnica del Monza. La società ha deciso per il cambio dopo l’ennesima sconfitta in campionato – la nona in 17 partite – e di fronte a un calendario che mette i brianzoli in condizione di giocarsela con una serie di sfide cruciali per la salvezza.


Il Monza ha annunciato il suo ingaggio con una nota ufficiale, uscita nel pomeriggio: “AC Monza comunica che Salvatore Bocchetti è il nuovo allenatore della Prima Squadra biancorossa, con un contratto fino al 30 giugno 2027”. Qualche ora prima era stato diramato il comunicato sull’esonero di Nesta: “AC Monza comunica di aver sollevato Alessandro Nesta dall’incarico di allenatore della Prima Squadra. Il Club ringrazia il tecnico per quanto fatto finora e gli augura il meglio per il futuro”. L’ultima esperienza di Bocchetti in panchina risale al 2022 con il Verona: tra ottobre e dicembre di quell’anno, il neo tecnico dei brianzoli ha ottenuto sei sconfitte in sei partite in gialloblù, prima di vedersi sostituito da Marco Zaffaroni (complice la scadenza della sua deroga per l’abilitazione Uefa Pro), che ha poi affiancato da vice fino a fine stagione.

Zes, Meloni: con questo governo il Sud è diventato la locomotiva d’Italia

Zes, Meloni: con questo governo il Sud è diventato la locomotiva d’ItaliaRoma, 23 dic. (askanews) – “Con questo governo che il Sud è diventato la locomotiva d’Italia”. Così la premier Giorgia Meloni, secondo quanto si apprende, nel corso della cabina di regia della Zona economica speciale (Zes) unica del Mezzogiorno, a Palazzo Chigi.


“Con questo Governo è tornato l’orgoglio al Sud, che non chiede assistenzialismo e sussidi, ma solo di essere messo nelle condizioni di competere ad armi pari con il resto d’Italia. Se il Sud cresce è un vantaggio per tutta la Nazione, e non lo fa a scapito delle altre regioni italiane”, ha detto ancora. “Ma la Zes unica è solo uno dei tanti tasselli della più ampia strategia che il Governo sta portando avanti per rilanciare lo sviluppo del Sud e disegnare un percorso di crescita strutturale. Il nostro obiettivo è molto semplice: dare al Sud quelle occasioni e quelle opportunità che per troppi anni nessuno ha creato. È una strategia che sta dando i suoi frutti. Nel 2023 il PIL del Mezzogiorno è cresciuto più della media nazionale, e secondo le recenti previsioni dello Svimez questa tendenza sarà confermata anche nel 2024. L’occupazione è aumentata in misura maggiore rispetto al resto d’Italia, il Mezzogiorno ha dato una spinta decisiva all’export e ci ha dato un grosso aiuto per diventare la quarta Nazione esportatrice al mondo, e si sta rafforzando il tessuto imprenditoriale, con l’aumento delle società di capitali e delle Pmi innovative”, ha aggiunto Meloni.


E ha assicurato Meloni “il 2025 sarà un anno decisivo per consolidare il percorso di sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare il nostro lavoro in quegli ambiti dove è necessaria una nostra maggiore attenzione. Penso, ad esempio, all’estensione di quel ‘modello Caivano’ che abbiamo sperimentato con successo, e che intendiamo estendere a tutte le altre Caivano del Sud e d’Italia, come previsto dal decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Mi piacerebbe, per questo, mettere a sistema tutto il nostro lavoro: è appena stato registrato il Dpcm di approvazione del Piano Strategico sulla Zes Unica e sarà ora possibile muoverci anche all’interno delle strategie delineate dal Piano”.

Casa Bianca: da Meloni “forte leadership”, Biden? “Non vede l’ora”

Casa Bianca: da Meloni “forte leadership”, Biden? “Non vede l’ora”Milano, 23 dic. (askanews) – Giorgia Meloni “ha mostrato una forte leadership” oltre ad essere “la leader del G7 in questo momento”. Lo ha detto durante l’odierno briefing Karine Jean-Pierre, portavoce della Casa Bianca, confermando che il leader della Casa Bianca, Joe Biden “non vede l’ora” di visitare ancora una volta il Vaticano e l’Italia dopo aver accettato l’invito di Francesco a compiere questo viaggio da “capo di stato”.


Biden, presidente Usa cattolico – con una moglie italoamericana che è stata nel nostro Paese da poco sottolineando “ho tenuto il meglio alla fine” – compierà un viaggio a Roma dal 9 al 12 gennaio che sarà probabilmente l’ultima visita all’estero della presidenza Biden. Mentre il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump entrerà in carica il 20 gennaio. “Questo viaggio a Roma è l’ultimo viaggio all’estero che il presidente farà (da presidente)?”, ha chiesto un reporter oggi a Jean-Pierre. “Io sono sempre molto cauta” ha replicato la Jean-Pierre sorridendo. “Potrebbe succedere di tutto. Ma quello che posso dire con certezza è che il presidente andrà sicuramente in Italia. Lo abbiamo annunciato. Avremo altro da condividere (più avanti). Non ho altro (ora) da condividere”, ha aggiunto.


All’inizio del briefing Jean-Pierre ha esordito: “Come annunciato ieri, il presidente si recherà a Roma, Italia, all’inizio di gennaio per incontrare separatamente Sua Santità Papa Francesco; il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella; e il presidente del Consiglio della Repubblica italiana Giorgia Meloni. Il presidente (Biden) avrà un’udienza con il Papa per discutere degli sforzi per promuovere la pace nel mondo. E durante i suoi incontri con i leader italiani, sottolineerà la forza della relazione tra Stati Uniti e Italia, ringrazierà il primo ministro Meloni per la sua forte leadership del G7 nell’ultimo anno e discuterà delle importanti sfide che il mondo deve affrontare. Forniremo maggiori informazioni nei prossimi giorni”. Secondo Jean-Pierre “il presidente non vede l’ora di tornare in in Italia. Come tutti sapete, lui è stato (in Italia) un paio di volte nel suo primo mandato, in questo mandato” ha detto, per poi aggiungere che Biden “si è incontrato, ovviamente, un paio di volte in questa amministrazione da solo con Sua Santità Papa Francesco, e ovviamente non vede l’ora” di rivederlo.


Jean-Pierre ha definito inoltre Biden “un orgoglioso cattolico, e quindi questa è una cosa che certamente non vedeva l’ora di fare”. Oltre ad “avere una conversazione sulla pace nel mondo. Sappiamo che è una questione che riveste interesse per Sua Santità”.

”Vinacria”: a Ortigia tutta la ricchezza del vino di Sicilia

”Vinacria”: a Ortigia tutta la ricchezza del vino di SiciliaMilano, 19 dic. (askanews) – “Avevo il sogno di fare una fiera dei vini di Sicilia, una manifestazione che non fosse una replica di qualcosa che c’era già ma che cercasse un modo per raccontare in modo viscerale questa terra. Un contenitore che racchiudesse tutta la Sicilia del vino, dell’olio e in futuro speriamo anche di altro. Un contenitore ‘attivo’, che facesse emergere quanto siano bravi i produttori ma anche le criticità, e i problemi, pensando insieme le possibili soluzioni. Un contenitore che promuovesse una comunicazione del vino più semplice per avvicinare le persone: dobbiamo svecchiare la comunicazione, e semplice non vuole dire banale, significa piuttosto senza inutili tecnicismi che finiscono con lo spaventare il pubblico”. A parlare ad askanews è Giada Capriotti, ideatrice di “Vinacria-Ortigia Wine Fest” manifestazione che ha esordito dal 14 al 16 dicembre all’Antico Mercato di Siracusa.


Trentotto anni, nata e cresciuta nella campagna della barocca Palazzolo Acreide, bella cittadina dalle radici greche sui monti Iblei, Capriotti ha fatto tutta la trafila del servizio fino a diventare wine&food manager e, dopo due lauree e un master, ha aperto la sua società di consulenza ed eventi dedicati al mondo del vino, della ristorazione e dell’hotellerie. Quest’anno, insieme con il 33enne imprenditore siracusano Silvano Serenari, ha portato nella splendida e (fin troppo) placida Siracusa la sua scommessa di valorizzare le eccellenze enologiche del territorio, “creando un ponte tra produttori, esperti del settore e appassionati”. “‘Vinacria’ è nato nella mia testa tanti anni fa ma ha preso davvero forma nel 2022” racconta Capriotti, spiegando che “a Siracusa nessuno aveva mai organizzato un evento del genere e infatti molti produttori, non solo di questa zona, mi hanno ringraziato dicendo che finalmente si sentivano parte di un territorio. A questa prima edizione hanno aderito molte istituzioni e questo significa che ritengono che si tratti di un progetto valido – aggiunge – e a tante Cantine abbiamo dovuto dire di no per motivi di spazio”. A questa prima edizione le aziende presenti erano oltre una sessantina provenienti da tutta l’isola, tra cui anche quattro che producono olio (Viveretna, Tondo, Sciabacco e Di Mino) e i marchi di spiriti Volcano Gin e Distilleria Giovi. Nonostante la partecipazione del pubblico ancora numericamente non altezza per una manifestazione di così alto livello qualitativo (ma era nelle cose per un evento al suo esordio in una realtà poco avvezza a questo tipo di manifestazioni), i produttori si sono detti soddisfatti degli incontri fatti e della presenza di esperti del settore provenienti da tutta Italia.


E i vini interessanti in degustazione sono stati davvero tanti, così tanti che non è possibile citarli tutti. E non solo dell’Etna, il cui boom commerciale deve fungere da traino e non oscurare l’enorme ricchezza del variegato panorama territoriale siciliano. Si pensi, ad esempio, solo per citare alcuni, le etichette della Cantina di Marsala (Trapani) Marco De Bartoli, che oltre al suo celebre vino perpetuo “Vecchio Samperi” e ai suoi Marsala “importanti”, ha presentato due espressioni tanto semplici quanto ottime di Catarratto, “Lucido Terre Siciliane Igt 2023”, e di Grillo, “Vignaverde 2023”. E poi c’è da segnalare il Metodo Classico Extra Brut da Catarratto del palermitano Alessandro di Camporeale nella versione 2020 e in quella “Sboccatura Tardiva 2017”. E per rimanere sulle bollicine più interessanti assaggiate, non si può non dire del “Fiore Extra Brut 2020” di Fiore Società Agricola di Butera (Caltanissetta) e il “Podere 27 Sicilia Rosato Spumante Doc”, un Nero D’Avola della Cantina siracusana Pupillo. E poi ci sono i “vini differenti” di Cantina Marilina di Noto (Siracusa), con i suoi Moscato Bianco: dall’ancestrale frizzante “Fedelie”, che con la sua spontaneità ti riporta indietro nel tempo, al pulitissimo organge “Cecile” che guarda al futuro. Poi Moscato e Grecanico dalla lunghissima vita, fino al Nero d’Avola declinato in purezza, nelle versioni Riserva e Passito, e in blend con il Merlot. Macerati di razza, vini veri. Concettualmente all’opposto, le etichette dell’azienda agricola biodinamica Guadioso di Partanna: vini leggiadri a basso tenore alcolico, figli di fermentazione spontanea con i loro lieviti e senza controllo della temperatura. Non sono filtrati ma sono di una beva così facile e immediata da essere la migliore risposta alla (supposta) moda dei low-alcol. Sorprendente anche il blend “Versante Sud Macerato”, una selezione di uve autoctone a bacca bianca prodotto con intelligenza e grande gusto dalla Cantina Serafica di Nicolosi, figlio di viticultura eroica a 900 metri di sabbiosa altitudine sul versante Sud del vulcano. E una volta saliti su “a Muntagna”, c’è il bel biologico “Vignazza Etna Rosato Doc 2022” prodotto a Linguaglossa da Generazione Alessandro, meno famoso dei due deliziosi “Munjebel Igp 2022” firmati dal pluripremiato Frank Cornelissen di Castiglione di Sicilia, qui solo con la versione rossa da uve Nerello Mascalese e con quella bianca da Grecanico Dorato e Carricante. E poi naturalmente I custodi delle vigne dell’Etna che alla tre giorni hanno portato, tra gli altri, degli elegantissimi Etna Bianco Doc “Aedes 2023” e suo fratello maggiore, il Superiore “Imbris 2020”. Tanti vini buoni, che la dicono lunga non solo sulla varietà e sulla qualità della produzione siciliana ma sull’importanza degli autoctoni e del sempre più interessante modo di interpretarli nella ricchezza di un territorio che offre sfaccettature profondamente diverse a distanza di pochissimi chilometri. Ma sottolinea anche l’intelligente selezione operata per questo format al suo esordio e il piacere di vedere tanti produttori giovani, molte delle quali donne.


“Il vino è libertà e degustare significa essere disposti a spogliarsi, mettersi in ascolto, accogliere, cambiare punto di vista, cambiare angolazione. Degustare è immaginazione e immersione, richiede un sentire profondo” dice Capriotti, con un entusiasmo e un’emozione contagiose, evidenziando che “noi comunicatori e organizzatori di eventi abbiamo il dovere di celebrare la bellezza che viene prodotta qui, abbiamo il dovere di creare una comunicazione circolare e smettere di agire in modo scomposto e autoreferenziale, dobbiamo dare vita ad una sorta di ‘catena umana’ perché questa è la nostra terra e la dobbiamo difendere tutti insieme. Per farlo – prosegue – dobbiamo partire dai ragazzi e fare educazione civica, educazione alla bellezza, educazione alla gentilezza, e combattere chi sporca, la malavita, la mafia, le lobby, il ricatto. Bisogna stare insieme”. Tracciando un bilancio, Capriotti è soddisfatta: “Direi buona la prima ma naturalmente ci sono tante cose da migliorare e dobbiamo ambire a fare sempre meglio: per il prossimo anno innanzitutto cercheremo di ampliare il parterre e le masterclass (che quest’anno sono state 13 e sono andate tutte esaurite, ndr) perché abbiamo avuto molto richieste a cui vogliamo riuscire a dare seguito”. (Alessandro Pestalozza)

Emmy Di Gioia: il Comites Istanbul ha compiuto 3 anni e siamo molto felici

Emmy Di Gioia: il Comites Istanbul ha compiuto 3 anni e siamo molto feliciRoma, 23 dic. (askanews) – (di Pierluigi Allotti) Nei giorni scorsi il Comites Istanbul ha festeggiato i suoi primi tre anni di vita. Nell’occasione askanews ha incontrato la sua presidente, Emmy Di Gioia, avvocata italo-turca, 45 anni, ammessa all’Ordine degli Avvocati di Palermo e residente a Istanbul dal 2012. I Com.It.Es – Comitati per gli italiani all’estero – sono organi rappresentativi elettivi che si possono costituire per legge nelle circoscrizioni consolari con almeno 3 mila italiani iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero).


Emmy raccontaci la tua storia, quando sei arrivata a Istanbul. ‘Io sono mezza turca, la mia mamma è turca, il mio papà era italiano. Sono cresciuta a Palermo, ma non ho mai perso il rapporto con la Turchia perché in estate venivo sempre a trovare i miei nonni materni. La prima volta che venni qua avevo quattro mesi più o meno. Venivo ogni anno e questo mi ha permesso di conoscere meglio la cultura turca e di imparare la lingua. Mi sono trasferita qui nel 2012, quando ho ricevuto una proposta dal più antico studio legale della Turchia, fondato nel 1907. Per me questa è stata una buona opportunità, ma ero venuta qui per gioco. Il mio intento non era quello di trasferirmi in Turchia, pensavo piuttosto all’Inghilterra. Avevo appena fatto lo IELTS all’Anglia Ruskin University di Cambridge. Poi per caso ho ricevuto questa proposta e mi sono detta ‘perché no’. In effetti non avevo mai vissuto appieno la città di Istanbul, e mi sono detta che poteva essere un modo per riscoprire un po’ anche le mie radici, immergendomi nella realtà locale. E alla fine poi sono rimasta. Nel 2017 ho fondato il mio studio legale e mi occupo prettamente di rapporti tra Italia e Turchia. Una bella soddisfazione, perché una delle frustrazioni maggiori che avevo quando ero in Italia era l’impossibilità di utilizzare il turco nel mio lavoro. Era ed è tuttora una lingua di nicchia. Poi è arrivata questa opportunità e l’ho colta’.


Al tuo lavoro di avvocata affianchi l’attività nel Comites, in cosa consiste. ‘Quella dei Comites è una realtà poco conosciuta in Italia e all’estero. Si ignora anche il suo profilo semi-istituzionale, disciplinato per legge, rispetto a tutte le altre associazioni di connazionali all’estero o a quelle di categoria, di professionisti e di imprenditori. Il Comites, ha come focus quello di rappresentare le esigenze dei connazionali iscritti all’Aire nei confronti della rappresentanza diplomatica di riferimento, e se ben inserito nel contesto locale può essere pure un buon motore insieme agli altri rappresentanti del sistema Italia’.


‘Il Comites Istanbul è di ultima creazione, è uno dei più giovani essendo stato costituito tre anni fa. In precedenza ce n’era stato un altro nel periodo 2004-2006, ma di nomina consolare. Noi ora siamo un Comites elettivo e rappresentiamo oltre 4 mila cittadini italiani iscritti all’Aire nella nostra circoscrizione consolare. Una comunità, quella italiana di Istanbul, in crescita. La Turchia, anche se viene considerato europeo, non lo è ufficialmente, per cui ci sono delle ondate di andata e di ritorno, dipende un po’ anche dalla situazione in cui si trova il paese. Non è una comunità molto grande, ma è una comunità di grande qualità, con grandi profili professionali, culturali, artistici imprenditoriali. Ce sono alcuni che hanno fatto la storia della Turchia e di Istanbul. È una comunità molto interessante, e il nostro Comites è stato costituito in modo da poter rappresentare la eterogeneità sociale della comunità. Noi abbiamo rappresentanti italo-levantini, comunità molto rilevante dal punto di vista storico, un rappresentante della comunità ebraica italiana, e una rappresentanza di turchi di discendenza italiana, i quali hanno il doppio passaporto ma non conoscono molto la lingua e la nostra cultura ed alcuni che si sono stanziati in loco per motivi personali o di lavoro. Cercano però di mantenere o riscoprire i loro legami di origine con l’Italia, anche partecipando ai nostri incontri e alle nostre iniziative. Stiamo anche pensando di attivare dei corsi di italiano per loro’. Qual è il bilancio di questi primi tre anni di vita del Comites Istanbul.


‘Nel nostro primo anno di vita ci siamo regolamentati e abbiamo cercato di capire cosa facevano gli altri Comites, non avendo noi esperienze pregresse. Dovevamo capire quali erano le nostre prerogative e le iniziative che ci competevano. Poi siamo stati molto fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere, qui a Istanbul, il ministro plenipotenziario Luigi Maria Vignali, direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero e le politiche migratorie. È stato un bell’incontro e abbiamo avuto con lui altri colloqui da remoto, e lui ci ha detto di aver avuto una buona impressione dell’attività che abbiamo svolto’. ‘Purtroppo non è semplice raggiungere i connazionali sul territorio perché c’è un vulnus nella norma che non ci permette di accedere alle liste degli iscritti all’Aire. Non abbiamo l’elenco, è riservato per la normativa sulla privacy, quindi stiamo cercando strenuamente di promuovere delle attività, o anche degli accordi con aziende o enti per offrire beni e servizi alla comunità, in modo tale da poterli andare a scovare, diciamo, ma non è certo semplice perché il territorio di Istanbul è molto vasto. Istanbul è una bellissima città che conta 20 milioni di abitanti, una metropoli in fermento, con una popolazione molto giovane e molto curiosa, anche di ciò che avviene in Europa. Il territorio urbano, suddiviso in una parte asiatica e una parte europea, è molto vasto al suo interno, decine e decine di chilometri. Quindi per noi è una bella scommessa, anche molto interessante, speriamo di riuscire a raggiungerli tutti. Il mandato è di cinque, oggi (sabato 14 dicembre, ndr.) festeggiamo tre anni e siamo molto felici. È stato un lavoro molto interessante, dal punto di vista umano e professionale: siamo cresciuti nel tempo, ci siamo conosciuti meglio tra noi consiglieri, ed è diventato un lavoro di gruppo dove ciascuno mette la propria professionalità a disposizione degli altri, perché noi lavoriamo pro bono’. Che attività avete svolto? ‘Abbiamo organizzato diversi eventi interessanti. Importante è stata una tavola rotonda che abbiamo organizzato lo scorso maggio, sotto l’egida dell’Ambasciata e del Consolato generale. Una tavola imprenditoriale che ci era stata richiesta espressamente per discutere tutti insieme, de visu, delle difficoltà che i nostri imprenditori incontrano in Turchia e fare il punto della situazione. Abbiamo organizzato poi un itinerario culturale qui a Istanbul, nel centro della città, su ‘Tracce e percorsi italiani. Un ambiente urbano multiculturale’, che ci ha fatto scoprire in tre giornate diverse tutti i monumenti storici, anche italiani, che sono sul territorio (le chiese, i palazzi delle associazioni). Una iniziativa gradita che ha avuto un largo seguito nella comunità. Poi abbiamo fatto un incontro su un tema femminile, abbiamo organizzato per l’8 marzo un concerto con una pianista donna italiana, alla scoperta delle compositrici donne, questo in collaborazione con l’Istituto di Cultura e il Soroptimist International, un club di donne. Poi ancora un incontro sulla sostenibilità: abbiamo invitato tre aziende multinazionali a discutere dell’argomento e delle ultime ricerche in atto. Abbiamo organizzato anche incontri conviviali itineranti sul territorio per conoscerci meglio tra connazionali. Ora per Natale vorremmo andare a incontrare gli anziani di una casa di cura qui a Istanbul e mangiare un panettone con loro. Stiamo organizzando, e poi vorremmo fare un brindisi per l’inizio dell’anno. Ma il risultato più importante, raggiunto quest’anno, sono le convenzioni stipulate con un ospedale, un laboratorio di analisi, e un rivenditore di cibo per celiaci, per offrire ai nostri connazionali qui beni e servizi a un prezzo ribassato. Prima esisteva l’Ospedale italiano, che offriva un servizio sanitario scontato per gli italiani, ma poi ha cessato le attività e siamo andati alla ricerca di un’alternativa. Le altre questioni aperte sono le seguenti: il riconoscimento delle patenti, l’indicizzazione delle pensioni e l’impossibilità per noi che siamo al di fuori dell’UE di votare per le elezioni europee’. Come vivono gli italiani di Istanbul il proprio legame con la madrepatria? C’è attenzione per quello che avviene quotidianamente in Italia? Senz’altro sì, ho notato che tra i connazionali qui c’è molta attenzione, essendoci molta imprenditoria. Noi siamo il quinto Paese per l’interscambio con la Turchia, abbiamo rapporti commerciali, c’è attualmente un ottimo rapporto del nostro presidente del Consiglio con il presidente della Repubblica turca, abbiamo un buon dialogo, per cui siamo in generale attenti anche alla politica economica, agli scambi e ai commerci. E poi Italia e Turchia distano appena due ore e mezza di volo, non sentiamo questa lontananza territoriale, siamo vicini. Quanto ai turchi, beh, l’Italia è molto amata. La scorsa estate ho visto ad esempio che molti turchi hanno scelto l’Italia come meta per le vacanze, e molti ragazzi le nostre Università per i propri studi. C’è un grande entusiasmo per tutto ciò che è italiano. La prima cosa che i turchi ti dicono è che noi e loro ci somigliano tantissimo perché siamo tutti mediterranei’.

Accusato dell’omicidio del ceo di UnitedHealth, Mangione in tribunale a New York si dichiara non colpevole

Accusato dell’omicidio del ceo di UnitedHealth, Mangione in tribunale a New York si dichiara non colpevoleNew York, 23 dic. (askanews) – Luigi Mangione, il 26enne sospetto killer del CEO di UnitedHealthcare Brian Thompson si è dichiarato non colpevole lunedì delle accuse di omicidio, presentate dallo Stato di New York.


La scorsa settimana i procuratori di Manhattan hanno presentato l’atto di accusa con 11 capi d’imputazione contro Mangione, tra cui omicidio di primo grado, atto di terrorismo, possesso criminale di un’arma, falsificazione e uso di un documento d’identità truccato, proprio nei giorni precedenti il 4 dicembre, data dell’assassinio del Ceo. La difesa ha lamentato che la polizia lo ha fatto sfilare come un criminale, mentre si recava alla Corte Suprema, dove si sta svolgendo l’udienza preliminare. I legali di Mangione hanno detto che queste sono “passerelle perfettamente coreografate, totalmente politiche”.