Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

Borse europee in profondo rosso: Milano -6% con Leonardo e le banche

Borse europee in profondo rosso: Milano -6% con Leonardo e le bancheMilano, 7 apr. (askanews) – Si è aperta un’altra giornata di passione sui mercati europei, dopo il crollo di Wall Street venerdì e il tonfo delle piazze asiatiche con l’Hang Seng di Hong Kong che in chiusura ha lasciato sul terreno il 13,22%. La guerra commerciale innescata dai dazi dell’amministrazione americana – Donald Trump ha detto che sono “una cura” per i mali dell’economia Usa – e il timore di una recessione globale soffiano venti di panico sui mercati finanziari. Nel Vecchio Continente a metà mattina il Dax di Francoforte cede il 6,41%, complice anche la produzione industriale tedesca che a febbraio è scesa dell’1,3% rispetto al mese precedente, oltre le attese. Il Ftse100 a Londra perde il 5,09% e il Cac40 il 5,74%. Le vendite colpiscono anche Amsterdam (-5,95%) e Madrid (-6%). A Milano il Ftse Mib cede il 5,96% a 32.585,66 mentre l’All Share il 5,84%.


A Piazza Affari le vendite non risparmiano nessuno dei titoli del listino principale. Tonfo degli industriali con Leonardo (-9,41% a 36,58 euro) che scivola in fondo al Ftse Mib tallonato da Iveco (-7,8%) e Interpump (-7,53%). I timori di una recessione zavorrano anche le banche con Mps che arretra del 7,33%, seguita da Popolare di Sondrio (-7,24%), Intesa Sanpaolo (-7,12%), Bpm (-6,99%) e Unicredit (-6,44%). Male anche il lusso con Brunello Cucinelli (-7,07%) e Moncler (-7,03%). Questa mattina anche lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi è balzato a 129 punti base, con un rendimento per i primi che si attesta al 3,74%.

Recupera produzione e cala prezzo uve: -25% Barolo, -44% Morellino

Recupera produzione e cala prezzo uve: -25% Barolo, -44% MorellinoRoma, 7 apr. (askanews) – Aumenta la produzione delle uve da vino, che è tornata a superare i 65 milioni di quintali, segnando un incremento del +12,7% rispetto all’anno precedente, ma con l’aumento della produzione diminuiscono rispetto al 2023 i prezzi delle uve utilizzate per i vini a Docg e a Doc, in alcuni casi anche in modo molto significati, come nel caso del Barolo (-25%), del Morellino di Scansano (-44%) e del Sagrantino Docg (-22%). E’ quanto emerge da una analisi di Bmti realizzata in occasione del Vinitaly, che mostra un quadro di ripresa per la produzione nel 2024, dopo il crollo del 2023.


Secondo le elaborazioni Bmti su base Istat, la produzione di uve da vino è tornata infatti a superare i 65 milioni di quintali, segnando un incremento del +12,7% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i volumi restano inferiori agli oltre 70 milioni di quintali raccolti nel triennio 2020-2022. La ripresa della produzione ha comportato in molte aree vitivinicole italiane un calo dei prezzi delle uve utilizzate per i vini DOC e DOCG. In Veneto, sulla piazza di Verona, i prezzi delle uve Amarone e Recioto hanno subito una flessione annua del 13% mentre le uve atte a Valpolicella sono scese dell’8%. Un ulteriore calo è stato registrato per le uve destinate al Prosecco Conegliano Valdobbiadene (-9%) dopo quello già osservato nel 2023.


In Friuli-Venezia Giulia, tra le uve bianche più comuni, stabili rispetto al 2023 quelle atte a Pinot grigio, Chardonnay e Friulano quotate sulla piazza di Udine. Prezzi invariati anche per le uve atte alla produzione di Ribolla Gialla. Allo stesso modo, in Piemonte, sulla piazza di Cuneo, le uve atte alla produzione di Barolo hanno subito una riduzione consistente del 25% mentre, dopo la stabilità raggiunta nel 2023, sono scese del 7% le uve Barbera d’Asti, quotate sulla piazza di Asti. Al contrario, le uve Moscato DOCG hanno mantenuto una sostanziale stabilità. In controtendenza, invece, in Lombardia l’andamento delle uve destinate alla produzione di Franciacorta e delle uve atte a Lugana che, sulla pizza di Brescia, hanno subito rispettivamente un rialzo del +5% e del +7% rispetto al 2023. In Emilia-Romagna, stabili sulla piazza di Reggio Emilia le uve utilizzate per la produzione di Lambrusco. In calo, invece, in Umbria le uve atte a Sagrantino DOCG (-22%) quotate presso la Borsa Merci dell’Umbria.


In Toscana, dopo la flessione del 2023, la produzione di uve da vino avrebbe registrato nel 2024 un aumento del +35%, sulla base dei dati Istat. I prezzi delle uve atte a Brunello di Montalcino, rilevati sulla piazza di Siena, sono scesi di quasi il 20% su base annua. Flessione analoga anche per le uve atte a Chianti Classico, sempre sulla piazza di Siena e per le uve atte a Bolgheri rosso, quotate sulla piazza di Livorno. In deciso calo, pari ad un -44%, le uve atte a Morellino di Scansano, sulla piazza di Grosseto. Anche in Abruzzo, il recupero produttivo ha impresso un calo ai prezzi delle uve da vino. Dopo gli aumenti del 2023, le quotazioni sono scese del 9% per le uve atte a produrre Pecorino d’Abruzzo e del 2% per quelle atte a Montepulciano d’Abruzzo.

Cia: contro dazi Usa più risorse e misure per competitività vino

Cia: contro dazi Usa più risorse e misure per competitività vinoRoma, 7 apr. (askanews) – “La batosta trumpiana sul vino Made in Italy svela le crepe di un comparto da 2 miliardi di euro di fatturato sulla piazza americana, la prima per le etichette tricolore, ma anche lungamente in balia di una politica restrittiva e discriminatoria, a livello nazionale e Ue, che il settore non può più sostenere. Mentre auspichiamo, quindi, un negoziato importante rispetto ai dazi Usa al 20% su tutti i prodotti europei, food & beverage compresi, invitiamo l’Europa e l’Italia a fare meglio, adesso, quanto meno su etichettatura allarmistica e Codice della strada”. Lo ha detto il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo ieri all’inaugurazione di Vinitaly.


“Questa guerra commerciale va chiaramente fermata – ha detto Fini – all’orizzonte lascerebbe solo perdenti, quando è importante, invece, catalizzare il momento per affrontare il fenomeno dell’Italian sounding, che vale già più di 100 miliardi, e dotarci di una più adeguata regolamentazione Ue a contrasto delle pratiche commerciali sleali”. “In Europa, adesso, il dibattito va portato al suo punto finale – ha aggiunto Fini – Il Pacchetto vino dovrà compiere uno sforzo maggiore. I produttori del settore vanno liberati dai troppi oneri burocratici e incoraggiati con più risorse e misure per la promozione, la crescita e la diversificazione. Diversamente, sarà proprio impossibile guardare ai nuovi mercati. Infine, speriamo sia davvero l’occasione per salutare il Nutriscore, basta con le etichette allarmistiche e le imposte sul consumo di vino, perché la narrativa deve cambiare puntando piuttosto sul valore di scelte più consapevoli, su più spazio a tracciabilità e qualità in etichetta, chiara e non fuorviante”.

Battista (Copagri): al lavoro su proposte per premier Meloni

Battista (Copagri): al lavoro su proposte per premier MeloniRoma, 7 apr. (askanews) – “L’internazionalizzazione è una delle chiavi di volta della tenuta e dello sviluppo di uno dei settori di eccellenza che fanno grande il Made in Italy nel mondo; questo assunto è ancora più vero proprio in questi giorni, quando sul settore si sta cominciando ad abbattere la scure dei pesanti dazi imposti dall’amministrazione statunitense”. Lo ha detto il presidente della Copagri, Tommaso Battista, spiegando che la Copagri sta lavorando su diverse proposte in merito, da presentare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’annuncio è arrivato ieri nel corso dell’inaugurazione dello spazio di Copagri alla 57esima edizione del Salone internazionale dei vini e distillati Vinitaly, alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida


“Anche di fronte a queste difficoltà, resta motivo di grande orgoglio aver portato in fiera un’ampia selezione di cantine che hanno saputo nel tempo dare prova della grande resilienza del comparto vitivinicolo, confrontandosi con numerose ataviche problematiche, in molti casi comuni agli altri settori produttivi nazionali; proprio queste aziende hanno avuto la possibilità di presentare l’eccellenza delle loro produzioni al massimo esponente della politica agricola nazionale”, ha detto Battista. La quattro giorni veronese, nella quale la Confederazione intende dare grande risalto alle eccellenze enologiche delle cantine associate provenienti da tutta la Penisola, prosegue nei prossimi giorni con le altre iniziative in programma; nella giornata di domani, lunedì 7 aprile, spazio all’eccellenza delle produzioni biologiche, grazie a un apposito wine tasting; degustazione bio che verrà riproposta anche martedì 8 aprile, quando sarà seguita da un esclusivo food tasting a cura dello chef stellato Enrico Mazzaroni; analoghi wine tasting caratterizzeranno la giornate di mercoledì 9 aprile; a completare il tutto, oltre ai walk around con i buyer internazionali, saranno diversi approfondimenti sulla situazione della viticoltura tradizionale e bio.

Agea: il sistema dei pagamenti ha bisogno di programmazione

Agea: il sistema dei pagamenti ha bisogno di programmazioneRoma, 7 apr. (askanews) – “Dobbiamo entrare nell’ottica che il sistema dei pagamenti ha bisogno di programmazione. E la programmazione deve coinvolgere più interlocutori: la task force è diventato il leit motiv dell’operato di Agea, per ogni misura e ogni intervento. Solo così raggiungiamo i risultati auspicati dai nostri agricoltori e allevatori”. Lo ha detto Fabio Vitale, il direttore generale dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, nel corso della tavola rotonda dedicata alla Promozione Vino verso i Paesi Terzi che ieri ha coinvolto le sigle nazionali e i consorzi del settore.


Durante la tavola rotonda dal titolo “Vino e promozione nei Paesi Terzi: la normativa, la filiera del territorio e il ruolo di Agea” si è aperta la riflessione sulla Promozione del Vino verso i Paesi Terzi. Luca Rigotti di Confcooperative-FedagriPesca, ha sottolineato che gli USA sono il primo mercato dell’export italiano e ha auspicato la costruzione e il rafforzamento di un confronto attivo e collaborativo con Ue, Masaf e Agea per evitare di perdere la competitività italiana e Cristina Tinelli di Confagricoltura ha aggiunto: “siamo la culla della promozione attraverso l’OCM e adesso è il momento di aggredire nuovi mercati. I dazi? Situazione difficile ma di vigile attesa, anche sulle barriere non tariffarie ma senza allarmismi”. Anche la posizione di Federdoc, espressa da Filippo Mobrici, è quella di aprire nuovi scenari in cui le istituzioni abbiano una parte fondamentale. La priorità, ha affermato, è quella di non cedere alla preoccupazione ma di focalizzare l’attenzione sulla resilienza del nostro Paese. L’atteggiamento è rivolto al monitoraggio di quello che succederà nei prossimi mesi, ma è fin d’ora indispensabile mantenere aperto il tavolo di confronto per poter attivare tutte le risorse e le competenze.


Per Carmen Caruccio di Unione Italiana Vini, la principale preoccupazione sono i dazi al momento, “gli USA sono lo specchio dell’export – ha detto – Il 35% dei progetti presentati dai nostri associati è diretto al mercato americano. ll sistema è troppo complesso, troppo difficile, soprattutto le piccole e micro aziende hanno paura di eventuali sanzioni a fronte di errori”. Per Fabio Refrigeri di Coldiretti, “abbiamo un anno di fronte e parametriamo quello che abbiamo fatto. Il colloquio non è mai mancato: oggi è il primo weekend dopo i dazi aspettiamo di vedere cosa succede. Si è prodotto un allarme di grande incertezza, introdurre deroghe è prezioso ma vediamo e analizziamo se c’è qualche altro mercato. È un tempo completamente nuovo. Tra un anno ne riparliamo dati alla mano”.


Domenico Mastrogiovanni, responsabile settore vino di Cia, spiega che è necessario semplificare: “se con il Masaf c’è un rapporto reciproco e fruttuoso, Agea ha dimostrato capacità di reazione alle difficoltà intervenute. Vi chiediamo supporto perché spesso non riusciamo a capire dove sbagliamo: serve un vocabolario condiviso che faccia capire ai piccoli come muoversi e intercettare progetti facili da realizzare” ha detto, evidenziando che se il problema sono gli USA, proporre progetti su nuovi paesi target aumenta e alimenta nuove strade.

Coldiretti: no di 8 italiani su 10 a etichette allarmistiche vino

Coldiretti: no di 8 italiani su 10 a etichette allarmistiche vinoRoma, 7 apr. (askanews) – Il 79% dei consumatori italiani, praticamente 8 su 10, dicono no alle etichette allarmistiche sul vino, giudicando inappropriato apporre scritte di questo tipo sulle bottiglie di un prodotto che nel corso degli anni è diventato il simbolo del consumo consapevole. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione degli incontri a casa Coldiretti al Vinitaly, ai quali hanno partecipato il presidente Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo, il Commissario europeo alla Salute Olivér Várhelyi e il Commissario all’Agricoltura Cristophe Hansen, durante i quali si è svolto anche un flash mob dei giovani della Coldiretti.


Per Coldiretti occorre che la Commissione Ue metta definitivamente da parte ogni ipotesi di imposizione di etichette allarmistiche contenuta nell’ambito del Documento di lavoro pubblicato dalla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare (Dg Sante) della Commissione Europea, in preparazione della revisione del Piano europeo di lotta contro il cancro. Sarebbe d’altro canto paradossale, ribadisce Coldiretti, andare a penalizzare il settore proprio nel momento in cui è stato presentato un Piano per sostenerlo. Secondo l’indagine, se la grande maggioranza dei consumatori bocciano le etichette allarmistiche sul vino, c’è anche un 81% che le rifiuta per la birra, mentre è diverso il caso dei superalcolici, dove la percentuale di contrari si dimezza fino al 34%. Il segno evidente è che “il consumo di vino è giustamente percepito come abitudine che fa parte appieno della Dieta Mediterranea, grazie alla quale gli italiani hanno conquistato record di longevità, ben lontani dall’assunzione frenata di alcol, tipica del Nord Europa”, spiega Coldiretti, che cita i numerosi studi osservazionali che “hanno ampiamente dimostrato i benefici del vino sulla salute in soggetti che ne fanno un utilizzo moderato rispetto a soggetti astemi”.


L’inserimento di scritte allarmistiche sulle bottiglie per scoraggiarne i consumi metterebbe poi a rischio il record di 8,1 miliardi fatto segnare dal vino italiano all’estero nel 2024, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente, ribadisce Coldiretti. Nell’Ue a 27 ne finisce il 40% in valore ma è chiaro che l’affermarsi a livello globale di posizioni che penalizzano il consumo, anche moderato – sottolinea Coldiretti – andrebbe ad incidere su tutto il commercio, in un momento reso peraltro difficile dall’imposizione dei dazi americani.

Centrosinistra, Conte: alleanze su programmi senza ambiguità

Centrosinistra, Conte: alleanze su programmi senza ambiguitàRoma, 7 apr. (askanews) – “Tutte le precedenti manifestazioni del M5S erano solo con gente nostra, del Movimento. Questa volta no, si sono attivate rete e associazioni, e sono venuti tanti cittadini autonomi che non rispondono a nessuno, attirati da una piattaforma incentrata sul no al riarmo”. Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, è tornato con queste parole a commentare, intervistato dal Fatto quotidiano, la manifestazione contro il riarmo che si è svolta sabato scorso a Roma. “Per noi del Movimento – ha spiegato – questa manifestazione è una tap- pa fondamentale, perché abbiamo portato in piazza tanta società civile, aprendo ad altre forze sociali e politiche. E questo è stato possibile grazie alla Costituente dell’anno scorso, in cui ci siamo dati una collocazione politica stabile e chiara nel campo progressista, da indipendenti, con una piattaforma di valori ben precisi”.


Alla domanda sulle distanze che separano il M5S da alcuni potenziali alleati di centrosinistra in materia di politica estera, l’ex premier ha affermato che una coalizione si costruisce “con chi ci sta su un programma di governo con obiettivi chiari e precisi, senza nessuna ambiguità. Partendo dal no a questo piano Von der Leyen e continuando con un salario minimo legale e un piano per la sanità pubblica”. La prossima tappa dell’iniziativa politica del M5S è la mozione parlamentare contro il riarmo europeo. E a Matteo Salvini, che ha fatto notare che al congresso della Lega è intervenuto Elon Musk, mentre al corteo dei 5 stelle c’era la tik-toker Rita De Crescenzo, Conte ha replicato: “Lui è solo un paggetto dei poteri forti: ha sempre votato con Meloni i provvedimenti bellicisti e ha firmato con lei la condanna del Paese con il patto di stabilità europeo”. Conte non crede al no della Lega al piano di riarmo: “Lo aspettiamo – ha commentato – al varco della nostra mozione contro il riarmo alla Camera”. Se è per questo, dovrete aspettare anche il Pd… “Con il corteo – ha concluso il leader del M5S – abbiamo dimostrato la forza delle nostre idee. Non lavoriamo per mettere in difficoltà strumentalmente altri partiti”.

Dazi, Ciriani: risposta da Ue ma Meloni si attiverà come Italia

Dazi, Ciriani: risposta da Ue ma Meloni si attiverà come ItaliaRoma, 7 apr. (askanews) – “La prima cosa da dire è che i dazi sono una scelta sbagliata, che danneggia l’economia non solo italiana, ma anche quella statunitense e dell’intero siste- ma occidentale. Detto ciò, pur sapendo che i dazi colpiscono in modo particolare un grande Paese esportatore come l’Italia – benché gli Usa rappresentino solo il 10% delle nostre esportazioni – direi che lo slogan giusto è: ‘keep calm’ (in inglese ‘state calmi’, ndr) e continuiamo a ragionare di politica. Evitiamo reazioni istintive. Una guerra commerciale rischia di innescare effetti inflattivi o conseguenze peggiori dei dazi stessi”. Lo ha detto il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (FdI), intervistato dalla Stampa.


Alla domanda se sia possibile un negoziato diretto dell’Italia con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Ciriani ha risposto spiegando che “una risposta formale in termini di dazi può arrivare solo dalla Commissione Ue, e noi ci confronteremo lì. Ma nulla impedisce all’Italia di muoversi politicamente per evitare una guerra commerciale. Perché non dovremmo fare politica nell’interesse del nostro Paese? Non vedo perché la presidente Meloni non debba attivarsi anche su un piano bilaterale. Il piano Ue e quello politi co nazionale non si escludono: vogliamo evitare i dazi, e per questo la politica è lo strumento privilegiato”. In ogni caso, a giudizio dell’esponente governativo, “non basta parlare di dazi e di Trump, c’è la necessità di svegliare l’Ue dal suo sonno”. Quanto all’ipotesi di una risposta, caldeggiata da Francia e Germania, che colpisca le “Big Tech Usa”, per Ciriani è “prematuro definire la nostra posizione. L’obiettivo resta tutelare l’interesse nazionale, politico ed economico. Decideremo assieme alle categorie. L’approccio sarà quello di evitare reazioni impulsive. Prima proveremo tutte le strade politiche e diplomatiche. Solo se queste non funzioneranno, valuteremo altro. Al momento, al tavolo europeo, stiamo lavorando per difendere gli interessi italiani. Quelli vengono prima”, ha concluso il ministro.

La classifica di serie A, la Juve aggancia il Bologna

La classifica di serie A, la Juve aggancia il BolognaRoma, 7 apr. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Roma-Juventus 1-1


Genoa-Udinese 1-0, Monza-Como 1-3, Parma-Inter 2-2, Milan-Fiorentina 2-2, Lecce-Venezia 1-1, Empoli-Cagliari 0-0, Torino-Verona 1-1, Atalanta-Lazio 0-1, Roma-Juventus 1-1, lunedì 7 aprile ore 20.45 Bologna-Napoli. Classifica: Inter 68, Napoli 64, Atalanta 58, Bologna 56, Juventus, Lazio 55, Roma, Fiorentina 52, Milan 48, Udinese, Torino 40, Genoa 38, Como 33, Verona 31, Cagliari 30, Parma 27, Lecce 26, Empoli 24, Venezia 21, Monza 15.


32ª Giornata Venerdì 11 aprile ore 20.45 Udinese-Milan; sabato 12 aprile ore 15 Venezia-Monza, ore 18 Inter-Cagliari, ore 20.45 Juventus-Lecce, Domenica 13 aprile ore 12.30 Atalanta-Bologna, ore 15 Fiorentina-Parma, Hellas Verona-Genoa, ore 18 Como-Torino, ore 20,45 Lazio-Roma, lunedì 14 aprile ore 20.45 Napoli-Empoli.

Genova,sondaggio Tecnè:centrosinistra con Salis la strappa al primo turno

Genova,sondaggio Tecnè:centrosinistra con Salis la strappa al primo turnoRoma, 7 apr. (askanews) – La vicepresidente del Coni Silvia Salis, candidata civica alla testa di un ritrovato campo largo Pd-Cinque Stelle-Avs-liste civiche alcune delle quali con candidati centristi espressione di Italia Viva e Azione può strappare al primo turno il governo del Comune di Genova al centrodestra, guidato dal vicesindaco uscente della giunta Bucci Pietro Piciocchi alla testa di una coalizione Fdi-Lega-Forza Italia Noi Moderati e civici di area dell’ex sindaco e oggi Governatore della Liguria Marco Bucci. Lo rileva un sondaggio Tecnè per l’emittente genovese Primo Canale che assegna a Salis al primo turno delle Comunali in programma domenica 25 e lunedì 26 maggio il 52% di consensi, contro il 46,5% ottenuto da Picciocchi e il 3,5% a vantaggio di altri candidati.


La vittoria di Salis al primo turno è una previsione inedita, conseguenza di un marcato trend in crescita a suo favore misurato dal sondaggio Tecnè rispetto a Febbraio, quando furono formalizzate le due candidature. Il primo sondaggio condotto allora dalla stessa Tecnè sempre per Primo Canale prevedeva già allora Salis in vantaggio su Picciocchi ma con necessità di ballottaggio l’8 e il 9 giugno fra loro due per l’assegnazione della vittoria finale: 49,5% della candidata del campo largo contro 46,3% del candidato del centrodestra. Associato nella corsa dopo quella rilevazione in ticket da candidata vicesindaca dalla parlamentare di Noi Moderati Ilaria Cavo, coordinatrice del movimento che fa riferimento all’ex Governatore ligure Giovanni Toti. Ad altri candidati indipendenti invece il primo sondaggio Tecnè di Febbraio assegnava il 4,2%. La rilevazione attuale, resa nota a Genova nel fine settimana, sembra allo stato dunque attestare in meno di due mesi una crescita di consenso per Salis del 2,5%, a fronte di un calo di Picciocchi dell’1,8% e di altri possibili candidati autonomi dello 0,7%.