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Autore: Redazione StudioNews

Skuola.net: 60% studenti si promuove in attenzione all’ambiente

Skuola.net: 60% studenti si promuove in attenzione all’ambienteMilano, 17 set. (askanews) – Cammina, condividi, ricicla, ripara e riusa. Queste le cinque regole d’oro, secondo le nuove generazioni, per avere uno stile di vita amico del Pianeta. Il punto di partenza è la mobilità sostenibile: il 60% si “promuove” in termini di attenzione quotidiana alla riduzione delle proprie emissioni carboniche quando si muove da un luogo all’altro. Questo aspetto risulta quello più importante da curare – secondo il 39% – per ridurre il proprio impatto ambientale, seguito dalla raccolta differenziata (24%) e dal recupero/riuso degli oggetti (23%). Non manca, poi, chi pone più attenzione a comportamenti virtuosi come usare meno risorse – acqua ed energia in primis – per il benessere personale (8%) o prodotti cosmetici meno inquinanti (7%). È questo il messaggio lanciato alla comunità dai 2.500 studenti – di età compresa tra i 15 e i 35 anni – che hanno partecipato all’indagine “I giovani e la mobilità sostenibile” condotta nelle scorse settimane da Skuola.net per ECO Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti – Roma, 17-18 settembre – l’evento che espone lo stato dell’arte della transizione ecologica nei trasporti di persone e merci in Italia.


Ma c’è di più. Perché l’impegno delle Generazioni Y e Z non si limita alle parole. Si traduce nei comportamenti di tutti i giorni. Oltre 2 su 3, infatti, sostengono di aver pressoché abbandonato i mezzi di trasporto più inquinanti: il 33% preferisce, laddove possibile, sfruttare il servizio pubblico (bus, tram, metropolitane, treni locali, ecc.), il 13% si divide tra biciclette e monopattini, il 4% sta già sperimentando altre forme di micromobilità elettrica (come, ad esempio, hoverboard, monowheel e dintorni), il 19% quando ha modo va direttamente a piedi. Solo il 31%, dunque, continua a prediligere i classici veicoli a motore (automobili, moto e motocicli), da ospite o guidatore. Anche il ricorso allo shopping online – che secondo alcuni studi può ridurre le emissioni di C02 di quasi tre volte rispetto a un acquisto nel canale fisico – rappresenta uno dei contributi alla causa, seppur inconsapevole: solo il 16% è a conoscenza di questo aspetto mentre l’8% pensa che l’e-commerce abbia addirittura impatti ambientali negativi.


Quali sono le mosse che, secondo i giovani, potrebbero agevolare la transizione? Innanzitutto un riassetto del trasporto pubblico, ovvero i mezzi che conoscono meglio in quanto più utilizzati. Per quasi la metà di loro (45%) potrebbe bastare un potenziamento della frequenza delle corse, il 26% punterebbe piuttosto sull’allargamento della rete al maggior numero possibile di aree cittadine, il 21% pensa che il contenimento dei prezzi di biglietti e abbonamenti sarebbe la soluzione ottimale, solo l’8% in via prioritaria agirebbe sulla sicurezza e sul comfort dei veicoli. Perché allo stato attuale è innegabile che l’automobile, specie in alcuni contesti (per esigenze lavorative, logistiche, famigliari, ecc.), rimane un mezzo indispensabile o quasi. Gli stessi ragazzi, proiettandosi al domani, prevedono comunque di acquistarne una: per il 61% è praticamente certo, il 23% potrebbe rinunciarvi solo se dovessero crescere e affermarsi definitivamente i servizi di car sharing o di noleggio. Appena il 16% lo esclude a priori. Un dato apparentemente in controtendenza rispetto ai numerosi studi che vedono la Generazione Z lontana dall’auto di proprietà quale status symbol, ma che risente della sfiducia dei ragazzi rispetto a quanto il Paese sta facendo per la transizione ecologica. Solo il 30% delle ragazze e dei ragazzi pensa, infatti, che in Italia si stia lavorando efficacemente verso questo obiettivo, sia dal punto di vista economico che culturale e chiedono perciò uno sforzo anche agli adulti, specialmente a quelli “che contano”, per prendere decisioni e mettere in campo azioni che accelerino il cambiamento. Alla fine, oltre 1 su 2 prevede tempi molto lunghi per il suo raggiungimento e 1 su 4 ritiene che in Italia smart cities e mobilità sostenibile siano un’utopia irrealizzabile.


Come fare, ad esempio, a imprimere una spinta decisiva verso un approccio ecologico al settore delle auto? Secondo gli intervistati, si dovrebbe agire su un doppio binario. Da un lato incrementando la presenza di colonnine di ricarica nelle nostre città: per 1 su 3 non si può prescindere da ciò. Dall’altro incentivando il passaggio tramite bonus e incentivi: li mette al primo posto il 31%. Solo in secondo piano vengono, invece, le campagne sulla conoscenza dei benefici dell’elettrico per il Pianeta e dei benefit che si possono avere grazie a questi veicoli (parcheggi gratuiti, accesso ai centri storici, ecc.): a considerarle prioritarie è, in entrambi i casi, il 18%. Il contesto urbano è, in ogni caso, il fulcro del discorso. Ma le città potrebbero essere sempre più a emissioni zero, non solo ricorrendo all’elettrico ma anche grazie alla ciclabilità. Per incentivare i cittadini a inforcare le due ruote per la mobilità quotidiana, sempre secondo i giovani, bisogna lavorare essenzialmente su due aspetti: il 47% degli intervistati ritiene che sia fondamentale aumentare le infrastrutture dedicate (piste ciclabili, bike station, ecc.), mentre il 27% crede sia fondamentale ripensare gli spazi urbani con più attenzione a ciclisti e pedoni.


Oltre a questo, le città del futuro dovrebbero poi per poter contare su una riduzione dei limiti di velocità – il 71% sarebbe ben disposto ad accettarli in cambio di una riduzione della mortalità dovuta agli incidenti stradali (prima causa di morte per i giovani italiani sotto i 30 anni) – e su una maggiore riforestazione, per assorbire le emissioni di CO2 inevitabili: per 2 intervistati su 3, anche su questo punto ancora non si sta facendo abbastanza. “I giovani sono disposti ad abbracciare il cambiamento, a muoversi con i mezzi pubblici o in maniera sostenibile. Ma sono anche consapevoli che, allo stato attuale, le nostre città non sono ancora pronte. Quindi se per oggi la maggior parte lascia parcheggiate auto e moto private, un domani l’auto di proprietà sarà un must per molti di loro, per gestire la vita da adulti”, commenta così i dati dell’indagine Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

Cinema, arriva “La Bocca dell’Anima”, opera prima di Giuseppe Carleo

Cinema, arriva “La Bocca dell’Anima”, opera prima di Giuseppe CarleoRoma, 17 set. (askanews) – Esce in sala il 26 settembre, “La Bocca dell’Anima”, esordio al lungometraggio di finzione del regista palermitano Giuseppe Carleo, presentato in anteprima mondiale al 70esimo Taormina Film Festival. Il film, distribuito in Italia da Artex Film, con tour del cast in diverse città italiane, verrà distribuito negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna dalla nordamericana Capital Motion Pictures, con il titolo internazionale The Healer.


Ispirato a una storia vera e ambientato nella Sicilia rurale del Secondo Dopoguerra, racconta l’oscuro trauma che cova nell’anima di Giovanni Velasques. Tornato nel suo paese natale, un piccolo villaggio arroccato fra le aspre montagne di una inusuale Sicilia innevata, Giovanni incontra una vecchia maara che, per liberarlo da quel dolore, lo inizia all’arte della magia. Il film, dal piglio antropologico, scava nella memoria siciliana, esaltando il linguaggio della magia popolare e raccontando per la prima volta il percorso attraverso cui un uomo diventa mago in questa cultura rurale, fino a quando la sua autorevolezza lo porterà a scontrarsi con le altre due facce del potere: la chiesa e la mafia. I testi dell’antropologa Elsa Guggino, La magia in Sicilia e Il corpo è fatto di sillabe, fanno da spunto alle indagini del regista e sceneggiatore Giuseppe Carleo e del co-sceneggiatore Carlo Cannella che con l’antropologa hanno dialogato nel percorso di costruzione del film.


Con un cast siciliano di eccellenza, il film vede come protagonista accanto all’attore italo-iraniano Maziar Firouzi (Giovanni Velasques), Marilù Pipitone nel ruolo della moglie, Serena Barone (Le Sorelle Macaluso, Baarìa) che interpreta la maga, Maurizio Bologna (Boris Giuliano, Màkari, La mafia uccide solo d’estate, Il commissario Montalbano) nel ruolo del prete antagonista del mago, e altri volti noti al teatro siciliano e volti nuovi al grande schermo, abilmente esaltati dal regista. Il film ha visto inoltre coinvolte maestranze locali ed ex allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia dove Giuseppe Carleo ha studiato recitazione prima e regia del documentario dopo, tra cui il direttore della fotografia Leone Orfeo, la scenografa Laura Inglese, il montatore Riccardo Cannella, il fonico di presa diretta Andrea Sileo, la sound designer Silvia Orengo, il fonico di mix Carlo Purpura e il produttore delegato Elio Cecchin. Il film è stato prodotto da Tancredi Vinci, Rita Vinci e Giuseppe Carleo per Favorita Film in associazione con El Deseo, con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e della Regione Siciliana – Sicilia Film Commission, realizzato nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Regione Siciliana (Patto per il Sud) FSC 2014-2020.

Un francobollo per l’Italia Paese Ospite d’onore alla Buchmesse

Un francobollo per l’Italia Paese Ospite d’onore alla BuchmesseMilano, 17 set. (askanews) – Un francobollo dedicato all’Italia Ospite d’Onore alla Fiera del Libro di Francoforte 2024: si è tenuta nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy la cerimonia di emissione, si tratta di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico”.


Il francobollo, prodotto dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e distribuito da Poste Italiane, ripropone il logo della partecipazione con il motto “Radici nel futuro” e i colori del tricolore rappresentati in un libro aperto da cui nasce un germoglio, simbolo di crescita e in grado di proiettare verso il futuro. Il foglietto ritrae Dante Alighieri e Alessandro Manzoni, due giganti della nostra letteratura nonché ‘padri’ – in epoche diverse – della lingua italiana, impegnati a sorreggere un libro in cui è incastonato il francobollo. L’immagine simboleggia idealmente il collegamento tra due mondi diversi ma non paralleli quando si parla di cultura: passato e futuro. “I francobolli storicamente viaggiano e fanno viaggiare. Per questo sono grato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e a Poste Italiane per l’emissione, la produzione e la distribuzione di questo esemplare che conserverà e proietterà nel tempo lo straordinario viaggio dell’Italia Ospite d’Onore alla Buchmesse di Francoforte. Spero che il francobollo dedicato a questa storica partecipazione possa rappresentare un ulteriore invito a scoprire e condividere la bellezza della lettura”, ha dichiarato il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle attività connesse alla partecipazione dell’Italia, quale Paese d’onore, alla Fiera del Libro di Francoforte 2024, Mauro Mazza.


Durante la cerimonia di presentazione sono intervenuti il ministro Adolfo Urso, il commissario straordinario Mauro Mazza, responsabile Marketing della Filatelia di Poste Italiane Poste Italiane Giacomo Pacchioni, il membro del Consiglio di amministrazione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato Flavia Scarpellini. Presente anche il presidente della commissione Cultura del Senato Roberto Marti. Le conclusioni sono state affidate al ministro della Cultura Alessandro Giuli. La 76esima edizione della Buchmesse di Francoforte si terrà dal 16 al 20 ottobre. Alla partecipazione dell’Italia come Ospite d’Onore stanno collaborando numerose istituzioni e partner, tra cui il ministero della Cultura, il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il ministero dell’Agricoltura, l’ambasciata d’Italia a Berlino, ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, il Centro per il libro e la lettura e l’Associazione Italiana Editori che ha curato il programma letterario e professionale.

Draghi: Europa rischia di diventare meno prospera, sicura e libera

Draghi: Europa rischia di diventare meno prospera, sicura e liberaRoma, 17 set. (askanews) – Nel quadro di dinamiche attuali “siamo tutti in apprensione per il futuro dell’Europa. La mia preoccupazione” è che in assenza di un cambio di rotta “con il tempo diventeremo inesorabilmente meno prosperi e meno sicuri, e quindi meno liberi di scegliere il nostro destino”. Lo ha affermato l’ex presidente del consiglio italiano e della Bce, Mario Draghi intervenendo a Strasburgo, alla plenaria del Parlamento europeo, per una discussione sul suo rapporto sulla competitività.


“La scorsa settimana ho presentato questo rapporto alla presidente della Commissione. Il punto di partenza è che l’Europa sta fronteggiando un mondo che sta attraversando cambiamenti drammatici, il commercio rallenta e la geopolitica si sta frammentando, mentre l’innovazione tecnologica accelera”. Un mondo in cui gli equilibri consolidati vacillano, ha spiegato, mentre emergono vulnerabilità. “Di tutte le maggiori economie l’Europa è la più esposta a questi cambiamenti. Perché siamo i più aperti – ha notato Draghi – il nostro rapporto commercio internazionale-Pil supera il 50%, rispetto al 37% della Cina e il 27% degli Stati Uniti”. Inoltre l’Ue dipende da pochi fornitori sulle materie prime critiche e dalle importazioni per molte tecnologie.


E nel frattempo “abbiamo i prezzi energetici più elevati. Le imprese devono sopportare prezzi di 2-3 volte più alti di quelli di Stati Uniti e Cina. Siamo gravemente in ritardo sulle nuove tecnologie. Sono 4 delle delle 50 maggiori imprese tecnologiche sono europee. E siamo i meno pronti a difenderci – ha aggiunto -: solo 10 Stati spendono almeno o più del 2% del Pil difesa, in linea con gli impegni con la Nato”.

Lombardia, Fontana incontra a Riyad ministro saudita a investimenti

Lombardia, Fontana incontra a Riyad ministro saudita a investimentiMilano, 17 set. (askanews) – Due giorni in Arabia Saudita per rafforzare i legami tra la Lombardia e questo Paese. E, ancora, ampliare reciprocamente tutte le opportunità, non solo in ambito imprenditoriale, ma anche in altri settori come il turismo, lo sport, la cultura e la collaborazione con le Università. Questi gli obiettivi con cui ha preso il via oggi a Riyad, la missione istituzionale della Regione Lombardia guidata dal presidente Attilio Fontana. La prima, in tempi recenti, come riferito dai diplomatici italiani presenti nella capitale, che vede la presenza di un presidente di Regione in Arabia Saudita.


Al fianco del presidente lombardo, il sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega alle Relazioni internazionali, Raffaele Cattaneo, e una delegazione composta da rappresentanti di Assolombarda, Promos, FederlegnoArredo, Arexpo, Fiera Milano, Politecnico di Milano, Università Statale e Bicocca di Milano e dell’Insubria, oltre a 12 aziende (al seguito di Assolombarda) interessate ai rapporti con questo Paese. Dopo aver salutato e ringraziato l’ambasciatore Carlo Baldocci che ha sottolineato “quanto significativa e strategicamente importante sia questa missione”, il presidente Fontana ha incontrato il ministro degli Investimenti, Khalid Al Falih.


“È uno dei momenti più importanti della nostra missione – ha evidenziato il governatore – e fa seguito alla recente visita del ministro, a inizio settembre, nella sede della Regione, a Milano. Qui il ‘modello Lombardia’, declinato sul sistema Universitario, sull’innovazione tecnologica delle imprese, sulle eccellenze sanitarie e sul design, piace ed è molto apprezzato. Siamo convinti che la nostra collaborazione possa raggiungere legami ancor più stretti, in grado di produrre effetti rilevanti per noi e per l’Arabia Saudita attraverso interscambi di progetti, di iniziative e la presenza di reciproci rappresentanti nei rispettivi territori”.

Arriva Gennaro Esposito nato netturbino l’ultimo di Felice Romano

Arriva Gennaro Esposito nato netturbino l’ultimo di Felice RomanoRoma, 17 set. (askanews) – Felice Romano, cantautore napoletano, si prepara all’uscita del suo nuovo album, dal titolo “Gennaro Esposito nato netturbino”, prevista per il 15 ottobre. L’artista continua a far musica mettendoci cuore, anima e ispirandosi agli anni Ottanta e Novanta. “Per il mio nuovo lavoro, ho utilizzato un linguaggio musicale di fine anni Ottanta-inizi Novanta – precisa Felice Romano – molto particolare. L’idea di partenza è stata creare un “alter ego” a Felice Romano, che si chiama appunto Gennaro Esposito, di professione netturbino. È differente dagli altri netturbini perché non spazza la sporcizia dalle strade della città e del mondo, ma quelle che ognuno di noi ha nell’animo, nel cuore. Con il suo strumento, la musica, con la quale cerca di fare riflettere e fare uscire fuori tutte le cose brutte che sono nell’animo di una persona. Nell’album ci sono dieci canzoni che affrontano cose brutte che sembrano piccole, ma che messe insieme fanno capire come il mondo potrebbe essere migliore se ognuno si pulisse l’anima dalle cattiverie. Ci sono anche canzoni d’amore come “Allora vasame” con un quartetto contrabbasso, piano, violoncello e fisarmonica”. I musicisti che hanno affiancato Felice Romano nella realizzazione dell’album sono grandi artisti, Ivano Petti e Davide Frezza alla batteria, Catello Tucci al violoncello, Franco Ponzo alle chitarre, Giacomo Buffa al contrabbasso e al basso. Alle tastiere e al piano Saverio Carpine che ha curato anche gli arrangiamenti. Il missaggio e mastering è stato curato da Francesco Di Tullio, gli arrangiamenti piano e fisarmonica da Antonio Ottaviano. Il video editor è Alessandro Freschi. In effetti il disco non è altro che il racconto del modo di vedere la vita da parte di Romano. “Sì, è proprio questo. In particolare il senso del lavoro si trova nel brano che chiude l’album che è appunto “Gennaro Esposito nato netturbino”, una sorta di livella rivista. In esso ci sono lo spazzino che per tanti anni ha spazzato i sentimenti dei napoletani e il nobile che si pente per i tanti anni che non gli ha rivolto la parola e lo ha visto spazzare per anni guardandolo come se fosse l’ultima delle persone e invece qui viene rivalutato. Questo è il mio messaggio: se ognuno di noi mettesse più cuore il mondo sarebbe diverso e di certo migliore”. Ma cosa pensa Romano della musica di oggi? “La musica oggi è fatta di loop e sequenze scaricate dal pc, ma non è musica questa. Viviamo un periodo oscurantista che spero finisca presto”.

Stellantis, Tavares: non c’è problema di organico, focus su cambi

Stellantis, Tavares: non c’è problema di organico, focus su cambiMilano, 17 set. (askanews) – “Non abbiamo problemi di organico a Mirafiori. Anzi vogliamo aumentare la produzione di cambi e-Dct il cuore della nostra tecnologia mild-hybrid per cui la domanda è molto forte, perché consente di abbattere le emissioni a prezzi accessibili”. Lo ha detto il Ceo di Stellantis Carlos Tavares a Mirafiori per l’inaugurazione dell’hub globale di Pro One.


A Mirafiori, ha aggiunto Tavares ci sono anche il “Circular Economy Hub che sta andando molto bene con una profittabilità molto buona, il Battery Hub e ora anche l’hub globale di Pro One, la divisione dei veicoli commerciali”.

Acea, Tavares: non corretto cambiare regole su emissioni 2025

Acea, Tavares: non corretto cambiare regole su emissioni 2025Milano, 17 set. (askanews) – “Non è corretto cambiare le regole all’inizio del gioco”. Così il Ceo di Stellantis Carlos Tavares in merito alla richiesta partita dall’Acea, l’associazione dei costruttori europei di cui Stellantis non fa più parte, di posticipare di due anni l’entrata in vigore nel 2025 dei nuovi limiti sulle emissioni medie delle flotte.


“La competizione deve svolgersi con le regole che sono state decise. E non è stato facile per noi adeguarci. E ora a pochi mesi dall’inizio della scadenza viene chiesto di modificarle per le difficoltà di alcuni a raggiungere le quote di bev necessarie a raggiungere gli obiettivi. Noi ci stiamo preparando, siamo pronti a competere e non vogliamo cambiare le regole”, ha aggiunto.

Draghi: riportare l’innovazione in Europa e tornare all’avanguardia

Draghi: riportare l’innovazione in Europa e tornare all’avanguardiaRoma, 17 set. (askanews) – “Dobbiamo riportare l’innovazione in Europa”. E il rapporto appena presentato “formula proposte tramite una riforma del sistema alla base dell’innovazione”, per riportare le nostre istituzioni educative “all’avanguardia e incentivare il commercio delle idee”. Lo ha affermato l’ex presidente del consiglio italiano e della Bce, Mario Draghi intervenendo a Strasburgo, alla plenaria del Parlamento europeo, per una discussione sul suo rapporto sulla competitività.


“Solo un terzo dei brevetti registrati in Europa vengono sfruttati commercialmente”, ha notato. “Il passo successivo è incoraggiare le start-up in Europa a crescere, rimuovendo gli ostacoli. Non si tratta qui di togliere regole, ma di assicurare il giusto equilibrio tra cautela e innovazione e assicurare che l’innovazione sia applicata in maniera coerente in Europa”, ha spiegato.


Draghi ha menzionato “una iniziativa” esemplare in questo ambito: la proposta di creare “un nuovo statuto legale Ue che darebbe alle compagnie una singola identità digitale, valida in tutta l’Unione, in modo da assicurare una legislazione ammortizzata. Serve anche una profonda revisione di come spendiamo sull’innovazione in Europa”, ha aggiunto.

Fukushima, nuovo stop per recupero materiale altamente radioattivo

Fukushima, nuovo stop per recupero materiale altamente radioattivoRoma, 17 set. (askanews) – La TEPCO, compagnia elettrica che gestisce la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, teatro nel 2011 del peggiore incidente atomico dai tempi di Cernobyl, ha annunciato oggi di aver nuovamente interrotto l’inedita operazione di recupero di materiali altamente radioattivi che ancora adesso si trovano nei reattori andati in fusione dell’impianto.


Da una settimana la Tokyo Electric Power Company ha avviato un primo tentativo di recupero dei materiali readioattivi dal reattore 2 della centrale. Dopo che aveva dovuto una prima volta rimandare, la compagnia è stata costretta anche oggi a fermare l’attività perché le telecamere installate sul braccio robotico ad altissima tecnologia che si inoltra nel reattore hanno smesso di funzionare. TEPCO sta cercando di identificare la causa del problema e di ripristinare il funzionamento delle apparecchiature, ma non ha una stima dei tempi di riattivazione.


Al momento non è ancora stato recuperato neanche un grammo di questo materiale fuso altamente radioattivo. E assolutamente impsosibile effettuare operazioni che comportino presenza umana a quei livelli di esposizione. Il braccio robotizzato, fino a ieri, si è mosso per estendersi all’interno del contenitore di sicurezza e iil dispositivo sviluppato per afferrare i detriti, collegato tramite cavi, è arrivato vicino al fondo del contenitore. E’ anche entrato in contatto con delle concrezioni che si pensa siano detriti radioattivi. Tuttavia oggi, all’inizio della verifica di funzionamento dell’attrezzatura, due delle quattro telecamere installate su di essahanno smesso di funzionare e non è stato possibile riattivarle. Quindi la TEPCO ha deciso di sospendere l’attività.


TEPCO aveva pianificato di cominciare il recupero dei detriti all’inizio di questa settimana. A partire da domani si cercherà di individuare la causa del problema e di ripristinare le apparecchiature, senza poter ancora prevedere una data di ripresa delle operazioni. “Stiamo procedendo con la verifica della causa, dando la massima priorità alla sicurezza. Consideriamo normale che le apparecchiature possano rompersi, e in quel caso è fondamentale fermarsi e procedere con cautela. Continueremo a gestire la situazione con la massima attenzione”, ha detto un rappresentante della compagnia elettrica in una conferenza stampa.


La questione dei residui di combustibile nucleare altamente radioattivo è il principale ostacolo allo smantellamento definitivo della centrale, i cui reattori 1, 2 e 3 andarono in fusione in seguito al devastante terremoto tsunami dell’11 marzo 2011 nel Giappone nordorientale. Si stima che all’interno dei serbatoi di contenimento dei tre reattori vi siano circa 880 tonnellate di detriti di combustibile nucleare fuso. Un primo tentativo di recupero era iniziato il 22 agosto scorso, ma era stato interrotto in seguito a un errore nella configurazione dei tubi per l’inserimento nel serbatoio di contenimento dell’attrezzatura retrattile necessaria al recupero del materiale pericoloso. TEPCO ha scelto il reattore No. 2 come il primo da cui iniziare l’attività, poiché la situazione all’interno è più chiara rispetto agli altri, essendo l’unico tra i tre reattori interessati alla fusione del materiale radioattivo a non aver subito anche un’esplosione di idrogeno. Secondo il piano, TEPCO spera di recuperare fino a 3 grammi di detriti utilizzando un dispositivo telescopico dotato di uno strumento di presa. Il dispositivo può estendersi fino a 22 metri e accedere ai detriti attraverso un punto di penetrazione nel contenitore primario di contenimento. Secondo il programma di smantellamento stabilito dal governo e da TEPCO, la rimozione dei detriti sarà la terza e ultima fase del processo, che si prevede durerà tra i 30 e i 40 anni. Il dispositivo tubolare è inserito attraverso un punto di penetrazione situato sul lato del contenitore del reattore, che ha un diametro interno di circa 55 cm e una lunghezza di circa 2 metri. Oltre la “valvola d’isolamento”, c’è un binario di circa 7,2 metri collegato alla base del recipiente a pressione del reattore, dove si trovano i detriti. Una volta raggiunto questo binario, un braccio situato all’estremità del tubo ruota verso il basso per spostarsi verso la base. L’estremità del tubo è dotata di una pinza metallica a due punte per afferrare i detriti. Il tubo sarà poi estratto dal contenitore del reattore seguendo lo stesso percorso, e i detriti saranno collocati in una scatola di trasporto, che verrà poi trasferita tramite un carrello in una “glove box” nucleare, progettata per la manipolazione di materiale radioattivo all’interno dell’edificio del reattore. Dopo aver misurato i livelli di radiazione e altri parametri all’interno della scatola, i detriti saranno trasferiti in un contenitore di trasporto per essere portati in un impianto di analisi nella vicina prefettura di Ibaraki.