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Autore: Redazione StudioNews

Umbria, Zigulí Test Event FEI Endurance European Championship

Umbria, Zigulí Test Event FEI Endurance European ChampionshipRoma, 12 lug. (askanews) – L’Umbria e il lago Trasimeno tornano protagonisti dell’endurance equestre internazionale: il countdown è iniziato. Manca infatti poco più di un mese all’atteso Zigulí Test Event FEI Endurance European Championship 2025, che si svolgerà dal 29 al 31 agosto 2024 a Castiglione del Lago, lo stesso suggestivo scenario designato dalla Federazione Equestre Internazionale (FEI) ad ospitare i campionati europei il prossimo anno. L’area verde dell’ex aeroporto Eleuteri, cuore pulsante dell’evento, fungerà da punto di partenza e di arrivo del tracciato di gara, che si snoderà interamente nel comune di Castiglione del Lago, tra colline, borghi medievali e scenari lacustri ricchi di fascino.


L’anteprima a Castiglione del Lago richiamerà i migliori atleti dell’endurance internazionale, pronti a confrontarsi e a testare il percorso del campionato europeo 2025, già noto e apprezzatissimo per la qualità dei fondi e la morbida altimetria che lo rendono una delle location più adatte ad ospitare gare di altissimo livello. Le competizioni si disputeranno per tre diverse categorie, sulla distanza di 160 km, che varrà come vero test event per il 2025, e anche sui percorsi di 120 e 100 km. Dopo il successo del Campionato Europeo Open 2001, quella del prossimo anno sarà la terza rassegna continentale che si svolgerà in Umbria, se si considera l’Europeo del 2009 ad Assisi, e la seconda a Castiglione del Lago, che si conferma così a pieno titolo capitale europea dell’endurance.


Una grande responsabilità per il comitato organizzatore Italia Endurance Stables & Academy, che in collaborazione con la Federazione Equestre Internazionale (FEI) e la Federazione Italiana Sport Equestri (FISE) e con il supporto istituzionale, è già al lavoro con un duplice obiettivo: garantire gli elevati standard che richiedono competizioni sportive di così alto livello e promuovere l’Umbria come punto di riferimento per il grande sport a contatto con la natura, come destinazione privilegiata di un turismo sostenibile e come opportunità di sviluppo e consolidamento di relazioni internazionali. Zigulì è il title sponsor che dà il nome al FEI Endurance European Championship 2025 e al Test Event in programma dal 29 al 31 agosto 2024 a Castiglione del Lago in provincia di Perugia.

Giappone, terremoto Marina: sanzioni per incauto trattamento segreto

Giappone, terremoto Marina: sanzioni per incauto trattamento segretoRoma, 12 lug. (askanews) – Un terremoto è in corso nelle forze armate giapponesi e, in particolare, nelle Forze di autodifesa marittima, cioè la marina. Il ministero della Difesa ha deciso di sanzionari 218 persone, tra le quali un viceminsitro e i vertici delle Forze di autodifesa, per una serie di irregolarità riguardo leggerezze nel trattamento di informazioni segrete di rilevanza per la sicurezza nazionale e la ricezione illegittima di indennità per immersioni subacquee.


“Devo prima di tutto scusarmi per aver causato preoccupazione ai cittadini”, ha detto il primo ministro Fumio Kishida, che è dovuto intervenire da Washington dove si trovava per il summit Nato. “Riconosciamo – ha continuato – che l’attuale ambiente di sicurezza è estremamente difficile e la difesa del nostro paese non può permettersi alcun errore. Il ministro della Difesa (Minoru Kihara) deve esercitare una forte leadership per riorganizzare rapidamente il ministero della Difesa e le Forze di Autodifesa, e garantire un sistema di difesa impeccabile. Deve impegnarsi al massimo per riconquistare la fiducia del popolo giapponese”. Kihara, dal canto suo, ha convocato una conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, nella quale ha dichiarato: “Le attività del Ministero della Difesa e delle Forze di Autodifesa si basano sulla fiducia del popolo giapponese. Tuttavia, questo incidente ha tradito la fiducia, cosa che non deve mai accadere. Come ministro della Difesa, porgo le mie più sentite scuse ai cittadini”. E ma aggiunto: “Per ripristinare la fiducia, è essenziale che non solo i dirigenti, ma ogni singolo membro delle Forze di Autodifesa si impegni con determinazione. Per questo motivo ho deciso di inviare un messaggio video rivolto a ciascun membro. Intendiamo implementare rigorose misure preventive per evitare che tali incidenti si ripetano, lavorando uniti come Ministero della Difesa e Forze di Autodifesa per riconquistare la fiducia del popolo”.


Riguardo alla sostituzione del capo di stato maggiore della Marina, inoltre, il ministro ha dichiarato: “Considerando i vari incidenti avvenuti all’interno della Marina, ho ritenuto necessario riorganizzare la struttura con una nuova leadership. Sento profondamente la responsabilità di aver compromesso la fiducia del pubblico e ho deciso di restituire volontariamente un mese del mio stipendio di ministro della Difesa”. Secondo il Ministero della Difesa, le violazioni e le irregolarità riguardano la gestione delle informazioni segrete di sicurezza nazionale, la ricezione di indennità per immersioni subacquee, il consumo di pasti gratuiti forniti alle unità e casi di molestie sul luogo di lavoro.


La questione apparentemente più rilevante è quella riguardo le falle nel trattamento delle informazioni riservate: 58 violazioni sono state riscontrate tra le Forze di Autodifesa di terra, mare e aria, inclusa la possibilità per personale non autorizzato di accedere a dati sui movimenti delle navi in 38 unità della Marina. Per quanto riguarda l’indennità per immersioni subacquee, 62 membri della Marina, compresi ufficiali, hanno falsamente dichiarato di aver effettuato immersioni per ricevere indennità indebite. L’importo totale delle indennità ricevute illegalmente negli ultimi cinque anni e mezzo, a partire da aprile 2017 fino a ottobre dell’anno scorso, ammonta a circa 43 milioni di yen (247mila euro). Inoltre, 22 membri della Marina, compresi ufficiali, hanno consumato pasti gratuiti riservati solo ai membri residenti nelle basi, per un totale di circa 1,6 milioni di yen, poco più di 9mila euro, in tre anni fino a marzo dello scorso anno.


Altri tre funzionari di alto livello nel dipartimento responsabile della pianificazione delle politiche di difesa sono stati coinvolti in casi di molestie sul luogo di lavoro, con comportamenti intimidatori verso i subordinati. Il Ministero della Difesa ha preso misure disciplinari, inclusa la destituzione, contro 117 persone coinvolte in queste violazioni e irregolarità. Inoltre, un viceministro e il capo di stato maggiore delle Forze di Autodifesa sono stati ammoniti, portando il totale a 218 sanzioni. Il capo di stato maggiore della Forza di autodifesa marittima, Ryo Sakai, sarà sostituito il 19 di questo mese. Le “informazioni segrete specifiche” – oggetto delle violazioni – riguardano informazioni sulla sicurezza, come la difesa e la diplomazia, che richiedono particolare protezione. Queste informazioni sono designate da ministri o alti funzionari, e per trattarle è necessario superare una valutazione di idoneità. Secondo il Ministero della Difesa, ci sono state 58 violazioni relative alle “informazioni segrete specifiche”, di cui 45 riguardano la marina, 9 l’Aeronautica, 2 l’Esercito, e una ciascuna per il Comando Integrato e l’Ufficio Informazioni. Delle 45 violazioni della Marina, 38 sono avvenute su 38 navi, comprese le navi Aegis, unità di punta delle Forze di autodifesa nipponiche. La maggior parte delle violazioni riguarda l’assegnazione di personale che non aveva superato la valutazione di idoneità, a lavorare in “centri di comando e controllo” dove vengono trattate informazioni classificate come “segreti specifici”, relative ai movimenti delle navi. Il ministero della Difesa considera che permettere a personale non idoneo di accedere a queste informazioni equivale a una fuga di notizie. Tuttavia, la Marina apparentemente non aveva questa consapevolezza e non aveva fornito l’addestramento necessario, il che fa ritenere a una colpa più che un dolo, dovuta a carenze organizzative e non a una volontà di danneggiare la sicurezza nazionale. Inoltre, su alcune navi, vi era una carenza di personale nei “centri di comando e controllo”, il che ha portato a posizionare personale non idoneo in queste posizioni.

Ex Ilva, Mimit: via libera da Commissione Ue a prestito ponte da 320 mln

Ex Ilva, Mimit: via libera da Commissione Ue a prestito ponte da 320 mlnRoma, 12 lug. (askanews) – Via libera dalla Commissione europea al prestito ponte da 320 mln per la ex Ilva. Lo annuncia il ministero delle Imprese e del Made in Italy.


Il Mimit “ha ricevuto la comfort letter dalla Commissione Europea riguardante il ‘prestito ponte’ di 320 milioni di euro per Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. La lettera esprime una valutazione positiva sui termini del prestito, che prevede un tasso di interesse annuo dell’11,6%. Questa conferma attesta la validità del piano industriale elaborato dalla gestione commissariale e la capacità dell’azienda di restituire la somma in tempi congrui e senza configurarsi come aiuto di Stato”.

Giappone: preoccupa crescente collaborazione militare Cina-Russia

Giappone: preoccupa crescente collaborazione militare Cina-RussiaRoma, 12 lug. (askanews) – Il Giappone ha rilasciato oggi il suo annuale Libro bianco della difesa, un documento importante per comprendere le dinamiche della politica internazionale e strategica in Asia. In particolare, in questa edizione, il 2024 Defense White Paper segnala “grave preoccupazione” per le attività militari congiunte di Cina e Russia, oltre a ribadire che la Corea del Nord è più che mai una minaccia per la stabilità regionale.


In questo quadro, Tokyo vede nella relazione sempre più stretta con la Nato un atout per affrontare un contesto di maggiore rissosità regionale, che vede in teatri come quello di Taiwan i suoi principali punti caldi, anche nell’ottica di una crescente rivalità tra Pechino e gli Stati uniti. “Il nostro paese sta affrontando l’ambiente di sicurezza più duro e complesso del dopoguerra. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le fondamenta delle regole che formano l’ordine internazionale sono state infrante con estrema facilità. Non si può escludere che in futuro possano verificarsi situazioni altrettanto gravi nella regione dell’Indo-Pacifico, in particolare nell’Asia orientale. Nella comunità internazionale si sta verificando un cambiamento storico dell’equilibrio di potere, con l’Indo-Pacifico al centro di questa trasformazione”, spiega il rapporto giapponese.


“La Cina sta rapidamente aumentando la sua forza militare e intensificando le attività nel Mar Cinese Orientale, compresa l’area intorno alle Isole Senkaku, e nel Pacifico. La Corea del Nord sta portando avanti lo sviluppo di armi nucleari e missili, lanciando missili balistici. Inoltre, la Russia continua l’invasione dell’Ucraina e mantiene attive le operazioni militari nella regione dell’Estremo Oriente, comprese le Isole Curili del Nord, e sono state osservate attività congiunte di aerei e navi con la Cina”, ha segnalato nella sua introduzione il ministro della Difesa Minoru Kihara. In particolare, preoccupa la collaborazione sempre più intensa tra Mosca e Pechino. “Il segretario generale Xi Jinping, al suo terzo mandato, ha rafforzato ulteriormente la cooperazione con la Russia, comprese le attività militari. Intorno al nostro paese, sono stati condotti voli congiunti di bombardieri e pattugliamenti congiunti di navi da guerra. Queste attività ripetute e congiunte sono chiaramente intese come dimostrazioni di forza contro il nostro paese e rappresentano una grave preoccupazione per la nostra sicurezza”, spiega il Libro bianco nipponico.


Questo riferimento non è una novità assoluta, ma per la prima volta appare nella prima parte del rapporto, segnalando una maggiore preoccupazione rispetto alla riconfigurazione della geopolitica asiatica. La collaborazione militare russo-cinese si concretizza anche in forniture di sistemi d’arma avanzati, secondo il Libro bianco. “Le forze aeree della Cina sono costituite principalmente dalle forze aeronautiche della marina e dell’aeronautica militare. Per quanto riguarda i caccia moderni di quarta generazione, la Cina ha importato dalla Russia i caccia Su-27, Su-30 e i più recenti Su-35, considerati di quarta generazione avanzata. Inoltre, la Cina sta sviluppando caccia moderni di produzione nazionale. Tra questi ci sono i caccia J-11B, ritenuti una copia del Su-27, e i J-16, considerati una copia del Su-30. La Cina produce in serie anche il caccia nazionale J-10”, segnala il rapporto nipponico. “I caccia imbarcati J-15, utilizzati sulle portaerei ‘Liaoning’ e ‘Shandong’, sono considerati – prosegue – una copia del caccia imbarcato russo Su-33. Inoltre, la Cina sta equipaggiando le unità operative con i caccia di quinta generazione J-20 e sta sviluppando anche i caccia J-31 (J-35). Si ritiene che il J-31 (J-35) possa diventare la base per lo sviluppo del successore del caccia imbarcato J-15”.


La Corea del Nord, dal canto suo, spesso conduce test missilistici in direzione del Giappone e rappresenta una “minaccia più grave e imminente per la sicurezza nazionale del Giappone rispetto al passato”, segnala ancora il Libro bianco. Il Giappone prevede di raddoppiare le sue spese per la difesa fino allo standard Nato del 2% del Pil entro il 2027, cioè 43mila miliardi di yen (247 miliardi di euro), anche se il valore in calo dello yen potrebbe ridurre il suo potere d’acquisto. Il budget per la difesa per gli anni fiscali 2023 e 2024 rappresenta il 42% di questa cifra. Nell’attuale anno fiscale (dal primo aprile 2024 al 31 marzo 2025), il budget per la difesa è stato di 7.730 miliardi di yen (44,4 miliardi di euro). Quest’anno, il documento nota anche che Pechino invia regolarmente navi in aree vicine alle isole contese nel Mar cinese orientale, le isole Senkaku (Diaoyu per i cinesi) ribadendo che le ambizioni militari della Cina rappresentano “la più grande sfida strategica” per il Giappone e il mondo. Sembra che la Cina continentale intenda rendere le attività militari aumentate intorno a Taiwan una nuova normalità per la regione, ha detto il documento, che ha anche elencato i crescenti rischi per la difesa associati con l’IA, la cybersicurezza e la disinformazione. “La comunità internazionale sta affrontando la sua più grande prova dalla Seconda Guerra Mondiale e la competizione tra stati, specialmente tra Stati Uniti e Cina, è destinata ad intensificarsi,” ha dichiarato il libro bianco. Il Giappone, in risposta, sta rafforzando i legami di difesa con paesi affini nella regione, inclusi Australia e Corea del Sud, e lunedì ha firmato un importante patto di difesa con le Filippine per consentire il dispiegamento di truppe nei rispettivi territori.

Wang Yi: infondate le accuse della Nato contro la Cina

Wang Yi: infondate le accuse della Nato contro la CinaRoma, 12 lug. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha respinto le “accuse infondate” della Nato secondo cui Pechino starebbe aiutando la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina.


Le dichiarazioni di Wang, fatte durante una chiamata con il suo omologo olandese, sono arrivate dopo che i leader degli stati membri della Nato, nella dichiarazione finale del summit annuale che si è riunito a Washington, hanno affermato che la Cina è una “decisiva facilitatrice” della guerra russa in Ucraina, con il suo “sostegno su larga scala” all’industria della difesa di Mosca. Parlando con il nuovo ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, Wang ha affermato che “la Cina non accetta assolutamente” le accuse e ha insistito che è “sempre stata una forza per la pace e la stabilità”. In commenti riportati dai media statali, ha detto che il diverso sistema politico e i valori della Cina “non dovrebbero essere usati come motivo per la Nato di incitare il confronto con la Cina”, e ha chiesto alla NATO di “rimanere entro i suoi limiti”.

Usa2024, Biden difende sua candidatura: devo completare il lavoro

Usa2024, Biden difende sua candidatura: devo completare il lavoroWashington DC, 12 lug. (askanews) – Nella attesissima conferenza stampa di fine vertice Nato, durata poco meno di un’ora, il presidente Usa Joe Biden ha ribadito la sua convinzione di essere il candidato più qualificato per vincere le elezioni di novembre, ma ha ammesso che altri democratici potrebbero battere l’ex presidente Donald Trump, come la sua attuale vice Kamala Harris. E replicando sul suo stato di salute, ha fatto notare che nessuno chiede a Trump un test neurologico.


Una gaffe Biden l’ha fatta, riferendosi erroneamente alla vicepresidente Kamala Harris chiamandola “vicepresidente Trump”. “Ottimo lavoro, Joe!” ha ironizzato in un post su Truth Trump stesso. A cui, dopo la conferenza, Biden ha risposto su X: “A proposito: sì, conosco la differenza. Uno è un pubblico ministero e l’altro è un criminale”, ha scritto, riferendosi al precedente ruolo di Harris come procuratore generale della California e alla recente condanna di Trump a New York. Aveva commesso un errore simile anche qualche ora prima, chiamando accidentalmente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Presidente Putin”, mentre lo presentava durante un evento Nato. Ma in quel caso si era subito corretto e ci aveva scherzato sopra con Zelensky.


“Credo di essere il più qualificato per governare. E penso di essere il più qualificato per vincere. Ma ci sono altre persone che potrebbero battere Trump”, tuttavia “è terribilmente difficile partire da zero. E sai, parliamo di, sai, soldi raccolti – non stiamo andando male. Metteremo 220 milioni di dollari in banca. Stiamo andando bene”, ha detto. Il tutto dopo che la CNN ha riferito che i donatori democratici sono profondamente preoccupati e trattengono assegni di ingente entità a fronte del polverone sollevatosi dopo il dibattito con Trump sulla salute mentale del presidente. In realtà il curriculum di Biden non è in dubbio. Il presidente ha avuto più esperienza politica di chiunque. Ma ciò che preoccupa coloro che chiedono che si faccia da parte è la sua capacità di governare per un altro mandato. Biden è stato incalzato sulla possibilità di riconsiderare la sua posizione sulla permanenza in corsa se gli fossero stati mostrati dati secondo cui la vicepresidente Harris avrebbe ottenuto risultati migliori contro Trump. “No, a meno che non tornino e dicano che non c’è modo di vincere”, ha risposto. Ma, poi ha aggiunto sussurrando enfaticamente: “Nessuno lo dice. Nessun sondaggio lo dice”.


Alla domanda se dovesse sottoporsi a un altro esame neurologico, Biden ha risposto ai giornalisti: “Ho sostenuto tre esami neurologici significativi e intensi… a febbraio, e dicono che sono in buona forma”. Ha anche difeso la sua salute neurologica, affermando che le decisioni che prende ogni giorno sono la prova che è sano: “Ogni singolo giorno mi sottopongo a test sulla mia capacità neurologica. Decisioni che prendo ogni giorno”, ha detto. Biden ha voluto pure scherzare sul numero schiacciante di commenti anonimi emersi dalla sua campagna e dalla sua amministrazione nelle ultime settimane, dicendo ai giornalisti: “Parlate con il mio staff. Tutti voi parlate con il mio staff. A volte il mio staff parla molto”. Verso la fine Biden ha alzato la voce e si è animato quando ha parlato di armi. Ha sottolineato il numero di bambini uccisi ogni anno dalle armi da fuoco e si è scagliato contro la National Rifle Association e la Corte Suprema. Parlando di minacce alla democrazia, Biden ha fatto il suo primo riferimento della serata al Progetto 2025, una proposta politica conservatrice in espansione mirata al potenziale secondo mandato di Trump.


La risposta più complessa è stata quella sul coinvolgimento della Cina nella guerra tra Russia e Ucraina: Biden ha affermato di pensare che il presidente cinese Xi Jinping creda che la Cina possa sfruttare la propria posizione economica presso i paesi stranieri, ma Xi deve capire che “c’è un prezzo da pagare”. Inoltre Biden ha affermato di non avere “alcuna buona ragione per parlare con Putin in questo momento”. “Non sono pronto a parlare con Putin a meno che lui non sia pronto a cambiare il suo comportamento”, ha affermato. Per poi correggere lievemente il tiro: “Penso di essere pronto a parlare con qualsiasi leader voglia parlare, anche se Putin mi chiamasse e volesse parlare”, ha detto. “Il punto è che sono pronto a parlare con chiunque, ma non vedo alcuna inclinazione”. Su Harris è tornato più volte, l’ha descritta come una “persona di prim’ordine”: “Innanzitutto, il modo in cui ha gestito la questione della libertà del corpo delle donne, di avere il controllo sui loro corpi. In secondo luogo, la sua capacità di gestire quasi ogni questione sul tavolo, era una procuratrice eccezionale, una persona di prima categoria, e al Senato è stata davvero brava”, ha detto. “Non l’avrei scelta se non avessi pensato che fosse qualificata per essere presidente. Fin dall’inizio, non ho fatto mistero di questo. È qualificata per essere presidente. Ecco perché l’ho scelta”. Tuttavia non intende ancora cederle il passo. Anzi, il presidente Usa lo ha dichiarato più e più volte durante il colloquio con i giornalisti: “Sono qui per finire il lavoro”.

Meloni “argina” Salvini su Ucraina e promuove Biden: ‘L’ho visto bene’

Meloni “argina” Salvini su Ucraina e promuove Biden: ‘L’ho visto bene’Washington, 12 lug. (askanews) – Dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, Giorgia Meloni rassicura sulla “solidità” della sua maggioranza a sostegno dell’Ucraina, ma nel giorno dell’attesa conferenza stampa di Joe Biden non può esimersi dal parlare delle condizioni del presidente Usa, con cui si è confrontata in questi giorni al Vertice Nato di Washington.


“L’ho visto bene”, risponde a chi le chiede se l’ha trovato “lucido”: “Ho parlato con lui. Che impressione mi ha fatto? Mi ha fatto l’impressione che fa il presidente degli Usa: sta lavorando, ha organizzato un ottimo vertice”. Quando poi le viene chiesto se voterebbe per lui o per Trump, garantisce di non voler entrare nella campagna elettorale, lei che si definisce “vittima di ingerenze straniere”, ma ricorda che “le mie idee politiche le conoscete bene” e che il Partito repubblicano è iscritto, da ‘esterno’, ai Conservatori di Ecr. Ma quel che conta, assicura, è che “chiunque dovesse essere presidente degli Usa continueremo a lavorare bene”. Nel giorno in cui al vertice si è parlato di Ucraina (e in cui ha incontrato Volodymyr Zelensky), la premier non può poi evitare di parlare dell’insistente ‘controcanto’ di Salvini, contrario all’invio di nuove armi a Kiev. Meloni assicura che la maggioranza è “compatta” e mostra “solidità” su un tema “scritto nel nostro programma”. E però poco prima aveva fatto notare che “a chi dice che se si continua ad inviare armi all’Ucraina si alimenta la guerra, dico che dipende anche da cosa si invia. Perché se non avessimo mandato i sistemi di difesa anti-aerea, che io sono fiera di aver mandato, non è che i missili verso l’Ucraina non sarebbero partiti. Semplicemente avrebbero colpito più gente”. Un discorso generale ma che sembrava rivolto (anche) al suo vice.


Altro tema che crea qualche imbarazzo è l’attivismo di Viktor Orban, con le visite a Mosca e Pechino e quella, programmata, a Donald Trump. Meloni ammette che il premier ungherese e presidente di turno Ue ha agito senza un “mandato” europeo, ma sposa una linea ‘morbida’ nei suoi confronti: “Se fossero iniziative che potessero portare uno spiraglio di pace e di diplomazia non ci vedrei niente di male, direi ‘ben venga’, ma quando si dà questo segnale e il giorno dopo si ottiene che un ospedale viene bombardato, questo dimostra che non c’è nessuna volontà di dialogo da parte di Putin”. Una posizione ben diversa da chi, in Ue, pensa a un ‘boicottaggio’ della presidenza ungherese. Quanto alla visita al tycoon candidato alle presidenziali Usa, per lei non c’è “nessuna strategia e nessuna particolare implicazione” ma semplicemente “i leader politici hanno diritto di incontrare altri leader politici”. Nel punto stampa finale, allestito nella hall dell’albergo in cui alloggiava a Washington (una scelta che ha creato qualche frizione con lo staff dell’hotel) Meloni viene interpellata anche sulla partita per le cariche europee, con il voto previsto per il 18 luglio su Ursula von der Leyen. La presidente designata della Commissione incontrerà la prossima settimana Ecr, e “valuteremo” se votarla “a valle di quel che dirà”, spiega parlando da leader politica, mentre da presidente del Consiglio, garantisce, “il mio obiettivo è portare a casa il massimo risultato possibile per l’Italia”, a cui deve essere “riconosciuto il ruolo che le spetta in ragione del suo peso”. La premier non esclude poi, in futuro, “forme di collaborazione” con i Patrioti di Marine Le Pen e Orban.


Per quanto riguarda il summit Nato, si dice “soddisfatta” per i risultati, a partire dal sostegno “per tutto il tempo necessario” all’Ucraina (ma l’Alleanza “non è in guerra con la Russia”, precisa). Per l’Italia il risultato più importante è però il riconoscimento della rilevanza del fianco Sud. “Non possiamo essere da soli” – ribadisce – e da oggi c’è “una nuova fase di attenzione al fianco Sud” con “un pacchetto di misure” e con l’indicazione di un inviato speciale, “ruolo per cui l’Italia intende presentare la sua candidatura”. Affrontato, nel vertice, anche il tema del contributo all’alleanza: l’Italia è all’1,6% del Pil nelle spese in difesa, conferma “l’impegno per arrivare al 2%, compatibilmente con le nostre possibilità” ma chiede anche di considerare il contributo di uomini nelle missioni di pace. E la presidente del Consiglio sollecita anche l’Europa a varare “soluzioni innovative” per finanziare gli investimenti.

Lapsus Biden, chiama Zelensky “presidente Putin” ma corregge subito

Lapsus Biden, chiama Zelensky “presidente Putin” ma corregge subitoRoma, 12 lug. (askanews) – Lapsus del presidente statunitense Joe Biden, ancor prima che iniziasse una attesissima conferenza stampa, dopo il vertice Nato oggi a Washington, in una diretta al termine dei lavori ha concluso il suo intervento presentando il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiamandolo “presidente Putin”. Biden si è rapidamente corretto e ha pure scherzato sul lapsus, ma “l’inciampo” – come lo definisce una testata Usa (Cnbc) – è subito rimbalzato sui principali media statunitensi e internazionali.


Biden ha immediatamente corretto la sua presentazione: “Sconfiggerà il presidente Putin: il presidente Zelensky. Sono così concentrato nel battere Putin – si è giustificato – che dobbiamo preoccuparcene”. “Io sono meglio”, ha scherzato Zelensky. “Sei decisamente molto meglio”, ha aggiunto Biden.


Poco prima il presidente Usa aveva reso omaggio al popolo ucraino: “è incredibile. Attraverso tutto il vostro Paese, il vostro incredibile coraggio, la determinazione, i sacrifici che hanno fatto, e mi congratulo con tutte le nazioni che si sono fatte avanti quando contava stare con l’Ucraina. Ho già detto in precedenza che la Russia non prevarrà in questa guerra. L’Ucraina prevarrà in questa guerra”, ha aggiunto. E a diferderlo, poco dopo, è stato il presidente francese Emmanuel Macron: “mi astengo dal fare qualunque commento di politica interna americana, ma ci capita a tutti di fare dei lapsus. E’ capitato a me e mi capiterà sicuramente anche un domani e chiederò la stessa indulgenza che bisogna avere tre persone in buona fede”, ha detto a chi lo interpellava sul caso.


E in generale sulle condizioni del presidente Usa “ho potuto discutere con Biden a lungo ieri e ascoltarlo a margine: un presidente in carica, preciso sui dossier, che conosce bene, un uomo sperimentato e al tavolo uno di quelli che ha maggiore conoscenza di questi temi”. E “il suo attaccamento” agli alleati e all’Europa “è esemplare”, ha aggiunto Macron.

Biden chiama Zelensky “Putin” ma si corregge subito e ci scherza su

Biden chiama Zelensky “Putin” ma si corregge subito e ci scherza suWashington DC, 11 lug. (askanews) – Il presidente Usa Joe Biden ha accidentalmente chiamato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “Putin” durante un discorso sul sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina al summit Nato. “Sono così concentrato su Putin… Dobbiamo preoccuparcene. Comunque”, ha detto Biden, giustificandosi per la gaffe, sottolineata lievemente anche da Cnn – che ha messo in luce come Biden si sia corretto subito – arriva a meno di un’ora da una conferenza stampa che i democratici ritengono fondamentale per la sua possibilità di rimanere candidato.

Usa2024, NYT: alcuni consiglieri Biden vogliono spingerlo a rinuncia

Usa2024, NYT: alcuni consiglieri Biden vogliono spingerlo a rinunciaRoma, 11 lug. (askanews) – Un “piccolo gruppo” di consiglieri e collaboratori vicini al presidente Joe Biden hanno iniziato a discutere di come convincerlo a farsi da parte, convinti che non sia in grado di vincere le elezioni presidenziali contro Donald Trump. Lo riporta il New York Times citando “tre persone a conoscenza della questione”, su cui viene mantenuto l’anonimato.


I consiglieri farebbero parte dell’attuale amministrazione e dell’organizzazione per la campagna elettrorale per confermarlo alla casa Bianca. Lo stesso quotidiano tuttavia aggiunge che le persone della cerchia più vicina al presidente, un gruppo che include i suoi collaboratori di lungo termine e i componenti della sua famiglia, restano convinti che andrà fino in fondo alle elezioni. Peraltro in questa cerchia l’ipotesi di farsi da parte non viene nemmeno discussa, aggiunge il Nyt. Il gruppo di coloro che si sarebbero invece orientati a spingerlo a mollare starebbe valutando la possibilità di convincerlo con una serie di argomentazioni, tra cui quella che la sua vice, Kamala Harris, potrebbe battere Trump e che se lui si facesse da parte il processo di selezione di un altro candidato “non getterebbe i democratici nel caos”.


Il tutto mentre da giorni, dopo l’imbarazzante confronto televisivo con il suo rivale, all’improvviso si sono moltiplicati gli allarmismi in campo democratico, le pressioni e le prese di posizioni da parte di diversi esponenti, supporter e finanziatori del campo Dem affinché Biden si faccia da parte.