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Autore: Redazione StudioNews

Autentica cucina campana all’Osteria “La Segreta” in via Margutta

Autentica cucina campana all’Osteria “La Segreta” in via MarguttaRoma, 20 giu. (askanews) – Osteria “La Segreta” nasce nella Capitale nella storica Via Margutta, teatro della vita artistica, culturale e sociale romana, per opera dell’Architetto Antonio Girardi. Lo spazio è quello dell’ex Osteria Margutta in cui però ora prendono vita riferimenti alla tradizione campana e alla Costiera con una proposta verace, della buona cucina casalinga campana dove la qualità delle materie prime è garantita all’interno di un contesto ricercato e di design.


Osteria La Segreta vive appieno lo spirito di Via Margutta che, conosciuta in Italia e nel mondo per via dei suoi artisti che l’hanno animata negli anni, mantiene sempre nel tempo quell’aura di mistero che la inserisce di diritto tra le vie di nicchia del centro romano, seppur avvolta dal tumulto di turisti e non. L’insegna vuole quindi essere un’oasi di pace e relax dove avventurarsi in un viaggio culinario degli autentici sapori campani. L’ingresso è suggestivo, con il suo imponente portone blu che lascia intravedere poco e niente, preservando così il suo micro mondo. Al suo interno lo stile e il design rispecchiano l’estro creativo del titolare capace di coniugare al meglio ospitalità di lusso e atmosfera accogliente. “La Segreta” richiama però anche Villa La Segreta, futuro albergo baratto di Amalfi in procinto di nascere a fine 2024 sempre da un’idea di Antonio Girardi. A strapiombo sul mare, sarà una struttura eccelsa dell’ospitalità in cui suggestione e ricercatezza consentiranno agli ospiti internazionali di soggiornare in una location elegante ma con una calda atmosfera di casa, in cambio però della propria arte e professione”.


La cucina. La filosofia culinaria, come già detto, si ispira alla tradizione campana. Il menù propone l’assaggio di diversi antipasti seguendo il principio di “spicciolata napoletana” ovvero la tradizionale condivisione a centro tavola di vari piatti, tra cui anche i freschissimi crudi di mare, per iniziare il pasto in nome della convivialità. Le ricette sono semplici, figlie della tradizione casalinga partenopea ma realizzate tutte con ingredienti di prima scelta. Nel menu spiccano piatti come le zucchine alla scapece o i peperoni ripassati con olive ed acciughe, gli immancabili fritti di mare, la parmigiana di melanzane, la mozzarella di bufala ed il prosciutto crudo tagliato a velo. Il tutto accompagnato dall’eccezionale “pane cafone”, che arriva direttamente da Napoli. A seguire ci sono i piatti della cucina campana, marinara ma anche di terra: spaghetti alle vongole, paccheri ai pomodori vesuviani o le tradizionali polpette napoletane. Un menu senza alcun dubbio identitario che racconta con veridicità i sapori autentici del passato, portando in tavola il meglio degli ingredienti: pasta di 28 Pastai del Pastificio di Gragnano; acciughe e tonno sott’olio dell’Azienda Cetarii di Cetara; mozzarella di bufa biologica di Paestum fino ai dolci, rigorosamente della Costiera.


È d’obbligo poi un buon abbinamento al menu con cocktail e soprattutto vini ricercati e di qualità, con un occhio al territorio come quelli di Abbazia di Crapolla (prodotti da una società agricola di Vico Equense, posta a 300 metri sul mare). Il design. Naturalmente a farla da padrone è il design firmato dallo Studio Antonio Girardi Architect che ne ha curato la ristrutturazione. Si scorgono realizzazioni artigianali in stile coloniale, arricchite da elementi eclettici e oggetti ricercati. Le pareti del locale, ricoperte in rafia, espongono opere d’arte che omaggiano la storia artistica e commerciale di Via Margutta, trasformando così Osteria La Segreta in una piccola galleria d’arte con cucina.


Il progetto, dello studio AG Architect, propone dunque un’atmosfera elegante e di grande ispirazione per gli amanti dell’arte e del design di interni. Ma non solo. Osteria La Segreta ambisce infatti a divenire un vero e proprio spazio espositivo in cui le diverse opere d’arte vengono esposte ciclicamente, a seconda delle collaborazioni con le gallerie della via e non solo. L’insegna, con le sue cornici, il marmo e le colonne della zona bar, è già oggi portavoce della grande abilità del Corniciaio di Via Margutta, dello storico Marmoraro e dello scultore Patrick Alò, con il suo studio adiacente all’Osteria La Segreta. Un modo per dare ancora più lustro agli artigiani di Via Margutta e contribuire così al prosieguo della sua storia senza tempo.

Auto, Acea: a maggio vendite Ue -3% a 912mila unità, elettriche -12%

Auto, Acea: a maggio vendite Ue -3% a 912mila unità, elettriche -12%Milano, 19 giu. (askanews) – A maggio, le immatricolazioni in Ue sono diminuite del 3% a 912mila unità, con cali in tre dei quattro principali mercati: Italia (-6,6%), Germania (-4,3%) e Francia (-2,9%), mentre la Spagna ha registrato una crescita del 3,4%. Lo rende noto l’Acea, l’Associazione dei costruttori europei.


Nonostante la flessione di maggio, le immatricolazioni nei primi cinque mesi del 2024 sono aumentate del 4,6% a 4,6 milioni di unità con performance simili nei mercati principali: Spagna (+6,8%), Germania (+5,2%), Francia (+4,9%) e Italia (+3,4%). Nell’Europa allargata (Efta+UK) le immatricolazioni a maggio sono diminuite del -2,6% a 1,1 milioni di unità, mentre nei 5 mesi il dato resta positivo: +4,6% a 5,57 milioni di unità. Fra le alimentazioni in calo le elettriche (bev): a maggio la flessione è stata del -12% a 114mila unità, pari a una quota del 12,5%, rispetto al 13,8% dello scorso anno. Belgio, terzo mercato Ue per i Bev, e la Francia sono stati gli unici paesi a registrare una crescita, rispettivamente +44,8% e +5,4%. In deciso calo Germania (-30,6%) e Paesi Bassi (-11,7%). Stabili le immatricolazioni nei 5 mesi a 556.276 unità (+2%). In forte calo anche le plug-in -14,7% a maggio con una quota del 6,5% e flessioni significativi in Belgio (-37%) e Francia (-20%), che hanno puntato sull’elettrico.


In crescita invece le auto ibride +16,2% a maggio a 272.568 unità, con una quota di mercato che passa dal 25% al 30%. Fra i mercati in evidenza Francia (+38,3%), Spagna (+25,4%) e Italia (+7,4%). In calo il benzina -5,6% a 323.551 unità, con una quota che passa dal 36,5% al 35,5%, e i diesel -11,4% a 118.733 unità, pari a una quota del 13%. Fra i mercati male Italia (-30,5%), Francia (-24,8%) e Spagna (-15,4%), in leggero aumento la Germania (+3,2%). Fra i gruppi auto in crescita Volkswagen: +1,6% a maggio a 248mila unità, pari a una quota del 27,3%, e +3,7% a 1,1 mln nei 5 mesi con una quota del 25,9%. In calo Stellantis -6,9% a maggio a 158mila auto, con una quota del 17,4%, mentre nei 5 mesi le vendite sono stabili a 835mila unità con una quota del 18,2%. Fra i brand a maggio in crescita solo Jeep (+1,2%) e Citroen (+9%), stabile Opel. In calo gli marchi con Ds (-41%) e Maserati (-27%) a guidare i ribassi seguiti da Fiat (-11,3%) e Peugeot (-13,1%). Renault si conferma al terzo posto a maggio con una quota del 10,8%, ma con vendite in calo del -5,4% a 98.200 unità, seguita da Toyota (+13% a 69.743 unità), Hyundai (-6,3% a 73.400 unità) e Bmw (-17,7% a 58.247 unità) penalizzata dal forte calo di Mini (-45,8% a 6.400 unità).

Giappone, approvata nuova legge sul finanziamento dei partiti

Giappone, approvata nuova legge sul finanziamento dei partitiRoma, 20 giu. (askanews) – La Dieta (parlamento) giapponese ha approvato una legge rivista proposta dal Partito Liberaldemocratico al governo per riformare le regole di finanziamento politico, nonostante le critiche dei partiti di opposizione che hanno sostenuto che la legge non risolve adeguatamente il problema del finanziamento improprio dei partiti.


La formazione politica che esprime il primo ministro Fumio Kishida è nel mirino a causa di uno scandalo legato ai fondi neri che ha significativamente indebolito la fiducia nella politica. La Dieta ha approvato la nuova norma sul controllo dei fondi politici pochi giorni prima della fine della sessione parlamentare prevista per domenica. Tuttavia, la mossa rischia di indebolire ulteriormente la posizione fragile di Kishida all’interno del partito.


Il Partito per il rinnovamento del Giappone, il secondo partito di opposizione più grande, inizialmente ha sostenuto il disegno di legge, ma ha cambiato posizione e ha votato contro nella Camera dei Consiglieri, sostenendo che il partito di Kishida non ha pienamente rispettato gli accordi raggiunti dai leader dei due partiti, incluse regole più severe per i fondi destinati all’attività politica. Il principale partito di opposizione, il Partito democratico costituzionale del Giappone, sta organizzando la presentazione di una mozione di sfiducia contro il governo Kishida giovedì avendo come base proprio la vicenda dei fondi neri. In un programma radiofonico di mercoledì, Kenta Izumi, leader della formazione di opposizione, ha criticato Kishida, affermando che non si sta “assumendo alcuna responsabilità per lo scandalo”.


Kishida, dal canto suo, si è detto contrario a regole troppo rigide per il finanziamento dei partiti: “Poiché la politica costa denaro, non dovremmo assumere l’opinione irrealistica di vietare tutte le attività di raccolta fondi”. Il primo ministro è schiacciato tra due diverse posizioni. Da un lato l’opposizione che vuole che si stringano i cordoni, dall’altro settori importanti del suo partito che invece è contrario a chiudere troppi canali di finanziamento.


Sia l’ex primo ministro Taro Aso sia il segretario del partito Toshimitsu Motegi hanno preso posizioni critiche nei confronti di un approccio troppo stringente. Il Partito liberaldemocratico è al potere quasi ininterrottamente dal 1955.

Usa, Louisiana ordina esposizione Dieci Comandamenti nelle scuole

Usa, Louisiana ordina esposizione Dieci Comandamenti nelle scuoleRoma, 19 giu. (askanews) – La Louisiana è diventata oggi il primo stato degli Stati uniti a ordinare che ogni aula scolastica pubblica, fino al livello universitario, debba esporre un poster dei Dieci Comandamenti. Lo scrive oggi la BBC.


La misura, sostenuta dai repubblicani e firmata in legge dal governatore Jeff Landry, descrive i comandamenti come “i documenti fondativi del nostro governo statale e nazionale”. La legge è destinata a essere contestata da gruppi per i diritti civili, i quali sostengono che contravviene alla separazione tra chiesa e stato sancita nel primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.


La legge statale ordina che un poster delle dimensioni di 28 cm X 35,5 cm includa il testo sacro in “caratteri grandi e facilmente leggibili” e che i comandamenti siano “il punto focale centrale” della visualizzazione. Sarà anche mostrato insieme a una “dichiarazione contestuale” di quattro paragrafi che descriverà come i comandamenti “sono stati una parte prominente dell’educazione pubblica americana per quasi tre secoli”. I poster devono essere esposti in tutte le aule che ricevono finanziamenti statali entro il 2025, ma non vengono destinati fondi statali per pagare i poster stessi.


Leggi simili sono state recentemente proposte da altri stati a guida repubblicana, tra cui Texas, Oklahoma e Utah. Ci sono state numerose battaglie legali riguardanti l’esposizione dei Dieci Comandamenti negli edifici pubblici, comprese scuole, tribunali e stazioni di polizia. Nel 1980, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato una legge simile del Kentucky che richiedeva che il documento fosse esposto nelle scuole elementari e superiori. Con una votazione di 5-4, la Corte Suprema ha stabilito che l’obbligo di esporre i Dieci Comandamenti “non aveva alcuno scopo legislativo secolare” ed era “chiaramente di natura religiosa”.

Grillo contro Conte su linea e regole, ma forse non ha truppe

Grillo contro Conte su linea e regole, ma forse non ha truppeRoma, 19 giu. (askanews) – “Ma vedrai che Grillo si farà risentire magari fra un anno, dopo queste battute fatte in teatro su Conte…”: mai profezia fu meno azzeccata di questa. A pronunciarla un “grillino” di antica fede, intercettato ieri in piazza santi Apostoli a Roma (luogo storico per l’Ulivo di Romano Prodi) nella manifestazione che più di ogni altra ha simbolicamente suggellato il legame fra il Movimento 5 stelle e un centrosinistra che con il risultato delle europee è tornato, per la forza dei numeri, a guida Pd.


Invece Beppe Grillo, pur confinato da anni, peraltro per sua stessa volontà, nel ruolo poco più che cerimoniale di “garante” del M5S, mette i piedi nel piatto e fa sapere di avere tutta l’intenzione di svolgere un ruolo nella gestione della crisi apertasi dopo il deludente risultato delle elezioni europee: 9,99 per cento e meno di due milioni e mezzo di voti per una forza politica che era arrivata a sfiorare gli 11 milioni di consensi. Era il 2018, sembra un secolo fa. Il fondatore del Movimento sceglie l’antico sistema: un post sul suo blog, per dire la sua sulla discussione aperta dal presidente M5S Giuseppe Conte riunendo sia il Consiglio nazionale che (per due volte in tre giorni) l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari. La forma scelta da Grillo è una surreale auto-intervista che da un lato supera la canzonatura personale di Conte, accusato qualche giorno fa di aver preso meno voti lui da vivo che Berlusconi da morto, dall’altro però avanza una brusca e radicale richiesta di correzione della linea politica e fa segnare un secco altolà alle ipotesi di cambiamenti delle regole interne sulle candidature. “Dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi”, è la scomunica che il fondatore del Movimento indirizza al “campo largo” perseguito, sia pure un po’ a singhiozzo negli ultimi mesi, da Conte e dalla leader del Pd Elly Schlein. L’affondo più pesante è quello a difesa della regola che impedisce a qualunque esponente dei 5 stelle di andare oltre i due mandati elettivi. La richiesta di modificarla è stata fra le proposte più gettonate nelle assemblee dei parlamentari stellati, ma Grillo la liquida in modo sprezzante: “L’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del Movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene”.


“Beppe ha ribadito il codice genetico del M5S. E il codice genetico non può mutare, perché morirebbe il ‘corpo politico’ che lo contiene”, è il commento molto positivo di Danilo Toninelli, ex ministro, oggi componente dei probiviri M5S, evidentemente convinto che la presenza di Grillo e il richiamo all’identità originaria possano aiutare l’organizzazione a ritrovare la bussola. Conte invece rimane silente, Campo Marzio non reagisce neppure con il classico “a quanto si apprende” e non enfatizza l’episodio. Resta quindi valida, per ora, la contro-battuta dell’ex premier che a Grillo aveva replicato in questi giorni ricordandogli le sue responsabilità per l’entusiastico endorsement a favore di Mario Draghi. Gli umori maggioritari nei gruppi parlamentari e negli esponenti più in vista del Movimento non sono entusiasti della sortita del comico genovese. Una presa di posizione che un parlamentare di lungo corso definisce “molto interventista, pare che voglia dire ‘questa è casa mia e qui comando io’, solo che non è più come una volta che bastava un post…”. E a Montecitorio c’è chi fa notare che Grillo fa sponda alla recente intervista al Corsera dell’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, che non era stata molto ben accolta sui social dalla comunità stellata. Malumori vistosi, che del resto si registrano anche sui canali social di Grillo dopo la pubblicazione dell’auto-intervista. Anche scavando fra qualche sostenitore del Movimento della prima ora, in ogni caso, lo scetticismo la fa da padrone: “Beppe non potrà cambiare nulla, passata la buriana – prevede un ex fedelissimo – si andrà avanti senza scossoni, ormai il Movimento è in mano a gente che non sa nemmeno cos’è, per convenienza o per ignoranza resteranno incollati a Conte”. Lettura che fa eco, in qualche modo a quella di Luigi Di Maio, l’ex di maggior peso, tornato in tv a occuparsi di 5 stelle dopo un lungo silenzio: “Non credo allo storytelling che cambino le leadership. Quello è un partito a immagine e somiglianza del leader e Grillo ha tantissime ragioni per continuare a sostenerlo, le ragioni sono così tante che non riesco a elencarle”, commenta ospite di La7.


In chiaro, da leggere la dura la reazione di Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, recente protagonista di uno dei rari successi elettorali a 5 stelle: “Il Movimento 5 stelle non è padronale”, avverte, ma “una comunità di persone, una classe dirigente che deciderà liberamente cosa fare del proprio futuro. Adesso qualcuno, in maniera estemporanea, propone ricette, ma sono gli stessi personaggi che non ho visto in campagna elettorale e forse non sono neanche andate a votare. Francamente per me il confronto politico è una cosa diversa”, ha aggiunto, con un riferimento che potrebbe valere non solo per grillo ma anche per l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, tornata anche lei a far sentire la sua voce critica. Più diplomatico ma altrettanto netto il presidente dei senatori del M5S, Stefano Patuanelli: “L’ancoraggio nel campo progressista – commenta al telefono – è nel nostro statuto, non è pensabile disarcionarlo da quello, altrimenti si cambiano lo statuto e la carta dei principi e dei valori che questo dicono. Punto. Quindi la discussione va fatta nei luoghi giusti, nel rispetto di Beppe, che non è certamente uno qualsiasi di noi, ma anche di tutta la comunità del Movimento 5 stelle”. “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni”, avverte Grillo, che promette quindi di farsi sentire – e vedere – come ai vecchi tempi. Un tempo c’era chi si interrogava su quante divisioni avesse il Papa, oggi nel M5S ci si interroga su quante truppe possa schierare il fondatore in vista di quella assemblea costituente annunciata da Conte come percorso per uscire dalle secche della crisi di consensi. E c’è chi giura che sono poche, troppo poche per cambiare il corso degli eventi.

Editoria, Il Giornale festeggia 50 anni a Milano con Meloni

Editoria, Il Giornale festeggia 50 anni a Milano con MeloniMilano, 19 giu. (askanews) – Un evento a Milano per celebrare il primo cinquantesimo anniversario de Il Giornale, fondato nel 1974 da Indro Montanelli, uno dei più celebri giornalisti italiani. Nel corso degli anni il quotidiano è cresciuto e si è evoluto, diventando un protagonista del panorama giornalistico italiano, grazie anche all’attuale guida composta dal direttore editoriale Vittorio Feltri e dal direttore responsabile Alessandro Sallusti, con i vice direttori Nicola Porro, Osvaldo De Paolini, Francesco Maria Del Vigo, e gli attuali editori Antonio e Giampaolo Angelucci che nel 2023 hanno rilevato la testata dalla famiglia Berlusconi.


Fin dagli inizi, Il Giornale ha cercato di mantenere uno sguardo controcorrente, ispirandosi a principi come la libertà di pensiero, la centralità dell’individuo quale motore del progresso e la tutela dell’iniziativa economica privata e dell’imprenditoria italiana. “Sono passati 50 anni, ma i motivi che hanno spinto Indro Montanelli a fondare Il Giornale sono ancora tutti attualissimi, quindi sì 50 anni ma siamo ancora giovani. È giusto festeggiare, ma più che guardare indietro occorre guardare avanti, vedere quali sono le sfide che aspettano il mondo ed essere capaci di commentarle e criticarle” ha osservato Sallusti. “Il mondo è cambiato radicalmente negli ultimi dieci anni e penso ci sarà ancora un’accelerazione velocissima, soprattutto con l’avvento dell’AI ed è difficile immaginarsi cosa sarà di questo giornale tra 50 anni. L’AI mi preoccupa, non è stato accertato che sia intelligente, perché si abbevera nel pozzo infinito di Internet dove solo il 30% delle informazioni è certificato, per cui il rischio di avere una AI stupida o faziosa è molto alto” ha aggiunto.


Per Meloni “la decisione di Indro Montanelli nel 1974 di fondare Il Giornale è stata un atto di grande coraggio e visione. In un’epoca in cui il panorama mediatico era dominato da voci allineate, Montanelli scelse di creare uno spazio per il pluralismo dell’informazione, offrendo ai lettori la possibilità di confrontare diverse prospettive e punti di vista. La storia de Il Giornale è una testimonianza rara del valore del giornalismo libero e indipendente. Dobbiamo essere grati a tutti i direttori, giornalisti e editori che, in questi decenni, hanno contribuito a mantenere viva questa importante voce controcorrente, permettendo ai cittadini di accedere a un’informazione più completa e diversificata. Questo tipo di impegno a favore del pluralismo e della libertà di stampa è fondamentale per una società democratica sana e vitale. È un esempio che dovrebbe ispirare tutti coloro che credono nell’importanza di un giornalismo indipendente e responsabile”. Hanno partecipato all’evento, tra i politici, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro degli esteri e vicepremier Antonio Tajani, il ministro dei trasporti, delle infrastrutture e viceprmier Matteo Salvini, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi, l’ex segretario di Stato Usa Mike Pompeo, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. Presenti anche il presidente del Coni Giovanni Malagò e gli imprenditori Marco Tronchetti Provera e Paolo Scaroni.

Crescono le quotazioni di Fitto Commissario Ue, per Meloni nodo governo

Crescono le quotazioni di Fitto Commissario Ue, per Meloni nodo governoRoma, 19 giu. (askanews) – Se la metafora della partita di poker è quanto mai azzeccata, si può ben dire che la trattativa per i futuri vertici delle istitituzioni europee non è ancora arrivata alla mano decisiva. Il tempo, però, è una variabile non secondaria: il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno è l’unica occasione per formalizzare un accordo sulla presidenza della Commissione prima dell’estate e, dunque, per scongiurare il rischio che tutto slitti a settembre. Ed è per questo che all’indomani della cena informale di lunedì scorso a Bruxelles che si è conclusa con un nulla di fatto, la trattativa è immediatamente ricominciata. I nomi sul campo attualmente restano gli stessi: un bis di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, Roberta Metsola al Parlamento europeo, la liberale estone Kaja Kallas al ministero degli Esteri Ue mentre più traballante sembra la nomina, che spetta ai Socialisti, del portoghese Antonio Costa per il Consiglio.


La richiesta di Giorgia Meloni è sempre che all’Italia, in virtù dell’esito elettorale, venga conferito un commissario con una delega di peso oltre che con una vice presidenza operativa. In queste ore, spiegano fonti governative, sembra prendere sempre più piedi l’ipotesi che si possa trattare di un portafoglio economico, a cui potrebbero essere accorpate le competenze su fondi di Coesione e Pnrr. Ed è anche per questo che l’identikit del commissario assume sempre di più le sembianze del ministro Raffaele Fitto. In realtà il suo è un nome da sempre in campo, visto anche il ruolo di cerniera di Meloni con il mondo europeo che svolge da anni. E, tuttavia, un trasloco del suo ministro a Bruxelles apre almeno due problemi non da poco: il primo è appunto la gestione dei fondi del Pnrr per gli anni futuri, la seconda è sostituirlo senza correre il rischio che si apra la casella ‘rimpasto’. Su questi due punti la riflessione è aperta e, in una serie di riunioni che si sono susseguite nella sede del governo, si sarebbe profilata una possibile via d’uscita: ovvero non nominare nessun sostituto, almeno in una fase iniziale, ma portare le deleghe del Pnrr e dei fondi di Coesione direttamente a palazzo Chigi, affidandole a uno dei due sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano o (più probabilmente) Giovanbattista Fazzolari. La premier, dopo aver definito anche oggi “surreale” che si sia tentata una definizione dei top jobs “a tavolino”, giocherà questa mano di poker sapendo di avere contro i veti del socialista Olaf Scholz ma provando anche a fare sponda con quella parte del Ppe che, a differenza del polacco Donald Tusk, chiede di guardare verso i Conservatori, soprattutto se l’obiettivo è quello di blindare Ursula von der Leyen senza rischiare che venga impallinata dal voto segreto nel momento in cui toccherà al Parlamento esprimersi. La convinzione di chi sta seguendo da vicino la trattativa per conto dell’Italia è infatti che la presidente uscente voglia evitare un bis sul filo dei voti.E da oggi, Giorgia Meloni è pronta a mettere sul tavolo un altra carta: il gruppo Ecr, infatti, è diventato ufficialmente il terzo per numero di deputati all’interno del Parlamento europeo, scavalcando dunque i liberali di Renew. Sono stati infatti annunciati 11 nuovi ingressi che portano il gruppo dei Conservatori a 83 eletti.

”Il Giornale” festeggia 50 anni di storia a servizio dell’informazione

”Il Giornale” festeggia 50 anni di storia a servizio dell’informazioneRoma, 19 giu. (askanews) – Una prestigiosa cena di gala a Milano per celebrare il primo cinquantesimo anniversario de Il Giornale, fondato nel 1974 da Indro Montanelli, uno dei più celebri giornalisti italiani. Questa storica testata ha attraversato mezzo secolo di storia, informando, ispirando e influenzando generazioni di lettori. Nel corso degli anni, Il Giornale è cresciuto e si è evoluto, diventando una fonte affidabile di notizie e un punto di riferimento nel panorama giornalistico italiano, grazie anche all’attuale guida composta dal Direttore Editoriale Vittorio Feltri e dal Direttore Responsabile Alessandro Sallusti, con i Vice Direttori Nicola Porro, Osvaldo De Paolini, Francesco Maria Del Vigo, e gli Editori l’Onorevole Antonio Angelucci e Giampaolo Angelucci.


Fin dagli inizi, Il Giornale – si legge in una nota – ha mantenuto uno sguardo controcorrente rispetto agli eventi epocali che hanno segnato i nostri tempi, raccontando, in presa diretta, crocevia fondamentali e cambi di paradigma. La sua capacità di analizzare e riportare le grandi svolte della storia contemporanea, lo ha reso un protagonista insostituibile nel mondo dell’informazione. La visione del mondo de Il Giornale si ispira a principi come la libertà di pensiero, la centralità dell’individuo quale motore del progresso e la tutela dell’iniziativa economica privata e dell’imprenditoria italiana. Alla base di questo successo vi sono l’integrità editoriale e la costante aderenza ai fatti. L’innovazione, inoltre, è stata la chiave per rispondere all’evoluzione dell’industria dei media e alle nuove esigenze dei lettori.


Fondazione e primi anni (1974-1980) Il Giornale è stato fondato nel 1974 da Indro Montanelli caratterizzandosi fin da subito per il suo approccio controcorrente e la sua attenzione ai temi di attualità più controversi e dibattuti. Montanelli, con il suo stile inconfondibile e la sua integrità professionale, ha posto le basi per un giornalismo di qualità, libero da condizionamenti politici e commerciali.


L’Acquisizione di Silvio Berlusconi (1979) Nel 1979, Silvio Berlusconi ne è diventato l’azionista di maggioranza. Questo passaggio ha segnato una svolta importante per la testata, che ha ricevuto nuove risorse per espandersi e modernizzarsi. Sotto la guida di Berlusconi – prosegue il comunicato -, Il Giornale ha rafforzato la sua posizione nel mercato editoriale italiano, mantenendo una linea editoriale libera e un punto di vista critico voluto da Montanelli.


Gli Anni ’80 e ’90: crescita e consolidamento Negli anni ’80 e ’90, Il Giornale ha continuato a crescere, ampliando la sua redazione e migliorando l’impegno nelle inchieste e nei reportage. Durante questi decenni, la testata si è distinta per la sua copertura approfondita di eventi cruciali della politica italiana e internazionale, nonché per difendere i valori della libertà di espressione e della democrazia. Il nuovo Millennio: innovazione (2000-2020) Con l’avvento del nuovo Millennio, Il Giornale ha affrontato la sfida della digitalizzazione e dei cambiamenti nel mondo dei media. La testata ha lanciato il proprio sito web, ampliando la sua presenza online e raggiungendo un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Durante questo periodo, Il Giornale ha investito nelle nuove tecnologie e in format editoriali, includendo video, podcast e contenuti interattivi, per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più digitale. Il Presente: voce indipendente nel panorama italiano Oggi, Il Giornale continua a essere un punto di riferimento nel panorama giornalistico italiano, mantenendo il suo impegno a fornire un’informazione accurata, affrontando con coraggio e professionalità le grandi sfide della contemporaneità e guardando al futuro con lo stesso spirito pionieristico che ha caratterizzato i suoi primi cinquant’anni. Secondo Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio: “La decisione di Indro Montanelli nel 1974 di fondare Il Giornale è stata un atto di grande coraggio e visione. In un’epoca in cui il panorama mediatico era dominato da voci allineate, Montanelli scelse di creare uno spazio per il pluralismo dell’informazione, offrendo ai lettori la possibilità di confrontare diverse prospettive e punti di vista. La storia de Il Giornale è una testimonianza rara del valore del giornalismo libero e indipendente. Dobbiamo essere grati a tutti i direttori, giornalisti e editori che, in questi decenni, hanno contribuito a mantenere viva questa importante voce controcorrente, permettendo ai cittadini di accedere a un’informazione più completa e diversificata. Questo tipo di impegno a favore del pluralismo e della libertà di stampa è fondamentale per una società democratica sana e vitale. È un esempio che dovrebbe ispirare tutti coloro che credono nell’importanza di un giornalismo indipendente e responsabile”. Per il Direttore Responsabile de Il Giornale, Alessandro Sallusti: “Sono passati 50 anni, ma i motivi che hanno spinto Indro Montanelli a fondare Il Giornale sono ancora tutti attualissimi, quindi sì 50 anni ma siamo ancora giovani. È giusto festeggiare, ma più che guardare indietro occorre guardare avanti, vedere quali sono le sfide che aspettano il mondo ed essere capaci di commentarle e criticarle. Il mondo è cambiato radicalmente negli ultimi dieci anni e penso ci sarà ancora un’accelerazione velocissima, soprattutto con l’avvento dell’AI ed è difficile immaginarsi cosa sarà di questo giornale tra 50 anni. L’AI mi preoccupa, non è stato accertato che sia intelligente, perché si abbevera nel pozzo infinito di Internet dove solo il 30 per cento delle informazioni è certificato, per cui il rischio di avere una AI stupida o faziosa è molto alto. Per noi è un grande onore avere qui la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, avrà anche dei difetti ma è una donna di parola. Quando tre mesi fa ha detto che sarebbe venuta alla nostra festa forse non immaginava di trovarsi stretta tra un G8 e un’elezione europea, quindi il fatto che abbia onorato quella promessa significa che è una donna che mantiene la parola”. All’evento, tra gli altri, hanno preso parte: Sen. Ignazio La Russa, Presidente del Senato, On. Antonio Tajani, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Sen. Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, On. Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno, Mike Pompeo, ex Segretario Stati Uniti d’America, Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia, Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, On. Antonio Angelucci, membro della Camera dei Deputati e editore de Il Giornale, Vittorio Feltri, Direttore Editoriale de Il Giornale, Nicola Porro, Vice Direttore de Il Giornale, Paolo Berlusconi, imprenditore, Giovanni Malagò, Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Angelino Alfano, ex Ministro della Giustizia, Letizia Moratti, europarlamentare, Daniele Capezzone, Direttore Editoriale di Libero Quotidiano, Marco Tronchetti Provera, imprenditore, Nicola Speroni, Amministratore delegato de Il Giornale, Remo Ruffini, Amministratore delegato di Moncler, Hoara Borselli, conduttrice televisiva, Paolo Del Debbio, saggista e giornalista, Stefano Zecchi, filosofo e scrittore.

Russell Crowe star ad alta quota del Cervino Mountain Music Festival

Russell Crowe star ad alta quota del Cervino Mountain Music FestivalRoma, 19 giu. (askanews) – Venerdì 21 giugno, nel giorno più lungo dell’anno Breuil-Cervinia (Valtournenche) sarà lo scenario di Cervino Mountain Music Festival, un evento straordinario immerso tra le montagne della Valle D’Aosta con protagonisti Russell Crowe e il suo Indoor Garden Party featuring The Gentlemen Barbers and Lorraine O’Reilly, Fabrizio Bosso Quartet e Luca Stricagnoli. In grado di conciliare i nomi internazionali della musica blues e jazz, la natura e le attività all’aperto, Cervino Mountain Music Festival sarà l’apertura della stagione estiva del comprensorio.


A partire dalle 18.30 di venerdì 21 giugno, sul palco allestito a Breuil-Cervinia i tre artisti ammalieranno il pubblico con la loro musica circondata da uno scenario naturale senza paragoni. Russell Crowe (featuring The Gentlemen Barbers and Lorraine O’Reilly) inaugura proprio da Cervino Mountain Music Festival la lunga tournée estiva in Italia, Indoor Garden Party, in cui rivisiterà numerosi successi della storia della musica, ridando vita a brani iconici attraverso nuovi – e inaspettati – arrangiamenti. In collaborazione con due artisti italiani di fama internazionale selezionati da Blue Note Milano grazie al sostegno di Scalo Milano Outlet & More, Main Partner del Festival e Official Partner del Blue Note Milano: Fabrizio Bosso, con il suo Quartetto, renderà omaggio al genio musicale di Stevie Wonder: l’energia, la vitalità e la forza espressiva delle più celebri canzoni dell’artista americano insieme alla tecnica e al lirismo unico della tromba di Bosso, la cura degli arrangiamenti e la personalità di ciascun musicista del quartetto, sono tutti elementi che renderanno unico e irripetibile questo live. Luca Stricagnoli proporrà sul palco del Cervino Mountain Music Festival il suo fingerstyle, che lo ha portato ad esibirsi dal vivo in ogni angolo del pianeta, tanto da essere considerato, nel suo genere, uno tra i migliori chitarristi della scena mondiale.


Queste due esibizioni sono state supportate interamente da Scalo Milano Outlet & More, Main Partner del Cervino Mountain Music Festival, che tra il ventaglio di Partner ha il Blue Note Milano per la parte musicale. Quella con il Blue Note è una collaborazione volta a promuovere la cultura musicale attraverso progetti che possano essere di valore per il territorio, progetti simili non sono nuovi per Scalo Milano Outlet & More che si muove da sempre con costanza e impegno per promuovere arte, sport, cultura e formazione. Sono molte le iniziative culturali che confermano la forte impronta CSR dell’Outlet di Milano che è molto più di un luogo di shopping. Come preview del festival, Russell Crowe con The Gentlemen Barbers e Lorraine O’Reilly suoneranno tre brani direttamente dalla Terrazza Panoramica del Matterhorn Glacier Paradise (Piccolo Cervino), situata a 3.883 metri di altitudine, per l’esibizione blues/rock canora più in alta quota del mondo. Una performance esclusiva e senza precedenti (non aperta al pubblico) in un’atmosfera altamente suggestiva.


Il festival sarà anche l’occasione per scoprire le numerose attività outdoor che il comprensorio offre durante la stagione estiva: gli appassionati di bicicletta potranno infatti esplorare i suggestivi percorsi di Torgnon, immersi tra boschi e prati fioriti in un percorso semplice adatto anche a famiglie e bambini. Gli amanti dell’adrenalina invece potranno sfruttare i 100 km di piste del Bike Park del Cervino, una variegata rete di sentieri appositamente progettata per i bikers, che hanno reso questa magnifica area di divertimento una meta irresistibile per gli amanti della Mountain Bike da tutto il mondo. Sarà inoltre possibile giocare a golf al cospetto dell’immagine abbagliante della “Gran Becca”, un percorso a oltre 2000 metri di altezza che rendono il Golf Club Cervino le 18 buche più alte d’Italia. Mentre chi desidera semplicemente concedersi una pausa rigenerante e un picnic immerso nella natura il Lago di Lod di Chamois offre un’oasi di tranquillità e fresco all’ombra degli alberi con vista sulle vette più famose delle Alpi. Infine, chi non vuole rinunciare alla neve neanche in estate avrà la possibilità di sciare sul lato italiano del ghiacciaio dove, grazie alle imponenti nevicate tardive di quest’anno, gli impianti di risalita aperti saranno fino a settembre a oltre 3000 metri d’altitudine. Grazie agli sponsor e partner del Cervino Mountain Music Festival i biglietti sono gratuiti, fino ad esaurimento, e disponibili su Ticketone.


Cervino Mountain Music Festival è ideato e prodotto da Riptide, in collaborazione con Cervino Ski Paradise, Comune di Valtournenche e Regione Autonoma Valle d’Aosta.

Autonomia,Bardi (Fi):grande lavoro di Forza Italia a tutela del sud

Autonomia,Bardi (Fi):grande lavoro di Forza Italia a tutela del sudRoma, 19 giu. (askanews) – “Mi preme sottolineare il grande lavoro di Forza Italia per rendere il testo dell’autonomia differenziata più vicino alle esigenze del sud, anche attraverso l’approvazione di ordini del giorno fondamentali per la buona applicazione del provvedimento. Forza Italia, con in testa il Segretario Antonio Tajani, è da sempre vicina alle esigenze del mezzogiorno d’Italia in maniera concreta e lo testimonia il grande risultato elettorale che le regioni del sud hanno tributato al nostro partito. Insieme, a fianco al nostro Segretario, proseguiremo a lavorare in questa direzione”. Così, in una nota Vito Bardi, presidente della giunta regionale della Basilicata.