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Autore: Redazione StudioNews

Zuppi (CEI): sull’autonomia non ci hanno preso sul serio

Zuppi (CEI): sull’autonomia non ci hanno preso sul serioRoma, 19 giu. (askanews) – “Sul tema dell’autonomia differenziata i vescovi italiani hanno fatto un documento ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio”. Così il presidente della CEI, il card. Matteo Zuppi a margine di un convegno a Roma.


Sempre in tema di riforme porporato ha aggiunto che sul premierato aveva fatto “una raccomandazions che ribadirei: se vogliamo che le riforme durino occorre il coinvolgimento di tutti. Cerchiamo di fare tutto il possibile perché sia così”, ha concluso.

M5S, Grillo: limite a due mandati regola fondante del Movimento

M5S, Grillo: limite a due mandati regola fondante del MovimentoRoma, 19 giu. (askanews) – “Come va il tuo rapporto con Conte? Ottimamente. E il tuo con te? Non scherziamo… Come si fa ad avere un cattivo rapporto? Ci ho provato ma non ci sono riuscito: non si scompone mai, ogni parola si scioglie… Siamo d’accordo, però, che non vogliamo scioglierci anche noi”. Si apre così l’auto-intervista pubblicata sul suo blog da Beppe Grillo.


Surreale nella forma, politico nella sostanza, il post del fondatore e attuale garante del Movimento 5 stelle tocca molti dei temi sui quali si è aperta la discussione interna, a dimostrazione del fatto che, com’è accaduto in altre occasioni in passato, intende svolgere un ruolo da protagonista nella gestione della crisi apertasi in seguito al deludente risultato elettorale delle europee. Nel testo, il garante M5S difende il superbonus e il reddito di cittadinanza ma apre alla misura molto più radicale del reddito universale del tutto slegato dal lavoro o dalla ricerca del lavoro, una proposta, afferma, invocata da grandi manager e imprenditori globali come Altman, Musk, Gates, Zuckerberg. Poi torna ai temi più interni come la regola dei due mandati elettivi: “È comprensibile – afferma – che chi oggi si trova al secondo mandato vorrebbe eliminarla. D’altronde l’istinto di sopravvivenza proviene dalla nostra natura animale, ed è insopprimibile. Ma lo scopo di ogni regola, in fondo, è di arginare i nostri istinti animali nell’interesse comune. Il limite alla durata dei mandati è non solo un principio fondativo del movimento, ma è anche un presidio di democrazia fin dai tempi dell’antica Atene. Come ho detto più volte, dovrebbe diventare una legge costituzionale, quantomeno per le cariche più importanti, come peraltro fece il congresso degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt, che fu l’unico presidente americano ad aver fatto più di due mandati”.


“Ma non c’è il rischio che così si disperdano competenze acquisite nel corso degli anni?”, obietta Grillo facendo eco alla discussione riapertasi nelle recenti assemblee congiunte dei senatori e dei deputati stellati. “Infatti – commenta – avevo proposto un’idea di ‘staffetta’ in cui gli ‘uscenti’ avrebbero percepito un compenso finanziato dagli ‘entranti’ per assicurare il passaggio di consegne e trasferir loro le competenze acquisite. Senza contare che il parlamento dovrebbe innanzitutto interpretare la volontà dei cittadini, che è molto più difficile intercettare quando i parlamentari si rinchiudono nel palazzo per anni”. “Per tradurre la volontà dei cittadini in legge ci vorrebbero semmai uffici legislativi con professionisti bravi e competenti e non cortigiani senza arte né parte”, considerazione apparentemente non troppo lusinghiera nei confronti dell’attuale assetto organizzativo dei gruppi parlamentari M5S. “Il lavoro di un parlamentare – sottolinea Grillo – dovrebbe essere un altro, vale a dire captare e comprendere le esigenze dei cittadini per tradurle in indirizzo politico, che a sua volta dovrebbe essere tradotto in legge da uffici legislativi capaci e competenti. Tant’è vero che avevamo proposto di cambiare il titolo dei parlamentari da onorevoli a cittadini portavoce”.

M5S, Grillo: non parliamo di sinistra e destra, dobbiamo smarcarci

M5S, Grillo: non parliamo di sinistra e destra, dobbiamo smarcarciRoma, 19 giu. (askanews) – Eravate quelli della democrazia diretta, obietta Beppe Grillo a se stesso, nella auto-intervista pubblicata sul suo blog. Rilanciando un altro dei miti originari del Movimento, in aperta contraddizione con il percorso di ‘normalizzazione’ auspicato da molti nella discussione avviata da Giuseppe Conte dopo il risultato delle europee, Grillo osserva: “Infatti questa è una delle idee che dovremo recuperare. Negli ultimi anni ci siamo logorati in beghe di voto che non avevano nulla a che fare con la democrazia diretta, ma riguardavano solo lotte di potere fra anime diverse del movimento. La democrazia diretta, tra l’altro, dovrebbe estendersi a tutti i cittadini, come già avviene in paesi ben più prosperi del nostro e come potrebbe estendersi molto di più con il supporto della tecnologia. D’altronde se le preferenze dei consumatori orientano le scelte di produzione e vendita delle imprese – e sempre di più grazie all’analisi dei dati – non si capisce perché le preferenze dei cittadini non dovrebbero orientare le scelte politiche allo stesso modo”.


E per chiarire che non di generiche osservazioni si tratta, Grillo sottolinea che intende far pesare le sue argomentazioni anche nel percorso avviato dal leader in carica: “Si parlerà di questo nell’assemblea costituente di cui ha parlato Conte?”, si domanda. “Di questo e come recuperare contatto, dialogo e azioni congiunte con gli attivisti, che sono sempre stati – dice – il combustibile del Movimento. Ma al tempo stesso non possiamo discutere solo di regole di funzionamento interne, ma dobbiamo tornare a proporre idee radicali e visionarie, smarcandoci da una collocazione che è vecchia e superata da decenni. Parlare di sinistra e destra è come parlare di ghibellini e guelfi, anzi forse è meglio parlare di questi ultimi, perché tutti devono seguire l’Elevato”. “Si legge che riprenderai a incontrarti regolarmente con Conte”, domanda ma in realtà annuncia Grillo: “Mi piacerebbe riprendere a fare gli stessi incontri che facevamo con Casaleggio. Quindi non solo con Conte, ma anche chi vuole darci una mano a tracciare la rotta dei prossimi anni. Sono proprio questi incontri che ci hanno portato a diventare la prima forza politica del paese”.


“Quali sono i temi di cui vorresti parlare in questi incontri? Mi pare – dice Grillo, sempre dialogando con se stesso – che i temi fondativi del movimento siano ancora validi. Alcuni, come la transizione ecologica e digitale, sono diventati i temi principali dell’agenda politica europea e italiana. Dunque non si può dire che non ci avessimo azzeccato. Altri, come la democrazia diretta e la politica come servizio e non professione – come peraltro è in Svizzera, e non solo – restano da realizzare. Altri ancora sono emersi negli ultimi tempi: da un maggior controllo dei cittadini sui dati che li riguardano, a riforme istituzionali che garantiscano stabilità e al tempo stesso autonomia dei territori”.

Il veneziano Nicolas Mosco è il miglior barista d’Italia

Il veneziano Nicolas Mosco è il miglior barista d’ItaliaRoma, 19 giu. (askanews) – E’ Nicolas Mosco, venticinquenne di Campolongo Maggiore (Venezia), il miglior barista dell’anno, vincitore dell’Espresso Italiano Champion 2024. Il giovane veneto si è aggiudicato il titolo di migliore professionista in tema di espresso e cappuccino italiani.


Mosco ha sfidato altri 11 professionisti nella competizione organizzata dall’Istituto Espresso Italiano (IEI) a Caffè Milani di Lipomo (Como), marchio italiano tra i soci fondatori di IEI. In un tempo di soli 11 minuti ha dovuto tarare la sua attrezzatura la macchina e il macinadosatore e dimostrare di sapere preparare quattro espressi e quattro cappuccini. Al secondo posto della finale Ilaria Izzo, mentre al terzo posto si è piazzato Matteo Colzani. Entrambi concorreranno insieme al vincitore nella fase internazionale della competizione. Il vincitore ha intrapreso gli studi alberghieri scegliendo poi la specializzazione di sala grazie a una prima esperienza professionale. Da qui ha proseguito approfondendo la passione del caffè in un’azienda che lo ha formato. Dopo sei anni di esperienza all’interno di questa azienda è riuscito a vincere l’Espresso Italiano Champion.


I prodotti presentati in gara hanno rispecchiato i parametri di qualità dell’Istituto Espresso Italiano (IEI): per l’espresso una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola, una bevanda sciropposa con aromi intensi e ricchi di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato. Per il cappuccino una crema finissima e lucida, con un perfetto bilanciamento di aromi del latte e del caffè. L’Espresso Italiano Champion da diversi anni è la gara per i baristi che desiderano mettersi alla prova con i simboli della caffetteria italiana: espresso e cappuccino. Negli anni ha coinvolto centinaia di professionisti da una decina di paesi, sia quelli con una lunga tradizione nel caffè sia i cosiddetti nuovi mercati. La gara è aperta a tutti e si svolge con un meccanismo di selezione itinerante in giro per l’Italia e con due tappe in Asia, una in Corea e una in Giappone, per arrivare alle semifinali e alle finali nazionali e internazionali.

Vino, Christian Scrinzi nuovo Dg di Collis Veneto Wine Group

Vino, Christian Scrinzi nuovo Dg di Collis Veneto Wine GroupMilano, 19 giu. (askanews) – Collis Veneto Wine Group annuncia la nomina di Christian Scrinzi, già direttore enologico e di produzione di Gruppo Italiano Vini, in qualità di nuovo direttore generale di Gruppo. “Con una profonda esperienza nel settore vitivinicolo – si legge in una nota dell’azienda – Scrinzi porterà una visione innovativa e una leadership consolidata, dando slancio al Gruppo veneto guidato dal presidente Pietro Zambon e dall’amministratore delegato Pierluigi Guarise”.


“Con il suo ingresso in Collis, Scrinzi darà un grande contributo al percorso di posizionamento e crescita del Gruppo, oggi tra le prime dieci società vitivinicole italiane con oltre 200 mln di euro di fatturato” prosegue l’azienda, sottolineando che “suo il compito di orientare e mantenere il controllo qualitativo dell’intera filiera produttiva, all’insegna dei migliori standard legati alla sostenibilità. La figura di Scrinzi – conclude – rappresenta un’importante tappa di un più ampio percorso di sviluppo e strutturazione manageriale interna, fase che comprende altri percorsi professionali, i quali continueranno a evolvere nei prossimi mesi”. “Con l’arrivo di Christian Scrinzi il Gruppo Collis compie un decisivo salto di qualità – dichiara l’Ad di Collis Wine Group, Pierluigi Guarise – le sue competenze e la sua grande esperienza ci hanno convinto a portarlo a bordo di quella che ha tutte le caratteristiche per rappresentare un caso di successo del vino veneto in Italia e nel mondo, inoltre rappresenterà una opportunità per la crescita e la formazione professionale di tutto il personale interno”.


Trentino, formatosi all’Istituto agrario di San Michele all’Adige, inizia il suo percorso nella Cantine sociali del territorio, Sav (oggi Vivallis), Vinicola di Aldeno e Cantina di Nomi (associate al Gruppo Cavit), ed amplia le sue conoscenze in Cile a Vina Santa Rita e in Nuova Zelanda alla Malborough Valley Cellar. Scrinzi entra in Gruppo Italiano Vini nel 2001 per occuparsi della vinificazione e dell’affinamento delle Cantine venete del Gruppo e dal 2004 si dedica anche alla parte enologica delle Cantine toscane Melini e La Selvanella. Nel 2007 gli viene assegnato il ruolo di coordinamento enologico del Gruppo che lo vede espandere le attività anche in Formentini nel Collio Friulano, a Castello Monaci in Salento e a Rapitalà in Sicilia. Nel 2010 arriva la nomina di direttore enologico e di produzione dell’intero Gruppo e viene posto a capo della Bolla di Pedemonte (fino al 2015), oltre ad essere nominato Ad delle Cantine del Sud del Gruppo: la salentina Castello Monaci e Tenute Rapitalà in Sicilia, nonché direttore della Re Manfredi in Basilicata. Scrinzi è anche presidente di Aziende agricole Giv e Viticola Giv, società correlate ed a supporto del Gruppo Italiano Vini. Il gruppo Collis è stato oggetto di una delle più importanti operazioni finanziarie del settore avvenuta a fine 2023, che ha visto una fusione per incorporazione con Sartori di Verona e Cantine Riondo con la nascita di Collis Heritage.

Lollobrigida: congratulazioni a Beretta, nuovo presidente Assica

Lollobrigida: congratulazioni a Beretta, nuovo presidente AssicaRoma, 19 giu. (askanews) – “Esprimo le mie più sentite congratulazioni a Lorenzo Beretta per la sua nomina a presidente dell’Associazione Industriali delle Carni e di Salumi. La sua elezione rappresenta una continuità con il lavoro svolto in qualità di vicepresidente, ruolo in cui ha dimostrato competenza e dedizione. Confidiamo che, sotto la sua guida, Assica possa affrontare con successo le sfide che riguardano l’intera filiera delle carni e dei salumi”. Lo dichiara in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Calderone (Assica): dazi Cina su carni suine no effetti su Italia

Calderone (Assica): dazi Cina su carni suine no effetti su ItaliaRoma, 19 giu. (askanews) – “Partendo dal presupposto che le guerre commerciali sono spesso negative per l’economia in generale e non solo per i partner commerciali che le ingaggiano, in quanto alterano le regole del gioco degli scambi globali, l’eventuale decisione cinese di imporre dazi sulle importazioni di carni e prodotti suini dall’Unione europea non avrebbe effetti diretti per il nostro Paese”. Lo ha detto Davide Calderone, direttore di Assica, l’associazione industriali delle carni e dei salumi, ad Askanews.


L’assenza di effetti sull’Italia è dovuta al fatto che, già dal gennaio 2022, quando è stato riscontrato il primo caso di PSA in un cinghiale nel territorio dell’Italia continentale, le Autorità cinesi hanno bloccato l’importazione di tutti i prodotti suini dall’Italia”. Ad oggi, tra i grandi esportatori europei di prodotti suini che hanno accesso al mercato cinese ci sono Spagna, Francia, Danimarca e Olanda, “che sarebbero senz’altro colpiti dall’imposizione di ulteriori barriere tariffarie poiché la Cina rappresenta un fondamentale mercato di destinazione per i prodotti suini europei”, spiega il direttore generale di Assica.


Prima della chiusura totale, nel 2021 l’Italia aveva esportato circa 21.000 tonnellat di carni suine fresche e congelate (+23% rispetto al 2020), pari a oltre 60 milioni di euro. “Ed è un dato importante – rileva Calderone – se consideriamo che l’avvio delle nostre esportazioni di carni suine verso la Cina era stato autorizzato solamente nel 2019, dopo 15 anni di trattative tra le autorità italiane e quelle cinesi”. Ieri, 18 giugno, l’assemblea di Assica, svoltasi a Bologna ha eletto all’unanimità Lorenzo Beretta alla presidenza. Beretta, più volte vicepresidente dell’associazione, raccoglie il testimone da Francesco Pizzagalli. E, tra i temi caldi che il settore si troverà ad affrontare nel breve termine, c’è il forte incremento dei costi industriali e della materia prima (nazionale ed estera) e la PSA, che non accenna ad essere risolta, e sta avendo gravissime ripercussioni sull’export dei prodotti verso i Paesi terzi.

Fiiaf (Confagri) e La Sapienza per valorizzazione aree interne

Fiiaf (Confagri) e La Sapienza per valorizzazione aree interneRoma, 19 giu. (askanews) – Le aree interne, che coprono più della metà del Paese, potrebbero diventare decisive per vincere le sfide future delle imprese agricole familiari. Ne sono convinte FIIAF e Università La Sapienza, che hanno presentato a Palazzo della Valle un progetto per formare manager d’area con l’obiettivo di promuovere le potenzialità di questi territori e dei borghi rurali, favorendone la competitività.


L’accoglienza sarà la chiave di volta per sviluppare tali aree contrastando in maniera efficace e sistematica, nel medio periodo, l’abbandono. “L’agricoltura deve rispondere alla richiesta crescente di politiche di sostenibilità e di salvaguardia del patrimonio ambientale”, ha detto Annamaria Barrile, direttore generale di Confagricoltura, che ha aggiunto: “Punto di forza di questo progetto è il coinvolgimento delle aziende agricole familiari insieme ad altri stakeholders per rivitalizzare il territorio”. Le aree interne coprono più della metà del Paese, comprendono più del 50% del totale dei comuni a livello nazionale e vi abitano quasi 13 milioni di persone, che equivalgono al 22% della popolazione italiana.


“Il corso in programma – spiega il presidente FIAF, Carlo Lasagna – forma manager capaci di creare e gestire reti tra diversi soggetti: imprese agricole, agrituristiche, enogastronomiche, artigianali, parchi e istituzioni locali, in grado di dare valore, integrandoli per garantire la promozione dei territori. Siamo orgogliosi di aver lanciato insieme all’Università La Sapienza questo progetto che ha individuato nell’accoglienza rurale il mezzo per preservare le identità delle comunità locali, creare sinergie, evitando così l’abbandono delle aree interne”. “Da sempre sosteniamo che fuori dalle città ci sono sempre le imprese agricole, che sono il presidio naturale sia per il territorio che per la tenuta sociale e producono quelle eccellenze apprezzate in tutto il mondo. Presentiamo il nostro modello per le aree interne, aree collinari e montane, zone difficili, per favorire la costruzione di un legame, anche comunicativo, tra città e campagna. Questo progetto così importante di valorizzazione fortemente voluto dalla FIIAF – ha concluso il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -, ha un valore economico per le imprese e per il Paese, con una valenza soprattutto sociale”.


Alla presentazione sono intervenuti, il presidente Agriturist, Augusto Congionti, insieme ai docenti della Sapienza Lorenzo Maria Donini e Luca Reitano, al segretario generale FIIAF Carlo Rosati e a Silvia Piconcelli della Direzione Politiche sviluppo sostenibile di Confagricoltura.

Mostre, da domani al Maxxi la monografica su Giovanni Anselmo

Mostre, da domani al Maxxi la monografica su Giovanni AnselmoRoma, 19 giu. (askanews) – Apre domani al Maxxi di Roma la mostra “Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte” in collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao.


L’esposizione, a cura di Gloria Moure, è un focus completo sulla ricerca di Anselmo, nonché l’ultima da lui progettata prima della sua scomparsa lo scorso dicembre e, per questo motivo, costituisce una parte importante della sua eredità artistica. Un viaggio nella carriera di Giovanni Anselmo dagli anni Sessanta a oggi per raccontare l’approccio creativo di un artista che ha indagato attivamente e con grande sensibilità le energie, le forze e le dinamiche che governano l’universo. Tra il visibile e l’invisibile, le trenta opere in mostra che provengono in gran parte dalla collezione dell’artista e da importanti collezioni private di tutta Europa, restituiscono al pubblico il ritratto di un artista legato al gruppo dei Poveristi, ma che al contempo ha saputo smarcarsi da qualsiasi etichetta creando il proprio alfabeto artistico, che nella fisicità, nei concetti di spazio e di tempo nonché nell’ampia gamma di mezzi ed elementi adoperati ha trovato la sua identità .


“Dopo la grande collettiva Ambienti 1956 – 2010, che proprio in questi  giorni ha raggiunto un record di presenze affermandosi come la mostra d’arte del MAXXI più visitata di sempre, siamo certi che anche questa monografica, dedicata a un artista straordinario come Anselmo, incontrerà l’entusiasmo del nostro pubblico. Proseguiamo così una nuova stagione, iniziata sotto i migliori auspici e nel segno di prestigiose collaborazioni con altre istituzioni culturali in Italia e nel mondo, che – come il Guggenheim Bilbao in questa occasione – sempre più spesso scelgono di affiancare il loro nome a quello del Museo nazionale delle arti del XXI secolo”, dice Alessandro Giuli, Presidente Fondazione MAXXI.

Giulio Regeni nel video con l’ambulante che lo denunciò agli 007 egiziani: sono qui solo per la ricerca

Giulio Regeni nel video con l’ambulante che lo denunciò agli 007 egiziani: sono qui solo per la ricercaRoma, 19 giu. (askanews) – Nuova udienza nell’aula bunker di Rebibbia, del processo per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore trovato senza vita il 3 febbraio 2016 in Egitto. Imputati sono quattro ufficiali egiziani della National Security. “Voglio che il sindacato possa tirare fuori dei guadagni e io sono in Egitto solo per la ricerca e non decido sui soldi”. Così ha detto Giulio Regeni la sera del 7 gennaio 2016, parlando con il rappresentate del sindacato degli ambulanti del Cairo, Said Abdallah, che con una telecamera nascosta nella camicia ha ripreso il dialogo con il ricercatore friulano. Oggi quel video, nella sua interezza, è stato fatto vedere in aula, nell’ambito del processo.


Il lungometraggio, di oltre due ore, tutto in soggettiva circostanzia i contatti tra Abdallah e gli agenti della National Security prima e dopo l’incontro con Regeni. Al centro del dialogo tra il sindacalista e lo studioso dell’università di Cambridge è il progetto da 10 mila sterline finanziato dalla fondazione britannica Antipode e che era stato individuato da Giulio. “Cosa sarebbe questa proposta – interroga Abdallah – non capisco di cosa si tratta. L’unica cosa che capisco è che ci sono 10 mila sterline. Bisogna stare attenti per non finire in galera”. Regeni risponde che i soldi devono essere “investiti in qualche progetto, qualsiasi progetto non governativo ma affidato ai privati”. Quando Abdallah aggiunge ‘Bisogna stare attenti a parlare di queste cose perché si finisce in galera’ sembra quasi voglia avvertire il suo interlocutore. Ma pochi minuti dopo lo stesso Abdallah chiama uno degli 007, imputato nel processo e spiega: “Ho parlato con il ragazzo, ho paura che il video potrebbe cancellarsi, ditemi cosa devo fare. Vengo da voi”.


L’avvocata della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini, poco prima dell’udienza, accanto ai genitori di Giulio, i signori Claudio Regeni e Paola Deffendi, aveva annunciato la proiezione: “Oggi dovrebbe essere proiettato il video in cui Giulio parla con il venditore ambulante Abdallah, che poi lo denuncia alla National Security egiziana dopo aver ripreso tutta la scena e aver cercato di far cadere in trappola, più volte, Giulio. Giulio però non cade mai nei tranelli dell’ambulante e anzi è sempre molto didattico nelle sue risposte”. “È chiaro dal video che parlano due lingue diverse – ha aggiunto – non solo perché non si capiscono, Giulio parla un arabo classico e Abdallah il dialetto egiziano che Giulio stava imparando; quindi non si capiscono anche perché hanno intenti diversi: Giulio è lì per aiutare e Abdallah è lì per poi consegnarlo alla National Security”.