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Autore: Redazione StudioNews

Banco Bpm: il Credit Agricole si rafforza al 15,1% ma esclude un’Opa

Banco Bpm: il Credit Agricole si rafforza al 15,1% ma esclude un’OpaMilano, 6 dic. (askanews) – Si accende la battaglia attorno a Banco Bpm. Il Credit Agricole, già primo azionista, rafforza la presa, portando la sua posizione complessiva al 15,1% nel capitale della banca italiana, su cui la scorsa settimana Unicredit aveva lanciato a sorpresa un’Ops. Una mossa che, al momento, sembra essere più “difensiva” che di sfida, visto che i francesi hanno dichiarato di non intendere lanciare un’Opa su Banco Bpm.


Il Credit Agricole ha sottoscritto contratti derivati relativi al 5,2% del capitale, che potranno avere regolamento in azioni una volta ottenute le necessarie autorizzazioni regolamentari. Considerata la partecipazione già detenuta, pari al 9,9%, la complessiva partecipazione aggregata nell’istituto guidato da Giuseppe Castagna sale al 15,1%. Il Credit Agricole presenterà istanza presso l’Autorità di vigilanza per essere autorizzata a incrementare la propria quota al di sopra della soglia del 10% del capitale e sino al 19,99%. L’operazione, spiegano i francesi, “è coerente con la strategia di Crédit Agricole quale investitore e partner di Banco Bpm, rafforza le partnership industriali in essere nel settore del credito al consumo e della banca-assicurazione, nonché testimonia l’apprezzamento per le qualità intrinseche di Banco Bpm, come una solida posizione di mercato e positive prospettive finanziarie”.


Lo scorso 25 novembre, Unicredit ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria su Banco Bpm da oltre 10 miliardi, interamente in azioni, e alcune indiscrezioni riferivano che Andrea Orcel avesse lanciato l’Ops proprio temendo il rafforzamento dei francesi, che tra l’altro, tramite Amundi, sono partner di Unicredit nel risparmio gestito. L’offerta è stata nettamente bocciata l’indomani dal cda di Banco Bpm, che ha giudicato le condizioni “del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia, non riflettendo in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti della banca”. Il rapporto di concambio è stato fissato a 0,175 azioni di nuova emissione di Unicredit per ogni azione Banco Bpm, pari a un prezzo implicito di offerta di 6,657 euro per azione e un premio di solo lo 0,5% rispetto ai prezzi ufficiali del 22 novembre. Anche il mercato, portando il titolo Banco Bpm sui massimi fino a 7,51 euro (chiusura odierna), ha giudicato fin da subito troppo basso il prezzo messo sul piatto da Orcel, scommettendo su futuri rilanci. Ora la partita si riapre con la mossa dei francesi.

Banco Bpm: il Credit Agricole sale al 15,1% del capitale

Banco Bpm: il Credit Agricole sale al 15,1% del capitaleMilano, 6 dic. (askanews) – Il Crédit Agricole sale al 15,1% di Banco Bpm, dalla precedente quota del 9,9%, e lancia così la sfida a Unicredit.


“Crédit Agricole – si legge in una nota del gruppo francese – ha notificato all’Autorità italiana e a Banco Bpm la stipula di strumenti finanziari relativi al 5,2% del capitale sociale di Banco Bpm, che potranno essere fisicamente regolati previa autorizzazione regolamentare. Considerando la quota del 9,9% già detenuta, la conseguente posizione aggregata in Banco Bpm notificata dal Crédit Agricole ammonta al 15,1%”. Il Crédit Agricole chiederà l’autorizzazione all’autorità di vigilanza per aumentare la propria partecipazione in Banco Bpm oltre il 10% e fino al 19,99%.


L’operazione, spiega la banca francese, “è coerente con la strategia del Crédit Agricole di investitore e partner di lungo periodo del Banco Bpm: rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori, e sottolinea l’apprezzamento del Crédit Agricole per le qualità intrinseche del Banco Bpm, ovvero un solido business franchise con prospettive finanziarie positive”.

Le Fonti Awards 2024: il settore delle energie rinnovabili protagonista

Le Fonti Awards 2024: il settore delle energie rinnovabili protagonistaRoma, 6 dic. (askanews) – Nato per celebrare le aziende e i professionisti che si sono distinti per innovazione, leadership e impegno verso la sostenibilità, il premio Le Fonti Awards2024 rappresenta uno dei riconoscimenti internazionali più prestigiosi. L’evento ha visto la premiazione delle realtà italiane che, con il loro lavoro, contribuiscono al progresso del Paese e affrontano con determinazione le sfide globali. Organizzato dalla televisione in live streaming Le Fonti, che da anni si dedica a temi economici e legali, l’iniziativa ha messo in luce le eccellenze che guidano il cambiamento.


Tra i settori premiati, le energie rinnovabili hanno avuto un ruolo di primo piano, evidenziando l’importanza di un futuro sempre più verde e sostenibile. In questo contesto, spicca IMC Holding, che ha ricevuto il prestigioso premio come “Eccellenza dell’Anno Innovazione & Leadership Energie Rinnovabili”, un riconoscimento che consolida ulteriormente il suo ruolo di leader nel settore. Per il quarto anno consecutivo, l’azienda, proprietaria del marchio Fotovoltaico Semplice, è stata premiata per il suo costante impegno nell’innovazione tecnologica e nella promozione di soluzioni energetiche sostenibili, che stanno contribuendo in modo concreto alla transizione ecologica dell’Italia. IMC Holding si è infatti distinta per la sua capacità di unire tecnologie avanzate e attenzione alla sostenibilità, mettendo a disposizione soluzioni che riducono l’impatto ambientale e favoriscono la crescita di un’economia verde. Il suo approccio innovativo ha fatto dell’energia solare un’opportunità concreta per chi desidera un futuro più pulito e responsabile. “Ricevere questo premio per il quarto anno consecutivo è un riconoscimento che ci riempie di soddisfazione e orgoglio”, afferma Daniele Iudicone, CEO di IMC Holding. “Grazie all’impegno del team, alla capacità di innovare e alla continua attenzione verso i clienti, siamo riusciti a mantenere una crescita costante nel tempo, cercando sempre di fare meglio, nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato gli ultimi anni. L’obiettivo che ci poniamo è contribuire a rendere l’Italia un Paese più sostenibile, puntando principalmente sulle energie rinnovabili. Questo premio è il risultato del lavoro di tutti i membri della nostra squadra.”


Il prestigioso riconoscimento rafforza ulteriormente la posizione di IMC Holding come leader nel settore delle energie rinnovabili. Questo premio evidenzia il continuo impegno dell’azienda nel promuovere una trasformazione ecologica e tecnologica, contribuendo al progresso dell’Italia verso un futuro più sostenibile. IMC Holding si dedica con determinazione alla diffusione delle energie rinnovabili per ridurre l’impatto ambientale, consolidandosi così come punto di riferimento nel settore. “L’obiettivo rimane quello di costruire un Paese più verde, innovativo e responsabile”, conclude Daniele Iudicone

”Fotonica”, a Roma l’ottava edizione del festival di arte digitale

”Fotonica”, a Roma l’ottava edizione del festival di arte digitaleRoma, 6 dic. (askanews) – Dal 13 al 21 dicembre Roma si accende con l’ottava edizione di Fotonica, uno degli eventi più importanti nel panorama internazionale delle Audio Visual Digital Arts che ogni anno porta nella Capitale le più avanzate forme d’arte in cui è centrale l’elemento della luce.


Installazioni ad alto impatto visivo e sensoriale, performance audio-video realizzate live, musica elettronica, video mapping futuristici, workshop per tutte le età, residenze artistiche e simposi: Fotonica celebra l’arte digitale e la sperimentazione audiovisiva presentando le migliori esperienze mondiali e contribuendo alla creazione di un network globale che raduna le più importanti realtà del settore. Il Festival prodotto da Flyer riconferma come sede d’eccezione l’Accademia d’Ungheria in Roma di via Giulia 1 e, novità di questa edizione, si sposta nel quartiere Alessandrino in una location avveniristica di ultima generazione: il Chromosphere Dome in via Casilina 1011, un’enorme cupola, solitamente utilizzata in campo astronomico e in particolare nei planetari, che avvolge il pubblico con suoni e immagini da ogni direzione, garantendogli una reale quanto rara esperienza immersiva a 360 gradi.


Fiore all’occhiello di Fotonica i live audio video di otto artisti di fama internazionale che apriranno e chiuderanno il Festival: Lydia Yakonowsky (Canada), VJ Spetto (Brasile), Ployz (Germania) Monocolor (Austria), Damiano Simoncini | Levi & Cristina Angeloro (Italia) Kati Katona (Ungheria), Milian Mori (Svizzera), Touchy Toy Collective (Italia) Konx-om-Pax (Uk) che si alterneranno nei giorni di venerdì 13, sabato 14, venerdì 20 e sabato 21 dicembre, dalle 21 a mezzanotte. Con un’attenzione particolare alla parità di genere (50% di artiste e artisti sono donne), Fotonica ospita 71 artisti e artiste provenienti da 19 paesi, (Austria, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Giappone, Messico, Polonia, Romania, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti) per un totale di 49 eventi tra Fulldome, AV Performance, Workshop per adulti e bambini, Residenze Artistiche, Installazioni Luminose, Simposi, Videomapping, VJ Set, DJ Set e Lecture.


Dal 13 al 21 dicembre, tutti i giorni dalle 11 alle 17, nel Chromosphere Dome si susseguiranno le opere video dedicate a bambini e bambine, mentre sempre per i più piccoli il 15 dicembre in programma 2 workshop che stimolano la loro creatività come: “Fulldome for kids” dove i bambini con la loro manualità trasformeranno i loro schizzi in visualizzazioni animate proiettate sulla cupola grazie a tecniche digitali, e “Recycled paper spheres” con cui si cimenteranno nella decorazione di palline in carta riciclata. Dalle 17 in poi, l’esterno della cupola ospiterà gli spettacolari video mapping di un peso massimo delle arti digitali come DeRe dal Michigan e i lavori finali delle residenze artistiche e dei workshop per adulti e bambini a cura di Naba, FLxER e Fusolab, mentre all’interno della cupola, parallelamente, saranno proiettate le opere video dei più autorevoli artisti internazionali destinate a un pubblico adulto: dal Giappone Yuri Urano e Manami Sakamoto, dalla Cina Te-Hsing Lu e Calvin Sin, dalla Polonia Ari Dykier, dalla Germania Sergey Prokofyev, dalla Grecia e dal Regno Unito Uncharted limbo Collective, e infine dalla Francia Milkorova, Sandrine Deumier, François Vautier, Flore e Sébastien Labrunie.


Per gli adulti il 14 dicembre sarà possibile partecipare al talk “Amplifying Sustainability” a cura di Nuva, e al workshop a seguire, con esperti, partner e organizzatori di eventi Chromosphere Fulldome per esplorare l’impatto ambientale delle arti performative, enfatizzando la necessità di pratiche sostenibili, e all’incontro con i partner del progetto Creative Europe Chromosphere che permetterà di interagire con i rappresentanti di organizzazioni europee che operano nell’ambito delle arti di digitali: Flyer New Media (Italia) Athens Digital Arts Festival (Grecia), Photon (Polonia), Fonix (Ungheria), AADN (Francia) e Art Mirror (Romania). Fotonica inaugura venerdì 13 dicembre all’Accademia d’Ungheria in Roma con Modulator V3, installazione del celebre artista ungherese Dávid Ariel Szauder, ispirata all’iconico “Light Prop for an Electric Stage” (1930) della figura di spicco del Bauhaus László Moholy-Nagy. L’opera concepita da László Moholy-Nagy e progettata dall’architetto István Sebok era originariamente intesa come un “dispositivo sperimentale per la pittura della luce” con la possibilità di utilizzare informazioni raccolte da vari campi dell’arte per creare molteplici installazioni multimediali in una. Attingendo al prototipo originale Szauder crea una performance interattiva arricchita da un’esperienza uditiva che risponde all’ambiente di luci e ombre creato dal movimento della scultura. L’opera sarà visitabile tutti i giorni dalle 11 alle 19. L’opening del Festival e della mostra si terrà alle 18 e sarà preceduto da un talk con con Dávid Ariel Szauder, Szabolcs Vida, direttore del museo Light Art Museum Budapest e i partner del Progetto Creative Europe Chromosphere. Dalle 17 in poi l’interno della cupola sarà invaso dalle opere video di artisti internazionali riconosciuti a livello mondiale tra cui: Yuri Urano e Manami Sakamoto che presentano “Metaract”dove musica elettronica e visual dinamici creano un’esperienza multisensoriale che immerge il pubblico in un mondo di suoni ipnotici e immagini astratte per esplorare la dualità tra analogico e digitale; Te-Hsing Lu e Calvin Sin che con “4993 Feet Under”, con un approccio documentaristico ibrido, permettono al pubblico di intraprendere un viaggio toccante, assistendo agli ultimi momenti di una balena morente che scende a 4993 piedi sotto la superficie, nel punto in cui è avvenuto il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon; Milkorova che con “Tidal echoes” cattura l’essenza dei paesaggi marini attraverso una personale interpretazione che fonde visioni astratte con paesaggi sonori naturali grazie all’uso delle nuove tecnologie. Così, gli elementi visivi si sviluppano dinamicamente riflettendo i movimenti fluidi delle onde oceaniche e coinvolgendo il pubblico in un’esperienza sensoriale totale. Contemporaneamente, l’esterno della cupola verrà animato con proiezioni spettacolari. Di particolare rilievo è l’opera “The Great Shifter” di DeRe che trasformerà la struttura esterna del Chromosphere Dome in una tela luminosa che racconta l’evoluzione delle città moderne attraverso visual futuristici e suoni industriali.

Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande Brera

Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande BreraMilano, 6 dic. (askanews) – Dopo 52 anni si è finalmente realizzato l’ampliamento della Pinacoteca di Brera di Milano con l’apertura di Palazzo Citterio, che ospiterà oltre 200 opere moderne e mostre temporanee. In qualche modo il dicembre del 2024 vede la realizzazione di un sogno lungamente coltivato dall’ex direttore Franco Russoli a partire dagli anni Cinquanta. Ma cosa vedremo a Palazzo Citterio? “Innanzitutto – ci ha risposto Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense – esposte in maniera straordinaria le grandi collezioni del Novecento, la Jesi e la Vitali con capolavori assoluti dell’arte italiana internazionale del primo Novecento, quindi Modigliani, Boccioni, una serie di Morandi davvero straordinari ma anche Carrà, Picasso, Braque e poi spazio anche alle mostre temporanee perché questo palazzo ci permetterà di avere degli spazi belli per mostre interessanti”.


La “Grande Brera” vuole ora essere un ecosistema che unisce la Pinacoteca, l’Accademia, il Giardino botanico e l’Osservatorio, e ora anche Palazzo Citterio. “Riusciamo oggi – ha aggiunto la vicedirettrice Chiara Rostagno – a dare una dimostrazione anche della volontà che si sono susseguite in questi 52 anni di cui noi siamo stati in qualche modo i privilegiati che hanno potuto portare a compimento questa grande opera. Siamo quindi debitori comunque di tutti quelli che ci hanno preceduti. Oggi apriamo una parte importante della nostra Pinacoteca, questo Palazzo Citterio che avvicina molto alla Milano d’oggi, all’Italia d’oggi, un’istituzione culturale come la nostra Pinacoteca”. Oltre alle grandi collezioni novecentesche, Palazzo Citterio ospita anche mostre temporanee e per l’inaugurazione il pubblico potrà visitare quella site-specific dedicata a Mario Ceroli con dieci lavori inediti e quella sulla comunità di arti e scienze della Grande Brera, curata da Luca Molinari.


Atro elemento importante è la collaborazione con l’architetto Mario Cucinella, che ha realizzato diversi interventi negli spazi espositivi, a partire dal tempietto in legno che accoglie le persone all’ingresso del palazzo. “Il tempietto – ci ha detto – è un modo per collegarsi anche a uno degli ultimi quadri della Pinacoteca, dove c’è lo sposalizio della Vergine di Raffaello, dove si vede questo tempio bramantesco. E poi, insomma, è anche un ricordo di Bramante a Roma, la costruzione di un piccolo tempietto all’interno di un cortile, in una visione contemporanea. Mi sembrava che fosse anche un modo per raccontare, nel momento in cui si aprono le porte dopo tanti tanti anni a Palazzo Citterio, che questo stesso palazzo continua la tradizione di inserti di architettura contemporanea, quindi questo è un po’ un dialogo tra la città, la storia della città e la contemporaneità”. Insomma, la macchina della Grande Brera si sta mettendo in moto. Il lavoro di anni giunge a un nuovo punto di partenza dopo un percorso non facile. “Sono precipitato dentro in una macchina molto complessa, abbiamo avuto tantissimi problemi – ha concluso Angelo Crespi – ma non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo, ho focalizzato l’obiettivo e devo dire che in parte mi ascrivo il merito, in parte è anche una questione secondo me di spirito dei tempi, era il momento giusto, tutto concordava perché potessimo arrivare a questa apertura”.


Il resto lo potrà dire solo il tempo.

Ue, la scommessa (sbagliata) di Socialisti e Liberali contro Fitto

Ue, la scommessa (sbagliata) di Socialisti e Liberali contro FittoRoma, 6 dic. (askanews) – La nuova Commissione von der Leyen ha cominciato finalmente a lavorare, ma restano più forti che mai i dubbi sulla tenuta della “maggioranza europeista” (Ppe, S&D, Renew, spesso con l’appoggio dei Verdi) che aveva garantito all’esecutivo comunitario, negli ultimi cinque anni, la possibilità di portare a termine una serie impressionante di atti legislativi, soprattutto nell’ambito del Green Deal. Ma sono proprio i risultati di quello sforzo legislativo senza precedenti – se si esclude il periodo glorioso dell’unificazione del mercato comune e della costruzione della moneta unica sotto la guida di Jacques Delors – che ora vengono rimessi in questione dalla possibile maggioranza alternativa di destra che il Ppe sembra intenzionato a tenere in riserva, pronto a ricorrervi quando lo deciderà, per far passare, con il sostegno dell’estrema destra, direttive, regolamenti ed emendamenti inaccettabili per il centro-sinistra.


Dopo un primo tentativo, fallito grazie all’opposizione degli Stati membri, di modificare il regolamento già adottato contro la deforestazione, il Ppe ci riproverà a breve, con il regolamento che prevede entro il 2035 l’azzeramento delle emissioni di CO2 dagli autoveicoli immessi sul mercato. In questo caso, c’è già un numero consistente di Stati membri, con l’Italia in prima fila, che sollecita una vistosa retromarcia sugli obiettivi obbligatori di riduzione delle emissioni delle auto, a partire da quelli già fissati per il 2025. “Non possiamo inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione economica”, ripete spesso la premier. Giovedì 5 dicembre, Matteo Salvini, a Bruxelles per il Consiglio Trasporti dell’Ue, ha attaccato von der Leyen per aver proposto il “tutto elettrico dal 2035. Che è solo un enorme regalo alla Cina e un suicidio economico, ambientale, sociale e industriale” per l’Europa. “Chi continua a sostenere che bisogna mettere al bando i motori a benzina o diesel, o è ignorante, o è matto, o è al libro paga di qualcun altro che non vive in Europa. Non ci sono altre soluzioni”, ha detto ancora il leader della Lega, secondo cui von der Leyen nei suoi primi cinque anni di mandato “ha commesso un errore clamoroso, oggettivo, devastante, evidente”. Ma, ha aggiunto, “conto che nei prossimi cinque anni cambi verso. Il gruppo dei ‘Patrioti’ (la formazione di estrema destra al Parlamento europeo, di cui fa parte la Lega, ndr) sarà determinante per diverse votazioni e per molti dossier in Parlamento europeo, a differenza di quello che eravamo cinque anni fa”, ha concluso Salvini.


C’è da chiedersi se l’annunciato pacchetto legislativo del “Clean Industry Act”, che sarà presentato dalla nuova Commissione, più che una prosecuzione del Green Deal non possa configurarsi come un’occasione per rimettere mano a diverse parti della legislazione già adottata nella scorsa legislatura: come, appunto, le norme sulle emissioni delle auto, e poi magari anche il mercato dei permessi di emissioni (Ets) che è stato riformati e allargato a nuovi settori, nonché i nuovi “dazi climatici” (Cbam) all’importazione di energia, acciaio, prodotti chimici, cemento e fertilizzanti, che entreranno in vigore gradualmente a partire dal 2028. A parte il Green Deal, inoltre, è noto che la nuova Commissione presenterà nei prossimi mesi due nuove proposte legislative sull’immigrazione: una nuova “direttiva rimpatri”, e una lista comune dei “paesi terzi sicuri” in cui potranno essere deportati dall’Europa i migranti senza diritto d’asilo e in attesa di rimpatrio, e forse anche quelli che avrebbero diritto alla protezione internazionale nell’Ue. È altamente probabile che queste misure trovino una netta opposizione da parte del centro-sinistra nel Parlamento Europeo, e che passino alla fine con l’appoggio della “maggioranza Venezuela”, ovvero con un accordo tra il Ppe e i conservatori dell’Ecr di Giorgia Meloni, sostenuto dai due gruppi dell’estrema destra, Esn e “Patrioti”.


La seconda Commissione von der Leyen si troverà probabilmente a scendere a patti sulle normative europee con chi non crede all’integrazione europea e aspetta solo l’occasione giusta per smantellare l’Europa comunitaria e sostituirla con “l’Europa delle nazioni”, a legiferare sul Green Deal con l’appoggio di chi si oppone al Green Deal, e sull’immigrazione con chi non riconosce in pieno i diritti basilari degli immigrati e il diritto d’asilo. I veri europeisti, insomma, finiranno con il ritrovarsi all’opposizione della Commissione e in minoranza nelle altre istituzioni europee, in Parlamento e in Consiglio, dove i governi sono ormai sempre più di centro destra. Invece di costruire una coalizione basata su un programma di compromesso comune, von der Leyen ha assunto come proprio l’intero programma del Ppe, comprese le sue parti che gli altri membri della vecchia “maggioranza Ursula” non possono accettare. Come è stato possibile? Dove hanno sbagliato i gruppi del centro-sinistra, i Liberali di Renew, i Socialisti e Democratici, i Verdi? Avrebbero potuto chiedere a von der Leyen un impegno chiaro e preciso: quello di esercitare il potere della Commissione di ritirare le proprie proposte legislative se e quando dovessero essere approvate con il sostegno dell’estrema destra, con modifiche che ne comprometterebbero l’integrità, stravolgendone gli obiettivi. Ma nessuno di questi gruppi ha posto questa condizione alla presidente della Commissione, prima di eleggerla per il suo secondo mandato, a luglio, né al momento del voto di fiducia al nuovo esecutivo comunitario. I tre gruppi hanno preferito, invece, concentrarsi sulla richiesta di togliere la vicepresidenza esecutiva attribuita a Raffaele Fitto, come se quello fosse il problema, come se avere Fitto come semplice commissario fosse una garanzia sufficiente a scongiurare il ripetersi della “maggioranza Venezuela” durante il processo legislativo. Privare il commissario italiano del suo ruolo di vicepresidente non sarebbe bastato comunque, ma il centro-sinistra e i Verdi non hanno ottenuto nulla. di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Ue, Von der Leyen taglia i portavoce, aumenta controllo sulla comunicazione

Ue, Von der Leyen taglia i portavoce, aumenta controllo sulla comunicazioneRoma, 6 dic. (askanews) – Il primo atto concreto della nuova Commissione europea è stato, il giorno dopo la sua entrata in funzione il primo dicembre, la presentazione alla stampa del nuovo servizio dei portavoce, guidato dalla portoghese Paula Pinho. La grande novità sta nel numero ridotto dei portavoce veri e propri, quelli che parlano dal podio in sala stampa durante i briefing dell’esecutivo comunitario. Saranno 14 in tutto, ma in realtà solo 11 con specializzazioni tematiche precise, perché due di essi sono i vice della numero uno Paula Pinho, con compiti di coordinamento generale.


Von der Leyen ha portato alle estreme conseguenze una trasformazione “presidenzialista” che era già cominciata nel 2014, con la commissione di Jean-Claude Juncker, per iniziativa del suo capo di gabinetto, il tedesco Martin Selmayr. Fino ad allora, c’era un portavoce per ogni commissario europeo, più alcuni “coordinatori”. Selmayr spezzò il legame che univa ciascun portavoce al “proprio” commissario e al suo gabinetto (e alle direzioni generali di sua competenza), e rese il servizio dipendente direttamente e pressoché unicamente dalla presidenza della Commissione. Negli ultimi dieci anni, comunque, era rimasto in voga il sistema che assegnava la competenza per un portafoglio (raramente due, ma collegati tra loro) a ogni portavoce. In questo modo, ognuno di loro era, o diventava presto, specializzato nei temi da trattare con la stampa. Con la nuova Commissione, invece, 11 persone si dividono le competenze per i portafogli di 26 commissari, secondo una logica dei “cluster” che riproduce in gran parte le nuove divisioni del lavoro stabilite dall’onnipotente capo di gabinetto di von der Leyen, Bjoern Seibert, tedesco anche lui.


Ad esempio, il portavoce Maciej Berestecki, che si occuperà delle competenze di Raffaele Fitto (Coesione e Riforme), sarà responsabile anche per la comunicazione riguardo ai portafogli dei tre commissari che il vicepresidente esecutivo italiano avrà il compito di coordinare: Pesca, Agricoltura e Trasporti. Un altro portavoce, Olof Gill si occuperà di Sicurezza economica, Commercio, Dogane, Servizi finanziari, Relazioni interistituzionali. Anna-Kaisa Itkonen risponderà sulle Politiche climatiche, Energia, Politica degli alloggi, Ambiente e Tassazione. Markus Lammert sarà competente per Affari interni, Democrazia, Giustizia, Stato di diritto. E Lea Zuber per la Concorrenza, il Mercato interno e la Strategia industriale.


Sono solo alcuni esempi, che rendono bene l’idea della grande complessità dei compiti per ciascuno di questi portavoce. I quali non potranno più partecipare (come succedeva in passato) alle riunioni dei gabinetti di tutti i commissari responsabili delle competenze loro assegnate. E meno conosceranno in profondità i temi sui quali dovranno rispondere alla stampa (di cui a volte non si sono mai occupati finora), più si atterranno alla “line to take”, fissata nelle dichiarazioni scritte fornite loro dai servizi, e spesso direttamente dal gabinetto di von der Leyen.

Ue, se la Finlandia sembra il paradiso della stampa

Ue, se la Finlandia sembra il paradiso della stampaRoma, 6 dic. (askanews) – Una boccata d’aria fresca arriva dalla Finlandia per i “chigisti” – i giornalisti italiani che seguono Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio – abituati a lottare contro agende che (quando ci sono) cambiano continuamente e informazioni con il contagocce, che costringono non di rado a mettere in piedi trasferte all’ultimo momento, e spesso a cambiarle e smontarle. Con grande affanno e dispetto per uffici viaggi e amministrazioni, di fronte a biglietti aerei, prenotazioni alberghiere e denaro buttati.


Si diceva della Finlandia. Giorgia Meloni sarà a Saariselka in Lapponia il 21 e 22 dicembre per il primo vertice europeo Nord-Sud, presenti oltre al padrone di casa Petteri Orpo, i colleghi di Svezia Ulf Kristersson e Grecia Kyriakos Mitsotakis, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza Kaja Kallas. Nel pomeriggio di lunedì 2 dicembre da Palazzo Chigi arriva un “off” in cui si annuncia la partecipazione della premier e si danno, oltre a un breve contesto, informazioni su luogo del summit, aeroporto più vicino, temperature medie e la dicitura che “non sono ancora disponibili info riguardo accrediti ed eventuale presenza di un media center”. Il buon chigista si dà quindi da fare per trovare i voli (qualcuno partirà da Bruxelles, altri da Roma) e un hotel in una località piccola, con poche strutture e peraltro in altissima stagione, ché questo è il paese di Babbo Natale. In quattro e quattr’otto la logistica è sistemata, a caro prezzo visto che così all’ultimo momento tanto il costo degli aerei quanto quello degli hotel è alle stelle. Manca da definire la questione, non secondaria, di un accredito da fare. Di cui non si hanno notizie nel palazzo di piazza Colonna. Ma i “chigisti” sono abituati al fai-da-te e allora il 3 vanno sul sito del governo finlandese, trovano una generica mail stampa “info@…” e chiedono informazioni. Tempo poche ore e arriva la risposta da ben due addetti alla comunicazione. Questo il testo:


“Dear XXX, have learned that you have only lately got information about the Saariselka Summit. It will be busy, but I´m sure we can make this work together

Misteriosa malattia in Congo, il team Oms: “Possibile agente patogeno respiratorio”

Misteriosa malattia in Congo, il team Oms: “Possibile agente patogeno respiratorio”Roma, 6 dic. (askanews) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “sta dispiegando esperti per aiutare le autorità sanitarie della Repubblica Democratica del Congo a svolgere ulteriori indagini per determinare la causa di una malattia non ancora diagnosticata che è stata segnalata a Panzi, una località della provincia di Kwango, nel sud-ovest del Paese. Sono in corso esami di laboratorio per determinarne la causa” e, in particolare, “si sta indagando su un agente patogeno respiratorio come l’influenza o il COVID-19 come possibile causa, oltre a malaria, morbillo e altri”.


Gli esperti dell’OMS, fa sapere l’Organizzazione in una nota, “si stanno unendo al National Rapid Response Team e si stanno recando a Panzi”, epicentro dell’epidemia: “Il team comprende epidemiologi, medici, tecnici di laboratorio, esperti di prevenzione e controllo delle infezioni e di comunicazione del rischio. Un primo team locale dell’OMS sta supportando le autorità sanitarie di Kwango dalla fine di novembre per rafforzare la sorveglianza della malattia e identificare i casi”. Gli esperti stanno anche consegnando medicinali essenziali, kit diagnostici e di raccolta campioni per aiutare ad analizzare e determinare rapidamente la causa della malattia: “Il team si concentrerà sul rafforzamento delle misure di risposta, come le indagini epidemiologiche e la raccolta di campioni per i test, la ricerca attiva dei casi, il trattamento e le attività di sensibilizzazione del pubblico. Il team lavorerà anche con i leader delle comunità per sostenere la sorveglianza della malattia e promuovere misure per prevenire l’infezione e per identificare e segnalare ulteriori casi”.


“La nostra priorità è fornire un sostegno efficace alle famiglie e alle comunità colpite. Sono in corso tutti gli sforzi per identificare la causa della malattia, comprenderne le modalità di trasmissione e garantire una risposta adeguata nel più breve tempo possibile”, ha dichiarato il dottor Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’OMS per l’Africa. Secondo il Ministero della Sanità Pubblica del Congo, nella zona sanitaria di Panzi sono stati segnalati finora 394 casi e 30 decessi. I sintomi della malattia includono mal di testa, tosse, febbre, difficoltà respiratorie e anemia. In attesa dei risultati degli esami di laboratorio, la causa non è chiara.


Panzi è una comunità rurale situata a più di 700 km dalla capitale Kinshasa. L’accesso stradale è difficile e la rete di comunicazione è limitata. Finora la malattia è stata segnalata in sette delle 30 zone sanitarie della provincia di Kwango. La maggior parte dei casi è stata segnalata in tre delle sette zone sanitarie colpite. “L’OMS condividerà ulteriori informazioni sugli sforzi per identificare la malattia non appena disponibili”, conclude la nota.

Ue, chi è il nuovo ministro per gli Affari europei Tommaso Foti

Ue, chi è il nuovo ministro per gli Affari europei Tommaso FotiRoma, 6 dic. (askanews) – “A destra da sempre”, sempre ligio alla disciplina di partito, fedelissimo di Giorgia Meloni. Così viene descritto Tommaso Foti, il successore di Raffaele Fitto come ministro per gli Affari europei, il Pnrr e la Coesione. Quasi un “premio alla carriera” per questo orgoglioso piacentino, interista sfegatato, che nella sua lunga carriera politica ha più volte sfiorato incarichi di primo piano, salvo poi restarne escluso. In realtà l’idea di Meloni sarebbe stata quella di tenersi l’interim dei rapporti con Bruxelles, una scelta che però le è stata “sconsigliata” dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (e dagli “appetiti” degli alleati Lega e Forza Italia). Dunque la premier ha messo in atto la tecnica già usata per la successione di Gennaro Sangiuliano: dimissioni di Fitto e nomina immediata di Foti, senza dare spazio a eventuali discussioni interne alla maggioranza.


Nato il 28 aprile 1960, diploma di liceo scientifico, con una buona “familiarità” con l’inglese, Foti (“Masino”, per gli amici) è un parlamentare di lunghissimo corso, con sei legislature alle spalle. Il suo impegno politico, nella regione “rossa” per eccellenza, l’Emilia Romagna, inizia nel “Fronte della gioventù”, l’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano. Il suo primo ispiratore fu Carlo Tassi, deputato missino e avvocato molto apprezzato, ricordato anche per indossare sempre la camicia nera, per una “promessa” – raccontava lui stesso – fatta da bambino a Benito Mussolini. Per il Msi viene eletto nel settembre del 1980 consigliere comunale di Piacenza, ruolo che ricopre fino al 1994. Proprio nel 1994 partecipa alla fondazione di Alleanza nazionale, il partito creato da Gianfranco Fini. Nel 1996 viene eletto in Parlamento e nella primavera del 2009 partecipa alla fondazione del partito unitario del centro-destra Il Popolo della Libertà. Da questo però si stacca nel 2012, quando è tra i fondatori di Fdi, insieme a Meloni, Guido Crosetto, Ignazio La Russa, Fabio Rampelli. Con i Fratelli d’Italia si candida nel 2013, ma non viene eletto (del resto era ancora un ‘partitino’). Eletto invece nel 2018, quando assume l’incarico di vice capogruppo vicario alla Camera, nell’attuale legislatura è stato eletto capogruppo. Fino alla “promozione” a ministro. Descritto come “spigoloso” ma capace di mediazioni al momento opportuno, Foti ha sicuramente l’esperienza per gestire alleati e tecnici con cui avrà a che fare per la gestione del Pnrr e dei fondi di coesione. Quel che manca pare essere invece un profilo di stampo europeo e internazionale e la consuetudine con i meccanismi di Bruxelles. A proposito di Europa, recentemente ha espresso la sua contrarietà al green deal “che rischia di ridurre a ben poco l’industria europea. La rivoluzione verde porterà povertà è disoccupazione. Il buon senso prima delle ideologie suggerisce di fermarsi in tempo”. Così come a una impostazione economica fatta solo di “virgole o logaritmi”. Per questo, prima delle elezioni europee, aveva auspicato “un’alleanza di centrodestra anche in Europa”. Anche quando ci fu da votare in Parlamento la ratifica del Mes (bocciata) aveva espresso la “ferma contrarietà” del partito, anche perchè “se ci viene posto come un prendere o lasciare, più che un trattato o un accordo a me appare come un diktat”.


Pur tenendo uno stile sempre istituzionalmente corretto, ogni tanto gli è scappato qualche ‘scivolone’ come quando il 25 aprile 2020 – nel giorno della festa della liberazione – pubblicò una sua foto in cui indossava una mascherina nera con il motto mussoliniano “Boia chi molla”. Un post che accese le polemiche e portò alcune opposizioni a chiederne le dimissioni. Lui lo rimosse, spiegando di essere stato equivocato e di voler semplicemente intendere che anche quel giorno era regolarmente al lavoro. di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli