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Autore: Redazione StudioNews

Iss: in aumento casi morbillo. Sono 399 da inizio anno, 89% non vaccinati

Iss: in aumento casi morbillo. Sono 399 da inizio anno, 89% non vaccinatiRoma, 23 mag. (askanews) – Nel mese di aprile 2024 sono stati notificati in Italia 145 casi di morbillo, un numero in aumento sia rispetto ai casi registrati a marzo (127), sia a quelli di aprile 2023. Lo afferma l’ultimo bollettino del sistema di sorveglianza epidemiologica nazionale, pubblicato oggi, secondo cui dall’inizio dell’anno sono 399 i casi confermati. “Dal 2023 – scrivono gli esperti del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss -, sono in corso aumenti significativi nel numero di casi e di epidemie di morbillo a livello globale, incluso in diversi Paesi Europei. Anche in Italia, si osserva un notevole aumento dei casi di morbillo nel 2024 , in particolare nei mesi di marzo e aprile 2024, la maggior parte dei quali si è verificata in persone non vaccinate. Circa tre quarti dei casi segnalati nei primi quattro mesi dell’anno sono adolescenti e adulti: questi dati suggeriscono che sono presenti ampie quote di persone suscettibili in queste fasce di età. Preoccupano anche i casi segnalati nei bambini sotto l’anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati che dipendono quindi dalla copertura vaccinale nella popolazione per essere protetti dal morbillo, e i casi tra gli operatori sanitari”.


Ecco le caratteristiche principali dei casi notificati dall’inizio dell’anno. L’età mediana dei casi segnalati è pari a 31 anni (range: 0 – 69 anni). Oltre la metà dei casi (50,9%) ha un’età compresa tra 15 e 39 anni e un ulteriore 25% ha più di 40 anni di età. Tuttavia, l’incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 0-4 anni (83,4 casi per milione). Sono stati segnalati 17 casi in bambini con meno di un anno di età. Lo stato vaccinale è noto per 363 casi dei 399 segnalati (91,0%), di cui 323 casi (89,0%) erano non vaccinati al momento del contagio, 22 casi (6,1%) erano vaccinati con una sola dose, e 14 casi (3,8% ) erano vaccinati con due dosi. Per i rimanenti quattro casi (1,1%) non era noto il numero di dosi effettuate. • Centoventisette casi (31,8%) hanno riportato almeno una complicanza. Le complicanze più frequentemente riportate sono state epatite/aumento delle transaminasi (n=56) e polmonite (n=54). È stato segnalato un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato. Per il 50,1% dei casi (200/399) viene riportato un ricovero e per ulteriori 64 casi una visita in Pronto Soccorso.

”Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini”

”Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini”Roma, 23 mag. (askanews) – Invisibile, eppure così riconoscibile. Henri Cartier-Bresson è una sagoma in controluce mentre parla a Romeo Martinez, direttore della rivista Camera dal 1954 al 1964 e storico della fotografia. Immagini e parole più uniche che rare che riprendono vita nel documentario Rai con testi di Giorgio Bocca e regia di Nelo Risi “Primo piano. Henri Cartier-Bresson e il mondo delle immagini”, andato in onda una sola volta, nel 1964, e riscoperto da Rai Teche e Rai Cultura che lo ripropongono lunedì 27 maggio alle 19.20 su Rai 5 per la serie “Dorian”.


Per tutta l’intervista, Cartier-Bresson – scomparso vent’anni fa – si copre il volto con le mani, rimane nell’ombra, sfugge. Un continuo gioco tra lo scomparire e l’apparire: “Il pubblico – dice – mi vorrà scusare se non lo guardo in faccia, ma il lavoro di cui mi occupo mi costringe a conservare l’anonimato. È un mestiere che si esercita a bruciapelo, prendendo la gente alla sprovvista e dove non è consentito a mettersi in mostra”. Nel dialogo con Martinez, Cartier Bresson – che si definisce un memorialista, più che un reporter – parla del ruolo della fotografia, della responsabilità di chi si occupa di immagini, di rispetto per il soggetto fotografato, di falsificazione e di pubblicità in quella che, sessant’anni fa, definiva – “un’epoca che violenta la natura e disintegra l’immagine”.


Emerge, così, il ritratto di un viaggiatore e di un incredibile narratore del mondo, tra gli anni ’30 e gli anni ’60: ha fotografato la Cina nel 1948 all’arrivo di Mao Zedong e successivamente nel 1958, ed è stato uno degli ultimi reporter ad incontrare e fotografare Gandhi. E poi il Messico, Cuba, ma anche la provincia italiana del primo dopoguerra, di cui sono celebri le sue foto di Scanno che hanno aperto la strada ad un pellegrinaggio di molti fotografi successivi sugli stessi luoghi. E a differenza dell’amico Robert Capa, con cui fonda l’agenzia Magnum, evoca più che documentare, con uno stile che ricorda gli impressionisti e la tradizione pittorica di Cezanne, Degas e Manet. Perché per lui la fotografia è un mezzo per disegnare. Ma c’è anche l’influenza del regista francese Jean Renoir, secondogenito del pittore Pierre-Auguste, per il quale lavora agli inizi come aiuto regista e dal quale apprende come cercare “l’essenza dell’uomo”. Ed è così attuale che già nel 1964 si pone il problema della deontologia e dello svilimento della figura del fotografo nelle riviste da parte di “sfruttatori di immagini avidi e malevoli”. Alla fine, affida infine alla macchina da presa la sua ricetta per la fotografia: “Per me occorre rigore, un certo controllo, una disciplina, dello spirito, una cultura, infine intuizione e sensibilità. Ci vuole anche un certo rispetto per l’apparecchio e per i suoi limiti. Ci vuole occhio, cuore e cervello”.

Dermatologi: è allarme abuso creme antibiotiche. +1/3 infezioni resistenti

Dermatologi: è allarme abuso creme antibiotiche. +1/3 infezioni resistentiRoma, 23 mag. (askanews) – E’ allarme abuso di antibiotici locali in ambito dermatologico: secondo l’ultimo rapporto rilasciato dall’AIFA sull’uso degli antibiotici in Italia, il consumo dei primi 10 antibiotici non sistemici per uso dermatologico è pari a oltre 278 milioni di dosi annue, di cui oltre 168 milioni riguardano il consumo della sola gentamicina, anche associata al cortisone, tra le creme antibiotiche più abusate anche per il fai-da-te. Una nuova emergenza, già sottolineata dall’OMS nel manuale AWaRe del 2021 per ridurre la prescrizione di antibiotici topici, che si inserisce anche in Italia nell’emergenza irrisolta dell’antibiotico-resistenza. A mettere in guardia sui rischi dell’uso abnorme di creme antibiotiche è un pool di dermatologi esperti che hanno lavorato al primo documento di indirizzo sul corretto impiego degli antibiotici per ridurre la probabilità di insorgenza dell’antibiotico-resistenza in dermatologia. Al centro delle raccomandazioni degli esperti il ricorso agli antisettici, al posto degli antibiotici locali, cioè sostanze in grado di contrastare i microrganismi presenti sulla superficie cutanea e di arrestarne la moltiplicazione attraverso una azione ad ampio spettro. “Il ricorso massiccio e improprio alla terapia antibiotica locale anche per le infezioni cutanee superficiali, che interessano ogni anno milioni di italiani, è infatti, non soltanto inefficace, perché ferite e ustioni lievi sono contaminate da una molteplicità di microrganismi refrattari all’azione specifica dell’antibiotico, ma ha anche ridotto di un terzo la sensibilità agli antibiotici comuni più utilizzati come, ad esempio, la gentamicina – spiega Giuseppe Argenziano, presidente SIDeMaST e direttore della Clinica Dermatologica dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” di Napoli -. Recenti studi, su ceppi di Staphylococcus aureus, il batterio coinvolto nel circa 40% dei casi di infezione batterica cutanea, hanno mostrato un tasso crescente di resistenza agli antibiotici topici più utilizzati. In particolare, la gentamicina, comunemente utilizzata nel trattamento delle infezioni cutanee superficiali, è risultata correlata a una importante emergenza di resistenze batteriche”. “L’utilizzo improprio degli antibiotici topici può influenzare anche l’aumento delle resistenze batteriche agli antibiotici sistemici – avverte Stefano Veraldi, professore di Dermatologia e Venereologia presso l’Università di Milano Bicocca -. Per esempio, curare l’acne in maniera sbagliata può non solo peggiorare la patologia stessa, ma anche determinare l’insorgere di problematiche importanti, quali l’antibiotico-resistenza sistemica, che può rappresentare un pericolo anche per future terapie. L’uso fai-da-te degli antibiotici topici è quindi un errore che si può intensificare con l’estate, durante le vacanze, che portano a una vita più attiva e all’aperto, spesso meno protetti dai vestiti, in cui può capitare di subire punture d’insetto, piccole ferite come tagli, lesioni da trauma o ustioni lievi causate dall’esposizione al sole, che possono essere sovrinfettate da microrganismi, – sottolinea Veraldi-. Anche in questi casi è da evitare una copertura antibiotica empirica, fai-da-te”. “L’aumento dell’antibiotico-resistenza topica nelle infezioni cutanee è il prezzo che si paga per le troppe prescrizioni delle creme antibiotiche da parte degli specialisti, anche per infezioni superficiali”, dichiara Giuseppe Micali, direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Catania, tra gli esperti del documento di indirizzo e autore di uno studio condotto su 1500 specialisti. Dermatologi, chirurghi plastici e medici estetici sono stati invitati a rispondere a un questionario che ha raccolto dati a livello nazionale per analizzare il trattamento topico scelto per prevenire infezioni di piccole ferite chirurgiche conseguenti a laserterapia, peeling superficiali, biopsie o crioterapia. Dalle risposte raccolte è emerso che circa 7 specialisti su 10 usano di routine antibiotici topici e solo il 20% prescrive trattamenti idratanti e riepitelizzanti. “Il motivo di questa scelta dipende dall’errata convinzione che tale condotta terapeutica possa essere utile a prevenire le infezioni superficiali – afferma l’esperto -. L’indagine condotta sul campo ha dunque confermato il malcostume di buona parte delle categorie prese in esame a prescrivere antibiotici topici per la medicazione delle piccole ferite chirurgiche. Tutto questo in difformità con le attuali linee guida internazionali e nazionali che prevedono l’utilizzo esclusivo, sia in fase preoperatoria che nel post operatorio, di agenti antisettici che non influiscano sulla refrattarietà dei microrganismi batterici, limitando il ricorso all’antibioticoterapia topica solamente a specifiche condizioni”. “In accordo con le evidenze scientifiche più recenti, per prevenire le infezioni di piccole ferite da trauma e post-chirurgiche, ustioni lievi e lesioni ulcerative, senza alimentare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, il documento di indirizzo sottolinea la necessità di ricorrere all’utilizzo esclusivo di antisettici, sotto forma di creme, garze o cerotti – spiega Maria Rita Nasca, tra i coautori del documento e dermatologa presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Catania -. Il ricorso all’antibiotico topico deve invece, oggi, essere limitato a specifiche circostanze, come, ad esempio, l’insorgenza di segni evidenti di infezione locale o sistemica, quali stati febbrili, o in presenza di pazienti immunodepressi o con diabete”. Per il trattamento dell’impetigine, della follicolite e dell’acne, invece, l’utilizzo di antisettici è indicato solo per alcuni pazienti e in specifiche situazioni. “Deve cambiare il nostro approccio alla pratica clinica, con un ricorso sempre più frequente a sostanze antisettiche al posto degli antibiotici. In caso contrario ci troveremo di fronte a una emergenza nella cura delle infezioni cutanee”, conclude Argenziano.

Ilaria Salis lascia il carcere dopo 15 mesi, va ai domiciliari

Ilaria Salis lascia il carcere dopo 15 mesi, va ai domiciliariRoma, 23 mag. (askanews) – Il padre di Ilaria Salis, Roberto Salis, ha confermato ad askanews che la figlia è uscita dal carcere di Budapest e si trova in un domicilio protetto. Ilaria Salis è uscita in mattinata dalla prigione di massima sicurezza di Gyorskocsi utca di Budapest dove si trovava da oltre 15 mesi. Attualmente in un luogo sicuro, domicilio dove resterà in attesa della fine del processo.


Domani è prevista la terza udienza del processo a carico di Salis, arrestata l’11 febbraio del 2023, con l’accusa di lesioni personali. Rischia dai 2 ai 24 anni di carcere.

Ostia, Gualtieri: bandi light per chioschi Settimocielo e Mecs

Ostia, Gualtieri: bandi light per chioschi Settimocielo e MecsRoma, 23 mag. (askanews) – Il Campidoglio ha pubblicato stamattina un bando “light” per permettere la fruibilità, a Capocotta, dei chioschi Settimocielo e Mecs Village, il primo ricostruito con superfetazioni abusive dopo una mareggiata, il secondo bruciato nell’imminenza del nuovo bando capitolino di assegnazione. Lo hanno spiegato in una conferenza stampa presso l’area del Settimocielo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’assessora all’Ambiente capitolina Sabrina Alfonsi, che hanno presenziato all’avvio delle opere di demolizione.


“Per i lotti di Capocotta ‘C’ Settimocielo ed ‘E’ Mecs è uscito stamattina il bando temporaneo per la stagione di 4 mesi, per garantirne la fruibilità – ha annunciato il sindaco -. A settembre, a stagione conclusa faremo anche per questi un bando pluriennale 6+6, schema temporale per tutti i bandi, per pareggiare le condizioni per gli operatori”. “Si avvia oggi il processo di demolizione delle strutture abusive e combuste dei lotti – ha spiegato Alfonsi – mentre accelera anche il piano pulizia delle spiagge affidato a Ama, che riguarda vagliatura della sabbie e pulizia rafforzata del lungomare”.


Ama smaltirà come rifiuti ordinari il demolito dell’ex chiosco queer di Capocotta, mentre il residuo combusto del Mecs village sarà smaltito con fondi del dipartimento Ambiente come rifiuto speciale. “La fruizione potrà essere molto veloce – ha assicurato Alfonsi -. In 10-12 giorni saremo in grado di consegnare le aree dopo i lavori, dell’entità. l bando è modellato sull’esperienza della spiaggia urbana Tiberis e per questo auspichiamo una sua messa a terra molto agile”.

Tra tigri dai denti a sciabola e gatti c’è continuità morfologica

Tra tigri dai denti a sciabola e gatti c’è continuità morfologicaRoma, 23 mag. (askanews) – Uno studio, a cui ha preso parte la Sapienza, rivela una continuità morfologica tra specie estinte, dotate di canini lunghi come zanne – le tigri dai denti a sciabola – e i loro eredi moderni, i gatti.


I denti a sciabola, ossia i canini superiori allungati caratteristici di alcuni dei più feroci predatori mai esistiti, hanno affascinato generazioni di scienziati e appassionati in tutto il mondo. L’acquisizione di questa particolare caratteristica è comune principalmente ad alcune specie, oggi tutte estinte, appartenenti a due gruppi: i felidi (ossia la famiglia a cui appartengono leoni, tigri e gatti domestici) e i nimravidi, che sono completamente scomparsi. Essendo presenti in organismi non strettamente imparentati tra loro, i denti a sciabola sono considerati il classico esempio di un fenomeno noto come ‘convergenza evolutiva’. Tuttavia, il meccanismo progressivo che ha permesso a questi gruppi distinti di riuscire ad acquisire i loro canini allungati resta da chiarire scientificamente. Un innovativo studio pubblicato su “Current Biology” e condotto da un team internazionale di biologi dell’evoluzione, a cui ha preso parte anche un ricercatore della Sapienza, con la partecipazione dell’Università della California – Berkeley e dell’Università di Liegi, ha investigato i pattern evolutivi che stanno dietro allo sviluppo dei denti a sciabola per fare nuova luce su questo accattivante e popolare aspetto della paleontologia.


Il gruppo di ricercatori ha raccolto dati morfologici cranio-mandibolari relativi a numerose specie attuali ed estinte mediante l’uso di moderni scanner 3D e li ha analizzati con test statistici. In questo modo è stato possibile rivelare una continuità morfologica tra i piccoli felidi attuali e i loro antenati dai denti a sciabola, andando di fatto a confutare la teoria ritenuta finora universalmente valida che ci fosse una netta separazione tra i due gruppi di specie. “Abbiamo descritto la morfologia di 99 mandibole e 91 crani provenienti da diverse epoche e sparsi in tutto il mondo, ottenendo una chiara mappa dell’evoluzione di questi animali – spiega Davide Tamagnini del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin – In particolare la nostra ricerca conferma che l’acquisizione dei denti a sciabola sia stata favorevole nel breve termine poiché ha conferito un grande vantaggio in termini di predazione, ma nel lungo termine ha esposto le specie con tali caratteristiche a maggiori rischi di estinzione (dovuti a carenza di grandi prede, impatto di repentini cambiamenti ambientali ecc). Questo potrebbe spiegare perché siano comparsi numerosi gruppi differenti di animali dai denti a sciabola e si siano tutti contraddistinti per una storia dalla durata limitata. Infine – conclude Tamagnini – le nostre analisi hanno chiarito che la chiave per l’acquisizione dei denti a sciabola risiede in un tasso evolutivo particolarmente rapido che caratterizza le prime fasi del cambiamento cranio-mandibolare delle specie”.


Una parte del materiale osteologico studiato per comprendere l’evoluzione dei denti a sciabola è ospitata nelle collezioni del Polo Museale Sapienza, in particolare del Museo di Zoologia e del Museo di Anatomia comparata “B. Grassi”. Tali collezioni – conclude Sapienza – sono state recentemente incluse in un ambizioso progetto di digitalizzazione museale, coordinato da Isabella Saggio (Spoke 7- National Biodiversity Future Center), attraverso fotografie e ricostruzioni 3D digitali. L’obiettivo è quello di aumentare l’accessibilità delle collezioni naturalistiche, cercando di accrescere l’impatto di queste tematiche sulla comunicazione e promuovere il coinvolgimento del pubblico nella scienza.

Ciclismo storico, il 26 maggio si corre Eroica Montalcino

Ciclismo storico, il 26 maggio si corre Eroica MontalcinoRoma, 23 mag. (askanews) – Sono tante le storie che si intrecciano fin d’ora lungo le strade bianche della prossima edizione di Eroica Montalcino, in programma domenica 26 maggio. Di certo, ognuno dei 2500 partecipanti avrebbe qualcosa da raccontare circa il proprio amore per la bicicletta e rappresentare quella “bellezza della fatica e gusto dell’impresa” che da ventisette anni costituiscono la sigla de L’Eroica, in Italia e nel mondo.


Così, pedalando qua e là tra le storie più particolari, si scopre che, ad esempio, ci sono dei giovani che arriveranno a Montalcino partendo in bicicletta addirittura da Varese. Si tratta dei ragazzi Under 23 del Borga Cycle Team, già in viaggio con tappe intermedie a Piacenza, Bologna e Firenze. Un viaggio di 550 chilometri che troverà conclusione in piazza del Popolo a Montalcino dove i sette corridori saranno accolti dal team di Energy Up per “un’esperienza di crescita e di scoperta e dimostrare che è possibile raggiungere obiettivi straordinari senza scorciatoie, con impegno, sacrificio, passione dove l’etica e la sportività sono i veri protagonisti”. Un’altra, bellissima, storia è quella di altri ragazzi, ancora più giovani, redattori-ciclisti di Radio Immaginaria. Che poi immaginaria non è perché dal 2012 è il network in Europa fatto, diretto e condotto da ragazzi dagli 11 ai 17 anni, “dove nessun adulto si impiccia dei contenuti e tutti gli speaker possono dire quello che pensano”. Loro si definiscono “un’antenna pronta a trasmettere e ricevere i segnali del mondo che verrà”. Nel frattempo, decidono di indossare una maglia di lana, recuperare biciclette dalle soffitte, lavorare persino ad una Renault 4 degli anni ’70 e trasformarla in ammiraglia per pedalare Eroica Montalcino. Altri ragazzi saranno al microfono della radio a raccontare l’avventura. Solo bravi ragazzi? Molto di più; “Molti dei principi fondamentali che animano “L’Eroica” potrebbero essere di ispirazione per le nuove generazioni – scrivono nel loro sito web-. Il motto di Eroica è “la bellezza della fatica, il gusto dell’impresa” e partendo da questa definizione abbiamo iniziato a pensare che le ragazze e i ragazzi debbano capire che la fatica è strumentale alla formazione, alla motivazione e alla relazione fondamentale per ogni processo di crescita e di futuro”.


Insomma, Giancarlo Brocci, ideatore de L’Eroica e Franco Rossi, organizzatore degli eventi Eroica in Toscana, hanno colpito dritto al cuore di questi giovani con sede a Bologna e corrispondenti in tutta Europa. Ci sono poi quelli che alla torta e alle candeline hanno scelto la polvere e il sudore; sono quelli che proprio domenica, festeggeranno il compleanno a Eroica Montalcino. Non sono pochi, ben 9 su 2500 iscritti: Romano da Rodigo (Mantova), Giovanni da Corato (Bari), Maria Vittoria da San Giuliano Terme (Pisa), Roberta da Santa Maria in Matenano (Fermo), Roberto da Filottrano, il paese di Michele Scarponi, Eugenio da Milano, Lucas statunitense che arriva da Pozzuoli, Bake dall’Olanda e Michelangelo che arriva da Marlia, in provincia di Lucca. E’ il più giovane tra quelli che festeggeranno il compleanno. E che compleanno, visto che a Montalcino compirà e festeggerà 18 anni.

I tifosi a Orio al Serio per accogliere l’Atalanta

I tifosi a Orio al Serio per accogliere l’AtalantaRoma, 23 mag. (askanews) – Circa quattrocento tifosi hanno aspettato il rientro dell’Atalanta a Bergamo, tornata con la coppa conquistata nella magica notte di Dublino. In tanti, ragazzi, bambini, adulti, famiglie davanti ai cancelli del varco da dov’è uscita la squadra, prima dell’arrivo del charter della Dea. Intorno alle 14 Gasperini, De Roon e tutti gli altri sono usciti dall’ingresso Nord di via Paderno, acclamati dai presenti lungo la rete di metallo che divide la pista d’atterraggio dal varco. “Gasperini logora chi non ce l’ha” alcuni degli striscioni comparsi. E poi: “Atalanta campione d’Europa e così via. C’è chi è arrivato a Orio al Serio con le maglie degli eroi di Dublino – Lookman, De Ketelaere, Scamacca – e chi con le vecchie glorie, come ad esempio Raimondi e Rustico. Ieri a Bergamo c’erano circa ventimila persone che hanno festeggiato la squadra e molti hanno proseguito la notte spostandosi all’aeroporto.

Interrogatorio fiume per Toti, oltre 100 domande dai pm

Interrogatorio fiume per Toti, oltre 100 domande dai pmGenova , 23 mag. (askanews) – È ancora in corso nella caserma della Guardia di Finanza di Molo Giano, nel porto di Genova, l’interrogatorio del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti che dallo scorso 7 maggio è agli arresti domiciliari nella sua villetta di Ameglia, in provincia di La Spezia.


Secondo quanto trapelato, il governatore ligure starebbe rispondendo a tutte le domande dei pm Luca Monteverde, Federico Manotti e Vittorio Ranieri Miniati e l’interrogatorio potrebbe proseguire fino a questa sera o essere interrotto per poi riprendere nella giornata di domani. Sono infatti oltre 100 le domande dei pm, in particolare chiarimenti sui finanziamenti ricevuti da alcuni imprenditori e su quanto emerso dalle indagini sul presunto voto di scambio.

Zuegg punta sulle composte 100% da frutta e senza residui di pesticidi

Zuegg punta sulle composte 100% da frutta e senza residui di pesticidiMilano, 23 mag. (askanews) – Zuegg, azienda veronese nata nel 1890, lancia una linea di composte “zero residui 100% da frutta”, che contengono l’80% di frutta e zucchero d’uva. Le composte sono realizzate interamente con frutta coltivata in Italia, secondo il metodo senza residui di pesticidi, a garanzia dell’ambiente e della qualità.


La novità in casa Zuegg è frutto della fusione di due linee precedenti, senza residui di pesticidi e 100% da frutta, e dei relativi punti di forza. E risponde ai tre driver di acquisto delle confetture da parte dei consumatori italiani: l’alta percentuale di frutta, associata a una maggiore qualità e miglior gusto, un ridotto contenuto di zuccheri, percepito come più salutare, la genuinità del prodotto, attribuita all’origine delle materie prime e alla lista ingredienti corta. La frutta utilizzata nella preparazione di queste composte proviene da cultivar selezionate e deriva da pratiche di gestione agronomica integrata, improntate, oltre che alla sicurezza alimentare, alla salvaguardia dell’ambiente. La frutta raccolta non contiene, infatti, alcun residuo (né nella buccia, né nella polpa) delle sostanze impiegate nella cura delle piante e dei loro frutti. Questo per garantirne la salubrità, preservandola dagli attacchi degli insetti, funghi, acari e batteri nocivi. “Senza residui di pesticidi” significa residui di pesticidi inferiori al limite di quantificazione analitico dello 0,000001% (zero tecnico) per ciascuna delle molecole analizzate (oltre 650). Un profilo analitico, quindi, al di sotto dei limiti massimi di residui fissati dalla normativa europea per i prodotti alimentari. La nuova linea rientra sotto il cappello de “I frutteti di Oswald Zuegg”, inserendola all’interno del “cru” di filiera. La nuova gamma è declinata in sette gusti, albicocche, frutti di bosco, mirtilli, pesche, arance e limoni, lamponi, fragole e fragoline.


“Da oltre 130 anni, a guidarci è la passione per i valori in cui crediamo, per la terra che lavoriamo e per le persone che rendono unica la nostra azienda – commenta Gaia Romani, head of marketing & trade marketing presso Zuegg group – Nate con l’intento di rispondere in modo efficace alle esigenze dei consumatori, le nuove composte concretizzano la best practice di Zuegg nel garantire elevata qualità grazie a un metodo di coltivazione attento alla sicurezza alimentare e al rispetto per l’ambiente, uniti alla promessa del sapore autentico della frutta”.