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Autore: Redazione StudioNews

Ucraina, accordo Ue (unanime) per usare i proventi dei beni congelati russi

Ucraina, accordo Ue (unanime) per usare i proventi dei beni congelati russiBruxelles, 8 mag. (askanews) – Fonti diplomatiche da Bruxelles hanno annunciato oggi che è stato finalmente raggiunto tra i rappresentanti degli Stati membri l’accordo politico unanime per utilizzare dei proventi generati dai beni congelati russi nell’Ue, a seguito dell’invasione dell’Ucraina.


La proposta prevede che i proventi (escludendo uno 0,3% che sarà usato per pagare la gestione dell’operazione da parte del gruppo che detiene gli asset russi congelati, Euroclair) siano destinati per il 90% circa all’assistenza militare all’Ucraina e per il 10% alla ricostruzione del Paese. La presidenza di turno belga del Consiglio Ue farà sapere nel corso del pomeriggio in quale riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti dei Ventisette o in quale riunione ministeriale verrà data l’approvazione formale alla misura.

Meloni vede Stoltenberg, focus su Ucraina, fianco Sud e spese militari

Meloni vede Stoltenberg, focus su Ucraina, fianco Sud e spese militariRoma, 8 mag. (askanews) – La Nato faccia di più per proteggere il fianco Sud. Grazie all’Italia per il suo impegno, in Ucraina e non solo, ma servono maggiori investimenti in difesa. Questo, nella sostanza, il senso dell’incontro di questa mattina a Palazzo Chigi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Un’ora di faccia a faccia sugli argomenti di stretta attualità, in vista del vertice Nato in programma a luglio a Washington: l’Ucraina, il Medio Oriente, il contributo di Roma all’Alleanza, che chiede di arrivare al 2% del Pil speso nella difesa (con l’Italia ferma sotto l’1,5%).


Meloni, sottolinea una nota di Palazzo Chigi, “ha in particolare ribadito l’aspettativa italiana che a Washington possano essere adottate decisioni concrete in risposta alle sfide caratterizzanti il fianco Sud, in coerenza con l’approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica previsto dal Concetto Strategico della Nato”. Stoltenberg, dopo l’incontro, ha inviato una dichiarazione in cui spiega di aver “elogiato il sostegno dell’Italia all’Ucraina, inclusa la fornitura di un sistema di difesa aerea SAMP/T con la Francia” che dovrebbe essere incluso nel prossimo pacchetto di aiuti militari, in via di preparazione. Il segretario generale ha anche ringraziato la premier “per i numerosi contributi dell’Italia all’Alleanza, inclusa la leadership del gruppo tattico della NATO in Bulgaria e il contributo delle forze ai gruppi tattici in Ungheria e Lettonia” ma anche per la partecipazione “al Baltic Air Policing” e alla missione di mantenimento della pace della NATO KFOR in Kosovo e nella missione di formazione della NATO in Iraq”. Inoltre ha “accolto con favore il ruolo chiave dell’Italia nello sviluppo dell’approccio della NATO nei confronti del suo vicinato meridionale”.


Un impegno complessivo che però, per Stoltenberg, non esula dal dovere di garantire “una più equa condivisione degli oneri”. Tradotto: l’Italia deve incrementare i propri investimenti per raggiungere la soglia stabilita del 2%. Un’operazione che però sembra assai difficile nell’attuale condizione dei conti pubblici.

Tajani presiede riunione con ambasciatori italiani in aree di crisi

Tajani presiede riunione con ambasciatori italiani in aree di crisiRoma, 8 mag. (askanews) – Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha presieduto oggi, dall’Unità di Crisi della Farnesina, una riunione a cui hanno partecipato i vertici del Ministero e, in videocollegamento, gli ambasciatori italiani delle sedi in aree di crisi.


Particolare attenzione è stata dedicata al sostegno ai connazionali. In proposito, il Ministro Tajani ha dichiarato che “il Governo conferma il proprio impegno a fianco degli italiani nelle aree di crisi: le nostre Ambasciate, i nostri Consolati e l’Unità di Crisi sono sempre a disposizione dei nostri cittadini in difficoltà nel mondo”, ricordando come siano stati circa 2000 i connazionali assistiti per l’uscita dall’Ucraina nelle prime settimane a seguito dell’attacco russo e oltre 1200 gli italiani evacuati da Israele a seguito dell’attacco di Hamas. Il Vicepremier ha inoltre dichiarato: “ho riunito i Capi Missione italiani in alcuni Paesi chiave per fare il punto della situazione sulle principali crisi internazionali, in particolare Ucraina e Medio Oriente. Con la riunione dei Ministri degli Esteri del G7 di Capri del mese scorso, la Presidenza italiana ha trasmesso un importante messaggio di unità e di impegno comune, confermando il ruolo da protagonista dell’Italia sulla scena mondiale. Dobbiamo continuare la nostra azione: con l’incontro di oggi, ho raccolto gli input dei nostri Ambasciatori e ho dato loro indicazioni sulle linee da tenere per continuare la politica di pace del Governo italiano”.


Per ciò che riguarda la crisi nella Striscia di Gaza, è stato confermato l’impegno del nostro Paese nell’azione politico-diplomatica a livello internazionale per la ricerca di un’intesa sul cessate il fuoco, così come la disponibilità a contribuire alla fase successiva alla cessazione delle ostilità e alle iniziative di ricostruzione. Proseguirà lo sforzo italiano nel solco dell’iniziativa “Food for Gaza”, che mira a coordinare le attività di assistenza umanitaria nel settore della sicurezza alimentare, così come la nostra profilata azione nell’ambito dell’accoglienza in Italia di palestinesi bisognosi di cure ospedaliere.

Da Pnrr 1,5 mld a Its, 80% al lavoro a un anno da diploma

Da Pnrr 1,5 mld a Its, 80% al lavoro a un anno da diplomaRoma, 8 mag. (askanews) – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha dato una forte spinta agli ITS, Il percorso formativo solitamente biennale post diploma. Le Fondazioni ITSAcademy hanno già ricevuto parte della somma a loro destinata dal PNNR che sarà di 1,5 miliardi di euro. 450 milioni sono stati impegnati dalle Fondazioni per la costruzione o il rinnovo di laboratori innovativi e 700 milioni li stanno utilizzando per raddoppiare il numero dei percorsi formativi, favorire le attività di orientamento e istituire borse di studio. Questo è emerso dal confronto odierno fra il Ministro Valditara e le Fondazioni ITS Academy che si è svolto al ministero.


Gli ITS – si legge in una nota – svolgono un ruolo cruciale nell’ambito della formazione professionalizzante. Basti pensare che l’80% dei diplomati trova lavoro nel giro di un anno. Inoltre l’articolazione delle Fondazioni in dieci differenti aree tematiche – Energia, Mobilità sostenibile e logistica, Chimica e nuove tecnologie della vita, Sistema agroalimentare, Sistema casa e ambiente costruito, Meccatronica, Sistema moda, Servizi alle imprese e agli enti senza fini di lucro, Tecnologie per i beni e le attività artistiche e culturali e per il turismo e Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e dei dati – contribuisce a rafforzare il sistema ITS Academy, rendendolo più competitivo e innovativo. Anche sul piano internazionale il sistema degli ITS gioca un ruolo fondamentale. Partecipa, infatti, al ‘Piano Mattei’ che ha come fine la cooperazione strategica con nove Paesi africani: Marocco, Tunisia, Algeria, Egitto, Costa d’Avorio, Etiopia, Kenya, Repubblica democratica del Congo e Mozambico. Sono già in costruzione vari progetti pilota con scuole secondarie superiori africane per la promozione della formazione e aggiornamento dei docenti, l’avvio di corsi professionali e la collaborazione con le imprese, in particolare presenti all’Estero. «Ringraziamo il Ministro Valditara per la grande attenzione che sta rivolgendo al sistema degli ITS Academy, anche attraverso l’importante riforma che istituisce la filiera formativa tecnologico-professionale e che attribuisce alle nostre Fondazioni un rilevante ruolo. Siamo convinti che il costante dialogo instaurato contribuirà a rendere più semplice l’attuazione del PNRR nel rispetto della flessibilità del nostro sistema e a guardare con ottimismo al futuro”, ha commentato il presidente di Rete ITS Italy Guido Torrielli.

Gaza, un’altra fossa comune nell’ospedale al Shifa. Unrwa: circa 50mila persone hanno lasciato Rafah

Gaza, un’altra fossa comune nell’ospedale al Shifa. Unrwa: circa 50mila persone hanno lasciato RafahRoma, 8 mag. (askanews) – Gli operatori sanitari hanno rinvenuto una terza fossa comune all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, recuperando finora 49 corpi. Lo ha riferito oggi l’ufficio stampa del governo della Striscia di Gaza controllato da Hamas, citato da Al Jazeera. Le autorità di Gaza hanno precisato che sono sette le fosse comuni trovate finora all’interno degli ospedali dell’enclave palestinese.


Due giorni fa, sette esperti Onu per i diritti umani hanno diffuso un comunicato di condanna della “violenza sistematica contro i palestinesi a Gaza, soprattutto contro donne e bambini”, riferendo di “390 corpi scoperti in fosse comuni” negli ospedali Al Shifa e Nasser”. “Siamo inorriditi dai dettagli che emergono dalle fosse comuni recentemente portate alla luce nella Striscia di Gaza – si legge nel comunicato – oltre 390 corpi sono stati scoperti negli ospedali Nasser e Al Shifa, compresi quelli di donne e bambini, molti dei quali mostrano segni di tortura e di esecuzioni sommarie, e possibili casi di persone sepolte vive”.


Intanto, “circa 50.000 persone” hanno lasciato la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nelle ultime 48 ore dopo l’ordine di evacuazione arrivato da Israele. Lo ha detto alla Cnn il vice direttore per gli Affari a Gaza dell’agenzia Onu Unrwa, Scott Anderson. “Abbiamo registrato circa 50.000 persone in partenza da Rafah nelle ultime 48 ore. Li abbiamo visti andare a Khan Younis, alcuni sono andati nell’area umanitaria ampliata di Al-Mawasi, altri sono andati a Deir al-Balah”, ha precisato Anderson. Lunedì scorso l’esercito israeliano ha ordinato ai residenti dei quartieri orientali di Rafah di lasciare immediatamente la zona, consigliando di recarsi nell’area umanitaria della città costiera Al-Mawasi. Interpellato su questa area, Anderson ha detto che “certamente non ha le infrastrutture che ci si aspetterebbe”, aggiungendo che ospita già oltre 400.000 persone: “È essenzialmente una zona sabbiosa, quindi non ci sono infrastrutture fognarie, né infrastrutture idriche. Non ci sono strade che portano lì”. Riguardo a Khan Younis, il funzionario Unrwa ha rimarcato che le persone si troveranno in un’area devastata dalla guerra. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha anche affermato che non sono ancora arrivati a Gaza aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, di cui Israele ha annunciato la riapertura da questa mattina, e che non c’è nessuno a riceverli, da parte palestinese. Kerem Shalom è il principale terminal merci di Gaza. Il valico di Rafah è un canale vitale per gli aiuti umanitari sin dall’inizio della guerra ed è l’unico punto di passaggio in cui le persone possono entrare e uscire. Ma “non stiamo ricevendo alcun aiuto nella Striscia di Gaza, nell’area del valico di Rafah sono in corso operazioni militari: ci sono stati continui bombardamenti in quest’area durante il giorno”. Lo ha scritto su X il vice direttore dell’agenzia Onu Unrwa per gli Affari a Gaza, Scott Anderson. “Né carburante né aiuti sono entrati nella Striscia di Gaza e questo è disastroso per la risposta umanitaria”, ha aggiunto.

Agroalimentare, Valentini (Mimit): il made in Italy è una mission

Agroalimentare, Valentini (Mimit): il made in Italy è una missionRoma, 8 mag. (askanews) – Il made in Italy “è una mission, è uno sprone a fare sempre meglio, a essere sempre davanti perché la concorrenza è globale”. Lo ha detto il viceministro delle Imprese e del Made in Italy Valentino Valentini in occasione dell’incontro “Il Pomodoro di Pachino IGP tra tradizione e innovazione” organizzato dal Consorzio di tutela della IGP Pomodoro di Pachino nell’ambito del Macfrut, la grande fiera dell’ortofrutta in corso a Rimini.


Il viceministro ha poi affrontato anche il tema dell’italian sounding: “esiste la contraffazione industriale ma esiste anche la contraffazione agricola, perché fondamentalmente noi siamo lo standard. Che Pachino venga copiato – ha detto – è parte del successo, dello sforzo e della fatica che è stata messa. Questo succede in agricoltura e succede anche in industria. Possiamo competere dove? Competiamo attraverso la qualità”, ha concluso.

Pnrr, Gentiloni e Commissione: pagamenti Ue non oltre fine 2026

Pnrr, Gentiloni e Commissione: pagamenti Ue non oltre fine 2026Bruxelles, 8 mag. (askanews) – La Commissione europea ha confermato oggi, durante il briefing quotidiano per la stampa, l’avvertimento di stamattina del Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, secondo cui sarebbe “un errore” considerare possibile un rinvio del Pnrr oltre la scadenza ultima prevista per i pagamenti alla fine del 2026, come aveva ipotizzato il ministro dell’Economia e Finanza Giancarlo Giorgetti.


Una portavoce dell’Esecutivo comunitario ha precisato che sarebbe possibile prorogare la realizzazione di progetti del Pnrr oltre il 2026 solo per la loro parte eventualmente finanziata con fondi nazionali, e non per quella finanziata dal Rrf (“Recovery and Resilience Facility”, il Fondo europeo di ripresa). Gentiloni stesso aveva puntualizzato che eventuali rinvii sarebbero possibili solo se non fossero richiesti ulteriori pagamenti Ue. “Secondo il regolamento Rrf – ha ricordato durante il briefing la portavoce ai Servizi finanziari, Francesca Dalboni -, i pagamenti agli Stati membri nell’ambito del Rrf devono essere effettuati dalla Commissione entro il 31 dicembre 2026, e i traguardi parziali (“milestones”) e gli obiettivi finali del Pnrr devono essere raggiunti entro il 31 agosto 2026″.


In linea con il regolamento, ha continuato la portavoce, “possono essere prese misure per consentire di ottimizzare l’uso delle risorse del Fondo Rrf per tipologie specifiche di progetti”. Queste misure includono, ha spiegato, “l’istituzione di strumenti finanziari mirati a incentivare gli investimenti privati”, e “una suddivisione in due parti dei progetti, in cui il Fondo Rrf finanzia la parte da completare entro la fine del 2026 e gli Stati membri finanziano la parte che dovrà essere completata dopo il 2026”.


“Durante i negoziati sulla revisione dei Pnrr, la Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nell’individuazione delle misure più idonee, e dei traguardi parziali e degli obiettivi finali associati, per conformarsi ai requisiti stabiliti dal regolamento”, ha concluso la portavoce. Durante una lunga intervista alla rete italiana Skynews, questa mattina, Gentiloni aveva osservato che la richiesta di rinvio del Pnrr di Giorgetti “è legittima”, ma che è “difficilmente realizzabile”. E questo, aveva spiegato il commissario, “sia per ragioni giuridiche, perché una parte della decisione storica che fu presa, e in particolare quella relativa ai cosiddetti ‘eurobond’, cioè l’emissione di debito comune europeo per finanziare questi piani nazionali, non è prorogabile”.


“Non è prorogabile, se non ripetendo il percorso, che è stato fatto nel 2020, di approvazione da parte dei 27 parlamenti nazionali europei” aveva puntualizzato Gentiloni, aggiungendo poi ironicamente: “Auguri”. Invece, aveva riconosciuto il commissario, “in teoria, una parte dei programmi, senza fare nuove emissioni, potrebbe essere prorogata se ci fosse un accordo unanime” dei governi, “o addirittura qui basterebbe la maggioranza qualificata”. Chi chiede una proroga in questo momento? “C’è stato – aveva ricordato Gentiloni – questo riferimento da parte del ministro Giorgetti; c’è stato un riferimento da parte del ministro delle finanze polacco (bisogna considerare che la Polonia non ha ancora cominciato a ricevere i quattrini del Pnrr, o ha cominciato soltanto nelle ultime settimane); e ci fu due anni fa una richiesta portoghese”. “Io dico questo: sarà la prossima Commissione a decidere, nei limiti, che sono molto circoscritti, in cui qualche proroga è possibile; tuttavia – aveva sottolineato il commissario – dare un segnale di possibilità di rinvio credo che sarebbe un errore”. Gentiloni ha poi rilevato “una contraddizione” che ci troviamo di fronte oggi: “Da una parte si dice non c’è abbastanza spazio per gli investimenti; dall’altra parte c’è una montagna di risorse, sia dei fondi Ue tradizionali, come i fondi di coesione, sia del Pnrr, e si fa fatica a usare queste risorse, questi investimenti. E spesso si mette un po’ la sordina sull’altro lato di questo grande piano europeo, che è il lato delle riforme: noi vorremmo che i paesi europei uscissero da questo piano straordinario”, dal Pnrr, “non soltanto avendo fatto dei buoni investimenti, ma anche avendo migliorato le loro società, le loro economie con delle riforme. E l’aspettativa per l’Italia è molto alta su questo”. “Se guardiamo, diciamo così, la tempistica dei ‘tagliandi da staccare’ con Bruxelles, l’Italia ha rispettato questa tempistica”, ha riconosciuto il commissario. “Dopodiché, chi vive a Bruxelles e chi vive in Italia sa benissimo sia la difficoltà, come si dice in gergo, di mettere a terra gli investimenti, e quindi la partita si deve giocare nei prossimi due o tre anni, e sia la difficoltà di farle, queste riforme”. “Di che cosa parliamo? Non parlo qui – ha precisato Gentiloni – di tutte le riforme necessarie in Italia, ma di quelle previste dal famoso Pnrr, che riguardano: tempi della giustizia; lotta all’evasione fiscale; contrasto al lavoro sommerso; politiche attive del lavoro; politiche della concorrenza. Sono cinque capitoli: sembrano semplici, e chiunque abbia governato in questo paese – ha osservato l’ex premier italiano – sa che non sono affatto semplici, a partire dalla digitalizzazione per contrastare l’evasione fiscale”. Ma per fare queste riforme specifiche, ha avvertito ancora il commissario, “ci sono impegni e tempi precisi, che sono altrettanto importanti degli investimenti, direi”. “E questa è un po’ la nuova filosofia della Commissione europea: quella di cercare, non solo con il Pnnr ma anche con le prossime regole di bilancio”, dopo la riforma del Patto di stabilità, “di cercare di interloquire con i governi nazionali per favorire gli investimenti sulle priorità europee, ma anche riforme che rendano l’Europa più efficace”, ha concluso Gentiloni.

Da domani la 36esima edizione del Salone del Libro di Torino

Da domani la 36esima edizione del Salone del Libro di TorinoMilano, 8 mag. (askanews) – Si apre domani, giovedì 9 maggio, la 36esima edizione del Salone internazionale del Libro di Torino, per la prima volta diretto da Annalena Benini, che ha preso il posto di Nicola Lagioia, ardimentoso timoniere dell’evento negli ultimi anni. Si apre alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e di quello dell’Istruzione Giuseppe Valditara, ma soprattutto si apre intorno a un tema profondamente legato all’esperienza della lettura, quello della ‘Vita immaginaria’. Si trattta, nella visione degli organizzatori, di ‘quel territorio sorprendente e misterioso che dà vita a un patrimonio di infinite possibilità. Il tema dell’edizione diventa in questo senso un archivio, ma anche una mappa possibile del futuro. Questa edizione sarà un omaggio alla vita immaginaria che muove la vita creativa, in tutte le sue forme: al suo modo geniale, malinconico, fiducioso e sempre nuovo di creare altri mondi e di farli incontrare, sperando perfino che qualcuno di essi possa diventare reale’.


Per ciò che concerne gli spazi, tornano quelli che da anni caratterizzano il Salone del Libro: i padiglioni 1, 2, 3 e Oval di Lingotto Fiere e il Centro Congressi Lingotto a cui si unirà, per il secondo anno consecutivo, anche lo spazio Pista 500, progetto artistico sviluppato dalla Pinacoteca Agnelli. Una novità di quest’anno sarà il padiglione 4, uno spazio temporaneo costruito all’esterno: una scelta fatta per migliorare la fruibilità generale del Salone e dare maggiore visibilità alla programmazione del Bookstock che da sempre, con i suoi laboratori, le sale e la grande Arena si rivolge non solo al pubblico dei più giovani ma a tutti i visitatori del Salone. Il padiglione 4 sarà quindi uno spazio dedicato alla formazione, alla sperimentazione e allo scambio tra generazioni. Le sale che accoglieranno i quasi 2.000 eventi saranno 51, e per il primo anno l’Auditorium del Centro Congressi Lingotto, sarà aperto al pubblico dal venerdì al lunedì, così da avere a disposizione dei visitatori circa 15.000 posti a sedere in più per assistere alla programmazione. Complessivamente si parla di 137mila mq espositivi, oltre 800 stand, 180 laboratori.


Domani, per l’inaugurazione, sono previsti i saluti istituzionali di autorità e organizzatori ai quali seguirà in Sala Oro la Lectio inaugurale dal titolo ‘L’inizio molto lento della mia carriera molto veloce’ di Elizabeth Strout, una delle autrici più incisive della letteratura contemporanea americana. ‘Con una precisione cristallina, Strout sa leggere il nostro tempo e dargli voce, e in questa occasione offrirà alle lettrici e ai lettori del Salone del Libro una riflessione personale sulla scrittura e sulle donne’, spiegano dal Salone. Novità della 36esima edizione sono le sette sezioni che affiancano la programmazione generale, ognuna dedicata a un tema rilevante e centrale per il Salone. La curatela e la moderazione sono affidate a scrittrici, scrittori, intellettuali e artisti, che per ogni argomento hanno ideato una serie di incontri. Arte – a cura di Melania G. Mazzucco. Come si vive d’arte? Come la si promuove, la si scopre, la si inventa e la si tramanda? Questi temi saranno approfonditi nei quattro appuntamenti coordinati da Melania G. Mazzucco, in dialogo con l’artista Monica Bonvicini, celebre per le sue installazioni, sculture e video, che esplorano temi come il potere, il genere e lo spazio; la gallerista Francesca Cappelletti, Direttrice di Galleria Borghese di Roma e storica dell’arte; la scrittrice Alexandra Lapierre, nota per i suoi romanzi incentrati su grandi personaggi dimenticati della Storia, soprattutto donne, e con l’archeologo, storico dell’arte e curatore di mostre italiano Salvatore Settis. Quattro incontri, quattro diverse prospettive – di genere, età, esperienze, paese d’origine o d’elezione – per capire come si racconta l’arte di ieri e di oggi. Con il gruppo di lettura dei giovani del Salone, inoltre, Melania G. Mazzucco terrà un incontro incentrato sulla storia dell’arte come atlante delle vicende umane, delle passioni e dei desideri dei grandi movimenti che hanno cambiato la società. Cinema – a cura di Francesco Piccolo. Un percorso per incontrare chi il cinema lo fa, lo pensa, lo produce e lo scrive. A condurre il pubblico tra i processi creativi che si celano dietro lo schermo saranno i dialoghi con Ippolita di Majo e Mario Martone, che parleranno del loro sodalizio tra vita e professione artistica; la regista Francesca Archibugi e l’attrice Jasmine Trinca, che racconteranno la loro impresa di trasformare in serie tv un capolavoro della letteratura contemporanea come La Storia di Elsa Morante; con Paolo Sorrentino, che condividerà il punto di vista che lo ha accompagnato nel corso della sua carriera cinematografica e Valeria Golino che racconterà il suo lavoro e in particolare il suo progetto più coraggioso e impegnativo: la serie tv tratta da L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, nel centenario della nascita. Non mancherà l’approfondimento con il gruppo di lettura dei giovani del Salone nel quale Francesco Piccolo guiderà i partecipanti attraverso le meraviglie della settima arte.


Editoria – a cura di Teresa Cremisi. Editore? Un mestiere da acrobata. È difficile rispondere alla domanda ‘Che cos’è un editore’ perché è una ‘professione strabica’: un occhio alle vendite e un occhio alla qualità, un occhio al commercio e un occhio allo spirito, un occhio al gusto dell’epoca e un occhio alla posterità. Inoltre, il mestiere assume connotazioni molto diverse a seconda del marchio editoriale, e del Paese, in cui si lavora. Per approfondire queste differenze e studiare le diverse dinamiche editoriali, a dialogare con Teresa Cremisi si alterneranno Antonio Sellerio, direttore editoriale della Sellerio editore, Antoine Gallimard, nipote di Gaston Gallimard, fondatore della nota casa editrice francese, Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato di GeMS, e infine Massimo Turchetta, Direttore Generale Rizzoli. Informazione – a cura di Francesco Costa. Le società di oggi non funzionano se l’informazione non funziona. In pochi anni l’industria editoriale ha dovuto affrontare il cambiamento del suo intero scenario: del prodotto, del pubblico, delle tecnologie, dei modelli di business, della concorrenza. Le conseguenze sono state molte, Francesco Costa ne parlerà con alcune tra le persone più esperte del giornalismo italiano e internazionale, come Jill Abramson, prima donna a dirigere il New York Times, Daniele Raineri, inviato di guerra, Ben Smith, uno dei giornalisti più influenti degli Stati Uniti, fondatore di Semafor e di start-up digitali per l’informazione e Luca Sofri, direttore del Post, che nella giornata di domenica condurrà al Salone del Libro un’edizione speciale della “Rassegna stampa live” del Post. Nell’incontro con il gruppo di lettura dei giovani del Salone Francesco Costa proverà a fornire ai presenti una bussola per non perdersi nel mare dell’informazione, in quest’epoca in cui le notizie sono sempre di più, così come i punti di vista e le interpretazioni, e la confusione e disinformazione sembrano essere predominanti. Leggerezza – a cura di Luciana Littizzetto. La leggerezza come balsamo per ammorbidire il presente, perché non c’è solo la scrittura che perturba e scuote, ma esiste anche quella che accoglie, risolleva, fa sorridere. Luciana Littizzetto, insieme con i suoi ospiti, esplorerà l’arte del sollievo, la leggerezza nella scrittura televisiva, nei testi comici, nel varietà. Il primo sguardo di questa sezione sarà rivolto ai bambini, inaugurando la programmazione della comunità dei piccoli lettori con un focus sugli albi illustrati che affrontano temi seri in modo divertente. Littizzetto incontrerà anche Alessia Gazzola, Stefania Bertola e Diego De Silva, scrittori dalla vena ironica, e terrà un omaggio a un mito della scrittura leggera: Marcello Marchesi, scrittore, regista, paroliere, e anche cantante e attore. A parlarne con Littizzetto, un altro mito, Gianni Morandi e anche Giacomo Papi e Luca Bianchini. L’ultimo appuntamento, lunedì 13 maggio, vedrà coinvolti tre autori televisivi sulle loro tecniche di scrittura: Andrea Zalone (autore di Maurizio Crozza), Luca Restivo (autore di Alessandro Cattelan) e Piero Guerrera (autore di Fabio Fazio). Romance – a cura di Erin Doom. Una sezione per esplorare le emozioni umane nel profondo, dando grande rilievo ai sentimenti, alle passioni, alle esperienze personali e all’espressione individuale. Erin Doom, insieme ai suoi ospiti, si addentrerà nell’aspetto emotivo delle opere, quello spazio in cui si raggiunge una connessione profonda con la vita del lettore. Ecco quindi un dialogo con Rossana Soldano ed Enrico Galiano, l’appuntamento con l’autrice argentina Mercedes Ron, e quello con Rokia e Hazel Riley, le scrittrici italiane che dagli esordi giovanissime su Wattpad, hanno raggiunto milioni di lettori. Sabato 11 maggio, in collaborazione con Netflix, il gruppo di lettura dei giovani del Salone intervisterà la stessa Erin Doom su Il fabbricante di lacrime e la sua trasposizione cinematografica. Nell’incontro saranno svelati alcuni retroscena e ulteriori dettagli del film. Netflix sarà presente al Salone anche con un secondo momento in cui si approfondirà il rapporto tra pagina e schermo in un viaggio attraverso alcuni dei prossimi progetti seriali e cinematografici ispirati a libri, dialogando con gli autori delle opere letterarie e con alcuni dei talenti impegnati sulle relative trasposizioni audiovisive. Romanzo – a cura di Alessandro Piperno. Come leggono gli scrittori? Come leggono le scrittrici? Da questo interrogativo nasce l’idea di Alessandro Piperno di invitare autori e autrici a raccontare il loro approccio alla lettura. Chi scrive per mestiere sa che ci sono libri che meritano di essere letti e studiati per tutta la vita, come sa che deve loro ciò che ha imparato sull’arte dello scrivere. Piperno svelerà che cosa significa impossessarsi di un capolavoro letterario. A raccontare la propria esperienza ci saranno tre autori italiani, di tre generazioni diverse e tra le voci più importanti del nostro panorama letterario: Claudia Durastanti, Sandro Veronesi e Domenico Starnone. Non mancherà l’incontro rivolto ai più giovani, con la partecipazione del gruppo di lettura dei giovani del Salone, nel quale Alessandro Piperno mostrerà come la lettura possa essere strumento di comprensione del mondo e di partecipazione, oggi come ieri.


Un’altra novità dell’edizione è la presenza, oltre alle sette sezioni, di una redazione che lavora al programma insieme alla squadra editoriale del Salone. Coordinata da Annalena Benini, il gruppo è formato da Paola Peduzzi, Igiaba Scego, Francesca Sforza, Tiziana Triana, giornaliste, scrittrici e professioniste del mondo editoriale particolarmente attente al panorama internazionale, ai nuovi linguaggi e ai cambiamenti culturali e sociali. I collaboratori tecnici, invece, che stanno lavorando alla XXXVI edizione del Salone del Libro sono: Ilide Carmignani per l’area traduzione; Lorenzo Fazzini per i rapporti con l’editoria religiosa; Giusi Marchetta per Educare alla lettura; Eros Miari per il programma ragazzi; Andrea Falcone per i gruppi lettura; Augusta Giovannoli per il Bookblog; Sara Speciani per l’area professionale e Federico Vergari per l’area sport e fumetto. Due grandi temi attraverseranno questa edizione del Salone del Libro di Torino: ‘In questa nuova parte del programma verrà raccontato il mondo in movimento attraverso la vita e le imprese di scrittrici, filosofe, poete, scienziate che continuano ogni giorno a cambiare la storia con la forza della voce e del talento, e attraverso sguardi sul presente, che riguardano la realtà ma anche la vita immaginaria, in tutte le sue forme’, ha spiegato Annalena Benini. Il Salone del Libro sarà aperto al pubblico fino a lunedì 13 maggio.

Copa Cogeca: mobilitazione agricoltori essenziale per elezioni Ue

Copa Cogeca: mobilitazione agricoltori essenziale per elezioni UeRoma, 8 mag. (askanews) – La mobilitazione delle comunità agricole e rurali è essenziale per le elezioni di giugno. Lo scrivono in una nota congiunta Christiane Lambert, presidente del Copa e Lennart Nilsson, presidente della Cogeca.


La Giornata dell’Europa di quest’anno, che si svolge il 9 maggio, infatti, cade “in un contesto speciale, tra la fine di un mandato molto speciale dominato dalle crisi e il periodo della campagna elettorale in cui stiamo entrando. Dal 6 al 9 giugno 400 milioni di elettori europei decideranno del nostro futuro comune. Questo 9 maggio è quindi l’occasione per fare il punto sul mandato passato e per spiegare perché i prossimi anni saranno così fondamentali a Bruxelles, soprattutto sul fronte dell’agricoltura”. I presidenti del Copa e della Cogeca spiegano di essere rimasti colpiti “dal cambiamento di paradigma avvenuto sulle questioni agricole. Ora ci siamo allontanati dall’approccio dogmatico e dall’alto verso il basso di Farm to Fork nelle prime fasi del mandato, verso un maggiore dialogo e un approccio più strategico alle questioni agricole negli ultimi mesi”.


In particolare, il Farm to Fork “ha rapidamente mostrato i limiti di una visione priva di valutazione e senza alcuna attenzione alla sua attuazione. Questo metodo problematico è stato riconosciuto innanzitutto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen”, che ha deciso nel settembre 2023 di avviare un “Dialogo strategico per il futuro dell’agricoltura”, attualmente in corso a Bruxelles. C’è però ancora “una serie di domande senza risposta, sia sui prodotti fitosanitari che sul benessere degli animali, su cui la prossima Commissione e il prossimo Parlamento dovranno prendere posizione. Questo cambio di metodo dovrà essere confermato su questi temi dopo le elezioni. Continuare con l’ideologia o con la sterile polarizzazione significherebbe perdere tempo prezioso”.


Per il Copa e la Cogeca è da lodare anche l’azione politica dei deputati al Parlamento europeo, “ecco perché – spiegano è essenziale che i partiti politici e gli elettori portino in Parlamento deputati che lavorano su questi temi e che hanno una conoscenza personale dei problemi dell’agricoltura e delle zone rurali europee”. Il prossimo mandato dovrà quindi rispondere a un numero crescente di sfide, tra cui “l’integrazione dell’Ucraina nell’UE, il rinnovamento delle generazioni di agricoltori, le sfide del cambiamento climatico e della biodiversità, la salvaguardia del nostro modello agricolo per garantire la nostra sicurezza alimentare e la garanzia della coerenza delle nostre politiche commerciali e del mercato interno”.

”Marta – il delitto della Sapienza”, docu-serie a 27 anni da omicidio

”Marta – il delitto della Sapienza”, docu-serie a 27 anni da omicidioRoma, 8 mag. (askanews) – È il 9 maggio del 1997 quando Marta Russo, studentessa di 22 anni, viene raggiunta alla testa da un proiettile vagante mentre cammina nel campus universitario de La Sapienza a Roma con un’amica. Muore in ospedale cinque giorni dopo. Attraverso le registrazioni audio del diario intimo e segreto di Marta, sinora mai reso pubblico, ripercorriamo il racconto inedito di una storia che ha sconvolto l’Italia.


In occasione del 27esimo anniversario della morte di Marta Russo, arriva la docu-serie in due puntate “Marta – Il delitto della Sapienza”, giovedì 9 e venerdì 10 maggio alle 22, su Sky Crime e in streaming su NOW. La giustizia riconosce colpevoli Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, ma lascia aperti molti interrogativi inquietanti. La morte della giovane studentessa è infatti una delle vicende giudiziarie più controverse d’Italia. Tra interviste e documenti inediti e intimi la docu-serie prodotta da Minerva Pictures evidenzia come i lati oscuri di questa terribile vicenda siano ancora moltissimi e che come sottolineato da uno dei teste “la verità va detta, sostenuta e difesa” e che come ha sempre sostenuto la mamma di Marta “Bisogna arrivare alla verità non per vendetta ma per giustizia”.