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Autore: Redazione StudioNews

Opel Grandland: 100% made in Germany su piattaforma Stla Medium

Opel Grandland: 100% made in Germany su piattaforma Stla MediumMilano, 30 apr. (askanews) – Opel (gruppo Stellantis) presenta il nuovo suv top di gamma Grandland, il primo modello costruito su piattaforma Stla Medium di Stellantis, che sarà utilizzata anche a Melfi, con autonomia di circa 700 km grazie a una batteria da 98 kWh.


L’Opel Grandland sarà prodotto nello stabilimento di Eisenach in Germania dove sono stati investiti 130 milioni di euro per l’elettrificazione, con un reparto dedicato all’assemblaggio delle batterie come a Russelsheim dove si producono Opel Astra e Astra Sports Tourer Electric. Il sito di Eisenach sarà alimentato da energia rinnovabile grazie a un impianto fotovoltaico di 14 ettari capace di generare 20 megawatt, mentre per ridurre le emissioni sarà installata una pompa di calore da 1,5 megawatt. “Il nuovo Opel Grandland è ‘made in Germany’ in tutto e per tutto. Uscirà esclusivamente dalla linea di produzione di Eisenach. A tal fine, negli ultimi mesi abbiamo trasformato la sede in un vera e propria “fabbrica elettrica”, con un reparto batterie e uno stabilimento di produzione flessibile con tutte le varianti di propulsione su una unica linea. Il nuovo Opel Grandland sarà per la prima volta anche completamente elettrico. Stiamo dando il segnale di partenza qui e oggi”, ha dichiarato Florian Huettl, Ceo di Opel.

Casa, Salvini: entro maggio in Cdm piano per sanare irregolarità

Casa, Salvini: entro maggio in Cdm piano per sanare irregolaritàMilano, 30 apr. (askanews) – “Entro il mese di maggio porterò in Consiglio dei ministri un provvedimento per regolarizzare e sanare tutte le piccole irregolarità interne che ci sono dentro alle mura domestiche in modo tale che uno potrà pagare al Comune quello che deve pagare e tornerà proprietario delle sue mura”. Lo ha affermato il segretario della Lega Matteo Salvini durante la presentazione del suo libro a Roma, con il generale Vannacci. “Solo quelle all’interno, non certo se uno si è fatto la villa…”.

Giansanti: autonomia alimentare Ue a rischio senza risorse adatte

Giansanti: autonomia alimentare Ue a rischio senza risorse adatteRoma, 30 apr. (askanews) – “Senza risorse finanziarie adeguate e incentivi pubblici agli investimenti per le innovazioni, anche l’autonomia alimentare della Ue è a rischio”. Dalla Sala dei Baroni del Maschio Angioino, a Napoli, Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, lancia l’allarme: “il futuro dell’Unione europea dipende dalle decisioni che saranno assunte, in particolare, sul debito comune per gli investimenti e sul mercato unico dei capitali. Il nuovo patto di Stabilità assolutamente non basta, con un bilancio dell’Unione fermo all’1% del PIL degli Stati membri”.


A Napoli per l’assemblea regionale di Confagricoltura Campania, Giansanti ha molto insistito su questo punto: “la questione delle risorse finanziarie è fondamentale e ineludibile. L’attuale bilancio agricolo della UE è assolutamente inadeguato. Non può reggere all’impatto del prossimo allargamento dell’Unione. Solo l’estensione della PAC all’Ucraina avrebbe un costo di 100 miliardi di euro in sette anni. Occorre definire gli orientamenti politici di fondo sulle risorse finanziarie da assegnare all’agricoltura dopo il 2027, prima dell’apertura dei negoziati con i Paesi candidati”. Nel frattempo, senza attendere la nuova riforma della PAC, secondo il presidente di Confagricoltura “si deve proseguire nella riduzione e nella semplificazione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese. Va affrontato anche il tema delle pratiche sleali e del principio di reciprocità da applicare nei rapporti commerciali con Paesi Terzi. Ci sono ancora troppe misure – ha detto Giansanti – che non favoriscono le imprese europee e ancora tanto c’è da fare per sostenere i prezzi all’origine e riconoscere il giusto valore alle produzioni”.

Coldiretti: da agroalimentare italiano lavoro per 4 mln persone

Coldiretti: da agroalimentare italiano lavoro per 4 mln personeRoma, 30 apr. (askanews) – L’agroalimentare italiano rappresenta la prima ricchezza del Paese e dà lavoro a 4 milioni di persone, impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Così la Coldiretti nel commentare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in occasione della sua visita in Calabria ha rimarcato l’importanza del comparto “per la quantità di ricchezza che produce e che redistribuisce attraverso il lavoro”.


Una risorsa occupazionale di vitale importanza per il Paese evidenziata alla vigilia del Primo maggio, la festa del lavoro. Mattarella ha visitato a Castrovillari la cooperativa Assolac – Associazioni latte calabresi, leader per la raccolta e commercializzazione del latte vaccino, associata a Coldiretti. L’agroalimentare nazionale rappresenta, ricorda la confederazione agricola, un patrimonio economico e lavorativo che è però messo a rischio dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale.


Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Un tema, quelo del contrasto al falso made in Italy, al centro delle 96 assemblee organizzate oggi dalla Coldiretti in tutta Italia.

Dialogo a Pechino tra Hamas e Fatah, obiettivo unità

Dialogo a Pechino tra Hamas e Fatah, obiettivo unitàRoma, 30 apr. (askanews) – I movimenti palestinesi Fatah e Hamas hanno avuto consultazioni a Pechino e hanno espresso la disponibilità a continuare il dialogo e a promuovere la riconciliazione palestinese. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian. “Su invito della parte cinese, i rappresentanti del Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese (Fatah) e del Movimento di Resistenza Islamica Palestinese (Hamas) sono venuti recentemente a Pechino per avere un dialogo approfondito e sincero sulla promozione della riconciliazione palestinese. Le due parti hanno espresso pienamente la loro volontà politica di realizzare la riconciliazione attraverso il dialogo e la consultazione, hanno discusso su molte questioni specifiche e hanno compiuto progressi incoraggianti”, ha dichiarato Lin in un briefing. Entrambi i movimenti hanno concordato di continuare il dialogo “per raggiungere la solidarietà e l’unità palestinese in tempi brevi”, ha aggiunto il portavoce.

In Emilia Romagna bando da 300mila euro per istituti agrari

In Emilia Romagna bando da 300mila euro per istituti agrariRoma, 30 apr. (askanews) – Il mondo dell’agricoltura guarda sempre più a tecnologia e innovazione digitale. E proprio per accompagnare questa trasformazione, la Regione Emilia-Romagna ha messo a punto un bando per potenziare laboratori e dotazioni tecnico-scientifiche negli istituti agrari tecnici e professionali.


Con un finanziamento complessivo di 300mila euro (150mila per ciascuna annualità 2024 e 2025) il bando regionale interviene per allineare la formazione degli studenti degli istituti di istruzione secondaria superiore a indirizzo agrario, tecnici e professionali, alla rapida evoluzione tecnologica che interessa il sistema agricolo e rurale. I progetti biennali delle scuole dovranno essere rivolti all’acquisto di strumenti e attrezzature per mettere a disposizione dei futuri tecnici agrari le competenze dell’agricoltura 4.0 da utilizzare anche nelle strutture didattico sperimentali associate agli Istituti agrari.


Potranno essere presentati interventi nel settore dell’innovazione come tecnologie digitali per colture vegetali pieno campo, in serra e per allevamenti zootecnici; e soluzioni gestionali digitali da impiegare in azienda. Possono partecipare al bando gli istituti a indirizzo agrario tecnici e professionali con sede in Emilia-Romagna. Il contributo massimo per ogni scuola è di 12mila euro per ciascuna annualità, per il 100% della spesa ammissibile.

Europee, Salvini: candidiamo un generale per parlare di pace

Europee, Salvini: candidiamo un generale per parlare di paceMilano, 30 apr. (askanews) – “Abbiamo candidato un generale per parlare di pace. Qualche leader europeo parla sciaguratamente della possibilità di mandare i nostri figli a morire fuori dai nostri confini. Chi vota la Lega avrà una certezza: mai nel nostro nome un soldato italiano o europeo a morire fuori dai nostri confini”. Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini, ala presentazione – al Tmepio di Adriano a Roma – del suo libro “Controvento” con il generale Roberto Vannacci. Con cui, ha sottolineato, condivide “valori come identità e tradizione, e difesa dei confini”.


E ha poi ribadito: “Alle prossime Europee c’è per la prima volta nella storia del Palramento europeo la possibilità di un’alleanza senza la sinistra, i socialisti, Macron a mettere i bastoni tra le ruote”.

Sinner ok, giocherà contro Khachanov a Madrid

Sinner ok, giocherà contro Khachanov a MadridRoma, 30 apr. (askanews) – Jannik Sinner giocherà gli ottavi di finale del Masters 1000 di Madrid contro Karen Khachanov. L’azzurro ha sciolto le riserve dopo l’allenamento svolto a ora di pranzo per testare le condizioni dell’anca destra ed ha deciso di giocare il match in programma nel pomeriggio sull’Arantxa Sanchez Stadium. Per Sinner, dunque, arrivano segnali incoraggianti dopo che nel match di terzo turno contro Kotov aveva sentito nuovamente dolore all’anca destra, problema accusato per la prima volta durante il torneo di Monte-Carlo. Jannik, sotto gli occhi del coach, Simone Vagnozzi, e del fisioterapista, Giacomo Naldi, ha provato tutti i colpi sciogliendo la riserva positivamente.

Spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza, una 77esima ed. diffusa

Spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza, una 77esima ed. diffusaRoma, 30 apr. (askanews) – Si svolgerà dal 20 settembre al 20 ottobre il 77esimo Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, un progetto del Comune di Vicenza, in collaborazione con l’Accademia Olimpica e la Biblioteca civica Bertoliana, con il sostegno della Regione del Veneto, il coordinamento artistico del Centro di Produzione Teatrale La Piccionaia e il coordinamento generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza. Un’edizione diffusa, che abiterà anche la Basilica Palladiana, il Teatro Astra e la Biblioteca Bertoliana, attraversando l’intera città di Vicenza e coinvolgendo i suoi cittadini, affidata alla visione e alla cura di due personalità di primissimo piano della creazione contemporanea, una coppia di arte e di vita, fondatori del Teatro delle Albe e di Ravenna Teatro. Ermanna Montanari e Marco Martinelli, 15 premi Ubu in due e tanti altri riconoscimenti nazionali e internazionali, guideranno dunque un’eccellenza culturale che non ha mai smesso, nel corso della sua storia, di interrogarsi sul ruolo dei classici nella contemporaneità. In piena sintonia con la dimensione diffusa del festival, il tema scelto per questa 77° edizione: “L’immagine guida per questo biennio 2024-2025 sarà quella del “coro”, inteso come radice fondante del teatro: nella parola “coro” i greci vedevano lo stretto intarsio tra parola, musica e danza, un’alchimia che rivela ancora oggi tutta la sua necessità ardente, moltiplicandosi nel nodo vita-scena del nostro contemporaneo agire. Al tempo stesso il coro è, fin dalle origini, lo specchio disvelante della polis: era composto, nell’Atene del V secolo, da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da “spettatori”, ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto “politico”, oltre che poetico. Esso può assumere oggi le forme di una gioiosa “chiamata pubblica”, dove mescolare arte e vita, artisti e cittadini di varie generazioni per infuocarne lo sfuggente meccanismo prismatico”. Meredith Monk&John Hollenbeck, Theodoros Terzopoulos, Alessandro Serra, Evelina Rosselli, Serena Sinigaglia, Giovanni Lindo Ferretti, Francesco Giomi, Abdullah Miniawy, Ndox Electrique, Serena Abrami e Enrico Vitali, Mariangela Gualtieri, Danio Manfredini, Francesca Morello R.Y.F., Mara Redeghieri, Daniela Pes e, naturalmente, Ermanna Montanari e Marco Martinelli sono gli artisti che daranno voce a un programma lungo un mese, articolato in 1 prologo, 9 spettacoli di cui 3 prime assolute, 2 prime nazionali, 1 prima regionale, 3 chiamate pubbliche e 2 cicli di incontri di approfondimento. L’immagine del 77° Ciclo di Spettacoli Classici è firmata da un altro grande artista e sperimentatore: Igort, uno dei grandi maestri del fumetto d’autore internazionale, tra i protagonisti della scena indie italiana degli anni ’80 (Linus, Alter Alter, Frigidaire) ed esponente di spicco del graphic journalism, oltreché sceneggiatore e musicista. Il festival è anticipato da un Prologo, una grande anteprima con una delle artiste più iconiche e influenti del nostro tempo: la pluripremiata cantante, compositrice, regista, drammaturga, coreografa e artista visiva Meredith Monk, in concerto l’1 maggio al Teatro Olimpico di Vicenza per un’esibizione in Prima Nazionale, data unica in Italia per tutto il 2024. In Duet Behavior – questo il titolo del concerto – l’artista newyorkese ripercorrerà sotto una nuova luce le sue composizioni più celebri, oltre a presentare creazioni più recenti. La magia vocale di Meredith Monk, che si esibirà anche al piano e all’arpa ebraica, incontrerà le articolate trame percussive dell’amico e collega di lunga data John Hollenbeck, batterista e compositore americano assoluto protagonista del panorama internazionale jazz e world. Il 77° Ciclo di Spettacoli Classici si inaugura poi il 20 e 21 settembre al Teatro Olimpico con la Prima Nazionale dell’Oresteia firmata da uno dei grandi esponenti della scena contemporanea internazionale, Theodoros Terzopoulos. Ideatore di un metodo di lavoro insegnato in tutto il mondo, fondatore nel 1985 dell’Attis Theatre e alla guida da oltre trent’anni dell’International Committee of Theatre Olympics, Terzopoulos è maestro nell’interpretazione e nella messinscena del repertorio tragico classico, sempre criticamente interrogato. Dopo averne affrontato in passato i singoli capitoli, per la prima volta il regista greco si trova alle prese con l’intera trilogia di Eschilo, unica sopravvissuta per intero di tutto il teatro greco classico. L’Orestea fu messa in scena per la prima volta ad Atene in occasione delle Grandi Dionisie nel 458 a.C., anno di turbolenze politiche, storiche e sociali e violenti sconvolgimenti che riflettevano le tensioni tra oligarchi e democratici. “Il mito dell’Orestea è pericoloso, appartiene al mondo dell’inconsueto e dell’ignoto, incute terrore perché rivela l’intrattabile, la violenza e le leggi più profonde che non possono essere domate. Clitennestra invita a “spezzarci” come nel momento della rottura dello specchio, affinché dai frammenti nasca una nuova immagine mentre le radici oscure del mito vengono preservate. Ancora una volta ci poniamo la domanda ontologica fondamentale ‘qual è il senso?’, una domanda a cui non esistono risposte definitive, ma che ci spinge costantemente verso una ricerca sempre più profonda delle radici dei suoni, delle parole, della multidimensionalità dell’enigma umano e della ricostruzione di un nuovo mito” scrive Terzopoulos nelle note di regia. Difficile non cogliere le profonde analogie con l’odierna crisi della democrazia, con la condizione storico-esistenziale della nostra epoca dilaniata da conflitti profondi e sospesa sull’orlo del baratro. L’Oresteia arriverà a Vicenza dopo la Prima Assoluta al Festival di Epidauro ad Atene. Il 26 settembre al Teatro Astra invece appuntamento con l’azione corale della prima delle tre chiamate pubbliche in programma al Festival. Si tratta di Purgatorio dei poeti di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, esito di un laboratorio che fra il 22 e il 25 settembre coinvolgerà 50 cittadine e cittadini di tutte le età. “Per questa ‘azione corale’ lavoreremo su alcuni canti dell’Inferno e del Purgatorio, la cantica dove Dante colloca gli artisti, gli scrittori, i pittori: agli endecasillabi danteschi mescoleremo frammenti poetici di Emily Dickinson, Vladimir Majakovskij, Walt Withman e altri poeti, come il guelfo fiorentino, affamati di bellezza”. Nell’ambito di una pratica cara al Teatro delle Albe, la chiamata pubblica è un invito rivolto alla cittadinanza a “farsi luogo”, farsi comunità, nell’epoca dei non-luoghi e della frantumazione del senso comunitario. Purgatorio dei poeti è una nuova ulteriore tappa del Cantiere Dante, il lavoro di Montanari e Martinelli sulle tre cantiche della Divina Commedia (2017-2022) che in questi anni ha coinvolto oltre mille cittadini e ha vinto premi tra i quali Premio Ubu, Lauro Dantesco ad Honorem, Premio Associazione Nazionale Critici di Teatro. Il 27 settembre al Teatro Olimpico, con replica il 28 e 29, andrà in scena in Prima Assoluta Il Canto di Edipo, una versione site specific di Tragùdia, il nuovo progetto artistico di Alessandro Serra. Questa particolare messa in scena, pensata appositamente per il Teatro Olimpico di Vicenza, oltre che a pochi oggetti e ai costumi vedrà protagonisti i due elementi qualificanti il tragico: il canto e la danza. Regista, autore, artista visivo, fondatore della compagnia Teatropersona, Serra sceglie in questa occasione il “mito perfetto”, centrale nella riflessione teorica di Aristotele come in quella di Sigmund Freud, partendo da un assunto: “la tragedia è un’arte fortunata, perché gli spettatori conoscono l’intreccio già prima che il poeta lo racconti”. Da questa premessa Serra si interroga su come si possa ricostruire oggi quella forma di sapere collettivo e in che lingua, che non sia ostile e concettuale ma musicale, istintiva e sensuale. Sceglie non l’italiano che abbassa il tragico a fatto drammatico ma il grecanico, l’antica parlata greca di una striscia di terra della Calabria e della Sicilia, per concentrarsi su una molteplicità di questioni che riguardano la condizione umana, il rapporto con la Polis e con la dimensione del Sacro. Accompagnando lo spettatore nello stesso percorso di Edipo, così come narrato da Sofocle, dalle macerie al ricongiungimento con gli Dei. Ancora una Prima Assoluta, il 5 ottobre, sempre al Teatro Olimpico: sdisOrè, ovvero l’Orestea riscritta da Giovanni Testori, interpretata da Evelina Rosselli, co-fondatrice insieme a Caterina Rossi di Gruppo Uror che ne firma la regia. La potenza della lingua di Testori è la chiave per un’Orestea completamente capovolta, dai toni dissacranti, erotici, crudi e ironici, che vede in scena una sola attrice nella funzione di narratore e incarnazione di quattro maschere che sembrano fatte di pelle umana. Maschere rivoltanti e grottesche, indossate da Evelina Rosselli per ridare vita a Elettra, Oreste, Egisto, Clitemnestra, trasmutando di volta in volta la propria voce per indagare quattro universi sonori completamente differenti. Con sdisOrè, Gruppo Uror prosegue la propria ricerca nella dimensione onirica e nel perturbante, negli arcani racchiusi nel mito che conservano un forte legame con le forme della violenza contemporanea. Il 6 ottobre il Festival esce dal Teatro per andare ad abitare la Basilica Palladiana con la seconda delle chiamate pubbliche previste, che tira in ballo il concetto rituale di festa. FESTA SILENZIO Azione di improvvisazione creativa per una comunità di performer è infatti il titolo del progetto curato da Francesco Giomi, compositore, performer, regista del suono e docente di musica elettronica, nonché direttore di Tempo Reale, il centro fiorentino di ricerca, produzione e didattica musicale. La performance sarà la restituzione di un laboratorio che si svolgerà nelle settimane precedenti con il coinvolgimento di un ampio numero di musicisti del territorio vicentino, di qualsiasi formazione e ambito di provenienza, che alla Basilica si esibiranno in una serie di improvvisazioni attorno a un “rito-partitura” prestabilito: una pratica giocosa di comunità, un momento di condivisione di un senso profondo dell’ascolto. Al centro del progetto il concetto di silenzio, partendo da una specifica domanda: cosa significa “silenzio” in musica? “In un tempo di chiasso e rumore incontrollato, diventa necessario ricercare il silenzio, così come ascoltare in una maniera nuova” afferma Giomi che sottolinea: “L’esplorazione sonora del concetto di quiete, in un ambito collettivo e festoso, ha l’obiettivo di raggiungere un grado di consapevolezza sull’importanza di ogni segnale musicale, anche il più piccolo e isolato, così come di esplorare i concetti di attesa e di attenzione alla bellezza del suono.” Di nuovo al Teatro Astra l’11 ottobre per la terza e ultima chiamata pubblica: Pluto. God of gold di Marco Martinelli con gli adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata e Vicenza. Pluto è l’ultima commedia delle undici superstiti che ci restano di Aristofane, incentrata sulle contraddizioni della polis, a partire dall’iniqua distribuzione delle ricchezze. Pluto è infatti il dio della ricchezza, che dona ai corrotti e agli ingiusti perché è cieco. Il contadino Cremilo lo cura e gli restituisce la vista, riportando così la giustizia sociale ad Atene. Martinelli lavora sul testo antico mettendolo in relazione con le improvvisazioni vitali e scatenate di 60 adolescenti dell’area metropolitana di Napoli e della città di Vicenza. Pluto. God of gold è un nuovo atterraggio di Sogno di volare, un progetto quadriennale (iniziato nel 2022) del Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival che vede il fondatore delle Albe lavorare su quattro commedie di Aristofane con oltre cento adolescenti. Un progetto in diretto collegamento con la non-scuola, pratica teatral-pedagogica fondata nel 1991 insieme a Ermanna Montanari e che negli anni ha ottenuto due Premi Ubu e il Premio ANCT dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Il 15 e 16 ottobre ancora al Teatro Olimpico è la volta di Elettra per la regia di Serena Sinigaglia. Regista con approccio multidisciplinare, una particolare attenzione verso le fragilità sociali e convinta sostenitrice di un teatro al servizio dei cittadini, la Sinigaglia riparte dalla tragedia in atto unico scritta ai primi del Novecento dal poeta e drammaturgo viennese Hugo von Hofmannsthal, andata in scena per la prima volta nel 1903 con la regia di Max Reinhardt e dedicata a Eleonora Duse. La visione di Serena Sinigaglia viaggia fra le origini del mito in Eschilo e il vivace contesto culturale della Vienna a cavallo fra Ottocento e Novecento, passando per le riscritture di Sofocle, Euripide e Marguerite Yourcenar, per concentrare l’attenzione su quei temi che emergono dal Mito rivelandone una straordinaria attualità: il patriarcato, il rapporto fra i generi, il diritto all’autodeterminazione, il limite tra legge umana e legge naturale. Lo spettacolo è presentato in collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto. Grande attesa e grande curiosità intorno al progetto di una delle figure più affascinati, teatrali, provocatorie, per certi versi enigmatiche della musica italiana, il cantautore e scrittore Giovanni Lindo Ferretti che il 18 ottobre presenta al Festival in Prima Assoluta moltitudine in cadenza, percuotendo. “Un antico palcoscenico in ardita prospettiva urbana…echi biblici…ritualità in forma di teatro…”. Al momento si sa soltanto che “ciò che deve accadere accada”. Infine, al Teatro Astra il 19 ottobre a partire dalle ore 21 avrà luogo la Notte delle voci, un’ode collettiva alla verticalità della notte, una catarsi festosa che scaturisce da forme sonore diversissime e da una molteplicità di canti, ognuno con una propria melodia. A guidare il pubblico in questo turbine, artisti-viandanti di altissimo profilo, a partire da Mariangela Gualtieri, poetessa e drammaturga, co-fondatrice del Teatro Valdoca, e Danio Manfredini, attore, autore, regista teatrale, tre volte Premio Ubu. Ci sono poi la lunare e misterica cantante sarda Daniela Pes, Targa Tenco per Spira, il suo album d’esordio prodotto da IOSONOUNCANE; la magnetica Mara Redeghieri, artista che ha segnato gli ultimi trent’anni di musica italiana a partire dai suoi esordi come contante degli Üstmamò; Francesca Morello aka R.Y.F. (Restless Yellow Flowers), voce sovversiva e dance punk della comunità queer, già al fianco dei Motus; il cantante, compositore, musicista, attore e scrittore egiziano Abdullah Miniawy, ospitato dai più prestigiosi festival internazionali come il Festival d’Avignone, icona di una gioventù’ egiziana in lotta per la libertà e la giustizia; il collettivo Ndox Èlectrique guidato da François R. Cambuzat e Gianna Greco, sciamani di una trance di resistenza anti-coloniale, e la poliedrica cantante alt-rock Serena Abrami con Enrico Vitali, già al fianco di Ermanna Montanari e Marco Martinelli nel progetto Don Chisciotte ad ardere. Il programma del 77° Ciclo di Spettacoli Classici si completa infine con due progetti seminariali: Parlamenti d’Autunno a cura di Marco Sciotto e Illusioni perdute? – cinque disputazioni sulla critica teatrale e l’arte scenica oggi a cura di Massimo Marino, i cui dettagli verranno svelati nelle prossime settimane.

Esa, nel 2025 Vega-C porterà nello spazio la missione Smile

Esa, nel 2025 Vega-C porterà nello spazio la missione SmileRoma, 30 apr. (askanews) – Sarà il lanciatore leggero Vega-C a portare nello spazio la missione Smile – acronimo di Solar wind Magnetosphere Ionosphere Link Explorer – collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea e l’Accademia cinese delle scienze (CAS) nata con l’obiettivo di aiutarci a comprendere meglio l’interazione tra il Sole e la Terra.


Con la cerimonia della firma di oggi, l’Esa – informa l’Agenzia – assicura il lancio di Smile su Vega-C dallo spazioporto europeo nella Guyana francese, attualmente previsto per la fine del 2025. Vega-C è l’agile razzo europeo progettato per lanciare un’ampia gamma di missioni, può inviare carichi di forme e dimensioni diverse, migliorando l’accesso indipendente dell’Europa allo spazio. “La giornata di oggi segna un’importante pietra miliare per la nostra innovativa missione Smile e segnala la determinazione di tutti i nostri team e partner a portare a termine una missione di successo nei tempi previsti per ottenere il massimo beneficio scientifico”, afferma il Direttore scientifico dell’Esa, Prof. Carole Mundell. Stéphane Israël, Ceo di Arianespace, aggiunge: “Questa firma segna oltre quattro anni di sforzi di collaborazione tra Arianespace e i team scientifici dell’Esa per sviluppare la missione Smile con un lanciatore Vega-C”. “Siamo lieti di lanciare Smile su un veicolo di lancio così versatile. Vega-C è stato selezionato perché soddisfa perfettamente le esigenze della missione, come la capacità di massa richiesta e l’orbita di iniezione”, ha dichiarato David Agnolon, Project Manager di Smile.


Vega-C posizionerà Smile in un’orbita terrestre bassa, da cui la navicella spaziale si spingerà verso un’orbita terrestre alta. In quest’orbita finale, a forma di uovo, Smile volerà intorno alla Terra all’incirca ogni due giorni. Si sposterà a circa 121.000 km dalla superficie terrestre per una visione prolungata delle regioni del polo nord, prima di avvicinarsi a 5.000 km per scaricare i dati archiviati nelle stazioni di terra in Antartide e Cina. Un’orbita così unica – prosegue l’Esa – consentirà agli scienziati di osservare regioni importanti nello spazio vicino alla Terra per più di 40 ore consecutive. Smile scatterà le prime immagini e video a raggi X del vento solare che sbatte contro la bolla magnetica protettiva della Terra. Le sue immagini ultraviolette complementari forniranno lo sguardo continuo più lungo mai visto sull’aurora boreale.


Con Smile per la prima volta l’Esa e la Cina selezionano, progettano, implementano, lanciano e gestiscono congiuntamente una missione scientifica spaziale. Oltre al lancio, l’Esa è responsabile del modulo di carico utile di Smile (che ospita i suoi strumenti scientifici), delle strutture di test dei veicoli spaziali, della stazione terrestre primaria in Antartide e di un contributo alle operazioni scientifiche. “Diverse difficoltà tecniche e programmatiche sono state superate congiuntamente dai team Esa e Cas attraverso una collaborazione efficiente e rispettosa. Non vediamo l’ora di vedere Smile in orbita nel 2025 e di raccogliere dati scientifici per diversi anni”, afferma Frédéric Safa, capo del dipartimento Missioni future dell’Esa.


Nell’autunno del 2024, le sezioni europea e cinese della navicella arriveranno al centro tecnico dell’Esa, Estec . Lì le due sezioni verranno unite e la navicella verrà testata per la prima volta come unità completa. La navicella spaziale verrà quindi spedita dall’Eestec allo spazioporto europeo nella Guyana francese. (Credit: ESA)