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Autore: Redazione StudioNews

Draghi scalda atmosfera a Consiglio Ue (e soprattutto in Italia)

Draghi scalda atmosfera a Consiglio Ue (e soprattutto in Italia)Bruxelles, 17 apr. (askanews) – Il giorno dopo il discorso di Mario Draghi a Bruxelles, con la richiesta di un “cambiamento radicale” dell’Unione europea, fa discutere la possibilità di un incarico di vertice – Consiglio europeo o Commissione – per l’ex banchiere centrale e primo ministro.


Per la verità l’interesse appare essere più in Italia che nella capitale belga, dove oggi si è aperto il Consiglio europeo straordinario. Anche i leader europei che ieri e oggi hanno commentato questa eventualità, infatti, lo hanno fatto sempre sollecitati da giornalisti italiani. È il caso, oggi, di Emmanuel Macron che ha parlato di un “amico formidabile, un amico immenso” un “grande presidente del Consiglio” anche se “è il giorno dopo” le elezioni europee “che si fanno le nomine”. Ed è il caso anche della premier estone Kaja Kallas, secondo cui è presto per parlare di nomi ma “Draghi mi piace molto”. Addirittura Viktor Orban, ieri, si era sbilanciato: “Mi piace Draghi. Lo rispetto, è una brava persona”. La verità è che, nelle cancellerie, se anche qualcuno ha accarezzato la possibilità, comunque le carte resteranno coperte fino all’ultimo momento per evitare di ‘bruciare’ il candidato, come sta avvenendo per Ursula von der Leyen, in grande difficoltà da quando ha incassato l’appoggio del Ppe come candidata per un nuovo mandato. Ma in Italia il nome di Draghi scalda i partiti. “Mi auguro che abbia una funzione nell’Ue”, dice Arturo Scotto (Pd) mentre il leader di Azione Carlo Calenda assicura che “faremo di tutto perchè possa diventare presidente della Commissione europea o presidente del Consiglio europeo”. Nel centrodestra, dopo che ieri Ignazio La Russa aveva detto che “sicuramente ha i titoli per ambire a ogni ruolo”, oggi altri esponenti Fdi appaiono decisamente più ‘freddi’. “Personalmente – spiega il capogruppo alla Camera Tommaso Foti – ritengo che questa operazione di continuare a costruire un percorso politico sui giornali per Draghi sia solo negativa. I vari partiti europei hanno i loro candidati. Se iniziamo una campagna tutta italiana per Draghi secondo me stiamo sbagliando strada”. Per il ministro Francesco Lollobrigida “se ci sono stati errori nel passato e una persona intelligente come Draghi dice che bisogna cambiare rotta… Noi diciamo che l’Europa non si muoveva nella direzione giusta, altri dicevano che era tutto perfetto. Oggi tutti dicono che bisogna cambiare. Ne siamo felici”.


Chi alza un fuoco di sbarramento contro Draghi è Matteo Salvini. Il leader leghista non ne parla direttamente ma proprio oggi fa uscire anticipazioni del suo libro in cui parla dell’ex premier, con giudizi poco lusinghieri. Tra le altre cose scrive che Draghi “non fece assolutamente nulla di utile” per la pace fiscale ma sbagliò anche metodo, fin dall’inizio, perchè decise di “non condividere con i segretari dei partiti nemmeno la scelta dei ministri” e “non fu l’unico scivolone, perché nell’esecutivo che doveva essere dei migliori figuravano alcuni nomi francamente sconcertanti”. Per quanto riguarda Forza Italia, a parlare oggi è Licia Ronzulli: Draghi “ha ragione, c’è molto da cambiare. Perché l’Europa di questi anni è stata miope nei confronti di cittadini e risparmiatori, più attenta alla cieca inflessibilità che all’esigenza di crescita economica e sviluppo, disinteressata a problemi, come quello dell’immigrazione, che solo in apparenza sembrano locali, ma invece riguardano l’intera Unione. La Commissione nella prossima legislatura dovrà essere capace di porre al centro tutti gli obiettivi di crescita, sviluppo e reale coesione, che nel corso degli anni si sono persi per strada”.

Gli occhi delle donne dal carcere: la Santa Sede in Biennale

Gli occhi delle donne dal carcere: la Santa Sede in BiennaleVenezia, 17 apr. (askanews) – Era uno dei padiglioni più attesi alla 60esima Biennale d’arte di Venezia ed effettivamente visitarlo è un’esperienza intensa, difficile, commovente. La Santa Sede, tornata in Biennale dopo alcune edizioni di assenza, ha presentato il progetto “Con i miei occhi”, allestito nel carcere femminile della Giudecca. Otto artisti, tra cui Maurizio Cattelan, Simone Fattal e Claire Fontaine, hanno portato il loro lavoro nella casa di reclusione, progettandolo per e insieme alle detenute.


“L’idea – ha detto ad askanews Bruno Racine, il direttore di Palazzo Grassi che è uno dei curatori – era quella di trovare un luogo che fosse anche un messaggio, quindi vista la tematica della Biennale, intitolata Stranieri ovunque, e vista anche l’insistenza di Papa Francesco sugli emarginati, le persone umili e scartate dalla società, abbiamo pensato che il carcere femminile dell Giudecca, che ha anche una storia molto interessante, potesse essere il posto giusto”. Il ruolo delle persone del carcere è fondamentale, sono le stesse donne a fare da guida ai visitatori, raccontando le opere e accompagnandoli nel percorso espositivo. Particolarmente toccanti le poesie scritte dalle detenute, che Simone Fattal ha riportato su molte placche pittoriche con anche i nome delle loro autrici, ma è di grande forza pure la scritta blu di Claire Fontaine, che nel cortile principale del carcere, dice alle ospiti che “Siamo con voi nella notte”.


“Questo progetto – ha aggiunto Chiara Parisi, altra curatrice del padiglione – non poteva essere realizzato in una casa di detenzione senza che ci fosse una vera collaborazione, già nel momento in cui la direzione accetta l’incredibile invito della Santa Sede di intervenire all’interno. Ma tutto nasce davvero dalla collaborazione tra gli artisti e le signore della casa. In più, nel momento in cui la narrazione passa attraverso le parole di queste donne, significa che la libertà della creazione artistica è possibile”. Una libertà che è anche al centro del film di Marco Perego con Zoe Saldana, che racconta le ultime ore di detenzione di una donna, ma anche le primissime di un’altra. In un intreccio di dolore e speranza che sembra caratterizzare tutta l’esperienza di “Con i miei occhi”.


Il progetto è certamente ambizioso e rappresenta in modo plastico la vocazione sociale della Santa Sede. La domanda vera, alla fine, sembra essere quanto beneficio tutto questo porterà realmente alle persone del carcere, alle loro storie e alla loro possibilità di vivere in modo diverso lo spazio della detenzione. (Leonardo Merlini)

G7 a Capri verso sanzioni a Iran e sistemi difesa aerea a Kiev

G7 a Capri verso sanzioni a Iran e sistemi difesa aerea a KievCapri, 17 apr. (askanews) – Sanzioni individuali all’Iran e sistemi di difesa aerea all’Ucraina. C’è piena convergenza tra i ministri degli Esteri del G7, riuniti da oggi a Capri, per rendere più concreta la strategia da seguire per disinnescare un’ulteriore escalation in Medio Oriente e nella guerra tra Mosca e Kiev. E mentre il vertice sotto presidenza italiana è appena iniziato, gli sherpa sono già impegnati a limare il documento finale, che dovrebbe certificare i passi avanti compiuti sui due dossier più caldi della diplomazia internazionale.


Sul fronte mediorientale, i Paesi membri del G7 hanno raggiunto un accordo di massima perché dalla riunione dei ministri degli Esteri a Capri sia inviato un messaggio politico alla comunità internazionale sull’imposizione di sanzioni individuali all’Iran. I Sette Grandi hanno dunque raccolto gli appelli lanciati nelle ultime ore da diverse cancellerie occidentali. Non ultimi, sono stati i ministri degli Esteri di Regno Unito e Germania, David Cameron e Annalena Baerbock, a chiedere di far “fronte unito” contro l’Iran, in occasione di una loro visita in Israele, che ne ha tardato l’arrivo sull’isola nel Golfo di Napoli. L’attacco iraniano “non può rimanere senza risposta”, ha detto da parte sua Tajani accogliendo gli omologhi alla Certosa di San Giacomo e ricordando la posizione già espressa in tal senso anche dall’Unione europea, sostanzialmente favorevole a misure punitive individuali. Nel mirino, secondo quanto riferito da fonti della Farnesina, ci sarebbero soprattutto individui che contribuiscono alla catena di rifornimento dei missili balistici, la stessa catena di comando che poi fornisce questo tipo di armamenti alla Russia e ai gruppi alleati dell’Iran, per il loro utilizzo contro Ucraina, Israele e le navi nel Mar Rosso. Sul dossier mediorientale si è registrata inoltre “ampia sintonia” tra Italia e Stati Uniti: le sanzioni a Teheran sono state al centro della bilaterale che Antonio Tajani ha avuto con il segretario di Stato Antony Blinken, prima di cena. I due capi della diplomazia hanno concordato sull’opportunità di inviare un segnale all’Iran, ma anche a Israele. La situazione tra lo Stato ebraico e la Repubblica islamica resta d’altra parte “tesissima”, ha sottolineato Tajani, che ha lanciato un nuovo appello alle parti affinché adottino la massima “prudenza”. I Sette Grandi si attendono una reazione di Israele all’attacco iraniano con missili e droni dello scorso fine settimana: “dobbiamo capire come sarà, continuiamo a lavorare per una de-escalation”, ha detto il titolare della Farnesina.


Ma per Tajani e Blinken qualsiasi ritorsione israeliana deve essere inserita in un processo politico che eviti di precipitare in una situazione fuori controllo. E mentre per i due capi della diplomazia resta fondamentale mantenere aperta la linea del dialogo con l’Iran, con l’Italia tra i possibili interlocutori, il passaggio per Israele sembra obbligato: il futuro dello Stato ebraico, secondo quanto emerso durante il colloquio, sarebbe nell’integrazione politica e di sicurezza con i Paesi della regione. Quanto alla guerra in Ucraina, il G7 intende accelerare sulla consegna di sistemi di difesa aerea a Kiev, rispondendo concretamente alle richieste avanzate da tempo dal presidente Volodymyr Zelensky e dai suoi principali consiglieri. Fonti qualificate hanno confermato che sono soprattutto Italia, Germania e Stati Uniti a dare impulso a questa eventualità tra i Sette Grandi. Di questo dossier si discuterà in particolare domani pomeriggio, durante una sessione dedicata all’aggressione russa dell’Ucraina, alla presenza del ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, e del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Il capo della diplomazia di Kiev giungerà a Capri con un obiettivo preciso: chiedere un concreto contributo alla difesa aerea del suo Paese, in vista di una possibile offensiva estiva delle forze di Mosca. E i Sette Grandi sembrano essere tutti concordi sulla necessità di dare maggiore concretezza alla chance di difesa dell’Ucraina. Per questo, sul tavolo, ci sarà anche la proposta Nato di un nuovo Fondo da 100 miliardi per la difesa ucraina, avanzata dallo stesso leader dell’Alleanza atlantica. Bisognerà verificarne un’eventuale base giuridica e bisognerà tecnicamente capire come si può fare”, ha comunque avvertito Tajani.


L’eventuale contributo dei singoli Paesi del G7 alla difesa aerea di Kiev dipenderà in ogni caso dalle disponibilità finanziare e dai mezzi a disposizione di ciascun contribuente. Il nostro Paese, ha evidenziato Tajani durante la bilaterale con Blinken, contribuisce già a numerose missioni multinazionali al mantenimento della pace nel mondo, con un budget che esula dalla spesa complessiva del 2% del Pil richiesto dalla Nato. Secondo quanto si è appreso, comunque, una delle possibilità che il nostro Paese potrebbe prendere in considerazione sarebbe l’eventuale finanziamento di una linea di credito per l’acquisto di F-16, aerei sui quali l’aviazione ucraina ha già ricevuto un apposito addestramento. (di Corrado Accaputo)

Energia, al Centro Studi Americani incontro sui biocarburanti

Energia, al Centro Studi Americani incontro sui biocarburantiRoma, 17 apr. (askanews) – Al Centro Studi Americani incontro sulla transizione energetica con particolare attenzione ai biocarburanti. Durante il convengo è emerso come il ruolo dei biocarburanti possa essere quello di una soluzione concreta e immediata per accompagnare il lungo percorso della transizione energetica.


Il settore dei biocarburanti è in forte crescita, anche se è necessario investire di più e con un approccio regolatorio più chiaro. “I grandi paesi del mondo guardano ai biocarburanti con interesse – ha affermato Giovanni Perrella del MASE, fra i relatori del convegno , -è positivo vedere l’Italia fra i paesi protagonisti nello sviluppo della tecnologia”.

Da Vinitaly un’iniezione di fiducia per l’intero settore del vino

Da Vinitaly un’iniezione di fiducia per l’intero settore del vinoMilano, 17 apr. (askanews) – E’ stato un Vinitaly più che riuscito quello che si è concluso oggi, dove si è respirata un’aria positiva nonostante questo primo trimestre sia stato per il mercato del vino piuttosto difficile, le previsioni per l’anno in corso non siano rosee e su tutto incomba un cambiamento climatico che non lascia sereni i vignaioli. A detta di aziende, cooperative e Consorzi, sono stati quattro giorni ricchi di incontri e fitti di appuntamenti con i buyer internazionali, quest’anno provenienti da 140 Paesi. Sul fronte delle presenze estere a Vinitaly 2024, gli Stati Uniti si confermano in pole position con un contingente di 3.700 operatori presenti in fiera (+8% sul 2023), seguiti da Germania, Uk, Cina e Canada (+6%). In aumento del 15% i buyer giapponesi.


Secondo la fiera le presenze sono state complessivamente 97mila, con oltre 30mila operatori esteri (il 31% del totale), di cui 1.200 top buyer (+20% sul 2023) da 65 nazioni. Bilancio positivo anche per “Vinitaly Plus”, la piattaforma di matching tra domanda e offerta, con 20mila appuntamenti business, raddoppiati in questa edizione, e per il fuori salone “Vinitaly and the city”, che ha superato le 50mila degustazioni (+11%) con la città in festa con il vino. Numeri significativi che però non restituiscono il clima che è stato davvero primaverile in tutti i sensi. Sarà forse perché a Verona hanno trovato molto più di quello che c’era a Parigi e soprattutto a Dusseldorf, forse perché la fiera e la città hanno risposto come meglio potevano al di là dei loro limiti strutturali. O forse perché consapevoli che tra enoturismo, crescita delle vendite in Cantina e nuovi mercati più di uno ha persino pensato di poter aumentare il fatturato 2024, sta di fatto che tra gli espositori e gli operatori riuniti a Verona era palpabile una certa euforia. E si sa che l’euforia è contagiosa e così a degustare è tornato anche il pubblico, soprattutto di giovani. Certamente si tratta di una presenza selezionatissima, da un biglietto che non lascia spazio ai “perdigiorno” (120 euro al dì), ma non si può non sottolineare la loro curiosità, consapevolezza e maturità, mai vista tra i padiglioni fino a qualche anno fa. Preceduto dallo storico “Wine ministerial meeting” che ha portato i responsabili dell’Agricoltura dei 30 Paesi produttori di vino a discutere in Franciacorta con il ministro Francesco Lollobrigida, la 56esima edizione di Vinitaly ha visto l’arrivo in massa del governo, con sette ministri, vice, sottosegretari e la premier che hanno tagliato nastri, partecipato a convegni e girato per gli stand. Una presenza importante e significativa a testimoniare il supporto ad un comparto che vale miliardi ed è, al di là di ogni retorica, un simbolo prezioso del nostro Paese. Presenza che però, forse perché già vista l’anno scorso, è stata vissuta anche come un po’ ingombrante dal mondo del vino italiano, ora in attesa che si passi dalle parole ai fatti a partire dal tema dei dealcolati, così tanto discusso in questi giorni.


“Vinitaly consolida il proprio posizionamento business e un ruolo sempre più centrale nella promozione internazionale del vino italiano” ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, sottolineando che “i dati della manifestazione, unitamente al riscontro positivo delle aziende, confermano gli obiettivi industriali dell’attuale governance, fortemente impegnata a potenziare il brand fieristico del made in Italy enologico nel mondo. Va in questa direzione – ha evidenziato – il rafforzamento della collaborazione con tutti i referenti istituzionali, oggi in prima linea con Veronafiere nel sostenere l’internazionalizzazione del settore”. “La profilazione degli operatori è tra i nostri principali obiettivi strategici” ha aggiunto l’Ad Maurizio Danese, parlando di “un risultato già centrato nella scorsa edizione, quella della svolta di Vinitaly, e proseguito quest’anno anche nei confronti della domanda domestica, in particolare quella del canale horeca attraverso iniziative di comunicazione e marketing che hanno contribuito all’incremento delle presenze italiane. In questi giorni abbiamo registrato reazioni positive, un’iniezione di fiducia in un momento complesso che ci vede impegnati a supportare il principale prodotto ambasciatore e apripista dell’agroalimentare del Belpaese nel mondo”.


Chiuso Vinitaly, che dà appuntamento per la nuova edizione dal 6 al 9 aprile 2025, i prossimi appuntamenti del calendario estero 2024 sono “2Wine to Asia” (Shenzen 9-11 maggio); “Vinitaly China Roadshow” Shanghai, Xian, Guangzhou (2-6 settembre 2024); “Wine South America” a Bento Gonçalves (RS) Brasile (3-5 settembre); “Vinitaly Usa” (Chicago 20-21 ottobre), e infine “Vinitaly & Wine Vision” (Belgrado 22-24 novembre).

Mattarella plaude ad accordo Ue migranti, ora “scelte su competitività”

Mattarella plaude ad accordo Ue migranti, ora “scelte su competitività”Sofia, 17 apr. (askanews) – Soddisfazione per il nuovo accordo europeo sui migranti e una esortazione a fare scelte decise, anche sul tema della competitività che può aiutare i nostri giovani ad avere un futuro. Sono i due messaggi che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, invoca per l’Ue nel corso della sua visita ufficiale a Sofia dove, insieme al Presidente Rumen Radev, ha rinnovato l’amicizia tra Italia e Bulgaria.


Nei colloqui al palazzo presidenziale c’è stato ovviamente molto spazio per la situazione internazionale, la guerra in Ucraina e la crisi in Medioriente che preoccupa per il rischio di un allargamento del conflitto. Italia e Bulgaria condividono l’impegno per la sicurezza a difesa del confine orientale dell’Europa, non a caso il capo dello Stato visiterà domani la base militare di Novo Selo e incontrerà il contingente italiano del Multinational Battlegroup Bulgaria. Roma e Sofia però condividono anche il problema dei migranti: “I nostri paesi sono interessati e convinti” che “il fenomeno va governato con ordine non in maniera scomposta e disordinata come avviene adesso, e che il compito venga assolto dall’Ue”, ha detto il capo dello Stato esprimendo insieme all’omologo bulgaro “soddisfazione per la nuova intesa europea su migranti e asilo, un accordo che supera quella ormai datata di Dublino e apre la porta a una collaborazione più intensa per governare un fenomeno crescente”.


Mattarella ha ribadito anche, l’esigenza di dare risposte alla richiesta di ingresso nell’Ue dei paesi dei Balcani Occidentali come pure l’ingresso della Bulgaria “partner imprescindibile” nell’eurozona. Quindi il futuro dell’Ue: la convinzione del capo dello Stato è che “l’Unione europea ha bisogno di compiere scelte per diventare sempre più coesa, solida, più capace di svolgere nel mondo un ruolo protagonista, c’è l’esigenza di compiere scelte importanti che le consentano di svolgere questo ruolo”, quindi ha ricordato che proprio nelle prossime ore “nel Consiglio europeo si parlerà di competitività, un elemento che consente, sviluppandolo adeguatamente, di offrire opportunità maggiori per il futuro per i nostri giovani”. Un tema che lo vede sulla stessa linea di Mario Draghi (all’ex premier è stato affidato, proprio da Bruxelles, il compito di stilare un rapporto sullo stato della competitività europea) che proprio ieri intervenendo ad una conferenza europea ha sollecitato un cambiamento “radicale” sul versante della competitività. Nel colloquio con Radev si è quindi affrontato il tema della sicurezza: “Il rischio che si allarghi il conflitto” in Medioriente “è drammaticamente presente – ha ammonito Mattarella, va fatto ogni sforzo per una soluzione e l’unica possibile è due Stati per due popoli”. Così come in Ucraina dove va confermato il sostegno a Kiev ma parallelamente “cercare in ogni modo qualunque strada possibile per giungere alla fine del conflitto e a una pace giusta”.


Dal canto suo il presidente bulgaro ha voluto ringraziare l’Italia per il ruolo svolto “per la deterrenza militare e per aumentare la sicurezza del fianco orientale della Nato, abbiamo progetti comuni nell’industria bellica”, ha ricordato renendo atto al nostro paese aver lavorato insieme per “la realizzazione del corrodoio pan-europeo, un progetto strategico di connessione che contribuisce allo sviluppo dei paesi della regione e alla cooperazione tra Ue e Nato per la mobilità militare”.

Italia-Bulgaria, Mattarella a comunità italiana: vostro ruolo importante

Italia-Bulgaria, Mattarella a comunità italiana: vostro ruolo importanteSofia, 17 apr. (askanews) – Quello degli italiani che vivono in Bulgaria è un “ruolo importante, crea legami quotidiani che sono i più solidi che intercorrono tra due paesi. Il rapporto tra Bulgaria e Italia è di particolare amicizia e quindi vuol dire che il volto degli italiani che nelle varie attività e nei vari compiti viene svolto è apprezzato e gradito dai bulgari. L’Italia e le sue istituzioni vi sono vicini. Il nostro paese ha presenze diffuse in tanti continenti tutti sempre legati all’Italia quindi le istituzioni avvertono il dovere di starvi vicini”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando a Sofia la comunità italiana presente in Bulgaria, nel corso della sua visita ufficiale.

Voto in condotta, come cambia la scuola con il ddl Valditara

Voto in condotta, come cambia la scuola con il ddl ValditaraRoma, 17 apr. (askanews) – Stretta sul voto in condotta che peserà fino a far scattare la bocciatura, multe fino a 10mila euro in caso di condanna penale per chi aggredisce il personale scolastico, ritorno per la scuola primaria ai “giudizi sintetici” che dal 2020 erano stati sostituiti con i “giudizi descrittivi”. Sono alcune dei principali contenuti del ddl Valditara sulla modica della valutazione del comportamento di studenti e studentesse che è stato approvato dall’aula del Senato e che ora passa alla Camera.


Tra le novità anche il fatto che il metodo Montessori sarà esteso a tutto il primo ciclo di istruzione, fino alle scuole medie, ma dovrà essere un decreto del ministero dell’Istruzione a regolare il funzionamento delle sezioni Montessori che, se la sperimentazione passerà, andranno a regime nella scuola pubblica. Il voto in condotta peserà di più e potrà anche determinare la bocciatura. Alle scuole medie tornerà ad essere espresso in decimi e non più in giudizi e, cosa che non accadeva più dal 2017, farà media. Con il 5 in condotta dunque, che potrà essere assegnato anche di fronte a mancanze disciplinari gravi e reiterate, scatterà automaticamente la bocciatura. Un voto in condotta inferiore al 6 in una valutazione periodica – cioè in un quadrimestre – costituirà per lo studente l’obbligo a partecipare a ad attività di cittadinanza attiva e solidale.


Per quanto riguarda le superiori, ottenere un 6 in condotta comporterà un debito formativo in educazione civica, da recuperare entro settembre. Il voto sul comportamento peserà anche – a differenza di quanto avviene oggi – sui crediti necessari per l’ammissione all’esame di maturità: il massimo punteggio verrà assegnato solo se lo studente otterrà un voto in condotta pari a 9 o 10. Cambia anche la politica delle sospensioni: per quelle fino a due giorni lo studente sarà chiamato a partecipare ad attività scolastiche mirate, stabilite dal consiglio di classe, volte alla riflessione e all’approfondimento degli episodi che hanno portato alla sospensione. Al termine di queste attività lo studente dovrà produrre un elaborato critico sui temi trattati. Se la sospensione supera i due giorni, lo studente sarà impegnato in attività di cittadinanza solidale, mirate a promuovere il senso di responsabilità e di comunità, oltre alla consapevolezza delle conseguenze dei propri atti. Una novità importante riguarda le scuole elementari dove il voto in condotta sarà espresso collegialmente dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione. Il giudizio sintetico sostituirà per tutte le materie quello descrittivo (articolato finora in avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione su ogni singolo aspetto della materia), ma sarà comunque accompagnato “dalla descrizione degli apprendimenti raggiunti”.


Per quanto riguarda le aggressioni al personale scolastico il ddl prevede, oltre all’eventuale risarcimento dei danni, che in caso di una condanna penale scatti una super multa da 500 fino a 10mila euro.

Marsilio a Bruxelles: risposte superficiali a proteste agricoltori

Marsilio a Bruxelles: risposte superficiali a proteste agricoltoriL’Aquila, 17 apr. (askanews) – “Gli agricoltori di tutta Europa hanno manifestato e manifestano, in certi momenti anche in maniera violenta contro le politiche del Green Deal applicate al comparto agricolo. Non si può con superficilità e magari anche con troppa presunzione rispondere non hanno capito, non solo perchè magari il rischio è che forse i contadini, sono i primi, gli agricoltori sono quelli che magari hanno capito prima di altgri che cosa sta accadendo applicando certe politiche, ma anche perchè il percorso corretto deve essere non quello di imporre dall’alto verso il basso delle verità assolute, ma quello di ascoltare, partecipare dialogare e far crescere dal basso verso l’alto le politiche dell’Europa”. Lo ha detto il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, oggi a Bruxelles per partecipare alla riunione plenaria del Comitato delle Regioni.

Delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni

Delegazione italiana al Comitato europeo delle RegioniRoma, 17 apr. (askanews) – La Delegazione italiana al Comitato europeo delle Regioni, insieme alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome, ANCI e Upi ha organizzato il Seminario su “La partecipazione dell’Italia al Comitato delle Regioni nel mandato 2020-25: lavoro svolto e prospettive future.” L’evento che si è tenuto mercoledì 17 aprile è stato un’occasione importante per approfondire le iniziative ed il lavoro svolto dai Membri italiani che rappresentano le Regioni, le Province e i Comuni a Bruxelles.


“Il messaggio emerso dal seminario è chiaro per avvicinare l’Europa ai cittadini le Regioni, le Province e i Comuni devono essere messi al centro dell’agenda strategica europea ed essere protagonisti delle attività a livello comunitario”, ha dichiarato il Capo Delegazione, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte. “E in questa direzione è andato il nostro impegno: oltre il 25% dei pareri approvati dal Comitato europeo delle Regioni, nell’ultimo biennio, ha avuto come relatore un membro della delegazione italiana che ho l’onore di guidare. Continueremo a muoverci in questa direzione, con l’auspicio che il Parlamento e la prossima Commissione possano lavorare a favore dei territori con ancora maggiore sinergia, in nome del principio di sussidiarietà. Questi sono stati anni complessi che hanno visto e vedono l’Italia e l’Europa intera confrontarsi con nuove sfide, come la ripresa economica dopo il Covid, la crisi internazionale generata dalle guerre in Ucraina e in Medioriente, la transizione ecologica, le emergenze legate al cambiamento climatico e la sfida delle nuove tecnologie a partire dall’intelligenza artificiale. Su questo e sull’utilizzo dell’Ai all’interno della pubblica amministrazione, il Comitato delle Regioni è stato chiamato a redigere un parere, la cui stesura è affidata al Piemonte: l’obiettivo è contribuire a promuovere un approccio etico, trasparente, coordinato, e mi piace dirlo, europeo”, ha aggiunto Cirio. Durante il seminario è stata sottolineata l’importanza di lavorare per promuovere tre priorità politiche: al primo posto, garantire la resilienza dei territori e delle comunità locali, anche attraverso l’utilizzo dei fondi della coesione, che non possono diminuire; poi, la transizione ecologica, che deve essere giusta, garantire la crescita economica e la competitività delle imprese europee; infine, l’UE deve semplificare le sue regole ed i suoi processi amministrativi e questo può avvenire anche grazie alla digitalizzazione e all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale.


Nel biennio 2023-24, 18 dei 76 pareri approvati dal CdR – oltre il 23% – hanno avuto come relatore un membro della Delegazione italiana e hanno toccato temi di assoluto rilievo e di grandissima attualità: dalle risposte alla crisi del mondo agricolo alla politica alimentare europea, che deve difendere la dieta mediterranea, dalle misure regionali e locali per una giusta transizione alle politiche europee che guardano alla sostenibilità ambientale, come l’economia circolare, alla sicurezza energetica (idrogeno) e alla gestione dei flussi turistici nelle grandi città. Il lavoro di squadra e le numerose iniziative promosse dai rappresentanti delle Regioni e delle Città italiane a Bruxelles dimostra che il CdR può fare la differenza nel quadro del processo legislativo dell’UE e nella definizione della nuova agenda strategica dell’UE nel periodo 2024-29.