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Autore: Redazione StudioNews

Vino, Uiv: 1 mln di nuovi consumatori italiani interessati a dealcolati

Vino, Uiv: 1 mln di nuovi consumatori italiani interessati a dealcolatiMilano, 16 apr. (askanews) – “In Italia il 36% dei consumatori è interessato a consumare bevande dealcolate; negli Stati Uniti, incubatore di tendenze specie tra i giovani, il mercato Nolo (no e low alcohol) vale già un miliardo di dollari. Ma l’Italia in questo caso gioca un ruolo residuale, perché, contrariamente a quanto già succede da due anni tra i colleghi nell’Ue, non è ancora possibile per le imprese elaborare il prodotto negli stabilimenti vitivinicoli e non sono state fornite indicazioni agli operatori sul regime fiscale. In estrema sintesi, il prodotto può circolare anche in Italia (come in tutta l’Ue), ma i produttori italiani non possono produrlo”. Lo ha affermato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, aprendo i lavori della tavola rotonda “Dealcolati & Co – Le nuove frontiere del vino” organizzata in collaborazione con Vinitaly a Veronafiere.


Al tavolo, assieme alle testimonianze di sette imprese (Argea, Doppio Passo, Hofstatter, Mionetto, Schenk, Varvaglione e Zonin) costrette a dealcolare all’estero, anche gli analisti di Swg e dell’Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly, per fare il punto su un segmento ritenuto complementare, anche in Italia, ai consumi di vino tradizionale. Lo testimonia l’indagine realizzata da Swg su un campione rappresentativo di italiani: “Questi prodotti interessano prima di tutto un potenziale di un milione di non bevitori di alcolici – ha spiegato l’analista Swg, Riccardo Grassi – oltre ad una platea di consumatori di vino o altre bevande (14 milioni) che li ritiene una alternativa di consumo in situazioni specifiche, come mettersi alla guida”. Una tipologia che potrebbe essere un nuovo alleato anche per il vigneto Italia: “Sentiamo sempre più spesso parlare di espianti finanziati ma le imprese, che negli ultimi anni hanno ristrutturato metà del proprio vigneto (310 mila ettari) con erogazioni pubbliche pari a 2,6 miliardi di euro – ha aggiunto Castelletti – vogliono continuare a svolgere il proprio lavoro, magari riducendo le rese, puntando ancora di più sulla qualità e, perché no, potendo contare su un nuovo asset di mercato come quello dei Nolo che interesserebbe aree produttive più in difficoltà”. Secondo Swg, la quota di attenzione verso i vini dealcolati (21%) è più alta nelle fasce più giovani (28% da 18 a 34 anni), il target a maggior contrazione dei consumi di vino che nel 79% dei casi dichiara ‘importante’ se non ‘molto importante’ o ‘fondamentale’ poter ridurre i problemi legati all’abuso di alcol mettendo a disposizione dei consumatori prodotti a zero o bassa gradazione.


Forte interesse c’è anche da parte dei giovani di Uiv. “La generazione Z sta dimostrando grande attenzione verso una tipologia in grado di rispondere a un pubblico ‘sober curious’ sempre più numeroso, negli Stati Uniti e nel mondo” ha messo in evidenza la presidente di Agivi, Marzia Varvaglione, evidenziando che “l’Italia deve essere in grado di capire prima di tutto sul piano culturale che un prodotto non sostituisce l’altro e insistere su una sperimentazione che può riservare risultati molto interessanti”. Secondo il focus dell’Osservatorio Uiv, il calo dei consumi di vino tricolore negli Usa (-13% le importazioni a volume nel 2023), è dettato in primis dall’onda cosiddetta salutista delle giovani generazioni, oltre che dalla forte competizione di nuove bevande low alcohol e da una questione demografica che vede la popolazione di bianchi diminuire in favore di altre etnie, a partire dagli ispanici, culturalmente meno orientati ai consumi tradizionali di vino. “I vini low alcohol negli ultimi anni sono stati protagonisti di una cavalcata che li ha portati a essere una scelta non più secondaria nell’evoluzione del gusto degli americani, e oggi valgono circa un miliardo di dollari” ha spiegato il responsabile dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, Carlo Flamini, precisando che “a ciò si aggiungeranno sempre più altre tipologie attente alla propria dieta per un target prevalentemente giovane: i vini low sugar, per esempio, hanno registrato crescite astronomiche nel giro di un quinquennio: da 10 mln di dollari del 2019 ai 270 dell’anno appena chiuso”.


I no alcol sono ancora una nicchia (62 mln di dollari, valore cresciuto di sette volte negli ultimi quattro anni), ma le vendite di vini senz’alcol provenienti dall’Italia hanno sovraperformato il mercato nel 2023, sia a volume (+33% contro +8%), sia a valore (+39% contro +24%). Il prezzo medio di un “alcohol-free wine” è leggermente superiore a quello di un vino tradizionale: 12.46 dollari al litro contro 11.96 nel 2023.

G7 a Capri, l’Italia lavora per la de-escalation in M.O. e Ucraina

G7 a Capri, l’Italia lavora per la de-escalation in M.O. e UcrainaCapri, 16 apr. (askanews) – Due guerre e una parola d’ordine: “de-escalation”. A Capri, isola felice e blindata sul Golfo di Napoli, i ministri degli Esteri del G7 si riuniscono da domani a venerdì, sotto la presidenza italiana, con un unico grande obiettivo: “Lavorare per la pace”. Non sarà facile, nonostante l’unità degli interlocutori: “E’ un momento difficile per la diplomazia”, ha riconosciuto in questi giorni Antonio Tajani, che riunirà attorno a un tavolo gli omologhi di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Canada e Giappone. Ma non esiste alcuna soluzione militare alle guerre in corso. La strada è obbligata: bisogna ridurre il clima di tensione e odio in Medio Oriente, esacerbato dagli ultimi, incendiari, sviluppi tra Israele e Iran, che rischiano di allargare il conflitto ben oltre la drammatica, e catastrofica, crisi sociale, economica e umanitaria a Gaza; e occorre evitare che il conflitto in Ucraina si trasformi in una guerra capace di sconvolgere non soltanto il cuore dell’Europa, ma gli interi assetti mondiali.


Sul fronte mediorientale, come presidente di turno del Gruppo, l’Italia è impegnata da tempo per impedire che la situazione precipiti a un punto di non ritorno. Il governo sta tenendo una fitta rete di contatti con i Paesi alleati di G7, Ue, Nato, e i principali partner regionali. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è mossa in prima persona e dopo l’attacco iraniano a Israele, anche su sollecitazioni indirette del presidente americano Joe Biden, ha convocato un vertice del G7 in videoconferenza. E ancora ieri ha avuto una proficua telefonata con re Abdallah II di Giordania. Domani toccherà a Tajani caldeggiare la già nota posizione italiana, con gli omologhi del Gruppo. Il ministro, che ha già riunito i rappresentanti della Lega degli Stati arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione islamica, confermerà l’impegno per una soluzione alla grave crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, promuovendo la partecipazione all’iniziativa italiana “Food for Gaza”, e per la ripresa di un processo politico significativo e incisivo per la soluzione “due popoli, due Stati”. Più in generale, Tajani sosterrà un confronto su come costruire un orizzonte politico credibile per la regione, che garantisca pace e sicurezza. L’attacco israeliano di inizio aprile contro un edificio del consolato iraniano a Damasco, in Siria, e la successiva rappresaglia di Teheran dello scorso fine settimana, hanno complicato, e non poco, il lavoro delle cancellerie occidentali. Il nostro Paese è anche pronto ad approvare nuove sanzioni contro l’Iran e si farà “promotore di una serie di iniziative per la de-escalation” nell’area, mentre tutti i Sette Grandi continueranno a fare pressioni perché prevalga il dialogo tra le parti. Significativo, per condurre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a più miti consigli, è e sarà il ruolo degli Stati Uniti. “Dobbiamo evitare che ci sia un allargamento del conflitto, non è facile ma dobbiamo fare di tutto”, ha spiegato Tajani. “Siamo amici di Israele e nessuno può pensare di cancellarlo dalla carta geografica. Ma come abbiamo invitato l’Iran a utilizzare la massima prudenza, così diciamo a Netanyahu: serve la più grande moderazione”. Secondo le principali cancellerie europee, un importante ruolo di persuasione potrebbe giocarlo anche la Cina. Diversi, nelle ultime ore, sono stati gli appelli al presidente Xi Jinping affinché possa agire in questo senso, soprattutto da Berlino e Parigi. Al centro della riunione di Capri, ci sarà naturalmente anche la risposta all’aggressione russa all’Ucraina. La Presidenza italiana intende confermare il solido sostegno del G7 a Kiev a 360 gradi, garantendo un pieno supporto militare, politico, finanziario, puntando a una pace giusta e duratura. Secondo il governo di Roma, occorre evitare fughe in avanti e non alimentare escalation. “Lavoriamo per la pace, non per la terza guerra mondiale”, ha notato più volte Tajani. Un impegno “totale” al fianco dell’Ucraina che ha già prodotto i primi concreti risultati: la firma, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera del febbraio scorso, di un memorandum d’intesa per sostenere la ricostruzione del sistema energetico ucraino e l’approvazione di un ottavo pacchetto di aiuti a Kiev. Al tavolo dei colloqui di Capri ci sarà inoltre la proposta Nato di un nuovo Fondo da 100 miliardi per la difesa ucraina, avanzata dal segretario generale Jens Stoltenberg, che parteciperà ai lavori su invito della presidenza italiana. “Bisogna avere la base giuridica e bisogna tecnicamente capire come si può fare”, ha comunque avvertito Tajani.


Se ne discuterà anche con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che tornerà in Italia con un obiettivo preciso: chiedere agli alleati, per l’ennesima volta, quei sistemi di difesa aerea così necessari per non trasformare i prossimi mesi in una gelida estate di distruzione e morte. Kiev, dunque, li considera vitali, e guarda – non senza una certa invidia – all’efficacia dimostrata nelle ultime ore dal sistema israeliano Iron Dome. Ma per ostacolare la macchina bellica russa, secondo i Sette Grandi, sarà fondamentale anche il ruolo del grande convitato di pietra del vertice, la Cina. Gli Stati Uniti sostengono da tempo la necessità di forti pressioni diplomatiche su Pechino, per scoraggiare le forniture di armi e componenti militari a Mosca. Il segretario di Stato Antony Blinken potrebbe insistere su questo punto anche a Capri, mentre la Federazione russa e il gigante asiatico sono sempre più indirizzati verso un rafforzamento a tutto campo della cooperazione strategica a medio e lungo termine. Nei due giorni di colloqui sull’isola, si parlerà inoltre anche di stabilità dell’Indo-Pacifico, regione prioritaria per gli equilibri politici e per il commercio mondiale. La Presidenza italiana intende infine rinnovare la collaborazione con l’Africa in uno spirito di rispetto reciproco. In questa chiave di partenariato paritario con l’Africa, i ministri affronteranno anche il nesso sviluppo/migrazioni, al fine di contrastare alla radice le cause delle migrazioni irregolari, promuovendo la crescita sostenibile del Continente attraverso nuovi investimenti, creazione di posti lavoro, formazione, transizione energetica. Nel dibattito troveranno spazio anche i grandi temi globali. Tra questi, la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, la lotta ai cambiamenti climatici, la sicurezza cibernetica e l’Intelligenza Artificiale, foriera di enormi opportunità ma anche di significativi rischi. (Di Corrado Accaputo).

G7 a Capri, Italia lavora a de-escalation: unica via in M.O. e Ucraina

G7 a Capri, Italia lavora a de-escalation: unica via in M.O. e UcrainaCapri, 16 apr. (askanews) – Due guerre e una parola d’ordine: “de-escalation”. A Capri, isola felice e blindata sul Golfo di Napoli, i ministri degli Esteri del G7 si riuniscono da domani a venerdì, sotto la presidenza italiana, con un unico grande obiettivo: “Lavorare per la pace”. Non sarà facile, nonostante l’unità degli interlocutori: “E’ un momento difficile per la diplomazia”, ha riconosciuto in questi giorni Antonio Tajani, che riunirà attorno a un tavolo gli omologhi di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Canada e Giappone. Ma non esiste alcuna soluzione militare alle guerre in corso. La strada è obbligata: bisogna ridurre il clima di tensione e odio in Medio Oriente, esacerbato dagli ultimi, incendiari, sviluppi tra Israele e Iran, che rischiano di allargare il conflitto ben oltre la drammatica, e catastrofica, crisi sociale, economica e umanitaria a Gaza; e occorre evitare che il conflitto in Ucraina si trasformi in una guerra capace di sconvolgere non soltanto il cuore dell’Europa, ma gli interi assetti mondiali.


Sul fronte mediorientale, come presidente di turno del Gruppo, l’Italia è impegnata da tempo per impedire che la situazione precipiti a un punto di non ritorno. Il governo sta tenendo una fitta rete di contatti con i Paesi alleati di G7, Ue, Nato, e i principali partner regionali. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è mossa in prima persona e dopo l’attacco iraniano a Israele, anche su sollecitazioni indirette del presidente americano Joe Biden, ha convocato un vertice del G7 in videoconferenza. E ancora ieri ha avuto una proficua telefonata con re Abdallah II di Giordania. Domani toccherà a Tajani caldeggiare la già nota posizione italiana, con gli omologhi del Gruppo. Il ministro, che ha già riunito i rappresentanti della Lega degli Stati arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione islamica, confermerà l’impegno per una soluzione alla grave crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza, promuovendo la partecipazione all’iniziativa italiana “Food for Gaza”, e per la ripresa di un processo politico significativo e incisivo per la soluzione “due popoli, due Stati”. Più in generale, Tajani sosterrà un confronto su come costruire un orizzonte politico credibile per la regione, che garantisca pace e sicurezza. L’attacco israeliano di inizio aprile contro un edificio del consolato iraniano a Damasco, in Siria, e la successiva rappresaglia di Teheran dello scorso fine settimana, hanno complicato, e non poco, il lavoro delle cancellerie occidentali. Il nostro Paese è anche pronto ad approvare nuove sanzioni contro l’Iran e si farà “promotore di una serie di iniziative per la de-escalation” nell’area, mentre tutti i Sette Grandi continueranno a fare pressioni perché prevalga il dialogo tra le parti. Significativo, per condurre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a più miti consigli, è e sarà il ruolo degli Stati Uniti. “Dobbiamo evitare che ci sia un allargamento del conflitto, non è facile ma dobbiamo fare di tutto”, ha spiegato Tajani. “Siamo amici di Israele e nessuno può pensare di cancellarlo dalla carta geografica. Ma come abbiamo invitato l’Iran a utilizzare la massima prudenza, così diciamo a Netanyahu: serve la più grande moderazione”. Secondo le principali cancellerie europee, un importante ruolo di persuasione potrebbe giocarlo anche la Cina. Diversi, nelle ultime ore, sono stati gli appelli al presidente Xi Jinping affinché possa agire in questo senso, soprattutto da Berlino e Parigi.


Al centro della riunione di Capri, ci sarà naturalmente anche la risposta all’aggressione russa all’Ucraina. La Presidenza italiana intende confermare il solido sostegno del G7 a Kiev a 360 gradi, garantendo un pieno supporto militare, politico, finanziario, puntando a una pace giusta e duratura. Secondo il governo di Roma, occorre evitare fughe in avanti e non alimentare escalation. “Lavoriamo per la pace non per la terza guerra mondiale”, ha notato più volte Tajani. Un impegno “totale” al fianco dell’Ucraina che ha già prodotto i primi concreti risultati: la firma, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera del febbraio scorso, di un memorandum d’intesa per sostenere la ricostruzione del sistema energetico ucraino e l’approvazione di un ottavo pacchetto di aiuti a Kiev. Al tavolo dei colloqui di Capri ci sarà inoltre la proposta Nato di un nuovo Fondo da 100 miliardi per la difesa ucraina, avanzata dal segretario generale Jens Stoltenberg, che parteciperà ai lavori su invito della presidenza italiana. “Bisogna avere la base giuridica e bisogna tecnicamente capire come si può fare”, ha comunque avvertito Tajani. Se ne discuterà anche con il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che tornerà in Italia con un obiettivo preciso: chiedere agli alleati, per l’ennesima volta, quei sistemi di difesa aerea così necessari per non trasformare i prossimi mesi in una gelida estate di distruzione e morte. Kiev, dunque, li considera vitali, e guarda – non senza una certa invidia – all’efficacia dimostrata nelle ultime ore dal sistema israeliano Iron Dome. Ma per ostacolare la macchina bellica russa, secondo i Sette Grandi, sarà fondamentale anche il ruolo del grande convitato di pietra del vertice, la Cina. Gli Stati Uniti sostengono da tempo la necessità di forti pressioni diplomatiche su Pechino, per scoraggiare le forniture di armi e componenti militari a Mosca. Il segretario di Stato Antony Blinken potrebbe insistere su questo punto anche a Capri, mentre la Federazione russa e il gigante asiatico sono sempre più indirizzati verso un rafforzamento a tutto campo della cooperazione strategica a medio e lungo termine.


Nei due giorni di colloqui sull’isola, si parlerà inoltre anche di stabilità dell’Indo-Pacifico, regione prioritaria per gli equilibri politici e per il commercio mondiale. La Presidenza italiana intende infine rinnovare la collaborazione con l’Africa in uno spirito di rispetto reciproco. In questa chiave di partenariato paritario con l’Africa, i ministri affronteranno anche il nesso sviluppo/migrazioni, al fine di contrastare alla radice le cause delle migrazioni irregolari, promuovendo la crescita sostenibile del Continente attraverso nuovi investimenti, creazione di posti lavoro, formazione, transizione energetica. Nel dibattito troveranno spazio anche i grandi temi globali. Tra questi, la sicurezza alimentare, la sicurezza energetica, la lotta ai cambiamenti climatici, la sicurezza cibernetica e l’Intelligenza Artificiale, foriera di enormi opportunità ma anche di significativi rischi. (di Corrado Accaputo)

Eataly firma il ristorante del Paglione Italia a Expo 2025 a Osaka

Eataly firma il ristorante del Paglione Italia a Expo 2025 a OsakaMilano, 16 apr. (askanews) – Eataly che firma il ristorante del Paglione Italia all’Expo 2025 di Osaka. Ad annunciarlo in occasione della presentazione del Padiglione Italia alla conferenza stampa Cross-Visoin di Interni il Commissario generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, l’ambasciatore Mario Vattani.


Vattani ha parlato di due collaborazioni del Padiglione Italia, quella con Simone Legno, creatore di tokidoki marchio di pop-art di fama internazionale che firma la mascotte, Italia-chan, e quella con Eataly, che gestirà il ristorante situato davanti al giardino all’italiana sul terrazzo del Padiglione Italia. “Quale contesto migliore della Milano Design Week per far conoscere al pubblico la adorabile mascotte del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka – ha spiegato Vattani – ‘chan’ è un vezzeggiativo che in giapponese si usa per le bambine e la nostra Italia-chan è una bambina che guarda a futuro, quello che il Padiglione Italia vuole immaginare insieme ai giovani che ne saranno protagonisti. Dall’originalità creativa all’eccellenza della gastronomia Italiana nel mondo di Eataly che firma il ristorante del Paglione Italia: per far conoscere a un pubblico di 30 milioni di visitatori il meglio della cultura e dell’innovazione italiana”.


“Siamo onorati di rappresentare l’Italia nella straordinaria cornice di Expo 2025 a Osaka – ha detto Andrea Cipolloni, Eataly group Ceo – Il nostro impegno sarà realizzare una full immersion nella cultura gastronomica italiana e un’esperienza autentica in un Paese dalla cultura gastronomica così forte come quella del Giappone, in grado di anticipare le tendenze dei paesi asiatici. Il ristorante del padiglione Italia sarà un luogo in cui promuovere il valore dei prodotti alimentari italiani di alta qualità a livello internazionale e diffondere la passione per il cibo italiano nel mondo”.

Ponte Stretto, Siracusano: con sua realizzazione meno inquinamento

Ponte Stretto, Siracusano: con sua realizzazione meno inquinamentoRoma, 16 apr. (askanews) – “C’è una grande contraddizione di fondo in chi solitamente fa battaglie per l’ambiente e contro il cambiamento climatico e adesso si oppone ferocemente al Ponte sullo Stretto di Messina. Questa infrastruttura non porterà solo crescita e sviluppo, ma è un’opera sostenibile dal punto di vista ambientale”. Lo ha detto Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata di Forza Italia, intervenendo a ‘Tagadà’, su La7.


“Dopo la realizzazione del Ponte passeranno molte meno navi sullo Stretto, e dunque ci sarà un abbattimento delle emissioni di CO2, e parallelamente verrà incentivato il trasporto ferroviario, con i treni che collegheranno Sicilia e Calabria. Tutto ciò limiterà enormemente l’inquinamento e dunque mi aspetterei il sostegno coerente anche di coloro che vogliono difendere l’ambiente”, ha aggiunto.

Tragedia Sydney, Giacobbe (Pd): priorità salute mentale e stop armi

Tragedia Sydney, Giacobbe (Pd): priorità salute mentale e stop armiRoma, 16 apr. (askanews) – “Il centro commerciale Westfield a Bondi Junction è stato teatro di una tragedia inimmaginabile. Proprio in quell’area risiedono tantissimi giovani emigrati italiani che hanno scelto Bondi come nuova casa”. Così sui recenti tragici eventi a Sydney Francesco Giacobbe, senatore Pd eletto nella circoscrizione estero, ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide.


“Questo folle gesto al centro commerciale ci ricorda quanto sia fragile la nostra quotidianità”, ha spiegato il parlamentare dem che ha invitato a riflettere sull’importanza “di affrontare con attenzione e dedizione anche qui in Italia a livello parlamentare i problemi legati alla salute mentale, sia a livello individuale, sia sociale. Dobbiamo chiederci se si fa abbastanza per questo. Se siamo efficienti nel riconoscere chi ne è affetto e nell’accudirlo. Se facciamo abbastanza per la sicurezza di chi vive quotidianamente questo problema e chi, invece, non sa di conviverci”. Il senatore ha espresso la vicinanza del Pd a coloro che sono stati colpiti da questi tragici eventi e alla comunità di Sydney, “città in cui vivo da oltre quarant’anni”.


Solidarietà inoltre per la recente aggressione al Vescovo ortodosso avvenuta in una chiesa della metropoli australiana. In conclusione, Giacobbe ha ribadito l’importanza di imparare dalle tragedie come quella di Sydney e di fare progressi concreti per prevenire futuri episodi simili, sia sotto l’aspetto del sostegno ai servizi di salute mentale, sia attraverso un controllo sempre maggiore all’accesso e l’utilizzo di armi da fuoco in Italia.

Piazza Affari chiude in netto ribasso su crisi geopolitiche e tassi

Piazza Affari chiude in netto ribasso su crisi geopolitiche e tassiRoma, 16 apr. (askanews) – Piazza Affari chiude una giornata che si era prospettata difficile già in apertura con gli investitori innervositi dalle crisi geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente e nuove difficiltà sul cammino del taglio dei tassi d’interesse. Non hanno aiutato neanche le conferme del Fondo monetario internazionale per il Pil di quest’anno atteso a +0,7% ma ridotto per il prossimo anno sullo stesso tasso di crescita. L’Ftse Mib ha ceduto l’1,65%, a 33.393 punti. In salita lo spread Btp-Bund attestato a 145 punti base.


Sul listino, in sofferenza i titoli industriali con i cali di Stellantis (-2,98%) e Prysmian (-2,52%). Vendite anche su Saipem (-2,38%) che aveva iniziato la giornata in territorio positivo e sulla Popolare di Sondrio che ha lsciato sul terreno il 2,38%. Sul fronte opposto bene Amplifon (+0,91%), seguita dai rialzi frazionali di Leonardo (+0,13%).

Fmi, Adrian: cripto non rischio sistemico ma prepariamo legge quadro

Fmi, Adrian: cripto non rischio sistemico ma prepariamo legge quadroRoma, 16 apr. (askanews) – Nonostante i recenti forti aumenti dei criptoasset, favoriti anche dal lancio di nuove tipologie di prodotti finanziari ad essi correlati (Etp), al Fondo monetario internazionale continuano a non ritenere il settore come “un rischio sistemico”. Ma nella prospettiva che lo possa diventare l’istituzione sta lavorando assieme al Financial Stability Board a un quadro regolamentare. Lo ha riferito Tobias Adrian, direttore del Dipartimento mercati monetari e dei capitali del Fondo monetario internazionale, durante la conferenza stampa di presentazione del Gfsr.


“Non vediamo rischi sistemici in questa fase, ma lo vediamo come un potenziale rischio più in avanti. Quindi il Fmi sta lavorando assieme al Fsb per sviluppare un approccio regolamentare e un approccio macroeconomico – ha detto -. Vogliamo assicurare che i cripto asset siano regolati in un quadro di policy che contenga qualunque ricaduta per il sistema finanziario e per l’economia, quindi per contenere i rischi sistemici”. Quanto ai recenti aumenti delle quotazioni “è difficile ovviamente capire i fondamentali che che spingono le valutazioni del Bitcoin. Un fattore tecnico che ha giocato un ruolo è lo sviluppo dei prodotti scambiati tramite Etp – ha aggiunto -. Da inizio anno c’è stato un consistente afflusso in questi investimenti tramite gli Etp” (Exchange Traded Products). (fonte immagine: Fmi).

Meat sounding, aziende italiane a Governo: seguire la Francia

Meat sounding, aziende italiane a Governo: seguire la FranciaRoma, 16 apr. (askanews) – Il Consiglio di Stato francese ha bloccato l’entrata in vigore del decreto che avrebbe vietato, dal primo maggio, l’utilizzo del richiamo alla carne nelle etichette dei prodotti a base vegetale (il cosiddetto meat sounding).


Secondo il Conseil d’Etat, la legge causerebbe un grave danno alle aziende plant-based francesi, le quali sarebbero inoltre svantaggiate rispetto ai prodotti concorrenti importati da altri Paesi UE, ai quali non si applicano le restrizioni. Inoltre, la legittimità del decreto è stata messa in dubbio dalla Corte di Giustizia europea che sta ancora valutando la legittimità dell’adozione di tali restrizioni da parte dei singoli Stati membri. Nel frattempo anche un tribunale austriaco ha dato ragione a un’azienda produttrice di salmone plant-based che era stata portata in giudizio con l’accusa di diffondere messaggi ingannevoli nei confronti dei consumatori. Una tesi, quest’ultima, respinta dal tribunale amministrativo.


In Italia invece la controversia intorno al tema del meat sounding è ancora sospesa. La legge 172/2023 che vieta il richiamo alla carne nelle etichette è stata approvata ma manca il decreto attuativo e la lista di nomi da vietare. Il ministero era in attesa, da un lato, del pronunciamento della Corte europea e dall’altro, secondo quanto dichiarato dallo stesso ministro Lollobrigida, di capire gli sviluppi francesi. “A questo punto – dice Massimo Santinelli, fondatore e titolare di Biolab, tra le prime aziende italiane di prodotti a base vegetale – confidiamo che anche il Governo italiano possa abrogare la legge sul meat sounding, come fatto dal Consiglio di Stato francese che si è dimostrato lungimirante. Il divieto del meat sounding sui prodotti di origine vegetale comporterebbe un danno al settore plant-based Made in Italy che invece sta registrando crescite considerevoli in termini di consumo e di mercato e che ormai è sempre più considerato una delle principali soluzioni per l’alimentazione del futuro”.

Auto, Maserati sfida le difficoltà e lancia GranCabrio Folgore

Auto, Maserati sfida le difficoltà e lancia GranCabrio FolgoreMilano, 16 apr. (askanews) – Maserati, gruppo Stellantis, svela GranCabrio Folgore la prima cabrio 4 posti del segmento luxury 100% elettrica sul mercato che con i suoi 290 km/h di velocità massima si posiziona anche come la più veloce. L’offerta full electric del Tridente è ora composta da tre modelli: il suv Grecale prodotto a Cassino e GranTurismo e GranCabrio prodotte a Mirafiori. Nel 2025 arriveranno la MC20 Folgore prodotta a Modena e nel 2028 la Quattroporte che completerà l’elettrificazione della gamma.


La GranCabrio è stata presentata a Rimini in occasione del Folgore Day, un evento per fare il punto sul percorso di elettrificazione del brand che sta attraversando un periodo difficile. La produzione è in calo nello storico stabilimento di Modena dove si produce la MC20 e dove è stato da poco siglato un accordo per 173 uscite incentivate, e a Mirafiori (GranTurismo e GranCabrio) complice l’uscita di produzione di Ghibli, Levante e Quattroporte. In calo anche le vendite: nel I trimestre sono state pari a 802 unità (-24%). Uno scenario che ha indotto il management a non fornire target di produzione e di vendita dei nuovi modelli, “i volumi non sono il nostro target”, così come non è stato indicato il peso delle elettriche sulle vendite totali del gruppo. “Siamo un brand 100% Made In Italy e continueremo a restare in Italia. Modena è il cuore pulsante del gruppo”, ha detto il Ceo Davide Grasso durante il Folgore Day. “Saremo il primo brand lusso dell’automotive italiano ad avere l’intera gamma elettrificata e siamo i primi a competere e vincere nella Formula E, da cui derivano le tecnologie per l’elettrico”, ha detto il Ceo, Davide Grasso durante il Folgore Day. Sulla fine della produzione del termico, “non voglio vincolarmi a date, il target rimane il 2028. Ma potrà variare nei vari mercati in base alla domanda. Siamo un brand del lusso e vogliamo dare la possibilità ai nostri clienti di scegliere”.


Una possibilità offerta dalla piattaforma Maserati su cui sono costruite sia la GranCabrio che la GranTurismo e che può essere impiegata per vetture termiche ed elettriche con carrozzeria cabrio o coupé. Ad accomunare le due vetture è anche il sistema Folgore con architettura a 800 Volt per aumentare le prestazioni e ridurre i tempi di ricarica. La batteria prodotta nel Battery Hub di Mirafiori ha una capacità nominale di 92,5 kW, un’autonomia fino a 447 km e permette di passare dal 20 all’80% di carica i 18 minuti con ricarica fast charge da 270 kW. La forma del pacco batterie, definita “T-bone”, permette di posizionare i moduli intorno al tunnel centrale e di abbassare il baricentro a vantaggio dell’handling. Tre i motori uno anteriore e due posteriori per una potenza di oltre 1.200 CV con inverter al carburo di silicio derivati dalla Formula E che riducono la perdita di potenza. Le prestazioni sono da supercar: 0-100 in 2,8 secondi, 0-200 in 9,1. Notevole anche la frenata con uno spazio di arresto da 100 a 0 inferiore ai 37 metri. Ogni motore può essere controllato in modo indipendente tramite il Vdcm (Vehicle Domain Control Module), il software progettato da Maserati che gestisce la dinamica della vettura e permette di scegliere fra trazione posteriore o integrale. Quattro le modalità di guida: Max Range, GT, Sport e Corsa che permette di regolare i livelli di torque vectoring e traction control.


Ampio l’utilizzo di materiali leggeri come alluminio e magnesio che hanno permesso di contenere il peso in 2.340 kg, circa 80 in più rispetto alla GranTurismo dovuti al peso della meccanica della capote elettrica o soft top. Il movimento di apertura del tetto è azionabile anche in movimento fino a 50 km/h e si apre in 14 secondi. L’abitacolo di GranCabrio è dotato di sistemi innovativi, tra i quali il sistema multimediale Mia (Maserati Intelligent Assistant) su sistema Android, infotainment con display centrale da 12.2 pollici e comfort display touch da 8.8 che raccoglie le principali funzioni. Al centro della plancia spicca l’iconico orologio in versione digitale e configurabile. Disponibile come optional l’Head-up display. Fra le funzioni di navigazione, c’è il Dynamic Range Mapping: un algoritmo che aggiorna in tempo reale le soste per la carica in base al percorso e allo stile di guida. Fra i materiali utilizzati spicca il nylon rigenerato Econyl. Numerosi gli Adas disponibili per una guida autonomia di Livello 2. Grande attenzione è stata dedicata anche alla sound experience in collaborazione con Sonus Faber per riprodurre in elettrico l’iconica firma sonora del V8 Maserati. Infine i prezzi della GranCabrio Folgore partono da 210mila euro, 25mila in meno della versione termica, come per la GranTurismo la cui versione elettrica parte da 202mila euro.