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Autore: Redazione StudioNews

G7 Trasporti al via, vicepremier Salvini accoglie i Ministri

G7 Trasporti al via, vicepremier Salvini accoglie i MinistriMilano, 11 apr. (askanews) – Al via il G7 dei ministri dei Trasporti e delle Infrastrutture a Palazzo Reale a Milano. Ad accoglierli nel cortile il vice premier e Ministro, Matteo Salvini.


Presenti i ministri Pablo Rodriguez (Canada), Patrice Vergriete (Francia), Volker Wissing (Germania), Tetsuo Saito (Giappone), Mark Harper (Regno Unito), e il Vice Segretario ai Trasporti Polly Trottenberg (Stati Uniti). Scambio di battute fra il vicepremier e il Ministro canadese, Pablo Rodriguez che ha dichiarato di aver acquistato una Alfa Romeo Tonale Veloce ibrida plug-in. A margine, Salvini ha spiegato che il proprio obiettivo è valorizzare la produzione italiana ed europea anziché l’elettrico cinese.


Presente anche la Commissaria europea per i Trasporti Adina Valean e il Segretario Generale dell’International Transport Forum Young Tae Kim. Dopo i saluti e i ringraziamenti è iniziata la Sessione di lavoro “speciale” sulla cooperazione con l’Ucraina, alla presenza del ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov.

Morto OJ Simpson, stella controversa del Football NFL

Morto OJ Simpson, stella controversa del Football NFLRoma, 11 apr. (askanews) – L’ex stella Nfl, OJ Simpson, uno dei giocatori più discussi del footbal statunitense, è morto oggi all’età di 76 dopo una lunga battaglia contro il cancro. Ne ha dato notizia la famiglia su X. “Il 10 aprile, nostro padre, Orenthal James Simpson, ha ceduto alla sua battaglia contro il cancro” è scritto sul social. O.J. Simpson, all’anagrafe Orenthal James Simpson è considerato uno dei più grandi giocatori nella storia del football, tanto da essere stato inserito nella Pro Football Hall of Fame, da professionista ha militato per undici stagioni nella National Football League (NFL) con i Buffalo Bills dal 1969 al 1977 e con i San Francisco 49ers dal 1978 al 1979. Nel 1973 è diventato il primo giocatore a correre per più di duemila iarde in quattordici partite della stagione. Conclusa la carriera sportiva, si è dedicato al cinema, raggiungendo un ulteriore livello di fama grazie al ruolo dell’agente Nordberg nella serie de Una pallottola spuntata. Nel 1994 fu accusato di aver ucciso l’ex moglie Nicole Brown e l’amico Ronald Goldman, venendo poi assolto dopo un processo molto controverso. Nel 2008 è stato condannato a trentatré anni di carcere (dei quali nove senza libertà vigilata) per rapina a mano armata e sequestro di persona; è stato liberato l’ottobre 2017 ed era in regime di libertà vigilata.

Umbria, Tesei presenta progetto restyling Umbriafiere

Umbria, Tesei presenta progetto restyling UmbriafiereRoma, 11 apr. (askanews) – “Oggi presentiamo un’opera che l’Umbria attende da tempo perché il centro fieristico Umbriafiere è via via diventato un punto di riferimento non solo per il centro Italia, ma per tutto il paese. Umbriafiere è infatti oggi una società partecipata regionale ben amministrata, sana e solida che abbiamo rivitalizzato con nuove fiere, con la realizzazione anche di concorsi e con un occhio a convention e grandi eventi”. È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto di restyling di Umbriafiere.


“Il centro fieristico che sorge in un’area strategica e nevralgica della nostra regione, ha bisogno, per crescere ancora, di diventare una struttura moderna ed all’avanguardia dove ospitare eventi importanti per la nostra economia. Ed in questo ambito di notevole importanza sono i progetti che stiamo realizzando, anche a livello infrastrutturale, per dotare l’area di collegamenti sempre più efficienti e moderni. Grazie alla struttura regionale, al Comune di Bastia e all’advisor dell’operazione Gepafin, abbiamo finalmente tutte le carte in regola per realizzare questa opera che la nostra regione merita”, ha detto la presidente. Entrando poi nel merito del progetto, la presidente ha aggiunto che “il costo complessivo dell’intervento è di circa 6,1 milioni di euro e prevede il restyling dei tre padiglioni nella parte dell’impiantista, pavimentazione, illuminazione, sistema infissi, involucro architettonico, passerelle di collegamento, piazzali di parcheggio, restyling della palazzina antistante e condizionamento del padiglione n.9. Il costo complessivo dell’intervento è di circa 6,1 milioni di euro, salvo ulteriori valutazioni in sede esecutiva”.


“Come sapete l’utilizzo di risorse regionali provenienti dal fondo sviluppo e coesione ci impegna ad un piano tempi-azioni molto preciso, secondo progettualità che abbiamo già depositato e che garantirà una realizzazione, ne siamo certi, secondo i tempi previsti”, ha concluso Tesei.

Chiorazzo (Bcc): da Bardi attenzione marginale a Lucani nel mondo

Chiorazzo (Bcc): da Bardi attenzione marginale a Lucani nel mondoRoma, 11 apr. (askanews) – “La Basilicata ha un cuore grande che batte oltre i suoi confini e noi lo vogliamo ascoltare”. Così Angelo Chiorazzo in una lettera inviata ai Lucani nel mondo ed in Italia, ai presidenti delle Federazioni e delle Associazioni dei Lucani nel Mondo e ai Responsabili Sportello Basilicata Lucani nel Mondo.


“In questo scorcio di campagna elettorale ci è sembrato opportuno riservare una specifica indicazione ai nostri tanti amici lucani sparsi nel Mondo ed in Italia che hanno segnato e continuano a segnare con la loro esperienza di vita”, ha scritto il capolista di Basilicata Casa Comune, a sostegno del candidato presidente della Regione Piero Marrese (Pd) alle prossime elezioni regionali. “Negli ultimi cinque anni vi è stata riservata un’attenzione marginale e condizionata da scelte che non avevano in prospettiva comuni visioni sulle opportunità da offrire ai tanti lucani sparsi nel mondo per aumentare le opportunità e le occasioni per combattere lo spopolamento, immaginare un ritorno a casa almeno dei loro figli o dei nipoti e per i quali è mancata una politica di ascolto e di attenzioni vive come accadeva nel passato con l’alta formazione presso l’Università di Basilicata o la ricerca di professionalità e managerialità, sviluppate nei più prestigiosi atenei e da mettere a frutto qui in Basilicata”, ha sottolineato.


“Quando pensiamo ai nostri corregionali, pensiamo proprio a questa inversione di tendenza nella logica di politiche che favoriscano il reinserimento lavorativo, condizioni favorevoli concordate con i Comuni della Basilicata per una residenzialità che nei primi cinque anni almeno, abbatta la contribuzione fiscale, proprio come avvenuto con i nostri pensionati ‘migrati’ all’estero”, ha proseguito. “La disattenzione del Governo regionale Bardi, potremmo legarla alle mancate occasioni di promozione del rientro anche a soli fini di conoscenza e di riscoperta delle radici, proprio nell’anno del Turismo di ritorno e delle radici. E’ mancata la sensibilità e la capacità di capire che avevamo una grande occasione non meno importante di quella realizzata con Matera Capitale Europea della Cultura per strutturare flussi di andata e ritorno”, ha aggiunto Chiorazzo.


(segue)

Diffamazione, carcere per giornalisti. Un caso gli emendamenti FdI

Diffamazione, carcere per giornalisti. Un caso gli emendamenti FdIRoma, 11 apr. (askanews) – Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato dal relatore del disegno di legge sulla diffamazione, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che non escludono la pena del carcere per i giornalisti, che a suo tempo la Corte costituzionale chiese di eliminare, suscitano allarme nel mondo dell’informazione ma saranno oggetto di approfondimenti anche nella maggioranza parlamentare.


“A noi – precisa Pierantonio Zanettin di Forza Italia, conversando con i cronisti a palazzo Madama – non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato. Mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, aggiunge, precisando che si tratta di proposte non condivise preventivamente all’interno della maggioranza. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, che oppone “un deciso no” agli emendamenti di FdI. “Non è così – spiega – con pene detentive che possono arrivare a oltre 4 anni, che si frena il malcostume della diffamazione a mezzo stampa”.


“Nessuna nuova pena detentiva per i giornalisti”, dichiara dal canto suo Berrino, che rivendica come “il provvedimento in esame semmai elimina la pena detentiva per alcune ipotesi di diffamazione”, ma, aggiunge, occorre comunque “difendere l’onorabilità sociale del cittadino dalla ben più grave e lesiva ipotesi dell’addebito di un fatto falso e determinato, nella convinzione che non si tratti di libera informazione, ma di distorsione della informazione”. Il Pd in una nota parla di “retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte costituzionale”. Ilaria Cucchi di AVS parla di “vera e propria forma di intimidazione inaccettabile contro i giornalisti e un modo per silenziare gli organi di informazione. Un’aberrazione totale. Senza libertà di stampa, non c’è democrazia, i cittadini – aggiunge – hanno il diritto di essere informati in modo completo e obiettivo”.


Fra le reazioni di giornata anche quelle delle rappresentanze sindacali e istituzionali dei giornalisti: per Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, “il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, fa notare che “l’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu (Corte europea per i diritti dell’uomo, ndr) per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”, conclude.

Al Vinitaly il Parmigiano Reggiano in 16 degustazioni

Al Vinitaly il Parmigiano Reggiano in 16 degustazioniRoma, 11 apr. (askanews) – Distillati d’eccellenza, birre e grandi vini italiani e internazionali: il Parmigiano Reggiano mette in mostra la propria versatilità in 16 degustazioni nello spazio del Consorzio a Vinitaly 2024, in programma a Verona Fiere da domenica 14 a mercoledì 17 aprile.


Gli abbinamenti con varie stagionature e biodiversità della Dop vanno da prestigiose bollicine italiane e francesi selezionate in collaborazione con Signorvino alle birre, dal Franciacorta a vini più squisitamente emiliani come il Lambrusco e il Pignoletto, dal Chianti Classico al Valpolicella, fino a un “matrimonio” inusuale con le grappe trentine, in collaborazione con Istituto Tutela Grappa del Trentino, e i pairing con le creazioni di Cantine Intorcia, Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini DOP Colli di Parma e Duca di Salaparuta. “Il Parmigiano Reggiano è un prodotto unico – spiega in una nota – Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – ma ce n’è uno per tutti i gusti: la biodiversità delle razze bovine, le stagionature e i prodotti certificati offrono gusti, sapori, sfumature ed emozioni estremamente variegate. È tutto questo a renderlo diverso dagli altri formaggi e a far sì che non sia solo un prodotto di estrema versatilità e distintività, ma un simbolo del Made in Italy”.

Suviana, de Pascale: fare di più, la sicurezza sul lavoro è un dovere

Suviana, de Pascale: fare di più, la sicurezza sul lavoro è un dovereRoma, 11 apr. (askanews) – “Questa mattina ho partecipato alla manifestazione indetta da Cgil e Uil a Bologna. Non possiamo rimanere indifferenti rispetto alla tragedia accaduta a Bargi. Ogni vita persa sul luogo di lavoro è un grido che non possiamo e non dobbiamo ignorare. Bisogna fare di più, tutti insieme, perché la sicurezza sul lavoro non è una scelta, è un dovere a cui dobbiamo adempiere ogni giorno. Nel 1987 a Ravenna la Mecnavi, oggi a Bologna, praticamente ogni giorno in tutta Italia, nessuno deve mai pagare con la propria vita per un giorno di lavoro”. E’ il commento del sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, presidente dell’Unione Province d’Italia.

Leclerc diventa gelatiere con la complicità di Martinetti e Grom

Leclerc diventa gelatiere con la complicità di Martinetti e GromMilano, 11 apr. (askanews) – Guido Martinetti e Federico Grom tornano a produrre gelato, questa volta ipocalorico e confezionato, insieme con il pilota di Formula Uno, Charles Leclerc, e il (suo) procuratore sportivo Nicolas Todt. Il progetto che li vede soci alla pari con il 25% ciascuno, si chiama “Lec” ed è ovviamente ambizioso: si parte sul mercato italiano con cinque gusti per poi sbarcare in Francia già questa estate e poi proseguire sui mercati europei, con l’obiettivo (molto concreto) di arrivare presto negli Stati Uniti.


“Charles corre veloce e noi vogliamo e dobbiamo stargli dietro” ha ironizzato Grom con askanews a margine della presentazione a Milano di questa start-up, spiegando che il progetto ha preso il via un paio di anni fa su input del 26enne campione monegasco oggi in forza alla Ferrari che, durante un pranzo tra amici, gli aveva rivelato il desiderio di aprire una gelateria a Montecarlo. Ma perché limitarsi ad un punto vendita quando si può pensare ad una propria linea di gelato su scala mondiale? Così, ceduta la catene di gelaterie Grom a Unilever nel 2015, Federico Grom (commerciale) e Guido Martinetti (prodotto) hanno ripreso il discorso sul gelato ma puntando su un prodotto dall’impronta “salutista” e dal gusto, sapore e consistenza molto più internazionale che italiano, che parte con la grande distribuzione (Esselunga, Iper Ali, Unes, Bennet, Despar Nord Est e Borello) e con barattoli da 460 ml ad un prezzo consigliato di 4,99 euro, dunque in fascia premium. “E’ un prodotto eccellente, realizzato con materie prime di alta qualità, ricco di fibre e proteine, innovativo a livello mondiale, che permette di concedersi una trasgressione a tavola o nel tempo libero senza sensi di colpa e nella consapevolezza del proprio benessere” sottolinea Martinetti, parlando di un gelato “adatto agli sportivi ma anche a chi è semplicemente attento alla sua salute e alla sua forma fisica, o ai bambini”.


“Il gelato è prodotto da un’industria specializzata, che risponde a dei requisiti contrattuali molto stretti che gli abbiamo dato, e io sono responsabile dell’acquisto di tutte le materie prime che vengono utilizzate e della creazione di ogni ricetta, e l’azienda deve attenersi fedelmente a tutte le mie indicazioni” ha spiegato Martinetti, sottolineando che “abbiamo deciso di riportare sul fronte della confezione le calorie totali di ogni barattolo, al massimo 399, e non quelle di una singola porzione, cosa inconsueta e non banale in Italia”. Molto cremoso, bilanciato e dunque non eccessivamente dolce, privo della sgradevole sensazione di gelo in bocca, “Lec” appare immediatamente più gustoso dei suoi competitor a basse calorie, pur essendo dichiaratamente concepito per incontrare il gusto di Paesi e pubblico diversi. Nella comunicazione l’italianità non viene sbandierata e rimane un concetto sotteso rispetto ai valori nutrizionali del gelato. “Rispetto alla media di tutti i gelati in vendita nei supermercati, la media dei cinque gusti – rimarca Grom – ha tra il 30% e il 40% in meno di calorie, e il ‘Caramel Tango’ arriva al 50-60% in meno sullo stesso gusto dei competitor”. Il claim è allora in inglese, “Why resist” (“perché resistere?”, ndr), così come lo sono i nomi dei cinque gusti iniziali che sono tutte creme: “Vanillove”, “Swirly Pistachi-oh!”, “Peanut Caramel Tango” e “Chocolate Crunch”. “L’idea di golosità appartiene principalmente alla sfera delle creme, che sono anche i gusti più apprezzati a livello internazionale, perché nel mondo il consumo di gelati alla frutta è veramente ridotto e dovendo partire con un numero di referenze relativamente limitato, abbiamo pensato che queste fosse il punto di incontro migliore tra golosità e bilanciamento degli ingredienti e valori nutrizionali” risponde ad askanews Martinetti, già al lavoro sui gusti per il 2025, con “alcuni che strizzeranno un po’ l’occhio alla frutta”, ma che dovranno passare il vaglio del socio e testimonial Leclerc che ha dato il nome a “Lec”.


“Ho sempre amato tantissimo il gelato ma crescendo ho dovuto ridurne sempre di più le quantità per riuscire a mantenere la linea, perché io seguo una dieta super equilibrata che è fondamentale per poter essere in forma sia dal punto di vista fisico che mentale per tutta la stagione di gare” dice Leclerc, sottolineando che “la mia vita è la Formula Uno e io voglio continuare a provare ad essere il miglior pilota possibile e questo bellissimo progetto non avrei potuto farlo senza dei soci come loro tre: abbiamo la stessa visione e sono molto contento del risultato ottenuto”. “L’idea di aprire una gelateria a Montecarlo al momento è accantonata, ma la vita è davvero sorprendente perché non avrei mai detto che io e Guido saremmo tornati ad occuparci di gelato” conclude sornione Grom, chiosando “ma si sa che le occasioni fanno l’uomo ladro, in questo caso goloso: quindi oggi nessun negozio ma il futuro può tornare a stupirci e quindi riserviamoci qualunque cosa per il domani”.

Diffamazione, un caso gli emendamenti FdI su carcere per giornalisti

Diffamazione, un caso gli emendamenti FdI su carcere per giornalistiRoma, 11 apr. (askanews) – Gli emendamenti presentati in commissione Giustizia al Senato dal relatore del disegno di legge sulla diffamazione, Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, che non escludono la pena del carcere per i giornalisti, che a suo tempo la Corte costituzionale chiese di eliminare, suscitano allarme nel mondo dell’informazione ma saranno oggetto di approfondimenti anche nella maggioranza parlamentare.


“A noi – precisa Pierantonio Zanettin di Forza Italia, conversando con i cronisti a palazzo Madama – non interessano le pene detentive, ma la rettifica e che venga ripristinato il buon nome del diffamato. Mezzi per fare questo ce ne sono tanti e devono essere diversi dal carcere”, aggiunge, precisando che si tratta di proposte non condivise preventivamente all’interno della maggioranza. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, che oppone “un deciso no” agli emendamenti di FdI. “Non è così – spiega – con pene detentive che possono arrivare a oltre 4 anni, che si frena il malcostume della diffamazione a mezzo stampa”.


“Nessuna nuova pena detentiva per i giornalisti”, dichiara dal canto suo Berrino, che rivendica come “il provvedimento in esame semmai elimina la pena detentiva per alcune ipotesi di diffamazione”, ma, aggiunge, occorre comunque “difendere l’onorabilità sociale del cittadino dalla ben più grave e lesiva ipotesi dell’addebito di un fatto falso e determinato, nella convinzione che non si tratti di libera informazione, ma di distorsione della informazione”. Il Pd in una nota parla di “retaggio barbaro, condannato a più riprese da organismi europei e dalla Corte costituzionale”. Ilaria Cucchi di AVS parla di “vera e propria forma di intimidazione inaccettabile contro i giornalisti e un modo per silenziare gli organi di informazione. Un’aberrazione totale. Senza libertà di stampa, non c’è democrazia, i cittadini – aggiunge – hanno il diritto di essere informati in modo completo e obiettivo”.


Fra le reazioni di giornata anche quelle delle rappresentanze sindacali e istituzionali dei giornalisti: per Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa, “il carcere per i giornalisti è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l’orbanizzazione del Paese”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, fa notare che “l’Italia è stata più volta richiamata dalle istituzioni europee e dalla Cedu (Corte europea per i diritti dell’uomo, ndr) per avere ancora, nel codice penale, la pena del carcere per la diffamazione a mezzo stampa. La Corte costituzionale ha esplicitamente invitato il Parlamento, nel 2021, a rimuovere la pena detentiva per tale reato. Sarebbe un grave passo indietro, si tratta di posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie”, conclude.

Superbonus, Assistal: a rischio obiettivi di efficientamento

Superbonus, Assistal: a rischio obiettivi di efficientamentoRoma, 11 apr. (askanews) – In materia di Superbonus il Governo ha emanato un DL che modifica la disciplina dei crediti d’imposta e degli interventi di efficienza energetica dell’edilizia. In particolare, le nuove disposizioni mirano a: limitare ulteriormente l’accesso al cosiddetto “sconto in fattura”, restringere la platea dei soggetti beneficiari rispetto a quanto già disposto l’anno scorso ed eliminare – in via definitiva – la possibilità per gli operatori del mercato di usufruire dell’istituto della remissione in bonis. Queste in sintesi le osservazioni fatte pervenire oggi da Assistal, l’Associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici, in audizione presso la Commissione Finanza e Tesoro del Senato. L’audizione è stato il momento per approfondire gli aspetti critici delle nuove misure: l’Associazione, in riferimento all’art.1 comma 5, ha espresso l’auspicio che l’articolo possa essere abrogato o, in alternativa, che sia introdotto un periodo transitorio entro il quale permettere l’avvio degli interventi pianificati, ma non ancora iniziati e fatturati. Il rischio, infatti, è che questa disposizione porti cantieri e progetti avviati sulla base proprio dello sconto in fattura o sulla cessione del credito a chiudere, innescando controversie tra imprese e clienti nonché avere un impatto negativo sulla collettività dovuto ai mancati interventi di efficientamento. Per quanto invece riguarda l’art. 2, Assistal segnala che, escludendo la disciplina della remissione in bonis per tutti gli interventi di recupero edilizio e di efficientamento energetico, si negano di fatto le opzioni di sconto in fattura o cessione del credito. Con effetto deflagrante per tutti coloro che, in buona fede, facevano conto sulla possibilità di procedere con le attività grazie a tali misure. Ed è per questo che, alla luce di quanto evidenziato, l’Associazione ha richiesto di valutare il mantenimento dell’istituto citato per un tempo maggiore o, in subordine, di formulare una congrua e ragionevole gradualità nell’ambito delle sanzioni previste per l’invio tardivo delle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate. “Come già avvenuto per il decreto emanato nel febbraio 2023 – ha dichiarato Roberto Rossi Presidente di Assistal – purtroppo il Governo ha adottato un provvedimento senza alcun confronto con i comparti produttivi, aumentando l’incertezza di un quadro normativo mutato innumerevoli volte negli ultimi anni. L’Italia e, in particolar modo, le imprese hanno bisogno di norme chiare e stabili, in grado di favorire investimenti a lungo termine in efficienza energetica e sostenibilità, soprattutto in considerazione degli obiettivi sfidanti posti dalla transizione energetica così come riportati nel Pniec.”