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Autore: Redazione StudioNews

Bari, Conte ai suoi: decisioni coraggiose per credibilità politica

Bari, Conte ai suoi: decisioni coraggiose per credibilità politicaBari, 5 apr. (askanews) – Dopo lo stop alle primarie del campo largo di centrosinistra per la candidatura a sindaco di Bari, il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, si è trattenuto nel capoluogo pugliese. Il M5S, fanno sapere i suoi, non molla sulla legalità e serra i ranghi, nel pomeriggio ha incontrato il gruppo territoriale e gli eletti comunali insieme ai vertici regionali e provinciali. Al centro del confronto, raccontano le fonti stellate, il nodo delle primarie e il lavoro di radicamento sul territorio.


Per il leader 5S è stata una preziosa occasione per ribadire alla comunità pentastellata di Bari il “massimo impegno e determinazione sul fronte della legalità, senza nessun compromesso o passo indietro”. Il ragionamento espresso da Conte è che in situazioni delicate come quelle che hanno interessato la città di Bari “la credibilità della politica” passa anche da “decisioni coraggiose” come quelle annunciate ieri.

Bari, dopo la rottura nel campo largo la speranza “terzo uomo”

Bari, dopo la rottura nel campo largo la speranza “terzo uomo”Bari, 5 apr. (askanews) – Il Terzo uomo è il titolo di un noir del 1949 vincitore del Festival di Cannes, Totò terzo uomo uscì due anni dopo con intenti decisamente meno drammatici. La ricerca del “terzo uomo” da candidare alla poltrona di sindaco è al momento l’ultima speranza per il devastato “campo largo” del centrosinistra a Bari: resta da verificare se i prossimi sviluppi della trama piegheranno verso il noir o la parodia. Le primarie fra Vito Leccese, capo di gabinetto del sindaco uscente Antonio Decaro, e il “civico” di sinistra Michele Laforgia, sono saltate dopo che una nuova inchiesta giudiziaria per corruzione elettorale ha messo in luce pratiche di compravendita dei voti – tutte da provare sul piano giudiziario -che fanno riferimento a un’area interna al centrosinistra barese, tanto da costringere alle dimissioni immediate Anita Maurodinoia, l’assessora ai Trasporti della Regione presieduta da Michele Emiliano. Giovedì quindi il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha annunciato lo strappo, seguito dallo stesso Laforgia, che anzi ora rivendica lo stop: “Ho proposto a Vito Leccese di sospendere di comune accordo l’organizzazione delle primarie. L’ho fatto prima che il presidente Conte annunciasse l’analoga posizione del Movimento 5 stelle”.


Il leader del M5S riunisce a Bari nel pomeriggio i suoi per blindare la scelta di andare avanti fino alle elezioni dell’8 e 9 giugno con la candidatura di Laforgia, indipendentemente dalle opinioni degli “alleati”, virgolette d’obbligo. “Non accettiamo mancanze di rispetto e nessuno si può permettere di dire che il Movimento 5 stelle è sleale”, dice Conte smentendo le veline di fonte Pd che lo accusavano di essersi negato al telefono con la segretaria Elly Schlein. Feriti nell’onore, i Verdi rappresentati rivendicano la lunga storia politica e amministrativa di Leccese, “persona specchiata”, dice Angelo Bonelli, che però si colloca fra i pontieri e quindi non esclude il passo indietro del candidato del Pd (con un passato da parlamentare verde). “E’ una scelta che può fare solo Vito Leccese”, precisa il leader ecologista; scelta che comunque presuppone il contestuale ritiro di Laforgia. La ricerca del terzo uomo è la priorità assoluta per Bonelli e il suo socio in Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni, anche lui segnalatosi fra quanti vorrebbero una ricucitura, chiedendo una assunzione di responsabilità ai due sfidanti che suona anche come un segno di cautela rispetto alla puntata massima fatta da Conte e Laforgia, che hanno chiesto il passo indietro del candidato del Pd: “A Bari – sottolinea invece il leader di Sinistra italiana – ci sono due ottimi candidati, Laforgia e l’altrettanto valido Leccese. A loro dico: incontratevi e parlate”. Fra i sostenitori della soluzione “terzo uomo” si arruola Goffredo Bettini, non così influente come ai tempi del governo Conte 2 ma pur sempre una voce di peso fra i dem: “Faccio un appello – dice – sia a Conte che al Pd per ritirare i rispettivi candidati”. Si fa sentire fra i dem Andrea Orlando: “Quello di Conte – accusa – è un tentativo un po’ furbetto di speculare su un passaggio che vede in difficoltà un alleato. Quello che voglio dire è questo però: oggi puoi anche fare una mossa che toglie un punto al Pd e lo mette un po in difficoltà a livello nazionale, domani sei quello che ha consegnato Bari alla destra e questo vale tanto per Conte che per Laforgia”. Anche Orlando caldeggia la soluzione di “cercare una terza figura” ma i suoi toni non sono graditi nell’entourage di Laforgia, dove si fa notare “la grande agitazione” che regna al Nazareno: di certo non un benvenuto da parte di una figura chiave. Senza una disponibilità al dialogo di Laforgia, però, la missione dei pontieri è destinata al fallimento. Nel centrosinistra barese c’è chi fa notare che la realtà civica che ha dato vita alla candidatura di Laforgia è in campo da tempo e non accetterà facilmente di essere messa da parte per disposizioni arrivate da Roma. Un alto dirigente Pd giura al cronista che “Leccese al primo turno di giugno vale almeno il 40 per cento” ed è probabile che nella manifestazione del pomeriggio a sostegno di Leccese, con Schlein, Emiliano, Decaro e Bonelli, i toni siano abbastanza in linea con queste previsioni ottimistiche. Ma poi i cacciatori del “terzo uomo” dovranno ricominciare il loro lavoro di tessitura, sperando che i fronti avversi non abbiano nel frattempo bruciato tutti i ponti.


A margine dello scontro si colloca l’ennesima polemica fra Matteo Renzi e Conte. Il primo accusa il secondo di essere una banderuola, il secondo con i cronisti si rifiuta di andare oltre un commento sprezzante: “La politica non può ridursi a burla o barzelletta”. Ma il leader di Iv gli chiede conto della presenza dei 5 stelle pugliesi nella giunta regionale di Emiliano toccata dallo scandalo. Un altro capitolo della fibrillazione che potrebbe ancora aprirsi, in teoria, nelle prossime settimane.

Roberto Ragazzoni è il nuovo presidente dell’Inaf

Roberto Ragazzoni è il nuovo presidente dell’InafRoma, 5 apr. (askanews) – La nuova guida dell’Inaf è Roberto Ragazzoni, 57 anni, professore ordinario al Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Padova dal 2020 e già direttore dell’Inaf di Padova dal 2018 al 2023. La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini l’ha raggiunto telefonicamente ieri, giovedì 4 aprile, in mattinata.


«Ho ricevuto con grande orgoglio, e non certo senza ravvisare il peso della responsabilità, la telefonata del ministro, la senatrice Anna Maria Bernini, annunciando la mia nomina alla presidenza dell’Inaf. Una telefonata concisa ma cordialissima», dice a Media Inaf il neo eletto presidente: «Mi ha persino augurato di rimettermi in sesto perché la mia voce roca tradiva qualche malanno passeggero. E mi ha ricordato i numerosi progetti, tra cui l’Einstein Telescope, su cui il governo sta puntando». Ragazzoni è un nome noto nell’astrofisica a livello mondiale, e in particolare nel mondo della costruzione di telescopi (da terra e per lo spazio), specchi e strumenti correttivi di ottica adattiva. È uno dei pochi scienziati che, nell’ambito, può ancora definirsi un inventore: è suo il concetto del sensore di fronte d’onda a piramide, un sistema per correggere la luce in ingresso nel telescopio dalle turbolenze atmosferiche, conferendo alle immagini una qualità altrimenti impossibile da raggiungere dalla terra. Ed è sua, ad esempio, anche l’idea di sfruttare l’aberrazione sferica – un difetto intrinseco degli specchi che hanno forma sferica, e che da sempre gli astronomi hanno tentato di correggere – per potenziare il campo di vista di un telescopio chiamato FlyEye (occhio di mosca). Ragazzoni ha lavorato dietro le quinte dei più grandi telescopi a terra – come il Telescopio nazionale Galileo, per il quale ha progettato il sistema di ottica adattiva – e dallo spazio – come i satelliti Cheops e Plato, dell’Agenzia spaziale europea. Tutti contributi davvero cruciali per lo sviluppo dei grandi telescopi che oggi permettono il progresso nelle conoscenze astronomiche.


Nel corso della sua carriera ha già ricevuto riconoscimenti importanti, come il premio “Wolfgang Paul” della fondazione Humboldt, in Germania, nel 2000, il premio “Feltrinelli” per l’astronomia nel 2016 e, infine, la nomina a membro dell’Accademia dei Lincei nel 2019. «Voglio innanzitutto ringraziare il mio predecessore, Marco Tavani, la cui competenza e professionalità continueranno a essere patrimonio prezioso per l’ente, che certamente saprà valorizzarle. Questa nomina, per me – dice – significa innanzitutto orgoglio e responsabilità. Vorrei provare a spingere le donne e gli uomini dell’Inaf a osare ancora di più di quanto non stiano già facendo. Se non noi, che abbiamo il compito istituzionale di spingere la frontiera della conoscenza dell’astronomia, chi altri?»


Ragazzoni dichiara di voler lavorare per costruire un Inaf in cui le idee più innovative siano terreno fertile per nuovi progetti trasformazionali rispetto al passato, siano essi osservativi, teorici, strumentali, di divulgazione o di valorizzazione del patrimonio storico dell’ente. «Un Inaf in cui ci si possa permettere anche qualche nuovo errore (se non in un ente di ricerca, dove altro?), e dove osare diventi la norma. In un momento storico di grandi collaborazioni internazionali – penso all’Extremely Large Telescope, alla collaborazione con l’Einstein Telescope, all’utilizzo del telescopio spaziale James Webb e potrei continuare con una lunghissima lista – l’Inaf ha bisogno più che mai dell’apporto di ogni donna e uomo che lo compone. Farò del mio meglio per essere all’altezza».


Crediti INAF R. Bonuccelli

Carrefour nel 2023 ha esportato 1,15 mld di euro di prodotti italiani

Carrefour nel 2023 ha esportato 1,15 mld di euro di prodotti italianiMilano, 5 apr. (askanews) – Carrefour Italia, a 10 giorni dalla prima Giornata nazionale del made in Italy, racconta il legame con il nostro territorio e col mondo agricolo attraverso i prodotti italiani che arrivano sugli scaffali dei nostri supermercati ma anche di quelli esteri. In tre anni, infatti, dal 2021 al 2023 l’export dei prodotti italiani è cresciuto del 44%, raggiungendo un valore di 1,15 miliardi di euro (contro gli 800 milioni di euro di tre anni fa). Inoltre, attraverso la rete di 1.500 punti vendita sparsi in 19 regioni, i fornitori italiani di prodotti a marchio Carrefour hanno raggiunto l’85% del totale. 


“L’italianità è un pilastro importante della nostra strategia in Italia – ci ha detto Christophe Rabatel, ceo di Carrefour Italia – Abbiamo colto l’opportunità di questa Giornata nazionale del made in Italy per mostrare tutto ciò che facciamo nel quotidiano per sviluppare sempre di più il made in Italy”. L’evento “Carrefour per il made in Italy”, organizzato nel punto vendita di Assago in avvio di una campagna di promozione dei prodotti enogastronomici italiani fisica e online, è stato l’occasione per raccontare il contributo all’export agroalimentare che vede l’ortofrutta tra le categorie più richieste, con uva, anguria, arance, pesche e zucchine in cima alla lista, esportati sia in Europa – principalmente in Francia, Belgio, Polonia, Romania e Spagna – sia nei Paesi Arabi (Dubai) e in Asia (Taiwan). In forte crescita anche la categoria vino passata dai 30,7 milioni del 2022 ai 60 dello scorso anno, anche grazie al ruolo di Carrefour Italia come hub di gruppo per l’export del vino.


Tutto questo significa sostegno e progettualità per le imprese italiane. “E’ importante sottolineare il fatto che siamo una multinazionale francese ma siamo molto sensibili alla produzione locale e a valorizzare la produzione locale – ci ha detto Bruno Moro, direttore commerciale di Carrefour Italia – Abbiamo 101 filiere e dietro queste lavorano 8.500 produttori italiani. Siamo fierissimi di questo e siamo anche fieri non solo di garantire ai nostri clienti tutto il processo, dal campo fino al prodotto sullo scaffale, ma siamo anche fieri di poter dire che siamo promotori e sviluppatori di queste aziende”. Gli 8.500 produttori salgono a 10mila se si considerano anche i fornitori dei 200 prodotti di Terre d’Italia e gli oltre 1.300 tra locali e regionali. Numeri e progetti realizzati anche grazie alla collaborazione con Filiera Italia a cui Carrefour ha aderito nel 2021, Filiera agricola italiana con cui sviluppa prodotti a marchio col sigillo di qualità “Firmato dagli agricoltori italiani” e Coldiretti. “Abbiamo dimostrato che grazie al lavoro reciproco fatto dal gruppo di Coldiretti, di Firmato dagli agricoltori italiani e Carrefour è stato possibile dare certezza al lavoro, alla redditualità dei nostri imprenditori – ha detto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – E’ il punto di partenza un giusto riconoscimento del lavoro delle imprese agricole nella valorizzazione più alta dell’agroalimentare italiano. In questo modo difendiamo il nostro sistema Paese per quanto riguarda la produzione, ma con un accordo ulteriore dove utilizzeremo Carrefour come piattaforma per le esportazioni in tanti altri Paesi”.


Con Coldiretti l’obiettivo condiviso è favorire le esportazioni di ortofrutta e valorizzare il pescato nazionale, al centro di un progetto prossimo alla partenza.

Vino, Asolo Prosecco: +16,3% le vendite nel primo trimestre 2024

Vino, Asolo Prosecco: +16,3% le vendite nel primo trimestre 2024Milano, 5 apr. (askanews) – Dopo aver chiuso il 2023 con una crescita del 14,5%, mettendo a segno il record storico di 27,5 milioni di bottiglie vendute, l’Asolo Prosecco ha fatto registrare nel primo trimestre di quest’anno un ulteriore balzo in avanti del 16,3%. Lo ha reso noto il Consorzio Vini Asolo Montello, spiegando che le bottiglie certificate nei primi tre mesi sono già 8,2 milioni e che se il trend continuasse su questi livelli, a fine anno verrebbe sfondato il tetto dei 30 milioni di bottiglie, un obiettivo che solo una manciata di anni fa poteva sembrare irraggiungibile.


“Il successo costante dell’Asolo Prosecco e il suo andamento in più che positiva controtendenza rispetto alle difficoltà purtroppo incontrate da molta parte del vino italiano sono dovuti a due precisi fattori: la volontà e la capacità dei nostri produttori di fare della grande qualità e il disporre di un’identità territoriale molto forte, sulla cui valorizzazione ci siamo tutti fortemente impegnati” ha spiegato il presidente del Consorzio, Ugo Zamperoni, sottolineando che “oggi, per i consumatori, le nostre bollicine sono indissolubilmente legate alla bellezza del nostro paesaggio e sono testimoni del suo patrimonio di cultura e di sapere agricolo”. “Se la domanda continuasse a crescere – ha aggiunto Zamperoni – l’utilizzo della riserva vendemmiale, misura espansiva approvata dalla Regione Veneto lo scorso anno, renderebbe disponibili altri tre milioni bottiglie, per cui la richiesta del mercato verrebbe interamente soddisfatta”. Intanto, gli Stati Uniti sono sempre più attratti dalle bollicine asolane, com’è testimoniato dal successo incontrato nel recente “Slow Wine Tour”, che nei giorni scorsi ha toccato cinque città degli Stati Uniti: Washington, New York, Austin, Denver e San Francisco.


Ora il Consorzio dell’Asolo Prosecco si appresta a partecipare alla 56esima edizione di Vinitaly, in programma dal 14 al 17 aprile a Verona. Ad aprire la manifestazione, domenica 14, le due masterclass dedicate all’Asolo Prosecco e ai vini del Montello guidate da Andrea Gori, che si terranno rispettivamente alle 10 e alle 11 nello stand consortile. Dopo le degustazioni, si potranno assaggiare le specialità preparate dalla Trattoria da Burde di Firenze, accompagnate dall’Asolo Prosecco. Nel pomeriggio, spazio anche al Sidro Vittoria, prodotto di eccellenza ottenuto dalle mele del territorio asolano. Alle 10 del 15 aprile sarà invece Elisa De Polo a condurre una degustazione dedicata all’Asolo Prosecco, cui farà seguito, alle 12.30, l’assaggio del baccalà mantecato e alla vicentina preparato dal Ristorante Boomerang di Giavera del Montello. Il 16 aprile, sempre alle 10, il testimone passerà a Gianpaolo Giacobbo, che guiderà la masterclass dedicata ai vini del Montello, a cui seguirà alle 12.30 il momento gourmet a cura de I Due Fratelli Botter di Asolo, i quali, in collaborazione con Diego Zago della Locanda Sandi di Valdobbiadene, prepareranno un risotto alle erbette primaverili delle colline trevigiane.

Riapre Anglo American Hotel Florence, ritrovo storico ladies inglesi

Riapre Anglo American Hotel Florence, ritrovo storico ladies inglesiMilano, 5 apr. (askanews) – Riemerge una storia dal passato, pieno di fascino, da mura che sanno parlare: dopo un importante processo di ristrutturazione curato dall’architetto italiano Chiara Caberlon, ha riaperto l’Anglo American Hotel Florence (ora sotto l’egida di Curio Collection by Hilton), in passato cuore pulsante delle comunità inglese e americana a Firenze e salotto letterario: era in particolare il ritrovo esclusivo delle ladies inglesi degli anni ’30 soprannominate “Scorpioni” che qui si riunivano per discutere animatamente della vita fiorentina, oltre a scambiarsi pungenti commenti sulla società locale.


La comunità di donne britanniche expat si può dire passata alla storia, ispirando anche il celebre film “Un tè con Mussolini”. Prima e dopo l’hotel ha visto passare ospiti illustri come Lev Tolstoj, Maria Callas, Rudolf Nureev e Carla Fracci. L’hotel “è una gemma preziosa che arricchisce il vibrante panorama dell’ospitalità fiorentina”, ha dichiarato Simon Vincent, Executive Vice President & President Europe, Middle East & Africa di Hilton. “Ai milioni di visitatori che affollano ogni anno la città per ammirarne l’arte rinascimentale, l’architettura storica e l’illustre patrimonio culturale, Firenze offre un’ampia gamma di attività e luoghi da scoprire”.


Attenzione particolare alla conservazione dei principali elementi storici e introduzione di un design moderno ed elegante: il nuovo hotel ha rispettato la tradizione anche nelle camere, decorate con una palette cromatica distintiva, colori ricchi e vibranti e un’atmosfera eclettica, non convenzionale. Si celebra così il fascino degli anni Venti. Come spiegato da Alan Mantin Managing Director, Development Southern Europe di Hilton in una presentazione a Milano: “l’Italia è per Hilton un Paese importante”.


“Costruito nel 1892 come uno dei primi hotel di Firenze, questo storico edificio ha ospitato personalità illustri”, sottolinea Claudia Bisaccioni, Sales Manager di Anglo American Hotel Florence, Curio Collection by Hilton. Si segnala in particolare il Whisper Wine Bar and Courtyard, con la sua atmosfera pervasa da musica jazz e soul, che fu il luogo di ritrovo prediletto della comunità degli Anglo Americani di Firenze.

Terremoto magnitudo 4.8, a New York trema la sala del Consiglio di Sicurezza Onu (mentre discute di Medio Oriente)

Terremoto magnitudo 4.8, a New York trema la sala del Consiglio di Sicurezza Onu (mentre discute di Medio Oriente)New York, 5 apr. (askanews) – Registrata una breve scossa di terremoto nell’area di New York, intorno alle 11.26, ora locale. Anche la sala del Consiglio di sicurezza all’Onu ha tremato ed è stato registrato in diretta l’effetto dell’onda sismica. Il sisma ha avuto il suo epicentro vicino alla città di Lebanon in New Jersey. Secondo le prime notizie diffuse da Weather Channel, la magnitudo del terremoto è stata di 4,8. La scossa è stata avvertita anche nell’area di Boston e Filadelfia.


Il sisma ha causato una breve interruzione dei lavori del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito per discutere sulla situazione in Medio Oriente.

”11 giorni”, detenuti al “Nerio Fischione” si raccontano in web-serie

”11 giorni”, detenuti al “Nerio Fischione” si raccontano in web-serieRoma, 5 apr. (askanews) – Un viaggio tra le mura del carcere più sovraffollato d’Italia. All’interno della casa circondariale “Nerio Fischione” di Brescia, un gruppo di detenuti si racconta in una web-serie documentaristica di 33 episodi, pubblicata nell’arco di 11 giorni, su una pagina Instagram (@11.giorni). Si tratta “11 Giorni”, il documentario con la regia di Nicola Zambelli: tutte le clip sono poi raccolte in un’unica opera, che sarà online da giovedì 11 aprile, sulla pagina Instagram. Il progetto è una produzione InPrimis, SMK Factory e Associazione Carcere e Territorio (ACT), con la collaborazione del Comune di Brescia e con il contributo di Cooperativa Bessimo e Doriana Galderisi Psicologa.


Un minuto per 33 volte, tre episodi alla volta per 11 giorni, che nel mondo quotidiano scorrono inverosimilmente simili ognuno all’altro, veloci e semplici: lo spettatore viene coinvolto nella vita e nelle riflessioni di un gruppo di detenuti della casa circondariale “Nerio Fischione” (già Canton Mombello) di Brescia. Ogni episodio, presentato in formato verticale 9:16 per la visione su cellulare, sfida il confine tra il carcere e la libertà, offrendo uno sguardo profondo e autentico sulla quotidianità di chi vive dietro le sbarre. Attraverso un percorso di giustizia riparativa, i detenuti hanno raccontato le loro storie alla telecamera che guida lo spettatore nel penitenziario. Durante incontri tematici proposti alle scuole superiori di secondo grado, il racconto video costruisce un ponte tra il mondo dei detenuti e quello dei giovani, destinatari del progetto. La pagina Instagram (@11.giorni) raccoglie gli episodi pubblicati nell’arco di 11 giorni, creando uno spazio di incontro virtuale grazie a un’innovativa campagna attiva sui social network. “11 Giorni” è un racconto emotivo che supera le barriere delle comuni percezioni e offre una prospettiva autentica sulle sfide del sistema carcerario italiano, afflitto da sovraffollamento e carenza di spazi. I 33 episodi della serie, raccolti in un coinvolgente cortometraggio di mezz’ora (sempre nel formato mobile friendly), conducono gli spettatori in un viaggio che va oltre il carcere di Brescia, esplorando le complessità e sfidando i pregiudizi. “11 Giorni” è un’opera cinematografica che offre una lente d’ingrandimento originale su un universo spesso trascurato e apre le porte a una riflessione profonda sulla giustizia e sulle connessioni umane.


“11 Giorni” nasce da un’iniziativa nonviolenta di un gruppo di detenuti del “Nerio Fischione” allo scopo di mostrare le condizioni di vita nel penitenziario più affollato d’Italia, con una percentuale di presenze che ha superato, tra il 2023 e il 2024, il 200%. All’interno di un percorso educativo volto alla creazione di momenti di riflessione, l’obiettivo dei detenuti è stato quello di trovare una modalità innovativa per arrivare al mondo dei più giovani. Il laboratorio allestito tra le mura carcerarie ha permesso la raccolta di materiali testuali e audio interviste che hanno costituito la traccia orale del racconto “11 Giorni”. Il regista Nicola Zambelli è già autore di “Sarura, the future is an unknown place”, docufilm sulla comunità nonviolenta Youth Of Sumud in Palestina e di “Weaker Closer, what makes us weaker, make us closer”, documentario girato tra le strade di Brescia al tempo di lockdown.

”L’attimo prima del tempo” è il primo album di Beril

”L’attimo prima del tempo” è il primo album di BerilMilano, 5 apr. (askanews) – Esce questo venerdì il primo lavoro discografico di Beril (all’anagrafe Antonella Benanzato, nota pittrice e giornalista italiana). Per descrivere al meglio il suo progetto, queste le sue parole: Beril è un progetto che nasce in parallelo con un più esteso manifesto artistico che coinvolge arti visive e performative. “L’attimo prima del tempo”, come è evidente dal concetto ispiratore, costituisce il momento creativo per eccellenza. Quello che ogni artista sperimenta e ha la fortuna di incontrare sul suo cammino. E’ un istante che giunge in uno spazio-tempo indefinibile che cristallizza il frangente dell’intuizione che precede l’opera. Beril abita questo istante, questo spazio-tempo indefinito. Lo attraversa con agilità, in una rapida successione di scenari che ne raccontano la genesi e la vicenda umana e artistica. Beril pratica un alfabeto universale, porta con sé un sillabario bilingue come la sua anima divisa in sfaccettature molteplici, che si riconducono ad un’unica urgenza: la creatività vissuta a tutto tondo, fino alle più intime pieghe di un’esistenza inapparente e in superficie. Questo primo lavoro, frutto di una preparazione durata anni, rappresenta la presa di coscienza di un’espressione musicale che nasce da molto lontano; che ha superato il giudizio più feroce, quello della stessa Beril. Nata prima con la musica che con la parola, finalmente l’artista ritrova e fa pace con ciò che è sempre stata. Ecco arrivare quindi “L’attimo prima del tempo”, una narrazione musicale in cui il linguaggio è duplice: italiano e inglese o forse prima l’inglese e poi l’italiano. Un bilinguismo naturale che appartiene alla visione poetica della vita e dell’arte dell’autrice padovana. E’ necessario guardare il proprio mondo in solitudine per decifrarne l’essenza profonda. Questo album nasce nella solitudine di un ritiro forzato definito lockdown, in un’epoca in cui la riflessione diventa chiave di lettura di un’intera vita. Un dialogo interiore all’ombra del quale, al pianoforte, nascono quasi tutti i brani in italiano. Un gesto creativo vissuto in simbiosi, seppur a distanza, con la produttrice e cantautrice Veronica Marchi sulla scrittura e l’ideazione. L’incontro di due anime pulsanti sulla stessa tonalità “sensibile”, un gioco di parole per dire che le settime sanno esprimere quella sospensione fondamentale capace di dare il colore a una tessitura armonica ricercata e desiderata. Un cammino al quale si è unito anche il contributo fondamentale, negli arrangiamenti, di Mirko Di Cataldo, musicista e a sua volta produttore. Di Cataldo, con Beril, ha dato l’impronta del sound soprattutto nei brani in inglese. Un viaggio a tre che ha portato a un distillato musicale che emerge dal silenzio ed esplode in sonorità sempre diverse. “L’attimo prima del tempo” per Beril è finalmente arrivato.

Def, verso documento leggero, non scioglie nodo cuneo e taglio Irpef

Def, verso documento leggero, non scioglie nodo cuneo e taglio IrpefRoma, 5 apr. (askanews) – Il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, nell’audizione in Parlamento, lo ha definito “leggero” e “asciutto”. Il prossimo Documento di Economia e Finanza (Def), che il governo si accinge a varare martedì 9 aprile (il Consiglio dei Ministri dovrebbe essere convocato alle 11), si limiterà a fotografare lo stato dei conti pubblici, aggiornandolo rispetto alla Nadef del settembre scorso, ma non dovrebbe contenere il quadro programmatico, in attesa della definizione delle nuove regole sulla governance europea prevista per metà maggio. In sostanza, prima delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno il governo non scoprirà le carte su quella che sarà la prossima manovra e avrà più tempo per valutare la disponibilità di risorse per prorogare il taglio del cuneo fiscale e l’Irpef a tre aliquote, entrambi previsti al momento per il solo 2024. Anche in attesa di schiarite sulle regole europee per la contabilizzazione dei crediti fiscali, con il pensiero fisso al superbonus, che dovrebbero arrivare entro giugno.


L’ipotesi di far coincidere il quadro tendenziale di finanza pubblica con quello programmatico, che pure è circolata, sembra perdere di peso perchè non sarebbe un buon segnale e darebbe l’idea che il governo non intenda fare nulla. Il Ministro e i tecnici del Mef in questi giorni sono al lavoro per definire l’ultimo Def che sarà presentato in Parlamento nell’attuale versione. Con le nuove regole di governance, infatti, sarà necessaria una revisione dei documenti programmatici perchè, come ha spiegato Giorgetti in audizione, la prima sezione (Programma di stabilità) e la terza (Programma nazionale di riforma) saranno assorbiti rispettivamente dal Piano fiscale-strutturale di medio termine e dal Rapporto di monitoraggio.


Il Documento di Economia e Finanza probabilmente rivedrà al ribasso le stime di crescita del Pil fermando l’asticella all’1% nell’anno in corso e all’1,2% nel 2025 mentre la Nadef aveva previsto rispettivamente l’1,2% e l’1,4%. Nel 2026 in prodotto dovrebbe invece andare meglio del previsto e crescere dell’1,1% invece dell’1% della Nadef. Quanto al rapporto deficit/pil, il Ministro ha già dato per scontato l’apertura della procedura europea per disavanzo eccessivo (insieme a diversi altri Paesi) dopo il 2023 che si è chiuso al 7,2%, come certificato dall’Istat. Per l’anno in corso il rapporto dipenderà dai dati sul superbonus riferiti allo sconto in fattura e cessione del credito per le spese sostenute 2023, che l’Agenzia delle Entrate sta trasmettendo in queste ore al Ministero. Il rapporto debito/pil 2024 dovrebbe salire rispetto al 137,3% dello scorso anno (dato Istat), ma collocarsi leggermente al di sotto della stima della Nadef che era al 140,1%. Va considerato che in presenza della procedura per deficit eccessivo non si applica la regola europea di riduzione del rapporto debito/pil dell’1% l’anno.