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Autore: Redazione StudioNews

Meloni attacca: noi coesi, all’opposizione non riesce lo stesso miracolo

Meloni attacca: noi coesi, all’opposizione non riesce lo stesso miracoloRoma, 20 mar. (askanews) – “Non è sostenibile la tesi per la quale la posizione del governo italiano, oggi, al cospetto del mondo che ci guarda, non sia chiara in tema di Ucraina”. Perché a parlare sono “le decisioni e i voti”, e “i voti dicono che, a livello italiano, la posizione del governo è chiara”. Giorgia Meloni replica così alle opposizioni che anche oggi in aula alla Camera, in occasione del secondo round delle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, non hanno mancato di sottolineare le divergenze in politica estera tra i due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani.


Mentre parla, di nuovo, come già nell’aula del Senato, la sedia alla sua destra è vuota. Anche se, a differenza di martedì, oggi il leader del Carroccio si è fatto vedere per dieci minuti, all’inizio della seduta di Montecitorio. Si è accomodato accanto alla premier, intenta ad ascoltare gli interventi in discussione generale, il tempo di un abbraccio, prontamente immortalato dai fotografi presenti in tribuna, e anche di un’esortazione di qualche deputato dall’Emiciclo che ha gridato “bacio, bacio”. Poi via per collegarsi al convegno sulla mobilità organizzato a Bologna e ad incontrare il vicepresidente e ministro degli Affari Esteri del Turkmenistan Rashid Meredov. La premier va all’attacco dell’opposizione. Sottolinea le “ambiguità” del Pd che “spiega a noi che cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina” e le divisioni con M5s sulla politica estera: “In alcuni casi, quando io parlo – e in alcuni casi non avevo bisogno di farlo, come nel caso del Ministro Salvini – ma quando io parlo con persone con le quali ho buoni rapporti, riesco a portare a casa dei risultati. Se voi provate a parlare con i vostri alleati del MoVimento 5 Stelle e magari riuscite a fare lo stesso miracolo, l’Ucraina ve ne sarà grata”.


A chi le contesta gli accordi con l’Egitto Meloni replica che c’è “una piccola differenza tra Abdel Fattah al-Sisi e Vladimir Putin e, cioè, che Vladimir Putin ha invaso una nazione vicina”. Proteste, commenti. La presidente del Consiglio sbotta: “Ragazzi, signori vi vedo sempre un po nervosi…”. L’epiteto non va giù: “Onorevoli, non ragazzi, gentilmente”, si sente dai banchi dell’opposizione. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, le ricorda che “non è un dibattito” e la invita a concludere il suo intervento difendendola: “Facciamo concludere! Non mi sembra che sia stato detto qualcosa di sbagliato”. Meloni chiede scusa: “Chiedo scusa, onorevoli, giovani onorevoli, siete giovani onorevoli. Non vi sono particolarmente simpatica, questo mi è evidente. Preferiscono onorevoli: è giusto ed è corretto. Noi romani ogni tanto diciamo ragazzi parlando”. Strappando qualche minuto all’appuntamento fissato al Quirinale per la tradizionale colazione di lavoro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in vista del Consiglio europeo, Meloni resta in Aula quasi fino alla fine del dibattito per ascoltare le dichiarazioni di voto del leader M5s Giuseppe Conte e della segretaria Pd Elly Schlein. “Si rende conto – attacca Conte – che un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba su Macron? Ma cos’è un copione comico? Lei è la presidente del Consiglio e non un capocomico. Ma secondo lei il problema degli italiani è la mia pochette o l’elmetto che si è messa in testa? Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale”.


Schlein sottolinea che “il Pd è sempre stato coerente, al di là delle fake news ripetute da Meloni anche oggi in quest’aula. Abbiamo sempre sostenuto ogni assistenza al popolo ucraino”. Chi invece “cambia faccia” è Giorgia Meloni, che “nel 2018” usava per congratularsi con Putin “le stesse parole usate ora da Salvini. Ora ha capito che è un dittatore, ce ne ha messo del tempo, ma lo consideriamo un passo avanti e per questo la ringraziamo”. Un’accusa di incoerenza alla quale replica Giovanni Donzelli (Fdi), prendendo la parola subito dopo: “Sono passati 6 anni e non lo dico rispetto alla premier ma rispetto al presidente della Repubblica che il 19 marzo del 2018 mandava questo messaggio: ‘Auguri a Putin, relazioni eccellenti che cresceranno ancora’. Questo non perché Mattarella è filo russo o filo putiniano ma perché chi ha cambiato idea è Putin che ha invaso l’Ucraina, quindi è giusto che le istituzioni italiane condannino con nettezza”. Anche alla Camera, le comunicazioni si concludono con l’approvazione della risoluzione unitaria della maggioranza a sostegno della premier che da giovedì sarà a Bruxelles per uno degli ultimi Consigli della legislatura europea. Il voto dice che il centrodestra è unito anche se Tajani, rimasto a Montecitorio per rispondere al question time, ci tiene a ribadire conversando con i cronisti: “La politica estera è quella del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri”.

Usa2024, Biden arruola Obama e Pelosi per campagna su Obamacare

Usa2024, Biden arruola Obama e Pelosi per campagna su ObamacareNew York, 20 mar. (askanews) – Per celebrare il 14° anniversario dell’entrata in legge dell’Affordable Care Act (ACA), noto come Obamacare, la campagna elettore del presidente americano Joe Biden ha ingaggiato sabato, in un evento virtuale, l’ex presidente Barck Obama e l’ex speaker della Camera Nancy Pelosi.


I due leader apriranno assieme al presidente una manifestazione virtuale che darà il via ad una serie di appuntamenti in 8 stati per promuovere l’ampiamento della legge sanitaria che oggi consente ad oltre 40 milioni di americani di usufruire dell’assistenza medica attraverso un sistema assicurativo garantito dal governo. Sia i repubblicani, che l’ex presidente Trump hanno tentato di abolire la legge, ma senza alcun successo, per cui hanno deciso di concentrare la campagna sull’immigrazione.

Poste, Del Fante: piano 2024-28 all’insegna di crescita e continuità

Poste, Del Fante: piano 2024-28 all’insegna di crescita e continuitàRoma, 20 mar. (askanews) – Crescita e continuità. Puo’ essere riassunto con queste due parole il messaggio che i vertici di Poste Italiane, l’amministratore delegato Matteo del Fante, il direttore generale Giuseppe Lasco, e il Cfo Camillo Greco, hanno affidato al mercato nel giorno di presentazione del piano industriale 2024-28, svoltosi nel quartier generale di Viale Europa.


“Come numeri – ha spiegato del Fante – è un piano dove noi cresciamo di circa il 3% l’anno sui ricavi di anno in anno con un margine operativo che cresce un pò di più, del 4%, e un dividendo che cresce del 7%. Diamo l’impegno agli investitori di distribuire il 65% del nostro utile netto, minimo, durante il piano e in questa traiettoria nel 2026 distribuiremo un euro per ogni azione”. ” “Abbiamo detto poi – ha aggiunto il top manager – due cose. Una scontata, ma ci premeva molto sottolinearla, facendo vedere un pò la storia dal 2017 a oggi dei nostri piani a priori e dei nostri risultati a posteriori dicendo che, trimestre dopo trimestre, dal 2017 noi abbiamo sempre battuto le aspettative. Quindi come azienda , comunque a controllo pubblico e con radici istituzionali e pubblicistiche avere un approccio conservativo alla comunicazione al mercato per cui non faccio promesse che poi non riesco a mantenere ma anzi, faccio e poi miglioro credo che sia un tratto della casa che a questo punto ci viene riconosciuto”.


Inoltre “oggi confermiamo continuita e impegno a rimanere nel territorio con sempre più servizi, anche pubblici. Non vi sarà sfuggita la notizia della settimana scorso che sono stati emessi i primi passaporti, effettivamente, da un ufficio postale”. “Poi – ha proseguito l’amministratore delegato di Poste Italiane – abbiamo dato un messaggio più congiunturale. Siamo quasi alla fine del primo trimestre e abbiamo detto in termini più qualitativi che, anche rispetto alle nostre previsioni fatte alla fine dell’anno scorso per il 2024 i trend su tutti i nostri business, alcuni in maniera marcata, sono migliori delle nostre aspettative e del budget”.


“C’è stato chiesto – ha spiegato ancora Del Fante – se ci sono di fronte operazioni straordinarie, visto che comunque adesso l’azienda ha più di 11 miliardi di patrimonio netto, e che alla fine del piano avrà quasi 4 miliardi di riserve distribuibili e che ha patrimonializzazione nell’ambito Poste Vita più che capiente. Noi abbiamo detto che il pian o che presentiamo oggi è un piano organico, senza nessuna previsione di acquisizioni significative che cambino il nostro bilancio”. Uno dei pilastri del piano di Poste Italiane è costituito dallo sviluppo logistico anche al servizio di un’accelerazione dei tempi di consegna per una serie di beni più richiesti dai consumatori. In vista anche una joint venture immobiliare con la scelta del partner che, ha detto il direttore generale Giuseppe Lasco rispondendo a una specifica domanda, è imminente. “Penso che per il mese di aprile – ha detto – dovremmo arrivare all’aggiudicazione di questa operazione”.


Lasco, rispondendo a una specifica domanda sulla possibilità che Poste nei prossimi anni segua alcune delle maggiori realtà finanziarie italiane che hanno avviato importanti programmi di riduzione dell’orario di lavoro e di flessibilità, ha risposto con un segnale all’insegna della continuità: “Noi siamo un’azienda che, oltre ad avere il più alto numero di dipendenti del nostro Paese, che tende sempre ad avere politiche attive di lavoro. Abbiamo fatto un ricambio generazionale tra uscite ed entrate di circa 90 mila persone negli ultimi sei anni. Questo ci ha dato la possibilità di introdurre nel gruppo tantissimi giovani, di abbassare l’età media del personale e di alzare molto la scolarizzazione del personale. Controtendenza rispetto al sistema finanziario rimaniamo presenti sul territorio e abbiamo la necessità di investire risorse sul territorio. Abbiamo circa 14 mila uffici postali: così eravamo – ha sottolineato Lasco – anche nel 2017 quando ci siamo con tutti i sindaci dei comuni italiani a non chiudere gli uffici postali”.

Marchi Dop e Igp: per il 96% degli italiani sono noti (Ricerca Luiss)

Marchi Dop e Igp: per il 96% degli italiani sono noti (Ricerca Luiss)Roma, 20 mar. (askanews) – L’Italia è il Paese con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine protetta (DOP) e indicazione geografica protetta (IGP) riconosciuti dall’Unione Europea. Si tratta di oltre 800 etichette che rappresentano la qualità e l’eccellenza italiana, riconosciuta in tutto il mondo.


Se per gran parte degli italiani (96%) queste attribuzioni sono note, esiste un insieme consistente di consumatori (27%) che ritiene che ‘la migliore qualità’ sia l’aspetto caratterizzante di tale denominazione mentre il 55, 5% attribuisce all’origine territoriale il loro carattere distintivo. Affinché il carattere distintivo delle denominazioni risulti più chiaro e riconoscibile e a tutela di marchi e consumatori, anche esteri, è necessario lavorare per favorire la diffusione di una maggiore consapevolezza del valore e delle loro specificità e insistere nel contrasto alla contraffazione. La collaborazione tra il settore pubblico e quello privato rappresenta senza dubbio il punto di partenza strategico per il perseguimento di questi obiettivi.


Sono queste alcune delle evidenze che emergono dalla ricerca “Conoscenza e percezione di valore delle denominazioni DOP e IGP tra i consumatori in Italia” realizzata da Luiss Business School, con il supporto di Amazon, e presentata nel corso dell’omonimo evento organizzato a Villa Blanc il 20 marzo. La ricerca condotta da Luiss Business School, con il supporto di Amazon, nasce dalla considerazione che è ancora relativamente poco noto come il consumatore realmente percepisce i prodotti DOP e IGP, quale rilievo attribuisce a tali denominazioni, come queste influiscono nelle decisioni di acquisto e quali sono le valutazioni in tema di contraffazione.


Il rapporto restituisce e analizza i risultati dell’indagine condotta su 1600 consumatori, stratificato per genere, età e area geografica di residenza. A questo campione è stato erogato un questionario orientato a verificare tre grandi tematiche: 1) il grado di conoscenza che i consumatori hanno dei prodotti denominati DOP o IGP; 2) il valore attribuito a tali denominazioni e quindi la loro rilevanza nelle decisioni di acquisto e di consumo; 3) la percezione del rischio di contraffazione per i prodotti DOP e IGP e le misure per contenerlo. Dall’indagine condotta risulta che le denominazioni DOP e IGP sono note alla quasi totalità dei consumatori italiani (il 96% degli intervistati afferma di conoscere almeno una delle due attribuzioni) e la netta maggioranza di essi (il 90%) comprende il loro significato “tecnico”. Tuttavia poco più della metà degli intervistati (il 55,5%) ha riconosciuto l’origine in uno specifico territorio come caratteristica distintiva dei prodotti DOP e IGP e per una parte molto consistente (il 27 %) l’elemento differenziante è rappresentato dalla qualità superiore. L’origine territoriale del prodotto è comunque considerata molto importante dal 58% dei consumatori, mentre solo l’8% non le attribuisce alcuna importanza. È’ invece, molto poco diffusa la percezione di altri possibili aspetti caratterizzanti un genere alimentare: il miglior contenuto nutrizionale, il minor impatto ambientale del processo produttivo e anche un costo più elevato.


Se guardiamo al carrello della spesa degli italiani, il 28% dei consumatori dichiara di prestare una notevole o decisiva attenzione alle denominazioni DOP/IGP in fase di acquisto, percentuale che aumenta al 32% durante il consumo. Sebbene solo circa il 17% degli intervistati consideri scarsamente o nulla rilevanti le denominazioni DOP/IGP, la maggior parte di coloro che si definiscono poco sensibili a queste denominazioni acquista comunque prodotti di questo tipo. La stragrande maggioranza dei consumatori (oltre il 76%) dichiara infatti di aver acquistato almeno un prodotto DOP/IGP nell’arco di un mese, con una percentuale significativa che ha effettuato numerosi acquisti: il 12% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato oltre dieci prodotti di questo tipo, mentre il 28% ne ha comprati tra i quattro e i dieci. Per la maggioranza dei consumatori le denominazioni DOP/IGP rappresentano un riconoscimento significativo di autenticità (81%) e di qualità superiore (69%). Il 62% degli intervistati, poi, ha sottolineato la connessione tra la qualità di questi prodotti e la precisa origine geografica. Eppure, poco più di un quarto dei consumatori ritiene che un prodotto DOP/IGP abbia un valore superiore del 15% a quello degli altri generi alimentari; per il 7,4% anche più del 20%. Seppur il 35% degli intervistati riconosce a questi prodotti il posizionamento su fasce di prezzo più alte (tra il 6 e il 10% in più rispetto agli altri generi alimentari) l’effettiva “disponibilità a spendere” è decisamente inferiore pur rimanendo significativa: l’11 % circa del campione è disponibile a pagare per i DOP/IGP un prezzo superiore al 15%, mentre circa il 30% non più del 5%. Più di due terzi dei consumatori (il 67,5%) ritiene che i prodotti DOP/IGP siano più esposti al problema della contraffazione rispetto agli altri beni alimentari ed è consapevole della necessità di implementare azioni a tutela propria, dei marchi e delle imprese produttrici. Per contrastare la contraffazione, gli intervistati considerano fondamentale aumentare i controlli e le sanzioni (85%) migliorare la consapevolezza dei consumatori (84,5%) e rafforzare la collaborazione tra produttori e distributori (81,5%). Tra i soggetti individuati per il contrasto alla contraffazione ci sono produttori e i consorzi di tutela, le forze dell’ordine, la distribuzione organizzata e le associazioni dei consumatori. Consci di giocare un ruolo di primo piano nella lotta alla contraffazione, gli intervistati, evidenziano la necessità di avere informazioni adeguate a distinguere i prodotti autentici da quelli contraffatti in fase di acquisto. Matteo Caroli, Associate Dean for Sustainability & Impact Luiss Business School e coordinatore scientifico della ricerca: “Il notevole riconoscimento di valore attribuito dalla maggior parte dei consumatori italiani ai prodotti DOP e IGP rende prioritario rafforzare da un lato le politiche di valorizzazione di tali prodotti nei mercati, dall’altro le misure per abbattere il rischio di contraffazione”. Bianca Maria Martinelli, Strategy and Policy Senior Director Amazon Italia, sottolinea: ‘Questa ricerca conferma il nostro impegno a fianco delle istituzioni per far conoscere e apprezzare le eccellenze Made in Italy nel mondo. La crescita delle aziende italiane passa anche dalla protezione dei marchi, e crediamo che la collaborazione tra istituzioni e imprese per garantire l’autenticità dei prodotti DOP e IGP sia fondamentale per valorizzare i territori, facilitare l’export, contrastare la contraffazione e proteggere i clienti. Per questo Amazon, ha sviluppato servizi a protezione della proprietà intellettuale in parallelo a iniziative di formazione e supporto alle oltre 21.000 piccole e medie imprese italiane che vendono su Amazon, di cui oltre la metà ha esportato per 950 milioni di euro nel 2022. Oggi oltre 1 milione di prodotti Made in Italy sono in vendita su tutti i negozi online Amazon’. Per Felice Assenza, Capo Dipartimento Ispettorato Centrale Repressione Frodi: “L’ICQRF ha rafforzato e aumentato, nell’ambito della rinnovata mission del Ministero, in particolare per il controllo delle produzioni made in Italy, l’attenzione verso la tutela e la protezione delle nostre  Indicazioni Geografiche, incrementando il livello di controllo sulle imitazioni, evocazioni e usurpazioni  in Italia e all’estero. Nel corso del 2023 abbiamo svolto oltre 15700 controlli per i prodotti DOP e IGP sul territorio nazionale e abbiamo effettuato circa 400 interventi di rimozione di prodotti ingannevoli in vendita all’estero e  sul web, grazie anche  alla  presenza di protocolli di intesa stipulati con le principali piattaforme e-commerce con le quali abbiamo effettuato nei  10 anni di collaborazione oltre 4000 interventi”. Gianluca Di Ascenzo, Presidente Codacons sottolinea: ‘Il “Made in Italy” è sinonimo di qualità, sicurezza e affidabilità. Il nostro è il Paese che ha 838 prodotti agroalimentari riconosciuti dall’Unione europea a denominazione di origine o indicazione geografica protetta. Questo primato va comunicato e, contemporaneamente, difeso da tutti quanti noi. Secondo alcune stime, il mercato del falso nell’agroalimentare vale circa 120 miliardi. Il Codacons, quindi, ritiene fondamentale l’impegno nell’attività di comunicazione del valore dei marchi di qualità e, al tempo stesso, il contrasto all’italian sounding e la lotta alla contraffazione”. Infine, Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura, conclude:”L’Italia vanta una cultura del cibo di qualità, proveniente dai nostri territori, diffusa e capillare. La consapevolezza dei nostri consumatori è molto alta; pertanto, va tutelata e incentivata. Confagricoltura è in prima linea per la promozione delle denominazioni DOP e IGP, dentro e fuori i confini italiani, poiché tali marchi operano da ambasciatori del Made in Italy d’eccellenza e dei nostri distretti produttivi. Ci sono margini di miglioramento nel livello di penetrazione dei prodotti DOP e IGP, attraverso azioni sinergiche e concertate che ne aumentino la visibilità, la diffusione e il consumo. Tali denominazioni non devono essere percepite come mere etichette, ma come segno di garanzia di qualità e come punta di diamante per la continuità della crescita dell’agroalimentare italiano, nel Paese, in Europa e nel mondo”.

Bari, Bonaccini: nessun dubbio su operato Decaro e di sua giunta

Bari, Bonaccini: nessun dubbio su operato Decaro e di sua giuntaBologna, 20 mar. (askanews) – “Ferma restando l’attività di indagine degli inquirenti, che nulla c’entra con quanto disposto dal Governo” che intende istituire una commissione chiamata a verificare l’ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale di Bari “né vede coinvolto come persona o come amministratore” il sindaco Decaro, “non ho alcun dubbio sul suo operato e su quello della sua amministrazione”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.


“Antonio Decaro è, oltre che un amico, un grande sindaco – ha detto Bonaccini -. Il suo operato alla guida della città di Bari, in questi anni, ha riscosso grande successo perché improntato al buon governo, al lavoro insieme alla comunità, alla legalità e alla lotta senza sconti alla criminalità organizzata. Ferma restando l’attività di indagine degli inquirenti, che nulla c’entra con quanto disposto dal Governo, né lo vede coinvolto come persona o come amministratore, non ho alcun dubbio sul suo operato e su quello della sua amministrazione”. “Gli rinnovo quindi la massima solidarietà e vicinanza: forza Antonio, non mollare” ha concluso.

L’università di Torino: le collaborazioni con gli atenei israeliani restano attive

L’università di Torino: le collaborazioni con gli atenei israeliani restano attiveMilano, 20 mar. (askanews) – “Tutti gli accordi e le collaborazioni in corso con le università israeliane rimangono attivi, nel pieno rispetto dei principi e dei valori di libertà di pensiero e di ricerca dell’Università di Torino”. Lo assicura in una nota l’ateneo torinese sottolineando che “la mozione approvata dal Senato Accademico nella seduta di ieri 19 marzo, con la quale – visto il perdurare dello stato di guerra – si è ritenuta non opportuna la partecipazione al bando Maeci 2024 Italia-Israele, si riferisce esclusivamente al bando in questione”.

Sardegna, Alessandra Todde proclamata presidente della Regione

Sardegna, Alessandra Todde proclamata presidente della RegioneRoma, 20 mar. (askanews) – Proclamati gli eletti della XVII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna. Sono arrivati questa mattina in Consiglio dalla Corte D’appello i nomi degli eletti che fanno parte dell’Assemblea regionale. E’ stata proclamata presidente della Regione Alessandra Todde che ha ottenuto 334.160 voti validi. Eletto anche Paolo Truzzu che ha avuto 331.099 voti.


Ecco gli altri eletti: Per il M5S (7): Michele Ciusa (2415 voti), Gianluca Mandas (1286), Desirè Alma Manca (8.092), Lara Serra (1008), Alessandro Solinas (1686), Emanuele Matta (1142), Roberto Franco Michele Li Gioi (1602). Per i Progressisti (3): Francesco Agus (2887), Gianfranco Satta (2381), Ivan Pintus (739)


Partito Socialista Italiano Sardi in Europa (1): Lorenzo Cozzolino (1613) Sinistra Futura (3): Paola Casula (1628), Giuseppino Canu (1184), Luca Pizzuto (2195)


PD (11): Giampietro Comandini (5665), Valter Piscedda (3839), Camilla Gerolama Soru (3705), Antonio Spano (4502), Carla Fundoni (3253), Roberto Deriu (1918), Antonio Solinas (2174), Gianluigi Piano (1406), Alessandro Pilurzu (4121), Salvatore Corrias (3184), Giuseppe Meloni (6760) Orizzonte comune (3): Sandro Porcu (2778), Angelo Francesco Cuccureddu (1709), Salvatore Cau (940)


Uniti per Alessandra Todde (3): Giuseppe Frau (2048), Valdo Di Nolfo (1942), Sebastiano Cocco (1371) Alleanza Verdi Sinistra (4): Maria Laura Orrù (3735), Antonio Piu (4976), Giuseppe Marco Dessena (831), Diego Loi (1156) Riformatori sardi (3): Umberto Ticca (1969), Aldo Salaris (4615), Giuseppe Fasolino (2819) Udc (1):Alice Aroni (2293) Psd’az (3): Giovanni Chessa (5779), Piero Maieli (3292), Alfonso Marras (3073) Forza Italia (3): Ivan Piras (5445), Giuseppe Talanas (5121), Angelo Cocciu (3838). Sardegna al centro 20venti (3): Stefano Tunis (2296), Antonello Peru (5393), Alberto Urpi (3773) Alleanza Sardegna PLI (2): Stefano Schirru (4748), Francesco Paolo Mula (2665) Fratelli d’Italia (7): Fausto Piga (3276), Corrado Meloni (2952), Antonello Floris (2324), Maria Francesca Masala (3163), Emanuele Cera (4431), Gianluigi Rubiu (3552), Cristina Usai (2216) Lega (1): Alessandro Sorgia (2717)

Tajani: catastrofe Gaza, Italia in prima linea per gli aiuti

Tajani: catastrofe Gaza, Italia in prima linea per gli aiutiRoma, 20 mar. (askanews) – “La situazione a Gaza sta assumendo i contorni di catastrofe umanitaria: l’Italia è sempre in prima linea nel portare aiuti alla popolazione civile”: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del question time alla Camera.


“Abbiamo stanziato 20 milioni di euro per i bisogni umanitari più urgenti e lo sminamento” ha proseguito tajani, sottoleinado come “l’esigenza più immediata è la sicurezza alimentare: ingresso di cibo è gravemente insufficiente, e inoltre vi sono difficoltà di distribuzione”. Tajani ha infine ricordato l’iniziativa “Food for Gaza”, definita “un impegno collettivo di tutto il Paese” non solo per l’emergenza ma “in prospettiva per la ricostruzione della Striscia”.

La Finlandia è il Paese più felice al mondo per la settima volta

La Finlandia è il Paese più felice al mondo per la settima voltaRoma, 20 mar. (askanews) – La Finlandia è un’isola felice. Almeno secondo il World Happinness Report, rapporto promosso dalle Nazioni Unite, in cui per il settimo anno consecutivo si posiziona in vetta alla classifica come “Paese più felice al mondo”. A Helsinki gli abitanti ne vanno orgogliosi: “Penso di aver avuto l’opportunità di fare ciò che voglio, ho una buona istruzione, posso crescere mio figlio qui, in modo sicuro, e credo questa sia forse la cosa più importante per me in questo momento”, dice Hannu Korhonen, insegnante.


“I finlandesi sono probabilmente più felici perché possono contare su buone istituzioni, il che significa un governo ben funzionante, un basso livello di corruzione e un welfare solido” aggiunge Jennifer De Paola, ricercatrice. “Ci sono poi altri aspetti della felicità finlandese che forse non possono replicati, ma da cui possiamo prendere ispirazione. Ad esempio, il legame con la natura che i finlandesi hanno, che sembra essere una componente molto importante nel modo in cui valutano la loro felicità”. Nella classifica ai primi posti ci sono altri paesi scandinavi. La Danimarca e l’Islanda completano il podio, davanti alla Svezia, al quarto posto. Gli Stati Uniti sono in 23esima posizione, per la prima volta fuori top ten da quando il rapporto è stato pubblicato più di dieci anni fa; il Regno Unito è al ventesimo, mentre gli Emirati Arabi Uniti sono 22esimi. L’Italia è 41esima, dopo Malta e prima del Guatemala. Al 143esimo posto, l’ultimo, c’è l’Afghanistan.


Il rapporto rileva che i paesi più felici non includono più nessuno di quelli più grandi del mondo. La classifica si base sulle valutazioni delle persone in merito alla soddisfazione per la propria qualità della vita, oltre che sul Pil pro capite, sul sostegno sociale, sull’aspettativa di vita in buona salute, sulla libertà, la generosità e la corruzione. Il video su www.askanews.it.

Lega: per Comm. Pesca Pe centrale cooperazione in gambero rosso

Lega: per Comm. Pesca Pe centrale cooperazione in gambero rossoRoma, 20 mar. (askanews) – “Oggi la Commissione pesca del Parlamento europeo ha riconosciuto la centralità del tema della cooperazione europea nella gestione del gambero rosso nel Mediterraneo. Un punto che abbiamo fortemente voluto all’ordine del giorno e che abbiamo richiesto come Lega e gruppo ID, per chiedere protezione e garanzie per i pescatori italiani e siciliani che rischiano la vita ogni giorno per fare il loro lavoro, come accaduto in occasioni passate di sequestri e sparatorie da parte dei libici”. Così in una nota Rosanna Conte, europarlamentare e coordinatrice Lega/Id in commissione pesca e Annalisa Tardino, europarlamentare siciliana Lega/Id componente della commissione pesca.


“È noto come il Mediterraneo sia di difficile gestione, principalmente per i rapporti con i Paesi Terzi che vi si affacciano e che non seguono le nostre stesse regole – spiega – Abbiamo sollecitato la Commissione Europea ad aprire un confronto politico e diplomatico, affinché si possa delineare un percorso in grado di fornire indicazioni utili per il futuro della pesca nel Mediterraneo e delle attività ad essa connesse, poiché si tratta di un’area custode di risorse dall’alto valore redditizio come appunto i gamberi rossi e viola, in cui ci troveremo a dover implementare le varie raccomandazioni CGPM”. “Nonostante la Commissione abbia ribadito che la cooperazione sia competenza degli Stati Membri, non volendosi quindi occupare dei pericoli che corrono i pescatori italiani, noi abbiamo voluto accendere con forza i riflettori su questo tema, e siamo stati l’unica compagine politica italiana a farlo. Nostro compito – conclude – è garantire al comparto la possibilità di operare in una zona di pesca sicura e caratterizzata da un’equa distribuzione delle risorse, e pertanto dobbiamo favorire le condizioni affinché un player importante come la Libia sia inserita a pieno titolo nel circuito multilaterale FAO/CGPM cui spetta la gestione degli stock di gamberi di profondità, nel rispetto di un ambiente marino sostenibile, capace di preservare le ricchezze del Mediterraneo per le generazioni future”.