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Autore: Redazione StudioNews

In Giappone l’impiego è sempre meno “a vita”

In Giappone l’impiego è sempre meno “a vita”Roma, 4 mar. (askanews) – Un totem dell’economia giapponese – il sistema dell’impiego a vita – è sempre meno solido e soprattutto i giovani tendono a fare scelte diverse che consentono loro di coltivare altri interessi oltre a quello per il lavoro. Secondo quanto scrive oggi il Nikkei, il numero di persone tra i 25 e i 34 anni che hanno scelto di lavorare con modalità non fisse – i cosiddetti “freeter” – è salito di 730mila nel 2023, 140mila in più rispetto al 2013.


Non si tratta di un ripiego, perché il numero di coloro che si sono trovati costretti ad accettare questo tipo di soluzioni lavorative a causa di mancanza di altre opzioni si è sostanzialmente dimezzato, mentre coloro che dicono di voler “lavorare quando fa loro comodo” sono aumentati di 10,6 punti percentuali rispetto al 2013, arrivando al 31,9%. “Sempre più persone cercano una vita appagante al di fuori del lavoro. I valori del lavoro stanno cambiando”, ha affermato il professor Shintaro Yamaguchi della Graduate School of Economics dell’Università di Tokyo.


Considerando tutte le generazioni, il numero di persone che svolgono lavori irregolari perché non riuscivano a trovare un lavoro a tempo pieno è in calo. Nel 2023, il numero era di 1,96 milioni, in calo di 1,45 milioni rispetto al 2013. L’economia giapponese è in via di guarigione dopo il grande terremoto del Giappone orientale nel 2011, con il tasso di disoccupazione rimasto al di sotto del 4% dal 2014. Il rapporto tra offerte di lavoro e persone in cerca di lavoro è rimasto superiore a 1.


Il Ministero del Lavoro ha anche spinto il passaggio a posizioni a tempo pieno fornendo sussidi. Si ritiene che il programma abbia consentito a poco più di 780.000 persone di passare a posizioni a tempo pieno dall’anno fiscale 2013 all’anno fiscale 2022. Tuttavia il numero totale di lavoratori non regolari è salito a 21,24 milioni nel 2023, con un aumento di 2,18 milioni rispetto al 2013. Il salto è dovuto al fatto che le persone anziane lavorano oltre la tradizionale età pensionabile. Il numero di persone di età pari o superiore a 65 anni che desiderano lavorare con un orario flessibile è stato pari a 1,45 milioni nel 2023, in aumento di 890.000 rispetto al 2023.


Il fatto che sempre più lavoratori scelgono posizioni flessibili, da questo punto di vista, potrebbe dover costringere il governo a rimettere in discussione i programmi di sicurezza sociale esistenti. Dato che i lavoratori non regolari guadagnano generalmente il 30% in meno rispetto ai dipendenti regolari, i loro contributi previdenziali saranno inferiori, con conseguente erogazione pensionistica insufficiente.

Abruzzo, Calenda: fieri e contenti di essere in coalizione D’Amico

Abruzzo, Calenda: fieri e contenti di essere in coalizione D’AmicoMilano, 4 mar. (askanews) – “Siamo fieri e contenti di essere al fianco del professor D’Amico, onorati di essere in coalizione a sostenerlo”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a proposito del suo sostegno a Luciano D’Amico, candidato presidente della Regione Abruzzo, per uno schieramento che include tutto il centrosinistra. “Riteniamo sia la scelta giusta e logica per qualunque cittadino abruzzese che voglia finalmente una Regione gestita sul serio”, ha aggiunto Calenda durante un appuntamento elettorale in Abruzzo.

Calipari, Occhiuto: ricordiamo eroe calabrese, esempio per tutti

Calipari, Occhiuto: ricordiamo eroe calabrese, esempio per tuttiRoma, 4 mar. (askanews) – “A 19 anni dalla morte di Nicola Calipari ricordiamo un grande servitore dello Stato, un calabrese che si è contraddistinto per professionalità e dedizione con le quali affrontava il suo delicato lavoro. Ha sacrificato in modo eroico la propria vita per portare in salvo la giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata dalla Jihad islamica”. Lo dichiara in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.


“Il suo coraggio e il suo spirito di servizio nei confronti del Paese possano essere sempre da esempio per tutti gli italiani”, conclude Occhiuto.

Cortei,Sardone(Lega):inaccettabile sinistra con assaltatori polizia

Cortei,Sardone(Lega):inaccettabile sinistra con assaltatori poliziaMilano, 4 mar. (askanews) – “L’assalto degli antagonisti di numerosi centri sociali alle forze dell’ordine in via Padova” a Milano “ieri sera rappresenta un fatto gravissimo. Colgo l’occasione per esprimere la nostra vicinanza agli agenti feriti che sono intervenuti per bloccare i numerosi tentativi di sfondamento. Inaccettabile quanto successo e la connivenza sempre più esplicita tra centri sociali ed esponenti della sinistra”. Così in una nota l’eurodeputata e consigliere comunale della Lega Silvia Sardone.


“Indecente il silenzio della sinistra: anche questa volta se la prenderanno con gli agenti e non con i delinquenti dei centri sociali? Al presidio erano inoltre presenti un consigliere regionale e due consiglieri comunali di sinistra che, ovviamente, non hanno espresso alcuna solidarietà alle forze dell’ordine e che anzi, con la loro presenza, sostenevano il tentativo antidemocratico dei centri sociali di impedire la presentazione del mio libro e la fiaccolata per la sicurezza della Lega con i cittadini della zona. Segnalo che la contromanifestazione dei centri sociali era stata annunciata e aveva come titolo ‘Fuori la Lega da via Padova’. Ricordo inoltre che il centro sociale Lambretta con la sua costola ‘Mutuo Soccorso’ ha ricevuto un immobile di 380 metri quadrati dal Comune, senza alcun bando pubblico e con un canone d’affitto da circa mille euro al mese. Una concessione vergognosa considerati gli oltre 11 anni di abusi e illeciti dei ‘compagni’ del Lambretta” ha aggiunto. “Il sindaco Sala si dovrebbe dissociare immediatamente da queste violenze e smetterla di favorire, con la sua maggioranza, i centri sociali. Noi non ci sogneremmo mai di scendere in piazza per impedire a dei cittadini di manifestare o presentare un libro. È questa la Milano democratica di Beppe Sala? La città in cui la sinistra si arroga il diritto di decidere chi possa manifestare nelle periferie. Noi della Lega non arretriamo e non ci facciamo intimorire” ha concluso Sardone.

Oggi il lancio di MethaneSat, misurerà concentrazioni di metano

Oggi il lancio di MethaneSat, misurerà concentrazioni di metanoRoma, 4 mar. (askanews) – É programmato per oggi, intorno alle 23 ora italiana, a bordo di un Falcon 9 di Space X il lancio di MethaneSat, innovativo satellite progettato per contribuire a proteggere il clima della Terra accelerando la riduzione di un potente inquinante a effetto serra e concentrandosi in primo luogo sugli operatori del settore Oil & Gas, la maggiore fonte industriale di emissioni di metano al mondo.


Orbitando intorno alla Terra 15 volte al giorno, MethaneSAT misurerà le variazioni delle concentrazioni di metano fino a tre parti per miliardo. L’elevata sensibilità, unita all’alta risoluzione e all’ampio campo visivo, consentiranno al satellite di vedere l’intero quadro delle emissioni. I dati interattivi sulle emissioni saranno disponibili a chiunque direttamente dal sito www.MethaneSAT.org e su Google Earth Engine, una delle principali piattaforme di dati geospaziali utilizzata da oltre 100.000 esperti e analisti. Sviluppato da una sussidiaria dell’organizzazione no-profit Environmental Defense Fund (EDF), MethaneSAT, al contrario di altri satelliti, è in grado di individuare e quantificare le emissioni totali di metano su vaste aree e di identificare i grandi emettitori in luoghi finora rimasti inosservati. Il lavoro di MethaneSAT consentirà alle aziende e alle autorità di regolamentazione di tenere traccia delle emissioni e daranno alle parti interessate – cittadini, governi, investitori e importatori di gas – un accesso gratuito e quasi in tempo reale ai dati e la possibilità di confrontare i risultati con gli obiettivi e gli obblighi in materia di emissioni.


Da oltre un decennio – informa una nota – EDF è leader mondiale nella ricerca di soluzioni per il metano, lavorando per mettere in luce il problema delle emissioni. Negli anni EDF ha organizzato una serie pionieristica di 16 studi indipendenti che hanno dimostrato quanto le emissioni di metano lungo la catena di approvvigionamento del petrolio e del gas negli Stati Uniti fossero superiori del 60% rispetto alle stime dell’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale) dell’epoca. MethaneSAT è il risultato diretto di questi sforzi. “L’aspetto unico di MethaneSAT è la capacità di misurare con precisione i livelli di metano con un’alta risoluzione e su vaste aree, tracciando anche le fonti più piccole e diffuse che rappresentano la maggior parte delle emissioni in molte regioni”, ha dichiarato Steven Hamburg, scienziato capo di EDF e responsabile del progetto MethaneSAT. “Sapere quanto metano viene emesso, da dove e come cambiano i tassi di emissione è essenziale”.


Il progetto MethaneSAT è stato interamente reso possibile dal sostegno dei donatori di EDF e dalla partnership con il governo della Nuova Zelanda. Tra i maggiori finanziatori di MethaneSAT figurano anche Bezos Earth Fund, Arnold Ventures, la Robertson Foundation e il TED Audacious Project. A dicembre, EDF si è unita a Bloomberg Philanthropies, all’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), a RMI e all’Osservatorio Internazionale sulle Emissioni di Metano (IMEO) del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) in una nuova iniziativa, unica nel suo genere, per responsabilizzare maggiormente le aziende e i governi nella gestione del metano. “Non si può gestire ciò che non si può misurare, e questo è certamente vero quando si tratta di ridurre il metano, uno dei maggiori responsabili del cambiamento climatico”, ha dichiarato Michael R. Bloomberg, inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per le Ambizioni e le Soluzioni per il Clima e fondatore di Bloomberg LP e Bloomberg Philanthropies.


Oltre a identificare le fonti a livello regionale, MethaneSAT consentirà di confrontare i tassi di emissione delle principali regioni petrolifere e del gas a livello mondiale e le loro performance nel tempo. I dati analitici sviluppati appositamente per questa missione consentiranno di risalire alle fonti delle emissioni all’interno delle regioni interessate. A gennaio l’amministrazione Biden ha avanzato una proposta per una tassa sulle emissioni di metano in eccesso che richiederà un’accurata misurazione. La legislazione europea approvata a novembre traccia un percorso verso la richiesta di dati empirici sulle emissioni da parte degli importatori di gas, mentre Giappone e Corea – due dei maggiori acquirenti di GNL – hanno avviato piani per iniziare a richiedere dati sulle emissioni ai fornitori. Man mano che gli standard sul metano vengono incorporati nelle politiche nazionali e negli accordi commerciali, MethaneSAT aiuterà a garantire il raggiungimento degli obiettivi e a chiarire dove le riduzioni dichiarate sono inferiori. Oltre 150 Paesi hanno firmato il Global Methane Pledge per ridurre le loro emissioni collettive di metano di almeno il 30% rispetto ai livelli del 2020 entro il 2030. Alla COP28, oltre 50 aziende hanno annunciato la Oil & Gas Decarbonization Charter, impegnandosi a eliminare virtualmente le emissioni di metano e il flaring di routine. Oltre ad EDF, i partner di MethaneSAT includono la Scuola di Ingegneria e Scienze Applicate dell’Università di Harvard, l’Osservatorio Astrofisico dello Smithsonian e l’Agenzia Spaziale della Nuova Zelanda. Il team della missione comprende oltre 70 esperti di tutto il mondo con esperienza nel volo spaziale, nel telerilevamento e nell’analisi dei dati. Il satellite è stato costruito in Colorado dall’unità Space & Mission Systems di BAE Systems, Inc. (ex Ball Aerospace) e da Blue Canyon Technologies. (Immagine, credit: MethaneSAT)

Il miglior pane d’Italia? E’ tradizionale e arriva dal Veneto

Il miglior pane d’Italia? E’ tradizionale e arriva dal VenetoRoma, 4 mar. (askanews) – Arriva dal Veneto il miglior pane d’Italia. La Federazione internazionale pasticceria gelateria e cioccolateria ha eletto a Tirreno C.T., la fiera dell’ospitalità in corso fino al 6 marzo a Carrarafiere, i vincitori del Campionato Italiano della Panificazione. Ad avere la meglio è stato Michele Vetrano, chef panificatore di Chioggia (Ve), con un pane realizzato con il Licoli, lievito naturale con un elevato tasso di idratazione, e farina di tipo 1 con semola.


21 maestri dell’arte bianca provenienti da tutta Italia, hanno gareggiato in 4 diverse categorie: pane tradizionale, pane innovativo, dolce da forno e pane artistico. L’oro assoluto per il miglior Pane Innovativo è stato conquistato dal leccese Maicol Rizzo, che ha realizzato un pane con gli stessi ingredienti che compongono la parmigiana di melanzane.


“La panificazione è un’arte che connota il nostro Paese come eccellenza assoluta nel panorama internazionale, e il campionato nazionale rappresenta l’occasione perfetta per valutare il livello di talento e creatività dei nostri migliori chef panificatori”, ha detto Matteo Cutolo, presidente FIPGC. Dalla Calabria arriva invece il miglior dolce da forno con Salvatore Pignataro, titolare dell’omonima pasticceria artigianale di Santa Maria del Cedro, Cosenza. Lo chef si è aggiudicato il primo posto con una crostata al cedro e pan di Spagna. Il premio all’originalità con la categoria Pane Artistico va ad Alessandro Niccoló Nesi, bakery chef di Prato, che ha conquistato l’oro con un’opera d’arte armoniosa, sviluppata in altezza e che rappresenta la fiaba orientale “Le mille e una notte”.


Secondo le stime di Italmopa i volumi di farine destinate alla produzione di pane e sostitutivi raggiungono, in Italia, circa 2,5 milioni di tonnellate, che scendono a 2,25 milioni considerando il solo pane. I quantitativi destinati al canale artigianale sono circa 1,5 milioni di tonnellate. Da un’indagine Cerved si evince che l’85% dei consumi si concentra sul pane fresco artigianale e i consumatori ricercano sempre di più gusto e qualità.

Bce, a gennaio tasso medio mutui eurozona cala al 3,87% (-10 pb)

Bce, a gennaio tasso medio mutui eurozona cala al 3,87% (-10 pb)Roma, 4 mar. (askanews) – Nuovi segnali di possibile inversione della dinamica dei tassi di interesse di mercato nell’area euro a gennaio: il livello medio sui nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si è attenuato di 10 punti base rispetto al mese precedente, portandosi al 3,87%. Lo riporta la Banca centrale europea nella sua rilevazione mensile, aggiungendo che il tasso di interesse composito per i nuovi prestiti alle imprese è rimasto sostanzialmente invariato al 5,22%.


Nei mesi passati, in risposta all’inflazione elevata, l’istituzione monetaria ha complessivamente aumentato i tassi di riferimento per l’area di 450 punti base e ora è ampiamente ritenuto che abbia raggiunto il picco e che, tra tarda primavera e inizio estate, possa iniziare una prudente manovra di attenuazione dei tassi stessi. A dicembre il tasso medio sui mutui, secondo la stessa indagine, aveva già mostrato una limatura pari a 4 punti base. Giovedì si terrà una riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo, contestualmente alla quale verranno pubblicate le previsioni aggiornate per economia inflazione dei tecnici della Bce.


Tornando ai dati di gennaio, i tassi sui depositi a durata prestabilita per le famiglie si sono attenuati di 9 punti base al 3,20%, prosegue la Bce, quelli sui depositi a vista sono rimasti sostanzialmente invariati allo 0,38%. Quest’ultimo elemento è un aspetto di problematicità della recente stretta monetaria. I tassi sui depositi a vista sono saliti molto meno rispetto agli altri a fronte di aumenti dei tassi ufficiali analoghi.

Sicurezza, Tenerini (FI): infortuni in calo ma bisogna fare di più

Sicurezza, Tenerini (FI): infortuni in calo ma bisogna fare di piùMilano, 4 mar. (askanews) – “Sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro è evidente che bisogna ancora lavorare tanto. Dobbiamo puntare sulla formazione aumentando anche i controlli, senza appesantire le imprese con ulteriore burocrazia. Basterebbe applicare le regole che già ci sono. Rispetto all’anno scorso ci sono stati circa 3700 controlli ispettivi in più. Rispetto al 2022 gli infortuni sul lavoro sono diminuiti del 16%, quelli mortali sono diminuiti del 4,5 %. Non che siano dati confortanti ma vanno registrati nella loro interezza”. Lo ha dichiarato Chiara Tenerini, deputata di Forza Italia in Commissione Lavoro alla Camera, intervenuta nel corso del Cnpr forum “Salute e sicurezza sul lavoro: azioni urgenti per un futuro senza pericoli”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. “Quella della sicurezza sul lavoro è una voce molto importante per il governo e per la ministra del Lavoro Calderone. La tragedia di Firenze – ha aggiunto Tenerini – si inserisce in un quadro a tinte fosche perché non è l’unica. Si accompagna ad altri incidenti sul lavoro che ci fanno riflettere. Su questi dati allarmanti pesano purtroppo il Superbonus, che ha prodotto come misura una quantità enorme di irregolarità, e il lavoro nero che va combattuto assolutamente poiché nasconde sacche enormi di insicurezza alimentata da comportamenti completamente fuori dalle norme”.


Di parere opposto Elisa Pirro, senatrice del M5S in Commissione Bilancio a Palazzo Madama: “Se andiamo a vedere bene il settore dell’edilizia, ci accorgeremo che nei cantieri del Superbonus ci sono più attenzioni e più controlli rispetto ad altri ambiti lavorativi – ha detto Pirro – Ciò non toglie che ci sono settori chiave del nostro sistema paese dove da parte delle imprese c’è poca attenzione o comunque ci sono dei meccanismi che creano problemi di sicurezza. Questo riguarda in generale la cultura della sicurezza che non è ancora sufficientemente diffusa ed è una delle ragioni per cui noi chiediamo di parlarne nei luoghi di lavoro fin dalla scuola in modo che i cittadini di domani crescano già con l’idea che la sicurezza è un valore aggiunto ed è di importanza fondamentale”. “Inoltre – ha sostenuto Pirro – dobbiamo andare a guardare anche tutti i sistemi di fornitura della manodopera, di intermediazione del lavoro, il sistema dei subappalti a catena che non consente di far viaggiare le informazioni in maniera veloce e corretta. Spesso gli incidenti accadono laddove ci sono lavoratori che sono arrivati da poco e non hanno completato la formazione e dove ci sono condizioni che favoriscono la disattenzione”. Sulle novità inserite nel pacchetto sicurezza si è soffermato Andrea Volpi, parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione Lavoro a Montecitorio: “Sono sedici anni che non ci sono politiche attive per risolvere questo problema, i numeri sono agghiaccianti – ha argomentato Volpi – La tragedia di Firenze ha riportato alla cronaca il tema e ciò che mi conforta è che, da subito, sia il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia il ministro del Lavoro Calderone hanno affrontato il dramma senza girarci intorno. E’ importante che sia stato stanziato con il decreto Pnrr un pacchetto per la sicurezza sul lavoro in quanto mancavano gli ispettori che andavano a controllare i cantieri: 766 nuove assunzioni rappresentano un dato assolutamente rilevante. Inoltre diventa determinante costituire una patente a credito per fare in modo che le imprese siano più stimolate, controllate e più attive nelle iniziative concrete che garantiscano la sicurezza sul lavoro. Il decreto messo in campo necessita di alcuni miglioramenti, di interazioni con le parti sociali, le parti produttive e anche con gli operator dell’edilizia che sono i destinatari del provvedimento. Stiamo inoltre investendo sulla formazione cominciando a sensibilizzare sul tema già nelle scuole”.


Critico il deputato di Alleanza Verdi Sinistra e membro Commissione Finanze alla Camera, Francesco Emilio Borrelli: “Credo che la gravità dei numeri dei morti sul lavoro non sia minimamente percepita dagli stessi datori di lavoro e dagli operai – ha detto – Solo andando in giro per le nostre città, è facile vedere lavoratori sulle impalcature che non indossano il caschetto e non hanno le imbracature di sicurezza. Per cambiare le cose occorre essere particolarmente rigidi e stroncare frontalmente il lavoro nero. Soprattutto nel Mezzogiorno dove è elevato il numero di uomini e donne che lavorano senza alcuna tutela. Gli imprenditori tendono a sfruttare la manodopera e non investono sulla sicurezza che è intesa come una spesa da evitare. Un pezzo importante della nostra società ritiene che il lavoratore è colui che deve essere sfruttato. Il datore di lavoro è convinto che sta facendo un piacere e l’operaio si auto convince di avere ricevuto una cortesia. Il paradosso è che molti operai, rispetto alla possibilità di perdere il lavoro, finiscono con il rischiare la vita. Il lavoro se nobilita l’uomo deve essere equamente retribuito. Ma il tema del salario minimo fa venire l’orticaria a molti”. Nel corso del dibattito, coordinato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Eleonora Linda Lecchi, commercialista e revisore dei conti dell’Odcec di Bergamo: “Come spesso accade si torna a parlare con forza di prevenzione e sicurezza dopo una tragedia. Nel 2023 ci sono state circa 580mila denunce all’INAIL delle quali più di mille mortali. A seguito delle ispezioni l’Inail ha riscontrato nello stesso anno un livello di irregolarità del 76,48 % che sale all’85% negli ambiti legati al Superbonus. Come ha detto anche il ministro del lavoro il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere unificante rispetto alle parti sociali. E’ tempo che tutte le parti in causa siano intorno a un tavolo per concordare una strada che ponga fine a questi drammi”.


Le conclusioni del forum sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “L’Italia è al di sotto della media europea per gli incidenti sul lavoro – ha detto longoni – E’ vero che purtroppo contiamo centinaia di morti e migliaia di feriti ma il problema necessita di interventi più complessivi. Cosa fa l’UE per gli incidenti sul lavoro che ogni anno colpiscono milioni di lavoratori in tutto il continente? La crescita esponenziale degli infortuni ha implicazioni notevolissime in tutto il Paese, in termini economici e sociali. Gli oneri per la sicurezza sono individuati come un costo per i datori di lavoro. Nella logica del profitto ad ogni costo, queste spese sono ritenute denaro buttato. Bisogna sviluppare una cultura della sicurezza. Non servono nuove leggi. Il codice dei contratti pubblici, ad esempio, prevede che nelle gare d’appalto gli oneri per la sicurezza non sono soggetti a ribasso. Bisogna proseguire con i controlli, ma senza una vera cultura della tutela della salute dei lavoratori si può fare ben poco”.

Lazio, Rocca: grazie ai fondi Ue cambieremo volto della regione

Lazio, Rocca: grazie ai fondi Ue cambieremo volto della regioneRoma, 4 mar. (askanews) – “Grazie ai Fondi Europei cambieremo il volto del Lazio: digitalizzazione, modernizzazione delle infrastrutture, sostegno alle imprese, Strategie Territoriali. Tutto questo senza lasciare indietro le comunità e i cittadini più fragili”. Lo scrive su facebook il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.


“Sono molto orgoglioso – prosegue Rocca – del bonus psicologo per i malati oncologici e dell’apertura pomeridiana di oltre 200 scuole laziali, misure rese possibili grazie a queste risorse. Le spenderemo bene, le spenderemo tutte. Ne abbiamo parlato questa mattina al tempio di Adriano con il Ministro Raffaele Fitto e le rappresentanze in Italia del Parlamento europeo in Italia e della Commissione europea-Rappresentanza in Italia”, conclude il governatore del Lazio.

In Lombardia da agricoltura su Pm2.5 stesso impatto industria

In Lombardia da agricoltura su Pm2.5 stesso impatto industriaRoma, 4 mar. (askanews) – In Lombardia l’impatto dell’agricoltura sulla distribuzione spaziale della concentrazione di polveri sottili (PM2.5) è paragonabile a quello degli impianti industriali, dell’urbanizzazione e dei traasporti sulla rete stradale, fonti di inquinamento ben più note e studiate. E’ il risultato di uno studio del Politecnico di Milano pubblicato sulla rivista Chemosphere, secondo cui un impatto paragonabile si è registrato non solo per le zone rurali, ma anche nelle aree più densamente popolate.


In particolare, l’effetto dovuto ai terreni agricoli è risultato correlato ai picchi di inquinamento più intensi rispetto a quanto misurato nelle zone industriali e urbane, ma con una durata limitata nel tempo. Tra le singole colture analizzate è stato registrato un impatto trascurabile delle risaie, più significativo invece per i terreni coltivati a cereali e mais. Il lavoro nasce nell’ambito del progetto di ricerca D-DUST (Data-driven moDelling of particUlate with Satellite Technology aid), finanziato da Fondazione Cariplo. Questi risultati sono stati ottenuti tramite un framework innovativo ed un modello data-driven che include la valutazione dell’impatto delle diverse destinazioni d’uso del territorio sulla distribuzione spaziale della concentrazione di PM2.5, per analizzare il ruolo dei terreni agricoli con una sensibilità molto maggiore rispetto a modelli pre-esistenti. E’ stata eseguita l’analisi di dati satellitari e di modelli atmosferici del programma Copernicus per la misura di concentrazione del PM2.5 insieme al database open access di uso del suolo e del sistema informativo agricolo di Regione Lombardia.


Per l’analisi è stato utilizzato un innovativo sistema di GEOAI (Geomatics and Earth Observation Artificial Intelligence). Grazie a questo nuovo approccio, sarà possibile in futuro generare evidenza rispetto alle concentrazioni di inquinante correlabili a specifiche attività agricole, come spandimenti e concimazioni.