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Autore: Redazione StudioNews

Cina tornerà a rilasciare tutti tipi di visti dal 15 marzo

Cina tornerà a rilasciare tutti tipi di visti dal 15 marzoRoma, 14 mar. (askanews) – La Cina tornerà a rilasciare tutte le categorie di visti per cittadini stranieri dal 15 marzo dopo una sospensione di tre anni a causa della pandemia di Covid-19, ha dichiarato il ministero degli Esteri cinese.
Il ministero ha aggiunto che anche gli stranieri potranno entrare in Cina con visti validi rilasciati prima del 28 marzo 2020. Inoltre, la politica di ingresso senza visto riprenderà per l’isola di Hainan e per Shanghai per i passeggeri delle navi da crociera, così come nella provincia meridionale del Guangdong per gruppi di cittadini stranieri che viaggiano da Hong Kong e Macao e nella città di Guilin nella regione autonoma del Guangxi Zhuang per i gruppi turistici dei paesi dell’ASEAN, aggiunge il comunicato.
Il ministero degli Esteri cinese non ha ancora spiegato se l’attuale regime dei visti sarà simile a quello pre-pandemia per quanto riguarda la durata del soggiorno e altri dettagli, o se ci saranno nuove normative.

Tedros: fiducioso su fine pandemia di Covid-19 nel 2023

Tedros: fiducioso su fine pandemia di Covid-19 nel 2023Roma, 14 mar. (askanews) – “Il numero di decessi a livello settimanale che vengono segnalati è ora inferiore rispetto a quando abbiamo usato per la prima volta la parola ‘pandemia’ tre anni fa. Il miglioramento è significativo. Sono fiducioso che a un certo punto quest’anno saremo in grado di dire che il COVID-19 è finito come un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale e come una pandemia”, ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Tedros ha ammonito dal ricordare la lezione impartita da questa pandemia: “Se non lo faremo, ripeteremo il ciclo di panico e abbandono che è stato per decenni il segno distintivo della risposta globale alle epidemie e alle pandemie”.

Olimpiadi 2026, Santanché: saranno le migliori, andrà tutto bene

Olimpiadi 2026, Santanché: saranno le migliori, andrà tutto beneMilano, 13 mar. (askanews) – I Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026 “Sono una grandissima opportunità” per “la Regione Lombardia, il Veneto e tutta l’Italia perché quando ci sono eventi così importanti, l’indotto si riflette su tutto il Paese. Siamo prontissimi, faremo le Olimpidi miglio”. Lo ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanchè, intervenuta alla presentazione di una ricerca sulla percezione delle Olimpiadi Milano-Cortina sui social network, da cui risulta che il 57 per cento del pubblico esprime un “sentiment” positivo sull’evento, con una percentuale ancor maggiore nel territori dove si svolgeranno le gare.
“Stiamo andando avanti speditamente – ha detto Santanché – , Abbiamo fatto una cabina di con i ministri Abodi e Giorgetti, oltre me, per fare in modo che tutte le cose che si sono dette abbiano esecuzione. C’è tanto lavoro da fare – ha aggiunto – ma non ci faremo trovare impreparati per un evento così importante non soltanto da un punto di vista sportivo, ma anche da un punto di vista economico”. Tutto quelo che “serve per fare le Olimpiadi è stato chiuso al 95% e i compiti sono chiari”.
Santanché ha infine rassicurato sui tempi, ricordando “il dibattito quotidiano sui giornali” riguardo i timori di ritardi. “Poi, come avete visto, l’Expo è stata una manifestazione che non soltanto ha cambiato Milano ma che è stata una grande opportunità e soprattutto si è fatta. Noi faremo ancora meglio, non abbiate dubbi e non cominciate con questo dibattito. Siamo prontissimi e faremo le migliori Olimpiadi”, ha concluso.

Banche regionali Usa nella tempesta dopo il caso Svb

Banche regionali Usa nella tempesta dopo il caso SvbRoma, 13 mar. (askanews) – Turbolenze e forte volatilità a Wall Street, dove una tempesta ha travolto l’intero comparto bancario, innescata dal fallimento della Silicon Valley Bank seguito a ruota dal dissesto di un altro istituto regionale, la Signature Bank. Due colpi a stretto giro che hanno costretto le autorità, il Tesoro e la Federal Reserve, ad annunciare frettolosamente misure di emergenza per garantire tutti i correntisti, ampliando una copertura che prima sarebbe stata molto più limitata.
Ma nonostante le rassicurazioni la vicenda continua a trascinarsi su diverse altre banche Usa finora poco note all’estero, mentre inevitabilmente è finita anche sul tavolo dei ministri delle Finanze dell’area euro, che si sono prodigati in rassicurazioni sull’assenza di contagio in Europa mentre i titoli di molti gruppi bancari Ue hanno segnato a loro volta cali.
Sui titoli bancari statunitensi prosegue una dinamica di marcata volatilità e forti pressioni al ribasso. Le più in affanno sono altre banche regionali, con crolli drammatici che si sono solo in parte ridotti nel pomeriggio, come la First Republic Bancorp (-54%), la Western Alliance Corp (-45%), Key Corp (-27%), PacWest (-21%) e la Zions Bankcorporation (-22%). Alcuni dei maggiori titoli del comparto bancario Usa registrano ribassi comunque consistenti, ma meno estremi: -5,09% per Bank of America e -7,24% per Citigroup.
La vicenda è ancora da definire nella sua portata e nelle sue effettive cause. Le prime ricostruzioni sembrano indicare che la Silicon Valley Bank sia rimasta vittima delle ricadute indirette della manovra restrittiva portata avanti dalla Federal Reserve, combinata con il moltiplicarsi di dissesti nel segmento dei cripto asset negli ultimi mesi. Questa particolare banca è infatti una sorta di concentratore di conti correnti sia di startup (secondo alcune ricostruzioni di stampa addirittura una di queste aziende su due di tutti gli Usa avrebbe un conto presso la Svb) sia del Venture Capital che sostiene proprio queste avventure imprenditoriali. Realtà spesso molto esposte e sensibili ai criptoasset.
Ai prelievi dai conti effettuati nelle settimane scorse da diverse startup dopo il caso Ftx la banca ha risposto vendendo quello che era in grado di vendere rapidamente per reperire liquidità. Ma quando si sono create ulteriori pressioni con un nuovo fallimento di un cripto player (Silvergrade) ha cercato di reperire nuovi fondi annunciando un aumento di capitale, puntando a raccogliere oltre 2 miliardi, ed è scattata una spirale incontrollabile.
Sempre secondo le ricostruzioni finora circolate, su cui mancano ancora conferme a livello ufficiale, sia gli operatori di Venture Capital, consapevoli delle esposizioni delle startup, sia molte di queste realtà avrebbero deciso di ritirare di corsa i depositi, per non incappare in un fallimento bancario su cui si sarebbero ritrovati non tutelati, tanto da far defluire oltre 40 miliardi di dollari dai conti Svb nella sola giornata di giovedì.
Dopo il contagio alla Signature Bank, domenica a tarda serata è stata diramata una dichiarazione congiunta del segretario al Tesoro Usa, Janet Yellen – che poche ore prima aveva affermato che non vi sarebbero stati salvataggi pubblici – e del presidente della Federal Reserve, Jay Powell – che pochi giorni fa al Congresso aveva assicurato che il sistema bancario Usa era solido e ben capitalizzato – con cui di fatto veniva esteso a tutti i correntisti la piena garanzia dei depositi.
Fino a quel momento era stabilito che gli unici che si sarebbero visti pienamente tutelare i depositi erano i correntisti individuali per ammontare massimo di 250.000 dollari. Inizialmente, infatti, la linea delle autorità sembrava essere quella di confermare questa soglia e di lasciar finire tutti gli altri nel calderone di una procedura fallimentare. Ma quando una seconda banca è finita in dissesto e in questo modo si è aperta la prospettiva di una reazione a catena che avrebbe visto fallimenti di imprese titolari di conti correnti, altre fughe di correntisti da altre banche, che sarebbero state a loro volta costrette a svendere attivi per reperire liquidità, Tesoro e Fed hanno deciso di alzare lo scudo, per tentare di spezzare il circolo vizioso e convincere i titolari di conti correnti a non fare mosse precipitose.
Il provvedimento è stato accompagnato dalla assicurazione che “nessuna perdita verrà pagata dai contribuenti”. Tesi oggi ribadita dal presidente Usa, Joe Biden. Intanto, tuttavia, la Fed ha dovuto rendere disponibili 25 miliardi di dollari tramite un suo fondo di stabilizzazione, pur affermando che si tratta di garanzie che non ritiene dovranno essere utilizzate.
Già la gestione non proprio lineare della crisi è passibile di sollevare dubbi. La stampa più vicina alla componente Repubblicana ha poi rapidamente puntato il dito contro il fatto che si procede a un aiuto generalizzato perché, è l’accusa, molte di queste startup californiane, che dispongono di milioni non garantiti sui conti Svb, sarebbero anche finanziatori rilevanti delle campagne elettorali di esponenti Democratici.
La mossa, poi, ovviamente va nella direzione diametralmente opposta alla stretta monetaria combinata alla riduzione del bilancio che la Fed sta portando avanti da mesi. E i tentativi di stabilizzazione e recupero degli indici generali a Wall Street sembrerebbero proprio collegati all’aspettativa che questa vicenda provochi una inversione di rotta, o quantomeno una pausa, della Fed sulla manovra restrittiva. Il rialzo dei tassi atteso la prossima settimana potrebbe essere rimesso in discussione.
Questo repentino cambio di prospettive si è riflesso con un brusco calmieramento dei tassi sui titoli del Tesoro Usa, che da poco sotto il 4% di mercoledì oggi sono crollati al 3,50%, segnano il ribasso più marcato dal 1987.
Restano diversi interrogativi da chiarire sulla vicenda. Primo fra tutti quale sia la base dello stratosferico aumento proprio di depositi bancari alla Silicon Valley Bank: tra 2019 e 2021 sono più che triplicati fino a sfiorare 190 miliardi di dollari. Guardando all’intero comparto bancario, anche incorporando l’effetto di lockdown e delle restrizioni alle attività imposti a motivo del Covid, che hanno provocato un forte aumento del risparmio, la crescita media sullo stesso periodo è stata del 37%, secondo i dati della Autonomous Research citati dal Financial Times.
Un altro elemento da valutare è l’anomala concentrazione di Venture Capital e di startup che hanno fatto sì che la stragrande maggioranza dei conti correnti a Svb non fosse garantita: addirittura il 95%.
Questo chiama in causa l’attività di vigilanza bancaria Usa, soprattutto ora che bisogna mettere in campo provvedimenti generalizzati. Per non menzionare la sgradevole circostanza che Svb, pur essendo la 16esima maggiore banca degli Stati Uniti non è stata sottoposta a stress test della Fed, né era soggetta ai requisiti prudenziali previsti dalle regole bancarie di Basilea.
Quello che si è appena verificato potrebbe essere visto come il primo bank run digitale che per la sua natura ha colto impreparati i regolatori. E secondo l’ex analista capo sul settore bancario di Morgan Stanley, Oliver Wyman, potrebbe anche fornire elementi sui potenziali rischi che alcuni cripto asset ritenuti più sicuri, come le stablecoin potrebbero accusare in situazioni analoghe di improvvisi riscatti da parte degli investitori. (di Roberto Vozzi).

Lombardia, Santanchè: rivedere macchina organizzativa Regione

Lombardia, Santanchè: rivedere macchina organizzativa RegioneMilano, 13 mar. (askanews) – All’interno della maggioranza in Regione Lombardia “effettivamente ci sono delle discussioni. Siamo il partito di maggioranza relativa, il presidente è della Lega e noi siamo contenti che sia il presidente di tutti e sicuramente ci sono delle cose da mettere a punto, soprattutto per quello che riguarda la macchina organizzativa della Regione”. Lo ha detto la ministra del Turismo e coordinatrice regionale di Fdi Lombardia Daniela Santanché, a margine di un evento a Milano. “Credo che dobbiamo farlo con uno spirito di collaborazione”, ha detto la ministra, sottolineando che “Fratelli d’Italia ha un impatto su questa giunta sicuramente rilevante, ma lo vogliamo fare nello spirito di squadra”, ha ripetuto.
Santanché ha escluso che la “discussione” in corso riguardi le nomine di dirigenti. “No, quello che ci interessa è che ci sia una macchina organizzativa che funzioni quindi bisogna capire qual è il modello di questa macchina organizzativa : secondo me prima si vedono i criteri per far funzionare meglio Regione Lombardia, poi ci sono le persone. Però bisogna individuare un modello che funzioni, e che funzioni meglio”.

E’ morto Dick Fosbury, rivoluzionò il mondo del salto in alto

E’ morto Dick Fosbury, rivoluzionò il mondo del salto in altoRoma, 13 mar. (askanews) – E’ morto, all’età di 76 anni, Dick Fosbury, medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1968 e uno dei più influenti atleti nella storia dell’atletica leggera che ha rivoluzionato il mondo del salto in alto con la tecnica nota come “back-first”, ora nota come Fosbury Flop, adottata da quasi tutti i saltatori in alto oggi.
La notizia della sua scomparsa è stata annunciata oggi dal suo agente Ray Schulte con un post su Instagram. “È con il cuore pesante che devo annunciare che l’amico e cliente di lunga data Dick Fosbury è morto pacificamente nel sonno domenica mattina presto dopo una breve recidiva di linfoma”, ha scritto Schulte su Instagram.
Fosbury era nato il 6 marzo 1947 ed ha riscritto la storia dell’atletica, inventando il salto Fosbury, quello utilizzato oggi: il suo metodo consiste nello scattare in diagonale verso la barra, curvare e saltare all’indietro sopra la barra, il che gli dava un centro di massa in volo molto più basso rispetto alle tecniche tradizionali. 

Migranti, Meloni: non lasceremo che in Africa prenda piede Wagner

Migranti, Meloni: non lasceremo che in Africa prenda piede WagnerRoma, 13 mar. (askanews) – “Forse sarebbe più facile mettere la testa sotto la sabbia, lasciare che siano dei mafiosi a decidere chi deve arrivare da noi, lasciare che arrivi da noi solo chi ha soldi per pagare quei mafiosi, lasciare che in Africa continuino a prendere piede i mercenari della Wagner e i fondamentalisti”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presentazione del libro di padre Antonio Spadaro, ‘L’atlante di Francesco’, con il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.

Ucraina, Meloni: Santa Sede più idonea a favorire negoziato

Ucraina, Meloni: Santa Sede più idonea a favorire negoziatoRoma, 13 mar. (askanews) – “Oggi c’è un aggredito e un aggressore. Se noi ci voltassimo dall’altra parte e non aiutassimo l’aggredito a difendersi non avremmo pace, avremmo un’invasione che configurerebbe una guerra molto più vicina”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parlando dell’Ucraina alla presentazione del libro di padre Antonio Spadaro, ‘L’atlante di Francesco’, con il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.
“Tutti vogliamo la pace, tutti – ha aggiunto – facciamo quello che possiamo per favorire una soluzione di questo conflitto che non stabilisca il principio che chi è più forte impone la sua forza”, “credo che sia proprio la Santa Sede quella più idonea a favorire una soluzione negoziale, perché non ha altro interesse che non sia quello di una soluzione giusta di questo conflitto, non ha un interesse nazionale, che muove gli Stati nazionali e ha inevitabilmente sempre delle postille”.
“Io davvero sostengo questo sforzo che ho visto e che spero si intensifichi e sul quale la Santa Sede può contare sul nostro aiuto”, ha osservato

Migranti, Meloni: accusata cose raccapriccianti, coscienza a posto

Migranti, Meloni: accusata cose raccapriccianti, coscienza a postoRoma, 13 mar. (askanews) – In questi giorni sul tema dei migranti “sono stata e siamo stati accusati di cose raccapriccianti ma la mia coscienza è a posto. Quello che è successo in questi giorni è che più persone partono e si mettono in mano di cinici trafficanti e piu c’è il rischio che qualcosa vada storto”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presentazione del libro di padre Antonio Spadaro, ‘L’atlante di Francesco’, con il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin.

Terre degli Uffizi: sei mostre in sei località della Toscana

Terre degli Uffizi: sei mostre in sei località della ToscanaMilano, 13 mar. (askanews) – Quattro conferme e due nuovi territori coinvolti, tra i quali Grosseto, prima assoluta nella Maremma. Sono sei le mostre che si terranno, nel corso del 2023, all’interno della terza edizione di Terre degli Uffizi, progetto per la valorizzazione del patrimonio artistico della Toscana promosso da Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi programmi Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei. Un nuovo piano espositivo che promuove il legame del territorio con le sue ricchezze artistiche. Il progetto è stato presentato da Luigi Salvadori, Presidente della Fondazione CR Firenze, da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi e dai rappresentanti dei rappresentanti dei territori coinvolti. Le mostre si terranno a Montelupo, Montespertoli, Scarperia e San Piero, Anghiari, Grosseto e San Giovanni Valdarno.
Terre degli Uffizi ha un obiettivo: dislocare da Firenze i flussi turistici e incrementare i visitatori di vicinanza, grazie al coinvolgimento con i musei periferici già presenti nel territorio e con i Comuni. I dati confermano, infatti, un aumento medio dei visitatori del 37% rispetto agli stessi periodi dell’anno precedenti l’avvio del progetto (nel primo anno di esposizioni la percentuale era +18%), con un totale di visitatori di 61.042 nelle otto mostre e 216 mila euro di incassi per i musei che erano a pagamento. I questionari (oltre tremila analizzati) sottoposti ai visitatori raccontano che il 79% visitava il museo per la prima volta e il 47% dichiara di averlo visitato appositamente per la mostra.
Il programma espositivo del 2023 parte con la mostra “La ceramica di Montelupo e gli Uffizi: una “galleria” di confronti”, che si terrà dal 1 aprile al 1 ottobre al Museo della Ceramica di Montelupo. Segue la mostra di Montespertoli, al Museo Diocesano d’Arte Sacra di San Pietro in Mercato, dal 22 aprile al 29 ottobre, che è la terza esposizione all’interno di Terre degli Uffizi e che quest’anno è dedicata a Filippo Lippi e intitolata “Filippo Lippi in Valdelsa”. Altra conferma del progetto è il Comune di Scarperia e San Piero, in particolare il Palazzo dei Vicari – Museo dei Terri Taglianti, che dal 12 maggio al 5 novembre ospiterà “I Medici, gente del Mugello. Ritratti di famiglia dalle Gallerie degli Uffizi”. Per Anghiari sarà il terzo ritorno dopo la partecipazione all’edizione del 2021 e del 2022. Dal 27 maggio al 17 settembre, sempre al Museo della Battaglia e di Anghiari, si terrà “Intellettuali in battaglia. Fama e oblio di due letterati dalla Battaglia di Anghiari all’assedio di Famagosta”. Terre degli Uffizi sbarca per la prima volta nel grossetano, proprio a Grosseto, con “I favolosi anni ’60’ in Maremma. Nel segno di Ico Parisi”, al Polo culturale della Clarisse, dal 17 giugno al 3 settembre. Infine, San Giovanni Valdarno ospita una mostra di lungo respiro dedicata a Giovanni da San Giovanni, che si terrà al Museo delle Terre Nuove dal 30 settembre al 6 gennaio 2025, intitolata ‘Bizzarro e capriccioso umore’. Giovanni da San Giovanni, pittore senza regola alla corte medicea”.
“Siamo molto soddisfatti di questo progetto – ha commentato Il presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – che dimostra, nei fatti, la sua validità. Le mostre hanno contribuito ad aumentate sensibilmente la conoscenza e l’affluenza ai luoghi in cui sono state allestite e gran parte del pubblico le ha visitate perché richiamati dal valore della proposta culturale. Abbiamo dunque pienamente raggiunto i principali obbiettivi di questa operazione che, fin dalla sua origine, aveva lo scopo di decongestionare i grandi flussi turistici e far scoprire mete e luoghi meno conosciuti ma non per questo meno ricchi di bellezza e di arte. Intendiamo sostenere quel modello di ‘turismo esperienziale’ che sta crescendo notevolmente in questo anno di post-pandemia e che, secondo i più qualificati osservatori del settore, è destinato ad aumentare del 57% entro il 2030”.
“Questa iniziativa, iniziata subito dopo il lockdown – ha aggiunto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – sta avendo un impatto inaspettato. Altre ne stanno nascendo di natura simile in Italia, e anche all’estero alcuni direttori di musei, tecnici, e addirittura amministratori di città oggetto come Firenze di un turismo d’assalto, si interessano al nostro modello per poterlo riproporre. Dopo tre anni, posso solo affermare che un progetto avvertito all’inizio con timore protezionistico, giudicato da alcuni come una spoliazione, ha invece arricchito il territorio e gli stessi Uffizi, le cui opere sono messe in una nuova luce e accolte con entusiasmo. Sono grato a Luigi Salvadori per aver subito compreso il potenziale educativo e culturale della ‘diffusione’ degli Uffizi, appoggiandola e contribuendo sostanzialmente, con la Fondazione CR Firenze, al suo successo”.