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Autore: Redazione StudioNews

Visco: Pil I trim tornato a crescere, possibile superi +1% in 2023

Visco: Pil I trim tornato a crescere, possibile superi +1% in 2023Roma, 5 lug. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno il Pil dell’Italia “è tornato a crescere, sospinto dal recupero dei consumi e dall’ulteriore espansione degli investimenti. Come nel resto dell’area dell’euro, all’indebolimento dell’attività manifatturiera si sono contrapposti i buoni risultati dei servizi privati; in questo settore al vigore della domanda, in particolare nel comparto turistico e ricreativo, si associano non trascurabili rialzi dei prezzi finali”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Abi si è richiamato alle previsioni pubblicate dall’istituizione a metà giugno.

“Date le condizioni di finanziamento più restrittive e il rallentamento del commercio globale ci attendiamo che il Pil aumenti in misura moderata nei prossimi trimestri. Nell’anno – ha detto – la crescita del prodotto potrebbe superare l’1 per cento, si manterrebbe in media intorno a questo valore nel prossimo biennio”. Si tratta di previsioni “ancora caratterizzate da elevata incertezza e da rischi orientati prevalentemente al ribasso”. Oltre a quelli sulla guerra, “si aggiungono i timori connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale, che potrebbe risentire della restrizione monetaria in atto nelle maggiori economie in misura maggiore delle attese, nonché quelli derivanti dal rischio di un eccessivo irrigidimento delle condizioni di offerta del credito”.

Secondo Visco in Italia “la robusta ripresa del prodotto indotta dalla piena riapertura delle attività economiche dopo la fine della fase di emergenza sanitaria si sta attenuando. Nel contesto di un indebolimento della congiuntura internazionale, di una restrizione monetaria volta a contrastare l’inflazione e della necessaria riduzione dei sostegni assicurati dalla politica di bilancio, il conseguimento di un adeguato, stabile, ritmo di sviluppo richiederà un elevato livello di investimenti, pubblici e privati, e l’efficace attuazione di riforme strutturali”. “La capacità di reazione di imprese e famiglie di fronte a shock inattesi e particolarmente violenti, quali quelli degli ultimi tre anni, deve costituire la base per un’azione pubblica volta a rendere la nostra economia meno rigida e lenta”, ha avvertito.

Bce, Visco: tenere alta la guardia ma con prudenza e pazienza

Bce, Visco: tenere alta la guardia ma con prudenza e pazienzaRoma, 5 lug. (askanews) – Sui tassi di interesse e la linea monetaria della Bce “se occorre tenere alta la guardia e dritta la barra, sono altresì necessarie buone dosi di prudenza e pazienza nel valutare e anticipare gli effetti della restrizione monetaria in atto dallo scorso anno, pure giustificata e da mantenere”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Abi.

“Non comprendo e continuo a non condividere, a questo riguardo, osservazioni anche di recente avanzate che spingerebbero a preferire il rischio di essere più, anziché meno, restrittivi”, ha detto, apparentemente in riferimento a coloro che nel Consiglio Bce spingono invece per una linea più aggressiva e intransigente. “Ritengo che si debba essere cauti quanto basta; un atteggiamento simmetrico, in linea con le conclusioni della revisione della strategia di politica monetaria della Bce, mi sembra adeguato alle circostanze – ha detto Visco – permetterebbe anche di contenere le ricadute sul credito e preservare la stabilità finanziaria, di cui ho trattato in questo intervento e che, come ho osservato, è essa stessa condizione necessaria per la stabilità dei prezzi e la tenuta delle nostre economie”.

Secondo il governatore, infatti, pur intervevendo contro l’alta inflaizone “è certamente possibile limitare le conseguenze negative sull’attività economica e sulla domanda aggregata ed evitare che esse – ha avvertito – possano finire per riflettersi in pressioni eccessive al ribasso sui prezzi nel medio termine”. “Ora che i tassi sono in territorio restrittivo, calibrare la durata della stretta monetaria, piuttosto che aumentarne eccessivamente l’ampiezza, avrebbe il vantaggio di agevolare un’analisi più informata degli effetti dell’azione fin qui condotta”, ha suggerito. Finora nell’area euro “la qualità dei prestiti ha risentito in misura contenuta del peggioramento del quadro congiunturale”. Ma “il maggiore onere del debito innescato dai notevoli rialzi dei tassi potrebbe però determinarne un progressivo deterioramento”. E “la restrizione sarebbe inoltre accentuata se il riassorbimento della liquidità da parte dell’Eurosistema portasse a un aumento del costo della raccolta bancaria più rapido e ampio di quanto oggi previsto”, ha spiegato.

Abi, Patuelli: banche garantiscono liquidità a imprese e famiglie

Abi, Patuelli: banche garantiscono liquidità a imprese e famiglieRoma, 5 lug. (askanews) – In Italia “le banche non hanno rendite di posizione e vengono da anni difficilissimi per crisi di imprese e del debito sovrano, recessioni, epidemie, catastrofi naturali, cui hanno fatto e fanno fronte con grandi aumenti di capitale, accantonamenti e ristrutturazioni sempre socialmente rispettose e realizzate con costruttivi accordi con le Rappresentanze Sindacali”. Lo ha rivendicato il presidente dell’Abi, nella sua relazione all’Assemblea annnuale a Roma.

“Salvo nel caso di una banca nazionalizzata, le banche in Italia hanno dovuto farsi carico delle forzate risoluzioni e degli altri oneri delle crisi e dei salvataggi di banche concorrenti. Le banche sono impegnate nel progressivo rafforzamento degli indici patrimoniali – ha ricordato – indeboliti dagli aumenti dei tassi che riducono i valori dei portafogli innanzitutto di Titoli di Stato, e in preparazione dell’entrata in vigore di Basilea 3+, anche se ne abbiamo ottenuto dei significativi miglioramenti”. E proprio guardando agli accordi internazionali per il rafforzamento dei livelli patrimoniali delle banche “chiediamo che le regole ‘di Basilea’ siano applicate ugualmente in America e in Europa”, ha detto Patualli.

“Le banche sono impegnate nel garantire cospicui livelli di liquidità anche a medio e lungo termine, sempre più preziosa e costosa dopo le decisioni della Bce, quando stanno esaurendosi i divenuti più onerosi programmi europei di finanziamento Tltro, con rischi – ha avvertito – che le banche combattono, di razionamento del credito. Le banche in Italia mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento, e, su richiesta, possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe”. “Le banche in Italia non hanno mai applicato tassi negativi sui depositi – ha detto – e remunerano crescentemente i risparmiatori con condizioni di mercato competitive anche con quelle offerte dagli Stati europei e da operatori non bancari, propongono ai risparmiatori, anche in difesa dall’inflazione, investimenti per la liquidità a medio e lungo termine, indispensabile, dopo la fine delle Tltro, per finanziare imprese e famiglie”.

“Le banche combattono i rischi di crescita dei crediti deteriorati, previsti dalla Bce, dal Fondo Monetario Internazionale e dal Centro studi di Confindustria, di fronte ai problemi della Germania, ai recenti cali della produzione industriale e delle esportazioni italiane e per devastanti eventi climatici. Fondamentali sono i sistemi di garanzia dei crediti – ha avvertito il presidente dell’Abi – che debbono proseguire assieme alla legislazione agevolativa per le imprese, il Mezzogiorno e per l’acquisto della prima casa soprattutto, ma non solo, per i giovani”.

Seoul: satellite-spia Nordcorea inutile dal punto di vista militare

Seoul: satellite-spia Nordcorea inutile dal punto di vista militareRoma, 5 lug. (askanews) – Il tanto propagandato satellite-spia nordcoreano, che Pyongyang ha provato a lanciare non riuscendovi più di un mese fa, non acvrebbe avuto “alcuna utilità militare”, L’ha sostenuto lo Stato maggiore congiunto sudcoreano, dopo che Seoul è riuscito a recuperarne i detriti in mare con la collaborazione degli Stati uniti.

“A seguito dell’analisi esaustiva degli esperti sudcoreani e statunitensi, abbiamo valutato che non ha alcuna utilità militare come satellite da ricognizione”, ha affermato lo stato maggiore in un comunicato. Lo Stato maggiore di Seoul non ha voluto fornire specifici dettagli sui ritrovamenti, perché ritiene che rivelare troppe notizie sull’operazione di recupero avrebbe fornito informazioni utili alle forze nordcoreane. .

Il satellite-spia è stato lanciato il 31 maggio, ma la stessa Corea del Nord – con un’insolita ammissione – ha dato notizia del fallimento del lancio.

Rilascio acque Fukushima, cresce opposizione interna ed esterna

Rilascio acque Fukushima, cresce opposizione interna ed esternaRoma, 5 lug. (askanews) – Cresce l’opposizione interna ed esterna al controverso piano giapponese di scaricare in mare l’acqua di raffreddamento dei reattori della centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro dal 2011 del peggiore incidente nucleare della storia dopo Chernobyl. E se, a sancire il nuovo corso nelle relazioni Tokyo-Seoul, dalla Corea del Sud arriva una sostanziale apertura ai piani nipponici, è invece dura la presa di posizione di Pechino.

Nella consueta, quotidiana conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha affermato che il rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), che ha dato ieri un sostanziale via libera al progetto giapponese, non può essere usato come un “passaporto” usato dal Giappone per conurre un’operazione che ha, a suo dire, l’unico scopo di “ridurre al minimo i costi e rischi (per Tokyo) e lasciare che il mondo intero sopporti i pericoli evitabili dell’inquinamento nucleare”. Tokyo si trova di fronte a un problema importante. Dall’incidente nucleare, innescato dal devastante tsunami dell’11 marzo 2011, si sta accumulando acqua utilizzata per raffreddare in reattori andati in meltdown. Questo liquido viene trattato con un metodo definito ALPS, che però non è in grado di eliminare tutte le sostanze radioattive dall’acqua. Secondo il governo giapponese, il livello di contaminazione residua in queste acque è minimo e consente di diluire in sicurezza il liquido nell’oceano. Ma la cosa non convince né le popolazioni locali, né i paesi limitrofi.

Intanto però l’acqua viene stoccata in grandi silos, che stanno ormai saturando l’area attorno alla centrale. I serbatoi al momento hanno superato quota mille e le autorità ritengono non sostenibile ancora questa pratica. Ieri il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi, ha presentato un rapporto positivo rispetto al piano nipponico. “Sulla base della sua valutazione completa, l’Aiea ha concluso che l’approccio e le attività per lo scarico delle acque trattate ALPS adottate dal Giappone sono coerenti con gli standard di sicurezza internazionali pertinenti”, ha scritto Grossi nella prefazione al rapporto. “L’Aiea – ha proseguito Grossi – continuerà a fornire trasparenza alla comunità internazionale, consentendo a tutte le parti interessate di fare affidamento su fatti e scienza verificati per informare la loro comprensione della questione durante tutto il processo”. Per il capo Aiea il rilascio delle acque di Fukushima avrà un “impatto trascurabile” sull’ambiente.

L’Aiea ha deciso da oggi l’apertura un ufficio a Fukushima per monitorare eil processo “per i decenni a venire”, ha detto Grossi, aggiungendo che visiterà l’area intorno all’impianto per parlare con i leader locali e i pescatori. Questi ultimi, però, non sembrano meno arrabbiati della Cina rispetto al progetto. “Io sono estremamente preoccupato, perché non so fino a quale livello di rilascio dell’acqua trattata influirà sul mio lavoro e sulla vita marina”, ha detto Eitatsu Kikuchi, un pescatore di Soma all’agenzia di stampa Kyodo. Si tratta di popolazioni che hanno sofferto prima lo tsunami, poi gli effetti dell’incidente nucleare sia in termini di sgomberi forzati, sia in termini economici a causa del danno reputazionale alle attività agricole e di pesca di una regione che un tempo viveva principalmente di queste. Le cooperative di pescatori di tre prefetture hanno già annunciato che presenteranno una petizione questa settimana al governo centrale e all’operatore della centrale, la TEPCO, sottolineando la loro opposizione al rilascio delle acque trattate.

Un altolà rispetto al piano giapponese, inoltre, è arrivato anche dalle nazioni insulari del Pacifico. Il Forum delle Isole del Pacifico, un gruppo regionale guidato dall’ex primo ministro delle Isole Cook Henry Puna, ha sottolineato in un comunicato di giugno che il forum è “pienamente impegnato ad affrontare le forti preoccupazioni per il significato della potenziale minaccia di contaminazione nucleare per la salute e la sicurezza della sua gente e delle sue prospettive”. Più articolata, invece, appare la posizione del governo sudcoreano di Yoon Suk-yeol, che ha aperto una nuova stagione di dialogo e di relazioni amichevoli con Tokyo dopo anni di freddo tra i due principali alleati regionali degli Stati uniti. “E’ da sempre una posizione del governo il fatto di riconoscere l’Aiea come prestigiosa agenzia su cui c’è consenso e noi manteniamo il nostro rispetto per le sue scoperte”, ha detto uno dei portavoce dell’esecutivo, Park Ku-yeon. Non è ancora un appoggio, anche perché Seoul intende presentare un proprio rapporto basato sulle analisi Aiea sul quale definire la sua posizione, ma è un’apertura come non se ne erano mai viste da parte di uno dei paesi che si era opposto i maniera più dura al rilascio. Il cambio di posizione, tuttavia, non costa poco politicamente a Yoon. Il presidente e il suo governo sono stati già fortemente attaccati dall’opposizione per la loro accondiscendenza al progetto giapponese e ci sono state anche manifestazioni di protesta.

Saldi, Confcommercio: da domani al via, 213 euro spesa media a famiglia

Saldi, Confcommercio: da domani al via, 213 euro spesa media a famigliaRoma, 5 lug. (askanews) – Domani partiranno i saldi in tutta Italia ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano (14 luglio). Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro – pari a 95 euro pro capite – per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.

Il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, afferma: “Sono particolarmente soddisfatto per la scelta operata per la prima volta in Italia da tutte le regioni di partire giovedì 6 luglio con i saldi estivi evitando così un’inutile concorrenza tra territori. Saranno saldi importanti per i consumatori che potranno acquistare articoli di moda a prezzi molto convenienti e rinnovare il guardaroba estivo con nuovi colori, modelli e tendenze che corrispondono ad una voglia di socialità e d’innovazione. Anche in quest’occasione i negozi di moda contribuiranno in maniera sostanziale al contenimento dei prezzi e, di conseguenza, dell’inflazione. E ci aspettiamo una crescita delle vendite di circa il 5% rispetto al 2022. Inoltre, la novità di quest’anno è l’applicazione dal primo luglio del nuovo Codice del Consumo che modifica le norme su sconti, promozioni, liquidazioni e saldi ed introduce per la prima volta una regolamentazione anche delle vendite online. Un’importante risposta alla richiesta di Federazione Moda Italia e Confcommercio a tutela del principio ‘stesso mercato, stesse regole’. E per approfondire tutti gli aspetti legati all’introduzione delle nuove norme in questo periodo abbiamo avviato una serie di incontri sul territorio con gli imprenditori e le associazioni locali”.

Calcio, il Brasile ha scelto: sarà Ancelotti il nuovo allenatore

Calcio, il Brasile ha scelto: sarà Ancelotti il nuovo allenatoreRoma, 5 lug. (askanews) – Carlo Ancelotti sarà il nuovo allenatore della nazionale brasiliana di calcio a partire dal 2024. Lo ha annunciato il presidente della Confederazione calcistica brasiliana (CBF), Ednaldo Rodrigues. Il 64enne tecnico emiliano è attualmente legato al Real Madrid con il quale il contratto scadrà nel giugno del 2024. Alla scadenza assumerà l’incarico di ct del Brasile dalla Coppa America, che si giocherà nell’estate del 2024 negli Stati Uniti. Fino ad allora la nazionale sarà guidata ad interim da Fernando Diniz che dirigerà le sei partite sudamericane di qualificazione ai Mondiali 2026 che si giocheranno quest’anno, comprese le sfide con Argentina e Uruguay. Il Brasile inizierà le qualificazioni a settembre in casa contro la Bolivia e poi in trasferta contro il Perù. Torna, dopo 60 anni, un allenatore straniero sulla panchina brasiliana. L’ultimo fu l’argentino Filpo Nunez, che ha guidato la nazionale verdeoro per una partita nel 1965. Il 64enne Ancelotti nella carriera da allenatore ha vinto due volte la Champions League sia con il Milan che con il Real Madrid. Ha anche vinto scudetti nazionali in Inghilterra con il Chelsea, in Germania con il Bayern Monaco e in Francia con il Paris Saint-Germain, oltre che con Real e Milan. Il Brasile è stato allenato ai Mondiali dello scorso anno da Tite, che si è dimesso dal ruolo dopo l’eliminazione ai quarti di finale contro la Croazia. Da allora la squadra è guidata da Ramon Menezes.

Ucraina, Xi ha avvertito privatamente Putin contro uso armi nucleari

Ucraina, Xi ha avvertito privatamente Putin contro uso armi nucleariRoma, 5 lug. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha avvertito in maniera riservata il presidente russo Vladimir Putin contro il possibile uso di armi nucleari in Ucraina. Lo hanno affermato – secondo il Financial Times – funzionari occidentali e cinesi.

L’avvertimento del leader cinese sarebbe stato trasmesso, secondo quanto afferma il FT, durante la visita di stato di Xi a Mosca, la prima dopo la lunga chiusura cinese per il Covid. Pechino considera il fatto di aver distolto Putin dalle sue velate minacce di usare armi nucleari una chiave importante per accreditarsi rispetto alla sua politica di ristabilimento dei rapporti con l’Europa, un mercato considerato cruciale per l’economia cinese, dopo che la sua posizione di non condanna di Mosca aveva contribuito a rendere ancor più fredde le relazioni.

Meloni a Varsavia, tra agenda Ue (con la questione migranti) e manovre in vista delle Europee

Meloni a Varsavia, tra agenda Ue (con la questione migranti) e manovre in vista delle EuropeeVarsavia, 4 lug. (askanews) – I temi al centro dell’agenda Ue si intrecciano con il cammino verso le Europee nella visita che domani porterà Giorgia Meloni a Varsavia. Nella capitale polacca la premier vedrà prima (alle 10.30) il primo ministro Mateusz Morawiecki al Palazzo sull’acqua del Park Lazienki e poi parteciperà alle giornate di studio dell’Ecr (Conservatori e riformisti) di cui è presidente.

Con lo stesso Morawiecki e con l’ungherese Viktor Orban Meloni ha parlato venerdì scorso a margine del Consiglio Ue, nel tentativo – fallito – di trovare una mediazione sulle conclusioni del vertice sul tema dei migranti. Varsavia e Budapest alla fine hanno bloccato le conclusioni, ma Meloni ha detto di comprendere le loro posizioni, perché “difendono gli interessi nazionali”. Con il premier, secondo quanto reso noto da un portavoce del governo polacco, la presidente del Consiglio parlerà ancora di migranti, in particolare della difesa delle frontiere esterne dell’Unione europea, sia terrestri che marittime. Sul tavolo anche la sicurezza e la difesa, in vista del vertice Nato di Vilnius, e i temi al centro dell’agenda europea. L’incontro, sottolineano fonti italiane, dopo quello del 20 febbraio scorso sempre a Varsavia alla vigilia della visita a Kiev di Meloni, mira a consolidare il dialogo politico e a ricercare il “coordinamento” e le potenziali “sinergie” sui principali dossier europei e internazionali, comprese la questione dell’allargamento ai Balcani occidentali e la riforma istituzionale Ue. A livello bilaterale, l’interscambio commerciale è in forte crescita: 33,6 miliardi di euro nel 2022 (+16%) con un saldo positivo di 5,2 miliardi di euro. L’Italia è il quarto fornitore e il sesto cliente della Polonia a livello globale e punta a incrementare ulteriormente i rapporti. A questo proposito, Morawiecki potrebbe sollevare la questione dell’organizzazione del Vertice intergovernativo italo-polacco, la cui terza e ultima edizione si è tenuta a Varsavia nel 2013. I due, però, parleranno con tutta probabilità anche di rapporti politici. Morawiecki con il suo partito PiS (Diritto e Giustizia) fa parte del gruppo Ecr. In autunno la Polonia sarà chiamata al voto e il premier avrà come avversario Donald Tusk (Piattaforma civica) già presidente del Consiglio europeo e leader Ppe fermamente contrario ad accordi con le destre.

La situazione polacca è per questo un esempio di tutte le difficoltà che ci sono per arrivare all’alleanza popolari-conservatori caldeggiata da Meloni. Il tema sarà tra quelli al centro dell’incontro dei Conservatori e riformisti, che si è aperto oggi. “Ecr – ha sottolineato il capo delegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo Carlo Fidanza – esprime tre premier, abbiamo numeri destinati a crescere ovunque, in ogni elezione nazionale svoltasi in Europa negli ultimi mesi il centrodestra ha vinto. È chiaro che l’asse popolari-socialisti non regge più, e anche molti liberali sono insofferenti. Vedremo i numeri alla fine, ma una cosa è certa: Giorgia Meloni come capo del governo italiano e leader dei Conservatori europei sarà al tavolo da protagonista assoluta”. Il problema è che non tutto il Ppe è favorevole all’alleanza, o almeno ci sono settori dei popolari che non vogliono far patti con alcuni dei partiti che fanno parte di Ecr. Così come pesa, nel centrodestra italiano, il ‘veto’ dei popolari – ribadito ieri da Antonio Tajani – su Alternative fur Deutschland e sul Rassemblement National di Marine Le Pen, che stanno nella stessa ‘famiglia’ della Lega, ‘Identità e democrazia’. Un veto che Salvini non ha digerito: “Mi domando – ha attaccato oggi – come qualcuno di centrodestra possa preferire i socialisti, quelli dell’ideologia e degli sbarchi, al centrodestra”.

Alle Europee mancano ancora 12 mesi, ma la partita è già nel vivo, così come mostrano i movimenti in atto – più o meno alla luce del sole – per un ‘bis’ di Ursula von der Leyen e della maggioranza Ppe-Pse che porta il suo nome.

Meloni a Varsavia, tra agenda Ue e manovre in vista delle Europee

Meloni a Varsavia, tra agenda Ue e manovre in vista delle EuropeeVarsavia, 4 lug. (askanews) – I temi al centro dell’agenda Ue si intrecciano con il cammino verso le Europee nella visita che mercoledì porterà Giorgia Meloni a Varsavia. Nella capitale polacca la premier vedrà prima (alle 10.30) il primo ministro Mateusz Morawiecki al Palazzo sull’acqua del Park Lazienki e poi parteciperà alle giornate di studio dell’Ecr (Conservatori e riformisti) di cui è presidente.

Con lo stesso Morawiecki e con l’ungherese Viktor Orban Meloni ha parlato venerdì scorso a margine del Consiglio Ue, nel tentativo – fallito – di trovare una mediazione sulle conclusioni del vertice sul tema dei migranti. Varsavia e Budapest alla fine hanno bloccato le conclusioni, ma Meloni ha detto di comprendere le loro posizioni, perchè “difendono gli interessi nazionali”. Con il premier, secondo quanto reso noto da un portavoce del governo polacco, la presidente del Consiglio parlerà ancora di migranti, in particolare della difesa delle frontiere esterne dell’Unione europea, sia terrestri che marittime. Sul tavolo anche la sicurezza e la difesa, in vista del vertice Nato di Vilnius, e i temi al centro dell’agenda europea. L’incontro, sottolineano fonti italiane, dopo quello del 20 febbraio scorso sempre a Varsavia alla vigilia della visita a Kiev di Meloni, mira a consolidare il dialogo politico e a ricercare il “coordinamento” e le potenziali “sinergie” sui principali dossier europei e internazionali, comprese la questione dell’allargamento ai Balcani occidentali e la riforma istituzionale Ue. A livello bilaterale, l’interscambio commerciale è in forte crescita: 33,6 miliardi di euro nel 2022 (+16%) con un saldo positivo di 5,2 miliardi di euro. L’Italia è il quarto fornitore e il sesto cliente della Polonia a livello globale e punta a incrementare ulteriormente i rapporti. A questo proposito, Morawiecki potrebbe sollevare la questione dell’organizzazione del Vertice intergovernativo italo-polacco, la cui terza e ultima edizione si è tenuta a Varsavia nel 2013.

I due, però, parleranno con tutta probabilità anche di rapporti politici. Morawiecki con il suo partito PiS (Diritto e Giustizia) fa parte del gruppo Ecr. In autunno la Polonia sarà chiamata al voto e il premier avrà come avversario Donald Tusk (Piattaforma civica) già presidente del Consiglio europeo e leader Ppe fermamente contrario ad accordi con le destre. La situazione polacca è per questo un esempio di tutte le difficoltà che ci sono per arrivare all’alleanza popolari-conservatori caldeggiata da Meloni. Il tema sarà tra quelli al centro dell’incontro dei Conservatori e riformisti, che si è aperto oggi. “Ecr – ha sottolineato il capo delegazione di Fratelli d’Italia a Strasburgo Carlo Fidanza – esprime tre premier, abbiamo numeri destinati a crescere ovunque, in ogni elezione nazionale svoltasi in Europa negli ultimi mesi il centrodestra ha vinto. È chiaro che l’asse popolari-socialisti non regge più, e anche molti liberali sono insofferenti. Vedremo i numeri alla fine, ma una cosa è certa: Giorgia Meloni come capo del governo italiano e leader dei Conservatori europei sarà al tavolo da protagonista assoluta”.

Il problema è che non tutto il Ppe è favorevole all’alleanza, o almeno ci sono settori dei popolari che non vogliono far patti con alcuni dei partiti che fanno parte di Ecr. Così come pesa, nel centrodestra italiano, il ‘veto’ dei popolari – ribadito ieri da Antonio Tajani – su Alternative fur Deutschland e sul Rassemblement National di Marine Le Pen, che stanno nella stessa ‘famiglia’ della Lega, ‘Identità e democrazia’. Un veto che Salvini non ha digerito: “Mi domando – ha attaccato oggi – come qualcuno di centrodestra possa preferire i socialisti, quelli dell’ideologia e degli sbarchi, al centrodestra”. Alle Europee mancano ancora 12 mesi, ma la partita è già nel vivo, così come mostrano i movimenti in atto – più o meno alla luce del sole – per un ‘bis’ di Ursula von der Leyen e della maggioranza Ppe-Pse che porta il suo nome.