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Autore: Redazione StudioNews

X edizione Ecoforum: Economia circolare lavori in Corso

X edizione Ecoforum: Economia circolare lavori in CorsoRoma, 4 lug. (askanews) – In Italia l’economia circolare e i green jobs rappresentano la strada del futuro. Ne è convinta la gran parte dei cittadini sempre più informata sul tema, attenta alle questioni ambientali e convinta che l’Italia debba procedere e accelerare in questa direzione. Nel 2023 cresce, infatti, sia la quota dei conoscitori dell’economia circolare che arriva al 45% (segnando un incremento del +5% rispetto a cinque anni fa); sia il numero dei cittadini – ben il 60% – secondo i quali i ‘green jobs’ aumenteranno in futuro (+12% rispetto al 2022). È fondamentale però una maggiore consapevolezza della leadership italiana nel settore visto che il 43% dei cittadini non sa e non ritiene credibile che l’Italia abbia la percentuale più alta in Europa sul riciclo dei rifiuti. Idee chiare e grande consapevolezza invece sulla crisi climatica: il 63% dei cittadini ritiene i disastri (siccità, alluvioni e trombe d’aria, etc.) la prima conseguenza dei cambiamenti climatici che generano a cascata conseguenze economiche per gli individui (aumento del costo dei prodotti alimentari e della vita più in generale). Le azioni di protesta come imbrattare monumenti e opere d’arte sono ritenute necessarie e comprensibili dal 20% degli intervistati, mentre sono bocciate dal 49%, che le considera gesti irresponsabili e incomprensibili.

A tracciare questo quadro è la X edizione dell’Ecoforum 2023, la conferenza nazionale sull’economia circolare organizzata dal 4 al 6 luglio a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e della Regione Lazio, e che si è aperta oggi con la presentazione del sondaggio Ipsos ‘L’Italia e l’economia circolare’. Economia circolare, green jobs, crisi climatica e ambiente i quattro temi al centro della ricerca realizzata a cura di CONOU, Legambiente, Editoriale Nuova Ecologia e che rappresentano i pilastri su cui il Paese deve lavorare attraverso politiche più lungimiranti e interventi concreti. In particolare l’Italia deve accelerare il passo sull’economia circolare, superando i tanti ostacoli burocratici e tecnologici che ancora frenano lo sviluppo di questo nuovo modello di sviluppo economico. Al tempo stesso deve colmare anche i gravi ritardi sulla qualità della raccolta differenziata, a partire da quella dell’organico. Ad oggi solo in un impianto su quattro lo scarto della frazione organica è inferiore al 2,5%, quantità massima ottimale per ottenere compost di qualità in uscita dagli impianti. Nell’organico raccolto ancora ci sono percentuali significative di materiali non compostabili (MNC) che compromettono la qualità e sono un problema per chi gestisce gli impianti. Stando ai dati elaborati da Legambiente attraverso un’indagine diretta e mirata agli impianti di trattamento della frazione organica, sacchetti di plastica non compostabile (4,2%), seguiti da ‘plastica in film, imballaggi in plastica e altra plastica’ (2,2%), sono i materiali più trovati. Le modalità di raccolta incidono molto sulla qualità: con la raccolta differenziata mista (stradale + porta a porta) la percentuale di scarti è del 15%, mentre con le raccolte domiciliari la percentuale di materiali estranei diminuisce al 3,4%. Riciclo e sviluppo delle filiere dell’economia circolare, su questo si basano le 5 priorità che Legambiente e Kyoto Club indirizzano al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin presente alla prima giornata dell’Ecoforum:

1) Implementare la capacità impiantistica di riciclo e riuso, a partire dalle filiere più urgenti, quali l’organico, colmando il divario tra nord e centro sud del Paese e fermando il turismo dei rifiuti verso le regioni più infrastrutturate, perseguendo la strategia ‘Rifiuti zero, impianti mille’. 2) Applicare il principio ‘chi inquina paga’ per disincentivare lo smaltimento in discarica e favorire la prevenzione e il riciclo dei rifiuti. 3) Attivare politiche industriali strutturate a supporto delle imprese che già investono o che vogliono investire in questa direzione. 4) Supportare dal livello centrale gli enti locali destinatari dei finanziamenti del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. 5) Costruire una filiera nazionale di approvvigionamento delle materie prime critiche per evitare di alimentare future dipendenze da paesi esteri, dando massima priorità all’economia circolare dai RAEE. ‘Nonostante in Italia l’economia circolare abbia trovato da molti anni un terreno fertile – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – come dimostrano le tante esperienze virtuose di comuni, consorzi, aziende pubbliche e private, sono ancora diversi gli ostacoli da rimuovere e i ritardi da colmare. Norme farraginose, autorizzazioni lente, controlli pubblici a macchia di leopardo, progetti calati dall’alto non aiutano a far decollare l’economia circolare in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Servono mille nuovi impianti di economia circolare e progetti innovativi che vadano nella giusta direzione, come quelli che stiamo raccontando e visitando dal Nord al Sud della Penisola con la nostra campagna nazionale sui cantieri della transizione ecologica. È fondamentale anche rivendicare la nostra leadership sull’economia circolare in Europa, per rafforzare ulteriormente il Green Deal, al centro di polemiche strumentali, davvero incomprensibili, che non fanno altro che isolare l’Italia e il suo sistema produttivo nel percorso verso la decarbonizzazione del vecchio Continente entro il 2050’.

‘L’Italia vanta molti record sull’economia circolare – dichiara Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club – ci sono però due problemi. Il primo è che spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto e non li valorizziamo abbastanza. Il secondo è che sono record ottenuti dal vitale sistema economico italiano senza essere appoggiati da una visione politica generale lungimirante. Ciò mette a rischio quegli stessi record: dobbiamo avere più coraggio nello spingere su innovazione e sostenibilità a partire dalle risorse messe a disposizione dall’Europa sul green deal e invece troppo spesso assistiamo a frenate incomprensibili su questi temi da parte della politica e delle classi dirigenti’. Sondaggio Ipsos, focus materiali riciclabili: tra gli altri dati, per i cittadini la plastica, gli olii esausti ed i RAEE sono i materiali ritenuti più pericolosi per l’ambiente, in particolare la plastica dura. I materiali riconosciuti come più facilmente rigenerabili sono quelli percepiti come meno pericolosi per l’ambiente: il vetro e la carta. Per quel che riguarda l’olio minerale esausto, quasi metà del campione sa che viene raccolto (+2% dal 2022). Una volta informati i cittadini che non ne sono a conoscenza che l’olio minerale esausto raccolto può essere completamente rigenerato e riutilizzato, quasi 1 italiano su 2 vede in questa pratica un supporto all’indipendenza energetica del Paese.

‘C’è ancora molto lavoro da fare perché in Italia si diffonda una piena contezza dell’importanza e necessità dell’economia circolare per l’ambiente e lo sviluppo, ma è incoraggiante che in un solo anno il numero delle persone consapevoli dell’urgenza di questa sfida sia cresciuto con all’avanguardia i più giovani. L’economia circolare è un cambio di approccio ‘totale’ che dovrà pervadere tutta l’economia, ma, soprattutto, il nostro sistema culturale e valoriale. Spiace peraltro che gli Italiani non abbiano consapevolezza di come il nostro Paese abbia dimostrato, nell’Economia Circolare, una eccellenza di risultati e di modello organizzativo – I Consorzi – senza pari in Europa. L’esperienza del CONOU, che rigenera tutto (98%) l’olio minerale usato, dimostra non solo che l’economia circolare non è un’utopia, ma anche che è una leva in grado di apportare benefici concreti: nel solo 2022, grazie al lavoro delle imprese del CONOU, si è evitata l’immissione in atmosfera di 64 mila tonnellate di CO2 e di una serie di innumerevoli inquinanti, ma anche si sono risparmiati circa 130 milioni di euro di importazioni di greggio. Il futuro dunque è già qui, ma non può prescindere dalla collaborazione sinergica di tutti – Istituzioni, imprese, cittadini – per accelerare verso la transizione circolare’, commenta Riccardo Piunti, Presidente del CONOU. ‘L’Italia ha un sistema di raccolta differenziata e riciclo che funziona, e che ha costi inferiori rispetto agli altri Paesi. Oggi, infatti, da noi più di sette imballaggi su dieci trovano una seconda vita, superando ampiamente la percentuale di riciclo degli imballaggi chiesta dall’Europa entro il 2025. Un sistema di cui andare orgogliosi, da valorizzare e difendere. È importante ora continuare a impegnarsi perché la raccolta cresca in qualità, e non solo in quantità, e che i risultati migliorino in tutte le aree del Paese, incluse quelle di alcune Regioni del Mezzogiorno in cui ancora mancano impianti per il recupero dei rifiuti. Ricordando sempre che l’obiettivo finale del nostro lavoro è il riciclo: in un Paese povero di materie prime come l’Italia, recuperare gli imballaggi e trasformarli in nuova materia è prioritario. Sempre più cittadini se ne rendono conto. Da uno studio che abbiamo appena commissionato a IPSOS, infatti, emerge come il 79% degli italiani di norma preferisca acquistare prodotti imballati in confezioni riciclabili, e il 74% sia normalmente attento a scegliere packaging che riportino in etichetta indicazioni sulla corretta raccolta differenziata’, dichiara Ignazio Capuano presidente CONAI Italia indietro sulla qualità della raccolta differenziata, a partire da quella dell’organico. I dati. La FORSU (La Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) rappresentata il 39% dei rifiuti differenziati (7,4 milioni di tonnellate nel 2021) e viene raccolta in maniera differenziata nel 96% dei comuni italiani. Secondo i dati forniti da Ispra e rielaborati da Legambiente, nel 2021 sono stati trattati 8,3 milioni di tonnellate di materiale di materiale organico e di queste ben il 17% (1,4 milioni di tonnellate) è risultato essere un materiale di scarto. Negli impianti, nell’11% dei casi è arrivato materiale con una percentuale di scarto superiore al 50%, nel 57% gli scarti hanno rappresentato tra il 5 e il 50%. Solo in un impianto su quattro lo scarto della frazione organica è stato inferiore al 2,5%, quantità massima ottimale che permette di ottenere compost di qualità in uscita dagli impianti.

Seif 2023: la difesa del mare riparte dall’Isola d’Elba

Seif 2023: la difesa del mare riparte dall’Isola d’ElbaMilano, 4 lug. (askanews) – Grande successo per la quinta edizione di Seif – Sea Essence International Festival, il primo festival internazionale dedicato alla salvaguardia e alla valorizzazione del mare e della sua essenza, che si è svolta dal 30 giugno al 2 luglio con al centro le “Transizioni”. Attraverso un approccio multidisciplinare, la manifestazione ha messo insieme storia, economia, arte, antropologia, cultura, politica e musica per raccontare la Transizione Ambientale e il ruolo del mare nei cambiamenti climatici, la Transizione Economica e il valore della Blue Economy la Transizione Sociale, per dare voce a chi il mare lo vive ogni giorno. Organizzata dalla Fondazione Acqua dell’Elba, la manifestazione ha ricevuto l’endorsement del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030) e il patrocinio – tra gli altri – del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, della Regione Toscana e di tutti i Comuni dell’Isola d’Elba.

“Siamo molto felici di quanto costruito anche quest’anno: è stata un’edizione piena di idee e contributi, grazie all’intervento di tanti ospiti provenienti dal mondo accademico, della ricerca e della società civile che hanno preso parte a SEIF 2023, condividendo con gli elbani e tutti i presenti la loro esperienza, la loro conoscenza e i loro progetti. Ancora una volta, con SEIF l’Isola d’Elba si è confermata un palcoscenico privilegiato per dare voce al mare e a chi lo abita ogni giorno. Tra gli obiettivi della Fondazione Acqua d’Elba vi sono infatti quello di evidenziare il ruolo centrale del mare nella nostra vita quotidiana e quello di ricordarci di proteggerlo e valorizzarlo, per portare avanti una crescente sostenibilità per l’ecosistema marino”, spiega Fabio Murzi, Presidente della Fondazione Acqua dell’Elba. “È con grande piacere che saluto questa nuova edizione della manifestazione organizzata dalla Fondazione Acqua dell’Elba, un’edizione di particolare interesse perché tocca ed approfondisce in modo intelligente temi sui quali anche la Regione da tempo sta lavorando”, è il messaggio inviato da Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana, in occasione di SEIF 2023. “Al centro di tutto c’è il mare, il mare dell’Elba ormai universalmente riconosciuto come uno dei più belli d’Italia, così come il suo ecosistema, la sua costa ed il rigoglioso entroterra, splendidamente disegnato dalla natura e dalla storia. Natura e mano dell’uomo, cultura e arte, economia e ambiente cooperano con l’obiettivo di rendere possibile la transizione ambientale e realizzare uno sviluppo sostenibile. In questo senso credo che dal mare possano venire risposte importanti per quella transizione ecologica che dall’ottobre scorso è al centro di un nuovo Piano regionale, il piano regionale per la transizione ecologica. Uno strumento strategico che, coinvolgendo direttamente cittadini e mondo scientifico, punta a contrastare inquinamento e cambiamenti climatici e a tutelare ecosistemi e biodiversità e a far crescere la Blue Economy”.

Nel corso della tre giorni è stata presentata l’edizione 2023 di Vele Spiegate, la campagna di Legambiente che organizza campi di volontariato in barca a vela dedicati al monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge e in mare, alla pulizia delle coste, alla sensibilizzazione di turisti e bagnanti, e sull’isola sono stati ospitati i partecipanti della scuola di “Sail&Explore”, il progetto dell’omonima ONG svizzera che punta a diffondere, tramite concrete esperienze sul campo, una corretta sensibilità sul tema delle microplastiche. Molti gli appuntamenti anche per i più piccoli, con i programmi mattutini e pomeridiani di formazione affidati a Legambiente – sezione Arcipelago Toscano, alla biologa marina – e già vincitrice del premio Unesco “Donna di Mare” – Marta Musso, a Viola Centi con il laboratorio di danze popolari. Per gli appassionati delle profondità, si sono poi tenute le sessioni “Diving with SEIF”. La collaborazione con Elba Diving Center di Marciana Marina ha dato a tutti la possibilità di immergersi per scoprire da vicino il mare. Sotto il cielo stellato di Marciana Marina, SEIF ha dato infine spazio all’arte, veicolo fondamentale per portare ad un pubblico sempre più vasto la tematica ambientale, grazie alle serate di teatro e musica pensate per disseminare una nuova cultura del mare. Ad animare le serate di SEIF sono stati i musicisti della Banda Osiris con lo spettacolo “4 pesci fuor d’acqua” che si è trasformato in un viaggio musicale attraverso i problemi che affliggono il nostro pianeta, il concerto spettacolo di Viola Centi “Tarantella – Ritmi popolari” che ha dato nuova musica all’epico Nostos di Ulisse, lo spettacolo “La Storia del Mare” recitato e diretto da Alessandro Vanoli, che racconta la geologia, gli uomini delle coste, le scoperte, le navi, le guerre, i miti e i sogni, i pesci e gli esseri marini.

Nestlé Italia: nel 2022 generati 4,2 mld di valore condiviso

Nestlé Italia: nel 2022 generati 4,2 mld di valore condivisoMilano, 4 lug. (askanews) – Nel 2022 il gruppo Nestlé ha generato 4,2 miliardi di euro di valore condiviso in Italia, pari allo 0,22% del pil, registrando un incremento del 5,5% rispetto al 2020. Rispetto al totale del valore generato nel nostro Paese, il 94% risulta distribuito tra Stato, lavoratori e attori esterni coinvolti nella filiera. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla nuova edizione dello studio “Nestlé crea valore per l’Italia” presentato da Marco Travaglia, presidente e amministratore delegato del gruppo Nestlé in Italia e Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys, durante l’incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy per i 110 anni di Nestlé in Italia.

In termini di occupazione, ogni dipendente Nestlé genera indirettamente otto posti di lavoro in Italia, per un totale di 43.040 addetti. Grazie alle sue attività produttive, nel 2022 Nestlé ha determinato la creazione di 1,257 miliardi di euro di salari lungo la filiera, pari allo 0,8% delle retribuzioni dell’industria manifatturiera ed equiparabile al consumo annuale medio di 43.596 famiglie. “Nestlé riveste un ruolo sempre più centrale nell’economia del nostro Paese, generando un valore condiviso di cui beneficiano l’intera nazione e le piccole comunità locali. Nel corso dei nostri 110 anni di presenza in Italia abbiamo costruito un solido e radicato legame con il territorio, contraddistinto da caratteristiche uniche che vogliamo continuare a valorizzare – ha dichiarato Travaglia – Continuiamo a credere e a scommettere sull’Italia attraverso investimenti costanti sull’intero comparto, sviluppando progetti che riescono ad avere impatti sociali positivi e mettendo a disposizione di istituzioni, enti e aziende la nostra capacità di innovare costantemente”.

Dei 4,2 miliardi di euro di valore condiviso generati nel 2022, le ricadute dirette ammontano a 816 milioni di euro, quelle indirette a 2,018 miliardi e le indotte a 1,394 miliardi. Inoltre, lo scorso anno Nestlé ha contribuito a versare 1,537 miliardi di euro di tasse nel nostro Paese, pari allo 0,3% delle entrate fiscali italiane, e ha elargito donazioni per un valore pari a 3,4 milioni di euro. La storia di Nestlé in Italia inizia 110 anni fa, nel 1913, quando viene depositata a Milano l’etichetta “Farina Lattea Nestlé”. Allora il gruppo vendeva due prodotti ancora oggi presenti sulle nostre tavole: il latte in polvere e il latte condensato. Oggi il gruppo è presente nel nostro Paese con 10 stabilimenti e 74 punti vendita che impiegano circa 4.600 persone.

A due marchi della multinazionale svizzera, Baci Perugina e S. Pellegrino, scelti a simbolo della tradizione e della internazionalità dell’azienda, è dedicata l’esposizione patrocinata da Altagamma (di cui S. Pellegrino è socia) allestita presso il ministero delle Imprese e del made in Italy per celebrare l’anniversario dell’azienda.

Zaia: legalità è di fondamentale importanza in economia

Zaia: legalità è di fondamentale importanza in economiaVenezia, 4 lug. (askanews) – “Il valore della legalità è di fondamentale importanza per il corretto funzionamento di una società democratica e giusta. La legalità si basa sul rispetto delle leggi e delle norme che regolano la convivenza civile e garantiscono i diritti e le libertà di tutti i cittadini. La Regione del Veneto vanta un Protocollo unico nel suo genere sottoscritto nel 2019 con ventisei parti sociali e poi rinnovato e ampliato nel 2023, ai fini della prevenzione dei tentativi d’infiltrazione della criminalità organizzata. L’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia ha evidenziato come la criminalità organizzata ‘preferisce agire con modalità silenziose, affinando e implementando la pervasiva infiltrazione del tessuto economico-produttivo’. Ben vengano, quindi, iniziative come quella organizzata giovedì 6 dalla Regione Veneto per studiare questo fenomeno criminale e le sue ripercussioni sul mercato produttivo e per evidenziare i presìdi di legalità economica”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, anticipa il convegno organizzato giovedì 6 luglio presso l’Auditorio Cesare De Michelis del Museo M9 (via G. Pascoli n. 11, Venezia Mestre) intitolato “Infiltrazione mafiosa in ambito economico. Analisi del fenomeno e prevenzione”.

Il convegno, promosso dalla Cabina di Regia del Protocollo e gestito da Anci Veneto, si pone come obiettivo di analizzare e prevenire l’infiltrazione mafiosa in ambito economico e le effettive ripercussioni sul regolare funzionamento del mercato e la minaccia alla libera concorrenza tra le imprese. Oltre ad evidenziare e valorizzare il ruolo delle categorie economiche, professionisti ed operatori commerciali, quali presìdi di legalità economica nello svolgimento delle loro funzioni improntate al rispetto delle regole, norme, valori e comportamenti di una professione o di un’attività imprenditoriale, al fine di assicurare e garantire la piena libertà d’impresa e la difesa del sistema economico. L’introduzione sarà a cura del responsabile della Cabina di regia del Protocollo di Legalità della Regione del Veneto, il consigliere Roberto Bet. Gli interventi prevedono le relazioni di Giovanni Vaia dell’università Ca’ Foscari, Antonio Parbonetti dell’università di Padova, Roberto Flor dell’università di Verona e saranno moderati da Pierluigi Granata della Cabina di regia.

Successivamente, sono previste le partecipazioni delle categorie economiche e produttive e in conclusione gli interventi del Prefetto di Venezia, Michele Di Bari e il vice direttore della Banca d’Italia, sede di Venezia, Stefano Francescon. Questi ultimi due illustreranno le forme di intervento concreto, di natura preventiva, della Prefettura, nell’applicazione della “Legislazione antimafia”, ex D.Lgs nr.159/2011, con particolare riferimento alle c.d. informazioni antimafia, e della Banca d’Italia- UIF – attraverso le funzioni previste dalla normativa antiriciclaggio, ex D.Lgs nr.231/2007.

Tutti i vincitori del 13esimo Figari International Film Fest

Tutti i vincitori del 13esimo Figari International Film FestRoma, 4 lug. (askanews) – Grande successo per la tredicesima edizione del Figari International Short Film Fest che dal 26 giugno al primo luglio ha portato nella cornice di Golfo Aranci un’importante selezione di cortometraggi, ospiti noti e i principali rappresentanti del mondo dell’industria cinematografica breve. Un’edizione caratterizzata da una grandissima affluenza di pubblico alle proiezioni in spiaggia e l’altissima qualità dei cortometraggi in concorso che sono stati premiati da tre diverse giurie di qualità.

Per la sezione “Scarpette rosse”, ossia i corti a tematica femminile, il primo premio è andato a “La neve coprirà tutte le cose” di Daniele Babbo con un verdetto unanime delle giurate d’eccezione Thony, Aurora Giovinazzo e Annalia Venezia. Il Best Regional è stato invece consegnato a Gianni Cesaraccio per il suo film “Quello che è mio” dalla giuria composta da Andrea Arcangeli, Michela Giraud e Matteo Martari. La stessa giuria, che si è lungamente confrontata sui lavori in concorso, ha consegnato anche il premio Best International a Fairplay di Zoel Aeshbacher dedicando anche una menzione speciale a “Old Tricks” di Edoardo Pasquini e Viktor Ivanov, tra i più apprezzati della rassegna. Gli ospiti internazionali Juliette Canon, Jaime Manrique, e Joao Gonzalez hanno consegnato invece i premi per il miglior cortometraggio di Animazione a “Scale” di Joseph Pierce, con una menzione speciale a “Rest in Peace” di Antoine Antabi, e premiato come migliore corto italiano “Tria” di Giulia Grandinetti, dedicando una menzione speciale a Battimà di Federico Demattè.

Tra i riconoscimenti più ambiti di quest’anno il Premio Rai Cinema Channel è stato consegnato da Manuela Rima a Federico Mazzarisi per “Macerie” e il premio di France TV è andato a “Flores del precipicio” di Andrea Gatopoulos. Il WeShort Award come miglior cortometraggio è andato a “Old Tricks” e il WeShort Award per il miglior Pitch a “Teacher Andy” di Federico Fasulo e Giulia Cafagna. Questi tre premi consentiranno ai cortometraggi premiati di essere acquistati e poi trasmessi dalle emittenti e piattaforme partner dell’iniziativa. I migliori produttori di quest’anno sono invece con la 10D Film, Francesca Andriani e Guglielmo D’Avanzo. Una speciale giuria popolare ha poi assegnato il Premio del pubblico a “Quello che è mio” di Gianni Cesaraccio e dedicato una menzione speciale a “68.415” di Antonella Sabatino.

Aurora Giovinazzo e Andrea Lattanzi hanno ricevuto il Premio Beatrice Bracco, quali migliori giovani interpreti dell’anno, e il Premio Guglielmo Marconi è andato all’attrice e doppiatrice Marta Filippi. Tra gli ospiti che hanno arricchito la kermesse anche Giacomo Ferrara, Andrea Pinna, Jacopo Cullin e Greta Scarano. Il direttore artistico Matteo Pianezzi ha commentato: “Questo 13º FISFF è stato forse uno dei più gioiosi e partecipati di sempre, tanti ospiti, location incredibili ed una internazionalizzazione sempre più forte. Ci tengo a ringraziare tutte le istituzioni e i partner che finanziano l’iniziativa e il nostro splendido staff che ogni anno è sempre più punto di forza della manifestazione. Da oggi siamo già a lavoro sul 2024 nel quale vi regaleremo un festival con davvero tutto il miglior cinema giovane nazionale ed una forte vocazione all’industria e alla coproduzione internazionale. Abbiamo già alcune sorprese pronte e presto condivideremo con voi delle novità”.

Salute mentale, Fondazione Di Liegro: arte-terapia favorisce inclusione

Salute mentale, Fondazione Di Liegro: arte-terapia favorisce inclusioneFirenze, 4 lug. (askanews) – Il teatro come forma di apertura verso gli altri e di inclusione sociale, l’utilizzo degli strumenti musicali per facilitare la comunicazione e l’apprendimento. I benefici dell’arte-terapia sono alla base di uno dei progetti realizzati dalla Fondazione Don Luigi Di Liegro, inaugurato nel 2013 e rivolto alle persone con disagio mentale. In dieci anni la Fondazione ha organizzato più di 90 laboratori, che hanno coinvolto oltre 1.800 partecipanti. Come da consuetudine al termine di ogni ciclo del programma, è andata in scena una rappresentazione finale dei laboratori di teatro, musica e arte, in attesa dell’avvio delle nuove sessioni dopo l’estate. La distribuzione degli utenti per caratteristiche anagrafiche all’interno dei laboratori rivela una età prevalentemente adulta – pur non mancando una quota di giovani – e un maggior numero di partecipanti di genere maschile.

In Italia gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici ammontavano a 778.737 unità nel corso del 2021, in base agli ultimi dati rilevati dal Ministero della Salute. Gli utenti erano di sesso femminile nel 53,6% dei casi. Dal conteggio era stata esclusa la Regione Calabria per la quale non erano disponibili i dati. I laboratori della Fondazione Di Liegro sono rivolti a persone con disagio mentale, che effettuano un percorso terapeutico riabilitativo in carico ai Centri di Salute Mentale delle ASL di Roma, e si avvalgono del contributo fondamentale di conduttori specializzati e di volontari che, dopo aver frequentato un corso formativo, accompagnano e sostengono l’impegno dei partecipanti, coordinati dai responsabili della Fondazione. Oltre al teatro, alla musica e all’arte, durante l’anno sono state messe a disposizione degli utenti anche altre forme di espressione e di aggregazione a fini terapeutici, come i laboratori di fotografia e il fit-walking. Tutte queste attività risultano utili per acquisire empowerment ed esperienze di socializzazione e aiutano a risolvere le problematiche che alcune persone si ritrovano ad affrontare con l’affiorare dei disturbi sin dall’età giovanile. Inoltre i laboratori rappresentano un’efficace opportunità di integrare i percorsi terapeutico-riabilitativi.

Nello specifico, il laboratorio di teatro della Fondazione Di Liegro si configura come uno spazio protetto in cui le persone riescono ad esprimere il proprio mondo e tutto il loro potenziale inespresso attraverso l’arte. Questo è reso possibile mediante le attività che il conduttore del laboratorio di volta in volta propone: training fisico, attività di improvvisazione, esplorazione e comunicazione volte a stimolare la relazione e la creatività. Alla fine del ciclo viene portato in scena il materiale scritto e creato dai partecipanti stessi, come unione delle differenti esperienze che costituiscono lo spettacolo. La musico-terapia è un altro strumento che si è rivelato particolarmente efficace se inserito all’interno dei percorsi riabilitativi. La musica, infatti, permette di comunicare vissuti ed emozioni e di elaborare sensazioni che non si riescono a far emergere con le semplici parole nei contesti quotidiani, contribuendo a migliorare la qualità della vita. All’interno dei laboratori, organizzati ogni lunedì nel padiglione della Fondazione Di Liegro, vengono messi a disposizione dei partecipanti degli strumenti di percussione aperti e chiusi. «Quello che può davvero aiutare le persone con disagio mentale sono le relazioni sociali che si creano intorno a loro. È importante che si sentano parte integrante della società e non di rappresentare un problema, e che percepiscano di avere qualcosa da dare agli altri» spiega Luigina Di Liegro, fondatrice e segretaria generale della Fondazione. «Negli anni la Fondazione si è specializzata nell’arte-terapia e organizza dei laboratori che permettono a tutte le persone che partecipano, non solo gli utenti ma anche ai volontari e ai familiari, di esprimersi attraverso dei canali universali e paritari, il cui linguaggio è lo stesso per tutti. Con le relazioni ci si può ammalare ma anche curare, quindi il coinvolgimento delle famiglie rappresenta talvolta il problema e al tempo stesso può essere la soluzione» aggiunge la psicoterapeuta Anna Maria Palmieri, membro del Comitato Scientifico della Fondazione Di Liegro.

Avicoltura, fatturato 2022 a 7,4 mld (+24,5%), ma produzione e consumi giù

Avicoltura, fatturato 2022 a 7,4 mld (+24,5%), ma produzione e consumi giùMilano, 4 lug. (askanews) – Nel 2022 il settore avicolo, che comprende carni bianche e uova, ha realizzato un fatturato di 7,4 miliardi, un risultato in crescita del 24,5% rispetto a 5,9 delll’anno prima. A fronte di questo incremento a valore per la filiera, invece, la produzione di carne avicola è calata dell’11,2% con 1,22 milioni di tonnellate di carne prodotta e la produzione di uova del 2,5% a 11,8 miliardi. Anche sul fronte dei consumi si è registrato un calo che a livello pro-capite è stato pari al 4,3% sul 2021, in prevalenza di tacchino, passati da 21,43 a 20,5 chili. Per le uova invece il consumo pro-capite è stato di 227, in aumento del 7,4%.

A spiegare i numeri registrati lo scorso anno dal comparto, Antonio Forlini, presidente di Unaitalia, in occasione dell’assemblea dell’associazione nazionale delle carni bianche italiane, che conta 64mila addetti: “L’avicoltura italiana si trova di fronte a uno scenario complesso. In conseguenza del calo produttivo dell’11,2%, nel 2022, per la prima volta abbiamo rischiato di perdere la nostra storica autosufficienza a causa degli effetti dell’aviaria, che ha provocato danni al settore per 262 milioni di euro da ottobre 2021 a maggio 2022 e ci siamo trovati a perdere l’8% di tasso di approvvigionamento. A queste difficoltà si sommano ora i danni dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, tra le regioni a più alta vocazione avicola, per più di 15 milioni di euro, il peso dell’inflazione (+7,6% a maggio dati Istat) che frena i consumi e quello dei costi produttivi (+23% nell’ultimo anno). I fatti recenti ci hanno insegnato che le conquiste del nostro settore non possono essere date più per scontate e che la gestione delle emergenze è la nuova normalità. Per questo non ci possiamo più permettere di compiere scelte sbagliate nella definizione delle politiche produttive future, soprattutto a livello europeo”. Così Nel dettaglio nel 2022, il fatturato industriale si è diviso tra i 5,35 miliardi delle carni avicole (erano 4,83 mld nel 2021) e i 2 miliardi delle uova (1,07 mld nel 2021). Quest’anno la produzione si prevede ancora in calo del -3,3% rispetto all’anno di riferimento 2021 (quando si attestava a 1,36 milioni di tonnellate), ma in ripresa rispetto al 2022.

Durante l’assemblea sono stati affrontati anche alcuni temi relativi alla Farm to fork in attesa di revisione da parte della Commissione europea, in particolare del pacchetto di riforma delle regole sul benessere animale, della direttiva emissioni industriali e di quella sugli imballaggi, il presidente di Unaitalia ha sottolineato come “l’ipertrofia regolatoria a cui assistiamo rischia di mettere fuori gioco le nostre produzioni caricandole di maggiori costi e riducendone l’efficienza, senza che sia stata fatta una valutazione cumulativa degli impatti. Il cambiamento è possibile e duraturo se è guidato dalla scienza e mediato dal settore chiamato a generarlo, in accordo con il mercato, trovando il miglior punto di equilibrio possibile tra impatti ambientali, economici e sociali”. Forlini plaude agli interventi dall’attuale governo in materia agroalimentare, a partire da quello che definisce un “segnale politico” sulla carne artificiale, e chiede di difendere il comparto a Bruxelles oltre a misure che ridiano potere di acquisto ai consumatori. “Basta attacchi ideologici e un ambientalismo e animalismo che nasconde interessi economici molto rilevanti. Bene, dunque, i primi provvedimenti dell’attuale maggioranza, come il segnale politico sulla carne prodotta in laboratorio, la svolta impressa sul tema delle tecniche di evoluzione assistita (Tea) che potrebbe ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime per mangimi o il disegno di legge sul ‘meat sounding’. Al Governo chiediamo di proteggere in Europa un asset strategico del nostro made in Italy con meccanismi di vera reciprocità rispetto alle importazioni extra-UE, la difesa della sicurezza alimentare per i nostri consumatori, periodi di adeguamento alle nuove regole congrui e ben sostenuti – ha detto – E’ necessario procedere spediti sulla strada delle riforme, con l’attuazione efficace del Pnrr e con alcuni strumenti come i contratti di filiera, l’agrivoltaico e la transizione digitale. Occorre rendere l’Italia un paese più competitivo con l’auspicata riduzione del cuneo fiscale e con interventi pro-consumi erosi dall’inflazione, come la riduzione dell’IVA al 4% che garantirebbe a tutti l’accesso a carni bianche e uova, le proteine più democratiche sul carrello della spesa”.

Durante l’assemblea sono stati ribaditi alcuni passi fatti avanti dall’avicoltura italiana come l’uso degli antibiotici, sceso, secondo dati Ema Evsac, del 90% dal 2011 al 2020, o il dato sulle emissioni di Co2 della produzione avicola italiana che secondo la Fao sarebbe circa il 50% in meno di Co2 rispetto alla media mondiale (Fonte: Faostat). Il 62% della produzione avicola in Italia, inoltre, riporta informazioni volontarie aggiuntive in etichetta disponibili al consumatore. Di queste, il 52% riguarda l’uso di luce naturale e il 50% degli arricchimenti ambientali. La densità inferiore ai limiti di legge è indicata dal 30% degli aderenti al Disciplinare, mentre il 6% della produzione usa razze “a lento accrescimento”. Il 28% dei prodotti che riportano informazioni aggiuntive in etichetta (uno su tre) risponde infine a standard di “maggiore benessere”, ovvero sono garantite contemporaneamente in allevamento densità ridotte, arricchimenti ambientali e/o disponibilità di luce naturale. Per le uova da consumo il passaggio a produzioni cage free sugli allevamenti delle filiere aderenti ad Unaitalia, inclusi quelli in soccida, supera l’80%. “Le recenti esperienze sui dossier strategici per il settore – ha aggiunto Forlini – ci insegnano che non possiamo continuare a dipendere dagli studi di centri di ricerca e università, molto spesso del nord Europa, che si ispirano a modelli diversi dal nostro e che sono presi a riferimento nel processo decisionale europeo. Valorizziamo le nostre eccellenze anche in campo scientifico con un polo del made in Italy della ricerca nell’agroalimentare: una rete unica tra Istituti zooprofilattici, che sono un unicum italiano, università e centri di ricerca che ne coordini il lavoro per essere più visibili e competitivi nelle sedi che definiscono le policy europee”.

Magna Graecia Film Festival, a Susan Sarandon la Colonna d’Oro

Magna Graecia Film Festival, a Susan Sarandon la Colonna d’OroRoma, 4 lug. (askanews) – Dopo il concerto di Russell Crowe al Teatro Politeama di Catanzaro, che ha aperto la sua tournée in Italia, il Magna Graecia Film Festival annuncia un altro evento d’eccezione, per festeggiare i vent’anni del festival, che si terrà a Catanzaro dal 29 luglio al 5 agosto 2023. L’attrice Premio Oscar Susan Sarandon sarà, infatti, premiata con la Colonna d’Oro alla carriera realizzata dal brand Gb Spadafora e sarà protagonista di una masterclass aperta al pubblico, moderata dalla giornalista Silvia Bizio. Il Magna Graecia Film Festival, ideato e diretto da Gianvito Casadonte, omaggerà inoltre la Sarandon con la proiezione del film “Thelma & Louise”, diretto nel 1991 da Ridley Scott, film scelto nel 2016 per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti.

Susan Sarandon ha ricevuto in carriera cinque nomination ai premi Oscar vincendone uno, come miglior attrice protagonista, per “Dead Man Walking – Condannato a morte”. Ha ricevuto numerose nomination agli Emmy Awards e ai Golden Globe e ha plasmato molti personaggi iconici in film quali “The Rocky Horror Picture Show”; “Pretty Baby”; “Atlantic City”, “U.S.A.”; “Miriam si sveglia a mezzanotte”; “Bull Durham – Un gioco a tre mani”; “Thelma & Louise”; “L’olio di Lorenzo”; “Il cliente” e “Due amiche esplosive”, solo per citarne alcuni.

Il 90% dei crediti ‘non performing’ sono a rischio

Il 90% dei crediti ‘non performing’ sono a rischioRoma, 4 lug. (askanews) – Trecentoquaranta miliardi di euro. Una cifra pazzesca che dà conto del valore, in Italia, dei cosiddetti crediti non performing. Crediti che i debitori non riescono più a ripagare regolarmente e per i quali il recupero è incerto sia in termini di rispetto della scadenza sia per l’ammontare dell’esposizione di capitale: “Fino a oggi -spiega Graziano Meloni, presidente e amministratore delegato di Manteia-Memar srl, società fintech specializzata in tecnologia avanzata e servizi per banche e asset manager- quando quei crediti vengono ceduti a fondi e servicer specializzati sono analizzati e presi in carico dai gestori, ma il vaglio e l’attività specializzata, vista la mole di documentazione, si limita al 10% del totale. Il che ovviamente offre una efficacia parziale e spesso incompleta con ricadute economiche di non poco conto”.

La pandemia prima e la guerra in Ucraina poi hanno ovviamente aggravato l’ineffcienza del settore che tuttavia già esisteva: “Il rimedio -afferma Meloni- è nella tecnologia avanzata e, in particolare, nell’uso dell’Intelligenza artificiale che aiuta a estrarre e ordinare le informazioni più o meno complesse, così da renderne più dettagliata l’analisi. I portafogli di credito contengono diverse tipologie di titoli, come crediti appunto problematici e inesigibili, ma anche incagli e debiti ancora performanti ma da attenzionare. Ad analizzare la documentazione sono di solito pool di specialisti che devono limitarsi a controllarne solo in parte, mentre il resto viene preso, diciamo così, a scatola chiusa. Una mancanza tecnica, quindi, che penalizza tutte le parti coinvolte, impedendo di fatto la possibilità di trovare nel credito una risorsa”. Ma non basta. Si chiama Imola il nuovo strumento che ha come proprio obiettivo quello di agevolare il percorso e di mettere mano a quel 90% di crediti che spesso vengono, in qualche modo, dimenticati. Si tratta di una virtual data room di nuova generazione a supporto di due diligence e gestione dei portafogli del credito. “Grazie all’automazione dei processi -sostiene Meloni- è possibile analizzare l’intera mole di informazioni, che diventa accessibile e governabile tramite il supporto di dashboard, alert e altri strumenti di gestione, compresi quelli per effettuare la bonifica documentale e informativa. Un supporto essenziale che di fatto movimenta il settore e lo rende decisamente più efficace e performante. Si dà così vita ad una gestione del credito esperto, crediti cioè che sono oggetto di una profonda analisi e che, come tali, danno vita a diverse tipologie di intervento. Sia rispetto a crediti complessi, sia in via preventiva nel decidere se finanziare o meno una persona fisica o giuridica”.

Diversi dunque i benefici che coinvolgono tutte le parti in causa: l’istituto di credito, il fondo che acquista il portafoglio e i singoli debitori. “Con una maggiore conoscenza delle informazioni a disposizione -dice Meloni- è possibile far emergere il doppio del valore, senza aumentare i costi di gestione. Ed è possibile soprattutto porre le basi per un mondo in cui la finanza possa essere strumento di valorizzazione delle storie dei singoli e complessivamente di miglioramento economico e produttivo delle nostre comunità. Il credito, del resto, ha sempre rappresentato una risorsa irrinunciabile per privati, aziende e istituzioni. Un’opportunità per realizzare i loro progetti e migliorare la qualità della loro vita. Ma perché ciò accada -conclude Meloni- è necessario eliminare i tratti patologici che, non solo in Italia, ancora persistono e che ne compromettono la sua natura originaria. La strada è appunto quella del credito esperto, grazie al quale si ragiona su come aiutare chi è in difficoltà e capire se è ancora meritorio di fiducia ma si valuta anche, non affidandosi più solo agli algoritmi di un computer, se è opportuno o meno sposare i progetti di privati o di aziende. Una valutazione profonda grazie alla quale le stesse banche non chiuderanno a priori i rubinetti per evitare crac stile Silicon Valley o Credit Suisse”.

Wep: Le top 5 delle regioni italiane più ricettive per studenti internazionali

Wep: Le top 5 delle regioni italiane più ricettive per studenti internazionaliRoma, 4 lug. (askanews) – È sempre più rilevante il numero di studenti internazionali che sceglie l’Italia per un programma di studio. WEP, organizzazione leader nel settore degli scambi culturali e linguistici nel mondo da ben 35 anni, presenta la top 5 delle regioni più ricettive per lo svolgimento di programmi scolastici dedicati a studenti exchange: 1. Lombardia; 2. Piemonte; 3. Veneto; 4. Lazio; 5. Sardegna.

Negli ultimi 5 anni sono state 400 le famiglie Italiane che hanno ospitato exchange students in visita in Italia per motivi di studio. Brillano nei tre primi posti in classifica Lombardia, Piemonte e Veneto che si distinguono per l’ospitalità offerta. Cresce l’attitudine a partecipare a programmi di ospitalità per giovani studenti internazionali anche nel Lazio e in Sardegna. Mentre Toscana, Campania, Sicilia e Marche sono le quattro regioni che al momento presentano un minore tasso di ricettività. Sempre secondo i dati WEP, gli studenti provenienti dall’estero che hanno scelto di frequentare una scuola superiore in Italia per un semestre o un anno di studio sono aumentati del 65% nel 2023 rispetto al 2022.

Le prime dieci nazioni di provenienza degli studenti presenti in Italia per programmi studio WEP sono: 1. Australia 2. Messico 3. Belgio 4. Giappone 5. Svizzera 6. Germania 7. Brasile 8. Slovacchia 9. Stati Uniti 10.Austria

Un focus sulle motivazioni: dalle origini degli antenati, all’amore per l’arte. Le motivazioni che li spingono ad intraprendere questa importante avventura sono variegate: imparare una seconda lingua (l’italiano), conoscere nuove persone, essere ambasciatori del proprio Paese, scoprire una cultura e uno stile di vita diversi da quelli a cui sono abituati. Molti di questi giovani hanno nonni o antenati italiani e desiderano quindi conoscere in prima persona parte delle loro origini. Altri sono fortemente attratti dall’arte, all’architettura, dalla musica classica e lirica. “Lo scambio culturale è una risorsa ancora più preziosa nel mondo in cui ci troviamo. Significa valorizzare il contatto umano e ricordarci chi siamo. Contribuisce alla creazione di amicizie senza confini e senza frontiere, nuovi stimoli ed emozioni nella vita quotidiana. Siamo orgogliosi di dire che l’Italia è una destinazione sempre più ambita dai giovani studenti internazionali e le famiglie ospitanti italiane ci rappresentano promuovendo la nostra cultura nel mondo, tramite questi giovani. L’esperienza è unica e anche piena di sfide: WEP accompagna famiglie ed exchange students lungo questa avventura. Il nostro lavoro è su misura, per ogni famiglia, ogni studente e ogni situazione”, spiega Micaela Suzuki, Responsabile del programma di ospitalità WEP in Italia.

“I soggiorni studio di studenti exchange in Italia durante le superiori rappresentano un’occasione unica sia per i giovani sia per le famiglie italiane che li ospitano”, afferma Diana Frattini, Head of Marketing di WEP Italia. “Il programma di ospitalità offre alle famiglie italiane l’opportunità di condividere la propria vita e cultura con uno studente internazionale per la durata di un anno, un semestre o un trimestre scolastico. Accogliere uno studente internazionale nella propria famiglia significa non solo offrire a lui o a lei un’opportunità di crescita, ma regalare a tutti i membri della casa la possibilità di fare un viaggio alla riscoperta del proprio quotidiano e del proprio modo di vita, nonché un momento di confronto unico. Per i figli italiani sarà inoltre un’occasione per individuare nuovi orizzonti, grazie allo scambio culturale: se i figli in casa sono piccoli, potrebbe essere un buon modo per iniziare fin da subito ad entrare in contatto con culture diverse dalla propria; i più grandi, invece, potranno conoscere nuovi punti di vista e scoprire curiosità da tutto il mondo. Grazie alle famiglie e alle scuole di accoglienza lo studente potrà familiarizzare con l’Italia, con la nostra cultura e imparerà la nostra lingua,” conclude Diana Frattini.