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Autore: Redazione StudioNews

Al Senato passa la linea dura sui migranti,dl Cutro blindato alla Camera

Al Senato passa la linea dura sui migranti,dl Cutro blindato alla CameraRoma, 20 apr. (askanews) – Governo e maggioranza avanti sulla linea dura nei confronti dei migranti irregolari con il via libera al dl Cutro da parte del Senato: 92 i voti a favore e 64 i contrari. Il centrodestra si è mostrato compatto nel muro contro muro con le opposizioni, con momenti di forte tensione in aula, ma non tutto è filato liscio per il governo Meloni su un tema-bandiera su cui la ‘concorrenza’ è forte tra Fdi e Lega, in un equilibrismo complicato quando si tratta di materie che investono anche i diritti umani come sulla protezione speciale.

Trovare l’accordo che potesse soddisfare le istanze dei diversi partiti della maggioranza, non è stato facile. Dall’avvio dell’iter del decreto a Palazzo Madama oltre un mese fa e fino all’ultimo minuto, il partito di Matteo Salvini, ha tenuto sul tavolo le proposte per reintrodurre di fatto i decreti sicurezza del Conte 1, peraltro spuntandola su diverse di queste (seppur alcune depurate dalle versioni più aspre). Neanche l’aver presentato in aula una quindicina di emendamenti unitari firmati da tutto il centrodestra ha messo al riparo da ‘incidenti’ e ‘correzioni di rotta’ come quelle che hanno interessato la protezione speciale, quando è stato riformulato in corsa il testo per sopprimere la parte che escludeva gli “obblighi costituzionali o internazionali” nella valutazione dei divieti di respingimento o espulsione. Una riga in meno per ‘salvare’ quei limiti invalicabili su cui in passato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva avuto modo di esprimersi. Già nel passaggio dalla commissione (che non è riuscita a concludere i suoi lavori come era successo sul dl Ong) all’aula l’emendamento Fi-Fdi-Lega aveva dovuto imbarcare la ‘salvaguardia’ sui procedimenti d’asilo pendenti.

Mentre sulla protezione speciale la Premier Giorgia Meloni ha preferito che la firma fosse apposta dalla sua maggioranza, Palazzo Chigi ha invece presentato propri emendamenti sul potenziamento di hotspot e centri di prima accoglienza con l’estensione delle deroghe già previste per i centri per il rimpatrio, siti provvisori individuati dai prefetti, misure per Lampedusa (la gestione dell’hotspot alla Croce Rossa, traghetti per spostare i migranti, una postazione del 118), l’ampliamento della procedura accelerata di frontiera, il restringimento della platea dei richiedenti asilo nell’ambito del sistema di accoglienza e integrazione (Sai) costituito dalla rete degli enti locali che ha fatto infuriare Governatori e sindaci del centrosinistra. La Lega l’ha spuntata su diverse modifiche, a cominciare dal giro di vite sulla protezione speciale entrato nel decreto con l’obiettivo di ridurre al lumicino questa possibilità alternativa allo status di rifugiato e alla protezione sussidiaria e su cui gli alleati di governo si sono mostrati altrettanto risoluti nella sostanza, l’incremento dei giorni di trattenimento nei Cpr (anche se un po meno rispetto a quanto inizialmente ipotizzato), lo stop nei centri di accoglienza dell’assistenza psicologica, dei corsi di lingua italiana e dei servizi di orientamento legale e al territorio per i migranti. Il muro contro muro tra maggioranza e opposizioni è stato netto. “Con l’approvazione del dl migranti si ritorna ai decreti sicurezza di Salvini con una stretta sulla protezione speciale che sarà concessa solo per casi eccezionali” e non sarà “più una sanatoria come voleva la sinistra” oltre a misure “per fermare il business dell’immigrazione clandestina e come Lega abbiamo mantenuto la promessa”, dice il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo. “Il centrodestra ha approvato il decreto “in maniera compatta” per “fronteggiare quella che ormai è sotto gli occhi di tutti un’emergenza”, puntualizza il presidente dei senatori Fdi Lucio Malan.

La minoranza ha evidenziato le divisioni interne al centrodestra come sulla protezione speciale, ha messo in atto l’ostruzionismo in commissione e attaccato le nuove norme definendole “incostituzionali”. “Un passo indietro clamoroso sull’accoglienza diffusa che è l’unica, come hanno sottolineato i nostri sindaci, che garantisce inclusione”, osserva la segretaria del Pd Elly Schlein. “C’è un approccio tutto ideologico che non dà riposte alle tragedie come quelle di Cutro e non fornisce nessuna strategia di governo per affrontare un fenomeno strutturale. Un decreto irresponsabile e disumano” che non farà altro che “creare più irregolari”, afferma il capogruppo dei senatori Dem Francesco Boccia. “Il governo Meloni, dopo aver accantonato il facile slogan del blocco navale, passa alla distruzione del nostro sistema di accoglienza e dei suoi pilastri, diritto asilo, protezione umanitaria e protezione speciale, e agli accordi con i paesi di partenza. Peccato che i paesi da cui partono le barche sono paesi nei quali il rispetto dei diritti umani è negato. La Libia insegna”, evidenzia il presidente del gruppo Misto Peppe de Cristofaro (Avs).

Il decreto passa ora all’esame della Camera dove deve essere convertito in legge entro il 9 maggio. Il testo arriva blindato e il governo sarebbe già intenzionato a porre, nel secondo passaggio parlamentare, la fiducia. “Siamo pronti ad avviare un esame celere per portarlo a conversione entro i tempi previsti”, annuncia Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente in commissione Affari costituzionali della Camera.

25 Aprile, duello al Senato su antifascismo e comunismo

25 Aprile, duello al Senato su antifascismo e comunismoRoma, 20 apr. (askanews) – Anche quest’anno il 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, promette di essere occasione di scontro politico. Un’anticipazione viene dalla discussione che impegna nella tarda mattinata l’aula del Senato e che si conclude con l’approvazione di due mozioni in parte contrapposte, la prima dell’opposizione, la seconda della maggioranza.

A prendere l’iniziativa, dopo le contestate dichiarazioni sull’attentato partigiano di via Rasella contro le truppe naziste, definite “una banda musicale di semi-pensionati” dal presidente del Senato Ignazio La Russa, erano state proprio le forze della minoranza parlamentare: Pd, M5S, Az-Iv, Autonomie e AVS. Il documento (passato con voto bipartisan, 133 sì un solo astenuto), prende le mosse dal discorso col quale la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta allo sterminio nazista, ha inaugurato la legislatura, chiedendosi per quale motivo il 25 aprile, festa della liberazione, il primo maggio, festa del lavoro, il 2 giugno, festa della Repubblica debbano essere vissute come “date divisive” e non con “autentico spirito repubblicano”. La mozione si conclude poi impegnando il Senato “ad adottare le iniziative necessarie affinché le commemorazioni delle date fondative della nostra storia antifascista si svolgano nel rispetto della verità storica condivisa”. Scontro in aula sulla votazione assai meno condivisa della mozione della maggioranza di destra-centro che estende l’auspicio della “accuratezza storica” ad altre ricorrenze come il 17 marzo, il 4 novembre, il 27 gennaio, il 10 febbraio, il 18 aprile, il 9 novembre e si richiama alla risoluzione del Parlamento europeo “‘contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia, e segnatamente contro il nazismo, il fascismo, il comunismo”. Alla fine passa con 78 voti favorevoli provenienti dai gruppi di Fratelli d’Italia, Coraggio Italia, Forza Italia e Lega, 29 contrari (Pd e Alleanza Verdi Sinistra) e 26 astenuti, del M5S, di Azione-Italia viva più uno del gruppo Autonomie (dallo stesso gruppo un voto è andato a favore del documento).Dai banchi della destra partono un coro “vergogna, vergogna” all’indirizzo dei banchi delle opposizioni.

Teso anche il clima nel corso del dibattito in aula. Walter Verini del Pd, presentando la mozione in apertura di dibattito, prova a comunicare una posizione comprensiva delle ragioni della maggioranza. “Non abbiamo imbarazzo alcuno – rivendica – a ribadire giudizi drasticamente inequivocabili su tragedie della storia del novecento. I lager sovietici, i massacri staliniani. Abbiamo ogni anno reso omaggio alle persone massacrate nelle foibe, ai profughi giuliano-dalmati. Ma nel nostro paese c’è stato un regime fascista. E i comunisti italiani si sono battuti per la libertà. Se oggi tutti noi siamo qui, è perché in Italia ci sono stati la resistenza antifascista e il 25 aprile”. Meno concilianti i toni di Raffaele Speranzon di Fratelli d’Italia, che prende la parola per presentare la mozione di maggioranza: “Credo che l’antifascismo sia stato oggetto di una appropriazione indebita e uno stravolgimento del suo significato originale. Doveva essere il valore unificate tra destra e sinistra, ma è diventato un elemento divisivo. Non perché i moderati di centrodestra sono meno antifascisti, ma perché non sono antifascisti come vorrebbe la sinistra: impegnata a distribuire patenti di libertà. E che nella sua storia ha condotto ad atti di efferata violenza in nome dell’antifascismo come il rogo di Primavalle. Ricordo, infine, la risoluzione del Parlamento Ue non votata dalla sinistra che aveva l’obiettivo di condannare ogni forma di totalitarismo novecentesco. Un comportamento indecente. E noi lezioni da chi difende le dittature non le accettiamo”.

Nel corso della discussione il senatore dem Francesco Verducci punta il dito su La Russa, ricordando le parole del presidente del Senato su via Rasella: “Ecco, signor Presidente, sta qui – aggiunge – la falsificazione, il negazionismo subdolo, l’oltraggio che noi non possiamo accettare. Non può esserci mai mistificazione mai! Non può esserci sulla Resistenza, non può esserci da parte di chi ha incarichi istituzionali, non può esserci da parte della seconda carica dello Stato”. Spiegando la sua adesione alla mozione della maggioranza, il senatore Antonio De Poli (Ci-Udc) lancia una sorta di diffida alle opposizioni: “Nessuno, men che meno la sinistra, può arrogarsi il diritto di appropriarsi della cultura antifascista; cultura e valori antifascisti che sono presenti dalla prima all’ultima pagina della nostra bellissima Costituzione”. Quasi una replica il successivo intervento di Peppe De Cristofaro di AVS, che dopo aver ricostruito il clima della Roma dell’attentato di via Rasella, con i rastrellamenti, i combattimenti, le fucilazioni da parte dei nazifascisti, conclude: “Furono solo i partigiani a riscattare l’onore e la dignità di tutto il Paese. Ed è solo con questa solida consapevolezza alle spalle che possiamo incamminarci sul percorso che ci ha indicato la senatrice Segre”. “Non posso negare – dice dal canto suo Paolo Zanettin di Forza Italia – di rimanere sorpreso dal fatto che Il Pd e le altre opposizioni invece non voteranno quella del centrodestra a prima firma Malan. Rimane il rammarico per una occasione perduta per avviarci a una pacificazione e ad una memoria condivisa, a cui entrambe le mozioni, almeno a parole anelavano”. Anna Bilotti,che svolge la sua dichiarazione di voto a nome del M5S, si richiama a un padre della patria: “‘Il fascismo è l’antitesi delle fedi politiche, disse il presidente Pertini. È forse oggi anacronistico ricordarlo? Io non credo, non lo è e non può esserlo fino a quando non cesseranno i tentativi di svuotare di significato queste parole e le tentazioni di revisionismo”, afferma. Per la Lega parla Stefania Pucciarelli, annunciando il voto favorevole a entrambe le mozioni e invitando l’opposizione “a fare altrettanto, in un’ottica di reale conciliazione. Ma dalle dichiarazioni che ho ascoltato questa è ancora molto distante dall’essere attuata. Noi siamo, sì, antifascisti e lo rivendichiamo, ma siamo anche contro i regimi comunisti e in generale contro tutti i sistemi totalitari, nessuno escluso e questa è la nostra differenza”, conclude.

Scontro finale tra Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, e Lucio Malan che guida il gruppo di FdI. Per l’esponente democratico “se si applaude il discorso di Liliana Segre in Aula, come tutti abbiamo fatto, non si può dire che abbiamo fatto una valutazione diversa – lo dico col massimo rispetto per il collega Speranzon – sulle date che uniscono questo Paese”, a partire dal 25 aprile che, sottolinea Boccia, “è la Festa della Liberazione dal regime nazifascista, non è una ricorrenza comunista o estremista. Ci auguriamo che tutto il Parlamento della Repubblica italiana la sappia ricordare come il nostro Paese e la sua storia meritano”. Parole alle quali Malan replica dando molto spazio proprio al tema del comunismo: “Il 25 aprile – dice – è una data fondamentale per la nostra democrazia, perché se non fosse stato sconfitto il regime fascista, non sarebbero arrivati la Costituzione, la Repubblica, la democrazia e le libere elezioni. Se però il 18 aprile 1948 gli elettori italiani non avessero collocato l’Italia nel campo delle democrazie, che si riconoscono nei valori della democrazia, della libertà e dei diritti individuali, la libertà non ci sarebbe stata e ci sarebbe stato un altro tipo di dittatura. Questo per chi dice che il comunismo non ci interessa, perché non ha toccato l’Italia”. Il voto finale, fra applausi e cori polemici, spegne per oggi la contesa politica. Ma il 25 aprile è vicino e con queste premesse è facile immaginare che non mancheranno le occasioni di rinnovare le contrapposizioni fra i diversi schieramenti.

Sentenza Coni sulla Juve: nuova valutazione, tornano i 15 punti

Sentenza Coni sulla Juve: nuova valutazione, tornano i 15 puntiRoma, 20 apr. (askanews) – Tutto da rifare per la sentenza Juventus. Il Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni restituisce i 15 punti al club bianconero che scala la classifica fino al terzo posto a due lunghezze dalla Lazio, in pienissima zona Champions. Sarà l’organo di secondo grado della giustizia calcistica, con una composizione diversa rispetto a quella che ha deciso la maxi penalizzazione, a rideterminare la sanzione sulla base delle osservazioni dell’ultimo grado di legittimità, riempiendo quella “carenza di motivazioni” in cui in sede di udienza aveva parlato anche il procuratore generale Ugo Taucer, soprattutto rispetto al famoso articolo 4, quello sulla mancata lealtà, il cuore della condanna.

In linea puramente teorica è possibile che la Corte confermi persino i 15 punti, ma si può dire che si andrà incontro a una riduzione.

Unesco, Acampora (CCIAA): pieno sostegno a candidatura “Appia Antica”

Unesco, Acampora (CCIAA): pieno sostegno a candidatura “Appia Antica”Roma, 20 apr. (askanews) – “Una candidatura di cui siamo orgogliosi, perché la Via Appia rappresenta un’opera di ingegneria monumentale, la prima strada pubblica romana che diventò un modello per le costruzioni successive. Un’opera di grande innovazione dal punto di vista ingegneristico, che simboleggia la strada più moderna dell’antichità, un crocevia non solo economico ma anche culturale verso le civiltà del Mediterraneo e dell’Oriente”. Lo ha detto il Presidente della Camera di Commercio Frosinone Latina, Giovanni Acampora, intervenuto oggi nel corso della conferenza stampa, tenutasi presso il Foro Appio di Latina, per la presentazione della candidatura dell’Appia Antica nella lista del patrimonio mondiale Unesco.

“Abbiamo una grossa responsabilità – ha aggiunto – quella di dover valorizzare questa eredità culturale e di recuperare un patrimonio inestimabile la cui contemporaneità deve trovare il senso nei territori e nelle comunità. Si tratta di un’opportunità di sviluppo per l’intera provincia in grado di dare impulso al sistema turistico, con ricadute positive per l’intera economia, che impone di trovare il giusto equilibrio tra la tutela e la riqualificazione delle aree coinvolte e la loro valorizzazione socio-economica, nel solco della cultura della sostenibilità. Il coinvolgimento dei territori in questa straordinaria operazione è un fattore irrinunciabile perché per dare impulso ad un’economia dei luoghi occorre mettere insieme le energie di tutti e trovare nella continuità delle azioni di sviluppo una comunità consapevole e partecipe. La candidatura dell’Appia Antica nella lista del patrimonio mondiale Unesco . Ha concluso Acampora – rappresenta una sfida come fu la stessa impresa dei romani nel costruirla; ma la sfida ancor più impegnativa sarà fare in modo che questo patrimonio possa ritrovare la medesima capacità di sviluppo che ebbe per la Repubblica romana”.

Messner: una fondazione vuole ospitare l’orsa JJ4

Messner: una fondazione vuole ospitare l’orsa JJ4Roma, 20 apr. (askanews) – L’orsa JJ4? “Forse c’è qualcuno in Germania che è disposto a prenderla, come la fondazione Orso che so per certo è in contatto col governatore Fugatti. Cosa bisognerebbe fare? Se non si riesce a spostarla altrove, non bisogna metterla in gabbia e va soppressa solo ed esclusivamente se non si trovano altre soluzioni. Però non la si può lasciare in Trentino, in questo periodo ci sono troppi orsi, arrivano fino in Bavaria e diventano pericolosi. Mi dispiace moltissimo per quanto successo a quel ragazzo e sono vicino alla sua famiglia”. A parlare è l’alpinista Reinhold Messner, che a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, ha ragionato sulla possibilità che l’orsa JJ4, che avrebbe ucciso un runner in Trentino e che ora potrebbe essere soppressa. “Ho sentito dire che c’è stato un hotel che ha dato da mangiare più volte all’orsa JJ4, che trovando sempre dei viveri è tornata lì più volte”, ha rivelato Messner ai conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. I suoi cuccioli, che hanno due anni, sono in grado di cavarsela da soli? “Si, due anni sono sufficienti per esser autonomi. Ma in generale – ha proseguito Messner a Un Giorno da Pecora – il Trentino è troppo piccolo per i circa 100 orsi presenti su quel territorio. Nella mia vita ho incontrato più volte degli orsi, dalla Siberia al Tibet, ma non mi hanno mai aggredito, perché lì hanno spazi enormi, non hanno motivo di attaccare un uomo”. Insomma, gli orsi sono un problema per il Trentino. “L’orso non ha nessuna colpa, la natura c’è e va rispettata, almeno una cinquantina di questi esemplari però andrebbero trasferiti dal Trentino ad altri luoghi. E non dimentichiamoci – ha concluso l’alpinista a Rai Radio1 – che i lupi sono un problema ancora più grave: distruggono le nostre malghe, in una notte uccidono anche venti pecore”.

Sicilia, vertice al MinAmbiente su termovalorizzatori e fotovoltaico

Sicilia, vertice al MinAmbiente su termovalorizzatori e fotovoltaicoRoma, 20 apr. (askanews) – Lo snellimento delle procedure per la costruzione di termovalorizzatori in Sicilia e le compensazioni per la regione derivanti dalla produzione di energia fotovoltaica nell’Isola sono stati al centro dell’incontro del presidente della Regione, Renato Schifani, e dell’assessore all’Energia, Daniela Baglieri, con il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

Nel corso del vertice, è stato illustrato lo stato dell’arte che riguarda sia la raccolta differenziata, che ormai in Sicilia ha raggiunto il 50 per cento, sia la situazione dell’impiantistica che al momento non desta particolari preoccupazioni o emergenze. Il governo regionale ha però manifestato al ministro la necessità di programmare la “chiusura del ciclo dei rifiuti” per i prossimi anni con la realizzazione di termovalorizzatori. Per farlo, in tempi rapidi, è però necessario uno snellimento delle procedure autorizzative e il ministro ha espresso la propria disponibilità a concedere poteri speciali, così come già avvenuto a Roma con il cosiddetto “modello Gualtieri”.

Il presidente e l’assessore hanno quindi consegnato al ministro la documentazione necessaria per poter procedere alla stesura di un apposito provvedimento normativo. Un dossier che, dopo il vaglio dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi, passerà al Consiglio dei ministri per il via libera definitivo. Per quanto riguarda le compensazioni per il fotovoltaico, invece, il ministro ha ribadito l’intenzione di lavorare per questo obiettivo in un contesto nazionale che riguardi tutte le regioni d’Italia.

Pnrr, Trentino: in arrivo 39 milioni di euro per la fibra ottica

Pnrr, Trentino: in arrivo 39 milioni di euro per la fibra otticaRoma, 20 apr. (askanews) – Il Trentino lavora per garantire all’intero territorio la connettività ultraveloce. Ai cantieri per la realizzazione della rete pubblica ultra veloce nelle aree bianche (periferiche), affidata ad Open Fiber, si affiancheranno a brevi quelli del Piano Italia a 1 Giga, messo in campo da Infratel, grazie ai fondi del Pnrr, ed assegnato per la nostra provincia a Tim. Il progetto prevede un investimento pubblico di 39 milioni di euro che consentirà di raggiungere 23 mila civici nelle aree grigie con la fibra ottica fino a casa (Ftth): si tratta di abitati esclusi dall’operatività di Open Fiber, in particolare Comuni di medie dimensioni, e dove gli operatori di telecomunicazioni non hanno dato disponibilità ad intervenire con fondi propri. L’iniziativa è stata presentata nel pomeriggio di oggi al Consorzio dei Comuni Trentini da Achille Spinelli (assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro), Paride Gianmoena (presidente del Consorzio) ed ha visto la partecipazione dei responsabili Infratel Italia e Tim. “Il Trentino – ha sottolineato l’assessore Spinelli – presenta un’orografia articolata che rende complessa qualsiasi opera di infrastrutturazione. Il Piano Italia a 1 Giga consente di integrare e completare la copertura dell’intero territorio. Si tratta di un risultato importante che vedrà nel breve e medio periodo la nostra provincia connessa con la rete ultra veloce, tecnologicamente avanzata e pronta a utilizzare, ad esempio, i servizi digitali di nuova generazione che Provincia autonoma di Trento e Comuni stanno realizzando, sempre grazie alle risorse del Pnrr”. L’incontro è servito anche a presentare ai sindaci il Catasto dei Sottoservizi (Sinfi), ovvero la mappatura che permetterà di avere una precisa conoscenza del reticolo di servizi del sopra e sotto suolo (ad esempio, acqua, gas, rete elettrica e telefonica, fognature e cavidotti) e che le amministrazioni dovranno adottare.

Salute: sabato a Roma la regata femminile “Fiume in Rosa”

Salute: sabato a Roma la regata femminile “Fiume in Rosa”Milano, 20 apr. (askanews) – Dieci anni di impegno per diffondere la cultura della prevenzione e contribuire ad affrontare il tema della salute della donna. Atena Donna soffia sulle sue prime dieci candeline in una mattinata di sport al femminile con “Fiume in rosa”, la regata sul Tevere organizzata per sabato 22 aprile alle ore 11.30 dalla Fondazione Atena onlus presso il Circolo Canottieri Aniene. L’evento è l’occasione per celebrare insieme l’8° Giornata Nazionale per la Salute della Donna, ideata dalla Fondazione e promossa insieme al Ministero della Salute, che aiuta moltissime donne ad avere accesso a informazioni e a screening gratuiti su tutto il territorio nazionale, grazie all’adesione di numerose ospedali, strutture sanitarie e associazioni locali. L’attrice Rocío Muñoz Morales, da sempre al fianco di Atena Onlus, sarà ancora una volta la madrina dell’8° Giornata Nazionale e della manifestazione.

La regata amatoriale vuole essere un invito a tutte le donne a prendersi cura della propria salute attraverso la prevenzione: lo slogan sarà #concentratisullatuasalute e sarà scritto anche sui braccialetti commissionati all’associazione Made in carcere che saranno distribuiti a tutte le partecipanti. A bordo delle imbarcazioni sia donne che hanno subìto un intervento al seno e che praticano il canottaggio come esercizio riabilitativo sia atlete provenienti da numerosi circoli. Grazie alla collaborazione con Fondazione Igea, durante la regata, verranno effettuati test con colloqui di controllo dello stato cognitivo per le donne che si saranno prenotate. Il passaggio sul fiume delle partecipanti, tutte in maglietta rosa, sarà un bel segnale di determinazione e impegno al femminile. La manifestazione non si svolgerà soltanto nella capitale ma in anche altre 25 località d’Italia: Avignana (To), Brindisi, Cagliari, Castelforte (Lt), Castel Gandolfo (Rm), Corgeno (Va), Empoli (Fi), Fano, Firenze, Gorizia, Latina, Livorno, Maiori (Sa), Mestre (Ve), Milano, Montefeltro, Padova, Palermo, Pordenone, Toscolano Maderno (Bs), Torino, Treviso, Trieste, Varese e Venezia.

In collaborazione con ITA Airways, Atena Donna ha anche organizzato un’altra iniziativa: gli assistenti di volo leggeranno ai passeggeri che voleranno nella giornata del 22 aprile un messaggio che ricorderà l’importanza della Giornata Nazionale e inviterà alla prevenzione. Tutto il personale di volo ITA Airways, quel giorno, indosserà un braccialetto con il claim #laprevenzioneprendequota. Prevista domani, 21 aprile, al Ministero della Salute e alla presenza del ministro Orazio Schillaci, la conferenza dal titolo “La Salute della donna: garantire equità e appropriatezza delle cure”, organizzata in occasione dell’8° Giornata Nazionale. Anche la Fondazione Atena sarà presente, come promotrice della Giornata. Atena entrerà anche nelle case circondariali femminili, per offrire alle donne detenute, alle agenti e alle educatrici che prestano servizio nelle strutture penitenziarie l’opportunità di sottoporsi a screening sanitari gratuiti. L’iniziativa è parte del progetto “Atena Together” che si sviluppa su tutto il territorio nazionale, grazie al Protocollo d’intesa con il Ministero della Giustizia e con il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap). In particolare, in occasione dell’8° Giornata Nazionale, Atena ha organizzato degli incontri nella sezione femminile della Casa Circondariale di San Vittore a Milano: il 18 Aprile con un primo appuntamento informativo e di counselling con la professoressa Patrizia Presbitero sulla prevenzione cardiologica per la salute delle donne e dopo la settimana della Giornata Nazionale programmando visite di controllo cardiologico e screening per le detenute e le poliziotte.

La Venere di Botticelli per la campagna di promozione dell’Italia

La Venere di Botticelli per la campagna di promozione dell’ItaliaMilano, 20 apr. (askanews) – La Venere di Sandro Botticelli, una delle donne più conosciute al mondo, è la protagonista – tra classico e contemporaneo – della nuova campagna internazionale di promozione turistica del ministero del Turismo ed Enit, realizzata con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio. Riconoscibile da tutti attraverso lo sguardo e il segno inconfondibile dei suoi capelli – spiegano dal ministero – questa nuova Venere, in veste di virtual influencer, viaggerà lungo tutto lo Stivale presentando al mondo la “meraviglia” dell’italianità, raccontandone i paesaggi, le mete iconiche delle città d’arte così come i piccoli borghi, le tipicità enogastronomiche e le tante declinazioni dell’offerta turistica ricca e variopinta che rendono così unico il patrimonio dell’Italia.

“Open to meraviglia” è il claim pensato per questa campagna multisoggetto, nata da un’idea del Gruppo Armando Testa, che si compone di un video promozionale e di una campagna di affissione ambientata geograficamente tra scorci fortemente rappresentativi delle bellezze del sud, del centro e del nord Italia, ma che via via si comporrà di nuove tappe, proposte e itinerari, sulla base delle visite che la Venere compirà nei Comuni e nelle Regioni che decideranno di aderire alla campagna digitale, che vivrà nel profilo Instagram venereitalia23, nel sito Italia.it e nelle altre piattaforme social. Tra i simboli del Rinascimento, la Venere ritorna oggi come allegoria di rinascita e rinnovamento, in questo caso del settore del turismo italiano, che dopo esser stato afflitto e aver sofferto duramente degli effetti delle chiusure in pandemia, ora ritrova nuovo impulso e vitalità. E guarda lontano. Il boom del turismo pasquale che ha visto l’Italia come seconda tra le mete europee maggiormente visitate ed ha registrato il ritorno record dei turisti statunitensi (crescita che ha registrato un +50% delle presenze) fa infatti presagire che il 2023 sarà un anno di grande intensità, con flussi persino maggiori rispetto al 2019 già molto positivo.

In questo rinnovato momento di apertura del turismo italiano, contrassegnato anche dalle convinte politiche di svolta del Governo a beneficio del settore, a cambiare è anche il logo del Ministero, che transita verso una nuova espressività. Un rebranding che riflette nel logo lo stesso claim “Open to meraviglia” e si spalanca in una finestra tricolore, che è promessa di sorprese per il visitatore ed inconfondibile accoglienza made in Italy. Il totale dell’investimento previsto da Enit per la campagna primavera/estate e autunno/inverno è di nove milioni di euro e si svilupperà su tutti i principali mercati internazionali, sia consolidati che ad alto potenziale, con una intensità ponderata sulla base dei flussi turistici esistenti e i flussi attesi. In particolare, Europa, Paesi del Golfo, USA, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australia. Circa la metà dell’investimento si concentrerà sui principali hub aeroportuali internazionali, con il video promozionale che sarà diffuso sui voli Ita Airways, e sulle stazioni ferroviarie europee, con collegamenti diretti con l’Italia e ove esiste una forte sinergia tra Enit e Trenitalia: Francia, Germania, Austria, Svizzera. La presenza di un QR code localizzato per paese, permetterà un forte richiamo a Italia.it. Circa 4 milioni di euro saranno investiti sull’ecosistema digitale internazionale con campagne crossmediali internazionali, sempre al fine di sviluppare traffico sul portale Italia.it.

“La campagna – ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanchè – serve per vendere la nostra Nazione e le nostre eccellenze, in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d’ora: un video che sarà su tutte le ferrovie, le televisioni e gli aeroporti, con la consapevolezza che la pubblicità è l’anima del commercio – e noi dobbiamo saper vendere l’Italia. La Venere del Botticelli, allora, simbolo della rinascita e della primavera che fiorisce dopo il rigido inverno pandemico, è la testimonial d’eccezione che ci prende per mano e ci accompagnerà lungo questo percorso”.

Agricoltura, Carloni (Lega): bene emendamento anti-Prosek in Ue

Agricoltura, Carloni (Lega): bene emendamento anti-Prosek in UeRoma, 20 apr. (askanews) – “Bene l’approvazione dell’emendamento anti-Prosek in Comissione Agricoltura all’Europarlamento. Il Prosecco, prodotto Dop, è italiano e nulla ha a che fare con il vino croato, il Prosek”. Così il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, Mirco Carloni.

“La simile denominazione avrebbe potuto danneggiare la nostra produzione. L’unanimità espressa dagli eurodeputati per l’approvazione al nuovo regolamento sulle Dop e Igp ha dimostrato l’interesse generale degli Stati membri a voler difendere la qualità dei prodotti agricoli, anche del nostro Made in Italy”, sottolinea.