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Autore: Redazione StudioNews

Dl Pnrr, Schlein: Italia merita di più, basta scaricabarile

Dl Pnrr, Schlein: Italia merita di più, basta scaricabarileMilano, 20 apr. (askanews) – L’Italia “merita di più” sull’attuazione del Pnrr, rispoetto al “poco” fatto in 7 mesi al governo da un centrodestra “campione di scaribarile” e in cerca di “capri espiatori”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, intervenendo alla Camera in dichiarazione di voto sul decreto Pnrr, provvedimento sul quale “emerge in modo nitido la difficoltà del governo e della maggioranza” e “purtroppo succede proprio sulla sfida più importante per il futuro”, rispetto alla quale il Pd “è pronto a fare la sua parte: noi vogliamo che l’Italia si dimostri all’altezza, e ci interessa collaborare ad una sfida che riguarda l’intero Paese. Ne va dal nostro Paese e della compattezza dell’Ue”.

Schlein ricorda i “i campanelli d’allarme: il governatore Visco, il commissario Gentiloni, il presidente Mattarella. E invece si sono persi mesi sulla governance”. Elenca le difficoltà sulla spesa in settori cruciali, a partire dalla sanità. E incalza il governo: “Ditelo se non condividete gli obiettivi del NextGenUE, saremmo più sinceri. Ci si aspetterebbe che il Pnrr fosse una ossessione del governo, e invece ci troviamo questo decreto che fa più danni che benefici”. E poi dal governo e dalla maggioranza c’è “un atteggiamento di resa da parte. C’è chi già annuncia che alcuni obiettivi non saranno realizzabili, c’è chi parla di restituire risorse… Sembra che la maggioranza, campionessa di scaricabarile, sia già pronta a dire che è colpa di qualcun altro se non riusciamo ad attuare il Piano. Ma dopo sette mesi non regge incolpare i precedenti governi, nè l’Ue che ha dato disponibilità e non rigidità sul piano”. Il punto è che “avete speso più tempo a parlare di rave e Ong che non ad attuare questo piano”. E “a pensare male viene da pdire che qualcuno vuole colpire il Pnrr per colpire l’Unione Europea, quando per la prima volta si è emesso debito comune. Un successo dell’Italia diventerebbe un succcesso dell’Europa e alcuni potrebbero non volerlo… Ma non pensiamo possiate spigervi a tanto. La verità è che non eravata pronti, ma siete sempre pronti a cercare altri capi espiatori”.

Allora “vi faccio una proposta: uscite dalla solita retorica, parliamo di Pnrr come di occasione. Noi vogliamo fare la nostra parte dall’opposizione e dai territori che governiamo. Vogliamo trasparenza sui progetti, quali si vogliono cambiare e su quali territori incidano le modifiche. Noi vigileremo perchè vengano rispettati gli obiettivi su transizioni ecologica e digitale, così come sul 40% delle risorse da destinare al Sud, e sul 30% per le assunzioni di giovani e donne. Metteremo tutta la nostra attenzione, così come sui 2,7 miliardi del RePowerUe”. Conclude Schlein: “Vi chiediamo di non far perdere all’Italia questa grande occasione di ripresa e di riscatto. Si è perso troppo tempo, troppe bandierine ideologiche nei primi mesi di governo, ma gli itlaiani vi misureranno su questo non certo sulle scelte contro i poveri e i fragili, che non faranno aumentare salari e felicità. Voteremo contro ma continueremo ad esserci e spronarvi a non perdere di vista l’attuazione del pinao e delle riforme. Vigileremo, saremo utili al Paese, perchè rispetto al poco che avete fatto in questi mesi l’Italia merita molto di più”.

Ice Memory: estratte 3 carote di ghiaccio, archivio del clima artico

Ice Memory: estratte 3 carote di ghiaccio, archivio del clima articoRoma, 20 apr. (askanews) – Nonostante gli ostacoli rappresentati dall’inattesa presenza di una falda acquifera nel ghiacciaio e da condizioni meteo estreme, la Fondazione Ice Memory annuncia che un team internazionale di scienziate e scienziati è riuscito ad estrarre tre carote di ghiaccio (cilindri di 10 centimetri di diametro profondi dalla superficie del ghiaccio fino alla roccia) dall’Holtedahlfonna, uno dei più estesi e elevati ghiacciai dell’arcipelago delle Svalbard. Il successo dell’operazione dovrebbe garantire la possibilità di analizzare e conservare un prezioso archivio del clima artico.

Oggi sono in corso le operazioni per trasferire in sicurezza persone, campioni e equipaggiamento dal campo remoto, installato a 1,150 metri di quota, fino alla stazione di ricerca di Ny-Ålesund, a 80 chilometri di distanza. Queste operazioni dovrebbero durare un paio di giorni, portando la durata complessiva della missione sul campo a 23 giorni. Guidata dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, con scienziati dal Centro nazionale per la ricerca scientifica francese (Cnrs), l’Istituto polare norvegese (Npi), l’Università Ca’ Foscari Venezia e l’Università degli Studi di Perugia, la missione si sta dunque concludendo. Le tre carote di ghiaccio estratte – informa una nota – rappresentano un importante patrimonio scientifico e culturale nel contesto attuale di sensibile aumento delle temperature nell’Artico.

Due dei campioni saranno cruciali per comprendere meglio gli effetti del cambiamento climatico in una regione in cui gli impatti sono 4 volte più intensi rispetto alla media globale. Inoltre, la Fondazione Ice Memory preserverà una delle carote di ghiaccio per i secoli a venire in un apposito ‘santuario’ di Ice Memory in Antartide. Le future generazioni di scienziati avranno quindi accesso a campioni di elevata qualità per studiare nuovi indicatori legati alle condizioni ambientali del passato del nostro pianeta e per anticipare cambiamenti futuri, molto dopo che i ghiacciai saranno scomparsi a causa del cambiamento climatico. La Fondazione Ice Memory, che raccoglie, salva e gestisce carote di ghiaccio provenienti da ghiacciai minacciati per metterli a disposizione delle future generazioni di scienziati per decenni e secoli a venire, chiama all’azione la comunità scientifica. “Vedendo queste situazioni allarmanti in Artico, in Europa e nel resto del pianeta, ora abbiamo bisogno del contributo dei ricercatori per raccogliere rapidamente campioni dai ghiacciai in pericolo o per mettere in salvo in Antartide i campioni già raccolti, per conservare il loro contenuto di dati preziosi nel ‘santuario’ Ice Memory in Antartide”, è l’invito di Carlo Barbante, paleoclimatologo, vide presidente della Fondazione Ice Memory, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr e professore all’Università Ca’ Foscari Venezia.

Per Anne-Catherine Ohlmann, direttrice della Fondazione Ice Memory “Ice Memory è un’iniziativa inter-generazionale che ci coinvolge tutti: scienziati, filantropi, organizzazioni internazionali… e il cui beneficio andrà ai nostri figli e nipoti. Se perdessimo questi archivi, perderemmo la storia dell’impatto dell’uomo sul clima. Perderemmo anche informazioni cruciali per scienziati e politici del futuro che dovranno prendere decisioni per il benessere della società. Dobbiamo collaborare per salvaguardare questo archivio per le generazioni future. Invitiamo i Paesi a collaborare con i loro scienziati facilitando l’accesso ai loro ghiacciai, di modo che la nostra generazione possa garantire questa preziosa eredità all’umanità di domani”. Il ‘santuario’ in Antartide sarà realizzato alla Stazione Concordia nel 2024-2025. Una grotta di neve sarà costruita alla stazione italo-francese Concordia, l’unica stazione di ricerca internazionale sul plateau antartico. Gestita dal Programma nazionale per le ricerche in Antartide (Pnra) e dall’Istituto polare francese, permette uno stoccaggio a -50°C e offre un sito con una superficie di circa 20 container, circa 300 metri quadrati. La prima grotta dovrebbe essere disponibile a ospitare i primi campioni di Ice Memory nel 2024-2025.

Nonostante la complessità del trasporto in Antartide, la soluzione – si sottolinea – è strategica per varie ragioni: garantirà una conservazione a lungo termine e ‘naturale’, senza consumo di energia per la refrigerazione, quindi proteggendo i campioni da quasiasi rischio di un’interruzione del freddo (guasti, crisi economiche, conflitti, atti di terrorismo ecc…); garantirà una gestione oculata dei campioni, combinata alle restrizioni all’accesso imposte dal sito remoto; garantirà lo stoccaggio in una regione polare gestita attraverso il Trattato Antartico, firmato da molte grandi nazioni e in cui le rivendicazioni territoriali sono congelate.

Giovanni Agnelli BV: Ernesto Furstenberg Fassio entra in Consiglio

Giovanni Agnelli BV: Ernesto Furstenberg Fassio entra in ConsiglioRoma, 20 apr. (askanews) – “Sono sta designato per entrare a fare parte della Giovanni Agnelli (BV) in qualità di azionista e di rappresentante del nostro ramo famigliare nel Consiglio”. Lo ha detto il presidente di Banca Ifis Ernesto Furstenberg Fassio durante un incontro stampa per celebrare i 40 anni dell’istituto di credito e presentare la sua agenda. “Confermo che mio padre, oltre al passaggio generazionale nella Banca Ifis con la cessione del pacchetto di controllo, ha voluto anche trasferire a mio favore parte delle sue azioni nella Giovanni Agnelli B.V. e designarmi quale rappresentante del ramo familiare a lui riferibile”, ha aggiunto Ernesto Fürstenberg Fassio. La Giovanni Agnelli BV è una holding di diritto olandese che controlla il 52% di Exor e in cui sono rappresentati i vari rami della famiglia Agnelli. Lzp

Stoltenberg a sorpresa a Kiev, Cremlino: Ucraina nella Nato serio pericolo

Stoltenberg a sorpresa a Kiev, Cremlino: Ucraina nella Nato serio pericoloRoma, 20 apr. (askanews) – Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg è in visita a sorpresa a Kiev alla vigilia della riunione del gruppo di contatto per l’Ucraina a Ramstein, in Germania, dove si discuterà di ulteriori aiuti militari all’Ucraina. Il sottotesto è la controffensiva ucraina su cui si rincorrono voci discordanti, ma che sembra imminente, comunque da concretizzare entro l’estate. E Stoltenberg non si stanca di lanciare a rilanciare l’appello a fare di tutto per permettere all’Ucraina di prevalere, perchè “se Putin vince, sarà una tragedia”.

Il segretario dell’Alleanza atlantica è stato avvistato dalla stampa ucraina stamattina nel centro di Kiev, davanti al monumento in memoria dei militari ucraini caduti, su piazza San Michele. I primi scatti hanno fatto il giro del mondo: l’arrivo di Stoltenberg – la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina – è un evento di forte impatto simbolico, e possibilmente di peso anche concreto. Secondo il Financial Times, Stoltenberg è atteso dal presidente Volodymyr Zelensky, che insiste per ottenere chiare promesse per l’adesione alla Nato del suo Paese. All’inizio del mese il segretario ha ribadito che “la posizione Nato resta invariata e l’Ucraina diventerà un membro dell’Alleanza”. La vittoria ucraina va vista come “un primo passo” verso l’ingresso a pieno titolo nella Nato, ha aggiunto.

L’adesione dell’Ucraina alla Nato creerebbe “un pericolo serio e significativo” per la Russia, ha detto oggi il Cremlino, commentando la notizia dell’arrivo di Stoltenberg a Kiev. Secondo il portavoce Dmitri Peskov, evitare questo scenario è uno degli obiettivi della cosidetta Operazione militare speiciale, “perché altrimenti rappresenterà un pericolo serio e significativo per il nostro Paese, per la sicurezza del nostro Paese”. In vista della riunione di Ramstein, Olanda e Danimarca hanno annunciato la donazione di 14 carri armati Leopard a Kiev. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha autorizzato il prelievo di un massimo di 325 milioni di dollari per assistenza alla difesa per l’Ucraina attraverso la legge sull’assistenza estera. La somma servirà per la fornitura di munizioni di artiglieria, l’aspetto ritenuto più critico da molti analisti in vista di una controffensiva ucraina, che sembra considerata inevitabile anche da Mosca. Le forze russe continuano infatti a costruire e rafforzare linee difensive nel Sud-Est ucraino, nel timore che un affondo delle truppe di Kiev possa spezzare il corridoio che permette ora la continuità territoriale tra Federazione russa e Crimea e lanci il tanto temuto assedio alla penisola sul Mar Nero annessa nel 2014.

La brutta vignetta criticata da (quasi) tutti

La brutta vignetta criticata da (quasi) tuttiRoma, 20 apr. (askanews) – Il primo a intervenire, prima che si scateni il tam tam di commenti e attestazioni di solidarietà, che inonda le redazioni, è il presidente del Senato Ignazio La Russa. La vignetta pubblicata oggi sulla prima pagina del Fatto quotidiano, firmata da Natangelo e intitolata “Obiettivo incentivare la natalità”, che fa riferimento al ministro Francesco Lollobrigida, dopo le sue parole sulla “sostituzione etnica”, e alla moglie – e sorella della premier – Arianna Meloni è, per l’esponente di primo piano di Fratelli d’Italia e seconda carica dello Stato, “spazzatura”.

“C’è un limite a tutto, anche all’indecenza. Quella pubblicata dal Fatto Quotidiano non è una vignetta divertente, non è satira, è solo spazzatura dalla quale tutti dovrebbero prendere le distanze. Solidarietà sincera ad Arianna e Francesco Lollobrigida”, scrive la Russa a cui seguono le dichiarazioni indignate dei presidenti dei gruppi parlamentari di Fdi che chiedono una “condanna unanime da parte di tutte le forze politiche, Pd, Cinquestelle e altri, dei benpensanti e del mondo femminista”. Il ministro della Cultura, Gennario Sangiuliano, chiede le scuse del direttore Marco Travaglio e una presa di posizione netta da sinistra. A metà mattinata sui suoi canali social la premier Giorgia Meloni interviene con parole molto dure: “Quella ritratta nella vignetta è Arianna. Una persona che non ricopre incarichi pubblici, colpevole su tutto di essere mia sorella. Sbattuta in prima pagina con allusioni indegne, in sprezzo di qualsiasi rispetto verso una donna, una madre, una persona la cui vita viene usata e stracciata solo per attaccare un Governo considerato nemico”, scrive Meloni chiamando in causa l’opposizione (“il silenzio assordante su una cosa del genere, da parte di quelli che dalla mattina alla sera pretendono di farci la morale, dimostra plasticamente la malafede della quale siamo circondati”). Poi la promessa: “Se qualcuno pensa di fermarci così, sbaglia di grosso. Più sono circondata da questa ferocia, più sono convinta di dover fare bene il mio lavoro. Con amore. La cattiveria senza limiti la lasciamo agli autoproclamatisi ‘buoni’”.

Il caso approda anche nell’aula della Camera con un accorato discorso a braccio della deputata Fdi Augusta Montaruli: “E’ vomitevole che l’odio politico si mischi alla misoginia, utilizzando il letto di una donna per una campagna del fango che vuole gettare discreto sulla vita delle persone sono per un attacco politico”, osserva. Dalle fila delle opposizioni i primi ad esprimere solidarietà sono gli esponenti dell’area del Terzo Polo, per Azione Carlo Calenda (“la vignetta fa schifo”) e per Italia Viva Maria Elena Boschi (“Non condivido una parola di ciò che ha detto Lollobrigida ma questa vignetta del Fatto Quotidiano è disgustosa”), a cui si uniscono vari esponenti del Pd, in primis la responsabile giustizia Debora Serracchiani che parla di vignetta “sessista e offensiva”. Silenzio, al momento, dal Movimento Cinquestelle, dalla Lega e da Alleanza Verdi e sinistra. Intanto la componente del sindacato dei giornalisti Fnsi “Pluralismo e Libertà” ha chiesto all’Ordine dei giornalisti di intervenire e prendere provvedimenti rispetto a una vignetta che “lede tutti i principi deontologici e ha come unico obiettivo quello di screditare persone che nulla hanno a che vedere con la vicenda oggetto della satira”.

Leishmaniosi, a Roma maxi-screening su 450 animali Canile Valle Grande

Leishmaniosi, a Roma maxi-screening su 450 animali Canile Valle GrandeRoma, 20 apr. (askanews) – Prende il via oggi il più grande screening di prevenzione e cura della leishmaniosi canina in Italia: oltre 450 animali ospitati dal Canile Valle Grande di Roma saranno sottoposti alle analisi specifiche grazie alla sinergia tra Fondazione Cave Canem, non profit con sede a Roma e attiva su tutto il territorio nazionale, il C.Re.Na.L. Centro di Referenza Nazionale per la Leishmaniosi di Palermo, eccellenza nazionale nel settore e lo staff del canile rifugio che solo nel 2022 ha facilitato l’adozione di 315 cani.

A effettuare le analisi, lo staff del canile Valle Grande di Roma, composto da medici veterinari, tecnici veterinari, coadiuvati dal team di campo di educatori cinofili della Fondazione Cave Canem coordinati dal dog trainer manager Mirko Zuccari, i quali contribuiranno a gestire e tranquillizzare i pazienti a quattro zampe durante i prelievi in box e nella nuova sala visite di recente allestimento. I campioni verranno spediti a Palermo e saranno analizzati dai professionisti del C.Re.Na.L. coordinati dal dottor Fabrizio Vitale; entro 30 giorni verranno inviati i risultati che andranno ad arricchire le schede anagrafiche di ogni cane. Per coloro i quali risulteranno positivi alla leishmaniosi verrà avviata immediatamente la terapia, per tutti gli altri verranno intensificati i protocolli di prevenzione. La Fondazione, il C.Re.Na.L. e il canile Valle Grande collaboreranno a un piano di controllo della leishmaniosi e per favorire l’adozione dei cani. Una ricerca scientifica verrà realizzata a conclusione di questa iniziativa. “Portare a termine questo piano di monitoraggio in collaborazione con il C.Re.Na.L. – afferma l’avv. Federica Faiella, Vicepresidente della Fondazione Cave Canem – e ripeterlo ciclicamente e con costanza permetterà di avere una fotografia delle condizioni di tutti i cani presenti in canile e di fornire tutte le informazioni utili a un’adozione consapevole e responsabile per ogni cane. Tante, troppe volte nel corso della mia carriera mi sono imbattuta nella leishmaniosi canina e ho potuto appurare quanto male possa fare ai cani che purtroppo la contraggono. La leishmaniosi è una condanna a vita, una vita di segregazione in un box di canile. Non sono solo i sintomi della malattia a nuocere ma le ferite dell’anima, il dolore e la delusione per le adozioni mancate a causa di una malattia che fa ancora tanta, troppa paura. La leishmaniosi, infatti, è una zoonosi: questo intervento è utile per la salute degli animali quanto per quella delle persone”.

“Il Centro di Referenza Nazionale per la Leishmaniosi nasce per garantire supporto diagnostico per l’intero territorio nazionale al fine di sviluppare la conoscenza epidemiologica dell’andamento dell’infezione nel serbatoio animale – dichiara Fabrizio Vitale a capo del progetto di ricerca del Cre.Na.L. -. Il Canile, sia sanitario che rifugio, è per sua natura l’osservatorio epidemiologico privilegiato come presidio territoriale e, in prospettiva alla capacità di attrazione nelle adozioni, baluardo nella protezione della salute pubblica. L’attività prevista in termini di screening della popolazione, oltre ad implementare le mappe di distribuzione dell’ infezione, finalizza la corretta ed auspicata visione in termini di “One Health”, come la Leishmaniosi strettamente legata alla Triade della Salute (uomo, animali, ambiente), sa garantire”.

Nanoparticelle luminescenti di silicio per riciclo della plastica

Nanoparticelle luminescenti di silicio per riciclo della plasticaRoma, 20 apr. (askanews) – Nanoparticelle luminescenti di silicio per la selezione e il riciclo efficiente della plastica. L’idea, presentata dallo spin-off dell’Università di Bologna SINBIOSYS, è stata premiata da WomenTechEU, finanziamento europeo destinato a donne imprenditrici che sviluppano progetti di innovazione tecnologica. Il progetto presentato da SINBIOSYS è uno dei 134 finanziati su 467 idee presentate.

SINBIOSYS – spiega Unibo – è uno spin-off partecipato dall’Alma Mater che progetta e sintetizza materiali luminescenti a partire da elementi abbondanti come il silicio. Paola Ceroni, professoressa ordinaria al Dipartimento di Chimica “Giacomo Ciamician” è la co-fondatrice, insieme all’amministratore delegato Francesco Romano e al ricercatore Marco Villa. Il progetto premiato si chiama PRESTO: sarà un marcatore invisibile per prodotti in plastica, pensato per favorire il riciclo e aumentare il valore della plastica dopo il suo primo utilizzo, diminuendo così l’inquinamento. Grazie a WomenTechEU, l’idea riceverà una sovvenzione di 75.000 euro per sostenere le fasi iniziali del percorso di sviluppo e la crescita dello spin-off. Inoltre, sarà offerto un servizio di tutoraggio e coaching nell’ambito del programma Women Leadership del Consiglio Europeo per l’Innovazione (EIC) e opportunità di networking in tutta l’Unione Europea.

“Oggi la porzione di materiale plastico riciclato è, nella maggioranza dei casi, utilizzato per realizzare prodotti di più basso valore rispetto all’oggetto originale: questo è dovuto al fatto che la plastica non è costituita da un unico materiale, bensì da una miscela di diversi polimeri a composizione chimica diversa, che vengono spesso accoppiati tra loro o ad altri materiali”, spiega la professoressa Ceroni. “Per poter riciclare la plastica in modo tale da poter rifare la stessa tipologia di oggetto, ad esempio contenitori alimentari, è necessario quindi selezionare e dividere le varie tipologie di plastica”. L’idea presentata da SINBIOSYS prevede quindi un codice basato su nanoparticelle di silicio, simile al QR code, ma non visibile ad occhio nudo. Le particelle emettono colori di luce diversa a seconda delle dimensioni della nanoparticella stessa, che possono essere letti da particolari apparecchiature ottiche. In questo modo, plastiche di tipo diverso possono essere marcate con un diverso codice colore e venire così riconosciute, separate e riutilizzate facilmente.

Questa tecnologia è l’esito di un percorso di ricerca partito nel 2012 con un progetto ERC Starting Grant (PhotoSi), a cui è seguito un altro finanziamento ERC Proof of Concept, chiamato SiNBioSys, da cui è poi nato lo spin-off partecipato dall’Università di Bologna. La stessa tecnologia è stata anche utilizzata per realizzare concentratori solari luminescenti, oggetto di ricerca di un progetto Proof of Concept finanziato dall’Università di Bologna.

Italia s’avvicina a Taiwan, bivio nei rapporti con la Cina

Italia s’avvicina a Taiwan, bivio nei rapporti con la CinaRoma, 20 apr. (askanews) – L’Italia appare sempre più orientata a rafforzare i legami informali con Taiwan, rovesciando una politica che aveva visto in passato Roma piuttosto sbilanciata a favore di Pechino, tanto da diventare l’unico paese del G7 ad aderire formalmente all’Iniziativa Belt and Road voluta dal presidente cinese Xi Jinping. A mostrarlo sono segnali che si stanno moltiplicando, in un momento in cui la questione Taiwan rischia di essere dirimente per intrattenere relazioni solide con la seconda potenza economica del mondo, la Cina appunto.

Taiwan nei giorni scorsi ha annunciato che aprirà presto un nuovo ufficio di rappresentanza – una sede diplomatica informale, visto che l’Italia non riconosce ufficialmente Taipei – a Milano. “In vista dell’approfondimento della cooperazione e degli scambi tra Taiwan e l’Italia nei settori dell’economia, del commercio, della cultura, dell’istruzione, della scienza e della tecnologia e del turismo, il nostro Paese istituirà un ‘Ufficio di Taipei a Milano’”, ha spiegato il ministero degli Esteri taiwanese. Questa evoluzione appare essere in linea con la simpatia dimostrata dall’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in campagna elettorale, ha incontrato il rappresentante diplomatico taiwanese a Roma di quel momento. In un’intervista all’agenzia di stampa taiwanese, Meloni inoltre ha espresso l’esigenza di un impegno europeo per evitare che la Cina usi la forza nei confronti di Taiwan, oltre ad aggiungere: “Ci piace pensare a una nuova e più intensa stagione di cooperazione: scambi culturali, turismo, prevenzione e gestione delle crisi sanitarie, ricerca scientifica e progetti nel settore chiave dei microchip, in cui Taiwan è leader mondiale”.

In effetti l’isola ospita alcuni dei più grandi produttori di chip avanzati del mondo, a partire dal titano del settore, la TSMC. Secondo quanto ha scritto ieri l’agenzia di stampa Bloomberg, “esponenti ufficiali” italiani avrebbero suggerito a Taipei che l’Italia sarebbe pronta a non rinnovare il patto sull’Iniziativa Belt and Road, in cambio di un’espansione della cooperazione sulla produzione ed esportazione dei semiconduttori, un bene improvvisamente diventato scarso a partire dalla pandemia Covid-19. Il protocollo d’intesa sulle Nuove Vie della Seta è stato sottoscritto nel 2019 dall’allora premier Giuseppe Conte in occasione della visita a Roma di Xi Jinping, provocando un certo disappunto a Washington. Per Pechino quell’accordo, l’unico del genere siglato con un paese del G7, ha avuto un alto valore simbolico. Tuttavia l’intesa scade nel 2024 ed è previsto un rinnovo automatico, a meno che l’Italia non decida di uscirne.

Il comportamento di Roma sarà sotto stretta osservazione da parte di Washington, ma anche di Bruxelles, che cerca di mantenere una posizione equilibrata tra Pechino, Taipei e Washington, come dimostra la recente visita della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Pechino al seguito del presidente francese Emmanuel Macron: i due, sulla questione di Taiwan, si sono limitati sostanzialmente a ribadire l’adesione alla politica dell’”Unica Cina”, auspicando un’evoluzione pacifica della situazione. E, tornato in Europa, Macron in un’intervista ha provocato polemiche per aver dichiarato che l’Europa non dovrebbe farsi trascinare nella disputa su Taiwan, comportandosi da “vassalla” degli Stati uniti. Meloni, se prima di assumere la guida del governo ha espresso sostegno per Taiwan contro una possibile azione di forza cinese per riassorbire l’isola che considera parte integrante del suo territorio, una volta entrata a Palazzo Chigi ha evitato esternazioni sul tema. Anche una prevista visita di una delegazione di parlamentari appartenenti al Gruppo interparlamentare Italia-Taiwan (nato a novembre 2022), annunciata dal senatore di Fratelli d’Italia Lucio Malan, è stata cancellata all’ultimo momento.

Nel contempo, però, in maniera non eclatante ci sono stati passi concreti, come il fatto che dal 27 marzo è di nuovo attivo un volo diretto tra Roma e Taipei. Naturalmente un rafforzamento delle relazioni informali con Taiwan rappresenta un problema nei rapporti con Pechino. Per esempio, 2021 la Cina ha declassato le relazioni diplomatiche con la Lituania per l’apertura di un ufficio di rappresentanza nella sua capitale, Vilnius.

Che tra Roma e Pechino il vento non sia dei migliori, d’altronde, è confermato anche dal fatto che, nonostante un invito di Xi Jinping, la premier Meloni non si sia recata ancora in Cina, come invece hanno fatto tra la fine del 2022 e il primo quadrimestre del 2023 il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron e anche il capo del governo spagnolo Pedro Sanchez.

Consiglio Atlantico Finlandia: Mar Baltico è “lago della Nato”

Consiglio Atlantico Finlandia: Mar Baltico è “lago della Nato”Helsinki, 20 apr. (askanews) – Il Mar Baltico in epoca sovietica era detto lago “russo”, oggi è “un lago della Nato, per essere onesti: dopo che la Svezia si unirà alla Nato, sarà un’area Nato unita e non divisa. È un grosso cambiamento”. Lo dice ad askanews senza incertezze Terhi Suominen, segretario generale del Consiglio Atlantico di Finlandia. Suominen è appena rientrata a Helsinki, reduce dalle cerimonie di ingresso della Finlandia nell’alleanza militare, avvenuto il 4 aprile.

L’ingresso è stato un evento storico e un cambiamento molto importante per il Paese, considerato un esempio di neutralità sino al cambio di passo deciso dopo lo shock provocato dall’invasione russa dell’Ucraina. E anche se non si è concretizzato quello che la Finlandia aveva auspicato, ovvero un ingresso “mano nella mano” di Helsinki e Stoccolma nell’alleanza militare, Suominen resta ancora “ottimista”: possibile che la Svezia entri nella Nato prima del vertice dell’alleanza di luglio a Vilnius “ma probabilmente subito dopo” le elezioni presidenziali in Turchia, previste il 14 maggio. In queste ore il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, durante una visita ufficiale in Svezia, ha sollecitato Budapest e Ankara a ratificare la richiesta di adesione alla Nato di Stoccolma, prima del vertice di luglio a Vilnius (11-12 luglio). “Non vedo l’ora di chiamare la Svezia ‘alleato della NATO’”, ha twittato Austin ieri pomeriggio.

Alla domanda “quando entrerà secondo lei la Svezia nella Nato?” Suominen afferma di pensare “che entrerà, difficile dire quando. Io credo che possa accadere prima del summit di Vilnius, l’11 e il 12 luglio. Alcune voci dicono che non avverrà entro il vertice, ma accadrà di sicuro. Prima o poi”. Poi incalzata su cosa dovrebbe accadere affinchè in particolare la Turchia dia luce verde, aggiunge: “Penso che la chiave di tutto sia nella testa del signor Recep Tayyip Erdogan. Abbiamo le elezioni in Turchia il 14 maggio. Quindi, vedremo che cosa accadrà in queste elezioni; la maggioranza si aspetta che non accada nulla prima del voto, ma probabilmente subito dopo. Vediamo come andranno le elezioni e il risultato di esse”. Intanto le esercitazioni militari attualmente in corso in Svezia sono una “preparazione” all’ingresso del Paese nell’Alleanza, che per ora ha lo status di “Paese invitato”. In questi giorni si sono fatte notare due fregate della NATO, attraccate a Helsinki fino a domenica scorsa. “Ci sono diverse esercitazioni in corso: è la prima volta ad esempio che la Finlandia partecipa a quelle navali come Paese Nato. Quindi questo è un momento storico per la Nato, ma anche per la Finlandia. In Svezia ci sono diverse esercitazioni in corso, con migliaia di uomini: è una preparazione al fatto che la Svezia sarà un Paese Nato” dice Suominen. Per poi aggiungere sul significato di tali esercitazioni: “in primo luogo è un messaggio di solidarietà da parte della Nato alla Svezia e in secondo luogo la Svezia è già Paese invitato ad entrare nella Nato. Lo status è quindi quello di un Paese ‘quasi’ Nato. E quindi è come concretizzare che la Svezia diventerà Paese Nato”.

Al momento sono in corso esercitazioni navali nella parte meridionale del Paese e sull’isola strategicamente importante di Gotland, che non sono sicuramente sfuggite all’occhio attento della Russia. Più di 26.000 soldati provenienti da 14 paesi, inclusi gli Stati Uniti e Paesi NATO come Francia e Germania, partecipano a settimane di esercitazioni “per aria, a terra e in mare”, secondo una dichiarazione delle forze armate svedesi. Le operazioni di volo sono effettuate in tutta la Svezia e nel Mar Baltico. Interrogata sulla possibilità di future basi dell’Alleanza in Finlandia Suominen afferma: “difficile da prevedere, ma io credo che una (base) strategica sarebbe un segnale molto forte. Dobbiamo ricordare che l’ingresso della Finlandia nella Nato ha raddoppiato i confini diretti (dell’Alleanza) con la Russia. Quindi questo è già un segnale forte abbastanza. Ora questo è un confine della Nato con la Russia. Sulla parte finlandese, ma anche sulla parte russa: vuol dire che ci sono differenti disposizioni che sono in atto. Abbiamo in corso alcune esercitazioni nell’area finlandese, che per la prima volta si tengono come membri della Nato. È una nuova era”.

(Di Cristina Giuliano e Serena Sartini)

”Dormi”, braccialetto per monitorare a distanza disturbi del sonno

”Dormi”, braccialetto per monitorare a distanza disturbi del sonnoRoma, 20 apr. (askanews) – Si chiama “Dormi”, il primo dispositivo indossabile che consente il monitoraggio continuo dei disturbi del sonno, validato dal punto di vista scientifico e capace di fornire al medico, a distanza, dati clinici attendibili e analizzabili con algoritmi certificati. Lo ha sviluppato Ugo Faraguna, professore di fisiologia all’Università di Pisa, che spiega: “è un normale braccialetto sensorizzato, ma l’abbiamo modificato per offrire al medico uno strumento di diagnosi”.

“Monitorare i disturbi del sonno è difficile, perché richiede (o meglio, richiedeva, fino a ieri) strumenti invasivi e tempo per fare rilievi ripetuti”, prosegue Faraguna. “Però è cruciale, perché la qualità del sonno influenza la salute ed è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie neurodegenerative come demenze e malattia di Parkinson”. Così, mentre tutti imparavamo a misurarci la pressione arteriosa e a considerarla buona quanto più vicina ai valori aurei 120/80, sul nostro sonno siamo ancora all’aneddoto o poco più. Faraguna, un lungo trascorso a Madison a studiare la fisiologia del sonno con Giulio Tononi (tra i massimi esperti mondiali in materia), ha intuito il salto di qualità racchiuso nei dispositivi wearable e ha fondato la startup Sleepacta. All’inizio i finanziamenti sono arrivati da SAMBA, un piccolo incubatore locale, e in parte da un crowdfunding, poi è arrivato Red Lions, un fondo di investimento di area pisana. Oggi – informa Unipi – i braccialetti diagnostici di Sleepacta si cominciano a diffondere sul mercato e allargano di giorno in giorno la loro clientela tra centri medici, ospedali, reti di farmacie.

“Il nostro obiettivo è aumentare la consapevolezza dell’importanza di un buon sonno per la salute mentale, e per la salute in generale”, spiega la CEO di Sleepacta, Hannah Teichmann Prisco. Cioè, chiosa Faraguna, “Sleepacta vuole fare quello che lo sfigmomanometro ha fatto con l’ipertensione”. Ovviamente tutto questo dà anche garanzie in termini di privacy: “i dati fisiologici e sanitari appartengono alla persona, non a chi vende i braccialetti. E la persona può autorizzare il medico a leggerli, come per ogni visita. Noi poi possiamo anonimizzarli”. In pratica, Dormi si mette al polso e si leva una settimana dopo (non si toglie nemmeno per fare la doccia). In questo lasso di tempo il dispositivo raccoglie una serie di dati come frequenza cardiaca, saturazione arteriosa, posizione, movimento. “Tutti questi parametri alimentano una rete neurale che si avvale degli stessi strumenti di artificial intelligence che stanno invadendo la rete (ChatGPT e analoghi). Queste reti imparano ad analizzare i nostri dati sanitari e generano un referto medicale sull’architettura del nostro sonno, e stimano il rischio di avere patologie del sonno come le apnee notturne. Si tratta di una specie di holter del sonno, non invasivo, che ti agganci al polso”, spiega ancora Faraguna.

Ugo Faraguna sarà tra gli speaker dell’evento “Converging Skills”: una cinque giorni di confronto pubblico su trasferimento tecnologico e open innovation organizzato dall’Università di Pisa che si terrà a giugno nella storica Aula magna nel palazzo della Sapienza dell’ateneo pisano. Cinquanta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo.