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Autore: Redazione StudioNews

FT: Vw sospende impianto di batterie Ue e spinge su Nord America

FT: Vw sospende impianto di batterie Ue e spinge su Nord AmericaRoma, 8 mar. (askanews) – Volkswagen avrebbe messo in pausa il piano per costruire un impianto di batterie in Europa orientale, mentre spingerebbe su un sito di produzione analogo in Nord America, sulla base del fatto che ne otterrebbe 10 miliardi di euro di incentivi da parte degli Stati Uniti. Lo riporta il Financial Times con un caso che mette in risalto le controversie tra Unione Europea e Washington sul pacchetto di aiuti da quasi 370 miliardi di dollari varato dall’amministrazione Biden, con la dicitura “Inflation reduction act” a sostegno delle tecnologie verdi nell’industria.
Misure che hanno il chiaro intento anche di attrarre imprese europee, investimenti e posti di lavoro sul territorio Usa. Bruxelles ha più volte affermato che queste misure rischiano di risultare discriminatore sulle produzioni Ue.
Il quotidiano cita fonti anonime “a conoscenza delle decisioni prese da Vw”, secondo cui il gruppo avrebbe sospeso i piani di sviluppo di questo impianto di batterie in Europa in attesa di vedere come l’Ue risponderà agli incentivi di Washington. Intanto i piani Usa vanno avanti “più velocemente del previsto”.

Innovazione, il Made in Italy cresce grazie al digitale

Innovazione, il Made in Italy cresce grazie al digitaleRoma, 8 mar. (askanews) – Il commercio elettronico continua a crescere. In tre anni, dal 2019 al 2022 le vendite online a livello globale sono passate dal rappresentare il 15% al 22% del totale delle vendite al dettaglio. Entro tre anni arriverà a toccare il 26%. L’Italia, però, secondo l’indice Digital Economy and Society Index (DESI) 2022 è al 18° posto nella classifica europea e ha un valore del fatturato e-commerce pari al 9%. Anche il numero di PMI che vendono online che si attesta sotto il 13%, è significativamente basso.
Questi i risultati contenuti nel libro “Made in (digital) Italy” presentato ieri a Roma presso lo Spazio Europa da Start Magazine e ICINN – Istituto per la Cultura dell’Innovazione, e realizzato in collaborazione con Amazon. Il Decennio Digitale europeo prende avvio e con esso vede la luce la strategia di rinnovamento tecnologico e culturale a più ampio spettro mai concepita nel continente. Il nostro Paese è chiamato una volta per tutte a riconoscere ed accogliere la digitalizzazione come una priorità imprescindibile: lo chiede l’Europa, lo prescrive il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma è ormai a tutti i livelli una convinzione largamente condivisa.
Il Made in Italy ha bisogno di una svolta verso l’innovazione. Grazie al digitale, la nostra eccellenza nazionale ha l’opportunità di trasformare processi produttivi e distributivi in termini di efficienza, e guadagnare in efficacia del contatto con il consumatore finale; ma per farlo deve aprirsi a nuovi canali, a nuovi mercati, a nuovi modi di fare ciò che è sempre stato fatto diversamente, e che proprio per questo va cambiato. Il processo di digitalizzazione delle attività delle piccole e medie imprese, promosso anche grazie alle partnership pubblico-privato messe in campo tra il governo e gli operatori digitali, ha riflessi positivi sia per i negozi di prossimità che per le aziende. Queste, infatti, approfittano delle opportunità per ampliare la loro clientela e sono anche stimolate a innovare l’approccio nella vendita ai clienti offline, per rendere distintiva l’esperienza di visita del negozio fisico rispetto alla frequentazione dei punti vendita della grande distribuzione o dei centri commerciali.
La potenzialità sviluppata dalle PMI che hanno deciso di approfittare delle potenzialità dei marketplace è significativa: il caso più evidente è quello di Amazon, che ospita ormai oltre 20mila piccole e medie imprese italiane (cresciute del 10% circa tra il 2020 e il 2021). Le PMI italiane hanno venduto più di 100 milioni di prodotti su Amazon nel 2021 – pari a circa 200 prodotti al minuto – in crescita (oltre il 30% in più) rispetto agli 80 dell’anno precedente. Sempre nel 2021, le vendite all’estero delle Pmi italiane su Amazon hanno raggiunto circa 800 milioni di euro; per 200 aziende, queste vendite hanno significato per la prima volta il superamento del milione di euro di ricavi.
“Amazon è stata ed è l’opportunità di confrontarsi con una realtà digitale in continuo divenire. Ci ha permesso di sviluppare la mentalità giusta per lavorare come i grandi, pur mantenendo la nostra solida identità locale”, ha dichiarato Gianmichele Gnavolini. Che, da titolare dell’omonima azienda agro-alimentare umbra, ha aggiunto: “Siamo cresciuti in organizzazione e gestione del tempo, ora siamo più liberi”. “Sbarcando online abbiamo potuto iniziare a testare nuovi mercati con semplicità, rendendo immediato il nostro processo di internazionalizzazione e la promozione di Emilia Food Love”, testimonia anche Andrea Magnone, ideatore dell’azienda esportatrice di eccellenze emiliane. “Promuovere i nostri prodotti sulla vetrina Made in Italy negli Stati Uniti ci ha reso velocemente consapevoli delle opportunità che avremmo avuto oltre oceano; oggi gli Stati Uniti valgono il 60% del nostro volume di affari. Amazon offre la possibilità di avere una vetrina internazionale per il made in Italy portando grandi opportunità di crescita per le piccole aziende Italiane”.
Infine, secondo il CEO di Afroricci (azienda di prodotti per capelli) Alice Edun, “il marketplace Amazon, per l’azienda, è stato fondamentale per rispondere alla crescente domanda e differenziarsi anche dai numerosi competitors. Inoltre, vendere su Amazon è stato ed è un modo utile per comprendere il comportamento dell’utente finale. Una vera rivoluzione per farsi conoscere in tempo breve ed acquisire clienti nuovi da tutto il mondo che oggi rappresenta un passo importante per le aziende”.

Roma diventa una innovativa strategia di marketing imprenditoriale

Roma diventa una innovativa strategia di marketing imprenditorialeRoma, 8 mar. (askanews) – Utilizzare le bellezze di Roma per creare una innovativa strategia di marketing imprenditoriale. È questa l’idea, unica in Italia, che ha avuto una azienda laziale che ha trasformato il Colosseo, i gladiatori e le location dei film “Angeli e Demoni”, in un viaggio/tour da regalare ai propri venditori o clienti esteri. Un modo per potenziare l’export e andare oltre il “ti mando la merce, tu paghi e ci vediamo alla prossima fattura”. Come far sentire vicino un rivenditore o un cliente che si trova a 8.000 km di distanza dalla nostra azienda? Come farlo sentire parte di un progetto importante ed esclusivo? Sono queste alcune delle domande chi sono posti il direttore marketing e il responsabile commerciale della SharkNet, azienda leader nella realizzazione di zanzariere plissettate, vendute in 50 paesi nel mondo.
“Già nel 2016 – spiega in una nota Marco Marcatoni, direttore commerciale – la nostra zanzariera era distribuita in tantissimi paesi vicini e lontani, come ad esempio l’Australia, il Costa Rica, Israele, la Slovenia, l’Ungheria, la Spagna, la Svizzera, l’India e molti altri. Questa presenza così importante su tutti i Continenti imponeva delle riflessioni sulla gestione dei clienti, ma soprattutto sull’esperienza riservata a ognuno di essi per non ripetere pedissequamente il classico rapporto fra chi vende e chi compra. Tanto per essere chiari non ci piaceva una soluzione del tipo ti mando la merce, tu paghi e ci vediamo alla prossima fattura. Nonostante il vantaggio di vivere in una società iper digitalizzata e aver reso relativo il concetto di distanza grazie all’ausilio di strumenti come email, whatsapp, zoom ecc. abbiamo cercato di ragionare un po’ fuori dagli schemi e di creare qualcosa di nuovo”.
L’obiettivo era quello di plasmare un’esperienza indimenticabile qui a Roma, dove i clienti si potessero sentire parte di qualcosa di importante, di un team con interessi comuni, o addirittura di una famiglia. “E così abbiamo deciso di invitarli nella capitale per fare visitare loro i luoghi più belli della nostra città. Ma per rendere il tutto più innovativo e suggestivo, ogni anno abbiamo dato un tema al viaggio”, prosegue Marcantoni. “Il primo tema scelto sono stati i gladiatori e il Colosseo e in quella edizione abbiamo portato in nostri clienti internazionali a visitare all’anfiteatro Flavio ma non sono mancate anche delle vere e proprie lezioni di storia, spiegando loro tutti i segreti e le curiosità legate al mondo dei gladiatori. Quell’anno abbiamo avuto la partecipazione di 11 aziende, provenienti da 10 paesi. Nel 2019, invece, il tema è stato quello dei capolavori d’arte, organizzando delle visite guidate alla Cappella Sistina e ai Musei Vaticani. Nel 2020 ci siamo ispirati al famoso film basato sul romanzo di Dan Brown “Angeli e Demoni” e abbiamo ripercorso tutti i luoghi immortalati nel film, insieme a 13 aziende provenienti da 11 paesi. Mentre, la prossima edizione che si terrà in questi giorni, ripercorrerà tutti i luoghi raccontati dal film, premio Oscar, ‘La Grande Bellezza’”.
Insomma il concetto è quello della Vip Experience che alcune aziende hanno pensano e strutturato per i propri clienti. Basti pensare a Ferrari e agli eventi segretissimi e a numero chiuso, riservati a pochi eletti, per presentare i nuovi modelli in anteprima. Ma alla SharkNet sono andati ampiamente oltre, potenziando e migliorando questa idea di partenza. “Siamo partiti dalla base di quella che potrebbe essere appunto una Vip Experience per creare qualcosa di completamente nuovo”, racconta il direttore commerciale. “Una tre giorni full immersion nel Mondo SharkNet dove una volta messo piede a Roma il cliente non deve più pensare a nulla è tutto organizzato dal nostro staff.
Ma oltre alle visite nei luoghi più belli della città eterna, questa nuova frontiera di business/marketing, prevede anche una parte dedicata la lavoro. “Durante i tre giorni di soggiorno, oltre a una visita in azienda, ci concentreremo su dei corsi mirati di marketing e vendita per migliorare le performance di presentazione del nostro prodotto in ogni Paese. Negli altri due giorni -continua Marcantoni- verranno presentate le operazioni di marketing di successo e ci confronteremo su come esse potranno essere riadattate, utilizzate e applicate subito senza il rischio di avventurarsi in investimenti alla cieca, mettendo sul piatto il pericolo di bruciare i propri soldi. Contenuti utili sia per il B2B (marketing&vendita ai rivenditori) sia per il B2C. Saranno a tal fine presenti imprese di grande livello da tutto il mondo che ascolteranno le strategie di marketing e vendita che ha messo in atto la SharkNet Company e che hanno portato risultati incredibili. Il nostro obiettivo è quello di far raddoppiare o addirittura triplicare, ai nostri partner, le vendite di SharkNet senza investire soldi al buio o senza bruciare le proprie risorse con web agency che non garantiscono risultati. Le cose che insegniamo del resto sono le strategie di marketing che facciamo e che hanno funzionato. Senza dimenticare il fatto che chi partecipa avrà la possibilità di entrare in contatto con aziende simili, ma di nazionalità diverse, creando così una rete di conoscenze e di condivisione che spesso si è sviluppata in partnership o nella creazione di vere e proprie amicizie”.

Il 13 marzo a Milano il vino dei vigneron dell’Union des Gens de Métier

Il 13 marzo a Milano il vino dei vigneron dell’Union des Gens de MétierMilano, 8 mar. (askanews) – Lunedì 13 marzo i vigneron associati nella francese Union des Gens de Métier (UGM) saranno i protagonisti di un esclusivo banco d’assaggio riservato agli operatori del settore all’Hotel Principe di Savoia di Milano.
L’UGM nasce nel 1990 da un’idea dell’enologo e viticoltore della Loira, Didier Dagueneau, e riunisce “un gruppo di persone libere e rispettose degli equilibri dell’ambiente, che fanno prodotti equi e nobili”, quasi tutti biologici se non biodinamici. “L’UGM crede nell’unità di ciò che fa bene al corpo e allo spirito, un impegno che si nutre dell’amicizia, della passione e della gastronomia” si legge nel sito del gruppo, che difende e promuove “il diritto all’originalità e alla diversità”. Si tratta principalmente di vigneron legati al mondo della fermentazione di diverse AOC (le Denominazioni francesi), ma ci sono anche un produttore di sidro (Eric Bordelet) e un fornaio (Alex Croquet). Ai francesi si aggiungono un vignaiolo corso, Marc Imbert, una coppia basca di Irouléguy, Thérèse et Michel Riouspeyrous, e una italiana, Aldo e Milena Vaira dell’azienda G.D. Vajra, storica Cantina che sorge a tre chilometri dal centro di Barolo (Cuneo).
Insieme con i Vaira, ci saranno nove vignaioli italiani che condividono i medesimi valori e, in alcuni casi, legati da rapporti di amicizia. Dal Trentino-Alto Adige arriveranno Clemens Lageder di Alois Lageder e Emilio Zierock di Foradori, dalla Lombardia Isabella e Emanuele Pelizzati Perego di Ar.Pe.Pe, dall’Emilia Romagna Alberto e Giovanni Paltrinieri e Chiara Condello, dalla Toscana Aljoscha, Antonia e Arianna Goldschmidt di Corzano & Paterno, dal Friuli Mateja Gravner di Gravner, dal Veneto Matilde Poggi de Le Fraghe e dal Piemonte Christoph Künzli de Le Piane.
“Gli amici dei miei amici sono amici” ha spiegato Francesca Vaira, che con i fratelli Giuseppe e Isidoro costituisce la terza generazione della famiglia, citando padre Costantino Ruggeri, il frate francescano che ha realizzato le meravigliose vetrate a mosaico della loro cantina. “Queste parole ci accompagnano dalla nostra infanzia – ha concluso – e sono l’ispirazione che, nella vita di tutti i giorni, intesse storie di amicizia e desiderio di comunicare una Bellezza: ecco lo spirito intrinseco nella degustazione dell’UGM del 13 marzo”.
Ecco i 17 produttori francesi che dalle 10 alle 18 saranno nell’albergo di piazza della Repubblica a Milano: Philippe Alliet (Chinon), Eric Bordelet (Calvados, Sydre et Poiré), Manuéla e François Chidaine (Montlouis-sur-Loire), Olivier Clape (Cornas), Véronique Cochran (Côtes de Bourg), Louis-Benjamin Dagueneau (Pouilly Fumé), Elian Da Ros (Côtes du Marmandais), Létizia e David Duband (Nuits St Georges), Maxime Graillot (Crozes-Hermitage), Marc Imbert (Corsica), Charlotte e Antonie Kreydenweiss (Alsazia), Christophe Peyrus (Pic Saint Loup), Daniel Ravier (Bandol), Thérèse e Michel Riouspeyrous (Irouléguy), Jean-Marc Roulot (Mersault), Anselme e Corinne Selosse (Champagne) e Stéphanie e Michel Theron (Haut-Médoc).

Vino, la Prima dell’Alta Langa sarà l’8 maggio alla Reggia di Venaria

Vino, la Prima dell’Alta Langa sarà l’8 maggio alla Reggia di VenariaMilano, 8 mar. (askanews) – La Prima dell’Alta Langa 2023 si terrà l’8 maggio nella settecentesca Galleria Grande della Reggia di Venaria (Torino). Giunta alla quinta edizione, la grande degustazione degli spumanti Metodo classico Docg che nascono nelle colline di Asti, Cuneo e Alessandria è organizzata dal Consorzio Alta Langa ed è riservata a un pubblico di operatori professionali.
“Anno dopo anno, edizione dopo edizione, questo evento cresce e si arricchisce, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Torino eravamo in 46 con 115 diversi vini” ha ricordato la presidente del Consorzio, Mariacristina Castelletta, sottolineando che “la Prima si conferma l’occasione per poter assaggiare un’amplissima selezione di Alte Bollicine Piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”.
Diverse le iniziative che il Consorzio sta portando avanti in questi mesi. L’ultimo progetto presentato due giorni fa nel Palazzo Banca d’Alba, è stato “Alta Langa DOCG: anima di un territorio” che coinvolgerà alcuni tra i più importanti sommelier di Torino, Milano e Genova. Un viaggio nel quale l’Alta Langa DOCG si racconterà nella sua vocazione di vino “gastronomico” in abbinamento alle specialità dei cuochi delle trattorie storiche delle terre alte di Langa: nei primi tre appuntamenti saranno coinvolti al fianco del Consorzio Piermassimo Cirio (Trattoria Madonna della Neve, Cessole), Gemma Boeri (Osteria da Gemma di Roddino) e Vilma Forneris (La Vecchia Osteria di Castellino Tanaro). “A fronte della crescita della denominazione – ha evidenziato il direttore Paolo Rossino – il Consorzio prosegue la sua assunzione di responsabilità verso il territorio di origine e allo stesso tempo adotta delle azioni a più ampio raggio che permettano di far conoscere l’autenticità e la bellezza dell’Alta Langa attraverso la chiave di lettura gastronomica: coinvolgere in questo viaggio le osterie storiche delle terre alte, essenza e presidio del territorio, è per noi un grande orgoglio”.
Il Consorzio Alta Langa è nato nel 2001 e oggi conta 55 case spumantiere e 90 viticoltori associati che producono 115 diverse etichette. Gli ettari di vigneto sono 377 (per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay), 175 dei quali sono coltivati in provincia di Cuneo, 164 in provincia di Asti e 38 in provincia di Alessandria. Dalla vendemmia 2022 la Denominazione ha una produzione di tre milioni di bottiglie vendute per il 90% sul mercato interno. L’Alta Langa Docg è lo spumante brut storico del Piemonte: fu il primo metodo classico ad essere prodotto in Italia fin dalla metà dell’Ottocento. Ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008). È prodotto con uve Pinot nero e Chardonnay (in purezza o insieme in percentuale variabile), può essere bianco, rosé, brut o pas dosé, ha un affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi ed è esclusivamente millesimato.

Eclettica e radicale, Lee Lozano artista senza compromessi

Eclettica e radicale, Lee Lozano artista senza compromessiTorino, 8 mar. (askanews) – Un’artista capace di dare forma, in molti modi diversi, sia a una pittura potente e perfettamente storicizzabile, sia a una pratica artistica di dissenso, di radicale cambio di prospettiva, di scomparsa. La Pinacoteca Agnelli di Torino presenta la prima mostra italiana di Lee Lozano, protagonista della scena newyorchese negli anni Sessanta, poi ritiratasi dal mondo dell’arte fino a far perdere le proprie tracce. In coerenza con un’idea di “sciopero generale” nei confronti del Sistema, che riecheggia anche nel titolo dell’esposizione, “Strike”, all’insegna di un geniale e radicale eclettismo.
“È come se fossero sei artiste diverse – ha spiegato ad askanews la co-curatrice della mostra Lucrezia Calabrò Visconti – una per ogni sala. Le ha un approccio alla pittura assolutamente eclettico ed eterogeneo e soprattutto si oppone radicalmente a qualsiasi tipo di struttura predefinita, sia nell’ambito artistico sia poi nell’ambito della sua vita. Cosa che infatti la porterà poi, con l’opera che dà il titolo alla mostra, General Strike Piece, a decidere di abbandonare il mondo dell’arte”.
Il progetto dedicato Lee Lozano, che per molti versi anticipa le istanze più forti e profonde dell’arte concettuale nonché molte delle pratiche che oggi appartengono alla nostra arte contemporanea di ricerca, è anche parte di un percorso e di un modo di essere della Pinacoteca Agnelli. “La nostra idea – ha aggiunto la direttrice del museo e co-curatrice dell’esposizione, Sarah Cosulich – è quella di dare un’identità all’istituzione all’interno di una missione. E la nostra missione è partire dalla collezione storica di Giovanni e Marella Agnelli per arrivare alla contemporaneità, creando delle mostre che facciano da ponte per far vedere come la storia dell’arte è connessa. Quindi diamo la possibilità di entrare non solo nell’opera di artiste donne, per dare loro una certa priorità in questo momento per provare a riscrivere la storia dell’arte, che è una storia che è stata scritta da uomini”.
Giochi di parole, provocazioni, immagini sessuali, taccuini, istruzioni per le performance: pure in pochi anni di attività Lee Lozano esplora moltissime forme di espressione, senza fermarsi, senza cedere mai ad ammiccamenti o lusinghe. “Anche nei disegni o nei dipinti più espliciti – ha aggiunto Lucrezia Calabrò Visconti – è come se il disegno erotico o la pittura del nudo venisse utilizzata per raccontare qualcos’altro, per esempio una critica della società in cui stava vivendo”.
Una critica che, proprio per il sue essere animata sia da una forte carica grottesca, sia da un’oggettiva potenza del lavoro, per esempio nei grandi dipinti astratto-minimalisti, vere lezioni sull’arte di una certa epoca storica, assume quella forza radicale e non compromissoria che la mantiene valida e viva. Anche se Lee Lozano, con i suoi molti nomi e i suoi molti volti, ha scelto di scomparire dalla scena e di essere sepolta in una tomba senza nome sulla lapide.
La mostra torinese è aperta al pubblico fino al 23 luglio.

Rinnovato portale su enoturismo del territorio del Morellino di Scansano

Rinnovato portale su enoturismo del territorio del Morellino di ScansanoMilano, 8 mar. (askanews) – Semplice, chiaro e immediato, con un catalogo di proposte completamente rinnovato e il debutto della sezione dedicata al merchandising. Sono alcune delle novità presenti nella versione del portale “VisitMorellino”, da pochi giorni online, ora implementato nella sua struttura e veste grafica.
Lanciato nel 2021 e promosso dal Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano, “VisitMorellino” è uno spazio virtuale che consente di scoprire come vivere il territorio della denominazione in maniera immersiva e completa tra le bellezze dei suoi borghi e del suo paesaggio, sospeso tra il mare della costa toscana e le pendici del Monte Amiata.
Il portale diventa così un punto di riferimento per gli enoturisti e gli amanti della vita all’aria aperta, con un’attenzione particolare al connubio che lega vino, sport, turismo e benessere. “VisitMorellino” offre, infatti, la possibilità di organizzare il proprio soggiorno su misura nell’area del Morellino di Scansano scegliendo tra le tante attività a disposizion: Wine Experience, Spa & Benessere, itinerari naturalistici in bici, e-bike e a cavallo o ancora esperienze legate al mare come Surf, Kayak, Paddle Board e Snorkeling. Attività rese possibili grazie alle partnership con i principali player del territorio come: Saturnia Bike, Terme di Saturnia, Parco della Maremma, Movimento Turismo del Vino, Centro Porsche Firenze, 4 Tempi, Acquedotto del Fiora, Maremma Sup Avventura, Maremma 4 Style e Coravin.
“Il lavoro di restyling ha reso la navigazione del portale molto più veloce e dinamica, riuscendo con maggior facilità a far comprendere le peculiarità del nostro territorio e della nostra denominazione ai tanti visitatori che intendono trascorrere un periodo di vacanza nelle terre del Morellino di Scansano” ha spiegato il direttore del Consorzio, Alessio Durazzi, , aggiungendo che “abbiamo la fortuna di trovarci immersi in un ambiente incontaminato, ideale per chi è alla ricerca di un turismo a stretto contatto con la natura”.
Da un punto di vista strettamente tecnico, l’innovazione più importante di quest’ultima versione riguarda la mobilità e l’interazione diretta con i turisti che acquisteranno le soluzioni in totale autonomia. Inoltre sarà presto disponibile nei principali “store on line”, anche la app dedicata. Nell’area e-shop, oltre ai vini delle cantine della denominazione Morellino di Scansano DOCG e a tanti utili accessori, gli utenti potranno anche acquistare felpe, giubbotti, polo, grembiuli, shopper e molti altri prodotti venduti con il brand “Rosso Morellino”, dal nome dell’evento in house organizzato a Scansano dal Consorzio che quest’anno si svolgerà il 15 maggio.

Meloni e la Ue si allineano, Governo assicura sintonia Salvini

Meloni e la Ue si allineano, Governo assicura sintonia Salvini

Piantedosi in Parlamento, maggioranza prova a spegnere fari. Opposizione accende abbaglianti”tace su omessi soccorsi, dimissioni”

Roma, 8 mar. (askanews) – Mentre alla Camera e al Senato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha riferito sul tragico naufragio di Cutro, la premier Giorgia Meloni ha trascorso a palazzo Chigi una giornata al lavoro per preparare il Consiglio dei ministri sui migranti che si terrà domani nella cittadina del crotonese teatro della tragedia. Un appuntamento a cui arriva “incassando” l’impegno di Bruxelles ad azioni concordate e idem sentire, sulla doppia direttrice della guerra aperta al traffico di esseri umani e della solidarietà in soccorsi e accoglienza
La premier, all’indomani della tragedia in cui hanno perso la vita oltre 70 migranti, aveva scritto alle autorità europee. “L’unico modo per affrontare seriamente con umanità questa materia è fermare le partenze e su questo serve una Europa che oltre a dichiarare la sua disponibilità, agisca e in fretta”, era stato il messaggio della premier, che oggi ha ricevuto la risposta di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione Ue assicura di condividere “totalmente la tua opinione che come europei, politici e cittadini, abbiamo il dovere morale di agire per evitare simili tragedie” e sottolinea che “la migrazione è una sfida europea che richiede una soluzione europea”. Le priorità indicate sono “aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere i trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale, rimpatriando quelli che non hanno il diritto a restare”.
Parole accolte con “profonda soddisfazione” da Meloni: dalla risposta, infatti, viene sottolineato, emerge “la piena consapevolezza” di Bruxelles “di come vi sia la necessità di una concreta e immediata risposta europea in tema migratorio”. Nel concreto, le azioni annunciate da von der Leyen, secondo una nota di Palazzo Chigi, “corrispondono perfettamente alle richieste portate in questi mesi dal governo italiano presso le istituzioni europee”. Certo, sarà necessario verificare la loro attuazione e per questo la premier riporterà il tema sul tavolo del prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo.
Questo per quanto riguarda il fronte europeo, ma intanto c’è da preparare il Consiglio dei ministri di giovedì in Calabria, che per Meloni deve essere non un semplice gesto “simbolico” ma l’occasione per portare alcuni primi provvedimenti concreti, a cui poi ne seguiranno altri. Sul tema Palazzo Chigi è al lavoro con i ministeri competenti (Interni, Giustizia, Infrastrutture): secondo quanto si apprende dovrebbe essere deciso un inasprimento delle pene per gli scafisti, ma anche interventi per aumentare i flussi legali. Certo nella maggioranza c’è chi vorrebbe passi più decisi: la Lega ha ripresentato, nella sostanza, i decreti sicurezza con limitazioni e controlli per il riconoscimento del diritto di asilo. E proprio quando il governo sarà a Cutro la commissione Affari costituzionali della Camera dovrebbe iniziare l’esame della proposta di legge.
Accelerazione che non è stata gradita dalla premier né da Fratelli d’Italia. Anche per questo, probabilmente, Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi Matteo Salvini. Al centro del colloquio, definito dal Governo “cordiale e concreto”, proprio un punto sul dossier migranti e le misure da approvare giovedì. Misure su cui, assicurano dalla maggioranza, c’è “piena sintonia”.
Intanto resta alta la tensione su Piantedosi. Oggi il ministro ha riferito in Parlamento, affermando, tra l’altro, che “sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità”. Il titolare del Viminale ha espresso cordoglio per “una tragedia che ci addolora profondamente, anche sul piano personale”, respingendo però le accuse. Per Piantedosi non c’è “connessione” tra il cosiddetto ‘decreto Ong’ e il naufragio che sarebbe stato causato da una manovra degli scafisti. Palazzo Chigi in serata garantisce il sostegno alla linea del ministro e plaude alla sua “esposizione puntuale dei fatti” da cui emerge che “non ci sono state carenze nelle operazioni di soccorso”. Le opposizioni, però, sembrano intenzionate a non mollare la presa e ribadiscono la richiesta di dimissioni. “Non faremo un passo indietro su questo – assicura la segretaria Pd Elly Schlein -. Speriamo che presto Giorgia Meloni torni in quest’aula. Presto ci sarà il ‘question time’, non mancherà occasione per fare luce su quello che è successo”.

A Bari nuovo Parco giustizia: progetto da 405mln, il 70% sarà verde

A Bari nuovo Parco giustizia: progetto da 405mln, il 70% sarà verdeMilano, 7 mar. (askanews) – Un’area di 15 ettari per il 70% destinata al verde ospiterà a Bari il nuovo Parco della giustizia. Un progetto da 405 milioni di euro, presentato oggi in Senato. Dei fondi, 382 milioni sono stati già stanziati dal Ministero della Giustizia e il resto viene messo a disposizione dall’Agenzia del Demanio. L’obiettivo prioritario è unificare gli uffici giudiziari attualmente dislocati in più sedi e abbattere il costo delle locazioni che, per i soli uffici giudiziari baresi, ammontano a 2 milioni all’anno.
“Ci troviamo di fronte ad un progetto di eccellenza, che unisce innovazione tecnologica, materiali di avanguardia, scelte organizzative sensibili al pubblico: magistrati, avvocati, utenza”, ha detto il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
Il Parco nascerà nell’area delle ex Caserme Milano e Capozzi, nel quartiere Carrassi. Al centro del piano c’è la realizzazione di un ‘grande parco verde’ che punta a diventare il centro del quartiere. Previsti anche parcheggi e percorsi dedicati alla mobilità dolce che attraverseranno e disegneranno il parco.
“L’intervento del Parco della giustizia permette di restituire a Bari una importante area verde molto attesa dal territorio e una logistica della giustizia integrata con la città”, ha spiegato il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme.
Il complesso sarà formato da 4 edifici a corte a pianta quadrata e disposti tra loro con dei minimi sfasamenti, quasi a richiamare l’immagine di un Quadrifoglio scomposto, tra le cui foglie si aprono spazi di percorrenza e di sosta.
“Abbiamo immaginato un grande parco verde che restituisse ossigeno ed energie a questa città”, ha chiosato il sindaco di Bari Antonio Decaro. “Ventisei costruzioni tra fabbricati e caserme demoliti a fronte di soli 4 edifici ricostruiti in cui saranno accorpati tutti gli uffici giudiziari e 10 ettari di verde pubblico”.

8 marzo, indagine: 88% donne ha difficoltà a gestire proprie finanze

8 marzo, indagine: 88% donne ha difficoltà a gestire proprie finanzeRoma, 7 mar. (askanews) – La relazione tra donne e soldi non è sempre forte: la conferma arriva dall’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria delle donne in Italia, realizzato in occasione della Giornata internazionale della donna con la consulenza di AstraRicerche e la collaborazione del laboratorio di psicologia Life dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Al 42% delle donne non interessa particolarmente il mondo finanziario, conoscerne gli strumenti, acquisire competenze e rimanere aggiornate sul tema, fatta eccezione per una buona parte (64%) di giovani tra i 25 e i 34 anni che si proclama piuttosto interessata. Quando si informano, lo fanno principalmente se mosse da esigenze specifiche, rivolgendosi quindi ad esperti come banche e agenzie specializzate. Durante l’indagine, è stata “testata” anche la conoscenza in materia finanziaria: sugli strumenti esistenti, le donne hanno consapevolezza basilare, ma quando si va più in profondità, ecco che si sentono le prime lacune: poche conoscono gli strumenti più evoluti, come azioni (30,7%), titoli di stato (28%) e microcredito (25,7%). Una “verifica” ulteriore sulla comprensione di tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto e diversificazione del rischio e del rapporto rischio-rendimento ha evidenziato risultati discreti: nonostante la metà delle donne sappia mediamente come rispondere, una fetta non indifferente, più precisamente il 27%, ha ancora una conoscenza bassa o nulla. Manca fiducia: in generale, il 60% delle donne non ne ha molta nelle proprie abilità di gestione delle finanze, seppur la sicurezza aumenti nelle più adulte (il 55% delle 35-44enni) e con figli (56%). Tutti questi fattori portano a vivere diversi ostacoli: la quasi totalità delle donne (87%) percepisce difficoltà da lievi a pesanti nella gestione dei soldi, con un aumento della gravità e profondità della preoccupazione nelle più giovani e, probabilmente, inesperte. Ad esempio, molte trovano difficoltoso fare progressi verso obiettivi finanziari (77%) e ritengono complesso rispettare un piano spese (66,3%).
Tutto questo alimenta un circolo vizioso in cui la donna non riesce ancora ad essere assoluta protagonista delle proprie finanze. Tale approccio al denaro e i comportamenti adottati che ne conseguono sembrano infatti essere piuttosto ansiosi e conservativi: le donne usano più spesso i contanti – anche se in molte riconoscono si intensificherà il trend dei pagamenti tramite app (52%) e carta di credito (47%) – hanno un solo conto corrente (67%) a testimonianza di una minore dimestichezza e sicurezza nel differenziare e controllano spesso le proprie spese (il 64% lo fa settimanalmente). Inoltre, stilare un budget è un’abitudine per la maggior parte delle donne (83%), che lo aggiornano con un orizzonte temporale mensile o settimanale, quindi principalmente per controllare entrate e uscite (e non per una pianificazione evoluta e a lungo termine); un’abitudine testimoniata dallo strumento scelto da oltre la metà, ovvero carta e penna, seguito da app (23%), file Excel (24%) e conto corrente smart (17%).
Un freno si nota anche sull’assunzione di rischi: le donne si indebitano in piccola misura (vivendo eventuali debiti con maggiore ansia) e investono poco. Infatti, la metà delle donne non ha mai fatto un investimento e ben il 42% non si sente sicura della propria capacità e competenza per la gestione degli investimenti, oltre a non sconfinare nei territori più moderni: gli investimenti più nuovi o meno tradizionali, come le cripto e ETF, non sono la loro materia preferita (affrontati rispettivamente dal 7% e 12% delle donne).
“Crediamo che l’autonomia finanziaria delle donne sia essenziale per la loro libertà e felicità” – spiega Ivan Mazzoleni, CEO di Flowe – “Soprattutto come padre di Beatrice, 14 anni, trovo cruciale che le donne abbiano tutti gli strumenti necessari per ottenere il diritto all’indipendenza finanziaria, fin da una giovane età, per essere protagoniste delle loro risorse finanziarie ed esercitare a pieno le proprie potenzialità per tutto il corso della loro vita, raggiungendo così obiettivi personali e professionali”.
Questa attitudine all’ attenzione e allo stare sempre in guardia si riscontra soprattutto con l’avanzare dell’età e nelle donne che hanno figli, a testimonianza della tendenza ad avere tutto sotto controllo, anche nella sfera famigliare. A tal proposito, infine, la gestione della famiglia da un punto di vista finanziario sembra essere ancora oggi una prerogativa più comune ai papà, almeno per quanto riguarda le spese più alte: infatti, tra i genitori che danno la paghetta, alle mamme toccano le cifre più esigue (tra i 20 e i 50 euro), mentre i papà si occupano dei costi maggiori (dai 50€ a salire).
“Il basso livello di conoscenza e di interesse verso le tematiche finanziarie, uniti a una scarsa fiducia nelle proprie competenze finanziarie possono essere alla base della tendenza delle donne a fare affidamento principalmente ad altri nel prendere le proprie decisioni finanziarie. Se è vero che non sempre si può parlare di un atteggiamento di totale delega al proprio partner, per lo più ciò che accade è che la donna sia parzialmente coinvolta nel processo decisionale, processo in cui tuttavia la decisione finale viene presa dal partner stesso. Si instaura così una sorta di circolo vizioso in cui, non sentendosi investita della responsabilità finale delle proprie decisioni finanziarie, la donna difficilmente è portata a sviluppare interesse verso le questioni finanziarie, piuttosto tende a disinteressarsene, a prendere le distanze da un ambito che sente lontano dalla propria sfera di competenza. Questi dati ci dicono che, purtroppo, la società in cui viviamo è ancora pregna di stereotipi che rendono difficile il connubio tra donne e denaro. Fin quando continuerà a passare il concetto che la gestione delle finanze sia un compito prettamente maschile, le donne avranno meno possibilità di imparare competenze essenziali e continueranno a svolgere ruoli marginali quando si parla di denaro”, commenta Paola Iabichino dell’Università Cattolica.