Italia consegna a Libia motovedetta per controllo flussi migranti
Italia consegna a Libia motovedetta per controllo flussi migranti
Tajani: ora stabilità con voto. Mangoush: apprezzo serietà governo
Quella odierna è stata la prima consegna di una serie di imbarcazioni che contribuiranno a rafforzare significativamente le capacità delle autorità libiche nelle attività di salvataggio in mare e di contrasto del traffico di migranti e di esseri umani, nel quadro della rinnovata cooperazione che il governo italiano ha avviato con la Libia sui temi migratori e sul controllo delle frontiere. L’imbarcazione affidata a Tripoli è inaffondabile, è autoraddrizzante, misura 20 metri e pesa 33 tonnellate circa. Può raggiungere una velocità massima di 35 nodi ed ha un’autonomia di 600 miglia nautiche. Il suo equipaggio è composto da 5 persone ma potrà ospitare fino a 200 naufraghi, con relative scialuppe di salvataggio.
La cerimonia di oggi è inoltre il primo risvolto operativo del Memorandum d’intesa per la consegna di 5 unità navali – due Corrubia e tre classe 300 – alla Guardia costiera libica, firmato lo scorso 28 gennaio dal vicepresidente Tajani insieme alla ministra Mangoush nell’ambito della missione in Libia svolta con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Apprezzo la serietà del governo di Giorgia Meloni nel rafforzamento della collaborazione dei nostri Paesi. Continueremo con incontri tecnici per contrastare questo fenomeno” dell’immigrazione irregolare, ha commentato El Mangoush, ricordando che la consegna della motovedetta “accresce la capacità di controllare le coste e il Mediterraneo”, e “riflette proprio il sostegno dell’Italia al governo di Tripoli”.
Il memorandum si inserisce poi nel quadro del programma di supporto alla gestione integrata delle frontiere e dell’immigrazione (Sibmmil) finanziato dal 2017 dal Fondo della Commissione europea “Trust Fund Africa” con oltre 42 milioni di euro, di cui il ministero dell’Interno è ente attuatore. La consegna “accresce il ruolo della Libia e della sicurezza della navigazione nel Mediterraneo”, ha spiegato Mangoush, evidenziando la necessità di un “percorso euro-libico per affrontare la migrazione”. “La sicurezza dei confini necessita di cooperazione e di una strategia di medio e lungo termine”, ha sottolineato.
L’Unione europea, dal canto suo, sta anche cercando di “aiutare i Paesi del Nordafrica a combattere le vere cause dell’immigrazione”, attraverso “il miglioramento della vita delle persone, creando posti di lavoro e ricchezza”, ha confermato il Commissario europeo per l’Allargamento e la politica di vicinato, Olivér Vßrhelyi. “Questa è la migliore ricetta per evitare l’immigrazione clandestina”, ha detto. “Dunque l’Ue sta cercando di allargare le proprie attività, non solo creando un futuro più prospero per l’Africa del nord, ma anche aiutando le autorità a fermare le azioni illegali”.
E a fronte del rapido deterioramento del quadro migratorio nel Mediterraneo, Sibmmil assume un ruolo strategico per il sostegno alle autorità libiche nel controllo delle zone di ricerca e salvataggio in mare, dei traffici illegali e dei flussi migratori via mare, incoraggiando al contempo un approccio rispettoso dei diritti umani. La Libia, ha ricordato d’altra parte Tajani, è “il principale Paese di partenza dei migranti che giungono dal Mediterraneo”. “Quindi la Libia è un Paese strategico per la nostra azione di contrasto all’immigrazione irregolare”, ha insistito il ministro.
Anche per questo è importante che il Paese raggiunga al più presto una “stabilità maggiore”, “con elezioni politiche e presidenziali”. L’Italia intende svolgere “un ruolo da protagonista per una Libia stabile con cui confrontarsi”, ha precisato Tajani. “E vuole essere protagonista anche della sua unità nazionale. Stiamo parlando con tutti gli interlocutori”, ha ricordato a questo proposito il ministro, spiegando che in occasione della recente missione governativa in Libia “purtroppo Haftar era a Parigi per motivi personali” e che la prossima settimana sarà a Roma l’inviato speciale Onu Abdoulaye Bathily. “Continuiamo a voler dare fiducia a questo Paese perché dobbiamo anche risolvere il problema dell’immigrazione irregolare”, ha concluso Tajani. (di Corrado Accaputo)