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Autore: Redazione StudioNews

##Lazio al voto, centrodestra vede vittoria. Resa dei conti Pd-M5s

##Lazio al voto, centrodestra vede vittoria. Resa dei conti Pd-M5sRoma, 11 feb. (askanews) – La corsa è terminata. Domenica 12 e lunedì 13 febbraio nel Lazio si va al voto e, già nella serata di lunedì, si conoscerà il nuovo presidente della Regione. Tre i papabili per la fumata bianca: Donatella Bianchi per il Movimento 5 Stelle, Alessio D’Amato per il centrosinistra e Francesco Rocca per il centrodestra. A breve giro di orologio andranno in archivio gli anni della giunta di Nicola Zingaretti, l’uomo dei record di via Cristoforo Colombo. L’unico ad aver raggiunto la mèta di due consiliature consecutive: dieci anni non macchiati da scandali e da dimissioni costrette dagli eventi. Dieci anni alla guida di un territorio che l’esponente del Pd aveva ereditato da Renata Polverini e dal centrodestra, sul quale si agitava la mannaia della sanità commissariata. “Anni difficili”, così li ha sempre bollati Zingaretti, attraversati dalla pandemia che, anche grazie a un lavoro certosino della giunta e dell’assessorato alla Sanità, sono stati superati arginando gli effetti del Covid. E proprio l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, il frontman della crisi Coronavirus, potrebbe essere il prossimo presidente.
E’ stato lui il primo tra i candidati in corsa a scendere in campo a dicembre, forte e convinto di aver lavorato con profitto in questi anni. Una candidatura che è apparsa ad alcuni “strappata” al Pd, ottenuta anche con la complicità di Carlo Calenda e del Terzo Polo. I dem a lui probabilmente avrebbero preferito un candidato gradito al Movimento 5 Stelle, per continuare nell’esperimento del “campo largo” con il Lazio officina della giunta in condominio Pd-M5S, un tentativo fallito di matrimonio. La partita domani e lunedì si gioca anche su questo.
Un centrodestra coeso intorno a Francesco Rocca, avvocato ex presidente della Croce Rossa Internazionale, che vede vicina e possibile la conquista della Regione, e il centrosinistra che corre contro il Movimento 5 Stelle e prova a vincere, come accadde nel 2018. Questo turno elettorale offre un panorama diverso tra il Lazio e la Lombardia entrambe al voto. Nella prima regione Pd e 5 Stelle vanno separati con il Terzo Polo che appoggia D’Amato, in Lombardia invece Pd e M5S si presentano insieme, e il Terzo Polo va in solitaria con Letizia Moratti.
L’avvocato Conte da martedì tirerà le sue somme e, con lui, lo faranno Calenda e Renzi, mentre il Pd, col pensiero al nuovo segretario e le correnti che animano e agitano il partito, farà i conti col risultato delle urne. D’Amato è speranzoso e, ad ogni appuntamento elettorale che in questo periodo ha affrontato, ha caricato i suoi nel segno del “vincerò, perché io vincerò e vinceremo, proprio come accadde nel 2018 anche senza i 5 Stelle”. Dal canto suo la candidata M5s Donatella Bianchi sono settimane che difende l’addio al campo largo accusando il Pd di aver tradito l’anima ambientalista della sinistra con il termovalorizzatore di Roma, poco importa che si tratti di un’opera che rientra nei poteri di Roberto Gualtieri non in veste di sindaco ma di commissario straordinario di governo.
Intanto Francesco Rocca guarda al 14 febbraio, al suo possibile “San Valentino con la Regione”. E’ sicuro che potrà esser lui il nuovo presidente della Regione che oggi, dopo dieci anni di governo del centrosinistra, definisce “sorda alle voci dei territori, ferma e immobile, senza una visione di futuro”, non a caso il suo mantra è “Direzione futuro”.

##Lombardia misura l’effetto Meloni, variabili Moratti e astenuti

##Lombardia misura l’effetto Meloni, variabili Moratti e astenutiMilano, 11 feb. (askanews) – L’onda lunga che ha portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi si farà sentire anche in Lombardia, ma potrebbe avere l’effetto di uno tsunami. Se infatti FdI dovesse doppiare il risultato della Lega e ridimensionare ulteriormente Forza Italia come successo alle politiche di fine settembre, il rischio sarebbe quello di avere, sì, Attilio Fontana rafforzato dalla nuova investitura popolare, ma allo stesso tempo indebolito dalla mancata spinta del suo partito di riferimento e da una coalizione più sbilanciata verso Roma. Per questo la vera sfida delle elezioni regionali lombarde, anche in chiave nazionale e di governo, sembra soprattutto interna al centrodestra, prova di forza tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e la stessa Meloni.
Per il candidato di centrosinistra e M5s, Pierfrancesco Majorino, penalizzato in partenza dal fatto di avere alle spalle un Pd in piena stagione congressuale e con un segretario dimissionario, la parte finale delle corsa è stata paradossalmente in discesa, o almeno in piano. Tanto che negli ultimi giorni di campagna elettorale, con il traguardo ormai in vista, ha spinto l’acceleratore sul tema del cosiddetto voto utile: “È chiaro che la sfida è aperta, ed è tra me e Fontana, chi vuole il cambiamento non ha altra scelta” ha ripetuto come un mantra cercando di far convergere su di sè tutti gli insoddisfatti da 28 anni di governi regionali di centrodestra. Il suo risultato sarà anche un test importante per chi vuole a Roma un nuovo “campo largo”, cioè l’alleanza tra dem e pentastellati.
La vera mina vagante di queste elezioni regionali lombarde, oltre all’astensionismo che Berlusconi ha previsto possa affossare l’affluenza fino a un modestissimo 52% degli elettori, è però la presenza in campo di Letizia Moratti, già vice di Fontana fino a novembre, capace sulla carta di togliere consensi tanto al centrodestra quanto al centrosinistra e di rimanere sempre centrale nel confronto quotidiano della campagna elettorale. Una candidatura indubbiamente di peso, il cui risultato può rendere poco affidabile l’asticella del bipolarismo e confermare o meno l’ambizione esplicita del Terzo Polo per le elezioni europee del 2024, cioè quella di diventare il primo partito del Paese.
Quanto a Fontana ha esaltato fino all’ultimo l’unità del centrodestra e assicurato che non ci saranno problemi in caso di pesi ribaltati nel centrodestra. “Abbiamo passato cinque anni in cui c’erano altri rapporti di forza e abbiamo sempre operato senza alcun tipo di frizione. La nostra strategia è quella di parlarci, confrontarci, trovare la soluzione migliore. Nessuno di noi ha mai avuto la volontà di prevaricare gli altri. L’importante sono le idee, non sono i numeri” ha ribadito. Certo è che il partito di Meloni cercherà, in caso di vittoria, di ottenere la poltrona della vice presidenza e soprattutto quella dell’assessorato al Welfare, dalla quale passa un budget di oltre 23 miliardi di euro, pari all’80% del bilancio regionale.

Si vota in Lazio e Lombardia, oltre un quarto di italiani alle urne

Si vota in Lazio e Lombardia, oltre un quarto di italiani alle urne

Seggi aperti domenica dalle 7 alle 23. Lunedì fino alle 15

Roma, 11 feb. (askanews) – Sono oltre 13 milioni i cittadini di Lazio e Lombardia chiamati alle urne domenica e lunedì per il rinnovo dei governi regionali.
In Lombardia sono 8 milioni e 349mila gli elettori; nel Lazio gli aventi diritto sono invece 4 milioni e 815mila. In totale si tratta di oltre un quarto della popolazione italiana e degli aventi diritto al voto.
Nelle due regioni i seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23, ma si vota anche lunedì fino alle 15. Poi inizierà lo spoglio.
Il risultato della consultazione, che eleggerà i nuovi presidenti e i Consigli regionali delle due più popolose regioni italiane, sarà anche il primo banco di prova del governo Meloni.
Il centrosinistra, che si presenta in coalizione con il Movimento 5 stelle in Lombardia, senza Terzo polo, e in coalizione con il Terzo polo, senza Movimento 5 stelle, nel Lazio, considera invece “aperta” la sfida nelle due regioni. Il centrodestra si presenta invece nella sua formulazione di governo al fianco dei propri candidati in entrambe le regioni.
In Lombardia la sfida è tra il governatore uscente Attilio Fontana, sostenuto dal centrodestra unito; il candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino; la candidata del Terzo polo Letizia Moratti, ex vice di Fontana. In campo anche Mara Ghidorzi, la quarta sfidante, candidata di Unione popolare.
Nel Lazio è corsa a sei: Alessio D’Amato (centrosinistra), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5S), Rosa Rinaldi (Unione Popolare), Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo e Insieme per il Lazio) e Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano).
La legge elettorale prevede l’elezione diretta sia del presidente di Regione sia del Consiglio regionale, in un’unica tornata, a suffragio diretto. Non è previsto il ballottaggio: vince chi prende più voti.

##Regionali in Lazio e Lombardia, oltre un quarto italiani al voto

##Regionali in Lazio e Lombardia, oltre un quarto italiani al votoMilano, 11 feb. (askanews) – Sono oltre 13 milioni i cittadini di Lazio e Lombardia chiamati alle urne, domenica 12 e lunedì 13 febbraio, per il rinnovo dei governi regionali. In Lombardia (9 milioni e 943mila abitanti) saranno chiamati a votare 8 milioni e 349mila elettori; in Lazio (5 milioni e 714mila abitanti), gli aventi diritto sono invece 4 milioni e 815mila. In totale si tratta di oltre un quarto della popolazione italiana e degli aventi diritto al voto.
Il risultato della consultazione, che eleggerà i nuovi presidenti e i Consigli regionali delle due più popolose regioni italiane, sarà letto anche come il primo banco di prova del governo dopo le elezioni politiche del 25 settembre scorso. Un significato politico, per questa tappa intermedia in vista delle elezioni europee del prossimo anno, che i leader del centrodestra hanno già attribuito: “La vittoria di domenica e lunedì avrà anche un riflesso nazionale, perché confermerà la vittoria della nostra maggioranza che dopo molti anni è arrivata alla guida del Paese con la signora Giorgia Meloni”, ha detto Silvio Berlusconi dal palco a Milano insieme agli altri leader della coalizione, in chiusura della campagna elettorale lombarda. Analoghe le dichiarazioni della premier: “Col voto di domenica e lunedì, dimostrate quale Italia è quella vera, cosa pensa davvero l’Italia”, ha detto Giorgia Meloni.
Il centrosinistra, che si presenta in coalizione con il Movimento 5 stelle in Lombardia, senza Terzo polo, e in coalizione con il Terzo polo, senza Movimento 5 stelle, nel Lazio, considera invece “aperta” la sfida nelle due regioni. Il centrodestra si presenta invece nella sua formulazione di governo al fianco dei propri candidati in entrambe le regioni.
In Lombardia “la sfida è tra me e Fontana”, ha ripetuto nelle ultime settimane il candidato del centrosinistra Pierfrancesco Majorino, chiedendo la fiducia agli elettori del Terzo Polo come voto “utile” per mandare a casa l’attuale presidente di Regione. Queste le coalizioni: Fontana conta su Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, oltre che della sua lista civica. Moratti è in lizza oltre che col sostegno del Terzo polo, anche con quello della sua lista civica; Majorino è appoggiato dal Pd, del M5s, dell’alleanza VerdiSinistra e Reti Civiche e della sua lista civica. Mara Ghidorzi, la quarta sfidante, è invece la candidata di Unione popolare.
Nel Lazio è corsa a sei: Alessio D’Amato (centrosinistra), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5S), Rosa Rinaldi (Unione Popolare), Fabrizio Pignalberi (Quarto Polo e Insieme per il Lazio) e Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano). A sostegno di D’Amato sette liste: Pd, Psi, Azione e Italia viva (Terzo polo), Demos, +Europa Radicali e Volt, Verdi sinistra e Possibile, Lista Civica D’Amato presidente. Con Rocca Fratelli D’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e Rinascimento, Unione di Centro, e Lista Civica per Rocca Presidente. Donatella Bianchi è appoggiata dal Movimento 5 Stelle e dal Polo Progressista. Sonia Pecorilli è la candidata per il Partito Comunista Italiano. Fabrizio Pignalberi invece è sostenuto da Quarto Polo e Insieme per il Lazio. Rosa Rinaldi è candidata per Unione Popolare di Luigi De Magistris.
(segue)

In Europa cresce il ruolo delle donne in ambito scientifico

In Europa cresce il ruolo delle donne in ambito scientifico

Giornata delle Donne nella Ricerca: un video IIT e Fond. Ansaldo

Milano, 11 feb. (askanews) – Cresce in Europa il ruolo delle donne in ambito scientifico e nella ricerca: nel 2021 erano attive nel campo scientifico, a livello europeo, quasi 74 milioni di persone, di cui il 52% rappresentato da donne, aumentate del 26% rispetto al 2011.
In occasione della “Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza” istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite e arrivata alla sua ottava edizione IIT e Fondazione Ansaldo hanno realizzato un video per promuovere l’uguaglianza di genere e l’inclusione nel mondo della scienza e della ricerca. Il video racconta le transizioni della figura femminile nel contesto scientifico. Le protagoniste sono donne di ieri e di oggi. Le prime impegnate nella ex-centrale elettronucleare di Caorso e negli stabilimenti ASGEN di Genova, le seconde nei laboratori dei diversi centri IIT distribuiti in Italia.
Il video – prodotto in collaborazione con Fondazione Ansaldo – vuole sottolineare come le donne siano sempre state presenti nella sfera scientifica. Seppur spesso osteggiate da una società che le voleva relegate a ruoli stereotipati, alcune scienziate riuscivano a distinguersi facendosi spazio in una élite principalmente maschile, ma anche in questo caso venivano considerate come eccezioni o, addirittura, venivano private del loro stesso successo e tenute nell’ombra.
Oggi si registrano segnali di cambiamento, ma il percorso verso la parità di genere anche nei contesti scientifici è ancora lungo da compiere. Il video proposto da IIT e Fondazione Ansaldo vuole quindi supportare un cambiamento culturale in modo che in un futuro il più prossimo possibile, non sia più necessario promuovere politiche di inclusione, perché l’essere donne e ragazze nella scienza sarà la normalità.
Lo staff dell’Istituto Italiano di Tecnologia è composto da oltre 1.900 persone provenienti da circa 70 Paesi, con un’età media di 35 anni e la cui componente femminile supera il 40%. Dal 2020 IIT si è dotato di un ufficio Diversity, Inclusion and Social Impact che ha avuto il compito di redigere il Gender Quality Plan, un documento strategico che delinea gli obiettivi e le azioni da intraprendere per promuovere l’uguaglianza di genere. Proprio per abbattere lo stigma che vuole il mondo della ricerca popolato principalmente da uomini, sono state pianificate diverse azioni di comunicazione, come interviste alle ricercatrici in qualità di role model e l’organizzazione e la partecipazione a eventi sul tema.
Fondazione Ansaldo da sempre è attenta alle politiche di uguaglianza, parità di diritti e inclusione. In particolare, negli ultimi anni si è impegnata a promuovere, attraverso la valorizzazione del patrimonio archivistico di cui è custode, la storia dell’emancipazione femminile e dell’ingresso delle donne nel mondo del lavoro. Per farlo offre percorsi didattici ad hoc per le scuole e, dal 2020, ha allestito la mostra #Women in cinque location distribuite sul territorio genovese e non solo.

Bce, Visco: tassi salgano ma in maniera progressiva e misurata

Bce, Visco: tassi salgano ma in maniera progressiva e misurataRoma, 11 feb. (askanews) – I tassi della Bce devono continuare a salire ma “in maniera progressiva e misurata”, e senza sbilanciarsi nel preferire il rischio di fare troppo piuttosto che su quello, opposto, di fare troppo poco. Lo ha affermato il governatore della Banca, a conclusione del suo intervento al Warwick Economics Summits, secondo il testo diffuso dall’istituzione.
“L’estrema incertezza che stiamo attraversando implica, inevitabilmente, per la fase attuale un proseguimento dell’inasprimento della politica monetaria, per evitare la possibilità di effetti di secondo livello (dovuto all’alta inflazione) rilevanti che si ripercuotano nell’area euro. Tuttavia questa stessa incertezza suggerisce anche che ci muoviamo gradualmente e in maniera prudente – ha detto – con i tassi ufficiali che continuino a salire in maniera progressiva ma misurato sulla base dei dati che giungeranno e della loro valutazione sulle prospettive di inflazione”.
“Ritengo anche che dovremmo essere molto cauti nel fornire una valutazione quantitativa sul preferire uno o l’altro dei due rischi opposti – ha aggiunto Visco -: quello di fare troppo o troppo poco. A me sembra che non ci sia una ragione a priori per preferire di sbagliare da una parte piuttosto che dall’altra”.
Invece, “se dovesse apparire una spirale prezzi-salari e le attese di inflazione dovessero diventare non sufficientemente ancorate, sarebbero certamente giustificati ulteriori e rilevanti inasprimenti monetari”, ha aggiunto.

Ascolti Sanremo, 11.121.000 e 66.5% per la serata delle Cover

Ascolti Sanremo, 11.121.000 e 66.5% per la serata delle CoverRoma, 11 feb. (askanews) – La quarta serata del Festival di Sanremo, quella dei duetti e delle cover, da anni tra le più amate del festival, ha visto collegati 11.121.000 spettatori con il 66,5% di share.
Per trovare un venerdì del festival con uno share medio più alto bisogna tornare all’anno di introduzione della rilevazione Auditel, quando lo share medio della serata di venerdì fu del 67,5%. Negli anni dal 1987 al 1994 (fatta eccezione per il 1989), il festival durava quattro serate, quindi il confronto va fatto con la ‘semifinalè del venerdì
Un trionfo anche rispetto all’anno passato in cui erano stati più di 11 milioni 378 mila spettatori pari al 60,5% di share. Nel dettaglio, la prima parte, dalle 21:25 alle 23:41, è vista da 15.046.000 spettatori con il 65.2%, mentre la seconda parte, dalle 23:4 alle 1:59, è seguita da 7.041.000 spettatori con il 69.7%

Quarta e De Maria alla Iuc con Schubert, Brahms e Beethoven

Quarta e De Maria alla Iuc con Schubert, Brahms e BeethovenRoma, 11 feb. (askanews) – Sonate di Schubert, Brahms e Beethoven, per un concerto che segna l’incontro tra due prestigiosissimi solisti, Massimo Quarta e Pietro De Maria, due eccellenze di scuola italiana rispettivamente del violino e del pianoforte: l’Istituzione Universitaria dei Concerti (Iuc) continua così oggi un ciclo dedicato proprio ai duo.
L’appuntamento è alle 17.30 nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza: Quarta e De Maria eseguiranno la Sonata in re maggiore D384 di Franz Schubert, la Sonata n.3 in re minore op.108 di Johannes Brahms e infine di Ludwig Van Beethoven la Sonata n. 10 in sol maggiore op. 96.
Massimo Quarta è considerato uno dei più´ importanti violinisti della sua generazione, ospite regolare dei maggiori festival italiani e stranieri e delle più prestigiose istituzioni concertistiche. Vincitore a soli 26 anni del Primo Premio al Concorso Internazionale di Violino “Niccolò Paganini” di Genova, è stato definito dall’American Record Guide come “la personificazione dell’eleganza” e si è esibito in qualità di direttore e solista nelle più importanti orchestre estere e italiane fra cui la Royal Philharmonic Orchestra e i Berliner Symphoniker. Tra gli impegni più rilevanti delle stagioni appena trascorse, il debutto come direttore e solista al Concertgebouw di Amsterdam con la Netherlands Symphony Orchestra.
Dopo aver vinto il Premio della Critica al Concorso Tchaikovsky di Mosca nel 1990, Pietro De Maria ha ricevuto il Primo Premio al Concorso Internazionale Dino Ciani di Milano (1990) e al Géza Anda di Zurigo (1994). Nel 1997 gli è stato assegnato il Premio Mendelssohn ad Amburgo. La sua intensa attività concertistica lo vede solista con prestigiose orchestre e con direttori quali Roberto Abbado, Gary Bertini, Myung-Whun Chung, Vladimir Fedoseyev, Daniele Gatti, Alan Gilbert, Eliahu Inbal, Marek Janowski, Ton Koopman e Sándor Végh. È il primo pianista italiano ad aver eseguito pubblicamente l’integrale delle opere di Chopin in sei concerti. (Photo Credit: Marnan49)

Tripodi in Vietnam: Expo Roma 2030 pone al centro l’uomo e i diritti

Tripodi in Vietnam: Expo Roma 2030 pone al centro l’uomo e i dirittiRoma, 11 feb. (askanews) – La sottosegretaria agli Esteri Maria Tripodi è ad Hanoi, ultima tappa del tour in Asia, per la conferenza stampa di presentazione ai media e al settore pubblico e privato della candidatura a Expo2030 di Roma.
“Il nostro progetto mette al centro l’essere umano e i suoi diritti fondamentali per garantire un futuro più equo, sostenibile e inclusivo”, ha detto Tripodi.
Ad Hanoi Tripodi incontra il vice ministro degli Esteri Nguyen Minh, il vice ministro della Cultura, Sport e Turismo Nguyen Phuong Hoa, con i membri del gruppo di amicizia parlamentare Italia-Vietnam e con i rappresentanti del sistema Italia in Vietnam.
Prima di Hanoi, Tripodi è stata a Singapore, dove ha presenziato all’inaugurazione della mostra di arte contemporanea “La Grande Visione Italiana-Collezione Farnesina” e incontrato i ministri di Stato per gli Affari Esteri, del Commercio-Industria e della Cultura e a Tokyo.
Nella capitale giapponese ha incontrato la vice ministro parlamentare agli Affari Esteri Yuumi Yoshikawa, il decano del gruppo parlamentare d’amicizia tra Italia e Giappone On Akira Amari, e il vice ministro parlamentare per l’Economia, il Commercio e l’Industria Makoto Nagamine. Al centro dei colloqui il sostegno della candidatura di Roma a ospitare l’esposizione Universale 2030, la cooperazione in campo economico, politico e culturale e la collaborazione in ambito G7, di cui il Giappone detiene quest’anno la presidenza. La sottosegretaria Tripodi ha incontrato in Ambasciata i rappresentanti delle aziende italiane operanti in Giappone.

Commercio, Confesercenti: nel 2022 chiusi oltre 2 negozi ogni ora

Commercio, Confesercenti: nel 2022 chiusi oltre 2 negozi ogni oraRoma, 11 feb. (askanews) – Nel 2022 sono nate solo 22.608 nuove attività di commercio al dettaglio, il 20,3% in meno del 2021. Un numero del tutto insufficiente a compensare le oltre 43mila imprese che hanno abbassato per sempre la saracinesca, e che fa chiudere l’anno con un bilancio negativo per oltre 20mila unità, per una media di oltre due negozi spariti ogni ora. E’ l’allarme lanciato da Confesercenti, in base a una elaborazione effettuata sui dati resi disponibili dalle fonti camerali.   Mentre il numero di chiusure è in linea con quello rilevato negli anni pre-pandemia, il dato delle aperture del 2022 è il più basso degli ultimi dieci anni, inferiore del -47,9% non solo al valore del 2012 – quando, nonostante la crisi, avevano aperto oltre 43mila attività del commercio – ma anche rispetto al 2020, anno della Covid e del lockdown, dice l’associazione, che comunque aveva registrato l’arrivo sul mercato di oltre 25mila imprese del commercio; nel 2019, le aperture erano state 29mila. Il calo delle nuove aperture è rilevante soprattutto in Sardegna (-33,2% rispetto al 2021), Piemonte (-29,3%) e Umbria (-27,3%).   La desertificazione delle attività commerciali colpisce tutto il territorio nazionale, anche se a registrare i saldi peggiori sono le regioni con un tessuto commerciale più sviluppato. In termini assoluti, a registrare la perdita più rilevante è la Campania, con un saldo negativo di -2.707 negozi; seguono, a stretta distanza, il Lazio (-2.215) e la Sicilia (-2.142). Perdite rilevanti anche in Lombardia (-2.123), Piemonte (-1.683), Toscana (-1.479), ed Emilia-Romagna (-1.253). In termini relativi, rileva però Confesercenti, la perdita peggiore è quella registrata dalle Marche, dove il calo percentuale delle imprese del commercio attive, rispetto al 2021, è del -8,8%: quasi una su dieci. Seguono Friuli-Venezia Giulia (-4,7%) e Molise (-4,4%). 
Tra chiusure e mancate aperture, il numero di negozi di vicinato al servizio della comunità è calato, rispetto al 2012, del -14,3% circa. Nelle province autonome di Trento e Bolzano, ormai, ci sono solo 6,9 imprese del commercio ogni mille abitanti; in Friuli-Venezia Giulia 7,8, e in Lombardia 8,4. Nelle regioni del Sud il tessuto del commercio resiste un po’ di più, in particolare in Campania (19,7 imprese ogni mille abitanti), Calabria (18,7) e Sicilia e Puglia (entrambe con 15,1). 
“La ripartenza post-pandemia non è riuscita a infondere nuovo slancio alle piccole imprese del commercio al dettaglio. Aprire una nuova attività di commercio di vicinato, in un mercato crescentemente dominato da grandi gruppi e giganti dell’online, è sempre più difficile: ed i neoimprenditori, semplicemente, rinunciano, come evidente dal calo delle nuove aperture, inferiore addirittura all’anno della pandemia”, spiega Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti.
“A rischio c’è il pluralismo del sistema distributivo e il servizio ai cittadini: proprio l’anno della pandemia ha dimostrato il valore della rete dei piccoli negozi, dagli alimentari alle edicole, per la popolazione. Occorre aiutare le piccole superfici di vendita a inserirsi nel mercato e a restarci. Innanzitutto, puntando di più sulle politiche attive, a partire dalla formazione imprenditoriale e dal tutoraggio delle start-up da parte delle associazioni di categoria. Ma servirebbe una spinta anche sul piano fiscale – conclude – con un regime agevolato per le attività di vicinato”.