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Autore: Redazione StudioNews

Vino, la Prima dell’Alta Langa sarà l’8 maggio alla Reggia di Venaria

Vino, la Prima dell’Alta Langa sarà l’8 maggio alla Reggia di VenariaMilano, 8 mar. (askanews) – La Prima dell’Alta Langa 2023 si terrà l’8 maggio nella settecentesca Galleria Grande della Reggia di Venaria (Torino). Giunta alla quinta edizione, la grande degustazione degli spumanti Metodo classico Docg che nascono nelle colline di Asti, Cuneo e Alessandria è organizzata dal Consorzio Alta Langa ed è riservata a un pubblico di operatori professionali.
“Anno dopo anno, edizione dopo edizione, questo evento cresce e si arricchisce, così come la nostra compagine: se nella prima edizione del 2018 i produttori presenti alla manifestazione erano 18, con circa 40 etichette in degustazione, l’anno scorso a Torino eravamo in 46 con 115 diversi vini” ha ricordato la presidente del Consorzio, Mariacristina Castelletta, sottolineando che “la Prima si conferma l’occasione per poter assaggiare un’amplissima selezione di Alte Bollicine Piemontesi, incontrare i produttori ed entrare pienamente a contatto con lo spirito di una denominazione in netto sviluppo, in Italia e non solo”.
Diverse le iniziative che il Consorzio sta portando avanti in questi mesi. L’ultimo progetto presentato due giorni fa nel Palazzo Banca d’Alba, è stato “Alta Langa DOCG: anima di un territorio” che coinvolgerà alcuni tra i più importanti sommelier di Torino, Milano e Genova. Un viaggio nel quale l’Alta Langa DOCG si racconterà nella sua vocazione di vino “gastronomico” in abbinamento alle specialità dei cuochi delle trattorie storiche delle terre alte di Langa: nei primi tre appuntamenti saranno coinvolti al fianco del Consorzio Piermassimo Cirio (Trattoria Madonna della Neve, Cessole), Gemma Boeri (Osteria da Gemma di Roddino) e Vilma Forneris (La Vecchia Osteria di Castellino Tanaro). “A fronte della crescita della denominazione – ha evidenziato il direttore Paolo Rossino – il Consorzio prosegue la sua assunzione di responsabilità verso il territorio di origine e allo stesso tempo adotta delle azioni a più ampio raggio che permettano di far conoscere l’autenticità e la bellezza dell’Alta Langa attraverso la chiave di lettura gastronomica: coinvolgere in questo viaggio le osterie storiche delle terre alte, essenza e presidio del territorio, è per noi un grande orgoglio”.
Il Consorzio Alta Langa è nato nel 2001 e oggi conta 55 case spumantiere e 90 viticoltori associati che producono 115 diverse etichette. Gli ettari di vigneto sono 377 (per 2/3 Pinot nero e per 1/3 Chardonnay), 175 dei quali sono coltivati in provincia di Cuneo, 164 in provincia di Asti e 38 in provincia di Alessandria. Dalla vendemmia 2022 la Denominazione ha una produzione di tre milioni di bottiglie vendute per il 90% sul mercato interno. L’Alta Langa Docg è lo spumante brut storico del Piemonte: fu il primo metodo classico ad essere prodotto in Italia fin dalla metà dell’Ottocento. Ha ottenuto la Doc nel 2002 e la Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008). È prodotto con uve Pinot nero e Chardonnay (in purezza o insieme in percentuale variabile), può essere bianco, rosé, brut o pas dosé, ha un affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi ed è esclusivamente millesimato.

Eclettica e radicale, Lee Lozano artista senza compromessi

Eclettica e radicale, Lee Lozano artista senza compromessiTorino, 8 mar. (askanews) – Un’artista capace di dare forma, in molti modi diversi, sia a una pittura potente e perfettamente storicizzabile, sia a una pratica artistica di dissenso, di radicale cambio di prospettiva, di scomparsa. La Pinacoteca Agnelli di Torino presenta la prima mostra italiana di Lee Lozano, protagonista della scena newyorchese negli anni Sessanta, poi ritiratasi dal mondo dell’arte fino a far perdere le proprie tracce. In coerenza con un’idea di “sciopero generale” nei confronti del Sistema, che riecheggia anche nel titolo dell’esposizione, “Strike”, all’insegna di un geniale e radicale eclettismo.
“È come se fossero sei artiste diverse – ha spiegato ad askanews la co-curatrice della mostra Lucrezia Calabrò Visconti – una per ogni sala. Le ha un approccio alla pittura assolutamente eclettico ed eterogeneo e soprattutto si oppone radicalmente a qualsiasi tipo di struttura predefinita, sia nell’ambito artistico sia poi nell’ambito della sua vita. Cosa che infatti la porterà poi, con l’opera che dà il titolo alla mostra, General Strike Piece, a decidere di abbandonare il mondo dell’arte”.
Il progetto dedicato Lee Lozano, che per molti versi anticipa le istanze più forti e profonde dell’arte concettuale nonché molte delle pratiche che oggi appartengono alla nostra arte contemporanea di ricerca, è anche parte di un percorso e di un modo di essere della Pinacoteca Agnelli. “La nostra idea – ha aggiunto la direttrice del museo e co-curatrice dell’esposizione, Sarah Cosulich – è quella di dare un’identità all’istituzione all’interno di una missione. E la nostra missione è partire dalla collezione storica di Giovanni e Marella Agnelli per arrivare alla contemporaneità, creando delle mostre che facciano da ponte per far vedere come la storia dell’arte è connessa. Quindi diamo la possibilità di entrare non solo nell’opera di artiste donne, per dare loro una certa priorità in questo momento per provare a riscrivere la storia dell’arte, che è una storia che è stata scritta da uomini”.
Giochi di parole, provocazioni, immagini sessuali, taccuini, istruzioni per le performance: pure in pochi anni di attività Lee Lozano esplora moltissime forme di espressione, senza fermarsi, senza cedere mai ad ammiccamenti o lusinghe. “Anche nei disegni o nei dipinti più espliciti – ha aggiunto Lucrezia Calabrò Visconti – è come se il disegno erotico o la pittura del nudo venisse utilizzata per raccontare qualcos’altro, per esempio una critica della società in cui stava vivendo”.
Una critica che, proprio per il sue essere animata sia da una forte carica grottesca, sia da un’oggettiva potenza del lavoro, per esempio nei grandi dipinti astratto-minimalisti, vere lezioni sull’arte di una certa epoca storica, assume quella forza radicale e non compromissoria che la mantiene valida e viva. Anche se Lee Lozano, con i suoi molti nomi e i suoi molti volti, ha scelto di scomparire dalla scena e di essere sepolta in una tomba senza nome sulla lapide.
La mostra torinese è aperta al pubblico fino al 23 luglio.

Rinnovato portale su enoturismo del territorio del Morellino di Scansano

Rinnovato portale su enoturismo del territorio del Morellino di ScansanoMilano, 8 mar. (askanews) – Semplice, chiaro e immediato, con un catalogo di proposte completamente rinnovato e il debutto della sezione dedicata al merchandising. Sono alcune delle novità presenti nella versione del portale “VisitMorellino”, da pochi giorni online, ora implementato nella sua struttura e veste grafica.
Lanciato nel 2021 e promosso dal Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano, “VisitMorellino” è uno spazio virtuale che consente di scoprire come vivere il territorio della denominazione in maniera immersiva e completa tra le bellezze dei suoi borghi e del suo paesaggio, sospeso tra il mare della costa toscana e le pendici del Monte Amiata.
Il portale diventa così un punto di riferimento per gli enoturisti e gli amanti della vita all’aria aperta, con un’attenzione particolare al connubio che lega vino, sport, turismo e benessere. “VisitMorellino” offre, infatti, la possibilità di organizzare il proprio soggiorno su misura nell’area del Morellino di Scansano scegliendo tra le tante attività a disposizion: Wine Experience, Spa & Benessere, itinerari naturalistici in bici, e-bike e a cavallo o ancora esperienze legate al mare come Surf, Kayak, Paddle Board e Snorkeling. Attività rese possibili grazie alle partnership con i principali player del territorio come: Saturnia Bike, Terme di Saturnia, Parco della Maremma, Movimento Turismo del Vino, Centro Porsche Firenze, 4 Tempi, Acquedotto del Fiora, Maremma Sup Avventura, Maremma 4 Style e Coravin.
“Il lavoro di restyling ha reso la navigazione del portale molto più veloce e dinamica, riuscendo con maggior facilità a far comprendere le peculiarità del nostro territorio e della nostra denominazione ai tanti visitatori che intendono trascorrere un periodo di vacanza nelle terre del Morellino di Scansano” ha spiegato il direttore del Consorzio, Alessio Durazzi, , aggiungendo che “abbiamo la fortuna di trovarci immersi in un ambiente incontaminato, ideale per chi è alla ricerca di un turismo a stretto contatto con la natura”.
Da un punto di vista strettamente tecnico, l’innovazione più importante di quest’ultima versione riguarda la mobilità e l’interazione diretta con i turisti che acquisteranno le soluzioni in totale autonomia. Inoltre sarà presto disponibile nei principali “store on line”, anche la app dedicata. Nell’area e-shop, oltre ai vini delle cantine della denominazione Morellino di Scansano DOCG e a tanti utili accessori, gli utenti potranno anche acquistare felpe, giubbotti, polo, grembiuli, shopper e molti altri prodotti venduti con il brand “Rosso Morellino”, dal nome dell’evento in house organizzato a Scansano dal Consorzio che quest’anno si svolgerà il 15 maggio.

Meloni e la Ue si allineano, Governo assicura sintonia Salvini

Meloni e la Ue si allineano, Governo assicura sintonia Salvini

Piantedosi in Parlamento, maggioranza prova a spegnere fari. Opposizione accende abbaglianti”tace su omessi soccorsi, dimissioni”

Roma, 8 mar. (askanews) – Mentre alla Camera e al Senato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha riferito sul tragico naufragio di Cutro, la premier Giorgia Meloni ha trascorso a palazzo Chigi una giornata al lavoro per preparare il Consiglio dei ministri sui migranti che si terrà domani nella cittadina del crotonese teatro della tragedia. Un appuntamento a cui arriva “incassando” l’impegno di Bruxelles ad azioni concordate e idem sentire, sulla doppia direttrice della guerra aperta al traffico di esseri umani e della solidarietà in soccorsi e accoglienza
La premier, all’indomani della tragedia in cui hanno perso la vita oltre 70 migranti, aveva scritto alle autorità europee. “L’unico modo per affrontare seriamente con umanità questa materia è fermare le partenze e su questo serve una Europa che oltre a dichiarare la sua disponibilità, agisca e in fretta”, era stato il messaggio della premier, che oggi ha ricevuto la risposta di Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione Ue assicura di condividere “totalmente la tua opinione che come europei, politici e cittadini, abbiamo il dovere morale di agire per evitare simili tragedie” e sottolinea che “la migrazione è una sfida europea che richiede una soluzione europea”. Le priorità indicate sono “aiutare chi ha bisogno di protezione internazionale, prevenire le partenze irregolari, combattere i trafficanti criminali, offrire percorsi per una migrazione sicura e legale, rimpatriando quelli che non hanno il diritto a restare”.
Parole accolte con “profonda soddisfazione” da Meloni: dalla risposta, infatti, viene sottolineato, emerge “la piena consapevolezza” di Bruxelles “di come vi sia la necessità di una concreta e immediata risposta europea in tema migratorio”. Nel concreto, le azioni annunciate da von der Leyen, secondo una nota di Palazzo Chigi, “corrispondono perfettamente alle richieste portate in questi mesi dal governo italiano presso le istituzioni europee”. Certo, sarà necessario verificare la loro attuazione e per questo la premier riporterà il tema sul tavolo del prossimo Consiglio europeo del 23 e 24 marzo.
Questo per quanto riguarda il fronte europeo, ma intanto c’è da preparare il Consiglio dei ministri di giovedì in Calabria, che per Meloni deve essere non un semplice gesto “simbolico” ma l’occasione per portare alcuni primi provvedimenti concreti, a cui poi ne seguiranno altri. Sul tema Palazzo Chigi è al lavoro con i ministeri competenti (Interni, Giustizia, Infrastrutture): secondo quanto si apprende dovrebbe essere deciso un inasprimento delle pene per gli scafisti, ma anche interventi per aumentare i flussi legali. Certo nella maggioranza c’è chi vorrebbe passi più decisi: la Lega ha ripresentato, nella sostanza, i decreti sicurezza con limitazioni e controlli per il riconoscimento del diritto di asilo. E proprio quando il governo sarà a Cutro la commissione Affari costituzionali della Camera dovrebbe iniziare l’esame della proposta di legge.
Accelerazione che non è stata gradita dalla premier né da Fratelli d’Italia. Anche per questo, probabilmente, Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi Matteo Salvini. Al centro del colloquio, definito dal Governo “cordiale e concreto”, proprio un punto sul dossier migranti e le misure da approvare giovedì. Misure su cui, assicurano dalla maggioranza, c’è “piena sintonia”.
Intanto resta alta la tensione su Piantedosi. Oggi il ministro ha riferito in Parlamento, affermando, tra l’altro, che “sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità”. Il titolare del Viminale ha espresso cordoglio per “una tragedia che ci addolora profondamente, anche sul piano personale”, respingendo però le accuse. Per Piantedosi non c’è “connessione” tra il cosiddetto ‘decreto Ong’ e il naufragio che sarebbe stato causato da una manovra degli scafisti. Palazzo Chigi in serata garantisce il sostegno alla linea del ministro e plaude alla sua “esposizione puntuale dei fatti” da cui emerge che “non ci sono state carenze nelle operazioni di soccorso”. Le opposizioni, però, sembrano intenzionate a non mollare la presa e ribadiscono la richiesta di dimissioni. “Non faremo un passo indietro su questo – assicura la segretaria Pd Elly Schlein -. Speriamo che presto Giorgia Meloni torni in quest’aula. Presto ci sarà il ‘question time’, non mancherà occasione per fare luce su quello che è successo”.

A Bari nuovo Parco giustizia: progetto da 405mln, il 70% sarà verde

A Bari nuovo Parco giustizia: progetto da 405mln, il 70% sarà verdeMilano, 7 mar. (askanews) – Un’area di 15 ettari per il 70% destinata al verde ospiterà a Bari il nuovo Parco della giustizia. Un progetto da 405 milioni di euro, presentato oggi in Senato. Dei fondi, 382 milioni sono stati già stanziati dal Ministero della Giustizia e il resto viene messo a disposizione dall’Agenzia del Demanio. L’obiettivo prioritario è unificare gli uffici giudiziari attualmente dislocati in più sedi e abbattere il costo delle locazioni che, per i soli uffici giudiziari baresi, ammontano a 2 milioni all’anno.
“Ci troviamo di fronte ad un progetto di eccellenza, che unisce innovazione tecnologica, materiali di avanguardia, scelte organizzative sensibili al pubblico: magistrati, avvocati, utenza”, ha detto il vice ministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto.
Il Parco nascerà nell’area delle ex Caserme Milano e Capozzi, nel quartiere Carrassi. Al centro del piano c’è la realizzazione di un ‘grande parco verde’ che punta a diventare il centro del quartiere. Previsti anche parcheggi e percorsi dedicati alla mobilità dolce che attraverseranno e disegneranno il parco.
“L’intervento del Parco della giustizia permette di restituire a Bari una importante area verde molto attesa dal territorio e una logistica della giustizia integrata con la città”, ha spiegato il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme.
Il complesso sarà formato da 4 edifici a corte a pianta quadrata e disposti tra loro con dei minimi sfasamenti, quasi a richiamare l’immagine di un Quadrifoglio scomposto, tra le cui foglie si aprono spazi di percorrenza e di sosta.
“Abbiamo immaginato un grande parco verde che restituisse ossigeno ed energie a questa città”, ha chiosato il sindaco di Bari Antonio Decaro. “Ventisei costruzioni tra fabbricati e caserme demoliti a fronte di soli 4 edifici ricostruiti in cui saranno accorpati tutti gli uffici giudiziari e 10 ettari di verde pubblico”.

8 marzo, indagine: 88% donne ha difficoltà a gestire proprie finanze

8 marzo, indagine: 88% donne ha difficoltà a gestire proprie finanzeRoma, 7 mar. (askanews) – La relazione tra donne e soldi non è sempre forte: la conferma arriva dall’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria delle donne in Italia, realizzato in occasione della Giornata internazionale della donna con la consulenza di AstraRicerche e la collaborazione del laboratorio di psicologia Life dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Al 42% delle donne non interessa particolarmente il mondo finanziario, conoscerne gli strumenti, acquisire competenze e rimanere aggiornate sul tema, fatta eccezione per una buona parte (64%) di giovani tra i 25 e i 34 anni che si proclama piuttosto interessata. Quando si informano, lo fanno principalmente se mosse da esigenze specifiche, rivolgendosi quindi ad esperti come banche e agenzie specializzate. Durante l’indagine, è stata “testata” anche la conoscenza in materia finanziaria: sugli strumenti esistenti, le donne hanno consapevolezza basilare, ma quando si va più in profondità, ecco che si sentono le prime lacune: poche conoscono gli strumenti più evoluti, come azioni (30,7%), titoli di stato (28%) e microcredito (25,7%). Una “verifica” ulteriore sulla comprensione di tassi di interesse, inflazione, potere di acquisto e diversificazione del rischio e del rapporto rischio-rendimento ha evidenziato risultati discreti: nonostante la metà delle donne sappia mediamente come rispondere, una fetta non indifferente, più precisamente il 27%, ha ancora una conoscenza bassa o nulla. Manca fiducia: in generale, il 60% delle donne non ne ha molta nelle proprie abilità di gestione delle finanze, seppur la sicurezza aumenti nelle più adulte (il 55% delle 35-44enni) e con figli (56%). Tutti questi fattori portano a vivere diversi ostacoli: la quasi totalità delle donne (87%) percepisce difficoltà da lievi a pesanti nella gestione dei soldi, con un aumento della gravità e profondità della preoccupazione nelle più giovani e, probabilmente, inesperte. Ad esempio, molte trovano difficoltoso fare progressi verso obiettivi finanziari (77%) e ritengono complesso rispettare un piano spese (66,3%).
Tutto questo alimenta un circolo vizioso in cui la donna non riesce ancora ad essere assoluta protagonista delle proprie finanze. Tale approccio al denaro e i comportamenti adottati che ne conseguono sembrano infatti essere piuttosto ansiosi e conservativi: le donne usano più spesso i contanti – anche se in molte riconoscono si intensificherà il trend dei pagamenti tramite app (52%) e carta di credito (47%) – hanno un solo conto corrente (67%) a testimonianza di una minore dimestichezza e sicurezza nel differenziare e controllano spesso le proprie spese (il 64% lo fa settimanalmente). Inoltre, stilare un budget è un’abitudine per la maggior parte delle donne (83%), che lo aggiornano con un orizzonte temporale mensile o settimanale, quindi principalmente per controllare entrate e uscite (e non per una pianificazione evoluta e a lungo termine); un’abitudine testimoniata dallo strumento scelto da oltre la metà, ovvero carta e penna, seguito da app (23%), file Excel (24%) e conto corrente smart (17%).
Un freno si nota anche sull’assunzione di rischi: le donne si indebitano in piccola misura (vivendo eventuali debiti con maggiore ansia) e investono poco. Infatti, la metà delle donne non ha mai fatto un investimento e ben il 42% non si sente sicura della propria capacità e competenza per la gestione degli investimenti, oltre a non sconfinare nei territori più moderni: gli investimenti più nuovi o meno tradizionali, come le cripto e ETF, non sono la loro materia preferita (affrontati rispettivamente dal 7% e 12% delle donne).
“Crediamo che l’autonomia finanziaria delle donne sia essenziale per la loro libertà e felicità” – spiega Ivan Mazzoleni, CEO di Flowe – “Soprattutto come padre di Beatrice, 14 anni, trovo cruciale che le donne abbiano tutti gli strumenti necessari per ottenere il diritto all’indipendenza finanziaria, fin da una giovane età, per essere protagoniste delle loro risorse finanziarie ed esercitare a pieno le proprie potenzialità per tutto il corso della loro vita, raggiungendo così obiettivi personali e professionali”.
Questa attitudine all’ attenzione e allo stare sempre in guardia si riscontra soprattutto con l’avanzare dell’età e nelle donne che hanno figli, a testimonianza della tendenza ad avere tutto sotto controllo, anche nella sfera famigliare. A tal proposito, infine, la gestione della famiglia da un punto di vista finanziario sembra essere ancora oggi una prerogativa più comune ai papà, almeno per quanto riguarda le spese più alte: infatti, tra i genitori che danno la paghetta, alle mamme toccano le cifre più esigue (tra i 20 e i 50 euro), mentre i papà si occupano dei costi maggiori (dai 50€ a salire).
“Il basso livello di conoscenza e di interesse verso le tematiche finanziarie, uniti a una scarsa fiducia nelle proprie competenze finanziarie possono essere alla base della tendenza delle donne a fare affidamento principalmente ad altri nel prendere le proprie decisioni finanziarie. Se è vero che non sempre si può parlare di un atteggiamento di totale delega al proprio partner, per lo più ciò che accade è che la donna sia parzialmente coinvolta nel processo decisionale, processo in cui tuttavia la decisione finale viene presa dal partner stesso. Si instaura così una sorta di circolo vizioso in cui, non sentendosi investita della responsabilità finale delle proprie decisioni finanziarie, la donna difficilmente è portata a sviluppare interesse verso le questioni finanziarie, piuttosto tende a disinteressarsene, a prendere le distanze da un ambito che sente lontano dalla propria sfera di competenza. Questi dati ci dicono che, purtroppo, la società in cui viviamo è ancora pregna di stereotipi che rendono difficile il connubio tra donne e denaro. Fin quando continuerà a passare il concetto che la gestione delle finanze sia un compito prettamente maschile, le donne avranno meno possibilità di imparare competenze essenziali e continueranno a svolgere ruoli marginali quando si parla di denaro”, commenta Paola Iabichino dell’Università Cattolica.

Riforme, Cassese: Costituzione stabilisca durata premier

Riforme, Cassese: Costituzione stabilisca durata premierRoma, 7 mar. (askanews) – “Si pensa che il problema del presidente del Consiglio italiano sia un problema di poteri, questo è sbagliato: è un problema di durata, perché il presidente del Consiglio italiano, se ha una maggioranza parlamentare sicura, e un governo che non ha fratture al proprio interno, è più potente del presidente Usa”. Lo ha sostenuto il costituzionalista Sabino Cassese nel corso di un confronto sulle riforme istituzionali insieme al ministro delle riforme Elisabetta Casellati presso la Fondazione Luigi Einaudi.
“Non bisogna pensare – ha aggiunto Cassese – che il presidente il consiglio abbia meno poteri, è la” sua scarsa “durata che finisce per invalidare la forza dei suoi poteri”.
“Il problema – ha concluso Cassese – è stabilire in Costituzione che il presidente del consiglio deve durare per un certo tempo, così come scritto per il parlamento e come scritto per il presidente la Repubblica, e che non si può sostituire il presidente del Consiglio se non con una procedura rafforzata come la sfiducia costruttiva”.

Incontro Urso-Schifani al Mimit su futuro Almaviva, ex Fiat e Priolo

Incontro Urso-Schifani al Mimit su futuro Almaviva, ex Fiat e PrioloRoma, 7 mar. (askanews) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, si sono incontrati oggi presso la sede del Mimit . All’incontro ha preso parte anche l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo.
Nel corso della proficua riunione, il ministro Urso ha assicurato al presidente Schifani che il ministero sta avviando a soluzione il tema della continuità produttiva per i lavoratori Almaviva. Inoltre, sono state fornite rassicurazioni sulle procedure per garantire la continuità del Polo industriale di Priolo.
Sul rilancio dello stabilimento di Termini Imerese e le relative procedure per il contratto di sviluppo, Urso ha dichiarato che a breve sarà convocato l’apposito tavolo con tutte le forze sociali e con gli enti locali. Il ministro e il presidente hanno infine espresso la convinzione che anche le Terme di Sciacca e di Acireale possano tornare a essere Poli di sviluppo per il territorio.

Migranti, Occhiuto: Italia può essere orgogliosa della Calabria

Migranti, Occhiuto: Italia può essere orgogliosa della CalabriaRoma, 7 mar. (askanews) – “La Calabria nel 2022 ha accolto 18mila migranti, lo abbiamo fatto senza far polemiche e senza parlare alla pancia dei calabresi. Lo hanno fatto i sindaci rimboccandosi le maniche, lo abbiamo fatto senza il necessario supporto da parte dei governi nazionali”. Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, durante la registrazione di “Porta a Porta”, in onda questa sera su Rai 1.
“Questa solidarietà la Calabria la sta dimostrando ampiamente anche in questi giorni, l’Italia può essere orgogliosa della nostra Regione. Quella tra la Turchia e la Calabria è una rotta che si è consolidata negli ultimi due anni nell’indifferenza generale, nell’indifferenza delle istituzioni europee, e anche in quella delle Ong, che non hanno mai presidiato questo tratto di mare. L’Ue ha investito molte risorse in Turchia per arginare i flussi nella rotta balcanica, questi flussi si sono semplicemente spostati, e adesso dalla Turchia arrivano in Calabria”, ha sottolineato Occhiuto.

“Energia di pace”, convegno alla Pontificia Università Antonianum

“Energia di pace”, convegno alla Pontificia Università AntonianumRoma, 7 mar. (askanews) – “Energia di pace. Fare energia per la pace” è il tema del convegno che si terrà lunedì 13 marzo, decimo anniversario dell’elezione di Papa Francesco, alla Pontificia Università Antonianum, all’Auditorium Antonianum in viale Manzoni 1 a Roma. Dopo i saluti istituzionali del Rettore Magnifico prof. Augustin Hernandez Vidales verrà proiettato il video “Cos’è una comunità energetica?”. Spiega il professor Giuseppe Buffon, decano della Facoltà di Teologia dell’Antonianum, autore dell’intervento introduttivo del Convegno: “Il discorso sulle comunità energetiche, come quasi ogni discorso sull’ambiente, necessita di superare il solo aspetto tecnico-scientifico e logistico-normativo. Per diventare un tema di ecologia integrale esso richiede uno spessore culturale che lo elevi a progetto sociale, politico e anche antropologico. Occorrerebbe allora investire in una narrativa esito di scrittori, poeti, filosofi, cineasti, artisti che generi un cambio di paradigma, una trasformazione della mentalità, della visione, dei gusti, prima ancora che dei comportamenti. È il bello, prima che il buono e il vero a esercitare una attrazione integrale che coinvolge le emozioni prima che il pensiero, il desiderio prima che la volontà. Agganciare la questione energetica con quella della pace offre una possibilità concreta per costruire una narrazione efficace intorno alle comunità energetiche. Lo stesso tema comunitario, anzitutto, impegna a una riflessione sul rapporto sociale, sulla solidarietà fino alla stessa opzione per i poveri, i più penalizzati dalla disuguaglianza prodotta dal mercato dell’energia. Se poi si combatte una guerra anche per l’accaparramento dell’energia, l’avvio di una comunità energetica non produce solo un tornaconto economico degli attori, ma diventa strumento per una civiltà della pace. Se le comunità energetiche sono opportunità di trasformazione sociale fino alla stessa politica internazionale, allora vale anche la pena di mettersi sulle tracce di una nuova architettura, che includa gli apparati tecnologici per una nuova idea di città, una nuova urbanistica. Nelle antiche cattedrali spesso l’utile si dimostra pari al bello. Le stesse cattedrali sono pensate come un microcosmo. La comunità energetica può essere quindi ritenuta la giusta modalità per abitare il mondo”.
Seguiranno gli interventi della professoressa Giuseppina Montanari su “Le comunità energetiche in una nuova governance delle città e dei territori”, dell’ingegnere Giuseppe Onufrio su “Guerra per l’energia e risorse del mondo: lo sguardo dell’ecologista”, del dottor Angelo Moretti su “Guerre per energia e risorse nel mondo: lo sguardo del pacifista”, del prof. Walter Ganapini e del dott. Giuseppe Lanzi su “Comunità energetiche rinnovabili e solidali”: obiettivo da condividere nell’azione delle religioni per la transizione all’ecologia integrale. Al termine della mattinata verrà firmato il patto per una comunità energetica promosso dalla Pontificia Università Antonianum e il Centro Islamico Culturale d’Italia – Grande Moschea di Roma con interventi di fr. John Puodziunas, Economo Generale dell’Ordine dei Frati Minori, dell’Imam Nader Akkad, Grande Moschea di Roma, del dott. Abdellah Redouane, Segretario Generale del Centro Islamico Culturale d’Italia – Grande Moschea di Roma, della dott.ssa Sara Capuzzo, Presidente della Cooperativa energetica “ènostra”, dell’ingegner Mauro Gaggiotti, Referente “Comunità Energetiche Rinnovabili” della Cooperativa energetica “ènostra”, di fr. Massimo Fusarelli, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori.
Nel pomeriggio il prof. Massimo De Maio dell’Antonianum modererà il “Confronto e dibattito fra i mondi ambientalista e pacifista: proposte per un cammino comune”. L’Antonianum vanta una lunga tradizione di studi in materia ambientale a partire dalla lettera apostolica Inter sanctos del 29 novembre 1979, che nominava san Francesco d’Assisi quale celeste patrono dei cultori di ecologia. La nomina di san Francesco come patrono dei cultori dell’ecologia ha favorito l’individuazione di corsi, conferenze, incontri, giornate di studio, portando così alla definizione di percorsi formativi sempre più strutturati. Da qui la nascita del corso di licenza in filosofia con specializzazione in ecologia integrale il cui primo titolo di laurea honoris causa è stato conferito al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I  nell’ottobre di due anni fa presente tra gli altri il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Commenta il prof. Buffon: “Da parte mia mi pare essenziale il fatto che si tratta di un percorso di studi nato dal basso dalla prassi cioè nel coso di seminari con imprenditori a Taranto sulla possibilità che l’impresa diventi ambiente educativo, proprio laddove l’impresa ha distrutto l’ambiente. I tre focus della licenza infatti sono Terra – scienze della terra e visione delle religioni – Impresa – nuova economia e filosofia della complessità, nuovi paradigmi – Polis – diritto e politica per e dell’amanite, prassi amministrative per la costruzione del bene comune.  Si tratta della prima licenza in ecologia integrale approvata dall’allora Congregazione per l’educazione cattolica oggi Dicastero per la cultura e l’educazione”.