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Autore: Redazione StudioNews

Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa

Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Ursula von der Leyen è stata chiara, prima di partire con Emmanuel Macron alla volta della Cina: l’Europa s’attende che Pechino eserciti la sua influenza sulla Russia per trovare una via d’uscita politica alla crisi ucraina e che non resti “a metà” o a “mezzo servizio nell’ordine internazionale”. Una dichiarazione tutto sommato morbida, in vista della missione fianco a fianco all’anima più dialogante in Europa rispetto alla vicenda ucraina, cioè il presidente francese. Ma cosa vuole invece Xi Jinping dall’Europa?

Anche in questo senso, le parole arrivate da Pechino sono state abbastanza chiare. “La Cina non è parte della crisi ucraina e noi siamo convinti sostenitori e attivi promotori di una via d’uscita pacifica dalla crisi”, ha detto ieri Mao Ning, la portavoce del ministero degli Esteri cinese nella quotidiana conferenza stampa (oggi sospesa per festività). “Siamo disposti – ha continuato – a comunicare con la parte europea su una soluzione politica alla crisi, ci aspettiamo anche che la parte europea dimostri indipendenza strategica e saggezza politica e compia passi decisi verso il raggiungimento della pace e della stabilità a lungo termine in Europa”. Indipendenza strategica e saggezza politica sono due formule che sintetizzano un concetto che Pechino sta cercando di comunicare dall’inizio del conflitto ucraino: l’Europa non deve rimanere appiattita sugli Stati uniti e sulla Nato. E non si tratta solo della questione ucraina o della Russia, in questo caso: la Cina vede l’Europa schiacciata su Washington nell’ottica del contenimento della sua stessa ascesa.

In un’intervista pubblicata per l’occasione dal giornale sinofono francese Nouvelles d’Europe, l’ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye ha fatto una sintesi delle valutazioni di Pechino rispetto al rapporto con l’Europa. “In primo luogo, gli Stati Uniti hanno intensificato il contenimento della Cina e hanno costretto i loro alleati europei a schierarsi”, ha segnalato Lu. “In secondo luogo – ha proseguito -, le posizioni nell’Ue rispetto alla Cina si sono modificate e alcuni singoli paesi e istituzioni dell’Ue hanno intrapreso azioni sbagliate sulla questione di Taiwan e sulle questioni relative allo Xinjiang, danneggiando seriamente gli interessi fondamentali della Cina”. In terzo luogo, inoltre, “la pandemia di Covid-19 ha gravemente ostacolato gli scambi di personale, approfondendo l’allontanamento e l’incomprensione tra le due parti”. La posizione assunta dalla Cina sull’invasione russa dell’Ucraina ha certamente creato una frattura tra Pechino e l’Europa, che ha messo in evidenza i dissapori emersi durante la pandemia. Questo ha rafforzato la posizione dei “falchi” – rispetto alla questione russa ma anche rispetto alla Cina – i quali sono principalmente a Washington. La Repubblica popolare si è rifiutata di condannare l’attacco russo in sede Onu, ha giustificato le preoccupazioni russe e, anche quando ha presentato la sua iniziativa politica attraverso un “position paper” per la pace, si è mostrata sbilanciata verso Mosca. Non a caso, Xi è andato a incontrare il presidente russo Vladimir Putin, non ha visto invece Volodymyr Zelensky.

In realtà, l’attenzione cinese è più volta a est che a ovest. La questione ucraina ha avuto una ricaduta su quella di Taiwan: l’isola autonoma ha visto l’invasione russa come un preludio dell’invasione cinese e ha rafforzato le sue iniziative politiche per garantirsi il sostegno americano. Washington, dal canto suo, ha avviato una grande iniziativa per rafforzare militarmente i suoi alleati regionali – Giappone e Corea del Sud – e la sua presenza militare nella regione. Per esempio, raggiungendo un accordo per l’aumento del numero di basi nelle Filippine, una delle quali di fronte a Taiwan. Due giorni fa l’alto diplomatico cinese Wang Yi, parlando con l’ex presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo, ha chiesto che Manila “non si allinei” alla “mentalità da guerra fredda” degli Usa. Pechino, insomma, vede il concreto pericolo di entrare nella nuova era del confronto bipolare con gli Usa già accerchiata. E l’accerchiamento non è soltanto militare, ma anche economico. Le catene di approvvigionamento sono un tema cruciale per Pechino, che rischia di trovarsi in una posizione fragile se non tiene il controllo delle rotte. In questo senso fondamentali sono lo Stretto di Taiwan e il Mar cinese meridionale da un lato, ma anche le rotte di terra delle nuove Vie della Seta, che Xi ha cercato di aprire con la specifica iniziativa Belt and Road, volta a unire le due estremità dell’Eurasia. In tal senso, la Cina sa bene che un asse esclusivo con la Russia può essere importante a breve, ma non decisivo e forse addirittura dannoso a medio termine. Basta guardare le carte geografiche: quello Mosca-Pechino è un blocco imponente ma sostanzialmente isolato e senza sbocchi.

Ecco perché, nonostante dissapori e differenze, per la Cina è importante mantenere aperto più che uno spiraglio con l’Europa. In questo senso l’ambasciatore Lu dice una mezza verità quando afferma che “la Cina e la Francia, e la Cina e l’Europa sono separate l’una dall’altra nel continente eurasiatico, e non c’è alcun conflitto di interessi o contraddizione fondamentale tra le due parti”. Non è infatti del tutto vero che Cina ed Europa siano lontane nel continente euroasiatico: sono anzi in una relazione stretta, seconda solo probabilmente a quella che si venne a creare con l’Impero mongolo nel XIII secolo. E’ invece certamente vero dal punto di vista di Pechino che “rafforzare la cooperazione sulla base dell’uguaglianza e della fiducia reciproca è conforme a gli interessi comuni di entrambe le parti ed è anche favorevole alla pace e alla stabilità nel mondo”. Bisogna capire, però, se e quanto l’Europa sia in grado di assumere una posizione autonoma rispetto alle strategie del suo principale partner e garante si dicurezza, cioè gli Usa, che vedono in Pechino il principale rivale strategico e quindi remano in tutt’altra direzione. (di Antonio Moscatello)

Ponte Stretto, venerdí conferenza stampa a Messina di Angelo Bonelli

Ponte Stretto, venerdí conferenza stampa a Messina di Angelo Bonelli


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Ponte Stretto, venerdí conferenza stampa a Messina di Angelo Bonelli – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Venerdí prossimo, 7 aprile, alle 10,30 si terrà una conferenza stampa di Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra , sul progetto del Ponte sullo Stretto, a Messina, in Via Circuito 135, località Torre Faro, nei pressi della Pizzeria Gitano’s.

Alla Conferenza stampa, assieme ad Angelo Bonelli, parteciperanno esponenti dei comitati NO Ponte, il portavoce di Europa Verde Sicilia Mauro Mangano, l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti, i rappresentanti di Europa Verde di Reggio Calabria. In caso di maltempo l’incontro con i giornalisti si svolgerà nei locali del Parco Horcynus Orca, Largo Senatore Francesco Arena, Capo Peloro.

Alcune delle cose che ha detto Meloni dopo l’incontro con il premier spagnolo Sanchez

Alcune delle cose che ha detto Meloni dopo l’incontro con il premier spagnolo Sanchez


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Alcune delle cose che ha detto Meloni dopo l’incontro con il premier spagnolo Sanchez – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Tra i temi discussi dalla presiodente del Consiglio Giorgia Meloni nell’incontro con il premier spagnolo, Pedro Sanchez, a palazzo Chigi c’è stato quello della immigrazione: “Riteniamo molto importante su questo il cambio di passo dell’Europa che guarda con più attenzione alla difesa dei confini esterni, ma conveniamo che al prossimo Consiglio europeo di giugno ci siano avanzamenti concreti con risposte immediate ed efficaci, a partire da investimenti e stanziamenti per i Paesi del Nord Africa”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del colloquio con Sanchez. “Per parte italiana, ma anche per parte spagnola, il tema dell’immigrazione – ha sottolineato Meloni – è un tema molto importante. Su questo, lo abbiamo detto molte volte, il cambio di passo di una Europa che oggi guarda con molta più attenzione alla difesa dei suoi confini esterni è importante, ma conveniamo che nel prossimo consiglio di giugno di spossa fare stato degli avanzamenti concreti della Commissione europea sulle iniziative che è necessario portare avanti a cominciare dagli investimenti fondamentali per cooperare e trovare soluzioni strutturali con i Paesi del Nord Africa”.

Durante il bilaterale si è discusso dell’Ucraina “non solo ribadendo pieno sostegno alla causa” perché “continueremo a garantire un sostegno a 360 gradi a Zelensky finché sarà necessario” ma “ragioniamo anche su come favorire una pace giusta e rispettosa dell’integrità ucraina”. L’Italia chiede che la riforma della governance europea “punti sulla crescita più che sulla stabilità”, “crediamo sia fondamentale portare a casa questa riforma entro la fine dell’anno e daremo il nostro pieno sostegno a Sanchez” e al semestre di presidenza spagnola “per questo obiettivo”.

Per Giorgia Meloni “bisogna fare attenzione a che non si percepiscano due pesi e due misure, due velocità sull’attuazione delle decisioni” prese in Europa: “Come si è proceduto velocemente sull’allentamento degli aiuti di Stato che era caro ad alcuni Stati, confidiamo nella stessa velocità per una piena flessibilità nell’utilizzo dei fondi esistenti e sul fondo sovrano per sostenere le industrie europee”. “Sono molto lieta di questo incontro. Molte sono le materie sulle quali Italia e Spagna si trovano ad affrontare lo stesso punto di vista e molte sono le convergenze che già in questi mesi all’interno del Consiglio europeo abbiamo spesso trovato su diverse materie. Particolarmente questo rapporto diventa importante nel momento in cui la Spagna si prepara ad assumere la presidenza di turno del Consiglio europeo e credo che fosse particolarmente importante per noi attraverso questo incontro fare lo stato dell’arte sulla sintonia tra le nostre nazioni, sulla necessità che l’Europa, in una fase così delicata sulle materie che discutiamo, dia risposte efficaci e immediate” ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice”

Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice”


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Macron in Cina parlando di Ucraina ha detto che “chiunque aiuta l’aggressore è complice” – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato a Pechino per una visita di Stato di tre giorni. Parlando con i giornalisti, il leader francese ha affermato che chiunque aiuti la Russia, “aggressore” nel conflitto ucraino, diventerebbe un “complice”. “Abbiamo deciso fin dall’inizio del conflitto di aiutare la vittima, e abbiamo anche chiarito che chiunque aiuti l’aggressore sarebbe un complice in violazione del diritto internazionale”, ha specificato Macron nella capitale cinese.

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia

A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>A Bruxelles fronte comune Nato-Ue con Indo-Pacifico contro Cina e Russia – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – La sicurezza dell’Atlantico settentrionale passa ormai anche dall’Indo-Pacifico. Non ci sono più dubbi, su questo, a Bruxelles. Sia la Nato che l’Unione europea continuano a guardare con sempre maggiore attenzione al quadrante orientale come alla fonte della principale minaccia strategica globale del prossimo futuro. A preoccupare è, soprattutto, il rapporto tra la Cina e la Russia, che impone “un rafforzamento del partenariato strategico” con i Paesi dell’area: “in un mondo più pericoloso e meno prevedibile, è ancora più evidente che la sicurezza non sia una questione regionale, ma globale”, ha confermato oggi il leader della Nato, Jens Stoltenberg. Così, i leader dei Paesi dell’Indo-Pacifico saranno invitati a partecipare al summit della Nato a Vilnius, in Lituania, il prossimo 11 e 12 luglio, ha annunciato.

Intanto – e non resterà un caso isolato – una parte dei lavori odierni della ministeriale Esteri dei Paesi membri dell’Alleanza è stata dedicata alle relazioni con i Paesi dell’Indo-Pacifico: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea. Insieme all’Unione europea. Le conseguenze della guerra della Russia contro l’Ucraina “sono globali”: il conflitto ha mostrato “chiaramente” le sue “ramificazioni”, ha spiegato il leader della Nato incontrando i ministri dei Paesi partner nella regione. Ciò che sta accadendo in Europa interessa l’Indo-Pacifico e viceversa, ha sottolineato, avvertendo soprattutto sul rischio che quanto sta accadendo oggi nel Vecchio continente “potrebbe succedere domani nell’Asia orientale”. E “il fatto che Cina e Russia siano sempre più vicine tra loro rende ancora più importante per noi stare insieme come partner e alleati Nato”. Insomma, secondo i Paesi dell’Alleanza atlantica, l’Indo-Pacifico rappresenta una regione che può avere un “impatto diretto sulla sicurezza euro-atlantica”. E in questo quadro, la Cina rappresenta un attore con cui confrontarsi. In ogni senso: cercando di limitare le conseguenze delle sue azioni sulla sicurezza globale con iniziative economiche, diplomatiche e di soft power, ma anche costruendo con Pechino un percorso “costruttivo” comune. “Abbiamo bisogno della Cina per affrontare e risolvere i problemi globali”, ha detto non a caso l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo alla sede della Nato. Ma “la Cina deve comportarsi come un attore responsabile”, “soprattutto nei confronti della crisi ucraina, che rappresenta una manifesta violazione della Carta delle Nazioni Unite”, ha avvertito nel giorno dell’arrivo nella capitale cinese della presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e del presidente francese Emmanuel Macron. Entrambi avranno domani un incontro con Xi Jinping.

L’inquilino dell’Eliseo non è il primo leader europeo a recarsi a Pechino negli ultimi mesi. Due settimane fa era stato preceduto dal primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. E prima di loro, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, già nel novembre scorso, si era recato in Cina (tra qualche polemica) per incontrare Xi. Missioni, che al di là del tentativo di Bruxelles di compattare il fronte europeo al cospetto del gigante asiatico, hanno confermato sensibilità diverse, seppur nella convinzione condivisa che Pechino era e resta un interlocutore – economico e finanziario, in primis – con cui fare i conti. E magari qualche fruttuoso contratto. D’altra parte, lo stesso nuovo Concetto strategico della Nato indica per la prima volta la Cina come attore statale da attenzionare nell’ottica di una protezione degli interessi e della sicurezza globale, assieme a Federazione russa, terrorismo, Medio Oriente e Africa del Nord. Così come la progressiva ascesa di Pechino sulla scena internazionale preoccupa non poco l’Unione europea, al punto che delle relazioni tra Cina e Russia l’Ue discuterà proprio con i paesi della regione dell’Indo-Pacifico durante un incontro a Stoccolma a metà maggio. “Siamo attenti a questo sviluppo”, ha detto oggi il ministro degli Esteri svedese Tobia Billström in riferimento all’amicizia russo-cinese, ed è per questo che, come presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue, “la Svezia convocherà un incontro tra i ministri degli Esteri dell’Unione europea e quelli della regione dell’Indo-Pacifico, a Stoccolma il 13 maggio”. La Cina, ha concluso Billström, sarà “uno degli argomenti” su cui riflettere e trovare un terreno comune. “È importante che l’Unione europea comprenda le tensioni che si stanno accumulando nella nell’Indo-Pacifico, ma anche le possibilità di cooperazione tra l’Ue e i paesi della regione”. (di Corrado Accaputo)

Peggy Guggenheim, esposte tutte le opere di Picasso in Collezione

Peggy Guggenheim, esposte tutte le opere di Picasso in Collezione


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Peggy Guggenheim, esposte tutte le opere di Picasso in Collezione – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso (1881-1973), scomparso l’8 aprile di cinquant’anni fa, la Collezione Peggy Guggenheim espone nelle sale di Palazzo Venier dei Leoni tutte le opere realizzate dall’artista spagnolo, acquistate dalla mecenate americana tra gli anni ’30 e ’50 del XX secolo.

Agli inizi del Novecento Picasso e l’artista francese Georges Braque sviluppano il Cubismo, un approccio rivoluzionario alla rappresentazione della realtà che cambia il corso dell’arte moderna. Le sei opere di Picasso oggi presenti nella collezione di Peggy Guggenheim spaziano dal 1911, con il capolavoro cubista Il poeta, al 1939, con Busto di uomo in maglia a righe, e riflettono l’evoluzione del linguaggio visivo dell’artista. Di queste sei opere, cinque, ad eccezione di Busto di uomo in maglia a righe, vengono acquistate da Peggy Guggenheim prima che la collezionista esponga la sua intera collezione alla XXIV Biennale di Venezia, nel 1948, evento questo che diventa un vero e proprio spartiacque storico e culturale: non solo si trova esposta, per l’occasione, l’arte più contemporanea del momento, ma è proprio in seno a questa Biennale che Picasso inaugura la sua prima, grande, retrospettiva in Italia. Il poeta (1911), opera esposta nella sala dedicata alle opere cubiste e futuriste della Collezione Peggy Guggenheim, è una tela emblematica del primo sviluppo del Cubismo, il Cubismo analitico, in cui il soggetto viene frammentato in molteplici punti di vista sovrapposti all’interno di un unico piano pittorico. Una fase successiva, denominata Cubismo sintetico, è caratterizzata dall’uso del papier collé ed è ben rappresentata da Pipa, bicchiere, bottiglia di Vieux Marc (1914), collage esposto accanto a Il poeta. Spostandosi nella sala d’ingresso di Palazzo Venier dei Leoni, si incontrano due altri capolavori del maestro spagnolo, Lo studio (1928), messo in dialogo con Sulla spiaggia (1937). Nel primo, una veduta dello studio dell’artista, Picasso confonde l’identità delle “figure” raffigurate, creando una visione che sfida il nostro bisogno di trovare nelle immagini dei riferimenti in natura, senza abbandonarsi alla libertà dell’artista di dipingere ciò che desidera. La grande tela Sulla spiaggia ricorda invece le figure antropomorfe dai volumi esageratamente accentuati, dalla consistenza quasi scultorea e inserite in paesaggi marini, tipiche di alcune sue opere eseguite fra la fine degli anni ’20 e gli inizi degli anni ’30. Le due bagnanti, la cui attenzione è rivolta principalmente al gioco con la barchetta, sono figure aggraziate e allo stesso tempo mostruose, e la composizione si offre da un lato calma e rilassata, sospesa nel suo sottile lirismo, dall’altro trasmette un velato senso di minaccia per la sinistra presenza della figura che si staglia all’orizzonte.

Non manca in collezione il richiamo al tema della tragedia della guerra civile spagnola, caro all’artista, che emerge nell’opera Il sogno e la menzogna di Franco (1937). Qui Picasso raffigura il generale Francisco Franco, futuro dittatore di Spagna, con sembianze mostruose. Inizialmente pensate per essere stampate come cartoline e prodotte in serie, le immagini oggetto dell’opera furono invece pubblicate sulla rivista parigina Cahiers d’Art, accompagnate da una poesia scritta dallo stesso Picasso sulle sofferenze di Guernica, la città basca bombardata dai nazisti nell’aprile del 1937. Realizzata appena due anni dopo Il sogno e la menzogna di Franco, Busto di uomo in maglia a righe (1939) è un chiaro esempio del continuo sviluppo del linguaggio pittorico dell’artista verso l’astrazione, nonché evidente e incessante espressione di libertà artistica, forse a sfidare il fascismo dilagante. Gli sconvolgimenti politici della fine degli anni ’30 influirono profondamente sull’arte di Picasso, influenzando la rabbia della sua tavolozza e l’atmosfera dei soggetti di questo periodo.

Paola Turci canta il rapporto madre-figlia in “Fiore di ghiaccio”

Paola Turci canta il rapporto madre-figlia in “Fiore di ghiaccio”


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Paola Turci canta il rapporto madre-figlia in “Fiore di ghiaccio” – askanews.it



















Milano, 5 apr. (askanews) – Esce venerdì 7 aprile “Fiore di ghiaccio” (Bambini srl / distribuito da Believe), il nuovo singolo di Paola Turci, disponibile da oggi in pre-save e da venerdì su tutte le piattaforme digitali e in radio.

“Fiore di ghiaccio”, prodotto da Diego Calvetti, è il nuovo singolo di Paola Turci che arriva dopo “Caramella”, brano diretto, innovativo e colorato di ironia che ha presentato una Paola cantautrice attraversata dalla voglia di raccontarsi senza filtri e che ha segnato il suo ritorno sulla scena musicale dopo tre anni dal suo ultimo album “Viva da morire”. “Fiore di ghiaccio” è intimo, profondo e toccante, un brano in cui emergono con forza e intensità i sentimenti contrastanti, ma allo stesso tempo sinceri e veri che accomunano il rapporto viscerale tra una figlia e la propria madre, in cui le incomprensioni dominano, ma lasciano comunque spazio a momenti di confronto puri e carichi di emozioni. Scritto da Paola Turci, Giuseppe Anastasi e Diego Calvetti – che ne firma anche la produzione – “Fiore di ghiaccio” rappresenta non tanto un dialogo, quanto un monologo: un tentativo di riconciliazione che fatica ad arrivare tra madre e figlia, due “pianeti oramai distanti”. Un brano che trova un fil rouge all’interno di “Mi amerò lo stesso”, il monologo che presenta un testo riscritto e rivisitato insieme all’autrice Alessandra Scotti e con la regia di Paolo Civati che si ispira all’autobiografia di Paola Turci e che la cantautrice ha da poco terminato di portare in scena nei principali teatri italiani con grande successo di pubblico e critica.

Grinta, talento e determinazione sono le qualità che da sempre contraddistinguono Paola Turci, la cantautrice romana, musicista e con una splendida voce da contralto. Con undici partecipazioni al Festival di Sanremo, di cui tre come ospite, il ruolo come giurata d’eccezione per due anni consecutivi per Soundtrack Stars Award alla Mostra del Cinema di Venezia, innumerevoli riconoscimenti, progetti di successo come “Il secondo cuore”, album anticipato dal singolo “Fatti bella per te” (disco d’oro), Paola è una delle cantanti più importanti, popolari e apprezzate in Italia. La sua voce inconfondibile, nonché la personalissima vena di autrice e compositrice, la spontaneità e il magnetismo sul palco sono gli elementi che le hanno permesso di costruire e conservare con il suo pubblico un rapporto diretto e speciale.

Torna all’Elba Seif, il festival per la salvaguardia del mare

Torna all’Elba Seif, il festival per la salvaguardia del mare


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Torna all’Elba Seif, il festival per la salvaguardia del mare – askanews.it




















Milano, 5 apr. (askanews) – Per raggiungere una piena sostenibilità dell’ecosistema marino è necessario interrogarsi su come ambiente, economia e società possano singolarmente e sinergicamente operare.

Per questo, in occasione della Giornata Nazionale del Mare che si celebra l’11 aprile, Fondazione Acqua dell’Elba presenta la quinta edizione di SEIF – Sea Essence International Festival, il primo festival internazionale dedicato alla salvaguardia e valorizzazione del mare e della sua essenza, che tornerà ad animare l’Isola d’Elba dal 30 giugno al 2 luglio 2023. A fare da sfondo alla manifestazione sarà Marciana Marina, antico borgo marinaro dell’Isola d’Elba che, nel cuore dell’Arcipelago Toscano, rappresenta un punto di osservazione privilegiato del mare e delle sue tematiche.

Organizzata dalla Fondazione Acqua dell’Elba e da Acqua dell’Elba – Società Benefit, la manifestazione ha ricevuto nel 2022 l’endorsement del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030) e nel 2023 ha ottenuto il patrocinio di Regione Toscana, Legambiente, Ispra, Asvis, Università IULM, Accademia di Belle Arti di Brera, Comune di Portoferraio, Comune di Campo nell’Elba, Comune di Porto Azzurro, Parco Nazionale Arcipelago Toscano, VisitElba, Federparchi. Filo conduttore di SEIF 2023 sarà il tema “Transizioni”, che – attraverso attività e incontri – metterà al centro dell’attenzione proprio la necessità di integrare la transizione ecologica in nuovi equilibri ambientali, economici e sociali. L’intento è approfondire riflessioni, proposte e progettualità pensate per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 e applicarle all’ecosistema marino e insulare, le cui peculiarità possono aprire nuove sfide e opportunità a livello nazionale ed internazionale. L’Italia, per conformazione geografica, tradizione economica, storia e cultura, può fare da apripista ad una vera rivoluzione sostenibile che parta dal mare: proprio su questo si concentrerà l’edizione 2023 di SEIF, con workshop, laboratori, incontri, serate a tema e spettacoli.

“Attraverso SEIF, vogliamo restituire al mare la sua centralità, a cominciare da un rinnovato impegno dell’economia, della politica e della società e promuovendo la protezione del suo ambiente, della sua biodiversità e delle sue specie e anche della sua bellezza, della sua storia e del suo contributo alla crescita delle culture e delle società”, spiega Fabio Murzi, Presidente della Fondazione Acqua dell’Elba.

Ex Ilva, Uilm: comunicano Cigs con simbolo sdraio e sole, è offensivo

Ex Ilva, Uilm: comunicano Cigs con simbolo sdraio e sole, è offensivo


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Ex Ilva, Uilm: comunicano Cigs con simbolo sdraio e sole, è offensivo – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Ai lavoratori ex Ilva “in cassa integrazione straordinaria è stata inviata una comunicazione aziendale dove, nella parte sinistra, vi è un simbolo con una sdraio e il sole” per annunciare la proroga della Cigs. “Lo riteniamo un atto offensivo e irrispettoso nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie”. Il segretario Generale Uilm, Rocco Palombella, ha inviato una lettera alla presidente del Consiglio, ai ministri Adolfo Urso, Marina Calderone e Giancarlo Giorgetti e all’a.d. di Invitalia Mattarella dopo i fatti incresciosi avvenuti nelle scorse ore.

“Chiediamo alle istituzioni di prendere i necessari provvedimenti e un incontro, nel più breve tempo possibile, con il ministro Urso al Mimit”, ha concluso. Mlp

Nasce un master per nuove figure professionali hi-tech

Nasce un master per nuove figure professionali hi-tech


</p> <p></head><br /> <body id="readabilityBody"></p> <p><meta name="robots" content="index, follow, max-image-preview:large, max-snippet:-1, max-video-preview:-1"/><br /> <title>Nasce un master per nuove figure professionali hi-tech – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Parte il Master in Cloud & DevOps per formare nuove figure professionali hi-tech. Il corso è realizzato da Talent Gardeninsieme a Var Group, operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese e parte del gruppo Sesa: i posti disponibili sono 24 tutti coperti da borse di studio.

Il progetto punta a formare DevOps Specialist, una delle 4 professioni più richieste nel mondo tech, e a offrire la possibilità di accedere subito al mondo del lavoro grazie ad un percorso di 9 settimane, che prevede la realizzazione di progetti concreti e lezioni tenute da professionisti del settore. Grazie a questa collaborazione, il Master consentirà agli studenti di acquisire competenze in ambito Cloud computing, automazione e gestione delle infrastrutture. Il DevOps Cloud Engineer, infatti, è un professionista in grado di combinare l’ambito tecnico di codifica con le operazioni ICT; è la figura di riferimento per l’introduzione di processi, strumenti e metodologie volti a soddisfare le esigenze delle varie fasi del ciclo di sviluppo del software, dal coding al deployment, dalla manutenzione agli aggiornamenti. “Siamo entusiasti di collaborare con Var Group in questa iniziativa che darà l’opportunità a 24 studenti di accedere al nostro Master in Cloud Computing, un settore strategico che sta guadagnando sempre più terreno in tutto il mondo. Il 90% delle aziende sta adottando il cloud e la transizione verso questa tecnologia rappresenta una grande opportunità sia per migliorare l’efficienza operativa che per promuovere la sostenibilità ambientale”, dichiara Irene Boni, Ceo di Talent Garden.

“Var Group crede che la formazione continua sia una leva fondamentale per la crescita dei professionisti. Per questo abbiamo lanciato insieme a Talent Garden una serie di iniziative indirizzate a chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro per guidare le risorse di domani, ma anche a tutti coloro che voglio fare reskilling edare una nuova spinta al proprio percorso professionale”, spiega Francesca Moriani, Ceo di Var Group. Il Master, a cui si accede tramite un percorso di selezione basato su competenze tecniche e trasversali, è riservato a diplomati, laureandi o laureati in ambito informatico o materie STEM, con una predisposizione all’architettura Cloud e proiettati verso il mondo del lavoro. Il Master si svolgerà online a partire dal 19 maggio.