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Autore: Redazione StudioNews

In Europa dopo Fitto Meloni “balla da sola” (per ora)

In Europa dopo Fitto Meloni “balla da sola” (per ora)Roma, 29 nov. (askanews) – Giorgia Meloni non nominerà (per il momento) un ministro per gli Affari europei, mantenendo per sé l’interim della delega di Raffaele Fitto che, come si sa, lascia il governo per assumere il ruolo di commissario e vicepresidente esecutivo dell’Ue. La premier, dunque, sarà in prima persona responsabile dei rapporti con Bruxelles, dove comunque considera Fitto il punto di riferimento del governo italiano. Il doppio ruolo di Meloni, però, non dovrebbe durare a lungo, complice anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in un pranzo che si è tenuto il 28 novembre al Quirinale avrebbe fatto presente l’importanza di avere un titolare, sia esso un ministro o un sottosegretario delegato. Meloni ha preso nota, rimandando tutto a dopo l’approvazione della manovra, che già sta creando sufficienti fibrillazioni alla maggioranza di centrodestra.


A Fitto è stata organizzata un’ultima “passerella” con le firme degli accordi di coesione con la Sardegna e con la ‘sua’ Puglia, che deve essere “orgogliosa” – come l’Italia intera – per un ruolo che “pone la nostra nazione in una condizione di centralità nella prossima Commissione europea”, ha detto una commossa Meloni. Poi il passaggio in Consiglio dei ministri, al Cipess e nella Cabina di regia per il Pnrr, in cui la premier ha ringraziato “un ministro estremamente prezioso” la cui “competenza rimarrà in ottime mani”, prima dell’applauso e della foto di rito. Vediamo quindi quali saranno le “ottime mani”. Meloni come prima cosa assumerà l’interim. Poi procederà a ‘spacchettare’ il corposo portafoglio, affidando la gestione del Pnrr e della Coesione ai suoi sottosegretari Giovanbattista Fazzolari e Alfredo Mantovano. Resta la questione degli Affari europei, e qui inizia la partita più squisitamente politica. Con due punti fermi. Il primo è la volontà di Meloni di toccare il meno possibile la squadra, “allergica” – come viene definita – alla parola rimpasto. Il secondo è che “se esce un ministro di Fdi entra un ministro di Fdi”. In questo caso il candidato ‘naturale’ sarebbe Edmondo Cirielli, attuale vice ministro agli Esteri. “Però – riflette una fonte di governo – è difficile sostituirlo: ha esperienza e non ci sono altri esponenti di Fdi adeguati per quel ruolo”. Nome alternativo è quello di Giulio Terzi di Sant’Agata, ambasciatore, già ministro degli Esteri nel governo Monti, attualmente senatore di Fdi. Altrimenti c’è l’ipotesi, che si riaffaccia un po’ ogni volta che si tratta di individuare un profilo rilevante, di Elisabetta Belloni, direttrice del Dis, sherpa del G7, abile ed esperta mediatrice.


Dunque la porta sembra “sbarrata” per gli alleati, in primo luogo per Forza Italia, a cui piacerebbe molto la responsabilità dei rapporti con Bruxelles. Antonio Tajani pubblicamente assicura che non ne fa “una questione di poltrone” e che “alla fine deciderà la presidente del Consiglio”. Ma sicuramente – spiega chi ci ha parlato – intende “far pesare” l’aiuto che, per suo tramite, il Ppe ha dato per superare le diffidenze sul ministro pugliese. Così come intende far pesare i “sacrifici” fatti dagli azzurri, premiati dalle urne, ma non ‘ricompensati’ nella compagine dell’esecutivo, dove ormai si ritengono sottorappresentati rispetto alla Lega. Per Fi ci sarebbero già anche alcuni potenziali candidati. “Ma dubito che Meloni voglia privarsi di un ministro ‘suo’ per accontentare Forza Italia. Anche se – spiega una fonte azzurra – sarebbe un ruolo più che altro di rappresentanza, perchè il punto di riferimento in Europa resterà Fitto”. Un fatto, quest’ultimo, che Meloni non nasconde, quando dice che il nuovo vice presidente esecutivo “ci consente di avere un occhio di riguardo rispetto a molte materie che sono di interesse della nostra nazione”. Anche se i Trattati dicono altro, come ha ricordato Fitto, assicurando che opererà “a difesa dell’interesse comune europeo”.


di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli

Riunione ministri Esteri Nato il 3-4: “prima presieduta da Rutte”

Riunione ministri Esteri Nato il 3-4: “prima presieduta da Rutte”Milano, 29 nov. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “La riunione dei ministri degli Esteri della NATO della prossima settimana (3-4 dicembre) sarà la prima presieduta da Mark Rutte, in qualità di nuovo segretario generale della NATO” afferma un funzionario della Alleanza Atlantica secondo quanto si apprende.”Ci aspettiamo che i ministri degli Esteri alleati condividano le opinioni sulla situazione in Ucraina e riaffermino il nostro fermo sostegno all’Ucraina, mentre il paese continua a sostenere il suo diritto all’autodifesa sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, in risposta alla brutale guerra russa di aggressione in corso” ha aggiunto il funzionario.


L’incontro ai primi di dicembre di un anno storico per la Nato: il 2024 ha visto il 75esimo anniversario dell’Alleanza celebrato con grande commozione, sempre più solida con 32 Paesi (da ultimo l’ingresso della Svezia) e un cambio della guardia al vertice (l’avvicendamento tra Jens Stoltenberg e Rutte come segretario generale), oltre a decisioni di peso al Vertice di Washington per salvaguardare la sicurezza, rafforzando deterrenza e difesa. Ma l’incontro segue anche a breve giro il lancio russo contro l’Ucraina, avvenuto il 21 novembre, di un missile balistico sperimentale a raggio intermedio (IRBM). Il tutto accompagnato da un messaggio del presidente Vladimir Putin sulla tv russa, contente ulteriori minacce di escalation. L’attacco, che è avvenuto a poche ore dalla ben nota telefonata a Putin del cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha preso di mira Dnipro ed è visto come un altro tentativo da parte della Russia di terrorizzare la popolazione civile in Ucraina e intimidire coloro che sostengono Kiev, mentre si difende dall’aggressione illegale e non provocata della Russia. Come precedentemente osservato dal portavoce della NATO, Farah Dakhlallah, “l’impiego di questa capacità non cambierà il corso del conflitto, né scoraggerà gli alleati della NATO dal sostenere l’Ucraina”. Gli ambasciatori presso la NATO si sono incontrati il 26 novembre 2024 presso il Consiglio NATO-Ucraina (NUC) per discutere della situazione della sicurezza nel Paese aggredito, in seguito al lancio. E la prossima riunione del Consiglio NATO-Ucraina dovrebbe svolgersi proprio durante l’incontro dei Ministri degli Esteri della NATO che si terrà il 3-4 dicembre.


Nel frattempo il comunicato finale del vertice G7 – a chiusura della presidenza italiana del G7 a Fiuggi – ha condannato le minacce nucleari della Russia e ribadito il pieno sostegno a Kiev nella difesa della propria integrità territoriale. Pronto un nuovo prestito da 50 miliardi di dollari finanziati dagli interessi degli asset russi congelati, mentre il segretario di Stato Usa Antony Blinken – parlando con i giornalisti accanto al ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani – ha ribadito il sostegno militare e finanziario all’Ucraina ed ha espresso preoccupazione per l’impiego di soldati nordcoreani nelle operazioni russe nell’area di Kursk. Preoccupazione più volte già espressa da Rutte nelle sue molteplici visite di questi giorni presso i Paesi alleati. Un ampio giro che nelle sue ultime tappe ha toccato Grecia, Turchia e Stati Uniti (con un incontro del segretario generale con il neoeletto presidente Usa Donald Trump). In queste ore l’Ucraina ha ancora una volta ribadito la sua aspirazione all’adesione: il ministro degli Esteri, Andrii Sybiha, ha inviato una lettera ai suoi colleghi della Nato, esortandoli a invitare Kiev ad aderire all’alleanza atlantica durante la riunione della prossima settimana a Bruxelles, come primo passo verso l’adesione formale. Il tutto mentre il conflitto non offre alcuna tregua agli ucraini e diventa ogni giorno più violento. In queste ore il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha sostituito il comandante delle forze di terra delle forze armate ucraine e ha nominato Mykhailo Drapatoy nuovo comandante. Il tutto mentre i russi continuano insistentemente a prendere di mira le centrali elettriche ed energetiche ucraine e il 27 novembre le truppe russe hanno aggredito la capitale Kiev con i droni. 


“Ci aspettiamo inoltre che i nostri ministri degli esteri affrontino le azioni ostili della Russia nei paesi della NATO e riaffermino che tali azioni non scoraggeranno gli alleati dal continuare a sostenere l’Ucraina e a rafforzare le nostre difese”, aggiunge il funzionario dell’Alleanza Atlantica. In queste ore è emerso che il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius vuole acquisire quattro nuovi sottomarini per un importo di almeno 4,7 miliardi di euro per soddisfare le nuove esigenze della NATO per la sicurezza in Europa: si tratta di quattro esemplari del nuovo modello U212CD prodotto dal colosso tedesco Thyssenkrupp Marine Systems, secondo una fonte vicina al Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco. Nel frattempo il capo dei servizi segreti esteri britannici MI6 accusa la Russia di atti di sabotaggio in Europa: Richard Moore ha espresso preoccupazione per la situazione politica globale in un discorso all’ambasciata britannica a Parigi. “In 37 anni come ufficiale dell’intelligence, non ho mai visto il mondo in uno stato più pericoloso”, ha detto, secondo il governo britannico.   MEDIO ORIENTE


Un altro tema importante della riunione del 3 e 4 dicembre sarà il Medio Oriente. “Infine, ci aspettiamo che i nostri ministri degli esteri condividano le opinioni sugli ultimi sviluppi in Medio Oriente e facciano il punto sull’attuazione di un piano d’azione per un approccio più forte, più strategico e orientato ai risultati nei confronti del nostro la sponda Sud del Mediterraneo (Southern Neighbourhood, vicinato meridionale)” afferma il funzionario Nato. “Sua Maestà, il re Abdullah II di Giordania parteciperà alla riunione con i ministri degli esteri alleati il ??3 dicembre, per discutere del conflitto in corso in Medio Oriente e del suo impatto sulla sicurezza euro-atlantica”. Va notato che sul tema si era espresso il vicesegretario generale facente funzione della NATO, Boris Ruge, rivolgendosi direttamente ai membri dell’Assemblea parlamentare della NATO (NPA) che si sono riuniti a Montreal per discutere delle principali sfide alla sicurezza dell’Alleanza e del ruolo essenziale della NATO nell’affrontarle lunedì (25 novembre 2024). “Per quanto riguarda la sponda Sud del Mediterraneo (Southern Neighbourhood, vicinato meridionale), per affrontare la domanda proveniente dalla delegazione italiana, così come dalla delegazione del Portogallo, in effetti, sulla base del rapporto del gruppo di esperti convocato dal Segretario generale Stoltenberg e del piano d’azione che abbiamo presentato, ora abbiamo una nuova base su cui lavorare”, ha detto Ruge all’Assemblea parlamentare della NATO a seguito di una domanda da parte italiana, formulata dal capo delegazione Lorenzo Cesa, in base alla trascrizione fornita dall’Alleanza. “Il piano d’azione – ha continuato Ruge – è stato adottato al (summit di luglio di) Washington Dc. Javier Colomina (diplomatico spagnolo, ndr) è stato nominato Rappresentante speciale per i rapporti con i paesi della sponda Sud del Mediterraneo e siamo stati molto attivi anche nelle ultime settimane e mesi, tra le altre cose, apriremo molto presto l’ufficio di collegamento ad Amman, in Giordania. Abbiamo lavorato con diversi alleati. Abbiamo accettato l’offerta dell’Italia di ospitare l’ufficio di collegamento della NATO nella sua ambasciata ad Amman, perché, dopo un’analisi molto attenta, è stata la migliore offerta. Questo è un ufficio che avrà come compito la cooperazione con la Giordania, che è un partner molto importante per la NATO”, ha spiegato rispondendo a Cesa, il quale aveva peraltro sottolineato nella sua articolata domanda come il Mediterraneo non può più essere considerato un’area periferica quando si tratta della sicurezza collettiva dell’Alleanza.

Ue, a proposito di “maggioranza Venezuela”

Ue, a proposito di “maggioranza Venezuela”Roma, 29 nov. (askanews) – Facendo riferimento a un proprio articolo del 28 ottobre, la testata “Politico” ha rivendicato venerdì 29 novembre, in una sua newsletter da Bruxelles, di aver coniato la definizione “maggioranza Venezuela”. “I risultati delle elezioni europee di giugno hanno permesso al Partito popolare europeo di centro-destra di poter contare su una maggioranza di destra, che noi abbiamo battezzato come maggioranza Venezuela”, afferma Politico.


In realtà, il termine veniva già usato con quel significato dai corrispondenti italiani a Bruxelles almeno dal 24 ottobre, su una chat Whatsapp, e un’altra testata europea di Bruxelles, “Euractiv” aveva attribuito la paternità della definizione a un collega dell’Ansa, per un tweet su X dello stesso 24 ottobre. Lo stesso Politico, d’altra parte, il 25 ottobre aveva scritto: “I giornalisti politici hanno ora un termine per descrivere il nuovo blocco di voto della destra nel Parlamento europeo. La Maggioranza Venezuela, che abbraccia il Partito popolare europeo (Ppe), i Conservatori e Riformisti europei (Ecr), i Patrioti per l’Europa e l’Europa delle Nazioni Sovrane (Esn), prende il nome dalla coalizione che ha chiesto all’Ue di riconoscere Edmundo González Urrutia come presidente del Venezuela e gli ha conferito il Premio Sakharov questa settimana. L’inventore? Pietro Guastamacchia dell’Ansa”, concludeva Politico. di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Pnrr, Meloni: primato dell’Italia nell’attuazione del Piano

Pnrr, Meloni: primato dell’Italia nell’attuazione del PianoRoma, 29 nov. (askanews) – “Con l’incasso della sesta rata, previsto entro la fine del 2024 l’Italia si conferma la Nazione che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva di 194,4 miliardi di euro. Nel corso del 2024 sono stati raggiunti significativi risultati che hanno confermato il primato europeo dell’Italia nell’attuazione del Piano, per numero di obiettivi conseguiti, risorse complessive ricevute e richieste di pagamento approvate”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in una nota diffusa dopo la riunione della cabine di regia Pnrr.


“In questi giorni – aggiunge – insieme alle Amministrazioni titolari, agli Enti e alle Istituzioni preposte, stiamo lavorando alacremente per la rendicontazione degli obiettivi della settima rata e per formalizzare la conseguente richiesta di pagamento entro la fine dell’anno”.

Vino, “Wine Paris”: l’Italia raddoppia la sua area espositiva

Vino, “Wine Paris”: l’Italia raddoppia la sua area espositivaMilano, 29 nov. (askanews) – La sesta edizione di “Wine Paris”, la fiera del vino che andrà in scena dal 10 al 12 febbraio 2025 a Parigi ospitata da Vinexposium, annuncia la presenza di oltre 4.600 espositori provenienti da 50 Paesi, prevedendo circa 50mila visitatori da 140 nazioni. Lo ha annunciato la stessa “Wine Paris” sottolineando la crescita a due cifre della superficie espositiva per diversi Paesi, tra cui Germania (+ 65%), Austria (+ 35%), Cina (+ 60%), Spagna (+ 40%), Portogallo (+ 61%) e Romania (+ 75%). L’Italia ha nuovamente raddoppiato l’area espositiva e si appresta a ospitare 30 padiglioni regionali in un intero padiglione, il 6.


La fiera accoglierà anche numerosi nuovi padiglioni internazionali: Sudafrica, Argentina, Armenia, Cile, Ungheria, Macedonia del Nord, Uruguay e, soprattutto, l’Australia, che nell’edizione 2025 quadruplicherà lo spazio espositivo. Sempre secondo quanto annunciato dalla fiera parigina, anche la partecipazione francese, colonna portante dell’evento, è destinata a crescere, con un aumento del 7% del numero di produttori grazie alla presenza dei maggiori realtà vitivinicole e il ritorno di marchi leader, come i marchi di Champagne Bollinger, G.H Martel, Lanson e Vranken. Come evento nell’evento, “Be Spirits” accoglierà distributori, barman ed esperti da tutto il mondo, con oltre 200 produttori (di cui 38% esordienti e il 30% provenienti da 27 Paesi. Sarà esposta una gamma di 47 tipi di alcolici (Armagnac, baiju, brandy, Calvados, Cognac, gin, malto, mezcal, pastis, rum, sake, soju, tequila, umeshu, vermouth, vodka, ecc.) Dieci produttori di whisky parteciperanno sotto la bandiera della French Whisky Federation, mentre i produttori di Cognac saranno 40 e quelli di Armagnac 19. Anche la gamma di bevande No/Low alcol è annunciata in enorme crescita (+ 50% di produttori registrati finora), così come aumenterà lo spazio occupato da birre e sidri.


“In tempi di grande incertezza, crisi economica e perdita di significato, l’isolazionismo non è un’opzione. Possiamo trovare delle soluzioni solo unendo i punti di forza e promuovendo l’innovazione, con l’impegno di tutti gli operatori collegando le arene economiche e politiche” ha dichiarato il Ceo di Vinexposium, Rodolphe Lameyse, sottolineando che “il Salone 2025 svolgerà un ruolo cruciale per tutti gli attori nazionali e internazionali dell’industria del vino e degli alcolici”.

CeliachiaFacile: ISS deve completare screening pediatrico

CeliachiaFacile: ISS deve completare screening pediatricoRoma, 29 nov. (askanews) – “L’Istituto Superiore di Sanità deve completare quanto prima lo screening pediatrico sulla celiachia: se i risultati, nettamente più elevati già emersi in quattro regioni grazie al progetto propedeutico D1CeScreen, verranno confermati anche a livello nazionale, sarà necessario appurare quali fattori abbiano determinato l’aumento dei casi, e ripensare tutte le politiche adottate finora sull’intolleranza al glutine”. Lo afferma in una nota, Michele Mendola, fondatore della community CeliachiaFacile e divulgatore scientifico sull’intolleranza secondo il quale “occorrerà anche verificare se simili tassi si registrino anche nella popolazione adulta”.


“Il progetto D1CeScreen – prosegue Mendola – pone l’Italia all’avanguardia nella prevenzione e nella diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia nelle fasce di età più giovane”. Finora è stata completata la fase preliminare del progetto, e sono stati sottoposti allo screening oltre 4.000 bambini tra i 2 e i 10 anni che risiedono in quattro Regioni: Lombardia, Sardegna, Marche e Campania. Dal 1 gennaio 2025, è previsto che le altre Regioni e Provincie autonome, con il coordinamento ISS, si faranno carico dell’organizzazione dello screening. Dai dati raccolti finora sull’intolleranza al glutine, il 2,9% del campione è risultato positivo agli anticorpi specifici per la celiachia. “Questo – spiega ancora l’esperto, – implica che quasi 3 bambini su 100, se già non hanno sviluppato l’intolleranza, lo faranno in futuro e quindi devono essere monitorati periodicamente. Questo tasso di fatto supera di tre volte le stime ufficiali: lo stesso Istituto Superiore di Sanità infatti ha finora sostenuto che in Italia soffrano di intolleranza al glutine circa 600mila individui, ovvero l’1% della popolazione”.


“Se il dato dello screening venisse confermato anche a livello nazionale – commenta Mendola, – dovremmo concludere che i celiaci siano quasi 2 milioni di persone. Oltretutto, i soggetti a cui è stata veramente diagnosticata la celiachia sono appena 250mila, il che vorrebbe dire che quasi 9 persone su 10 sono intolleranti al glutine, ma non lo sanno”. È lo stesso fondatore di CeliachiaFacile però a sottolineare che in questa fase è necessario essere prudenti. “Occorre attendere i risultati nazionali e avere un quadro quanto più completo possibile – spiega. – Sarebbe quindi opportuno valutare se sia possibile accelerare i tempi per effettuare il monitoraggio, e ampliare quanto più possibile il campione. Inoltre, se nel resto dell’Italia venisse confermato il dato del 2,9%, bisognerebbe effettuare uno screening analogo tra i ragazzi più grandi, e magari anche gli adulti, per analizzare cosa succede anche nelle altre fasce di età”. Secondo il divulgatore infatti è possibile che i tassi di insorgenza della celiachia siano più elevati in alcune fasce di età, come anche in determinate aree geografiche, a causa dei differenti stili di vita. “Delle recenti ricerche ad esempio – spiega, – hanno evidenziato che il microbiota intestinale, ovvero l’insieme di microrganismi presenti nel nostro intestino che rafforziamo nei primi anni di vita, può portare a una maggior predisposizione nei confronti delle malattie autoimmuni come la celiachia. La creazione di un microbiota sano dipende dall’esposizione a una varietà di microrganismi presenti nell’ambiente naturale, o che il bambino comunque riceve dalla madre e dai familiari. Questo processo tuttavia può essere compromesso da diversi fattori, tra i quali addirittura un’igiene eccessiva”.


Al momento, chiaramente, è solo un’ipotesi che l’aumento delle diagnosi di celiachia tra i bambini sia dovuto all’impoverimento del microbiota. Ma una volta completato il progetto D1CeScreen, se questa tesi venisse avvalorata, “diventerebbe fondamentale promuovere determinati comportamenti come il gioco e l’attività fisica all’aria aperta, un’alimentazione sana e varia, il contatto con la natura e con gli animali” conclude il fondatore di CeliachiaFacile.

Veneto, Favero(Pd): bene bocciatura Tar trivelle Polesine, scontata

Veneto, Favero(Pd): bene bocciatura Tar trivelle Polesine, scontataMilano, 29 nov. (askanews) – “Lo avevamo detto da tempo: troppi i rischi per il territorio del Polesine dati dalla ripresa delle trivellazioni davanti al Delta del Po. Le lezioni del passato non vanno dimenticate, anche a fronte della non conoscenza di stime aggiornate sulle quantità di idrocarburi che possono essere estratti”. Così in una nota il responsabile ambiente del Pd Veneto, Matteo Favero.


“Il Polesine è già da tempo sotto il livello del mare e per questo motivo vede presenti importanti opere dei Consorzi di Bonifica per il mantenimento delle condizioni di abitabilità in sicurezza” ha osservato. “Il futuro di questo territorio passa per altre strade: tutela e valorizzazione delle produzioni agricole, salvaguardia del comparto ittico fiaccato da granchio blu e caro benzina, iniziative per lo sviluppo di imprenditoria giovanile” ha aggiunto.

Sciopero, Coisp: a Torino sei agenti feriti, è escalation violenza

Sciopero, Coisp: a Torino sei agenti feriti, è escalation violenzaMilano, 29 nov. (askanews) – “Offese e aggressioni continue ai poliziotti: non ce la facciamo più”. Così il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, sugli scontri tra polizia e antagonisti avvenuti stamani a Torino nel corso della manifestazione dello sciopero generale.


“Stiamo assistendo a un’escalation di violenza contro le forze dell’ordine – continua – e il bilancio in questo momento è di sei poliziotti feriti. Questi estremisti, aggressivi e violenti, non hanno esitato a scagliarsi rabbiosamente contro gli agenti, intonando cori offensivi e definendo ‘servi’ i nostri colleghi, in un chiaro tentativo di delegittimare il loro ruolo e il loro impegno al servizio della collettività”. “Non è immaginabile – continua Pianese – che i poliziotti debbano continuare a subire attacchi e insulti di questo genere, spesso promossi da una matrice ben definita che trova legittimazione in chi, irresponsabilmente, inneggia alla rivolta sociale. Questo atteggiamento non solo mette a rischio la sicurezza degli agenti, ma compromette anche la tranquillità delle città e la sicurezza dei cittadini” aggiunge riferendosi implicitamente al segretario della Cgil, Maurizio Landini.


“È indispensabile – aggiunge – che la politica, in modo trasversale, condanni con fermezza questi comportamenti criminali. Non ci devono essere ambiguità né atteggiamenti giustificazionisti: la violenza non può e non deve mai essere tollerata. Ora più che mai tutte le forze sane del Paese devono prendere posizione per rigettare qualsiasi forma di violenza per sostenere con forza il lavoro delle forze dell’ordine. Siamo stanchi di contare i feriti, siamo stanchi di vedere le città trasformarsi in un campo di battaglia in cui una minoranza violenta tenta di tenere in scacco la stragrande maggioranza dei cittadini perbene”, conclude.

Cinema, finite le riprese di “Ammazzare stanca” di Daniele Vicari

Cinema, finite le riprese di “Ammazzare stanca” di Daniele VicariRoma, 29 nov. (askanews) – Si sono concluse le riprese di “Ammazzare stanca”, il nuovo film di Daniele Vicari con Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Thomas Trabacchi, Cristiana Vaccaro e con Rocco Papaleo nel ruolo di Don Peppino Pesce, prodotto da Pier Giorgio Bellocchio, Manetti bros., una produzione Mompracem con Rai Cinema, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission e con il supporto della Calabria Film Commission.


“Ammazzare stanca” è l’autobiografia di un ragazzo che si ribella al suo destino criminale. Si chiama Antonio Zagari e la sua è una storia vera. Nei primi anni ’70 la ‘ndrangheta calabrese dilaga e impera, dal Sud al Nord. Antonio, figlio del pericoloso boss calabrese trapiantato in Lombardia, Giacomo Zagari, ritrovandosi a uccidere più e più volte, capisce di non essere adatto a quella vita estrema. E mentre i suoi coetanei si ribellano nelle fabbriche, nelle università, nelle piazze, Antonio trova il coraggio di andare contro il padre, rifiutandone l’eredità.

Silvestroni (FdI): a Anzio e Nettuno per valorizzare risorsa mare

Silvestroni (FdI): a Anzio e Nettuno per valorizzare risorsa mareRoma, 29 nov. (askanews) – “Oggi ad Anzio e Nettuno con il ministro Musumeci per sostenere Fratelli d’Italia e i risultati del Governo Meloni, valorizzare la Risorsa Mare e il recentissimo decreto contenente provvedimenti fortemente attesi dal settore pesca: strumenti di sostegno economico e sociale volti a valorizzare l’occupazione e l’attività produttiva del comparto”. Così Marco Silvestroni, senatore di Fratelli d’Italia.


“Con il ministro Musumeci, i candidati sindaci di Anzio, Stefano Bertollini e Daniele Maggiore a Nettuno, Andrea Volpi e il consigliere regionale Bertucci, e la presenza di numerosi orgogliosi operatori del comparto abbiamo discusso dei principali interventi normativi che riguardano il regime previdenziale agevolato, che introduce sgravi contributivi del 50% per due anni, destinati alle imprese che assumono lavoratori marittimi precedentemente imbarcati su navi rottamate a seguito di arresto definitivo, fondamentale per preservare i livelli occupazionali nel settore della pesca marittima e la cassa integrazione agricola, la Cisoa, estesa al comparto della pesca, superando così le criticità normative che finora ne avevano ostacolato l’attuazione”, aggiunge. “Ancora una volta, il governo Meloni ha risposto con i fatti alle richieste di un asset per noi strategico, rinnovando il nostro impegno a sostegno dei pescatori italiani. Avevamo promesso di essere al loro fianco, e con il Governo Meloni abbiamo mantenuto questa l’Impegno. Grazie al Ministro Lollobrigida e al suo impegno in Europa, si è riusciti ad aprire nuovi bandi dedicati alla pesca, investendo in un rilancio strategico del settore bloccando la diminuzione dello sforzo di pesca. Il Governo Meloni è e sarà sempre al fianco ai pescatori”, conclude.