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Indagine Condiretti: sono 5.500 i giovani viticoltori italiani

Indagine Condiretti: sono 5.500 i giovani viticoltori italianiRoma, 8 apr. (askanews) – Sono 5500 i giovani agricoltori italiani che hanno scelto un futuro tra le vigne, caratterizzandosi per una maggiore attenzione alla distintività, alla sostenibilità e all’export, tanto che il settore vitivinicolo è ai primi posti nelle scelte imprenditoriali degli under 35. E’ quanto emerge da una analisi del Centro studi Divulga diffusa in occasione della degustazione a Casa Coldiretti dei vini della Generazione Z, una degustazione di una selezione di prodotti realizzati da vignaioli under 30 provenienti da tutta Italia alla presenza del delegato nazionale di Coldiretti Giovani Enrico Parisi.


I giovani viticoltori di oggi si fanno promotori della biodiversità, riscoprendo antiche varietà di vite e rafforzando il legame con il territorio attraverso i mercati contadini e i canali di vendita diretta. Una tendenza alimentata dalla crescente consapevolezza del ruolo centrale dell’agricoltura nella sicurezza alimentare e nella valorizzazione delle tradizioni locali. L’altro tratto distintivo è l’attenzione alla sostenibilità ambientale, unita a una maggiore specializzazione nelle tecniche di marketing e alla capacità di utilizzare i social media per promuovere i propri prodotti. Un atteggiamento che porta anche a un maggiore orientamento verso l’export. Secondo Divulga, quasi un terzo delle aziende under 35 vende i propri vini all’estero, contro un quinto della media generale. Una situazione che li vede però in questo momento più esposti ai rischi legati ai dazi e a una guerra commerciale.


Inoltre, i giovani viticoltori sono tra i più impegnati nell’innovazione: oltre il 70% di loro porta avanti attività multifunzionali, che spaziano dalla trasformazione e vendita aziendale del vino all’enoturismo fino alla vinoterapia.

Ottenuta esenzione da contributo Conai su vasi da florovivaismo

Ottenuta esenzione da contributo Conai su vasi da florovivaismoRoma, 8 apr. (askanews) – Un importante risultato arriva sul fronte normativo grazie all’azione di Coldiretti e Filiera Italia: l’esenzione dal Contributo Ambientale Conai (CAC) per i vasi da florovivaismo impiegati nel ciclo produttivo, indipendentemente dal loro spessore.


Nel nuovo Regolamento UE 2025/40 sugli imballaggi era già stata recepita la proposta italiana che proponeva che questi vasi non fossero considerati imballaggi, ma beni strumentali alla coltivazione, escludendoli cosi dal CAC. Ora è finalmente escluso che sui vasi utilizzati nel florovivaismo venga applicato il Contributo Ambientale. A confermare l’esclusione, rendono noto Coldiretti e Filiera Italia, è arrivata una lettera inviata da Conai a Coldiretti il 2 aprile 2025, nella quale si precisa che “i vasi impiegati nei rapporti tra imprese come fattori produttivi vengono già esclusi dalla classificazione di imballaggi” indipendentemente dal loro spessore e che “con l’applicabilità del nuovo Regolamento UE 2025/40, saranno espressamente esclusi dalla classificazione di imballaggio”.


Una vittoria per le imprese, commentano le confederazioni agricole, che potranno continuare a investire in qualità, innovazione e sostenibilità, senza ulteriori oneri ingiustificati. Il settore del florovivaismo italiano nel 2024 ha toccato il valore record di 3,3 miliardi di euro, trainato da un export in crescita (1,3 miliardi) e dal lavoro di oltre 19.000 imprese attive su 30.000 ettari. “Ancora una volta l’azione di Coldiretti è stata determinante per tutelare il reddito delle nostre imprese e mantenere la competitività di uno dei settori più forti dell’agroalimentare italiano”, sottolinea Mario Faro, presidente della Consulta Nazionale Florovivaismo di Coldiretti. “Difendere il florovivaismo italiano significa sostenere un comparto in cui l’impegno per la sostenibilità ambientale è tra i più alti d’Europa”.


Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, precisa che questa esenzione “rappresenta un esempio concreto di come il lavoro sinergico tra istituzioni e filiere produttive possa portare a risultati tangibili per le imprese. Sostenere il florovivaismo significa rafforzare un comparto strategico del Made in Italy, fortemente legato ai territori”. E Nada Forbici, presidente di Assofloro e coordinatrice della Consulta, sottolinea come un’ulteriore tassa “avrebbe colpito ingiustamente agricoltori e florovivaisti, riducendo margini e competitività”.

Filiera vitivinicola ad Hansen: su dazi confronto sia costruttivo

Filiera vitivinicola ad Hansen: su dazi confronto sia costruttivoRoma, 7 apr. (askanews) – Sui dazi Usa è fondamentale che ci sia un confronto costruttivo che tenga conto sia delle politiche europee, sia delle istanze nazionali per garantire competitività e valorizzazione del settore vitivinicolo italiano. E’ la posizione espressa al commissario europeo Hansen dalle organizzazioni che compongono la filiera vitivinicola nazionale (Alleanza Cooperative Agroalimentari, Assoenologi, CIA-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini) nel corso del confronto promosso al Vinitaly, al quale ha partecipato anche il ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida.


Tra i temi affrontati, il “Pacchetto Vino” presentato a fine marzo dal Commissario Hansen e le preoccupazioni legate all’applicazione dei dazi statunitensi sui prodotti europei. Nell’occasione, il vicepresidente di Federvini Piero Mastroberardino ha assunto il ruolo di Coordinatore del Tavolo di filiera succedendo a Luca Rigotti, attuale presidente del Gruppo di lavoro vino del Copa-Cogeca.

Comm. Ue Várhelyi: consumo vino moderato non ostacola longevità

Comm. Ue Várhelyi: consumo vino moderato non ostacola longevitàRoma, 7 apr. (askanews) – “Sappiamo bene che l’assunzione di alcol può essere legata all’insorgenza di malattie non trasmissibili. Tuttavia, i dati ci mostrano che, se il consumo avviene con moderazione, all’interno di uno stile di vita sano, non ostacola la longevità”. Lo ha detto così il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, Olivér Várhelyi, che oggi ha partecipato, insieme al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al convegno “Vino e salute: consumo responsabile per una dieta bilanciata” al Vinitaly.


“Quando parliamo di vino, non ci riferiamo solo all’alcol: parliamo di un prodotto unico, che può avere anche effetti positivi, ad esempio sul microbiota”, ha aggiunto il Commissario sottolineando che la Ue ha “bisogno di garantire ai cittadini le informazioni necessarie per compiere scelte consapevoli che sostengano la loro salute. Quando si parla di salute pubblica – ha detto – è fondamentale non solo adottare buone politiche, ma anche riuscire a influenzare positivamente i comportamenti delle persone. L’Italia è un ottimo esempio – ha quindi concluso – Scegliere se consumare o meno un bicchiere di vino con un pasto è una decisione personale, ma non possiamo dimenticare che il vino può far parte di un’alimentazione equilibrata”.

Lollobrigida: con comm. Várhelyi diciamo no a criminalizzare vino

Lollobrigida: con comm. Várhelyi diciamo no a criminalizzare vinoRoma, 7 apr. (askanews) – “Abbiamo oggi un rischio ancora più importante dei dazi che impatta sul mondo del vino, che è la sua criminalizzazione. Escluderne o depotenziarne la presenza sul mercato crea ovviamente un problema che ci andremo a portare nel tempo. Quindi questo è il primo elemento su cui bisogna agire e ringrazio il Commissario Várhelyi per la sua autorevole presenza”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo al convegno “Vino e salute: consumo responsabile per una dieta bilanciata”, che ha visto la partecipazione del Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, Olivér Várhelyi.


“Credo – ha aggiunto Lollobrigida – che il dovere dell’Europa sia quello di garantire, all’interno, la libera circolazione prevista dai trattati, e non etichette che stigmatizzano un prodotto. Quindi preghiamo, da questo punto di vista, un intervento complessivo della Commissione verso tutti i Paesi che lo fanno. Noi vorremmo che l’Europa difendesse questa produzione, che è di tutti e garantisce benessere a tutti, e ovviamente anche un po’ di benessere alle nostre imprese, che non disturba affatto”. All’evento hanno partecipato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, che ha portato i saluti istituzionali, il Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato e il Direttore Generale dell’OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), John Barker.

Lactalis Italia: con dazi Usa rallentamento soprattutto per formaggi duri

Lactalis Italia: con dazi Usa rallentamento soprattutto per formaggi duriMilano, 7 apr. (askanews) – Lactalis Italia, parte del gruppo lattiero caseario francese che conta brand come Galbani, Parmalat e Vallelata, prevede un rallentamento nelle esportazioni soprattutto per i formaggi duri verso gli Stati Uniti dopo i dazi introdotti da Trump. “La situazione è chiara: da oggi i formaggi duri saranno soggetti a un dazio complessivo del 35%, sommando il 15% già esistente a un ulteriore 20%, mentre la mozzarella affronterà un dazio totale del 30% – dichiara Mauro Frantellizzi, direttore di Lactalis Italia Export – Un incremento significativo, che rischia di frenare una crescita finora molto positiva. Basti pensare che il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano hanno chiuso il 2024 negli Stati Uniti con quasi 20 mila tonnellate esportate, segnando un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. Con questi nuovi dazi, prevediamo un rallentamento, soprattutto per i formaggi duri, e questo ci preoccupa molto”.


L’introduzione dei dazi, spiega Frantellizi “porterà a un aumento del prezzo al consumatore, con possibili ripercussioni sulle vendite e dunque, in questo scenario, diventa ancora più fondamentale fare sistema tra produttori, istituzioni e aziende per difendere il made in Italy e rivolgersi a mercati emergenti”. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più strategici per Lactalis Italia, che vi esporta il 6% del totale dei propri formaggi, con una quota che sale al 10% per Parmigiano Reggiano. Attualmente le esportazioni rappresentano oltre il 40% della propria produzione raggiungendo mercati come Francia, Svizzera, Germania e Stati Uniti, e ampliando la propria rete in Asia e America Latina. Con una quota del 16% dell’export caseario nazionale e oltre 106.000 tonnellate di formaggi distribuiti in 112 Paesi per un fatturato di oltre 700 milioni di euro, il gruppo, grazie alle divisioni Ambrosi e Castelli, produce anche le Dop più vendute come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala, in 12 siti produttivi interamente dedicati. A livello di comparto, il 2024 ha segnato un record storico per l’export caseario italiano, con oltre 658.000 tonnellate esportate (+10,7% vs 2023) e un valore che supera i 5,4 miliardi di euro.


Per il 2025, nonostante il contesto, l’azienda conferma gli investimenti con un piano che ammonta a oltre 68 milioni di euro. In particolare un focus centrale della strategia aziendale riguarda la crescita di Ambrosi e Castelli. Queste due eccellenze del settore caseario, entrate a far parte del gruppo negli ultimi anni, sono protagoniste di un percorso di sviluppo internazionale. “Nel 2025 investiremo 15 milioni di euro negli stabilimenti di Ambrosi e Castelli per continuare a valorizzare la tradizione casearia in strutture sempre più moderne e all’avanguardia – dichiara Michele Fochi, general manager di Ambrosi e Nuova Castelli. – Il nostro impegno è garantire che i formaggi italiani preservino la loro qualità e autenticità. Per questo, continuiamo a investire nella filiera, nell’innovazione e nelle strategie di sviluppo, e anche e soprattutto sulle persone e sui casari, perché la manualità, esperienza e competenza si possano tramandare nel tempo. Solo così possiamo tutelare il prestigio del made in Italy e affrontare con successo le sfide del mercato”.

Al via VIII premio innovazione agricoltura rosa di Copa e Cogeca

Al via VIII premio innovazione agricoltura rosa di Copa e CogecaRoma, 7 apr. (askanews) – Copa e Cogeca, in collaborazione con Corteva Agriscience, lanciano l’ottava edizione del premio all’innovazione per le donne agricoltrici, che celebra i notevoli contributi delle donne in agricoltura che hanno aperto la strada a soluzioni innovative, guidando la sostenibilità nel settore agricolo dell’Unione Europea.


Sin dalla sua creazione, ogni edizione del premio si è concentrata su un tema specifico e quest’anno non fa eccezione. Quando si discute di come passare a pratiche agricole più sostenibili, è impossibile ignorare l’importanza dell’acqua nelle pratiche agricole quotidiane. Per questo motivo, l’ottava edizione del premio all’innovazione per le donne agricoltrici del Copa-Cogeca è intitolata: “Le donne che fanno onde nei sistemi idrici sostenibili”. Tutti i tipi di azioni, misure e progetti innovativi che affrontano la gestione sostenibile dell’acqua saranno presi in considerazione per il premio del 2025. Ogni progetto sarà valutato in base ai seguenti criteri non cumulativi: soluzioni innovative, trasferimento dell’innovazione, sostenibilità dell’innovazione e metodi di comunicazione.


Il premio prevede un premio in denaro per il vincitore e il progetto con menzione speciale della giuria. La domanda per il premio sarà valida fino al 30 giugno 2025.

Asiago Dop: con dazi -40 export in Usa, fare scelte responsabili

Asiago Dop: con dazi -40 export in Usa, fare scelte responsabiliRoma, 7 apr. (askanews) – Una situazione grave mette a rischio la competitività e il futuro dell’export del formaggio Asiago negli Stati Uniti, primo mercato di esportazione della specialità veneto-trentina, pari al 24% del totale, che vede passare i dazi imposti dal Presidente Trump dal 10% al 30%. Una prima stima del danno commerciale derivante dai dazi prevede un rallentamento fino a -40% dell’export verso gli Usa; mentre il peggioramento del tasso di cambio tra euro e dollaro sta già ora aggravando il problema e si annuncia un possibile calo verso altri mercati, a seguito dell’incertezza generale. E’ l’analisi fatta da Fiorenzo Rigoni, presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago, che sottolinea in una nota come “queste scelte danneggino in particolare i consumatori americani, rendendo più caro il prezzo finale del formaggio Asiago e la sua reperibilità sul mercato”.


Già nell’ottobre 2019, ricorda Rigoni, i dazi al 35% portarono a ripercussioni pesanti, un repentino rallentamento delle importazioni e un blocco delle vendite che, nel marzo 2021, dopo la sospensione dei dazi, richiese lunghi mesi e azioni dedicate di ripristino”. “È arrivato il tempo delle azioni concertate responsabili che si basano sulla consapevolezza della gravità e del rischio che stiamo correndo – avverte – Crediamo nell’importanza di un’azione europea coordinata, che esprima una visione comune, chiara e sia di impulso per uno stabile superamento di questa situazione che danneggia tutti”.


Il Consorzio sottolinea anche come oggi sia “ancora più importante diversificare in aree come il Sud-Est Asiatico”, dove il Consorzio sta avviando un progetto triennale, e potenziando le vendite intra-UE. “Ma gli USA restano un mercato di riferimento. Qui abbiamo decenni di relazioni istituzionali, creazione di reti distributive e commerciali, investimenti in attività di comunicazione e promozione del Consorzio di Tutela e dei soci con e per i consumatori”, conclude.

Tajani: no a dazi su whisky per scongiurare ritorsioni su vino

Tajani: no a dazi su whisky per scongiurare ritorsioni su vinoRoma, 7 apr. (askanews) – “Probabilmente oggi il Consiglio Europeo sceglierà di ‘scongelare’ una vecchia lista di prodotti americani da sanzionare con l’aumento dei dazi. Riteniamo che non debba essere inserito il whisky, che porterebbe a dazi più forti sul vino”. Lo ha detto oggi il ministro per gli Affari Esteri, Antonio Tajani, al Vinitaly di Verona, in collegamento da Bruxelles per la riunione dei ministri del commercio europei.


“C’è grande unità a livello europeo per evitare che ogni Stato tratti per sé – ha continuato Tajani – Mi pare ci sia convergenza anche da parte della Commissione Ue sulla necessità assoluta di non scatenare una guerra commerciale. La speranza è quella di arrivare a zero dazi Usa e zero Ue, per dar vita a un grande spazio economico libero di mercato Ue-Usa, per favorire la crescita dell’economia”. Il ministro Tajani ha annunciato anche un nuovo piano per cercare nuovi settori dove aumentare le esportazioni: “organizzeremo iniziative per esplorare nuovi mercati e recuperare tutto ciò che si può dal danno dei dazi americani – ha detto – Saremo in India questa settimana, anche con la partecipazione del presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. Successivamente a Caserta per un business forum con gli olandesi e poi in Giappone, in attesa della missione del Presidente del Consiglio Meloni negli USA. L’Italia – ha concluso il ministro – vuole essere protagonista all’interno di una strategia per favorire non soltanto il nostro Paese ma l’intera Europa”.

Definita posizione Consiglio Ue su regolamento pratiche sleali

Definita posizione Consiglio Ue su regolamento pratiche slealiRoma, 7 apr. (askanews) – Oggi i rappresentanti degli stati membri nel Comitato speciale per l’agricoltura (SCA) hanno approvato il mandato negoziale del Consiglio europeo sul regolamento riguardante nuove norme per combattere le pratiche commerciali sleali transfrontaliere nella filiera agricola e alimentare. “I nostri agricoltori meritano di guadagnare un equo tenore di vita dal loro lavoro. Con queste norme li proteggeremo meglio dalle pratiche commerciali sleali transfrontaliere e rafforzeremo la loro posizione nella filiera alimentare”, ha detto Czeslaw Siekierski, ministro polacco per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Con questo accordo la presidenza è pronta ad avviare i negoziati con il Parlamento europeo, una volta che quest’ultimo avrà raggiunto la sua posizione.


La proposta vuole stabilire un insieme completo di norme per la cooperazione transfrontaliera contro le pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra imprese all’interno della filiera agricola e alimentare e migliorare la cooperazione transnazionale nei casi in cui fornitori e acquirenti si trovino in stati membri diversi. Il regolamento proposto introduce quindi un meccanismo di mutua assistenza, che consentirebbe alle autorità nazionali di controllo di chiedere e scambiare informazioni e di richiedere a un’altra autorità di controllo di adottare misure per loro conto. Introduce inoltre un meccanismo di azione coordinata nei casi di pratiche commerciali sleali transfrontaliere su larga scala che coinvolgono almeno tre paesi dell’UE. In questi casi, verrebbe designato un coordinatore per facilitare la risposta.


Il Consiglio sostiene quindi gli elementi principali della proposta della Commissione, ma suggerisce una serie di miglioramenti nel suo mandato negoziale. Il mandato del Consiglio introduce anche norme sulla copertura dei costi sostenuti nei casi di assistenza reciproca. Lo Stato membro che richiede informazioni o chiede misure investigative o di esecuzione coprirebbe i costi necessari sostenuti dallo Stato membro che ha svolto l’indagine o l’esecuzione. Inoltre, eventuali multe riscosse possono essere utilizzate per coprire tali costi. Il mandato chiarisce inoltre le norme in base alle quali gli Stati membri possono rifiutarsi di ottemperare a una richiesta di informazioni da parte dell’autorità nazionale di un altro Stato membro o rifiutarsi di partecipare a misure di esecuzione.