Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Scordamaglia: con dazi export agroalimentare verso Usa -10%

Scordamaglia: con dazi export agroalimentare verso Usa -10%Roma, 3 apr. (askanews) – “Si prevedono riduzioni di almeno il 10% per l’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti, ma se si vuole rispondere si smetta di guardare solo alle merci americane importate e si cominci a pensare a un piano di misure fiscali sull’economia digitale USA”: così Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia commenta i dazi del 20% imposti dall’amministrazione Trump sulle merci Ue.


“Oggi non è facile stimare l’impatto che le nuove politiche USA avranno sul nostro export perché vanno considerate non solo le misure americane, ma anche la portata delle risposte europee”, aggiunge. Secondo un’analisi Filiera Italia sono però attesi cali per l’agroalimentare del 10-12% in termini di fatturato e del 20% in volume su un export che oggi si attesta sui 7,8 miliardi di euro. E se l’invito al buon senso resta sempre valido Scordamaglia commenta l’inasprimento delle misure Usa così: “se l’Ue vuole difendersi deve guardare all’economia dematerializzata campo in cui gli Stati Uniti sono in attivo. La strategia non dovrebbe essere quella di tassare ciò che passa dalle frontiere ma tutto ciò che transita attraverso download, web, applicazioni e software”.


Infine Scordamaglia ricorda che Trump ha già promesso compensazioni importanti agli agricoltori americani e alle imprese colpite da eventuali ritorsioni per i dazi, basti pensare che nel 2019 furono stanziati per i soli farmer americani 23 miliardi di dollari per compensare le ritorsioni scatenate dai dazi. “E questa è la via da seguire anche dalla commissione Europea – prosegue Scordamaglia – che, per gli eventuali danni derivanti all’agricoltura europea dall’accordo Mercosur, è riuscita a promettere a malapena 1 miliardo di euro: con queste risorse ridicole e provocatorie l’Europa non può tenere il punto”, conclude Scordamaglia.

Zoppas (Ice): ortofrutta è eccellenza agroalimentare nazionale

Zoppas (Ice): ortofrutta è eccellenza agroalimentare nazionaleRoma, 3 apr. (askanews) – “Il comparto ortofrutticolo italiano è una delle eccellenze del Made in Italy e rappresenta un pilastro fondamentale della filiera agroalimentare nazionale, riconosciuto a livello internazionale per la qualità delle sue produzioni, l’innovazione tecnologica e la capacità di conquistare nuovi mercati”. Lo ha detto Matteo Zoppas, presidente di Agenzia Ice, intervenendo alla presentazione di Macfrut 2025, che andrà in scena dal 6 all’8 maggio a Rimini.


Ricordando che nel 2024 l’export del settore ha raggiunto un valore di 6,4 miliardi di euro, registrando una crescita del 6,3% rispetto al 2023 e del 30,3% rispetto al 2019, Zoppas ha sottolineato che l’Agenzia ICE è “impegnata a rafforzare l’internazionalizzazione delle imprese italiane del comparto, sostenendo la loro presenza sui mercati esteri e promuovendo nuove opportunità di business”. In questo quadro, ICE svolge un ruolo attivo anche nell’ambito del Piano Mattei, contribuendo a creare nuove sinergie e collaborazioni con i principali Paesi partner e i mercati ad alto potenziale. Particolare attenzione è rivolta al continente africano, dove ICE ha recentemente ampliato la propria presenza con tre nuovi uffici a Lagos, Dakar e Nairobi, portando a 12 il numero totale di uffici operativi, affiancati da 8 osservatori e altrettanti desk, in stretta collaborazione con le Ambasciate.


Per Ice, ha sottolineato Zoppas, Macfrut “non è solo una vetrina internazionale per l’ortofrutticolo, ma anche un hub di innovazione, networking e formazione, confermando il ruolo centrale delle fiere come strumenti strategici per la crescita dell’export e della competitività del sistema agroalimentare italiano. In questo percorso, il supporto del Sistema Paese, vale a dire di ICE, Sace, Simest e Cdp, è fondamentale per accompagnare le imprese italiane nel loro processo di espansione sui mercati internazionali. È nostro obiettivo – ha concluso -continuare a valorizzare questo patrimonio, supportando le imprese nel cogliere le opportunità offerte dai mercati esteri e rafforzando il ruolo strategico dell’Italia nel panorama agroalimentare globale”.

Lollobrigida: Macfrut appuntamento cruciale per export ortofrutta

Lollobrigida: Macfrut appuntamento cruciale per export ortofruttaRoma, 3 apr. (askanews) – “Questo appuntamento è cruciale per il nostro export ortofrutticolo. Apre a mercati che apprezzano la qualità italiana e favorisce la diffusione delle nostre tecnologie produttive”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla presentazione di Macfrut 2025, che andrà in scena dal 6 all’8 maggio a Rimini.


“Le fiere servono a creare connessioni tra produttori e acquirenti, e l’Italia offre un’enorme varietà di prodotti, attirando anche operatori stranieri. La sinergia tra imprese e mercati è fondamentale e i risultati si vedono. L’aumento del reddito dei nostri agricoltori è il più alto in Europa”, ha concluso il ministro.

Dazi, Calzolari (Granarolo): puntiamo a raddoppio capacità produttiva Usa

Dazi, Calzolari (Granarolo): puntiamo a raddoppio capacità produttiva UsaMilano, 3 apr. (askanews) – Granarolo pensa di raddoppiare la propria capacità produttiva negli Stati Uniti, dove tre anni fa ha rilevato uno stabilimento produttivo. “Granarolo in Connecticut ha uno stabilimento che produce mozzarelle, ricotte, mascarpone, burrate di qualità. Lo abbiamo rilevato tre anni fa e ora lo abbiamo allineato ai nostri standard di qualità e sicurezza alimentare. A prescindere dai dazi di Trump oggi pensiamo di poter raddoppiare le capacità produttive dello stabilimento”, afferma in una nota il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari.


Il gruppo Granarolo, che ha chiuso il 2023 con 1,6 miliardi di fatturato, conta 15 siti produttivi dislocati sul territorio nazionale, due siti produttivi in Francia, tre in Brasile, uno in Nuova Zelanda, uno nel Regno Unito, uno in Germania e uno negli Stati Uniti. Attualmente la quota di export è pari a circa il 36% del fatturato. Gli Stati Uniti pesano meno del 5%. Il gruppo lattiero caseario riunisce oltre 500 allevatori produttori di latte, un’organizzazione di raccolta della materia prima alla stalla con circa 100 autocisterne, 720 automezzi per la distribuzione, che movimentano 850 mila tonnellate/anno e servono quotidianamente circa 50 mila punti vendita presso i quali 20 milioni di famiglie italiane acquistano prodotti Granarolo.

12-13 aprile Caseifici Aperti a scoperta Parmigiano Reggiano Dop

12-13 aprile Caseifici Aperti a scoperta Parmigiano Reggiano DopRoma, 3 apr. (askanews) – Torna sabato 12 e domenica 13 aprile l’edizione primaverile di Caseifici Aperti, l’appuntamento promosso dal Consorzio che due volte all’anno offre la possibilità di partecipare e immergersi nella produzione della Dop. L’iniziativa coinvolge 51 caseifici in tutte le province della zona di origine, di cui 19 a Parma, 14 a Reggio Emilia, dieci a Modena, tre a Bologna alla sinistra del fiume Reno e cinque a Mantova alla destra del Po.


Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ricorda che il turismo enogastronomico italiano “ha generato un valore economico complessivo di 40,1 miliardi di euro, registrando un interesse crescente per esperienze autentiche legate alle tradizioni culinarie del Paese, quali le visite ai caseifici del comprensorio, i cui visitatori sono stati 180.000, in aumento del 5,9% sul 2023. Le Indicazioni geografiche non sono dunque solo un fattore economico per chi le produce, ma anche un vero e proprio elemento di sviluppo territoriale per la loro zona di origine”. In programma visite guidate ai caseifici per assistere alla nascita di una forma di Parmigiano Reggiano, passeggiate attraverso le “cattedrali di formaggio” dei magazzini di stagionatura e la possibilità di acquistare la Dop direttamente dalle mani dell’artigiano che l’ha creata.


Novità di questa edizione è il ricco ventaglio di attività proposte: visite alle stalle, aperture di forme, pranzi in caseificio con prodotti locali e degustazioni di varie stagionature e biodiversità in collaborazione con l’Associazione Assaggiatori Parmigiano Reggiano, ma anche spettacoli di cucina, showcooking e l’inaugurazione di un murales di Giacomo Bagnara nella latteria Villa Curta di Reggio Emilia, oltre ad apericene e colazioni all’alba con musica, concerti, attività per tutta la famiglia, laboratori creativi per bambini. Proprio Giacomo Bagnara, artista veronese di fama internazionale che ha collaborato con New York Times, New Yorker, Internazionale e Mondadori, ha firmato il key visual di Caseifici Aperti 2025. Il claim di questa edizione è “Un viaggio più grande, insieme” e anticipa il pay off scelto dal Consorzio per la campagna 2025: “Più grande, insieme”.


Il turismo enogastronomico, inoltre, si conferma un vero e proprio pilastro valoriale per il Parmigiano Reggiano, che vede nell’esperienza diretta della visita in caseificio e in magazzino il metodo più efficace per spiegare le distintività e i valori della Dop, oltre ad essere uno strumento chiave per rafforzare le vendite dirette: stando a un sondaggio promosso dal Consorzio, ben l’85% dei partecipanti ha acquistato prodotti presso lo spaccio del caseificio.

Ortofrutta italiana vale 17 mld, 28% valore produzione agricola

Ortofrutta italiana vale 17 mld, 28% valore produzione agricolaRoma, 3 apr. (askanews) – Torna a Rimini dal 6 all’8 maggio Macfrut 2025, l’evento made in Italy ma sempre più internazionale dedicato all’ortofrutta, un settore che in Italia vale oltre 17 miliardi di euro, ovvero il 28% del valore della produzione agricola nazionale e, assieme alle conserve vegetali, contribuisce al 18% dell’export agroalimentare italiano. A fotografare il comparto è stato il direttore di Ismea, Sergio Marchi, nel corso della presentazione del Macfrut a Roma presso Agenzia Ice.


In crescita nel 2024 l’export di ortofrutta italiana del 6,3%, che sfiora quota 6,5 miliardi di euro. Secondo i dati di Agenzia ICE il nostro Paese è il secondo esportatore in Europa dietro solo alla Spagna, che tuttavia ha un valore tre volte superiore. I cinque principali mercati di sbocco del made in Italy ortofrutticolo sono tutti nel contesto europeo: al primo posto la Germania che assorbe quasi un terzo del prodotto nazionale (1,9 miliardi), a seguire Francia (0,63 miliardi), Austria (0,44 miliardi), Svizzera (0,37 miliardi) e Spagna (0,29 miliardi). Riguardo i mercati che hanno registrato le migliori performance di crescita nei primi tre posti troviamo tre stati dell’Europa dell’Est: Croazia (+17,2%), Romania (+15,1%), Repubblica Ceca (+12,9%).


E secondo i dati di Ismea è in crescita in valore la spesa per l’ortofrutta nel 2024: +2,2% ortaggi (freschi e trasformati), +2,9% la frutta. Per gli ortaggi la dinamica è supportata da tutti i prodotti freschi, per i quali si rileva una crescita sia dei volumi nel carrello che dei prezzi medi. Aumenta del 2,9% la spesa per la frutta, con dinamiche di espansione dei volumi che hanno interessato quasi tutti i prodotti ad eccezione degli agrumi (-0,7%), per i quali il decremento dei prezzi medi (-1,9%) ha comportato una flessione della spesa del 2,5%.

Berni (Grana Padano): dazi Usa per noi sono un danno pesante

Berni (Grana Padano): dazi Usa per noi sono un danno pesanteRoma, 3 apr. (askanews) – “La scelta di Trump è un pesante danno per noi e un grave errore che penalizza i consumatori americani, che pagheranno di più incidendo quindi anche sulla loro inflazione”. Così in una nota Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano Dop, all’indomani della introduzione dei nuovi dazi imposti dal Presidente Trump, che fanno lievitare il prezzo del formaggio del 20%, mette seriamente a rischio il consolidamento di questo mercato e le prospettive future dell’export negli USA.


Con 215.000 forme esportate e una crescita del 10,53% rispetto al 2023, gli Stati Uniti hanno rappresentato nel 2024 il terzo mercato per il Grana Padano DOP, la denominazione di origine protetta più consumata al mondo. “Finora, su ogni forma di Grana Padano esportata negli Stati Uniti era applicato un dazio pari al 15% del valore fatturato per circa 2,40€ al kg – spiega Berni – Con l’aumento del 20%, il prelievo allo sbarco in USA salirà a quasi 6 euro al kg al consumo che si amplificheranno ulteriormente, con inevitabili conseguenze sui prezzi americani”. “Il 39% esibito ieri sera sulle tabelle di Trump non è vero per quanto riguarda il caseario – precisa Berni – perché il dazio all’ingresso in UE di formaggi americani è di circa 1,8 euro al kg, quindi inferiore a quanto noi da sempre paghiamo, e con i nuovi dazi diventerebbe appena 1/3 di quanto noi dovremo pagare da oggi in poi. Quindi, almeno per noi, è un’inesattezza colossale che il dazio aggiuntivo sia la metà del dazio addebitato ai formaggi USA perché, ripeto, a noi oggi costa il triplo per entrare negli USA rispetto a quello che i formaggi USA pagano per entrare da noi”.


Berni sottolinea quindi l’urgenza di un intervento politico e diplomatico: “le istituzioni italiane ed europee devono attivarsi immediatamente per contrastare questo contraccolpo, adottando tutte le misure necessarie a tutelare le esportazioni dei prodotti colpiti da questi dazi ingiustificati e per noi assai penalizzanti. Siamo sconcertati perché ogni qualvolta c’è tensione internazionale i formaggi di qualità vengono colpiti oltre misura. È successo nel 2014 con l’embargo russo post invasione in Crimea e da allora non esportiamo più un solo kg in Russia. È successo dall’ottobre 2019 al febbraio 2021, nell’ultimo tratto del Governo Trump, potrebbe succedere in Cina tra poco ed è successo di nuovo in USA oggi”. Secondo gli esperti del settore, inoltre, questa misura favorirà soprattutto la diffusione negli USA di prodotti “Italian sounding”, che sfruttano nomi e suggestioni della tradizione italiana senza offrire le stesse garanzie di qualità e autenticità. “Siamo il formaggio DOP più venduto al mondo esportando nel 2024 il 51,2% – conclude Berni – Trovare velocemente spazi aggiuntivi ulteriori fuori dall’Italia sarà quasi impossibile e spero che nessuno provi ad insegnarci come e dove collocare le forme che non andranno più in USA”.

Roberto Caponi nuovo direttore generale di Confagricoltura

Roberto Caponi nuovo direttore generale di ConfagricolturaRoma, 3 apr. (askanews) – Roberto Caponi è il nuovo direttore generale di Confagricoltura. Romano, una figlia, laureato in giurisprudenza e abilitato alla professione di avvocato, dopo esperienze in primari studi legali di diritto commerciale e del lavoro, Caponi entra a Palazzo della Valle nel 1988, dove ricopre, negli anni, diversi ruoli nell’ambito delle politiche del lavoro, della gestione delle risorse umane e del Patronato ENAPA, fino alla più recente carica di direttore delle politiche del lavoro e welfare.


È attualmente presidente dell’Ente bilaterale agricolo nazionale (EBAN), componente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) INAIL e consigliere di amministrazione di Enpaia. In passato è stato anche consigliere del CIV INPS. Esperto in materia di lavoro e previdenza in agricoltura, è autore di numerosi articoli e pubblicazioni sull’argomento. “Sono certo – commenta in una nota il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che Roberto Caponi, grazie alla lunga esperienza nelle relazioni industriali e sindacali e alla profonda conoscenza della nostra Organizzazione, sia a livello centrale, sia territoriale, saprà guidare la struttura in modo solido verso le numerose sfide che ci attendono. Sono molto soddisfatto, inoltre, che la Giunta confederale si sia dimostrata coesa e determinata nella scelta del nuovo DG, e che il Comitato Direttivo abbia condiviso con convinzione la sua figura”.


La Confederazione ringrazia calorosamente l’avvocato Antonio Vincenzi per aver garantito una transizione armoniosa e allo stesso tempo intende ringraziare per il lavoro, l’impegno profuso e i risultati raggiunti il precedente direttore generale, Annamaria Barrile, durante il suo mandato.

Presentata Macfrut: 1.400 espositori, il 40% internazionali

Presentata Macfrut: 1.400 espositori, il 40% internazionaliRoma, 3 apr. (askanews) – Un aumento del 6% dell’area espositiva, oltre 1.400 espositori, spiccata presenza internazionale al 40%, 1500 top buyer da tutto il mondo interconnessi con gli espositori in una apposita piattaforma networking. E ancora: tre simposi mondiali (Biotecnologie, Patata, Piante Aromatiche del Mediterraneo), l’Egitto come Paese partner, il Lazio come Regione protagonista, tanti Saloni tematici su trend e tendenze del settore coordinati da un team di esperti, un campo prova sull’innovazione frutticola e orticola. Per un totale di oltre un centinaio di eventi nel corso di tre giorni. E’ stata presentata oggi Macfrut 2025, che si svolgerà da martedì 6 a giovedì 8 maggio 2025 al Rimini Expo Centre, in contemporanea con Fieravicola, la manifestazione internazionale dedicata alla filiera avicunicola.


Oggi è stata anche annunciata una novità per l’edizione 2026, ovvero un cambio di date: Macfrut 2026 si svolgerà, infatti, ad aprile e precisamente dal 14 al 16 aprile. La scelta della nuova data, è stato spiegato, è dettata dalla necessità di usufruire di nuovi spazi nei padiglioni fieristici riminesi con l’obiettivo di sviluppare nuovi format innovativi. Il messaggio di questa 42esima edizione è “la salute vien mangiando” e l’ortofrutta è alla base della sana alimentazione. In altre parole è “Healthy food”, come è stata chiamata la novità di Macfrut 2025, la grande arena insieme a esperti scientifici, chef e testimonial di fama nazionale che si faranno portavoce di questi valori a partire dalla campionessa olimpica Valentina Vezzali, presente alla conferenza stampa dell’evento.


Alla presentazione di Macfrut 2025 presso Agenzia ICE a Roma sono intervenuti tra gli altri il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, Matteo Zoppas presidente Agenzia ICE, Sergio Marchi direttore Ismea, Renzo Piraccini presidente Macfrut, Giancarlo Righini assessore all’Agricoltura della Regione Lazio. Con una presenza di espositori esteri superiore al 40%, Macfrut si conferma l’evento fieristico agrifood più internazionale del panorama italiano. Paese partner sarà l’Egitto, protagonista con una grande area con 40 aziende. Sempre nel contesto del Continente Africano ci sarà il Mali con una sessantina di aziende, ma anche la Repubblica Democratica del Congo con oltre 30 e Ghana con 20 imprese. Tra le new entry la Tanzania con uno stand nazionale, così come l’Iraq presente con il supporto di UNIDO.


Più in generale in ambito internazionale forte la presenza da Centro e Sudamerica: Costa Rica, Panama, Cile, Repubblica Dominicana, Cuba e la new entry Ecuador. Ampia anche la presenza dall’Europa dove si segnalano un nutrito gruppo di imprese di produzione dalla Spagna. In fiera saranno presenti oltre 1500 top buyer da tutto il mondo, grazie al supporto di Agenzia ICE, con un particolare focus sui grandi importatori ortofrutticoli europei ed internazionali, in particolare dal Brasile divenuto uno dei grandi mercati di sbocco.

Dazi, Copa e Cogeca: dialogare con Usa, evitare guerra commerciale

Dazi, Copa e Cogeca: dialogare con Usa, evitare guerra commercialeRoma, 3 apr. (askanews) – La Copa e la Cogeca esortano “vivamente” i decisori politici dell’UE e degli Stati Uniti a portare avanti nei prossimi giorni ogni sforzo diplomatico possibile per evitare una guerra commerciale, lavorando “in modo costruttivo per affrontare le controversie senza compromettere i benefici commerciali esistenti, garantendo che gli agricoltori e le cooperative agricole possano continuare a contribuire alla sicurezza alimentare e alla resilienza economica su entrambe le sponde dell’Atlantico”. Così in una nota il Copa e la Cogeca dopo che ieri sera il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato il nuovo Reciprocal Tariffs Act, che impone un’imposta aggiuntiva del 20% sui prodotti dell’UE, destinata a entrare in vigore nei prossimi giorni.


L’introduzione di dazi aggiuntivi, precisano i sindacati europei, minaccia di interrompere le catene di approvvigionamento globali, far salire i prezzi e limitare l’accesso al mercato per gli agricoltori e le cooperative agricole su entrambe le sponde dell’Atlantico, con significative conseguenze economiche per il settore agricolo. Secondo Copa e Cogeca c’è il concreto rischio di un’escalation delle tensioni commerciali tra due partner commerciali chiave, che minacciano di minare un settore che fa affidamento sulla stabilità e su mercati aperti e prevedibili. Il presidente della Copa Massimiliano Giansanti, nella sua reazione iniziale, ha sottolineato che “gli agricoltori e le cooperative agricole europee stanno già affrontando sfide crescenti, dai crescenti costi di produzione alle pressioni legate al clima. Queste nuove tariffe aggiungeranno ulteriore incertezza e tensione finanziaria al nostro settore, colpendo sia i produttori che i consumatori – ha detto Giansanti – Garantire la nostra sicurezza alimentare deve essere la bussola dell’Europa in questi tempi difficili, poiché la nostra sicurezza nazionale comune inizia da lì. Esortiamo i decisori politici di entrambe le parti a cercare il dialogo ed evitare un conflitto commerciale su vasta scala”.


E secondo il presidente della Cogeca Lennart Nilsson “le misure commerciali di ritorsione non avvantaggeranno gli agricoltori né nell’UE né negli Stati Uniti. Al contrario, limiteranno le nostre opportunità, aumenteranno i prezzi e indeboliranno la resilienza delle aziende agricole. Invitiamo entrambe le amministrazioni a dare priorità ai negoziati ed esplorare tutte le vie diplomatiche prima di ricorrere a misure che potrebbero avere conseguenze durature”.