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Morto Shoichiro Toyoda, ex capo Toyota e simbolo Giappone arrembante

Morto Shoichiro Toyoda, ex capo Toyota e simbolo Giappone arrembanteRoma, 14 feb. (askanews) – E’ morto uno degli uomini simbolo del Giappone arrembante degli anni ’80, colui che rese la Toyota il gigante da sfidare nel mondo dell’automobile: Shoichiro Toyoda. Secondo quanto ha annunciato la casa automobilistica, l’ex presidente è morto all’età di 97 anni.
Shoichiro Toyoda è stato il figlio del fondatore della Toyota e il padre dell’attuale presidente del marchio giapponese leader di mercato, il 66enne Akio Toyoda, che a sua volta dovrebbe presto lasciare il timone a Koji Sato, interrompendo così la tradizione che vuole un discendente del fondatore – Kiichiro Toyoda – alla guida della compagnia.
Toyoda era nato nel 1925 nella prefettura di Aichi, diventando ingegnere presso l’università di Nagoya. Entrò nel management di Toyota Motor nel 1952, all’età di 27 anni, in seguito alla morte improvvisa del padre. A quell’epoca lavorò allo sviluppo dei motori come capo della fabbrica di Motomachi.
Divenne poi vicepresidente con mandato per la tecnologia, per poi assumere il comando della Toyota Motor Sales nel 1981. Un anno dopo, una riorganizzaziione interna lo portò al comando della Toyota Motor complessiva.
Gli anni al comando di Soichiro Toyoda – sostazialmente dal 1982 al 1999 – furono caratterizzati da momenti entusiarmanti e difficili, in particolare a causa della guerra commerciale che si sviluppò tra Giappone e Stati uniti, in particolare nel settore delle automobili.
Toyoda fu anche protagonista dell’espansione della produzione Toyota nel mondo, oltre che delle vendite. Impianti Toyota vennero aperti negli Usa, in Canda, in Gran Bretagna. Il brand Toyota divenne globale.
Nel 1994 Shoichiro Toyoda divenne anche presidente della Keidanren, la confindustria giapponese. E nel 2005 fu sostanzialmente il motore che portò all’edizione di quell’anno dell’Esposizione mondiale di Aichi.

Terremoti: in Turchia il bilancio dei morti sale a 31.974

Terremoti: in Turchia il bilancio dei morti sale a 31.974Roma, 14 feb. (askanews) – Il bilancio delle vittime dei potenti terremoti della scorsa settimana nel sud della Turchia è salito a 31.974, afferma l’Agenzia per la gestione delle emergenze e dei disastri del Paese. Il dato aggiunto alle vittime registrate in Siria, circa 8.500, supera ampiamente quota 40mila morti.
Secondo quanto riporta Anadolu, il sisma ha colpito più di 13 milioni di persone in 10 province: le scosse di magnitudo 7,7 e 7,6 della scorsa settimana si sono concentrate a Kahramanmaras, Hatay, Gaziantep, Adiyaman, Malatya, Adana, Diyarbakir, Kilis, Osmaniye e Sanliurfa.
Si contano oltre 249.000 addetti alla ricerca e al soccorso che lavorano sul campo e quasi 195.962 persone sono state finora evacuate. Ai soccorritori locali si aggiungono 9.315 stranieri da 80 nazioni che stanno attualmente lavorando nella zona del disastro, ha detto il ministero degli Esteri turco.

MetLife Foundation promuove carriere scientifiche giovani donne

MetLife Foundation promuove carriere scientifiche giovani donne

Grazie a collaborazione con Inspiring Girls International in Italia, Spagna, Polonia e Gb

Roma, 14 feb. (askanews) – MetLife Foundation ha annunciato una partnership biennale con Inspiring Girls International con l’obiettivo di incoraggiare la crescita personale delle donne del futuro, rafforzando la fiducia nelle giovani ragazze e abbattendo gli stereotipi di genere nelle comunità svantaggiate, attraverso la promozione delle carriere in campo Scientifico, Tecnologico, Ingegneristico e Matematico (STEM).
Inspiring Girls International è un’organizzazione benefica globale che si pone l’obiettivo di incrementare le aspirazioni delle giovani ragazze di tutto il mondo mettendole in contatto con modelli di riferimento femminili. Attiva in sei continenti, Inspiring Girls genera cambiamenti locali su scala globale attraverso i suoi collaboratori in 28 nazioni.
L’Italia è uno dei Paesi scelti per lanciare questa partnership, insieme a Regno Unito, Spagna e Polonia. I referenti locali di Inspiring Girls, grazie a un ampio network di oltre 500 scuole su tutto il territorio italiano, coinvolgeranno i volontari di MetLife in conferenze scolastiche, eventi di speed-networking, workshop e attività online per ispirare le ragazze di età compresa tra gli 11 e i 15 anni provenienti da aree svantaggiate affinché acquisiscano la fiducia necessaria per diventare ciò che vogliono nella vita.
Questa partnership fa parte dell’impegno di MetLife Foundation per destinare 150 milioni di dollari e 800.000 ore di volontariato dei dipendenti al sostengo di comunità meno rappresentate e non servite. MetLife Foundation investirà 242.000 di dollari in due anni in programmi in Regno Unito, Spagna, Italia e Polonia, con l’obiettivo di raggiungere più di 3.500 ragazze attraverso circa 550 ore di volontariato nel corso della partnership biennale.
Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia ha dichiarato: “Consentire alle ragazze adolescenti di entrare in contatto con modelli di riferimento che accrescano la fiducia in loro stesse e mettano in luce nuove opportunità è fondamentale. Il 67% delle ragazze ritiene di non avere le stesse possibilità degli uomini quando si tratta di carriera e di opportunità*. Collaborando con Inspiring Girls, MetLife vuole contribuire ad abbattere questi stereotipi di genere nel solco di una tradizione che ci vede da sempre in prima fila sui temi di diversity, equity e inclusion. Anche in Italia stiamo lavorando perché sia una partnership di successo e abbiamo già avuto un’ottima risposta da parte delle dipendenti che desiderano offrirsi come volontarie per infondere fiducia nelle ragazze adolescenti e aumentare l’interesse ai settori STEM dai quali dipendono la crescita economica del Paese in una fase storica tanto ricca di sfide e opportunità”.
Miriam González Durántez, fondatrice e presidente di Inspiring Girls International, ha dichiarato: “La conoscenza è potere e, affinché le ragazze si sentano sicure e informate nelle scelte di lavoro che faranno, devono avere una piena comprensione delle opportunità a loro disposizione. Per questo motivo sono molto lieta di lanciare la nostra partnership con MetLife nell’area EMEA per aiutare le ragazze a esplorare le opportunità in ambito STEM. Nei prossimi due anni lavoreremo insieme per eliminare gli stereotipi di genere e aiutare le ragazze a realizzare i loro sogni”.
Le giovani delle scuole selezionate parteciperanno a una serie di eventi virtuali e in presenza progettati per creare un coinvolgimento significativo, offrendo allo stesso tempo ai dipendenti MetLife l’opportunità unica di interagire con un’ampia rete di studentesse provenienti da ogni contesto socio-economico.

Come a vigilia guerra Mosca amplia campo addestramento Pogonovo

Come a vigilia guerra Mosca amplia campo addestramento PogonovoMilano, 14 feb. (askanews) – Esattamente come lo scorso anno, alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina, la Federazione Russa ha ampliato il campo di addestramento militare vicino a Voronezh, dove alla vigilia del 24 febbraio 2022 ha trasferito attrezzature e personale. Lo dimostrano immagini satellitari da Sentinel. Le immagini mostrano che un probabile accampamento è stato allestito presso il campo di addestramento di Pogonovo vicino a Voronezh. Guardando le immagini, l’attività è iniziata a fine gennaio.
Il processo di costruzione del campo nelle foto scattate il 30 gennaio, si sviluppa il primo e il 7 febbraio. The Lookout sui social è stato il primo a notare lo sviluppo. “Sospetto che l’espansione del campo continui” scrive.
Il campo si trova vicino a quello di Pogonovo e, a giudicare dalle immagini satellitari, è stato costruito dopo il 25 gennaio 2023. Inoltre, è stato organizzato un campo tendato nella regione russa di Kursk.
Esattamente un anno fa la Russia ha trasferito attrezzature aggiuntive al confine con l’Ucraina, partendo proprio da Pogonovo, secondo Conflict Intelligence Team. “L’esercito russo ha recentemente istituito un nuovo campo vicino a Voronezh, dove ha accumulato truppe un anno fa prima dell’invasione” scrive su Twitter Mark Krutov di Radio Svoboda, riproponendo tweet del 13 febbraio 2022 proprio del Conflict Intelligence Team.
Cgi

La Siria apre altri due valichi al confine con la Turchia

La Siria apre altri due valichi al confine con la TurchiaMilano, 13 feb. (askanews) – La Siria ha annunciato la decisione di aprire due ulteriori valichi umanitari al confine con la Turchia per consentire gli aiuti umanitari nelle aree colpite dal terremoto. Un decisione salutata con favore dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres.
“Mentre le Nazioni Unite lavorano per fornire assistenza ai sopravvissuti al devastante terremoto nel nord-ovest della Siria, @antonioguterres accoglie con favore la decisione che consentirà l’apertura di due ulteriori valichi umanitari lungo il confine con Türkiye”, è scritto sul profilo Twitter dell’Onu.

Oggetti volanti sugli Usa, la parola all’esperto Gregory Alegi

Oggetti volanti sugli Usa, la parola all’esperto Gregory AlegiMilano, 13 feb. (askanews) – Gli americani ora li chiamano Unidentified anomalous Phenomena, in tutto il mondo sono conosciuti come Ufo, oggetti volanti non identificati e sono l’argomento del giorno, dopo che i caccia degli Stati Uniti ne hanno abbattuti quattro in pochi giorni.
Del primo si sa che era un pallone cinese fuori rotta ma uno strano alone di mistero circonda gli altri 3 di cui, al momento, si ignora la natura.
E se c’è chi parla anche di alieni, il Pentagono (per ora) ha escluso l’ipotesi “omini verdi”. Di oltre 320 segnalazioni, almeno 160 sono state rubricate come palloni. Askanews per capire meglio ha intervistato Gregory Alegi, tra i più importanti esperti d’aviazione italiani.
“Io per indole quando sento di Roswell e di fenomeni paranormali sono immediatamente molto scettico – ha spiegato – resta il fatto che ci sono delle segnalazioni che attualmente non siamo in grado di spiegare. Io rimango dell’idea scientifica: ‘per ora’ non siamo in grado. Metà di questi casi sconosciuti adesso sono stati riclassificati come palloni, altro è dire che non saremo mai in grado di spiegarli e che, pertanto, sono in qualche modo extraterrestri, alieni, paranormali o quello che sia e penso che col tempo si vadano risolvendo le questioni”.
Ma perché usare un aerostato, difficilmente manovrabile, al posto, per esempio, dei satelliti, rischiando una crisi diplomatica e poi, perché così tanti, tutti insieme e tutti ora?
“Probabilmente è più ‘pesca a strascico’ diciamo – ha precisato Alegi – sorvolare delle zone, magari difficilmente raggiungibili con altri modi più convenzionali e vedere cosa prende. Cosa prende? Non tanto fotografie, per le quali diciamo i satelliti sono sufficienti quanto emissioni dello spettro elettromagnetico, in qualche modo emissioni radio; quelle sono cose che non si prestano a essere rilevate dal satellite. Tutti i Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e anche l’Italia hanno degli aeroplani con delle attrezzature che vanno a rilevare queste emissioni, però per poterlo fare con l’aereo bisogna stare vicini. La Cina non ha basi vicino agli Stati Uniti e, quindi, è assolutamente possibile che abbia scelto di mettere attrezzature sui palloni, lanciarli verso gli Stati Uniti e vedere cosa raccolgono”.
“Entrambe le parti non hanno grandissimo interesse a dire tutto quello che sanno; gli americani perché, oggettivamente, è imbarazzante che, con la rete di difesa aerea come quelle che hanno, degli oggetti relativamente semplici come dei palloni siano a lungo passati inosservati, i cinesi perché, ovviamente, colti con le mani nella marmellata, cercano di dire che la mano è di qualcun altro”.
“I radar mandano impulsi radio che poi sbattono contro delle cose e tornano indietro. Per evitare di segnalare qualsiasi stormo di gabbiani o altre cose del genere, il sistema viene tarato per filtrare sia i ritorni non sistematici, cioé se capita una volta sola era uno sbaglio, ma anche le cose troppo piccole, troppo morbide eccetera. Evidentemente, di fronte a questa serie di segnalazioni, è stata cambiata la taratura per rilevare anche oggetti che prima venivano filtrati. Non vuol dire che adesso ce ne siano di più, vuol dire che adesso ci stiamo facendo più attenzione. Abbiamo, in qualche modo abbassato anziché alzare la soglia di attenzione”.
Insomma niente alieni, forse palloni spia o sonde meteo fuori rotta, droni o, addirittura – come negli ultimi casi – anche possibili giocattoli finiti fuori controllo. In ogni caso tali da determinare un pericolo per la sicurezza nazionale o per la navigazione aerea. Ma vale la pena mandare ad abbatterli caccia supersofisticati con costosissimi missili?
“La normativa europea EASA, io sono andata a guardarla dopo il primo pallone – ha concluso l’esperto – dice che su questi mezzi non pilotati, oltre i 6 kg di massa (e, chiaramente, con il primo pallone era ben oltre ma forse anche con questi altri), ci debbano essere a bordo due sistemi di autodistruzione, proprio perché essendo non pilotati, qualora finissero in zone pericolose per la navigazione o altro, il proprietario deve poterli far esplodere. Ora avvicinarsi a un mezzo che ha delle cariche esplosive e sparargli, provoca un pericolo per chi lo abbatte, quindi, a quel punto, ci si tiene a distanza di sicurezza. Il che, per quanto quanto possa sembrare controintuitivo giustifica l’uso di un costoso missile su relativamente economico pallone, senza considerare poi se proprio dobbiamo fare un calcolo economico che il costo del missile non va parametrato al costo del pallone ma al valore delle informazioni che sto bloccando”.

Usa-Cina, la strana “guerra” dei palloni sonda

Usa-Cina, la strana “guerra” dei palloni sondaRoma, 13 feb. (askanews) – Se uno degli scenari possibili all’epoca delle Guerre Stellari di Ronald Reagan era quello dell’uso bellico dei satelliti, gli umili palloni sonda erano finora sempre rimasti fuori dalle equazioni della geopolitica – prima che negli ultimi giorni una raffica di sorvoli e abbattimenti li abbia sbattuti in prima pagina.
A dire la verità, i casi accertati sono solo i primi due: il pallone sonda abbattuto sopra l’Oceano Pacifico, che ha innescato l’intera vicenda, e un secondo avvistato sopra l’America Latina. Il resto di quelli che tecnicamente sono “oggetti volanti non identificati” attende ancora una definizione più precisa.
La situazione tuttavia presenta certe aspetti politici che potrebbero creare alla Casa Bianca alcune difficoltà, e non tanto con degli ipotetici alieni risentiti – sembra alquanto improbabile che un manufatto del genere si faccia localizzare e abbattere tanto facilmente – quanto più prosaicamente con la Cina.
L’uso dei palloni sonda ad alta quota è generalizzato, soprattutto per scopi di rilevazione scientifica ma un utilizzo mirato alla raccolta di intelligence non è da escludere a priori per diversi motivi: un globo aerostatico, anche autopropulso, sarebbe potenzialmente in grado di permanere su un obbiettivo per pìù tempo rispetto a un satellite-spia, e a un costo decisamente inferiore.
Ma malgrado la bassa velocità e la ristretta sezione radar, un pallone sonda rimane facilmente rilevabile, né la quantità di dati raccolta può considerarsi superiore in alcun modo a quella di una satellite in orbita bassa; inoltre, la direzione in ultima analisi rimane fissata da ovest verso est alle altitudini in considerazione, a causa dei venti.
In attesa dell’analisi dell’Fbi sui frammenti del primo pallone sonda abbattuto, rimangono quindi in piedi due ipotesi: quella di uno o più apparecchi per usi civili effettivamente finiti fuori controllo, o una provocazione da parte di Pechino.
Come sottolineano diversi media Usa, l’Amministrazione Biden si è fatta cogliere in contropiede: la prudenza manifestata nell’abbattere un globo sonda cinese – di cui Pechino aveva ufficialmente confermato la paternità – sopra un’area abitata è stata colta al balzo dai Repubblicani per accusare la Casa Bianca di inettitudine e indecisione.
Un colpo che è arrivato a segno se è vero che nei successivi casi né Biden né il governo canadese – che condivide con Washington il sistema di sorveglianza aerea sull’America settentrionale, quel Norad tradizionalmente incaricato di “tracciare” la rotta di Babbo Natale – hanno mostrato esitazioni di sorta nell’abbattere qualsiasi oggetto volante non identificato comparso nei loro spazi aerei nei giorni successivi.
Resta però da vedere quanto tali oggetti – descritti come più piccoli rispetto al globo sonda cinese, e l’ultimo di forma ottagonale – siano effettivamente sconosciuti. E se non si tratti di un’esibizione di forza per placare l’opposizione Repubblicana sfruttando a scopi quasi propagandistici dei sorvoli probabilmente assai più comuni di quanto non si pensi.
In attesa di come gestire una situazione a dir poco inattesa, il Pentagono si trincera dietro un “non sappiamo” riguardo alla natura degli oggetti intercettati, flirtando come tradizione con la tesi del manufatto extraterrestre, per la gioia dei complottisti; Pechino a sua volta ha sottolineato come dall’inizio del 2022 degli apparecchi statunitensi abbiano violato il suo spazio aereo in almeno una decina di occasioni.
Una vicenda che comunque vada a finire non farà la parte del leone nella querelle strategica sino-americana ma che di certo non contribuirà ad allentare le tensioni sullo sfondo della crisi ucraina – in cui Pechino potrebbe ancora giocare un ruolo essenziale nel porre un freno alle ambizioni russe – e della situazione nel Mar Cinese meridionale, che gli alleati di Washington nella regione osservano con sempre maggiore preoccupazione.

Nato, domani e giovedì vertice ministri Difesa: focus su Ucraina

Nato, domani e giovedì vertice ministri Difesa: focus su UcrainaRoma, 13 feb. (askanews) – I ministri della Difesa della Nato si riuniranno a Bruxelles domani e giovedì per rafforzare la deterrenza dell’Alleanza e confermare e intensificare il sostegno all’Ucraina. In vista dell’incontro, il segretario generale Jens Stoltenberg ha notato oggi l’urgenza di fornire capacità chiave a Kiev prima che la Russia possa prendere l’iniziativa di una nuova vasta offensiva sul terreno. “A quasi un anno dall’invasione, il presidente Putin non si prepara alla pace. Sta lanciando nuove offensive. Quindi dobbiamo continuare a fornire all’Ucraina ciò di cui ha bisogno per vincere. E per raggiungere una pace giusta e sostenibile”, ha detto il leader della Nato.
A Bruxelles ci sarà anche il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, che parteciperà sia alla riunione del Gruppo di contatto per l’Ucraina, a guida americana, sia all’incontro con i ministri Nato. “Insieme affronteremo i bisogni urgenti dell’Ucraina”, ha precisato Stoltenberg, che ha parlato di una vera e propria “gara di logistica”. Capacità chiave come munizioni, carburante e pezzi di ricambio “devono raggiungere l’Ucraina prima che la Russia possa prendere l’iniziativa sul campo di battaglia”, ha insistito. “La velocità salverà vite”.
Il segretario generale ha rivolto un plauso a tutti gli alleati che, di recente, si sono impegnati a fornire a Kiev “nuovi carri armati, armi pesanti e addestramento”. “Non vedo l’ora di ulteriori consegne”, ha commentato. Più complessa la questione dei caccia richiesti a gran vocee dal presidente Volodymyr Zelensky. “Se la Nato inviasse aerei per organizzare una ‘no-fly zone’ sopra i cieli dell’Ucraina, sarebbe un intervento diretto nel conflitto e non lo faremo”, ha precisato, aggiungendo: “il nostro messaggio è chiaro. La Nato sta con l’Ucraina, per tutto il tempo necessario”.
Gli alleati prenderanno inoltre decisioni per rafforzare ulteriormente la deterrenza e difesa del blocco transatlantico. Abbiamo già fatto molto. L’obiettivo è assicurare forze e capacità giuste “per il lungo termine”. A questo proposito, Stoltenberg si attende che gli alleati concordino nuove linee guida per la pianificazione della difesa dell’Alleanza e si concentrino anche sui modi per aumentare la nostra capacità industriale della difesa e per ricostituire le scorte. D’altra parte, ha notato oggi il leader della Nato, “la guerra in Ucraina sta consumando un’enorme quantità di munizioni e sta esaurendo le scorte alleate”. “L’attuale tasso di spesa per le munizioni dell’Ucraina è molte volte superiore al tasso di produzione della Nato. Questo mette a dura prova le nostre industrie della difesa”, ha precisato.
Nell’agenda dei lavori del vertice figura poi la protezione delle infrastrutture sottomarine critiche. La Nato lavora su questo da molti anni. “Abbiamo deciso di istituire una nuova cellula di coordinamento presso il quartier generale dell’Alleanza per mappare le nostre vulnerabilità e impegnarci con l’industria”, ha confermato Stoltenberg. “Ciò sosterrà i nostri sforzi per prevenire e contrastare le minacce alle infrastrutture critiche, inclusi cavi e condutture sottomarini”, ha aggiunto, annunciando anche una discussione su una nuova rete virtuale di satelliti nazionali e commerciali. Un lavoro, insomma, che dovrà “aprire la strada al Vertice di Vilnius”, previsto a luglio. E che servirà, a detto il segretario gennerale, a “mantenere la nostra gente al sicuro in un mondo più pericoloso”.

Luca Franchetti Pardo nuovo ambasciatore a Varsavia

Luca Franchetti Pardo nuovo ambasciatore a VarsaviaRoma, 13 feb. (askanews) – Luca Franchetti Pardo ha assunto oggi l’incarico di Ambasciatore d’Italia a Varsavia: lo ha reso noto la Farnesina a seguito del gradimento del governo interessato.
Luca Franchetti Pardo è nato a Washington e si è laureato in Scienze politiche all’Università di Roma “La Sapienza”.
Il 13 febbraio 1989, in seguito ad esame di concorso, è stato nominato Volontario nella carriera diplomatica. Alla Farnesina ha prestato servizio presso la Direzione Generale degli Affari Politici.
Il 1° luglio 1992 ha assunto come Secondo Segretario, poi Primo Segretario, ad Il Cairo e il 24 giugno 1996 come Primo Segretario commerciale, poi Consigliere commerciale, a Vienna.
Rientrato al Ministero, ha prestato servizio presso il Servizio Stampa e Informazione e dal 26 aprile 2000 come Capo dell’Ufficio III dello stesso Servizio.
Dal 2 gennaio 2002 ha ricoperto l’incarico di Consigliere a Tel Aviv e dal 3 ottobre 2005 di Primo consigliere alla Rappresentanza Permanente presso il Consiglio Atlantico a Bruxelles.
Alla Farnesina ha prestato servizio presso la Direzione Generale dei Paesi dell’Europa con l’incarico di Capo dell’Ufficio III e alla Direzione Generale degli Affari Politici e di Sicurezza con l’incarico di Capo dell’Unità per la Federazione Russa, i Paesi dell’Europa orientale, del Caucaso e dell’Asia centrale.
Il 17 gennaio 2012 è stato nominato Ministro a Washington, poi Ministro alla Rappresentanza Permanente presso l’UE a Bruxelles e dal 27 dicembre 2016 è stato accreditato con titolo e rango di Ambasciatore quale Rappresentante presso il Comitato Politico e di Sicurezza dell’Unione Europea.
Rientrato al Ministero, dal 2 marzo 2020 ha prestato servizio presso la Direzione Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza con l’incarico di Vice Direttore Generale e Direttore Centrale per la Sicurezza.

Usa, oggetti misteriosi abbattuti, non esclusa ipotesi ‘extraterrestre’

Usa, oggetti misteriosi abbattuti, non esclusa ipotesi ‘extraterrestre’Roma, 13 feb. (askanews) – Un fitto mistero circonda circonda gli oggetti volanti abbattuti dai militari statunitensi. Nel ricostruire la vicenda la Bbc cita anche un responsabile militare statunitense che non esclude l’ipotesi di una provenienza extraterrestre.
L’esercito americano, riferisce la Bbc, non è sicuro di che natura fossero i tre oggetti volanti abbattuti sui cieli sopra il Nord America e non sa come siano riusciti a rimanere in alto.
Ieri, il presidente Joe Biden ha ordinato l’abbattimento di un altro oggetto, il quarto in totale questo mese. Poiché viaggiava a 20.000 piedi (6.100 m), avrebbe potuto interferire con il traffico aereo commerciale, hanno affermato gli Stati Uniti.
Un comandante militare ha detto che potrebbe essere un “tipo di pallone gassoso” o un oggetto alimentato “un qualche tipo di sistema di propulsione” e ha aggiunto di non poter escludere che si trattassero di oggetti di origine extraterrestre.
L’ultimo oggetto – abbattuto sul lago Huron nel Michigan vicino al confine canadese – è stato descritto dai funzionari della difesa come una “struttura ottagonale” senza equipaggio, e con fili dei attaccati.
È stato abbattuto da un missile lanciato da un jet da combattimento F-16 alle 14:42 ora locale (19:42 GMT).
L’incidente solleva ulteriori interrogativi sull’ondata di oggetti ad alta quota che sono stati abbattuti nel Nord America questo mese.
Il comandante del comando settentrionale degli Stati Uniti, il generale Glen VanHerck, ha affermato che non vi era alcuna indicazione di alcuna minaccia.
“Non li classificherò come palloncini. Li chiamiamo oggetti per un motivo”, ha detto.
“Quello che stiamo vedendo sono oggetti molto, molto piccoli che producono una sezione radar molto, molto bassa”, ha aggiunto.
La speculazione su quali potrebbero essere gli oggetti si è intensificata negli ultimi giorni.
“Lascerò che la comunità dell’intelligence e la comunità del controspionaggio indaghino e capiscono”, ha detto il generale VanHerck quando gli è stato chiesto se fosse possibile che gli oggetti fossero alieni o extraterrestri. “Non ho escluso nulla a questo punto.”
Un presunto pallone spia cinese è stato abbattuto al largo della costa della Carolina del Sud il 4 febbraio dopo aver sorvolato per giorni gli Stati Uniti. I funzionari hanno affermato che ha avuto origine in Cina ed è stato utilizzato per monitorare siti sensibili.
La Cina ha negato che l’oggetto fosse utilizzato per lo spionaggio e ha affermato che si trattava di un dispositivo di monitoraggio meteorologico che era andato fuori strada. L’incidente – e gli scambi rabbiosi che ne sono seguiti – hanno acuito le tensioni tra Washington e Pechino.
Venerdì il presidente Biden ha ordinato l’abbattimento di un oggetto sopra l’Alaska settentrionale e sabato un oggetto simile è stato abbattuto sopra lo Yukon nel Canada nord-occidentale.
Sia gli Stati Uniti che il Canada stanno ancora lavorando per recuperare i resti, ma la ricerca in Alaska è stata ostacolata dalle condizioni artiche.
“Questi oggetti non assomigliavano molto, ed erano molto più piccoli, del pallone cinese [ abbattuto il 4 febbraio] e non li caratterizzeremo in modo definitivo fino a quando non saremo in grado di recuperare i detriti”, ha detto un portavoce della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca.