Commissione Ue sospende contromisure ma restano i dazi Usa
Commissione Ue sospende contromisure ma restano i dazi UsaBruxelles, 10 apr. (askanews) – L’Unione europea ha risposto alla “pausa” di 90 giorni decretata ieri da Donald Trump sui dazi sospendendo per lo stesso periodo le contromisure che aveva deciso ieri, con l’appoggio quasi unanime degli Stati membri (a parte la solita Ungheria), come prima ritorsione contro l’attacco commerciale degli Stati Uniti.
Si tratta di un “bel gesto”, che vuole soprattutto incoraggiare il dialogo e il negoziato con gli Stati Uniti, primo obiettivo strategico europeo, mentre continua a non essere chiaro quale sia la strategia di Trump, che cosa voglia veramente, con le sue minacce sui dazi, usate chiaramente come un’arma tattica negoziale. Ma, dal punto di vista delle condizioni di reciprocità, l’Europa non ci guadagna molto, per ora. La pausa di Trump riguarda infatti solo l’ultima delle tre successive decisioni che il presidente Usa ha preso sull’introduzione di nuovi dazi, rispettivamente il 12 e il 26 marzo e il 2 aprile. Le contromisure dell’Ue che sono state sospese oggi, prima della loro entrata in vigore inizialmente prevista in tre ondate, il 15 aprile, il 16 maggio e a inizio dicembre, rispondevano solo alla prima delle tre decisioni di Trump, quella del 12 marzo sull’imposizione di dazi del 25% alle importazioni di acciaio, alluminio e prodotti derivati. Ora, mentre le contromisure Ue sono state sospese, questi dazi americani restano in vigore, e dovranno essere pagati dalle industrie europee.
Restano in vigore anche i nuovi dazi aggiuntivi del 25% sulle importazioni negli Usa di auto e loro componenti, decisi da Trump il 26 marzo scorso. Qui le misure di ritorsione europee erano in preparazione, ma non erano ancora state decise, e non lo saranno, ovviamente, per tutta la durata della pausa, con la speranza che il negoziato conduca a una soluzione per cui non siano più giustificate. Infine, i dazi cosiddetti “reciproci” di Trump, basati su una formula matematica bislacca per calcolare il deficit commerciale degli Stati Uniti, che sta facendo ridere tutti gli economisti del mondo, per l’Unione europea sono stati solo dimezzati. Passano dal 20 al 10 per cento, ma restano comunque in applicazione anche durante la “pausa”, impropriamente definita come tale. La domanda a questo punto è: che cosa ha avuto, o che cosa avrà l’Unione europea in cambio, oltre alla vaga promessa di un negoziato con gli Usa che non è ancora iniziato davvero, e per il quale Trump pare non abbia ancora trasmesso alcuna direttiva o istruzione ai membri del suo staff? La risposta l’ha data il portavoce per il Commercio della Commissione, Olof Gill, durante il briefing quotidiano per la stampa di oggi dell’Esecutivo comunitario. “Abbiamo premuto il pulsante di pausa – ha spiegato Gill – per dare spazio alle trattative. Quindi sì, i dazi sull’alluminio e sull’acciaio sono ora in vigore negli Stati Uniti, non solo nei nostri confronti, ma nei confronti di tutti. E sì, sono in vigore i dazi per le auto. Ma per il momento non faremo ulteriori passi, perché vogliamo che ci sia spazio per i negoziati. Vogliamo che sia molto chiaro che la nostra strategia è stata quella di procedere su due binari. Da un lato, vogliamo far capire chiaramente ai nostri partner americani che crediamo che dazi di questo tipo siano pericolosi, controproducenti, non rendano felice nessuno e che vogliamo evitarli, vogliamo ottenere risultati positivi. E dall’altro lato, vogliamo dimostrare che se avremo a che fare con una escalation, non ci lasceremo mettere i piedi sulla testa”.
“Le contromisure per le quali i nostri Stati membri ci hanno dato mandato ieri saranno attuate, ma le sospenderemo con un secondo atto esecutivo. Questo ci dà 90 giorni di tempo per negoziare con gli americani. In assenza di risultati positivi, le misure entreranno in vigore dopo i 90 giorni”, ha precisato il portavoce. E ha poi negato che ci sia un problema di credibilità per la Commissione, per il fatto di aver prima annunciato e poi sospeso le proprie misure di ritorsione, senza aver neanche ottenuto la sospensione dei dazi a cui quelle misure rispondevano. Un problema di credibilità, ha affermato, “non c’è per i nostri Stati membri, per la nostra industria, per i nostri partner commerciali in tutto il mondo che fanno la fila per firmare accordi commerciali con noi; perché sanno che siamo stabili, affidabili, prevedibili e che rispettiamo le regole”, al contrario di quanto stanno facendo gli Stati Uniti di Trump. “La nostra azione in questa vicenda è stata coerente, calma e chiara fin dall’inizio e continuerà ad esserlo. Siamo molto soddisfatti – ha continuato Gill – del fatto che la nostra strategia finora, ora e in futuro, sia quella giusta. Stiamo facendo ciò che stiamo facendo perché crediamo che sia la giusta linea d’azione. Stiamo parlando con i nostri Stati membri, con la nostra industria, con i nostri partner in tutto il mondo, manteniamo la calma e siamo piuttosto fiduciosi di stare facendo ciò che dobbiamo fare”.
“Siamo soddisfatti – ha insistito il portavoce – che la nostra strategia fin dal primo giorno sia stata quella giusta; nel senso che è stata calma, coerente, strutturata, paziente, mirata e sempre attuata in stretta consultazione con i nostri Stati membri e l’industria, il che ha permesso un livello di unità dell’Ue davvero notevole su questa questione, unità che è ciò che ci dà la forza al nostro interno e nel mondo, in particolare quando si tratta di negoziati difficili. Continueremo a operare su questa base”. Con gli Stati Uniti, ha riferito ancora Gill, “i contatti sono in corso e costanti. Al momento non erano previsti incontri di persona, ma la situazione potrebbe cambiare con breve preavviso. È chiaro che ci sono stati contatti molto regolari tra l’Ue e gli Stati Uniti a livello politico su questo tema, e continueranno ad esserci”, ha concluso il portavoce.