Cinema, concluse a Torino le riprese de “Il Cileno” di San MartínRoma, 11 dic. (askanews) – Si sono chiuse a Torino, dopo cinque settimane di lavorazione, le riprese del lungometraggio “Il Cileno”, diretto dal cineasta cileno Sergio Castro San Martín con protagonisti Camilo Arancibia e Sara Serraiocco, nel cast anche Gaetano Bruno, Andrew Bargsted e con la partecipazione di Lorenzo Richelmy.
Una coproduzione internazionale di dispàrte, EQUECO e Cinédokké realizzata tra Italia, Svizzera e Cile e che mette al centro della vicenda Aldo Marin, giovane socialista che nel 1976 fugge dal Cile di Pinochet per trovare rifugio in Italia, in una Torino turbolenta e segnata dalle tensioni politiche di quel decennio. Le riprese torinesi – fulcro della storia per la nuova vita che il protagonista intende costruirsi – hanno interessato numerose zone del centro e della periferia della città, coinvolgendo il Palazzo dei Lavori Pubblici della Città di Torino, Piazza San Giovanni, i laghi di Falchera e Piazza Giovanni Astengo, il Quadrilatero Romano, il Sottoponte Regina Margherita e i Murazzi del Po, i Giardini del Fante, il Cortile del Maglio, l’Aula Magna di Anatomia Patologica del Dipartimento di Scienze Mediche.
Numerosa la presenza di professionisti piemontesi all’interno della troupe che ha messo insieme le competenze delle maestranze locali, insieme a colleghi cileni e svizzeri: dalla sceneggiatrice Simona Nobile, all’organizzatore generale Danilo Goglio, al Location manager Davide Spina, fino alla costumista Silvia Nebiolo e lo scenografo Marco Ascanio Viarigi. Prodotto da Alessandro Amato, Luigi Chimienti, Pablo Calisto, Michela Pini, “Il Cileno” è una produzione dispàrte, EQUECO e Cinédokké in associazione con Redibis Film ed è realizzato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte. Il Cileno sarà distribuito in Italia e all’estero da Fandango.
Il film è un racconto che il regista definisce di formazione dai contorni noir e che intende rappresentare il passaggio forzato all’età adulta di un giovane sopravvissuto. Torino, 1976. Aldo Marín, un giovane socialista, e il suo migliore amico El Chapa fuggono dalle forze armate cilene, trovando rifugio in Italia. Arrivano in una Torino turbolenta, segnata da tensioni politiche e sociali che ricordano quelle della loro terra d’origine. Mentre El Chapa si adatta rapidamente a una vita di espedienti, intrecciando rapporti con la malavita locale, Aldo sogna un futuro diverso. Trova lavoro in una fabbrica, convinto che, con il tempo, riuscirà a guadagnare abbastanza per far arrivare in Italia sua moglie e suo figlio. È l’autunno caldo del terrorismo in Italia, e il destino di Aldo si incrocia con quello di Luciana, una giovane professoressa universitaria impegnata nella difesa dei diritti delle donne, e di suo fratello Enrico, militante delle forze extraparlamentari. Luciana è pronta a rischiare tutto per i suoi ideali, mentre Aldo deve affrontare un passato che non sembra lasciarlo in pace. A tenere d’occhio Aldo è Franco Russo maresciallo inflessibile a capo della Scientifica della Polizia di Torino, specializzato in esplosivi e impegnato nella lotta contro i gruppi terroristici, Russo sospetta il coinvolgimento proprio dei due cileni negli attentati che sconvolgono la città.