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Cannes, in Concorso “Eddington” di Ari Aster con cast stellare

Cannes, in Concorso “Eddington” di Ari Aster con cast stellareRoma, 10 apr. (askanews) – Il nuovo film di Ari Aster, “Eddington”, con protagonisti Joaquin Phoenix, Emma Stone, Pedro Pascal e Austin Butler sarà presentato in Concorso alla 78esima edizione del Festival di Cannes (13 – 24 maggio 2025).


Con questio film, Ari Aster (Midsommar, Beau Ha Paura), accompagnato da un cast all star, approda per la prima volta sulla Croisette con un’opera sorprendente, prodotta da A24. Maggio 2020. Lo scontro tra lo sceriffo locale (Phoenix) e il sindaco (Pascal) scatena una polveriera che mette i cittadini gli uni contro gli altri. A Eddington, New Mexico. Il film sarà distribuito in Italia da I Wonder Pictures

Arcigay Roma: manifesti ProVita alimentano intolleranza contro LGBTQ+

Arcigay Roma: manifesti ProVita alimentano intolleranza contro LGBTQ+Roma, 10 apr. (askanews) – Le affissioni di Pro Vita & Famiglia che tappezzano Roma veicolano messaggi lesivi della dignità delle persone LGBTQIA+, promuovendo stereotipi dannosi e alimentando un clima di discriminazione e intolleranza. Chiediamo al Comune di Roma di rimuovere i manifesti per il loro contenuto discriminatorio e lesivo dei diritti individuali, come accaduto in passato”: lo ha dichiarato Rachele Giuliano, presidente di Arcigay Roma, in un comunicato, sottolineando che “queste campagne sono un attacco diretto alla dignità e ai diritti delle persone LGBTQIA+”.


Secondo Giuliano, “è inaccettabile che nel 2025 si debbano ancora affrontare manifestazioni di odio così palesi”, ricordando che la comunità oggi è “come mai prima un bersaglio”. “Ogni giorno le persone LGBTQIA+ vengono vessate, picchiate, minacciate per strada, cacciate di casa e si tolgono la vita. Tutto questo accade sotto lo sguardo compiaciuto del Governo, che quando si è insediato ha attuato una vera persecuzione contro la nostra comunità: ha bloccato le trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali, si è opposto alle dichiarazioni europee sui diritti LGBTQIA+, ha ridotto ogni tutela in materia di identità di genere e in ultimo la criminalizzazione della gestazione per altri”, ha aggiunto la presidente Arcigay Roma.


Ricordando la sentenza della Corte di Cassazione, che ha bocciato il decreto “padre e madre” del 2019 sulle carte d’identità dei minori, “questi manifesti rappresentano una distorsione della realtà educativa e un attacco diretto alla comunità LGBTQIA+. Questi messaggi non solo disinformano, ma contribuiscono a creare un ambiente ostile e pericoloso per giovani e adulti appartenenti alla comunità LGBTQIA+”, ha sottolineato Giuliano. “Il linguaggio di odio aggredisce e uccide le persone: stiamo vivendo uno stato d’emergenza, ma non abbiamo intenzione di restare a guardare”, ha concluso, auspicando “azioni incisive sul territorio per contrastare l’odio e la violenza omolesbobitransfobica”.


Dopo la Dyke March del 26 aprile, Arcigay Roma ha annunciato di tornare con l’Assemblea di Lazio Pride a Roma con un Pride ad Ostia.

Passa mozione maggioranza ma senza Rearm Eu, centrosinistra attacca

Passa mozione maggioranza ma senza Rearm Eu, centrosinistra attaccaRoma, 10 apr. (askanews) – La prima regola del Fight club è che non si parla del Fight club. Come nel film di David Fincher, per celare le posizioni distinte sul piano di riarmo europeo, la maggioranza preferisce non parlarne. Ne viene fuori che il governo, al cospetto del Parlamento, non prende posizione sul piano di Ursula von der Leyen: su sette mozioni presentate, l’esecutivo dà parere favorevole solo a quella unitaria della maggioranza di centrodestra, l’unica che non fa minimamente cenno al progetto ReArm Europe Plan/Readiness 2030, ma impegna genericamente l’esecutivo “a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare”.


La mozione del centrodestra viene approvata con 144 sì e 105 no al termine di un dibattito acceso in cui è emersa plasticamente la spaccatura nella maggioranza con Fi più europeista da un lato e la Lega pesantemente critica sul piano di Von der Leyen dall’altro. “Dopo l’intervento del collega Billi e dopo le parole del Sottosegretario Perego dico che in un’altra epoca si sarebbe andati al Quirinale a fare una verifica di governo, perché c’è un problema serio nella maggioranza, molto serio”, evidenzia Stefano Graziano (Pd). “Noi della Lega-Salvini Premier – aveva detto Billi – ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti per la difesa europea. Graveranno sui bilanci, saranno dispersi in migliaia di rivoli. Se ci sono 800 miliardi da spendere è nostro dovere non spenderli in armi e proiettili, ma in salute, in ospedali, scuole e lavoro”. Parole buone per una dichiarazione di voto favorevole alle mozioni di M5s e Avs che chiedevano lo stop al piano di riarmo. Invece, la conclusione di Billi, tra le urla e le proteste dell’opposizione, è il voto a favore della mozione di maggioranza che, osserva Billi, “va nella direzione giusta: sicurezza, credibilità internazionale, rafforzamento della nostra capacità industriale e difesa, che sia davvero una difesa a servizio della pace”.


A difendere la necessità di maggiori investimenti in difesa era stato prima il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago (Fi) (“La difesa è deterrenza: aumentare le capacità di difesa non significa cambiare postura a un paese impegnato a difendere la pace nel mondo attraverso le forze armate”), poi la forzista Isabella De Monte (“Ci vuole una risposta europea, che deve essere quella dell’incremento della nostra capacità di difenderci”), quindi Fdi con Giangiacomo Calovini, spiegando che “un’Ue che aspira a essere protagonista nel mondo non può rimanere dipendente da altri per la propria sicurezza. Sostenere oggi una politica di rafforzamento della capacità difensiva nazionale e continentale non significa abbracciare una visione bellicista, ma dotarsi degli strumenti necessari per salvaguardare la pace dell’Europa e dell’Italia”. In aula interviene il leader M5s Giuseppe Conte che, riprendendo i temi del palco della manifestazione contro il riarmo di sabato scorso, attacca la premier Meloni che “si è assunta una grande responsabilità storica, politica e morale: il 6 marzo scorso ha sottoscritto senza nessun mandato un piano di riarmo da 800 miliardi per consentire ai singoli Stati europei di potersi riarmare a piacimento”. E chiede a Fdi: “Almeno non fateci lezioni di patriottismo”.


L’opposizione prova a stoppare, fuori tempo massimo, il voto sulla mozione di maggioranza appellandosi al regolamento della Camera e osservando che il documento del centrodestra non cita in nessun passaggio il piano di riarmo europeo e quindi non era assimilabile alle altre mozioni all’ordine del giorno. “Non possiamo venire qui a chiedere al Governo e alla maggioranza un’opinione e poi dover votare una mozione con scritto ‘viva la mamma’. Non funziona così. Se nella mozione c’è scritto ‘viva la mamma’ e non c’è scritto la cosa di cui discute questo Parlamento cioè cosa pensate del piano di riarmo europeo, è un bel problema”, attacca Matteo Richetti (Azione). Ma secondo la presidenza della Camera la mozione del centrodestra “concerne altre questioni oggettivamente correlate, come la guerra in Ucraina, il tema delle spese per la difesa. I motivi di tipo politico – spiega il vicepresidente Fabio Rampelli – sono legittimi ma non alterano le procedure né il regolamento”.

Passa mozione di maggioranza ma senza Rearm Eu, il centrosinistra attacca

Passa mozione di maggioranza ma senza Rearm Eu, il centrosinistra attaccaRoma, 10 apr. (askanews) – La prima regola del Fight club è che non si parla del Fight club. Come nel film di David Fincher, per celare le posizioni distinte sul piano di riarmo europeo, la maggioranza preferisce non parlarne. Ne viene fuori che il governo, al cospetto del Parlamento, non prende posizione sul piano di Ursula von der Leyen: su sette mozioni presentate, l’esecutivo dà parere favorevole solo a quella unitaria della maggioranza di centrodestra, l’unica che non fa minimamente cenno al progetto ReArm Europe Plan/Readiness 2030, ma impegna genericamente l’esecutivo “a proseguire nell’opera di rafforzamento delle capacità di difesa e sicurezza nazionale al fine di garantire, alla luce delle minacce attuali e nel quadro della discussione in atto in ambito europeo in ordine alla difesa europea, la piena efficacia dello strumento militare”.


La mozione del centrodestra viene approvata con 144 sì e 105 no al termine di un dibattito acceso in cui è emersa plasticamente la spaccatura nella maggioranza con Fi più europeista da un lato e la Lega pesantemente critica sul piano di Von der Leyen dall’altro. “Dopo l’intervento del collega Billi e dopo le parole del Sottosegretario Perego dico che in un’altra epoca si sarebbe andati al Quirinale a fare una verifica di governo, perché c’è un problema serio nella maggioranza, molto serio”, evidenzia Stefano Graziano (Pd). “Noi della Lega-Salvini Premier – aveva detto Billi – ci opponiamo fermamente a questi 800 miliardi di debiti per la difesa europea. Graveranno sui bilanci, saranno dispersi in migliaia di rivoli. Se ci sono 800 miliardi da spendere è nostro dovere non spenderli in armi e proiettili, ma in salute, in ospedali, scuole e lavoro”. Parole buone per una dichiarazione di voto favorevole alle mozioni di M5s e Avs che chiedevano lo stop al piano di riarmo. Invece, la conclusione di Billi, tra le urla e le proteste dell’opposizione, è il voto a favore della mozione di maggioranza che, osserva Billi, “va nella direzione giusta: sicurezza, credibilità internazionale, rafforzamento della nostra capacità industriale e difesa, che sia davvero una difesa a servizio della pace”.


A difendere la necessità di maggiori investimenti in difesa era stato prima il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago (Fi) (“La difesa è deterrenza: aumentare le capacità di difesa non significa cambiare postura a un paese impegnato a difendere la pace nel mondo attraverso le forze armate”), poi la forzista Isabella De Monte (“Ci vuole una risposta europea, che deve essere quella dell’incremento della nostra capacità di difenderci”), quindi Fdi con Giangiacomo Calovini, spiegando che “un’Ue che aspira a essere protagonista nel mondo non può rimanere dipendente da altri per la propria sicurezza. Sostenere oggi una politica di rafforzamento della capacità difensiva nazionale e continentale non significa abbracciare una visione bellicista, ma dotarsi degli strumenti necessari per salvaguardare la pace dell’Europa e dell’Italia”. In aula interviene il leader M5s Giuseppe Conte che, riprendendo i temi del palco della manifestazione contro il riarmo di sabato scorso, attacca la premier Meloni che “si è assunta una grande responsabilità storica, politica e morale: il 6 marzo scorso ha sottoscritto senza nessun mandato un piano di riarmo da 800 miliardi per consentire ai singoli Stati europei di potersi riarmare a piacimento”. E chiede a Fdi: “Almeno non fateci lezioni di patriottismo”.


L’opposizione prova a stoppare, fuori tempo massimo, il voto sulla mozione di maggioranza appellandosi al regolamento della Camera e osservando che il documento del centrodestra non cita in nessun passaggio il piano di riarmo europeo e quindi non era assimilabile alle altre mozioni all’ordine del giorno. “Non possiamo venire qui a chiedere al Governo e alla maggioranza un’opinione e poi dover votare una mozione con scritto ‘viva la mamma’. Non funziona così. Se nella mozione c’è scritto ‘viva la mamma’ e non c’è scritto la cosa di cui discute questo Parlamento cioè cosa pensate del piano di riarmo europeo, è un bel problema”, attacca Matteo Richetti (Azione). Ma secondo la presidenza della Camera la mozione del centrodestra “concerne altre questioni oggettivamente correlate, come la guerra in Ucraina, il tema delle spese per la difesa. I motivi di tipo politico – spiega il vicepresidente Fabio Rampelli – sono legittimi ma non alterano le procedure né il regolamento”.

Su Rai3 dal 12 aprile SPES, per raccontare il senso della speranza

Su Rai3 dal 12 aprile SPES, per raccontare il senso della speranzaRoma, 10 apr. (askanews) – “Possa il Giubileo essere per tutti occasione per rianimare la speranza”: così Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo 2025. Parole da cui prende spunto SPES, il nuovo programma di Rai Vaticano e Rai Approfondimento, condotto da Incoronata Boccia, vicedirettore del Tg1, con la speciale partecipazione di Stefano Ziantoni, responsabile di Rai Vaticano, in onda alle 23.55 su Rai 3, da sabato 12 aprile fino al 7 giugno. Nove puntate per andare alla radice e all’essenza dell’Anno Santo in corso: la speranza. Che cosa è la speranza? Dove trovarla? Chi dà speranza e soprattutto c’è ancora speranza? SPES va alla ricerca del senso di speranza oggi. E lo fa sfogliando quelli che sono i temi della nostra attualità.


“La missione istituzionale del servizio pubblico – ha spiegato nella conferenza stampa di presentazione Paolo Corsini, direttore dell’Approfondimento Rai – è profondamente legata a questo evento giubilare, dal punto di vista della universalità del messaggio, dell’inclusività, della memoria collettiva e dei valori educativi. Quindi è dovere della Rai estendere questo messaggio oltre alle mura vaticane, e trasformare il pellegrinaggio, così anche come semplice curiosità laica, in una esperienza visiva e mediatica profonda, unica nel suo genere. In questo quadro SPES rappresenta il nostro piccolo contributo al grande racconto del Giubileo, che ogni giorno prende forma all’interno della nostra azienda”. “È un viaggio – ha proseguito Corsini – che abbiamo intrapreso con Rai Vaticano. Rai Approfondimento e Rai Vaticano insieme hanno dato forma a questa nuova idea di programma dedicato all’Anno Santo. Abbiamo scelto quindi di andare oltre i singoli eventi religiosi, oppure la mera funzione educativa del racconto del Giubileo. Ci siamo soffermati su quello che secondo noi è il significato più profondo di questo Giubileo, un significato che risiede nelle parole alla base della sua proclamazione, ‘Spes non confundit’, ‘La speranza non delude’. Da qui il titolo del programma. La speranza infatti è il messaggio centrale del Giubileo, e SPES, a modo suo, rappresenta una piccola inchiesta sulla speranza nella società di oggi”.


“Il Papa, durante il Giubileo dei comunicatori, che è stato il primo Giubileo dell’anno ad essere celebrato – ha ricordato a sua volta Ziantoni -, ha chiesto questo: ‘raccontate storie di speranza, raccontate storie che nutrono la vita’. Io avevo nel cassetto già questa idea di realizzare un programma che raccontasse storie positive, perché la speranza è positiva. Dopo queste parole ci siamo visti con Paolo Corsini, che ha intuito subito la possibilità di mettere assieme le nostre autorevolezze, la nostra professionalità, quella della sua squadra e quella della nostra squadra”. Con SPES, dunque, “racconteremo storie di speranza, storie positive, ma lo faremo in una maniera molto particolare, perché le nove puntate avranno dei titoli, ma sono parole inserite nella bolla pontificia, quindi non ci discostiamo da quello che è il messaggio del Papa, ma sono parole di uso comune di tutti i giorni. La prima puntata sarà ‘I giovani’, la seconda ‘Il creato’, la terza ‘Gli anziani’, e per ogni puntata, ogni argomento, noi racconteremo i giovani, gli anziani o il creato attraverso due parole. Ad esempio, per i giovani ‘sogno’ e ‘delusione’; per il creato ‘armonia’ e ‘disordine’; per gli anziani ‘fiducia’ e ‘timore’. Ecco, abbiamo cercato di mettere assieme tutte queste idee, e dal primo incontro con Paolo e il suo staff abbiamo dato forma a questo pezzo di creta”.


SPES, condotto da Incoronata Boccia con la speciale partecipazione di Stefano Ziantoni, è un programma di Stefano Ziantoni e Nicola Vicenti, scritto con Incoronata Boccia, Fabrizio Binacchi, Stefano Girotti Zirotti e Antonello Sacchi. Produttore esecutivo Gabriella Serafini, regia Massimiliano Nucci.

Il Papa a sorpresa a San Pietro per pregare alla tomba di Pio X

Il Papa a sorpresa a San Pietro per pregare alla tomba di Pio XRoma, 10 apr. (askanews) – Dopo la sorpresa di domenica scorsa, quando i 20 mila fedeli in Piazza San Pietro per il Giubileo dei Malati si sono visti arrivare improvvisamente il Papa in carrozzina, anche oggi pomeriggio – come riporta Vatican News – Francesco ha voluto lasciare per qualche minuto prima Casa Santa Marta, dove prosegue la sua convalescenza, e attraversare la Porta della Preghiera per recarsi in Basilica. Meno di una decina di minuti per pregare alla tomba di Papa Pio X.


“Il Papa è passato per la Porta della Preghiera e poi si è recato all’Altare della Cattedra e infine alla tomba di San Pio X per pregare. Alla fine ha salutato un po’ di gente, per quello che poteva”, racconta ai media vaticani monsignor Valerio Di Palma, canonico di San Pietro. Nessuna parola da parte di Francesco, ma solo gesti di vicinanza e affetto verso coloro che si è trovato davanti. Alla gente si è mostrato con un plaid contro il freddo sulle gambe e i naselli per l’ossigeno. Qualche bambino è andato vicino al Papa, una signora si è fatta benedire fra le lacrime

Cannes, The Secret Agent_in Concorso, in Italia con Minerva Pictures

Cannes, The Secret Agent_in Concorso, in Italia con Minerva PicturesRoma, 10 apr. (askanews) – Minerva Pictures ha annunciato che distribuirà in Italia “The Secret Agent”, il nuovo film di Kleber Mendonca Filho, regista e sceneggiatore brasiliano già acclamato per “Bacurau” (Premio della Giuria a Cannes) e “Aquarius” (in Concorso a Cannes).


Il film, che sarà presentato in Concorso al prossimo Festival di Cannes 2025, è un thriller politico ambientato alla fine degli anni Settanta durante gli ultimi anni della dittatura militare brasiliana. Il protagonista è Wagner Moura, conosciuto nel mondo per la sua acclamata interpretazione di Pablo Escobar in “Narcos” e di Joel in “Civil War” di Alex Garland – nel ruolo di Marcelo, un professore universitario quarantenne in fuga dal proprio passato. Rifugiatosi a Recife durante la settimana di Carnevale per tentare di sfuggire al proprio passato, scoprirà che la città non offre la pace sperata: un racconto teso e avvincente sulla sorveglianza, la paranoia e le ombre del potere. Accanto a Moura, un cast internazionale tra cui Udo Kier – attore cult tedesco che ha lavorato negli anni con grandi cineasti come Paul Morrisey e Andy Warhol (Il mostro è in tavola… barone Frankenstein), Lars Von Trier (Le onde del destino – Europa – Dancer in the dark – Melancholia e molti altri), Werner Herzog (Invincibili, My Son, My Son, What Have Ye Done), Gus Van San (Don’t worry e altri) Dario Argento (Suspiria) e già diretto da Mendoza Filho in “Bacarau”; Gabriel Leone, noto per il suo ruolo di Ayrton Senna nella serie biopic su Netflix “Senna” e per la partecipazione in “Ferrari” di Michael Mann; e Maria Fernanda Candido, conosciuta in Italia per la co-produzione italo-brasiliana “Bastardi a mano armata” per la regia di Gabriele Albanesi e per il suo ruolo da co-protagonista accanto a Pierfrancesco Favino ne “Il traditore” di Marco Bellocchio.


Dopo l’anteprima internazionale a Cannes e l’uscita in Brasile, Filmclub Distribuzione by Minerva Pictures porterà il film nelle sale italiane, a testimonianza del proprio costante impegno nella promozione del grande cinema d’autore internazionale.

Dipingere lo spazio: Vieira da Silva alla Collezione Guggenheim

Dipingere lo spazio: Vieira da Silva alla Collezione GuggenheimVenezia, 10 apr. (askanews) – Una protagonista dell’arte del Novecento, che partendo da Lisbona è poi approdata a Parigi e ha saputo attraversare la pittura astratta con uno stile personale e capace di rinnovarsi nel corso degli anni. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ha inaugurato la mostra “Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio”.


“C’è una bellissima relazione tra Maria Helena Viera da Silva e il Guggenheim in generale – ha detto ad askanews Karole P.B. Vail, direttrice della Peggy Guggenheim Collection – perché infatti è Hilla Rebay, che era la consigliera artistica di Solomon Guggenheim che compra un suo quadro meraviglioso che abbiamo in mostra nel 1937 per la collezione di arte astratta e non oggettiva di Solomon Guggenheim. E poi c’è il legame naturalmente anche con Peggy Guggenheim che, come sappiamo, ha organizzato delle mostre dedicate alle donne e una di queste, molto famosa, si intitolava ’31 Women’, in cui la Vieira da Silva fu inclusa”. La mostra racconta dell’originalità di Vieira da Silva, della sua vicinanza ai movimenti come l’informale, ma anche del suo non avere mai vissuto una adesione totalizzante alle varie avanguardie. E anche la sua pittura astratta è molto particolare.


“Le sue opere – ha aggiunto la curatrice Flavia Frigeri – si caratterizzano per un’astrazione che mischia sia astrazione con elementi figurativi, ma anche una grande ricerca dello spazio. In un certo senso lei si può descrivere come un’artista ‘architettrice’, se vogliamo. Il percorso che ho immaginato è un percorso che in realtà racconta il percorso stesso di Maria Helena Vieira da Silva, quindi è abbastanza cronologico e parte con le sue prime opere in cui sperimenta questa idea di un’anatomia dello spazio, lo scheletro dello spazio e poi si snoda attorno ad altri temi chiave, quindi i ballerini e giocatori di scacchi e e carte che sono, diciamo, una metafora esistenziale, se vogliamo, della vita”. L’esposizione veneziana poi racconta l’esperienza della Seconda Guerra mondiale, che l’artista vive a distanza da Rio de Janeiro, e infine approda a una rappresentazione delle città che diventano quasi delle visioni, delle trame di segni e forse anche sogni, invisibili e presenti. Se per gran parte delle sale domina il colore, nell’ultima si scopre il bianco e le sue grandi possibilità. Il tutto con un’idea dello spazio che i dipinti occupano in modo quasi tridimensionale.


“Essendo un anno di Biennale Architettura – ha concluso Karole Vail – mi piaceva anche l’idea di presentare Vieira da Silva con il suo grande interesse per tutto quello che è spazio, labirinto e architettura”. La mostra, che si inserisce anche in un progetto di riscoperta di artiste donne che il museo porta avanti da anni, è aperta al pubblico alla Collezione Peggy Guggenheim dal 12 aprile al 15 settembre 2025.

Sfera Ebbasta e Shiva escono con “Santana Money Gang”

Sfera Ebbasta e Shiva escono con “Santana Money Gang”Milano, 10 apr. (askanews) – Dopo la premiere all’Unipol Forum di Milano della traccia inedita “Non metterci becco”, Sfera Ebbasta e Shiva esagerano.


Esce a sorpresa stasera, un’ora dopo la mezzanotte, “Santana Money Gang” il loro primo joint album, completamente indipendente in partnership Cupido / Milano Ovest. 12 canzoni inedite. Trap allo stato puro.


Ecco la tracklist: 1 – SNTMNG 2 – NON METTERCI BECCO 3 – SEI PERSA 4 – MOLECOLE SPRITE 5 – MAYBACH 6 – NEON 7 – MNGSNT 8 – D&G 9 – VVS CARTIER 10 – OVER (demo) 11 – COME SE NON FOSSI NEI GUAI 12 – PARANOIA


Disponibile in preorder il cd autografato in versione STUDIO MASTER.

Tennis, Carlos Alcaraz ai quarti a Monte-Carlo

Tennis, Carlos Alcaraz ai quarti a Monte-CarloRoma, 10 apr. (askanews) – Carlos Alcaraz non sbaglia e si qualifica per la prima volta ai quarti del torneo Atp di Monte-Carlo. Lo spagnolo, numero 2 del seeding, supera 6-3, 6-1 il tedesco Altmaier, n.68 del ranking, in un match chiuso in crescendo. Dopo un primo set lottato (nel 2° game durato 18′ Carlitos ha salvato 5 palle break), il murciano è salito di livello, dominando il 2° parziale. Affronterà venerdì per la prima volta il francese Arthur Fils, classe 2004, che ha eliminato il campione 2023 Andrey Rublev. Esce di scena anche la quinta testa di serie, Jack Draper, ko dopo quasi tre ore con lo spagnolo Davidovich Fokina.