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Lombardia, studenti premiati per progetto educazione a legalità

Lombardia, studenti premiati per progetto educazione a legalitàMilano, 11 ott. (askanews) – Questa mattina all’Auditorium Gaber del Pirellone si è tenuta la cerimonia di premiazione degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Lombardia, che hanno partecipato al Progetto Interforze di Educazione alla Cittadinanza e alla Legalita’: “Esercito Italiano, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Aeronautica Militare e Marina Militare in memoria delle Vittime del Dovere” relativo all’anno scolastico 2023/2024. Una iniziativa, organizzata dall’Associazione Vittime del Dovere in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, che anche quest’anno è stata insignito della medaglia del Presidente della Repubblica.


“Il Progetto Interforze è importante perché apre le porte del mondo delle Forze dell’Ordine agli studenti e offre loro l’opportunità di conoscere da vicino chi sono e cosa fanno le donne e gli uomini in divisa che ogni giorno, con coraggio e professionalità, lavorano per garantire la sicurezza di tutti noi e la stabilità al nostro sistema democratico. Questa iniziativa è, innanzitutto, la risposta a chi dice che le istituzioni sono lontane dalla società civile, soprattutto dai giovani. Per capire i giovani non bisogna avere paura di ascoltarli e questo progetto sicuramente aiuta ad amplificare la loro voce” ha sottolineato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Federico Romani. Durante la cerimonia, alla quale ha preso parte anche la Presidente della Commissione regionale Antimafia Paola Pollini, sono stati premiati gli elaborati più creativi e significativi realizzati dagli studenti nel corso dell’edizione 2023/2024 del concorso, che ha avuto come tema centrale la cittadinanza attiva, la legalità e il rispetto delle istituzioni democratiche. L’edizione di quest’anno ha interessato 41 Istituti scolastici: sono stati 10mila gli studenti che hanno preso parte alle lezioni interattive (webinar) e alle visite guidate (open day) presso le sedi delle Forze dell’Ordine e delle forze Armate. La piattaforma online www.cittadinanzaelegalita.it, che ha offerto moduli formativi interattivi sui temi del concorso, ha facilitato i ragazzi nell’apprendimento. Al termine della premiazione è stata presentata l’offerta formativa per l’anno scolastico 2024/2025.

G7 Salute, Schillaci: innovazione e ricerca per salute per tutti

G7 Salute, Schillaci: innovazione e ricerca per salute per tuttiRoma, 11 ott. (askanews) – “Innovazione e ricerca vivono di finanziamenti, sono l’arma migliore a disposizione per portare la salute in tutti i continenti, a partire l’Africa. È un intendimento chiaro di tutti i Paesi del G7, verrà affrontato anche nel G20 ospitato dal Brasile: non vogliamo lasciare indietro nessuno e la recente pandemia ha fatto capire quanto sia importante che salute e benessere siano assicurati in tutti i continenti, i virus non conoscono confini”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza finale del G7 Salute che si è tenuto ad Ancona.


“Su questo c’è la volontà di proseguire su un lavoro iniziato e l’antimicrobico resistenza, insieme alla visione One Health, rappresenta la visione giusta. La salute dell’uomo è legata alla salute animale e dell’ecosistema che ci circonda. I cambiamenti climatici non vanno sottovalutati: bisogna avere una visione olistica, a 360 gradi, di una medicina moderna e sostenibile per non lasciare indietro nessuno”. L’Intelligenza Artificiale anche in Sanità, ha detto ancora, “non va temuta o contrastata, ma governata: dobbiamo avere un approccio etico, ricordare che nessuna tecnologia può sostituire le decisioni prese dall’uomo. Su questo argomento così importante e innovativo la nostra presidenza ha prodotto un risultato concreto e significativo: per la prima volta i membri G7 hanno approvato un ‘policy brief’ su Intelligenza Artificiale e Salute”.

La Medicina generale in stato agitazione: “Risposte o sciopero”

La Medicina generale in stato agitazione: “Risposte o sciopero”Roma, 11 ott. (askanews) – Il Consiglio nazionale Fimmg, riunito a Villasimius per l’82simo congresso nazionale, ha dato mandato per la dichiarazione dello stato di agitazione al segretario generale Silvestro Scotti e all’Esecutivo nazionale. Alla base della decisione, paventata già nelle scorse settimane, c’è “l’inaccettabile ritardo sulla definizione dell’atto di indirizzo, indispensabile per arrivare poi alla firma dell’Accordo collettivo nazionale (ACN) 2022 – 2024”, ma anche “l’assenza di risorse aggiuntive per il raggiungimento di obiettivi di politica sanitaria in riferimento ad un’assistenza di prossimità”. Per questo il Consiglio nazionale si impegna alla mobilitazione attraverso il coinvolgimento assembleare delle sezioni provinciali del paese.


“È imprescindibile e urgente la definizione dell’atto di indirizzo per avviare finalmente le trattative necessarie alla firma dell’ACN per il triennio 2022-2024”, dice il segretario generale Silvestro Scotti: “La medicina generale, pilastro fondamentale del Servizio sanitario nazionale, ha affrontato negli ultimi anni sfide straordinarie, tra cui la pandemia e l’evoluzione costante delle esigenze sanitarie della popolazione. Per far fronte a queste sfide e garantire una presa in carico di prossimità moderna ed efficace, è fondamentale dotarsi di un quadro normativo e contrattuale aggiornato. Per la Fimmg, la programmazione asfittica che non va oltre il 2026 e l’assenza dell’atto di indirizzo rappresenta un ostacolo non solo per la categoria, ma per l’intero Servizio sanitario e per la qualità del servizio offerto ai cittadini. “Abbiamo bisogno di risposte concrete per poter mettere in atto le riforme necessarie, come l’integrazione della telemedicina, la digitalizzazione dei servizi, il potenziamento delle risorse per la medicina territoriale e una migliore tutela del lavoro dei medici di famiglia attraverso la loro organizzazione di offerta per gruppi di assistenza con personale e strumenti diagnostici”, ricorda il leader Fimmg.


Duro il richiamo che arriva dall’intera categoria al MEF e alla Conferenza delle Regioni, proprio per le questioni contrattuali. “Siamo pronti a batterci affinché la questione si definisca già nei prossimi mesi. Allo stato attuale i medici di medicina generale, che pagano in proprio tutte le spese legate alla professione, sono costretti con uno stipendio allineato al costo della vita del 2021, a supportare l’inflazione corrente. Non volevamo essere eroi in tempo di pandemia – conclude Scotti – non saremo vittime sacrificali ora. In assenza di risposte concrete, che devono arrivare soprattutto a tutela della salute dei cittadini, dallo stato di agitazione saremo pronti a dichiarare lo sciopero”.

Schillaci: piano assunzioni Sanità, servono soprattutto infermieri

Schillaci: piano assunzioni Sanità, servono soprattutto infermieriRoma, 11 ott. (askanews) – “Sono sicuro che” in Manovra “avremo un piano pluriennale di assunzioni” del personale sanitario “e che riusciremo ad assumere i medici e gli infermieri che servono per il Ssn, mettendo fine al fenomeno assurdo dei ‘gettonisti’”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nella conferenza finale del G7 Salute che si è tenuto ad Ancona.


“Le richieste fatte al ministro Giorgetti – ha spiegato – vanno prioritariamente a guardare al personale, come nuove assunzioni e chi già lavora nel Ssn il cui ruolo deve essere rivalutato. Dobbiamo assumere più persone nel pubblico, abbiamo un piano triennale per medici e infermieri: dai dati Ocse ci si rende conto che in Italia mancano più infermieri che medici. I medici mancheranno nei prossimi anni per una sbagliata programmazione fatta negli anni precedenti, ma soprattutto i giovani medici non scelgono più volentieri alcune specializzazioni. Non è solo un problema italiano. Servono soprattutto infermieri per poter pienamente avviare la medicina territoriale, su cui c’è la gran parte degli investimenti Pnrr, e abbiamo la necessità di assumere medici su specializzazioni meno ambite. Abbiamo ragionato con Giorgetti su alcune forme per far sì che i giovani scelgano alcune specializzazioni oggi meno scelte. Da medico non posso non dire che, se uno sceglie di fare il medico solo per guadagnare tanto, non ha capito la scelta che sta facendo: la professione medica non può essere vista solo come fonte di guadagno”, ha concluso Schillaci.

Vino, enologo Campatelli nuovo proprietario della Cantina Riecine

Vino, enologo Campatelli nuovo proprietario della Cantina RiecineMilano, 11 ott. (askanews) – Alessandro Campatelli è il nuovo proprietario di Riecine, la Cantina fondata nel 1971 a Gaiole in Chianti (Siena) dall’inglese John Dunkley con la moglie Palmina Abbagnano, e quarant’anni dopo passata in mani russe.


“Sono arrivato a Riecine nel 2015 e fin da subito mi sono sentito a casa” ha dichiarato Campatelli, spiegando che “la squadra di Riecine rimarrà immutata”. L’azienda ha 42 ettari totali, di cui 15 vitati coltivati in regime biologico, due ad oliveti e il rimanente a bosco. Senese, classe 1984, Campatelli si è laureato in Viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa con una tesi sperimentale sulla flavescenza dorata. Dopo un’esperienza in California, ha lavorato per Monteverro e quindi per Tenuta di Trinoro in Val d’Orcia come amministratore ed enologo interno. Chiamato a Riecine a luglio 2015 come direttore, dall’anno successivo ha assunto anche il ruolo di responsabile della produzione. Nel 2021 ha vinto il Premio Gambelli come miglior enologo under 40 e tre anni dopo, attraverso un’operazione di “leveraged buyout”, ha rilevato le quote della Cantina diventando a tutti gli effetti proprietario unico.

In Perù si scava per portare alla luce cetaceo vissuto 40 mln anni fa

In Perù si scava per portare alla luce cetaceo vissuto 40 mln anni faRoma, 11 ott. (askanews) – Nuova spedizione dei paleontologi dell’Università di Pisa nel deserto di Ica, in Perù, per ampliare lo scavo dove, nel 2023, è stato ritrovato parte dello scheletro di Perucetus colossus, il cetaceo vissuto circa 40 milioni di anni fa, che si stima possa essere stato l’animale più pesante mai esistito sulla Terra.


Grazie all’uso di un grande escavatore, i ricercatori – informa Unipi – hanno potuto espandere significativamente l’area di ricerca: partendo dall’alto, sono stati rimossi parecchi metri cubi di roccia dalla collina, fino a giungere a circa un metro al di sopra dello strato fossilifero. In questo modo è stato creato un ampio terrazzo sul quale i paleontologi peruviani potranno lavorare con maggiore facilità, rimuovendo con martelli pneumatici gli strati di roccia che ancora celano il resto dello scheletro, incluso – si spera – il cranio. Alla spedizione, svolta nell’ambito del progetto ProArcheo cofinanziato dall’Università di Pisa, hanno partecipato il professor Giovanni Bianucci, coordinatore del progetto, e altri paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa (il professor Alberto Collareta, la dottoressa Giulia Bosio e il dottorando Francesco Nobile), insieme a geologi e micropaleontologi delle Università di Camerino e Milano Bicocca. Parte delle ricerche è stata svolta nell’ambito di un progetto PRIN coordinato da Alberto Collareta.


Lo scorso anno, il ritrovamento dei resti del gigantesco mammifero aveva suscitato un grande clamore mediatico a livello mondiale, al punto da venir considerato una delle tre scoperte scientifiche più straordinarie del 2023. Perucetus aveva catturato l’attenzione non solo per le sue imponenti dimensioni – si stima che potesse raggiungere i 20 metri di lunghezza – ma soprattutto perché potrebbe rappresentare l’animale più pesante mai esistito sulla Terra. La sua massa è stata infatti stimata poter raggiungere le 340 tonnellate, quasi il doppio di quella della più grande balenottera azzurra. I risultati dello studio del fossile erano stati pubblicati sulla rivista Nature. “I precedenti scavi, andati avanti per oltre dieci anni, – spiega Bianucci – erano stati fortemente ostacolati dalle condizioni proibitive del sito. Il fossile era infatti parzialmente sepolto in una collina situata in una delle zone più inaccessibili e inospitali del deserto di Ica e la roccia che conteneva il fossile era estremamente dura. L’utilizzo dello scavatore – continua Bianucci – è stata pertanto una soluzione estrema dettata dall’eccezionale importanza del reperto e dall’impossibilità di procedere lo scavo con i mezzi tradizionali. Quando si recuperano i reperti fossili si fa infatti molta attenzione a limitare il più possibile l’impatto su queste aree desertiche, ancora incontaminate dall’uomo”.


“La frammentarietà dello scheletro ritrovato (composto da 13 vertebre, 4 costole e parte del bacino) – spiega Collareta – ha lasciato molti interrogativi aperti su vari aspetti della morfologia e dell’ecologia di Perucetus. In particolare, l’assenza del cranio e dei denti consente solo ipotesi speculative sulla sua alimentazione: era un erbivoro, come gli odierni lamantini, oppure uno spazzino che si nutriva di carcasse di vertebrati marini?”. “Il prossimo passo sarà dunque decisivo per ottenere nuovi indizi su come fosse fatto e di cosa si cibasse l’unico esemplare finora noto alla scienza di questo straordinario gigante marino di quasi 40 milioni di anni fa”, conclude Bianucci.

Nobel per la Pace a Nihon Hidankyo, il premio all’ong delle vittime dell’atomica un monito ai leader

Nobel per la Pace a Nihon Hidankyo, il premio all’ong delle vittime dell’atomica un monito ai leaderRoma, 11 ott. (askanews) – Un premio che guarda all’ieri, ma parla all’oggi, e con voce chiara: il Nobel per la Pace 2024, assegnato all’organizzazione delle vittime della bomba atomica, gli hibakusha Nihon Hidankyo, è un messaggio cristallino in un momento in cui leader mondiali evocano con leggerezza sconcertante l’uso di armi nucleari.


Erano le 18 in Giappone, quando alle 11 di Oslo è stato annunciato il premio all’organizzazione giapponese. Tomoyuki Mimaki seguiva dal municipio di Hiroshima, prima città bombardata con l’atomica statunitense, la diretta. Il rappresentante di Nihon Hidankyo, racconta la tv pubblica giapponese NHK, non ha trattenuto le lacrime e si è pizzicato incredulo le guance: “E’ come un sogno, sembra incredibile”. E deve sembrare davvero incredibile, dopo decenni di lotte contro le armi nucleari nel mondo, dopo essere stati ignorati anche dallo stesso governo giapponese – come ha denunciato il segretario generale Kiichi Kido – , ottenere oggi questo riconoscimento, che non fa che confermare la giustezza della battaglia. Mimaki lo ha ribadito con frasi semplici e precise: “Continueremo a chiedere al mondo l’abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una pace duratura”. Sembra una prospettiva astratta, mentre le bombe cadono a Kiev, a Beirut, a Gaza e in tanti altri scenari di conflitto; mentre leader mondiali minacciano l’uso di queste terribili armi (gli ultimi: il presidente russo Vladimir Putin, il leader nordcoreano Kim Jong Un); mentre gli arsenali delle potenze si riempiono di nuovi e più sofisticati strumenti di morte; mentre aumentano i bilanci militari degli Stati uniti, della Cina, della Francia, dell’India e dello stesso Giappone, impegnato a rafforzarsi militarmente, persino con qualche esponente politico che evoca la possibilità che Tokyo stessa possa abbandonare la politica dei “Tre principi non nucleari” (non produrre, non ospitare, non far transitare armi nucleari). Sembra una prospettiva astratta, la rinuncia alle armi atomiche e all’uso della guerra, ma non lo è per chi da decenni lotta proprio per questo avendo conosciuto l’orrore di Hiroshima e Nagasaki.


“I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno realizzato l’adozione e l’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno. Tutto è iniziato dagli atti disumani di Hiroshima e Nagasaki, quando siamo stati colpiti dagli Stati Uniti e abbandonati per lungo tempo dal governo giapponese”, ha ricordato Kiichi Kido, segretario generale di Nihon Hidankyo. “Mentre affrontavano l’angoscia e il dolore nel profondo del loro cuore, i nostri predecessori hanno lottato con il desiderio di non permettere che si producessero altre vittime di bombardamenti atomici. Continuo a vedere i loro volti uno dopo l’altro”. E Norio Nakamura, che fu esposto alle radiazioni della bomba al plutonio americana nel 1945 a Nagasaki quando aveva solo un anno, chiarisce alla NHK che loro non faranno un passo indietro: “Sono estremamente felice. Il fatto che il nostro lungo impegno per denunciare l’inumanità delle armi nucleari, incluso il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, sia stato riconosciuto è una gioia immensa. È grazie al sostegno di tutti. Continueremo a lavorare per eliminare le armi nucleari e porre fine sia alla guerra che al nucleare”. Nihon Hidankyo è stata fondata dagli hibakusha nel 1956, 11 anni dopo il lancio delle bombe atomiche. In quel periodo, il movimento per il divieto delle armi nucleari e a idrogeno si era intensificato in Giappone, in seguito all’esposizione dei membri dell’equipaggio del peschereccio giapponese “Daigo Fukuryu Maru” ai test nucleari condotti dagli Stati uniti nell’atollo di Bikini, nel Pacifico.


Da 68 anni, Nihon Hidankyo continua la sua lotta per l’abolizione delle armi nucleari e per ottenere sostegno da parte del governo giapponese per le vittime dei bombardamenti atomici. Durante la Guerra fredda, Nihon Hidankyo ha inviato delegazioni a tre sessioni speciali delle Nazioni unite dedicate al disarmo, in cui i sopravvissuti hanno condiviso le loro esperienze e lanciato il grido “No More Hibakusha” per chiedere l’abolizione delle armi nucleari. Nihon Hidankyo è stata determinante nella raccolta di circa 3 milioni di firme a sostegno del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, contribuendo alla sua adozione. Successivamente, l’organizzazione ha presentato circa 13,7 milioni di firme alle Nazioni unite per chiedere che tutti i paesi aderissero al trattato.


Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore nel gennaio 2021 e, in occasione della prima Conferenza delle Parti tenutasi in Austria nel giugno dello stesso anno, i sopravvissuti inviati da Nihon Hidankyo hanno ribadito il loro appello per l’abolizione delle armi nucleari. Negli ultimi anni, a causa della pandemia di COVID-19 e dell’invecchiamento dei sopravvissuti, molti eventi sono stati ridotti o cancellati. Tuttavia, Nihon Hidankyo ha intensificato gli sforzi per trasmettere le testimonianze dei sopravvissuti attraverso piattaforme online. Il Comitato norvegese per il Nobel ha dichiarato che Nihon Hidankyo è stata premiata per il suo impegno nella realizzazione di un mondo senza armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso testimonianze, che tali armi non devono mai più essere utilizzate. L’ultimo Premio Nobel per la Pace giapponese risale a 50 anni fa, quando l’ex primo ministro Eisaku Sato fu premiato nel 1974 per aver fatto votare alla Dieta giapponese i “Tre Principi Non Nucleari” (Hikaku sangensoku) del Giappone e per aver firmato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT). (di Antonio Moscatello)

Nobel Pace a Nihon Hidankyo: una scelta che parla all’oggi

Nobel Pace a Nihon Hidankyo: una scelta che parla all’oggiRoma, 11 ott. (askanews) – Un premio che guarda all’ieri, ma parla all’oggi, e con voce chiara: il Nobel per la Pace 2024, assegnato all’organizzazione delle vittime della bomba atomica, gli hibakusha Nihon Hidankyo, è un messaggio cristallino in un momento in cui leader mondiali evocano con leggerezza sconcertante l’uso di armi nucleari.


Erano le 18 in Giappone, quando alle 11 di Oslo è stato annunciato il premio all’organizzazione giapponese. Tomoyuki Mimaki seguiva dal municipio di Hiroshima, prima città bombardata con l’atomica statunitense, la diretta. Il rappresentante di Nihon Hidankyo, racconta la tv pubblica giapponese NHK, non ha trattenuto le lacrime e si è pizzicato incredulo le guance: “E’ come un sogno, sembra incredibile”. E deve sembrare davvero incredibile, dopo decenni di lotte contro le armi nucleari nel mondo, dopo essere stati ignorati anche dallo stesso governo giapponese – come ha denunciato il segretario generale Kiichi Kido – , ottenere oggi questo riconoscimento, che non fa che confermare la giustezza della battaglia. Mimaki lo ha ribadito con frasi semplici e precise: “Continueremo a chiedere al mondo l’abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una pace duratura”. Sembra una prospettiva astratta, mentre le bombe cadono a Kiev, a Beirut, a Gaza e in tanti altri scenari di conflitto; mentre leader mondiali minacciano l’uso di queste terribili armi (gli ultimi: il presidente russo Vladimir Putin, il leader nordcoreano Kim Jong Un); mentre gli arsenali delle potenze si riempiono di nuovi e più sofisticati strumenti di morte; mentre aumentano i bilanci militari degli Stati uniti, della Cina, della Francia, dell’India e dello stesso Giappone, impegnato a rafforzarsi militarmente, persino con qualche esponente politico che evoca la possibilità che Tokyo stessa possa abbandonare la politica dei “Tre principi non nucleari” (non produrre, non ospitare, non far transitare armi nucleari). Sembra una prospettiva astratta, la rinuncia alle armi atomiche e all’uso della guerra, ma non lo è per chi da decenni lotta proprio per questo avendo conosciuto l’orrore di Hiroshima e Nagasaki.


“I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno realizzato l’adozione e l’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno. Tutto è iniziato dagli atti disumani di Hiroshima e Nagasaki, quando siamo stati colpiti dagli Stati Uniti e abbandonati per lungo tempo dal governo giapponese”, ha ricordato Kiichi Kido, segretario generale di Nihon Hidankyo. “Mentre affrontavano l’angoscia e il dolore nel profondo del loro cuore, i nostri predecessori hanno lottato con il desiderio di non permettere che si producessero altre vittime di bombardamenti atomici. Continuo a vedere i loro volti uno dopo l’altro”. E Norio Nakamura, che fu esposto alle radiazioni della bomba al plutonio americana nel 1945 a Nagasaki quando aveva solo un anno, chiarisce alla NHK che loro non faranno un passo indietro: “Sono estremamente felice. Il fatto che il nostro lungo impegno per denunciare l’inumanità delle armi nucleari, incluso il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, sia stato riconosciuto è una gioia immensa. È grazie al sostegno di tutti. Continueremo a lavorare per eliminare le armi nucleari e porre fine sia alla guerra che al nucleare”. Nihon Hidankyo è stata fondata dagli hibakusha nel 1956, 11 anni dopo il lancio delle bombe atomiche. In quel periodo, il movimento per il divieto delle armi nucleari e a idrogeno si era intensificato in Giappone, in seguito all’esposizione dei membri dell’equipaggio del peschereccio giapponese “Daigo Fukuryu Maru” ai test nucleari condotti dagli Stati uniti nell’atollo di Bikini, nel Pacifico.


Da 68 anni, Nihon Hidankyo continua la sua lotta per l’abolizione delle armi nucleari e per ottenere sostegno da parte del governo giapponese per le vittime dei bombardamenti atomici. Durante la Guerra fredda, Nihon Hidankyo ha inviato delegazioni a tre sessioni speciali delle Nazioni unite dedicate al disarmo, in cui i sopravvissuti hanno condiviso le loro esperienze e lanciato il grido “No More Hibakusha” per chiedere l’abolizione delle armi nucleari. Nihon Hidankyo è stata determinante nella raccolta di circa 3 milioni di firme a sostegno del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, contribuendo alla sua adozione. Successivamente, l’organizzazione ha presentato circa 13,7 milioni di firme alle Nazioni unite per chiedere che tutti i paesi aderissero al trattato.


Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore nel gennaio 2021 e, in occasione della prima Conferenza delle Parti tenutasi in Austria nel giugno dello stesso anno, i sopravvissuti inviati da Nihon Hidankyo hanno ribadito il loro appello per l’abolizione delle armi nucleari. Negli ultimi anni, a causa della pandemia di COVID-19 e dell’invecchiamento dei sopravvissuti, molti eventi sono stati ridotti o cancellati. Tuttavia, Nihon Hidankyo ha intensificato gli sforzi per trasmettere le testimonianze dei sopravvissuti attraverso piattaforme online. Il Comitato norvegese per il Nobel ha dichiarato che Nihon Hidankyo è stata premiata per il suo impegno nella realizzazione di un mondo senza armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso testimonianze, che tali armi non devono mai più essere utilizzate. L’ultimo Premio Nobel per la Pace giapponese risale a 50 anni fa, quando l’ex primo ministro Eisaku Sato fu premiato nel 1974 per aver fatto votare alla Dieta giapponese i “Tre Principi Non Nucleari” (Hikaku sangensoku) del Giappone e per aver firmato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT).

Mattarella: indifferibile difesa comune dell’Unione europea

Mattarella: indifferibile difesa comune dell’Unione europeaCracovia, 11 ott. (askanews) – “Il nostro Continente si trova ad affrontare grandi sfide di diversa natura: da quelle climatiche a quelle geopolitiche. Questo ci richiama all’urgenza di compiere passi avanti affinché l’Unione sia in grado di rispondervi con efficacia e tempestività, assumendo il ruolo e le responsabilità che le competono. Tra queste sfide e riforme – indifferibili – vi è quella della difesa comune dell’Unione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo al XIX vertice del gruppo Arraiolos a Cracovia.

Ucraina, Mattarella: rammarico per risorse ad armi ma siamo costretti

Ucraina, Mattarella: rammarico per risorse ad armi ma siamo costrettiCracovia, 11 ott. (askanews) – Rammarico e “tristezza” per la quantità di risorse finanziarie destinate alle armi ma l’aggressione russa all’Ucraina non lascia altra scelta all’Unione europea. Ne è convinto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo intervento al XIX vertice del gruppo Arraiolos a Cracovia, ha detto: “Personalmente avverto, ancor più che rammarico, tristezza nel vedere immense quantità di risorse finanziarie per l’acquisto di armi, sottraendole a impieghi di carattere sociale. Dalla salute al cambiamento climatico, dalla cultura alle infrastrutture. Ma vi siamo costretti a causa dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina e dal manifestarsi di una sua sorprendente aggressività militare fuori dalla storia e dalla razionalità, considerata anche la vicendevole contabilità di vittime e di devastazioni del territorio”.