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Pnrr, Meloni: al lavoro per completare investimenti e riforme

Pnrr, Meloni: al lavoro per completare investimenti e riformeRoma, 31 mar. (askanews) – “Le ultime tre rate del Pnrr prevedono il raggiungimento di altri 284 obiettivi. Il Governo, le amministrazioni titolari, le prefetture e tutti i soggetti attuatori continueranno a lavorare, con costanza e determinazione, per portare a compimento tutti gli investimenti e le riforme. Lo faremo con lo stesso rigore, la stessa passione e lo stesso spirito di abnegazione che ci hanno permesso di diventare un modello in Europa nell’attuazione del Pnrr”. Lo scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella premessa alla sesta relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr.


“Abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma i risultati raggiunti finora ci rendono orgogliosi e ci spronano a fare sempre meglio. Nell’interesse dell’Italia e degli italiani”, aggiunge.

Agroalimentare, QuattroR cede partecipazione 49% in Casalasco a Fsi

Agroalimentare, QuattroR cede partecipazione 49% in Casalasco a FsiMilano, 31 mar. (askanews) – QuattroR Sgr ha siglato un accordo vincolante con Fsi per la cessione della propria partecipazione del 49% in Casalasco, gruppo specializzato nella trasformazione del pomodoro che conta brand come De Rica, Pomì e Pummarò. Si confermano così le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane a proposito della trattativa con il fondo guidato da Maurizio Tamagnini. Fsi con la sigla dell’accordo vincolante con l’azionista di riferimento Consorzio Casalasco del pomodoro, potrà investire oltre 200 milioni di euro, in un progetto di aggregazione e crescita internazionale.


A valle del perfezionamento di questa operazione, la filiera agricola, attraverso il Consorzio Casalasco del pomodoro e la sua holding, rafforzerà la propria quota in Casalasco mantenendo un ruolo chiave in questo ulteriore progetto di sviluppo del gruppo. QuattroR avrà la possibilità di investire nuovamente in Casalasco attraverso il fondo QuattroR MidCap. Dall’ingresso alla fine del 2021 di QuattroR con un aumento di capitale da 100 milioni di euro, Casalasco ha intrapreso un percorso di crescita significativa, sia a livello industriale sia reddituale. Nell’ultimo triennio i ricavi sono passati da 330 milioni ad oltre 600 milioni con una crescita più che proporzionale della marginalità e importanti investimenti focalizzati sugli impianti, sull’efficienza energetica e riduzione dei consumi idrici, e la creazione di un avanzato Innovation Center. Nelle ultime settimane, inoltre, la società ha annunciato la partenza della filiera integrata per la produzione di pesto e semilavorati da basilico fresco, con cui il gruppo fa il proprio ingresso in un mercato altamente attrattivo.


Sempre nell’ultimo triennio, Casalasco ha perfezionato quattro acquisizioni strategiche per il consolidamento della sua posizione: Emiliana Conserve (2022), focalizzata sul rafforzamento della propria base industriale e agricola, De Martino (2023), dedicata all’esportazione di prodotti alimentari su mercati di valore aggiunto come Scandinavia e Giappone, il marchio premium Knorr Tomato al Gusto (2025), acquisito dal gruppo Unilever e leader sul mercato tedesco, ed i marchi Pummarò, Polpabella e Sugo Lampo (2025) leader sul mercato italiano dal gruppo Star. “Siamo estremamente soddisfatti dei risultati raggiunti da Casalasco, che rappresenta un caso di grande successo nell’ambito del settore agroalimentare italiano ed il primo disinvestimento del fondo QuattroR che riflette in pieno il valore di quanto creato – ha commentato Francesco Conte, Amministratore Delegato di QuattroR SGR e Vicepresidente di Casalasco – Per QuattroR questa operazione rappresenta il perfetto esempio della validità della nostra strategia ‘money-in’ e del nostro impegno nel sostenere lo sviluppo e la trasformazione delle eccellenze del made in Italy. Continueremo a focalizzarci su opportunità strategiche che possano generare valore a lungo termine, sia per i nostri investitori che per il sistema Paese in cui operiamo”.


“L’investimento di Fsi mira a promuovere un grande progetto aggregativo, che parte dall’Italia, ma di respiro Europeo, in linea con la strategia di investimento di FSI – dichiara Maurizio Tamagnini, amministratore delegato di Fsi – aperto anche ad altre aziende e imprenditori, che ne condividano i valori, con l’obiettivo di raggiungere 1,5 miliardi di euro di fatturato”. “Ringrazio innanzitutto il Fondo QuattroR ed i suoi azionisti per aver creduto nella nostra filiera e averci accompagnato in un percorso di crescita di grande soddisfazione. Il supporto dei suoi manager poi, soprattutto nelle operazioni straordinarie di M&A, ci ha permesso di garantire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che ci eravamo prefissati – ha concluso Costantino Vaia, Ceo di Casalasco – Lavoriamo ora per il futuro di Casalasco e delle sue 800 aziende agricole socie, a fianco di un altro prestigioso partner come FSI, con il quale abbiamo già pianificato una nuova fase di sviluppo dimensionale e di creazione di valore condiviso”.

Renault modifica Alleanza con Nissan, sale al 100% di jv in India

Renault modifica Alleanza con Nissan, sale al 100% di jv in IndiaMilano, 31 mar. (askanews) – Renault e Nissan hanno stipulato un nuovo accordo quadro per la gestione dell’Alleanza che prevede modifiche alle partecipazioni incrociate e accordi industriali. Sulle partecipazioni incrociate è stato ridotto il lock up dal 15% al 10% del capitale, ma la modifica non riguarda le azioni Nissan pari al 18,66% detenute da Renault in un trust francese. Il tetto massimo dei diritti di voto rimane fissato al 15%. Il processo di vendita delle azioni deve essere concordato e coordinato, con diritto di prelazione per la controparte o per un investitore terzo da designare. In base all’accordo Nissan sarebbe sollevata dall’impegno di investire in Ampere, la società Renault dedicata all’elettrico.


A livello industriale Renault rileverà il 51% che ancora non possiede della jv in India (Rnaipl), ma Nissan continuerà ad avvalersi della società per le vendite in India e per le esportazioni. I due gruppi continueranno a gestire congiuntamente il centro di ricerca e sviluppo nel paese. Lo stabilimento di Rnaipl a Chennai può produrre oltre 400mila veicoli l’anno e attualmente ospita le piattaforme Cmfa e Cmfa+, mentre il prossimo anno arriverà la piattaforma Cmf-B inizialmente con 4 nuovi modelli. Nel 2025 ci sarà il picco di investimenti con un impatto sul free cash flow di Renualt di circa 200 milioni di euro (in considerazione della conclusione dell’accordo entro la fine del primo semestre 2025). Renault conferma comunque le previsioni 2025 di margine operativo e di un free cash flow superiore o pari a 2 miliardi di euro, compreso il consolidamento di Rnaipl.


Infine Renault, tramite Ampere, dovrebbe produrre nel 2026 un derivato di Twingo progettato da Nissan. “Come principale azionista di Nissan, il gruppo Renault ha tutto l’interesse di assistere alla svolta della performance di Nissan il più velocemente possibile. È con un approccio pragmatico e orientato al business che abbiamo discusso le modalità più efficaci per sostenere il loro piano di risanamento, sviluppando al tempo stesso opportunità di business creatrici di valore per il gruppo Renault”, ha detto il Ceo, Luca de Meo.


“Nissan si impegna a preservare il valore e i vantaggi della nostra partnership strategica nell’ambito dell’Alleanza, implementando, al tempo stesso, misure per una svolta in grado di migliorare l’efficienza. L”India continuerà ad essere un centro per le nostre attività di ricerca e sviluppo. I nostri piani per i nuovi suv per il mercato indiano non cambiano e continueremo ad esportare i nostri veicoli in altri mercati nell’ambito della strategia One Car, One World per l’India”, ha dichiarato Ivan Espinosa, presidente e Ceo di Nissan.

Meloni rilancia sui centri in Albania, ok Ue (ma si attende la Corte di giustizia)

Meloni rilancia sui centri in Albania, ok Ue (ma si attende la Corte di giustizia)Roma, 31 mar. (askanews) – Il “modello” Albania è stato “criticato all’inizio” ma poi ha “raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Unione Europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato”. Giorgia Meloni è intervenuta questa mattina con un videomessaggio al ‘Border Security Summit’, organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer, rivendicando di aver aperto una strada che ora l’Europa sta seguendo.


Non è proprio così perchè i “return hub” che la Commissione europea ha inserito nella proposta di regolamento presentata lo scorso 11 marzo sono diversi dai centri realizzati in accordo con Tirana a Gjader e Shengjin, anche nella nuova versione delineata dal decreto varato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri. Con quel provvedimento, aveva spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si amplia il “perimetro d’azione” del centro di Gjader che diventa un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr), senza cambiare il protocollo Italia-Albania. Nei Cpr, va ricordato, sono trasferiti “gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti”, in attesa dell’esecuzione di un provvedimento di espulsione da parte delle Forze dell’ordine.


Questa mattina, a Bruxelles, è stato chiesto a un portavoce della Commissione se il decreto rispetti o meno le normative europee. “Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà a questo centro, come è stato il caso finora per l’asilo”, ha spiegato il portavoce per gli Affari interni e l’Immigrazione della Commissione europea, Markus Lammert. E trattandosi della legislazione nazionale di uno Stato membro, ha aggiunto il portavoce, “in linea di principio è in linea con il diritto dell’Ue”; ma “continueremo a monitorare l’attuazione del Protocollo (Italia-Albania, ndr) nella sua nuova iterazione e rimarremo in contatto con le autorità italiane”. Si tratta comunque, ha puntualizzato Lammert, di una cosa “diversa” dai ‘return hub’ in paesi terzi sicuri, previsti dalla proposta di regolamento sui rimpatri presentata dalla Commissione. Inoltre, il fatto che la legislazione nazionale di uno Stato membro rispetti il diritto comunitario è vero “in linea di principio”, ma resta comunque la possibilità che la legislazione Ue non sia interpretata, recepita e applicata correttamente, e su questo veglia la Corte europea di giustizia. E proprio sul caso dei centri italiani per migranti in Albania, è in sospeso una sentenza della Corte europea di giustizia, attesa per l’estate (ma le conclusioni dell’avvocato generale arriveranno in aprile). La Corte è chiamata a pronunciarsi sui ricorsi pregiudiziali presentati dal Tribunale di Roma, che finora non ha riconosciuto la legittimità dei fermi disposti nei confronti dei migranti soccorsi nel Mediterraneo e trasferiti sull’altra sponda dell’Adriatico, perché provenienti da Paesi che il governo italiano ritiene sicuri, in particolare Egitto e Bangladesh. In questo caso, comunque, la sentenza della Corte Ue non riguarderà le novità introdotte con il nuovo decreto.


Quando le agenzie hanno battuto le dichiarazioni di Lammert, dal centrodestra è partita una ‘batteria’ di dichiarazioni in cui si sottolinea che l’Italia, con l’esecutivo Meloni, “continua a tracciare la strada” (il ministro Tommaso Foti). L’opposizione invece va all’attacco. Per la segretaria Pd Elly Schlein con il decreto il governo opera “un tentativo maldestro di coprire un altro fallimento della loro propaganda” e crea “il CPR più caro della storia”; Riccardo Magi (+Europa) è certo che “i centri in Albania non hanno funzionato finora e non funzioneranno” mentre Filiberto Zaratti accusa: “Meloni si giustifica continuamente sui centri costruiti in Albania perché sa che ha causato un danno da 1 miliardo di euro per una scelta unicamente ideologica”.

Aerei, Sita acquisisce Ccm per innovare gli aeroporti del futuro

Aerei, Sita acquisisce Ccm per innovare gli aeroporti del futuroRoma, 31 mar. (askanews) – Mentre gli aeroporti investono importanti risorse in automazione, biometria, sicurezza, self-service e servizi commerciali personalizzati, anche i layout dei terminal necessitano una evoluzione in questa direzione. Il modello tradizionale che coinvolge file di banchi check-in, aree di sicurezza statiche e flussi di passeggeri inefficienti necessita di un rinnovamento. Per questo, gli aeroporti hanno bisogno di un’integrazione fluida, dove la tecnologia e il design intelligente lavorano insieme per ridurre la congestione e sfruttare al meglio ogni metro quadrato.


A fronte di queste nuove tendenze, si legge in una nota, SITA, fornitore leader globale di tecnologia per il trasporto aereo, ha annunciato oggi l’acquisizione di CCM, esperto e leader mondiale nella progettazione, produzione e creazione di interni aeroportuali, con sede a Truccazzano (Milano). Questa operazione strategica mira a ridefinire il funzionamento degli aeroporti fondendo perfettamente tecnologia e design degli interni per creare spazi pronti per il futuro. CCM è sinonimo di design italiano di alta qualità famoso in tutto il mondo nello spazio aeroportuale. Collabora con architetti e designer di spicco per creare esperienze di viaggio efficienti, funzionali, memorabili ed eleganti. “Non si tratta solo di espandere gli aeroporti,” ha dichiarato David Lavorel, CEO di SITA. “Si tratta di reimmaginarli. Con la profonda esperienza di CCM nel design e nell’esecuzione, stiamo trasformando gli aeroporti per massimizzare la loro impronta esistente, ottimizzare il flusso dei passeggeri e creare ambienti aeroportuali più intelligenti, flessibili e preziosi in grado di evolvere con le esigenze mutevoli del settore.” In qualità di leader nella tecnologia per la gestione dei passeggeri, SITA è all’avanguardia nel ripensare l’uso dello spazio aeroportuale in modo più efficiente. La trasformazione del settore richiede un nuovo approccio, in cui i banchi check-in tradizionali vengono sostituiti con design innovativi che rispecchiano le moderne abitudini di viaggio.


“Costruire ambienti efficienti e abilitati dalla tecnologia è cruciale per il futuro dei viaggi. Gli aeroporti non sono solo punti di transito; segnano un momento nel viaggio, indipendentemente dalla destinazione. Integrando la nostra esperienza, diamo vita agli aeroporti del futuro, un’architettura costruita su soluzioni tecnologiche e guidata dall’efficienza per migliorare l’esperienza complessiva di viaggio dei passeggeri e le operazioni del personale aeroportuale” ha continuato David Lavorel. L’acquisizione di CCM aggiunge alla tecnologia esistente di SITA preziosi elementi in tema di design e consulenza per clienti, rafforzando il suo impegno a guidare il futuro dei viaggi aerei. Sergio Colella, Presidente Europa di SITA, ha aggiunto: “Il mercato ha bisogno di un cambiamento fondamentale, dove tecnologia e design lavorano insieme per rendere gli aeroporti più intelligenti nell’uso dello spazio per maggiore capacità e con flessibilità per supportare la prossima generazione di viaggi. Ecco perché stiamo accogliendo CCM nella famiglia SITA. Combinando la nostra tecnologia ed esperienza nelle operazioni aeroportuali con la loro profonda comprensione del design e dell’ottimizzazione degli spazi, stiamo portando sul mercato una capacità unica di ‘technology by design’ e integrazione end-to-end dal design alle operazioni, tutto in armonia sin dalla concezione dell’idea.”


Per 35 anni sotto la gestione della famiglia Marinoni, CCM ha lavorato su più di 300 aeroporti in tutto il mondo, progettando e consegnando spazi terminal che bilanciano efficienza, flessibilità ed esperienza dei passeggeri. Ora, con l’esperienza di SITA nella gestione dei passeggeri, dei bagagli e nelle operazioni aeroportuali guidate dall’IA, questa acquisizione aiuterà i clienti aeroportuali a integrare tecnologia e design come soluzione unica, qualcosa che non era disponibile fino ad ora. Secondo il rapporto SITA 2024 Air Transport IT Insights, il 63% degli aeroporti sta dando priorità al self-service, biometria, app su cellulare e la spesa in nuove tecnologie è aumentata a 8,9 miliardi di dollari mentre gli aeroporti si concentrano su automazione, IA e digitalizzazione. Ma questi investimenti potranno avere il loro pieno impatto solo se gli aeroporti sono fisicamente progettati per supportarli. La tecnologia da sola non può risolvere il tema della congestione, ma ha bisogno di layout più intelligenti, movimento fluidi e senza attriti e un’infrastruttura che evolva con essa. Monica Oberti è stata nominata CEO ad interim di CCM, mettendo a disposizione la sua decennale esperienza maturata nel rimodellare e riproporre spazi su larga scala a livello globale all’interno di CCM. La dottoressa Oberti è membro della famiglia Marinoni, fondatrice di CCM. “Per troppo tempo, gli aeroporti hanno dovuto scegliere tra efficienza ed esperienza dei passeggeri. Ora, non devono più farlo. Unendo le forze con SITA, possiamo finalmente unire il meglio di entrambi i mondi: tecnologia smart, design intelligente e produzione di qualità. Insieme, non stiamo solo migliorando gli aeroporti, li stiamo rimodellando per il futuro,” ha dichiarato Monica Oberti, CEO ad interim di CCM. SITA e CCM si stanno muovendo rapidamente per integrare la loro esperienza, garantendo che i clienti esistenti non subiscano interruzioni nel servizio, mentre aprono nuove opportunità per ottimizzare i loro ambienti aeroportuali. L’industria dell’aviazione si sta evolvendo a un ritmo senza precedenti, e gli aeroporti hanno bisogno di soluzioni che non solo li aiutino a mettersi al passo, ma permettano loro di andare avanti.

Meloni rilancia su centri Albania, ok Ue (ma si attende Corte giustizia)

Meloni rilancia su centri Albania, ok Ue (ma si attende Corte giustizia)

Roma, 31 mar. (askanews) – Il “modello” Albania è stato “criticato all’inizio” ma poi ha “raccolto sempre più consenso, tanto che oggi l’Unione Europea propone di creare centri per i rimpatri nei Paesi terzi. Ciò vuol dire che avevamo ragione, e che il coraggio di fare da apripista è stato premiato”. Giorgia Meloni è intervenuta questa mattina con un videomessaggio al ‘Border Security Summit’, organizzato dal primo ministro britannico Keir Starmer, rivendicando di aver aperto una strada che ora l’Europa sta seguendo.

Non è proprio così perchè i “return hub” che la Commissione europea ha inserito nella proposta di regolamento presentata lo scorso 11 marzo sono diversi dai centri realizzati in accordo con Tirana a Gjader e Shengjin, anche nella nuova versione delineata dal decreto varato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri.

Con quel provvedimento, aveva spiegato in conferenza stampa il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si amplia il “perimetro d’azione” del centro di Gjader che diventa un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr), senza cambiare il protocollo Italia-Albania. Nei Cpr, va ricordato, sono trasferiti “gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti”, in attesa dell’esecuzione di un provvedimento di espulsione da parte delle Forze dell’ordine.

Questa mattina, a Bruxelles, è stato chiesto a un portavoce della Commissione se il decreto rispetti o meno le normative europee. “Siamo in contatto con le autorità italiane. Secondo le nostre informazioni, la legge nazionale italiana si applicherà a questo centro, come è stato il caso finora per l’asilo”, ha spiegato il portavoce per gli Affari interni e l’Immigrazione della Commissione europea, Markus Lammert. E trattandosi della legislazione nazionale di uno Stato membro, ha aggiunto il portavoce, “in linea di principio è in linea con il diritto dell’Ue”; ma “continueremo a monitorare l’attuazione del Protocollo (Italia-Albania, ndr) nella sua nuova iterazione e rimarremo in contatto con le autorità italiane”. Si tratta comunque, ha puntualizzato Lammert, di una cosa “diversa” dai ‘return hub’ in paesi terzi sicuri, previsti dalla proposta di regolamento sui rimpatri presentata dalla Commissione.

Inoltre, il fatto che la legislazione nazionale di uno Stato membro rispetti il diritto comunitario è vero “in linea di principio”, ma resta comunque la possibilità che la legislazione Ue non sia interpretata, recepita e applicata correttamente, e su questo veglia la Corte europea di giustizia. E proprio sul caso dei centri italiani per migranti in Albania, è in sospeso una sentenza della Corte europea di giustizia, attesa per l’estate (ma le conclusioni dell’avvocato generale arriveranno in aprile). La Corte è chiamata a pronunciarsi sui ricorsi pregiudiziali presentati dal Tribunale di Roma, che finora non ha riconosciuto la legittimità dei fermi disposti nei confronti dei migranti soccorsi nel Mediterraneo e trasferiti sull’altra sponda dell’Adriatico, perché provenienti da Paesi che il governo italiano ritiene sicuri, in particolare Egitto e Bangladesh. In questo caso, comunque, la sentenza della Corte Ue non riguarderà le novità introdotte con il nuovo decreto.

Quando le agenzie hanno battuto le dichiarazioni di Lammert, dal centrodestra è partita una ‘batteria’ di dichiarazioni in cui si sottolinea che l’Italia, con l’esecutivo Meloni, “continua a tracciare la strada” (il ministro Tommaso Foti). L’opposizione invece va all’attacco. Per la segretaria Pd Elly Schlein con il decreto il governo opera “un tentativo maldestro di coprire un altro fallimento della loro propaganda” e crea “il CPR più caro della storia”; Riccardo Magi (+Europa) è certo che “i centri in Albania non hanno funzionato finora e non funzioneranno” mentre Filiberto Zaratti accusa: “Meloni si giustifica continuamente sui centri costruiti in Albania perché sa che ha causato un danno da 1 miliardo di euro per una scelta unicamente ideologica”.

Iata: Crescita domanda di passeggeri rallenta leggermente a febbraio (+2,6%)

Iata: Crescita domanda di passeggeri rallenta leggermente a febbraio (+2,6%)Roma, 31 mar. (askanews) – Rallenta la crescita del trasporto aereo. La Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo ha pubblicato i dati relativi alla domanda globale di passeggeri per il mese di febbraio 2025 secondo cui la domanda totale, misurata in revenue passenger kilometers (RPK), è aumentata del 2,6% rispetto a febbraio 2024. La capacità totale, misurata in posti-chilometro disponibili (ASK), è aumentata del 2% rispetto all’anno precedente. Il load factor di febbraio è stato dell’81,1% (+0,4 ppt rispetto a febbraio 2024). La domanda internazionale è aumentata del 5,6% rispetto a febbraio 2024. La capacità è aumentata del 4,5% su base annua e il load factor è stato dell’80,2% (+0,9% rispetto a febbraio 2024).


La domanda interna è diminuita dell’1,9% rispetto a febbraio 2024. La capacità è diminuita dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Il load factor è stato dell’82,6% (-0,2% rispetto a febbraio 2024). “La crescita del traffico a febbraio è rallentata, ma ciò è dovuto in gran parte a fattori quali l’anno bisestile e il capodanno lunare che cade a gennaio rispetto al febbraio dello scorso anno. Il traffico di febbraio ha raggiunto il massimo storico e il numero di voli programmati è destinato ad aumentare anche a marzo e aprile. Dobbiamo però tenere d’occhio gli sviluppi in Nord America, dove si è registrato un calo del traffico nazionale e internazionale”, ha dichiarato Willie Walsh, Direttore generale della Iata. “La recente chiusura di Heathrow ci ha ricordato ancora una volta che l’attuale regime dei diritti dei passeggeri in vigore in Europa e nel Regno Unito non è adatto allo scopo. I costi annuali di risarcimento, cura e assistenza ammontano a miliardi. Fortunatamente, la Presidenza polacca dell’UE ha riconosciuto che questo è un freno alla competitività europea e sta portando avanti le riforme dell’UE261 , necessarie e attese da tempo. Sebbene molte delle riforme proposte siano ragionevoli, il pacchetto non rappresenta una vera soluzione. Anche con le riforme, l’EU261 continuerà a colpire le compagnie aeree con sanzioni anche se la causa principale dei ritardi è un incidente infrastrutturale fuori dal loro controllo, come abbiamo visto a Heathrow. Oltre due decenni di EU261 non hanno visto una riduzione dei ritardi perché i fornitori di infrastrutture non hanno alcun incentivo a migliorare il loro gioco. Purtroppo per i viaggiatori europei, è probabile che questa situazione si ripeta durante l’alta stagione estiva. Una vera riforma dell’EU261 deve garantire che tutte le parti responsabili dei ritardi siano coinvolte nelle conseguenze”, ha dichiarato Walsh.


In frenata anche il traffico merci: secondo i dati Iata, sempre a febbraio la domanda totale, misurata in tonnellate-chilometro cargo (CTK), è diminuita dello 0,1% rispetto ai livelli di febbraio 2024 (+0,4% per le operazioni internazionali). Si tratta del primo calo dalla metà del 2023. La capacità, misurata in tonnellate-chilometro di carico disponibili (ACTK), è diminuita dello 0,4% rispetto a febbraio 2024 (+1,1% per le operazioni internazionali). I confronti anno su anno sono influenzati dal giorno in più nel febbraio 2024 dovuto all’anno bisestile. “Febbraio ha visto una piccola contrazione della domanda di trasporto aereo di merci, il primo calo su base annua dalla metà del 2023. Gran parte di questo si spiega con il fatto che il febbraio 2024 è un anno straordinario, un anno bisestile che è stato anche favorito dal traffico del Capodanno cinese, dalla chiusura delle corsie marittime e dal boom dell’e-commerce. Le crescenti tensioni commerciali sono, ovviamente, una preoccupazione per il trasporto aereo di merci. Con i mercati azionari che hanno già manifestato il loro disagio, invitiamo i governi a concentrarsi sul dialogo rispetto alle tariffe”, ha commentato Walsh.


Vanno segnalati diversi fattori nel contesto operativo: – A gennaio, l’indice della produzione industriale è aumentato del 3,2% su base annua, la crescita più alta degli ultimi due anni, e il commercio mondiale è cresciuto del 5%.


– Il prezzo del carburante per aerei è stato in media di 94,6 dollari al barile a febbraio, con un calo del 2,1% rispetto a gennaio. – A febbraio, l’inflazione al consumo è rimasta elevata negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, con un lieve calo rispetto al mese precedente. La Cina ha invece registrato il primo calo dei prezzi al consumo in 11 mesi, rafforzando i segnali di una persistente pressione deflazionistica nell’economia.

Tv, nel Regno Unito al via le riprese di “House Of The Dragon 3″

Tv, nel Regno Unito al via le riprese di “House Of The Dragon 3″Roma, 31 mar. (askanews) – Sono iniziate nel Regno Unito le riprese della terza stagione di “House Of The Dragon”, la saga ambientata 200 anni prima degli eventi citati nella serie dei record “Il Trono di Spade”. Arriverà prossimamente su Sky e in streaming su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti.


Tratta dal romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin, racconta la storia della leggendaria Casa Targaryen. In otto nuovi episodi, la terza stagione vedrà nel cast il ritorno di Matt Smith, Emma D’Arcy, Olivia Cooke, Steve Toussaint, Rhys Ifans, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno, Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall, Matthew Needham, Tom Bennett, Kieran Bew, Kurt Egyiawan, Freddie Fox, Clinton Liberty, Gayle Rankin e Abubakar Salim. Annunciati i nuovi ingressi nel cast: Tommy Flanagan nel ruolo di Ser Roderick Dustin e Dan Fogler nel ruolo di Ser Torrhen Manderly. James Norton nel ruolo di Ormund Hightower era stato già svelato in precedenza. I registi della terza stagione sono Clare Kilner, Nina Lopez-Corrado, Andrij Parekh e Loni Peristere.

Tennis, Jasmine Paolini si separa dal coach Furlan

Tennis, Jasmine Paolini si separa dal coach FurlanRoma, 31 mar. (askanews) – Si separano le strade di Jasmine Paolini e Renzo Furlan. Dopo una collaborazione durata dieci anni, l’azzurra ha annunciato la separazione professionale dal suo coach che l’ha accompagnata ai vertici della classifica mondiale, fino a diventare la prima italiana di sempre in semifinale a Miami. Un annuncio fatto da Paolini con un lungo post sui social. “Dopo 10 anni straordinari insieme, voglio dire un enorme grazie a Renzo Furlan per tutto quello che ha fatto per me – ha scritto Jasmine su Instagram – Abbiamo fatto un viaggio straordinario, abbiamo condiviso momenti indimenticabili, tra cui un incredibile 2024, la finale a Wimbledon e al Roland Garros, l’oro olimpico a Parigi. E anche nel 2025 siamo partiti alla grande. Renzo è stato una parte fondamentale della mia crescita, sia come giocatrice che come persona. Tutto quello che ho imparato da lui mi accompagnerà sempre e continuerà a guidarmi nel futuro, e resterà comunque una persona importante in questo nuovo capitolo. Sono profondamente grata per il tempo che mi ha dedicato, per le sue energie e per tutti i sacrifici fatti, spesso lontano da casa e dalla sua famiglia. Provo per lui una grande riconoscenza e un immenso rispetto, per la professionalità, la passione e i valori che mi ha trasmesso in tutti questi anni. Renzo, ti sono davvero grata per tutto. Ti auguro il meglio per ciò che verrà”.

Vino, 26 produttori danno vita all’associazione Custodi del Lambrusco

Vino, 26 produttori danno vita all’associazione Custodi del LambruscoMilano, 31 mar. (askanews) – Nel cuore dell’Emilia nasce l’associazione i Custodi del Lambrusco. A costituirla ventisei produttori, tra piccole e grandi realtà, delle province di Modena e Reggio Emilia, “uniti dalla volontà di difendere, valorizzare e (ri)posizionare il Lambrusco nel panorama dei grandi vini”. Accomunati dalla qualità come filo conduttore, i Custodi “puntano a riscrivere la storia di uno dei vini più rappresentativi dell’Emilia-Romagna con un linguaggio contemporaneo, diretto e sensibile alle novità”.


“Non si tratta solo di tutela ma di affermazione: il Lambrusco è storia, cultura e identità di un territorio, e merita di essere riconosciuto come tale” ha dichiarato Fabio Altariva, presidente della neonata associazione, aggiungendo che “i Custodi del Lambrusco nascono con una missione chiara: riscrivere il futuro di questo vino. Vogliamo esaltarne il valore autentico, senza compromessi, e restituirgli il ruolo che merita tra i grandi vini. Il Lambrusco – ha concluso – non è solo un vino: è la storia, la cultura e l’identità di un territorio che vogliamo proteggere e raccontare, per chi c’era prima di noi e per chi verrà dopo”. Le ventisei aziende agricole vitivinicole associate, come previsto dal loro statuto, svolgono l’intero ciclo produttivo del vino, dalla coltivazione delle uve fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione del prodotto finale. Si tratta di: Azienda agricola Manicardi, Azienda agricola Messori, Azienda agricola Pezzuoli, Azienda agricola San Paolo, Ca’ de’ Medici, Cantina della Volta, Cantina Divinja, Cantina Ventiventi, Cantina Vezzelli Francesco, Cantina Zucchi, Cavaliera, Cleto Chiarli tenute agricole, Fattoria Moretto, Garuti Vini, La Battagliola, La Piana Winery, Le Casette, Lini 910, Marchesi di Ravarino, Opera02, Podere il Saliceto, Rinaldini Az. Agr. Moro, Terraquilia, Venturini Baldini, Villa di Corlo, Zanasi società agricola.