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Alessandro Marzadro entra nel board del Consorzio nazionale grappa

Alessandro Marzadro entra nel board del Consorzio nazionale grappaMilano, 14 mar. (askanews) – Sarà il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Alessandro Marzadro, a rappresentare il mondo produttivo della Provincia di Trento all’interno del Consorzio nazionale grappa (Cng) che pochi giorni fa ha rinnovato la gerenza, guidata dal riconfermato presidente Sebastiano Caffo. Alessandro Marzadro, dell’omonima distilleria, sarà uno dei consiglieri del Consorzio per i prossimi tre anni. Classe 1986, originario di Nogaredo (Trento), laureato in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo, è uno degli amministratori delegati della storica azienda.


“Un incarico importante che mi vedrà rappresentare i distillatori trentini in seno allo stesso tavolo dove siedono rappresentanti del mondo produttivo di tutta Italia – spiega Alessandro Marzadro – da un lato questo incarico vuole sottolineare l’importanza a livello italiano che ha la grappa del Trentino e tra l’altro in Consiglio siamo un’unica voce a differenza di altre regioni, a dimostrazione della compattezza e della coesione che distingue da sempre il nostro territorio; dall’altro siamo sicuri che come Istituto potremo portare una collaborazione virtuosa per raggiungere gli obiettivi del Consorzio”. L’obiettivo fondamentale che il Consorzio Nazionale Grappa sta perseguendo in questi giorni è la presentazione dell’istanza definitiva al Ministero per il riconoscimento ufficiale. A tal fine, il Consorzio ha fornito l’elenco aggiornato dei soci e dei litri di Grappa prodotti, dimostrando di rappresentare oltre il 75% dell’intera produzione nazionale, superando così ampiamente il requisito del 66% necessario per il riconoscimento. “A questo proposito la presenza del Trentino nel board rafforza il Consorzio stesso, perché il valore della tradizione trentina nella produzione della grappa è tutelato e promosso da un Istituto – aggiunge Marzadro – l’esperienza e l’attenzione alla qualità del prodotto, senza dimenticare la tradizione della grappa del Trentino sono un riferimento per tutto il settore a livello nazionale”.


Foto di Nicola Boi

Campi Flegrei, Musumeci: le case non saranno mai al sicuro al 100%. Paghiamo sottovalutazione dei rischi

Campi Flegrei, Musumeci: le case non saranno mai al sicuro al 100%. Paghiamo sottovalutazione dei rischiNapoli, 14 mar. (askanews) – Nell’area dei Campi Flegrei l’Osservatorio Vesuviano, sede di Napoli dell’Ingv, ha rilevato complessivamente 44 episodi tellurici avvenuti nel corso dello sciame sismico, iniziato ieri all’1.25, con una scossa di terremoto di magnitudo 4.4, nove dei quali di magnitudo superiore a 1.0.


“Dobbiamo essere sinceri non si può giocare con parole: le case non saranno mai messe al sicuro 100 per cento, si può lavorare in qualche edificio per mitigare le conseguenze di una eventuale scossa violenta”, lo ha detto il ministro per la Protezione civile e del mare, Nello Musumeci, in collegamento con Skytg24 in merito alla zona dei Campi Flegrei. “Possiamo dire che da quando i 3 sindaci hanno segnalato la condizione di allarme al governo Meloni sono subito intervenuto e abbiamo predisposto una serie di provvedimenti che non avevano precedenti – ha spiegato – Da allora non ci siamo mai fermati con obiettivo di procedere a una prevenzione strutturale, in zona rossa, e a una prevenzione non strutturale, andare in scuole e case piazze, utilizzare i mezzi di comunicazione per spiegare cause ed effetti di bradisismo e rischio vulcanico e sismico”, ha aggiunto. “Lo sciame sismico che persiste in maniera preoccupante da due anni, appena cessa come indica l’Ingv, noi dimentichiamo esercitazioni e prevenzione strutturale. E questo è successo nel corso dei decenni”, ha ricordato Musumeci, aggiungendo: “Abbiamo la necessità di capire come comportarci. Ecco perché le esercitazioni non hanno soddisfatto. Nella prima c’erano 100 persone, nella seconda un po’ di più e il clima da sagra paesana. Poi un migliaio”, ha detto ancora.


“La prevenzione, sia strutturale che non strutturale, andava fatta venti, 30, 40 anni fa. Non mi stancherò mai di dirlo. La mia non è polemica ma è l’amara verità. Stiamo pagando le conseguenze di un atteggiamento da parte di tutti, non faccio distinzioni. Che hanno sottovalutato i rischi di quell’area densamente abitata”, spiegato il ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, nel corso del collegamento a Sky Tg24, in merito alla situazione di emergenza dei Campi Flegrei. “Il Governo non può fermare le scosse, non può impedire l’attività del vulcano. Ecco perché si ricorre al monitoraggio. Quella è la zona più monitorata al mondo. A cosa serve? A dirci, minuto dopo minuto, quale è il processo evolutivo delle scosse”, ha ricordato Musumeci, ribadendo: “Da quando i sindaci hanno segnalato l’allarme al Governo abbiamo predisposto dei provvedimenti senza precedenti. Non ci siamo fermati un attimo con l’obiettivo di ridurre i problemi strutturali”, ma “la prevenzione strutturale e non andare fatta 20, 30 o quaranta anni fa. Stiamo pagando chi ha sottovalutato sinora”. “Spero che nelle prossime ore ognuno dei tre comuni interessati abbia un campo attrezzato per accogliere le persone”, ha detto Musumeci, aggiungendo: “Tra poco incontrerò il capo della Protezione civile perché voglio verificare con lui, il Prefetto, e con gli amministratori, il piano di evacuazione in caso di rischio vulcanico. Voglio avere la certezza, ma credo che questo sia una esigenza condivisa, che ogni cosa sia messa a punto. Perché non avremo più tempo se gli scienziati dovessero dirci che è imminente una attività eruttiva. In questo momento, come dice Ingv, non ci sono evidenze di immediate eruzioni ma per essere pronti bisogna immaginare lo scenario peggiore”.

Lagarde: con guerra commercio soffrono tutti, ma soprattutto Usa

Lagarde: con guerra commercio soffrono tutti, ma soprattutto UsaRoma, 14 mar. (askanews) – Potrebbero ancora esserci margini di trattativa per evitare una vera e propria guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa. Ci sono ancora un paio di settimane prima che le rappresaglie decise dalla Commissione europea entrino in vigore, e in questa fase “solitamente si tratta”. Ma se non dessero frutti e si dovesse alla fine con questa guerra commerciale le conseguenze “saranno gravi per tutti, per il mondo e per i prezzi, ma per in particolare per gli Stati Uniti”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde in una intervista ad un programma radiofonico della BBC.


“Al momento tutti si stanno posizionando. Quando ci sta una posizione così forte e espressa da una parte, come quella (del presidente Usa Donald) Trump a quel punto è ovvio che anche gli altri, come Canada e Ue si riposizionano. Quello che sospetto è che nel frattempo e fino a quando non ci sarà l’azione, ci si può sedere e negoziare. Così capita solitamente”, ha rilevato. Poi “se dovessimo andare a una vera guerra commerciale in cui il commercio internazionale viene danneggiato in maniera rilevante, ci sarebbero conseguenze gravi per il mondo e per i prezzi, ma in particolare negli Usa”. Secondo Lagarde la Commissione europea “non aveva scelta se non quella di reagire. Però sottolineo che hanno annunciato rappresaglie che scatteranno (solo) dal 1 aprile. Tra adesso, in cui viene annunciato, e il momento in cui viene attuato ci sta un lasso di tempo in cui potrebbero avvenire negoziati”.


Secondo Lagarde “le decisioni di Trump sono una causa di preoccupazioni e per noi di essere estremamente vigili, di monitorare e cercare di prevedere e anticipare quali saranno le conseguenze. Non solo le decisioni ma anche le indicazioni”, gli annunci “che ci sarà una decisione sta creando preoccupazioni”. “Come economista e ora, come presidente della Bce – in realtà Lagarde ha una formazione da avvocato internazionale – non penso in termini di minacce, ma di conseguenze per l’economia e in particolare per l’Europa. In qualunque guerra commerciale, l’economia, chi prende l’iniziativa e chi vara rappresaglie: tutti soffriranno. Questa è una costante della storia del commercio”, ha detto.

Celiachia, Mendola (AINC), anche la Sicilia adotta la piattaforma ARIA

Celiachia, Mendola (AINC), anche la Sicilia adotta la piattaforma ARIARoma, 14 mar. (askanews) – La Regione Sicilia si appresta a digitalizzare la gestione dei buoni per i celiaci con l’adozione della piattaforma CELIACHI@RL di ARIA SPA, operativa da agosto prossimo. Una svolta attesa da tempo dai negozi specializzati, che però chiedono garanzie sui tempi di rimborso, spesso non rispettati. A farsi portavoce delle loro esigenze, informa una nota, sarà Michele Mendola, referente regionale di AINC – Associazione Italiana Negozi Celiachia e fondatore della community online CeliachiaFacile, nel corso dell’incontro promosso dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, in programma il 17 marzo.


“La Sicilia è una delle poche Regioni che ancora gestisce manualmente il rimborso dei buoni. Una volta utilizzato il bonus, l’esercente deve inviarlo alla ASP competente e, per legge, dovrebbe ricevere il rimborso entro 30 giorni. Tuttavia, questo termine non viene rispettato: i ritardi superano spesso i due mesi, a volte anche sei mesi e oltre, mettendo a rischio la sopravvivenza dei negozi specializzati” – spiega Mendola. La piattaforma CELIACHI@RL è stata sviluppata proprio per snellire la burocrazia e garantire una gestione più efficiente, con risultati positivi nelle Regioni che l’hanno già adottata. “Grazie anche al contributo di AINC, il sistema è stato ottimizzato e speriamo che in Sicilia possa finalmente garantire rimborsi puntuali. I negozi specializzati offrono un servizio essenziale per chi è intollerante al glutine e meritano maggiore tutela” – aggiunge Mendola. Un ulteriore vantaggio della digitalizzazione riguarda i buoni spesa per i celiaci, attualmente utilizzabili solo nella propria Regione di residenza. Se la piattaforma verrà adottata su scala nazionale, sarà possibile spendere i buoni ovunque in Italia, facilitando la vita di chi si sposta per lavoro o per vacanza. Per illustrare le potenzialità della piattaforma e raccogliere le istanze dei titolari di negozi specializzati, AINC ha organizzato un incontro il 16 marzo a Palermo, presso l’Hotel Sirenetta, Viale dei Saraceni. Parteciperanno, oltre a Michele Mendola, anche Bruno Prandolini (Segretario Nazionale AINC), Giuseppe Fresolone (Amministratore Delegato di Ergo-Web) e Giovanna Manganotti (referente del Gruppo Sinergia).

Ucraina, l’inviato speciale Usa lascia Mosca con “il messaggio di Putin a Trump”. C’è “cauto ottimismo”

Ucraina, l’inviato speciale Usa lascia Mosca con “il messaggio di Putin a Trump”. C’è “cauto ottimismo”Roma, 14 mar. (askanews) – L’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, ha lasciato Mosca. Witkoff era arrivato ieri a Mosca e il presidente russo Vladimir Putin lo ha ricevuto nella tarda serata. Lo ha confermato oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel briefing con la stampa.


“Non è ancora stato concordato” quando ci sarà il colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo americano Donald Trump. Lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, precisando che la tempistica verrà decisa dopo che l’inviato speciale Usa, Steve Witkoff, avrà consegnato “il messaggio di Putin a Trump”. “Entrambe le parti concordano sul fatto che questa conversazione sia necessaria”, ha rimarcato Peskov nel briefing con la stampa all’indomani dell’incontro di Putin con Witkoff. Nel corso del suo incontro con Putin, l’inviato Usa ha fornito “ulteriori informazioni” sui colloqui avuti dagli Stati Uniti con l’Ucraina per mettere fine al conflitto. Da parte sua, Putin ha trasmesso informazioni e inviato altri segnali a Trump tramite Witkoff, ha aggiunto Peskov, secondo cui “ci sono motivi per un cauto ottimismo riguardo all’accordo in Ucraina”.


Secondo Flightradar, dopo aver lasciato Mosca l’aereo di Witkoff è atterrato a Baku, in Azerbaigian. Il presidente russo Vladimir Putin, intanto, ha avuto una conversazione telefonica con il principe ereditario e primo ministro saudita Mohammed bin Salman, nella quale è stata evidenziata l’importanza di una soluzione per la questione ucraina. Il leader saudita ha inoltre espresso la disponibilità ad aiutare a normalizzare le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Lo ha reso noto oggi il Cremlino in una nota.


Putin ha “fortemente apprezzato gli sforzi di mediazione dell’Arabia saudita, ringraziandolo in particolare per aver creato le condizioni favorevoli per l’organizzazione dei colloqui tra rappresentanti di Russia e Stati uniti a Riyad il 18 febbraio”, ha spiegato il Cremlino. Mohammed bin Salman, dal canto suo, “ha evidenziato l’importanza di risolvere la crisi ucraina ed ha anche manifestato la volontà di continuare a contribuire in ogni modo possibile alla normalizzazione delle relazioni russo-americane”.

Trump nomina DeSombre come punto di riferimento politiche sulla Cina

Trump nomina DeSombre come punto di riferimento politiche sulla CinaRoma, 14 mar. (askanews) – Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ha nominato Michael DeSombre, ex ambasciatore in Thailandia, come suo principale collaboratore per gli affari dell’Asia orientale, in particolare per la Cina. Si tratta di una scelta che combina la fedeltà al capo e, nello stesso tempo, la competenza, visto che DeSombre ha avuto a che fare a lungo con la Cina nella sua esperienza professionale.


DeSombre andrà formalmente a guidare la politica estera americana rispetto all’Asia orientale con la mansione si assistente segretario di Stato e guiderà l’Ufficio per il coordinamento con la Cina (China House), che coordina tutta la strategia diplomatica di Washington nei confronti di Pechino. “So che Michael lavorerà incredibilmente duro per il nostro Paese. Congratulazioni Michael!” ha detto Trump. La nomina dovrà essere confermata anche dal Senato.


Il ruolo di assistente segretario è spesso ricoperto da diplomatici di carriera, per dare un supporto tecnico al livello politico. La decisione di Trump è in linea con la sua politica di attorniarsi di fedelissimi. DeSombre, infatti, è un donatore di lungo corso e organizzatore di raccolte fondi per il Partito repubblicano, cofondatore del gruppo Republicans Overseas e presidente della sua sezione di Hong Kong. DeSombre è un avvocato laureato ad Harvard, che si è trasferito a Hong Kong nel 1997, dove ha lavorato su fusioni e acquisizioni nello studio legale Sullivan & Cromwell.


E’ stato consulente finanziario anche per il gruppo Alibaba, lavorando in affari importanti nell’ambito delle fintech. Poi è stato nominato da Trump nel suo primo mandato ambasciatore in Thailandia, per tornare all’attività privata nel 2021.

Nato, Munsch: Iannucci e Ristuccia esempi superba leadership Italia

Nato, Munsch: Iannucci e Ristuccia esempi superba leadership ItaliaLago Patria (Napoli), 14 mar. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “L’Italia ha fornito leader straordinari nel corso di tutta la storia della NATO, e i nostri due premiati oggi, il generale Iannucci e il generale Ristuccia, sono esempi di quella superba leadership che la nazione italiana fornisce alla NATO”. L’Ammiraglio Stuart B. Munsch, Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli (JFC Naples) e Comandante delle Forze Navali Statunitensi in Europa e Africa, ha conferito questa settimana la Legione al Merito (Usa) al Generale di Corpo d’Armata Giovanni Maria Iannucci, Comandante Operativo di Vertice Interforze (COVI) e al Generale di Corpo d’Armata Angelo Michele Ristuccia, Comandante del Comando Forze Operative Sud (COMFOP Sud).


La Legion of Merit (LOM) è una onorificenza militare delle Forze Armate degli Stati Uniti che viene assegnata per la condotta di attività particolarmente meritorie nello svolgimento di servizi e risultati eccezionali. Lo spiega l’ammiraglio Munsch. “Questa è una giornata straordinaria, che riconosce non solo due importanti missioni all’interno della NATO, ma anche due leader straordinari che hanno guidato quelle missioni” ha dichiarato al microfono di askanews. “Una è la missione NATO in Iraq, dove svolgiamo una funzione non combattente per assistere le Forze armate irachene nel loro sviluppo. E l’altra è la KFOR, in Kosovo, dove aiutiamo a mantenere un ambiente sicuro e protetto e libertà di movimento per tutte le persone all’interno del Kosovo. Questo premio non viene assegnato molto frequentemente, e quindi riconosce la straordinaria prestazione sia del generale Iannucci che del generale Ristuccia” ha aggiunto. L’impegno e l’obiettivo della pace possono essere perseguiti solo con una difesa forte. Abbiamo chiesto all’ammiraglio: in base alla sua profonda esperienza quale sarà il ruolo della NATO e di conseguenza l’impegno italiano richiesto in futuro nel perseguire tale obiettivo?


“La NATO – ha risposto l’ammiraglio – è un’alleanza puramente difensiva, ormai ha più di 75 anni. E ha mantenuto la pace all’interno del territorio della NATO fin dall’inizio. Lavoriamo tutti insieme per scoraggiare eventuali aggressioni e difenderci. Tutte le nazioni dovranno continuare a lavorare insieme, compresa l’Italia, per preservare quella pace e sicurezza. L’Italia ha fornito leader straordinari nel corso di tutta la storia della NATO, e i nostri due premiati oggi, il generale Iannucci e il generale Ristuccia, sono esempi di quella superba leadership che la nazione italiana fornisce alla NATO”. Grande emozione e orgoglio da parte dei due alti ufficiali insigniti. “Vorrei esprimere la mia gratitudine all’ammiraglio Stuart B. Munsch (Comandante del Comando Interforze Alleato di Napoli JFC Naples e Comandante delle Forze Navali Statunitensi in Europa e Africa) e agli Stati Uniti, perché questo è, come ha ricordato lui stesso, un importante riconoscimento che gli Stati Uniti non danno a tutti, quindi mi sento orgoglioso, mi sento onorato a livello personale, ma soprattutto quale rappresentante delle nostre forze armate e della nostra difesa, ma anche quale comandante NATO. Io in qualche modo penso che questo sia un riconoscimento dato a me, certo, ma anche a tutto il personale delle 32 nazioni che mi hanno dato il personale in un momento non facile, in un paese non facile, ma grazie alle quali siamo riusciti a fare dei significativi passi avanti nell’integrazione e nelle relazioni tra la NATO e l’Iraq”, ha dichiarato Iannucci alla fine della cerimonia ad askanews.


Anche il generale Ristuccia si è detto “onorato di essere stato insignito di questo prestigioso simbolo, questa onorificenza”. E ha aggiunto: “Innanzitutto esprimo la mia gratitudine all’ammiraglio Munsch per avermi reputato degno di riceverla e soprattutto agli Stati Uniti. Sono orgoglioso di avere anche testimoniato questo forte legame che esiste tra l’Italia e gli Stati Uniti, di essere stato un tramite. Ma vorrei anche esprimere la mia gratitudine a tutti gli uomini e donne di KFOR, della NATO, che mi hanno supportato in questo incarico impegnativo. Un grazie ai miei superiori, alla mia nazione, alla mia linea gerarchica, non solo italiana, ma anche a quella NATO, in particolare appunto all’ammiraglio che non mi ha mai fatto sentire solo, neppure durante i momenti più impegnativi dell’attività”.

Trump considera Nordcorea “potenza nucleare”? Una questione delicata

Trump considera Nordcorea “potenza nucleare”? Una questione delicataRoma, 14 mar. (askanews) – Nel profluvio di dichiarazioni fatte dal presidente Usa Donald Trump ieri, nello Studio ovale dove ha accolto il segretario generale della Nato Mark Rutte, ce n’è una che potrebbe essere sfuggita ai più, ma non certo alla confusa leadership a Seoul: il numero uno della Casa bianca ha di nuovo affermato che la Corea del Nord è “una potenza nucleare”.


Non è la prima volta che a Trump e ad alcuni dei suoi collaboratori “scappa” questa definizione, che è vista in Corea del Sud come un problema, perché il riconoscimento del regime di Kim Jong Un – che effettivamente ha armi nucleari – come una “potenza nucleare” creerebbe un tavolo specifico di dialogo tra nazioni armate con l’atomica in base ai trattati internazionali, che sostanzialmente bypasserebbe Seoul. Ieri Trump è stato molto chiaro, rispondendo a una domanda sulle sue relazioni col capo supremo di Pyongyang, Kim Jong Un. “Io ho un ottimo rapporto con Kim e vedremo come andrà, ma sicuramente lui è una potenza nucleare”, ha dichiarato, ricordando i suoi tre incontri organizzati durante il primo mandato trumpiano, che hanno creato grandi aspettative ma che alla fine hanno prodotto solo un mancato accordo. Da allora, il regime di Kim si è chiuso ulteriormente – anche a causa dell’arrivo del Covid-19 – e non ha avuto alcun dialogo con Washington.


Kim dal canto suo ha insistito con i test missilistici e in ogni dichiarazione ha chiarito che la linea ufficiale è quella del rafforzamento della deterrenza nucleare. Ha inoltre visitato almeno due volte negli ultimi mesi l’impianto per lo sviluppo di armi nucleari nordcoreano e lo si è visto passeggiare tra le centrifughe necessarie per l’arricchimento del materiale fissile da usare nelle bombe. In questo senso, il riconoscimento che la Corea del Nord è una potenza nucleare, potrebbe preludere alla messa da parte dell’obiettivo della denuclearizzazione e la focalizzazione sulla necessità di incanalare i rapporti di sicurezza con Pyongyang all’interno dei meccanismi di controllo. Dalla non proliferazione al dialogo tra potenze.


Seoul, impelagata in una complessa crisi politica interna e quindi in questo momento non guidata da una leadership chiara che possa dettare la linea e trattare con autorevolezza con Washington, in questo senso è in affanno. E anche il Giappone, altro alleato regionale, ha un governo poco solido al momento e sembra più preoccupato al conflitto con Washington sul terreno commerciale dei dazi. Trump ha definito Pyongyang una “potenza nucleare” già immediatamente dopo il suo insediamento, il 20 gennaio. In seguito, la Casa bianca ha ribadito l’obiettivo della completa denuclearizzazione della Corea del Nord, mettendo a tacere le proteste da Seoul. Un funzionario della Casa Bianca aveva dichiarato: “Il presidente Trump perseguirà la completa denuclearizzazione della Corea del Nord, proprio come ha fatto nel suo primo mandato”. Inoltre, in una riunione congiunta a Monaco lo scorso mese, il ministro degli Esteri sudcoreano Cho Tae-yul, il segretario di Stato americano Marco Rubio e il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya hanno ribadito il loro “risoluto” impegno per la “completa denuclearizzazione” della Corea del Nord, denunciando violazioni “sistematiche, diffuse e gravi” dei diritti umani nel Nord.


Diversi osservatori hanno sottolineato come un eventuale abbandono dell’obiettivo della denuclearizzazione nordcoreana potrebbe spingere anche la Corea del Sud a dotarsi dell’arma nucleare e quindi all’inizio a una corsa agli armamenti nella regione.

Federvini: dazi su vini e spiriti insostenibili, a rischio intero settore

Federvini: dazi su vini e spiriti insostenibili, a rischio intero settoreMilano, 14 mar. (askanews) – Federvini esprime “grandissima preoccupazione per la prospettiva di dazi transatlantici su vini e spiriti a livelli che sarebbero evidentemente insostenibili e per una escalation tariffaria che avrebbe effetti dirompenti su entrambi i lati dell’Atlantico”. L’associazione confindustriale di produttori di vini, spiriti e aceti spiega che “i danni sarebbero ingenti e probabilmente irreparabili, coinvolgendo filiere produttive, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori, sia negli Stati Uniti sia in Europa”.


Federvini, in linea con le posizioni espresse dalle associazioni europee di settore, ribadisce “l’importanza di tenere vini e spiriti fuori da queste controversie commerciali che non riguardano il settore agroalimentare”. “Già in passato il comparto ha pagato a caro prezzo dazi imposti per motivi estranei al settore: non possiamo permettere che ciò si ripeta con effetti potenzialmente ancora più drammatici” prosegue l’associazione, ricordando che ” guardando alle sole esportazioni italiane verso gli Usa parliamo di un valore di circa 2 miliardi di euro all’anno”.


Federvini lancia dunque un appello alle istituzioni italiane, europee e statunitensi “affinché lavorino con urgenza a soluzioni condivise, scongiurando nuove misure restrittive e tutelando un commercio transatlantico che, nel tempo, ha generato benefici reciproci”.

Difesa Ue, Boccia: nel Pd dobbiamo arrivare a una ricomposizione

Difesa Ue, Boccia: nel Pd dobbiamo arrivare a una ricomposizioneRoma, 14 mar. (askanews) – “Siamo un grande partito, la delegazione più numerosa nel Pse: di fronte alla crisi che sta investendo il mondo, dobbiamo fare delle scelte, il confronto è normale. La nostra forza è il pluralismo, tenere insieme diverse sensibilità politiche. A Strasburgo Zingaretti ha lavorato per una posizione comune, ma ci sono state valutazioni differenti sul voto finale e sul RearmEu, su cui manteniamo un giudizio negativo. Ora, dopo un necessario chiarimento, dobbiamo arrivare a una ricomposizione perché ci aspettano passaggi cruciali”. Lo dice il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, in una intervista a Repubblica.


“Molte e trasversali sono le critiche al piano di riarmo – continua Boccia – e bene abbiamo fatto ad esigere e ottenere una serie di cambiamenti al testo della risoluzione. Il Pd è unito nel volere un’Europa che sia soggetto politico vero, con una politica estera e di difesa comune. Siamo con l’Ucraina aggredita da Putin. Abbiamo chiesto il riconoscimento dello Stato di Palestina, e potrei continuare. Tutte scelte chiare che indicano un profilo identitario costruito su impulso della segretaria, così come combattiamo il sovranismo e i dazi di Trump. Sui fondamenti siamo tutti d’accordo”. A giudizio di Boccia “difendere acriticamente il RearmEu non significa volere la difesa comune, ma solo riarmare gli stati nazionali. Il nostro obiettivo è costruire un’alternativa alle destre nazionaliste che in Italia sono al governo ormai da metà legislatura. È chiaro che a Bruxelles il gruppo si è diviso – sottolinea il senatore dem – creando un evidente problema politico. Non abbiamo intenzione di nascondere la polvere sotto il tappeto. Adesso auspico che tutti vogliano lavorare per ritrovare l’unità: il nostro obiettivo è lottare contro la destra, quella sì spaccata”.