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Min. degli Esteri ungherese su Ilaria Salis: interferenza dell’Italia, spero in condanna

Min. degli Esteri ungherese su Ilaria Salis: interferenza dell’Italia, spero in condannaRoma, 28 feb. (askanews) – “È sorprendente che dall’Italia si cerchi di interferire in un caso giudiziario ungherese”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjßrtó parlando del caso della connazionale Ilaria Salis, detenuta in Ungheria. Lo scrive il portavoce del governo ungherese Zoltan Kovacs su X.


“Il Ministro Szijjßrtó ha detto di essere scioccato per la reazione italiana alla detenzione di Salis: ‘Questa signora, presentata come una martire in Italia, è venuta in Ungheria con un piano chiaro per attaccare persone innocenti nelle strade come parte di un’organizzazione di sinistra radicale”, scrive Kovacs riportando le dichiarazioni del capo della diplomazia ungherese. “Questo non è stato un crimine commesso per capriccio ma un atto ben pensato e pianificato. Hanno quasi ucciso delle persone in Ungheria, e ora lei viene raffigurata come una martire”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, secondo quanto riporta il portavoce del governo magiaro.“Spero sinceramente che questa signora riceva la meritata punizione in Ungheria”, ha affermato Szijjßrtó che ha criticato i media italiani che hanno parlato soltanto della situazione di Salis tralasciando quanto accaduto alle vittime degli attacchi di cui è accusata.


 

Auto, Unrae: 23% ha più di 18 anni. Bev al 4,2%

Auto, Unrae: 23% ha più di 18 anni. Bev al 4,2%Milano, 28 feb. (askanews) – Nel 2023 le immatricolazioni di auto in Italia superano 1,566 milioni di unità, circa 250 mila vetture in più rispetto al livello del 2022, ma ancora lontano dai 1,917 milioni del 2019.


A differenza delle immatricolazioni, il parco circolante presenta una curva sempre in salita, che dai 34,3 milioni del 2009 sale a oltre 40 milioni nel 2023, trascinando in su nello stesso tempo anche l’età media delle vetture, da 7,9 anni a 12,5 anni circa, con evidente rallentamento del processo di rinnovo ed impatti negativi sulla qualità dell’aria e sulla salute. L’analisi del settore autoveicoli in Italia a cura del Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, nella XXIV edizione del Book 2023, mostra infatti che degli oltre 40 milioni di vetture circolanti nel 2023, ben 9,3 milioni (il 23,2%) sono ante Euro 4, con oltre 18 anni di età. Analizzandolo l’alimentazione, il parco circolante delle autovetture a fine 2023 risulta composto per l’84,8% da auto a benzina e diesel; sono in crescita le ibride a quota 5,3% e le auto a Gpl al 6,5%. Seppur ancora poco rappresentative, le vetture elettriche salgono a 220.000 auto circolanti e le ibride plug-in a 242.000 unità (complessivamente le Ecv sono l’1,1% del totale). Guardando invece alle immatricolazioni, il consuntivo 2023 vede le auto a benzina crescere del 22,5% a quota 28,6% del totale e le diesel perdere oltre 2 punti di quota (al 17,5%) anche se le immatricolazioni aumentano del 6,1%. Salgono al 36,1% di share le auto ibride e crescono del 20,2% le immatricolzioni di auto a Gpl, che salgono a quota 9,1%.


Deludono invece le attese per la decarbonizzazione: le auto elettriche pure nel 2023 guadagnano appena mezzo punto, fermandosi al 4,2% di quota (con 66.300 immatricolazioni) e le vetture plug-in cedono 0,7 punti, scendendo al 4,4%. Ne consegue un peggioramento dei dati sulle emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni, risalite nel 2023 a 119,5 g/Km dopo un trend in calo nei precedenti 4 anni, con una performance lontana dalla media dei 27 Paesi UE, pari a 110 g/Km. Anche nel 2023 l’Italia si conferma infatti all’ultimo posto fra i Major Markets europei per quota di auto “con la spina”, all’8,6% di quota complessiva, superata anche dalla Spagna con l’11,9%. In Francia BEV e PHEV insieme valgono il 26,0% del mercato, in Germania il 24,6% (in calo per l’esclusione dagli incentivi delle PHEV, e a seguire anche delle BEV per le persone giuridiche), nel Regno Unito il 23,9%.

Moncler: ricavi 2023 sfiorano i 3 miliardi, dividendo a 1,15 euro

Moncler: ricavi 2023 sfiorano i 3 miliardi, dividendo a 1,15 euroMilano, 28 feb. (askanews) – Il gruppo Moncler chiude il 2023 con ricavi consolidati che sfiorano i 3 miliardi (2,98 mld), in crescita del 15% (a cambi correnti), Ebit a 893,8 milioni, con un margine del 30%, e risultato netto a 611,9 milioni rispetto a 606,7 milioni nel 2022 che includeva un beneficio fiscale straordinario di 92,3 milioni per il riallineamento del valore fiscale del marchio Stone Island. A fine 2023, la cassa netta è di oltre 1 miliardo. Proposta di distribuzione di un dividendo in aumento a 1,15 euro per azione, con un payout ratio del 51%.


“Il 2023 ha scandito il decimo anniversario dalla nostra quotazione alla Borsa di Milano. Oggi sono molto orgoglioso di celebrare questo importante traguardo con risultati record per il gruppo”, ha commentato Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler. “Guardando al futuro, il viaggio prosegue. In Moncler, continueremo a rafforzare le tre dimensioni del nostro marchio – Collection, Genius e Grenoble – mantenendo una connessione costante con le community esistenti e raggiungendone di nuove. Nel frattempo, Stone Island inizia un nuovo capitolo, pronta ad esprimere il suo pieno potenziale attraverso una strategia di brand engagement e di posizionamento del marchio altamente distintiva che abbiamo recentemente lanciato”.

Anga (Confagri): bene legge imprenditoria agricola under 40

Anga (Confagri): bene legge imprenditoria agricola under 40Roma, 28 feb. (askanews) – “Fondamentale aver messo in pratica la volontà di promuovere l’imprenditoria giovanile agricola, a firma Carloni/Bergesio, come la nostra Associazione aveva richiesto da tempo. È un segnale forte e positivo, necessario in questa fase difficile per il settore primario”. Lo ha affermato Giovanni Gioia, presidente dell’associazione che riunisce gli ‘under 40’ di Confagricoltura.


“Ribadiamo – continua il presidente dell’Anga – che ogni euro speso a sostegno dell’imprenditoria giovanile restituisce un enorme valore aggiunto al sistema Paese. Continueremo a impegnarci perché venga costruita una via semplice da percorrere per i giovani che desiderano insediarsi nel settore. Rimangono le nostre preoccupazioni rispetto alle fasi di avviamento e di accesso al credito e la mancanza di aliquote di favore, sui crediti di imposta, per i giovani agricoltori impegnati nella costruzione e ristrutturazione di fabbricati rurali e nell’acquisizione di beni strumentali”. L’Anga mette in evidenza che, pur con una diminuzione di 82.000 aziende ‘under 40’ negli ultimi 10 anni, le imprese condotte da giovani hanno una dimensione media doppia rispetto a quelle degli over 40 (18,3 ha contro 9,9 ha) e una redditività superiore del 30%. Investono anche in innovazione, nella digitalizzazione dei processi e nella propria formazione.

”La Russia che si ribella”, saggio Altreconomia su opposizione russa

”La Russia che si ribella”, saggio Altreconomia su opposizione russaRoma, 28 feb. (askanews) – A pochi giorni giorni dalla morte di Aleksej Navalny (16 febbraio 2024) e in concomitanza con le elezioni presidenziali russe, che si tengono dal 15 al 17 marzo 2024, Altreconomia porta in libreria un saggio importante: “La Russia che si ribella. Repressione e opposizione nel paese di Putin”, scritto da due profondi conoscitori, e studiosi, della società russa: Maria Chiara Franceschelli, dottoranda della Scuola Normale Superiore di Pisa, e Federico Varese, professore di Sociologia a Sciences Po, Parigi, e Senior Research Fellow del Nuffield College, Oxford.


Dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, ma anche ben prima, molte persone si sono chieste “perché i russi non si ribellano?”. Il dibattito pubblico ha spesso invocato un’atavica apatia del popolo russo, assuefatto a secoli di oppressione, privo del patrimonio genetico della democrazia, impantanato in un Paese che ha conosciuto solo autoritarismo. “La Russia che si ribella” propone un’analisi approfondita della storia dell’opposizione a Vladimir Putin e delle diverse forme di repressione e resistenza nel Paese dal 2000 a oggi. Come scrivono gli stessi autori: “Pur messa a dura prova da una erosione graduale e costante del proprio margine di manovra, la società civile russa ha usato, negli anni, un vasto repertorio di espressioni di dissenso alternative”. Attraverso cinque interviste-testimonianze il libro esplora le complesse dinamiche della società e della politica russe, evidenziando il ruolo della Chiesa ortodossa, della società civile e dei sondaggi d’opinione, nonché la complicità delle istituzioni accademiche nel contesto dell’autoritarismo putiniano. Il testo è arricchito da una cronologia dettagliata dal 2000 a oggi e da un glossario con le parole chiave della depoliticizzazione e delle strategie del regime per depotenziare le voci di protesta e ribellione russe.


Apre il volume Ljudmila Vasileva, combattiva ottantenne, veterana delle proteste: “Vivo ancora a San Pietroburgo e passo gran parte del mio tempo ad andare in tribunale in solidarietà con i prigionieri politici. Proprio qualche giorno fa ero al processo di un uomo arrestato per dichiarazioni contro la guerra. Mi sono avvicinata ai pubblici ministeri e ho detto loro che avrebbero bruciato all’inferno per appoggiare ‘questo assassino’, riferendomi a Vladimir Putin. Mi rendo conto che non si possono dire queste cose, che ti mettono in prigione. Ma io non ho più nulla di cui preoccuparmi”.

Arianna Meloni: in Sardegna abbiamo perso tutti, non Giorgia

Arianna Meloni: in Sardegna abbiamo perso tutti, non GiorgiaRoma, 28 feb. (askanews) – “Dai ragazzi, siamo arrivati tardi, secondo me, con il candidato. Hanno vinto per 3mila voti. Dai su”. Così Arianna Meloni ha risposto a Piazza Pulita che la ha interpellata all’ingresso della sede di Fdi in merito alle elezioni in Sardegna.


Arrivati tardi perché avete litigato? “Non abbiamo litigato, siamo gente che cerca di fare dei ragionamenti”. Giorgia Meloni ha detto ho perso io… è l’unica che l’ha detto: “Perché è una brava persona, ma abbiamo perso tutti”, ha aggiunto.

Nato, cosa pensano gli svedesi: “Neutralità? Non è più tempo”

Nato, cosa pensano gli svedesi: “Neutralità? Non è più tempo”Stoccolma, 28 feb. (askanews) – “Non è più il tempo della neutralità”. Asa, una signora svedese di 50 anni, lo afferma mentre passeggia tranquilla nei Giardini reali di Stoccolma (Kungstradgarden), popolare punto di ritrovo della capitale svedese e luogo simbolo della libertà e tolleranza che regnano in città. “Ora sarà bene essere dentro alla Nato”, le fa eco Eric mentre passa vicino al palazzo della Corona, e però chiede di non essere ripreso per motivi professionali. “Sì, possiamo dire così. Sono a favore, sì” continua. “È una cosa buona per la difesa dell’Europa, soprattutto vista la situazione imprevedibile della guerra in Ucraina. E’ una decisione saggia” aggiunge rispondendo ad askanews, convinto che “la Russia è la principale minaccia in Europa ora. L’invasione in Ucraina ha favorito, nella mia opinione, l’adesione della Svezia nella Nato. Prima il focus era relativo ai costi in termini finanziari, ma ora abbiamo una minaccia immediata e questo è il motivo per il quale è una cosa positiva l’adesione.


Mathias ha 20 anni e avrebbe preferito un voto del popolo sulla adesione del Paese nella Nato. “La mia posizione è piuttosto neutrale – dice – Vorrei che la Svezia restasse neutrale. Non è il momento di prendere una posizione o l’altra. Sarebbe meglio se la gente votasse”. Camminano nella via dello shopping Tilda e Alice, di ritorno dall’Università dove studiano una Economia e l’altra Sociologia. “È positivo che Svezia entri a far parte della Nato: abbiamo bisogno del suo aiuto. Ora è il momento di trovare la pace. È terribile vedere quello che sta succedendo in Ucraina, come vengono uccise le persone, sono esseri umani, siamo tutti esseri umani”. Johan è un architetto che lavora in una azienda di Stoccolma, sposato con una ragazza turca. Sta passeggiando nella parte vecchia, in una delle tante stradine tra i palazzi antichi. “L’adesione della Svezia nella Nato? È ora il momento giusto, lo dobbiamo fare a causa della situazione mondiale, ovviamente” dichiara. “Per certi versi sono molto triste – prosegue – perché ho sempre vissuto in un Paese neutrale. In un certo senso, sento che sto perdendo qualcosa di importante che abbiamo sempre avuto. Ma penso che sia necessario in questo momento: è necessario confrontarci con il mondo di oggi”. Teme ripercussioni da parte della Russia?, gli chiede askanews: “No, non credo – risponde con sicurezza – Mosca non può aprire una guerra su due fronti, non credo sia possibile. Non la temo affatto, ma dobbiamo essere cauti con Putin”.


Ma non sono tutti entusiasti. Qualcuno che non lo è, preferisce non rilasciare dichiarazioni. “Vedremo a giugno con le elezioni: a quel punto sarà davvero il nostro sistema democratico a rispondervi”, è la laconica risposta. Affi, una signora anziana che abita proprio nella piazza grande del quartiere Gamla Stan, dove domina il museo dedicato al Premio Nobel. “Sì, sono entusiasta. Penso che sia molto positivo per la Svezia entrare nella Nato. Perché? Ci sono altri Paesi oltre alla Svezia. Adesso non siamo più soli”, dice e poi aggiunge in un sussurro: “Abbiamo paura della Russia”.


Asa ha una spilla sul giaccone, dedicata all’Ucraina invasa dalla Russia; è molto ben informata: “Credo che sia il momento giusto. Abbiamo aspettato per 22 mesi. Quindi penso che sia molto positivo. Ma l’Ungheria non ha ancora completato il processo. Perciò qualcuno pensa che si farà venerdì, ma forse ci vorrà più tempo”, aggiunge con chiaro riferimento allo slittamento dopo il voto del Parlamento di Budapest, che non vede ancora la ratifica della presidenza ungherese a causa del cambio al vertice. Asa ha un passato da pacifista: “Io sono sempre stata per la pace, volevo solo la pace e così via. Ma ora vedo che non possiamo farcela da soli. Siamo un piccolo Paese e viviamo qui nel Mar Baltico. E siamo molto vicini alla Russia. E la Finlandia è come noi. Ma poi la Finlandia ci ha preceduto nella Nato. Peccato. Dovevamo entrare mano nella mano”.


Dello stesso parere è il marito di Asa, Lars che ricorda come nelle ultime ore attacchi informatici hanno colpito strutture pubbliche svedesi e ospedali. “Dobbiamo entrare nella Nato, perché siamo un Paese piccolo, non possiamo starne fuori. E Putin ci ha minacciato. Lo ha fatto prima della guerra in Ucraina e lo fa ancora. Anche l’ambasciatore russo qui a Stoccolma ci ha minacciato, quindi dobbiamo essere tutti uniti. Anche questo è un segnale alla Russia e a Putin, ovvero che siamo forti e fiduciosi di dover rimanere uniti”. E poi aggiunge, dai Giardini reali di Stoccolma, assurti a simbolo dell’atmosfera di libertà e tolleranza svedese: “Vogliamo sostenere i nostri valori e il nostro modo di vivere”. (Di Serena Sartini e Cristina Giuliano)

Btp Valore: ordini complessivi superano quota 14,6 miliardi

Btp Valore: ordini complessivi superano quota 14,6 miliardiMilano, 28 feb. (askanews) – La raccolta del nuovo Btp Valore, nel terzo giorno di collocamento, ha superato quota 3,6 miliardi di euro, per un totale di 131.708 contratti. Sommando gli 11,05 miliardi raccolti nei primi due giorni, le richieste complessive arrivano a 14,65 miliardi.


Il collocamento della terza emissione del titolo dedicato ai piccoli risparmiatori – con tasso minimo garantito del 3,25% per i primi tre anni e del 4% per i successivi tre – termina venerdì (salvo chiusura anticipata).

Ue, Roma e Berlino bloccano direttiva su catene del valore imprese

Ue, Roma e Berlino bloccano direttiva su catene del valore impreseBruxelles, 28 feb. (askanews) – Nuovo attacco al Green Deal europeo. E’ stata bloccata oggi a Bruxelles, dagli ambasciatori presso l’Ue dei governi tedesco, italiano e di una decina di altri paesi, l’approvazione dell’accordo in “trilogo” tra i negoziatori del Consiglio, del Parlamento europeo e della Commissione sulla direttiva per la “Due Diligence”, ovvero “dovere di diligenza” delle imprese riguardo alla sostenibilità sociale e ambientale delle proprie catene del valore.


A quanto si apprende a Bruxelles, durante la riunione di oggi del Coreper (il Comitato tecnico dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue, che prepara le riunioni ministeriali del Consiglio), oltre a Italia e Germania, hanno dichiarato l’intenzione di astenersi anche Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Slovacchia, Ungheria, mentre la Svezia ha prospettato il suo voto contrario. Il blocco di un accordo già raggiunto in “trilogo”, per quanto teoricamente possibile, ha pochissimi precedenti nella storia dell’Ue negli ultimi 16 anni, da quando cioè questa procedura decisionale co-legislativa informale è stata introdotta, a metà del 2007, mostrando la sua maggiore efficacia e rapidità rispetto alla procedura di co-decisione formale prevista dai Trattati Ue (che prevede tre fasi: prima lettura, seconda lettura ed eventualmente conciliazione).


La proposta di direttiva sul dovere di diligenza riguarda le imprese operanti nell’Ue con oltre 500 dipendenti e un fatturato netto a livello mondiale di oltre 150 milioni di euro, a cui è richiesto di garantire che le proprie attività e quelle di tutte le aziende coinvolte nella loro catena del valore (dall’approvvigionamento, a monte, alla distribuzione e gestione dei rifiuti, a valle) rispettino i diritti umani, sociali e ambientali tutelati dalle convenzioni e dai trattati internazionali (come l’accordo di Parigi sul clima, la Convenzione sulla biodiversità, le convenzioni contro il lavoro minorile, la schiavitù e lo sfruttamento del lavoro). Secondo quanto prevede la proposta legislativa, le società europee dovranno sospendere o terminare i rapporti commerciali con le società partner, ovunque situate, che violano questi diritti. Ma le posizioni critiche nei riguardi della direttiva evidenziano i costi aggiuntivi per le società che saranno sottoposte alle nuove norme, le difficoltà di assicurare il controllo di tutte le imprese coinvolte nella catena del valore, e il rischio per le aziende europee di essere costrette a rinunciare a delle forniture di materie prime critiche o componenti essenziali, non facilmente reperibili da altre fonti sul mercato globale. Quello di oggi era il secondo tentativo da parte del Coreper di approvare l’accordo in trilogo (raggiunto dai negoziatori delle tre istituzioni il 14 dicembre scorso), dopo un primo nulla di fatto il 9 febbraio scorso, a causa dell’astensione della Germania (decisa per via dell’opposizione alla direttiva da parte del partito liberale del ministro delle Finanze, Christian Lindner), a cui si era aggiunta, a sorpresa, quella dell’Italia, oltre che di alcuni altri paesi più piccoli (nelle decisioni del Consiglio Ue a maggioranza qualificata, l’astensione vale come voto contrario). L’Italia avevano votato a favore della posizione negoziale del Consiglio Ue (“orientamento generale”), il primo dicembre 2022. Il Parlamento europeo aveva poi adottato la propria posizione negoziale il primo giugno 2023, con con 366 voti a favore, 225 contrari e 38 astensioni.


Alcune fonti a Bruxelles riferiscono che il governo di Giorgia Meloni, che originariamente non era contrario alla direttiva (almeno nella sua versione modificata dell’”orientamento generale” del Consiglio Ue), starebbe ora negoziando per ottenere, in cambio della sua astensione sulla “Due Diligence”, un avvicinamento della Germania alle posizioni italiane nel contesto di un altro “trilogo” ancora in corso: quello sul regolamento Ue sugli imballaggi e rifiuti da imballaggi. In quest’ultimo caso, al Parlamento europeo i gruppi d’interesse appoggiati dall’Italia avevano ottenuto molte modifiche nel mandato negoziale approvato dalla plenaria di Strasburgo, in particolare con la cancellazione di alcuni obblighi relativi agli obiettivi di riuso degli imballaggi e ai divieti di imballaggi monouso. Ma il Consiglio Ue ha ripristinato, nel suo “orientamento generale”, buona parte della proposta originaria, andando così contro le posizioni italiane. Loc

Turismo, Alessandra Priante è il nuovo presidente dell’Enit

Turismo, Alessandra Priante è il nuovo presidente dell’EnitRoma, 28 feb. (askanews) – Alessandra Priante è il nuovo presidente di Enit S.p.A. Già Direttore Europa dello UNWTO, l’Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di turismo a livello globale. Donna di grande esperienza internazionale, è stata fino a ottobre 2019 il capo ufficio relazioni internazionali e del cerimoniale del MIPAAFT, ruolo da cui ha coordinato e gestito la transizione delle politiche del turismo dal MiBACT verso la nuova governance al Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo. Ha ripreso le fila delle policies del turismo nazionale, riuscendo a riportare l’Italia in posizione centrale nelle principali piattaforme internazionali, da UNWTO ad OCSE, Europa e le strategie BlueMed, Eusair, Eusalp.


Priante è esperta di policies del turismo e segue in particolare gli ambiti dei dati e delle rilevazioni statistiche, del turismo enogastronomico, sanitario, accessibile, le dinamiche dell’overtourism e l’analisi della domanda lungo le direttive della trasformazione digitale. “Onorata – spiega Alessandra Priante – del ruolo di grande responsabilità che mi viene riconosciuto e sono entusiasta di poter contribuire allo sviluppo e alla promozione del nostro meraviglioso Paese come destinazione turistica di eccellenza. Avremo l’obiettivo comune, sotto la regia del Ministero del Turismo e del Ministro Daniela Santanchè, di valorizzare e promuovere le bellezze dell’Italia, al fine di attrarre un numero sempre maggiore di turisti provenienti da tutto il mondo. Per raggiungere questo obiettivo, mi impegnerò a collaborare con le istituzioni locali, le associazioni di categoria e gli operatori turistici, al fine di creare sinergie e promuovere un turismo sostenibile e responsabile”. Priante ha poi aggiunto: “Intendo puntare sull’innovazione e sulla digitalizzazione del settore turistico, per rendere l’Italia sempre più accessibile e attrattiva per i viaggiatori. Sarà mia priorità anche potenziare la formazione e la qualificazione professionale degli operatori turistici, al fine di offrire servizi di alta qualità e garantire un’esperienza indimenticabile ai visitatori. Mi impegnerò a promuovere la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese, per preservarlo e tramandarlo alle generazioni future. L’Italia ha tanto da offrire e sono convinta che, lavorando insieme, possiamo fare dell’ Italia una destinazione turistica irrinunciabile. Grazie per la fiducia che mi avete dimostrato e sono sicuro che, con il vostro sostegno, riusciremo a raggiungere traguardi ambiziosi per il turismo italiano”.


Ivana Jelinic amministratore delegato di Enit, aggiunge: “Con il nuovo presidente si completa l’iter di avvio della nuova struttura di Enit pronta a mettere in campo il nuovo assetto servizio dell’Italia e della promozione dell’immagine del Belpaese nel mondo, lavoreremo insieme per poter dare sempre maggiore valore e dignità ad un lavoro complesso che richiede una narrazione differente.ci concentreremo anche sugli aspetti di modernizzazione e di attualizzazione del comparto iniziandolo ad un approccio ancora più performante e professionalizzante”. Il consiglio di amministrazione di Enit S.p.A. è composto così dal presidente Alessandra Priante, dall’amministratore delegato Ivana Jelinic, e dal consigliere Sandro Pappalardo.