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Dal Quirinale al Mann di Napoli in mostra i bronzi di San Casciano

Dal Quirinale al Mann di Napoli in mostra i bronzi di San CascianoRoma, 18 feb. (askanews) – Un viaggio attraverso i secoli alla scoperta del paesaggio delle acque calde tra Etruschi e Romani nel territorio dell’antica città-stato etrusca di Chiusi: è in programma fino al 30 giugno al Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano”, che presenta al pubblico gli straordinari ritrovamenti effettuati nell’estate 2022 e le novità venute alla luce nel 2023 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. La mostra, curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, è stata presentata per la prima volta al Palazzo del Quirinale tra giugno e dicembre del 2023, grazie all’iniziativa della Presidenza della Repubblica. Dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria è raccontata in un percorso ricco di suggestione: come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua calda, non solo a San Casciano dei Bagni, ma anche in una moltitudine di luoghi sacri del territorio. Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo ed ex-voto anatomici narrano una storia di devozione, di culti e riti in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici. L’eccezionale stato di conservazione delle statue ha permesso di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che restituiscono nuovi dati sul rapporto tra Etruschi e Romani, sui culti presso le sorgenti termali e sulle divinità qui venerate.


“I Bronzi di San Casciano, esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, offrono alla nostra comunità un frammento di storia sepolta e anche l’emozione di questa scoperta, definita dagli esperti una delle più rilevanti degli ultimi tempi. Si tratta di uno scavo giovane, siamo certi che le ricerche condotte dal Ministero della Cultura, con il coinvolgimento di tanti atenei, coordinati dall’Università per Stranieri di Siena, ci regalerà nel prossimo futuro molte nuove scoperte. Abbiamo già proceduto all’acquisto di un palazzo cinquecentesco nel centro storico di San Casciano e ciò renderà possibile presto l’apertura di un museo che diventerà la nuova casa di questi reperti. La ferma volontà di mantenere il legame inscindibile delle scoperte con il territorio è parte costitutiva del progetto di valorizzazione dell’identità delle nostre comunità locali. I musei sono punti cardinali della nostra identità e memoria. La mostra al MANN, fra i più importanti musei archeologici al mondo, testimonia l’importanza per il Ministero della Cultura di questo progetto e ribadisce come il patrimonio sia di tutti”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

Il miele: proprietà e varietà da scoprire per rilanciare i consumi

Il miele: proprietà e varietà da scoprire per rilanciare i consumiMilano, 18 feb. (askanews) – ll consumo di miele in Italia è per lo più circoscritto ad alcuni periodi dell’anno, come l’inverno, e a momenti specifici della giornata, la colazione prima fra tutte. E questo, chiaramente, si riflette nei consumi pro-capite, che per gli italiani si fermano a 500 grammi l’anno, secondo gli ultimi dati Ismea, al di sotto della media europea di 600 grammi e ben lontano dai livelli della Germania, prima per consumi in Europa, con 1,5 chili l’anno. Eppure le proprietà e le occasioni di consumo di un prodotto naturale come il miele sono numerose, oltre a una verità che spesso ai più è sconosciuta. Il gruppo miele e altri prodotti dell’alveare di Unione italiana food, che riunisce i confezionatori e gli importatori italiani di miele, ha raccontato, col supporto della ricerca scientifica, le proprietà che ancora non conosciamo dell’oro liquido, al di là del classico rimedio della nonna, latte caldo col miele, per la prima influenza di stagione.


Da sempre utilizzato nella medicina tradizionale, diversi studi ne hanno dimostrato le proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, nonché il potere cicatrizzante delle ferite. Il suo basso contenuto di umidità, il perossido di idrogeno e l’acidità (pH medio di 3,9) sono attivi contro i microrganismi e forniscono al miele proprietà antibatteriche. Ancora, alcuni dati ottenuti in studi preclinici, sulle cellule in coltura in vitro, e clinici su piccoli gruppi di individui suggeriscono che il miele possa essere utile nel trattamento della tosse, e dei disturbi intestinali e digestivi. Infatti, studi condotti nel Dipartimento di genetica dell’Università di Pisa hanno dimostrato le proprietà antimicrobiche del miele. In particolare, i mieli più scuri e la “melata” sono particolarmente attivi contro alcuni batteri patogeni dell’uomo, come l’helicobacter pylori, che colonizza la mucosa dello stomaco provocando gastrite e ulcere, e lo stafilococco, responsabile di molte malattie della pelle come l’acne. Non solo. Come dimostrano i dati di mercato del gruppo miele di Unionfood, se da una parte c’è il mercato della gdo dove i vasetti di miele arrivano sugli scaffali per il largo consumo, dall’altro c’è l’industria, da quella farmaceutica a quella dolciaria a quella cosmetica, ambiti dove il miele è molto richiesto. Accanto alla molteplicità delle proprietà, ci sono le varietà. E qui sarebbe più opportuno parlare di mieli e non genericamente di miele. In tutto il mondo sono oltre 300 i tipi e differiscono per colore, aroma e sapore a seconda della fonte vegetale in cui le api raccolgono il nettare. A livello organolettico, gli zuccheri rappresentano più del 95% della materia secca del miele e quindi sono le sostanze che ne determinano le proprietà fisiche quali viscosità, igroscopicità (la capacità di una sostanza di assorbire le molecole d’acqua presenti nell’ambiente circostante), stato fisico (liquido o cristallizzato). Glucosio e fruttosio costituiscono circa il 90% degli zuccheri totali ed hanno una duplice origine: in parte derivano dal nettare ed in parte dalla digestione del nettare operata dalle api.


A tal proposito, ricordano i confezionatori, se conservati correttamente, i mieli non scadono perchè sono sostanze poco (o niente affatto) umide e particolarmente acide, quindi, del tutto inospitali per batteri e muffe: non a caso alcuni ricercatori hanno trovato piccole quantità di miele ancora “commestibile” all’interno di tombe egizie. Altro elemento distintivo in particolare di alcuni mieli è la cristallizzazione che è un processo del tutto naturale: la consistenza del miele dipende dalla percentuale di zuccheri presenti, se contiene più glucosio (es. tarassaco, girasole, colza), la cristallizzazione è più veloce, se invece prevale il fruttosio, il miele tenderà a rimanere più liquido (es. acacia, castagno). La cristallizzazione dunque non è sinonimo di impurità, di presenza di zuccheri aggiunti. Su questo i confezionatori tengono a sottolineare che “il miele è tra i prodotti alimentari di origine animale destinati al consumo umano tra i più controllati, sicuri e attenzionati sia da parte privata che da parte dei controlli pubblici per il duplice aspetto di autenticità e salubrità per la sicurezza alimentare. Si tratta di un valore aggiunto, poco percepito dal consumatore, che garantisce l’eccellenza di un miele puro e genuino”. “Una cosa è certa – afferma Giancarlo Quaglia, chairman del gruppo di lavoro tecnico della Federazione europea dei confezionatori e distributori di miele – solo i migliori mieli nazionali ed esteri vengono confezionati dalle industrie italiane, con controlli accurati che garantiscono prodotti di elevata qualità, indipendentemente dalla loro origine. Sono tanti, infatti, i parametri che le aziende devono rispettare perché un prodotto possa definirsi “miele” e scongiurare il rischio dell’adulterazione. Sempre più importanti, poi, sono i controlli a cui viene sottoposto il miele per assicurare l’assenza di sostanze estranee alla sua composizione. Perché il miele possa essere definito tale, infatti, non si può aggiungere altra sostanza o ingrediente”.

Gli universi del possibile: Wayne McGregor tra clima e visioni

Gli universi del possibile: Wayne McGregor tra clima e visioniMilano, 18 feb. (askanews) – Ci possono essere misteri e viaggi nello spazio e nel tempo; ci possono essere divinità divisive e segni magici; c’è una danza d’impianto tradizionale calata in un contesto fantascientifico; ci sono i corpi e la tecnologia; c’è la poesia e forse la storia del passato e del futuro; c’è la crisi climatica, c’è il buio, ma può esserci anche una speranza. Oppure potrebbe esserci molto altro, molte narrazioni diverse, molte visioni diverse. Unite però da un racconto coreografico e visuale che ha la forza di andare oltre e di mettere in scena l’urgenza del tempo che viviamo e di quello che potremmo (non) vivere ancora. Lo spettacolo “UniVerse: A Dark Crystal Odyssey” del coreografo britannico, e attuale direttore della Biennale Danza di Venezia, Wayne McGregor è uno spettacolo dalla straordinaria scenografia e dalle vaste profondità. Portato anche in Triennale Milano in occasione del FOG Festival, ha mostrato ancora una volta come oggi si possa ripensare l’idea stessa di palcoscenico, senza togliere la centralità dei corpi e dell’azione dal vivo, ma integrandola con le risorse della tecnologia e con un gioco sui piani di scena che genera una sorta di spettacolo nello spettacolo, non nel senso shakespeariano classico, ma in quello visivo e narrativo. Le immagini che appaiono davanti e alle spalle dei danzatori sono parte della storia, sono amplificatori, sono in certi casi veri e propri oggetti. Ma al tempo stesso sono spirito, sentimento, aspirazione, contrappunto e a volte sono tutto, come una grande oggetto gravitazionale dalla incommensurabile forza attrattiva.


Lo spettacolo di McGregor parla di clima, di un pianeta malato e di un’umanità che si divide, parla di paure contemporanee e antichissime, dello sguardo verso il cielo e le sue profondità scientifiche che vanno oltre la comprensione. Parla di uomini e viaggiatori, pronti ad andare, come cantava Battiato, “alle porte di Sirio”, ma anche, sulla scorta del film “The Dark Crystal” di Jim Henson al quale si ispira, della rottura dell’equilibro universale e delle conseguenti divisioni che si creano. Da qui le molte scene di scontro che caratterizzano la coreografia, da qui la tensione, resa più dolorosa dalla consapevolezza di un tempo che diventa sempre più breve, sempre più rischioso per noi. Ma poi arrivano le stelle, le galassie. I performer e il pubblico con loro alzano gli occhi al cielo e vedono la meraviglia senza fine, il sublime kantiano, ma nella forma della bellezza più pura, libera dalla paura, che invece sembra essere il sentimento più diffuso sulla terra. Dalla platea si ha la sensazione di poter essere in molti mondi diversi (e in molti sentimenti diversi) allo stesso tempo, con il conseguente senso di spaesamento; ma la musica, le immagini e i movimenti dei ballerini ricompongono questa incertezza in una visione che ha la potenza dello sguardo oltre la siepe dell’Infinito leopardiano, ma anche un’armonia strana e superiore: l’armonia della possibilità, di un’altra possibilità. Una storia diversa è possibile, sembra ricordarci McGregor, purché si sia prima compreso fino in fondo, proprio dentro i corpi sul palco e anche in parte in quelli seduti in sala, il contesto del presente. La sua drammatica poeticità, che è ciò a cui aggrapparsi, grazie alla voce recitante che appare a scandire i tempi e i momenti del racconto; un po’ come l’apparizione del monolito scandiva i salti evolutivi in un’altra Odissea, quella di Arthur Clarke e Stanley Kubrick, nel 2001 dei sogni collettivi. C’è anche qualcosa di panico, un sentimento spinoziano della Natura come tutto, come entità assoluta le cui processioni generano la fenomenologia. Ma nel caso di “UniVerse” è la stessa fenomenologia a farsi totalizzante, in un circolo che si rincorre e si completa proprio nel non chiudersi mai. Ogni scena alza ulteriormente la posta in gioco e spinge un passo oltre il confine da raggiungere. Ma trattandosi di un universo in espansione è chiaro che, come dei nuovi Kafka o Beckett, a quel confine non arriveremo mai, Godot lo continueremo ad aspettare. Però l’attesa è il viaggio stesso, l’attesa è il Tempo, che la grandezza della visione di Wayne McGregor riesce a piegare, per allargare ancora di più le porte delle nostre percezioni di spettatori. Il viaggio lisergico dell’astronauta Bowman diventa allora accessibile, con la stessa mancanza di certezze e di risposte, certo, ma con un punto di approdo che è ancora vicino, vicinissimo a noi. Perché la danza può curvare lo spaziotempo e riportarci a casa, sapendo che dopo aver vissuto questo spettacolo ogni cosa potrà anche apparirci diversa. E così, chissà, forse è così che si impara a sperare. (Leonardo Merlini)

La Fragola della Basilicata protagonista a Rimini

La Fragola della Basilicata protagonista a RiminiRoma, 18 feb. (askanews) – Con il suo gusto dolce e inteso, il suo colore rosso chiaro e brillante, la sua polpa consistente e la sua versatilità, la “Fragola della Basilicata” sarà protagonista a Rimini, da oggi al 20 febbraio, ai “Campionati italiani della Cucina 2024”, la più la più importante e completa competizione culinaria nazionale, organizzata dalla Federazione Italiana Cuochi, riconosciuta dal circuito Worldchefs e ospitata nell’ambito dell’evento Beer&Food Attraction. Tre giorni di gare, 2000 concorrenti e accompagnatori, 16 team nazionali ed esteri, 14 categorie in gara tra senior e junior, 45 giudici certificati Worldchefs, più di 60 cooking show sul palco, una cinquantina di giornalisti e foodblogger e più di 1800 pasti serviti da Casa FIC, sono i numeri della più importante kermesse di promozione della cultura enogastronomica italiana nel mondo.


(segue)

Tutti i partiti in piazza per Navalny, lunedì fiaccolata a Roma

Tutti i partiti in piazza per Navalny, lunedì fiaccolata a RomaRoma, 17 feb. (askanews) – Si terrà lunedì 19 in Piazza del Campidoglio a Roma una fiaccolata per ricordare l’oppositore russo Alexei Navalny, morto ieri nella colonia carceraria artica.L’iniziativa è stata lanciata dal leader di Azione, Carlo Calenda, sui social nel primo pomeriggio e, ora dopo ora, ha raccolto l’adesione di tutti i partiti. “Hanno aderito tutti i partiti. Forse è la prima volta nella storia recente del nostro paese”, commenta Calenda.


La prima a raccogliere l’invito è la segretaria del Pd, Elly Schlein. Non passa neanche mezzo’ora dal post su X del leader di Azione che la dem replica: “Noi ci siamo. Per contrastare un regime che uccide il dissenso e la libertà, per solidarietà a chi oggi in Russia viene arrestato perché dissente da Putin e protesta per la morte di Navalny”. Non si fa attendere l’adesione di Più Europa che già ieri a poche ore dalla notizia della morte di Navalny si era recata in delegazione davanti all’ambasciata russa a Roma “per manifestare lo sdegno per l’omicidio di Stato ad opera di Putin”. Davanti all’ambasciata russa ieri c’era anche Alleanza Verdi sinistra che quindi non mancherà all’iniziativa di lunedì: “Ci saremo sempre e comunque per protestare contro il regime putiniano che uccide il dissenso da Politkovskaja a Navalny”, spiega Angelo Bonelli. L’adesione dei partiti della maggioranza Fratelli d’Italia e Forza Italia arriva a stretto giro. Giovanni Donzelli fa sapere che il partito della premier Giorgia Meloni sarà presente con una delegazione. Per Fi scenderà in piazza una delegazione con Raffaele Nevi e Deborah Bergamini “senza esitazioni” e “senza bandiere”. Non manca il sì di Noi moderati.


Poco prima delle 19 arriva l’adesione anche degli ultimi due partiti che mancano all’appello. Il Movimento 5 stelle e la Lega. Rompe il silenzio prima il partito di Giuseppe Conte annunciando che una delegazione sarà alla fiaccolata, poi tocca al Carroccio che si aggrega nonostante lo scontro avvenuto in mattinata proprio con Calenda. Il leader di Azione aveva sottolineato come “Salvini non ha ritenuto di dire una parola sull’assassinio di Navalny. Il legame con Putin e il suo partito rimane forte”. La reazione della Lega non si era fatta attendere: “Carlo Calenda mente o non sa di cosa parla: il comunicato con il cordoglio di Matteo Salvini e della Lega per la morte di Navalny è di ieri pomeriggio e si parla di scomparsa ‘sconcertante’ su cui fare ‘piena luce’. Questa volta, oltre alla smentita, Calenda riceverà anche una querela”, recitava un comunicato. Alla fiaccolata parteciperanno anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Sardegna, Conte: non riesco mai a incrociare Truzzu, ma esiste?

Sardegna, Conte: non riesco mai a incrociare Truzzu, ma esiste?Roma, 17 feb. (askanews) – “In questi giorni sto girando tanto la Sardegna ma non riesco mai a incrociare Truzzu. Ma dove sta? Esiste? È un ologramma…è sparito da Cagliari perché dicono che non tira buona aria. Dopo che nella classifica del Sole 24 Ore è terz’ultimo tra i sindaci meno amati. Ha portato Cagliari tra le prime dieci città più inquinate secondo la classifica di Legambiente. Ora vuole inquinare tutta la Sardegna. Questa è la meritocrazia del centrodestra. Più uno è incapace più lo promuoviamo. Se continua così sarà ministro e forse per voi sarebbe un bene”. Lo ha detto il leader M5s, Giuseppe Conte, a Cagliari per una iniziativa elettorale a sostegno della candidata presidente Alessandra Todde.

La Russa telefona a Meloni:delude silenzio opposizioni su De Luca

La Russa telefona a Meloni:delude silenzio opposizioni su De LucaRoma, 17 feb. (askanews) – A quanto si apprende il presidente del Senato Ignazio La Russa ha telefonato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni per esprimerle “la sua vicinanza dopo che oggi a Torino in un corteo pro Palestina dei manifestanti hanno dato fuoco ad una sua gigantografia assieme a quella del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu”.


Nel corso della telefonata il presidente La Russa si è detto inoltre “molto deluso dalla mancanza di solidarietà da parte delle forze di opposizione che ieri e oggi non hanno condannato le gravi parole pronunciate dal governatore della Campania De Luca contro Giorgia Meloni”. “Il rispetto per le istituzioni – sono state le parole del presidente del Senato – deve andare oltre le appartenenze politiche”.

Aiuti a Kiev e Difesa Ue, da Monaco sfida a Putin sulla sicurezza

Aiuti a Kiev e Difesa Ue, da Monaco sfida a Putin sulla sicurezzaMonaco di Baviera, 17 feb. (askanews) – L’Europa deve fare di più. Ora e in futuro. In un mondo diventato più pericoloso, la sicurezza e la Difesa dell’Unione europea richiedono una strategia a lungo termine, investimenti e una maggiore produzione di armi. E questo a prescindere da come finirà la guerra in Ucraina. Il messaggio che arriva da Monaco, dov’è in corso la 60esima edizione della Conferenza sulla sicurezza, è forte e chiaro. La minaccia della Russia è “reale”, avverte il cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’Ue e la Nato non possono lasciarsi cogliere impreparati, indipendentemente dall’esito delle elezioni che quest’anno avranno luogo su entrambe le sponde dell’Atlantico. D’altra parte, la guerra è già alle porte dell’Europa e Kiev ha bisogno urgente di aiuto. La situazione sul terreno “è cattiva”, “mancano le munizioni”, conferma il capo della diplomazia Dmytro Kuleba, dopo che il presidente Volodymyr Zelensky, in un intervento a lungo applaudito, aveva avvertito: “Non c’è nessuno in Europa per cui questa guerra non sia una minaccia. Dobbiamo fare della sicurezza una realtà. Altrimenti vivremo in un mondo in cui le guerre locali non rimarranno tali, ma diverranno catastrofi”.


Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, ha proposto la nomina di un Commissario alla Difesa Ue, se rieletta. Un’idea che piace ad Antonio Tajani, che oggi ha presieduto un vertice informale dei ministri degli Esteri del G7, a margine dei lavori nella capitale bavarese. “E’ una proposta che mi vede assolutamente favorevole, perché senza difesa europea non possiamo essere protagonisti nell’Alleanza atlantica in maniera paritaria e non possiamo svolgere una politica estera efficace”. E Difesa europea significa anche avere un’industria militare comune all’altezza. “Non è facile”, avverte Tajani, ma è anche l’unica strada per assicurare la propria sicurezza e quella di Kiev. Tanto più che la Russia sta lanciando sul campo di battaglia ucraino “armi rapide e sporche prodotte in Corea del Nord e Iran”, è l’allarme che giunge da Monaco. Uno scambio di tecnologie ed equipaggiamenti che preoccupa i paesi del G7 e rende necessaria una maggiore interazione e innovazione tra i programmi di Difesa dell’Ue e dell’Ucraina. Anche per questo, ha annunciato Von der Leyen, l’Unione europea aprirà un ufficio a Kiev. Insomma, bisogna fare di più e in fretta. Alcuni passi avanti sono già stati compiuti e molti Paesi europei della Nato hanno raggiunto o superato il 2% del Pil per la spesa della Difesa. Ma molto si può ancora fare, ad esempio sulla produzione di munizioni. Kuleba lo ha detto senza mezzi termini: il messaggio che arriva dal fronte è che non ce ne sono a sufficienza. D’altra parte, Kiev consuma in circa sette giorni, quanto l’industria mondiale produce in un mese. Le aziende, da parte loro, sono restie ad aumentare le proprie fabbriche e le catene di montaggio. Chiedono investimenti e commesse pluriennali ai governi. Un quadro per certi versi cupo, che non può soddisfare desideri ed esigenze dell’Ucraina. Nonostante gli accordi stipulati da Zelensky, nelle ultime 48 ore, con Scholz ed Emmanuel Macron. Da Berlino arriveranno a Kiev 1,13 miliardi di aiuti militari; dalla Francia fino a 3 miliardi di euro aggiuntivi.


L’obiettivo dichiarato da Zelensky è trasformare “il 2024 nell’anno del riscatto, “della reazione da parte di tutti”, per “ristabilire un ordine mondiale basato sulle regole”: “se non lo facciamo Putin renderà il futuro un disastro”, se non agiamo adesso, il leader del Cremlino riuscirà a rendere “i prossimi anni catastrofici. Catastrofici anche per altre nazioni”, ha avvertito. Un’azione di supporto allo sforzo bellico che dovrà procedere di pari passo con l’assistenza ai più vulnerabili, in particolare donne e bambini. E’ un impegno preso dai ministri degli Esteri del G7, attraverso la conferenza Giappone-Ucraina per la promozione della crescita economica e la ricostruzione, la conferenza per la ripresa dell’Ucraina del 2024 che sarà ospitata dalla Germania e la conferenza per la ripresa dell’Ucraina del 2025 in Italia. E anche la Cina dovrà avere un ruolo. Il ministro degli Esteri Wang Yi, presente a Monaco, ha spiegato che il suo Paese intende essere una “forza di stabilità in un mondo turbolento”, qualunque sia la situazione internazionale. Pechino ha già svolto “molto lavoro costruttivo” sul conflitto in Ucraina e il capo della diplomazia cinese ha assicurato che “manterrà sempre la continuità e la stabilità delle sue politiche”. “Le relazioni Cina-Russia”, ha poi precisato, “non comportano la formazione di alleanze, la creazione di fronti contrapposti o l’attacco a una terza parte”. Un concetto ribadito da Wang in una bilaterale con il segretario Usa Antony Blinken. Con una postilla: “Se Cina e Stati Uniti lavorano insieme, si possono fare grandi cose, e questo è sicuramente meglio dello scontro”. (di Corrado Accaputo)

Terzo mandato, Salvini: non farà litigare centrodestra

Terzo mandato, Salvini: non farà litigare centrodestraRoma, 17 feb. (askanews) – “Non è una cosa che mi sta togliendo il sonno, se ne sta occupando il Parlamento. Io faccio il ministro delle opere pubbliche e cerco di creare lavoro”. Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, ai microfoni del Tgr durante un evento elettorale a Cagliari.


“Personalmente penso che porre un limite ai mandati per gli amministratori degli enti locali sia un errore. Non c’è per i ministri, per i presidenti della Repubblica, per il governo. Perché metterlo per sindaci e governatori? Tuttavia, non è sicuramente questo che farà litigare il centrodestra”, ha concluso.

Mistero sulla salma di Navalny, la portavoce: assassinato da Putin

Mistero sulla salma di Navalny, la portavoce: assassinato da PutinMilano, 17 feb. (askanews) – Un fitto mistero avvolge la salma dell’oppositore Aleksey Navalny, deceduto ieri. Non è noto dove sia. L’avvocato e la madre Lyudmila Navalnaya sono arrivati all’obitorio di Salekhard, sul circolo polare artico dove doveva trovarsi l’oppositore deceduto. Tuttavia, l’istituto si è rivelato chiuso, il corpo non sarebbe là e mentre si alimenta un certo mistero in merito, l’addetta stampa del politico Kira Yarmysh accusa le autorità: “è stato assassinato”. E poi aggiunge: “L’avvocato ha chiamato il numero di telefono indicato sulla porta. Gli è stato detto che era la settima persona a chiamare oggi. Non hanno il corpo di Aleksei all’obitorio”, ha aggiunto.


Sabato nella colonia penale IK-3 nella regione artica di Yamal dove suo figlio era detenuto, a Lyudmila è stato consegnato un “documento ufficiale” che confermava la morte il giorno prima, venerdì alle “14.17 ora locale” (le 10.17 in Italia). In un video pubblicato sul canale YouTube di Navalny, Yarmysh ha affermato che i suoi compagni continuano ad aspettare la conclusione ufficiale sulla morte e il rilascio del corpo. “Chiediamo che venga immediatamente restituito alla sua famiglia”, ha detto. “Tre anni e mezzo fa, Putin ha cercato di uccidere Aleksei. Ieri lo ha ucciso. Il mondo intero sa che il presidente della Russia ha dato personalmente un simile ordine, così come sa che Aleksei non ha mai avuto paura di lui, non è mai stato silenzioso e non è mai stato inattivo. Non dobbiamo arrenderci, questo è ciò che Aleksei ci ha insegnato”, ha detto Yarmysh.


Nella mattina e anche ieri fonti russe hanno avanzato alcune ipotesi sulla morte. Un trombo o la “sindrome da morte improvvisa”, ma risulta chiaro che una parola definitiva non arriverà presto. Anche le circostanze della morte, inizialmente descritte come un ‘malore durante una passeggiata’ presentano aspetti inspiegabili come la possibilità di fare una passeggiata mattutina a febbraio in un clima artico. Alla madre di Navalny è stato detto alla colonia penale che era deceduto per la “sindrome della morte improvvisa”, ha scritto su X Ivan Zhdanov, direttore della Fondazione anticorruzione nella mattina. “La causa della morte di Aleksey non è stata stabilita, è stato effettuato un nuovo esame istologico”, ha riferito la portavoce di Navalny. “I suoi risultati dovrebbero essere pubblicati la prossima settimana. È ovvio che mentono e fanno di tutto per non consegnare il corpo”, ha detto Yarmysh. Il comitato investigativo, secondo lei, ha affermato che il corpo di Navalny non sarebbe stato consegnato ai parenti fino a quando il controllo non sarà stato completato. Intanto video su alcuni canali di opposizione russa su Telegram mostrano come i fiori deposti in memoria di Aleksey Navalny, a Mosca e in altre città della Russia, sono stati raccolti sotto gli occhi della polizia russa e gettati in sacchi neri della spazzatura. Da ieri continuano gli arresti in tutto il Paese, la gran parte a San Pietroburgo, dopo la notizia della morte dell’oppositore di Vladimir Putin: sono arrivati a 200.