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Sci, Paris: “Ho dimostrato di essere ancora capace di vincere”

Sci, Paris: “Ho dimostrato di essere ancora capace di vincere”Roma, 7 mar. (askanews) – Il campione torna davanti a tutti. Dominik Paris a Kvitfjell ha conquistato il ventitreesimo successo in carriera in Coppa del Mondo, il quinto in totale sul tracciato norvegese che l’ha visto davanti a tutti quattro volte in discesa, una in superG. Ecco le parole del carabiniere azzurro al termine della prima delle due sfide scandinave.


“Bello, bello davvero. Non so se sono stato grandioso, ho cercato di far correre gli sci al massimo ed è andata bene. Sciando non mi sentivo benissimo ma percepivo tanta velocità. Con il vento ed il sale non era facile capire come interpretare la pista; il feeling non è stato buonissimo, ma quello che conta è il tempo finale”. Lo stesso Odermatt ha omaggiato Paris a fine gara: “Eh sì, finalmente sono davanti agli svizzeri. Al momento sono loro i più forti, gli uomini da battere e per me era importante tornare davanti. Mi spiace non ci sia Mattia Casse oggi, abbiamo parlato che sarebbe stato bello fare doppietta, ma capiterà l’occasione. Odermatt e gli altri svizzeri mantengono sempre uno standard molto elevato su ogni livello. Non sono imbattibili, si possono battere e l’ho dimostrato, ma per farlo è necessario che tutto, ogni singolo aspetto, sia curato alla perfezione. E non si deve sbagliare”.


Una stagione percorsa in crescendo. “Per fortuna ho trovato una soluzione al setup. Così sono arrivate sensazioni più positive e con loro anche la fiducia e la consapevolezza. Non ero ancora costante ma sentivo la possibilità di poter stare vicino o davanti agli altri. Tra l’ultimo mio successo in Val Gardena e la vittoria di oggi c’è tanto lavoro, da parte dell’intera squadra. Quando le cose non vanno alla perfezione, si vuole trovare una soluzione ma a volte ci vuole del tempo. A Bormio ho capito di essere sulla strada giusta, a Wengen sono arrivato vicino al podio così come a Saalbach. Poi tra Crans Montana e Kvitfjell sono tornato in alto: era fondamentale dimostrare per me e per gli altri di essere ancora capace di essere qui, anche in ottica futura. Gli altri ora sanno che Paris è ancora in grado di vincere”. Vince Paris, vince Federica Brignone: serve essere esperti per imporsi. Ride, Paris. “Beh, si, qualche anno l’abbiamo. Ma lei è più brava perchè vince sempre e dappertutto. Domani intanto c’è un’altra discesa, speriamo in condizioni buone e con meno vento. Poi l’importante sarà non sbagliare”.

Atletica, Iapichino in finale agli europei indoor

Atletica, Iapichino in finale agli europei indoorRoma, 7 mar. (askanews) – Larissa Iapichino è in finale nel lungo grazie al 6.76 con cui si qualifica direttamente (6.65 era la misura da superare per la finale). Il secondo salto è quello buono per guadagnarai il pass per la finale europea del salto in lungo in programma domani sera (inizio alle ore 20.29). Il livello è molto alto fin dalle prime battute, Larissa apre con un buon 6.53, mentre volano la svizzera Kalin (6.77), la tedesca Mihambo (6.68) e la serba Gardasevic (6.67). L’azzurra le raggiunge qualificandosi alla finale con il salto successivo, quando era provvisoriamente ottava. “Qualificarsi lo scalino più difficile” le parole dell’azzurra

Sci, Dominik Paris vince la libera di Kvitfjell

Sci, Dominik Paris vince la libera di KvitfjellRoma, 7 mar. (askanews) – Dominik Paris torna davanti a tutti. Per la ventitreesima volta in carriera, per la diciannovesima in discesa, per la quinta volta complessivamente sulla OlympiaBakken di Kvitfjell: la prima delle due discese norvegesi – recupero della gara non disputata a Garmisch – regala il primo successo stagionale al campione altoatesino, che torna così sul gradino più alto del podio a quasi 15 mesi di distanza dalla vittoria della Val Gardena di fine 2023.


Il 35enne appuntato dei Carabinieri in forza al centro sportivo dell’Arma, sezione sport invernali, di Selva di Val Gardena, interpreta ancora una volta alla perfezione il tracciato scandinavo, disegna una traiettoria impareggiabile nel tratto centrale della pista ed è veloce come nessun’altro nello schuss finale. Il cronometro è tutto dalla sua parte: 1’44″67 il tempo del campione della Val d’Ultimo che lascia a 32 centesimi di secondo Marco Odermatt, a 0″63 Stefan Rogentin, a 0″83 il campione del Mondo Franjo Von Allmen, 0 0″89 Alexis Monney. Lo squadrone svizzero oggi si deve inchinare di fronte a Domme, con tutti gli altri a fronteggiare un distacco superiore al secondo. Il crescendo di condizione di Paris nella seconda parte della stagione è evidente e dopo aver sfiorato per questione di centesimi le medaglie iridate di Saalbach tanto in superG quanto in discesa, nelle ultime settimane ha saputo salire prima sul podio a Crans Montana – in superG – ed ora in discesa su una delle piste che hanno saputo esaltarlo maggiormente nella sua enorme carriera, nevi su cui ha vinto 4 discese ed un superG.


Nelle condizioni primaverili di Kvitfjell Florian Schieder e Christof Innerhofer pagano rispettivamente 2″16 e 2″43 dal compagno di squadra per chiudere al 18esimo e ventiduesimo posto, con Nicolò Molteni staccato di 2″70, Giovanni Franzoni di 2″79 e Benjamin Alliod di 3″90; non ha completato invece la prova Matteo Franzoso. Domani, sabato 8 marzo, è in programma una seconda discesa, con il via confermato alle 10:30; domenica quindi la tappa si completerà con un superG.

Carceri, Consulta: incostituzionale il ‘no’ ai permessi premio ai detenuti imputati

Carceri, Consulta: incostituzionale il ‘no’ ai permessi premio ai detenuti imputatiRoma, 7 mar. (askanews) – È incostituzionale la preclusione biennale alla concessione di permessi premio a un detenuto che sia stato imputato o condannato per un reato commesso durante l’esecuzione della pena. Lo ha stabilito la Corte costituzionale nella sentenza n. 24, depositata oggi, con la quale è stata ritenuta fondata una questione sollevata dal magistrato di sorveglianza di Spoleto.


Un detenuto, in carcere dal 2017, aveva chiesto di essere ammesso a un permesso premio. La sua richiesta era però inammissibile, perché l’articolo 30-ter, quinto comma, della legge sull’ordinamento penitenziario vietava, per due anni, di concedere permessi premio a detenuti che siano stati condannati o siano imputati per un reato commesso durante l’esecuzione della pena. Nel caso concreto, il richiedente era stato rinviato a giudizio per avere tentato, un anno prima, di introdurre droga nel carcere per un altro detenuto. Il magistrato di sorveglianza ha tuttavia rimesso gli atti alla Corte costituzionale, ritenendo la preclusione stabilita dalla legge incompatibile, tra l’altro, con la presunzione di non colpevolezza e la funzione rieducativa della pena. La Consulta ha anzitutto osservato che un’analoga questione era stata ritenuta non fondata in una sentenza del 1997, che peraltro aveva invitato il legislatore a modificare la norma per renderla più conforme alla funzione rieducativa della pena. Rilevato che il tendenziale rispetto dei precedenti costituisce una condizione essenziale dell’autorevolezza delle proprie decisioni, la Corte ha tuttavia rammentato come ci possano essere “ragioni cogenti” che rendano non più sostenibili le decisioni precedentemente adottate, ad esempio quando esse non siano più coerenti con il successivo sviluppo della giurisprudenza costituzionale o di quella delle Corti europee.


In questo caso, una preclusione che si fondi sulla sola circostanza che il richiedente sia “imputato” per un reato appare, oggi, incompatibile con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, con il diritto dell’Unione europea e con la stessa giurisprudenza della Corte costituzionale in materia. Gli effetti della presunzione di non colpevolezza non si esauriscono, come ancora si riteneva alcuni decenni fa, all’interno del procedimento penale relativo alla responsabilità per il reato addebitato all’imputato, ma implicano un generale divieto di considerare l’imputato colpevole del fatto anche in qualsiasi altro procedimento giudiziario, sino a che il reato non sia definitivamente accertato. Conseguentemente, una norma che vieta in via assoluta al magistrato di sorveglianza di concedere un permesso premio, per il solo fatto che il richiedente sia stato imputato di un reato da parte del pubblico ministero, “agli effetti pratici (à) vincola il giudice a ‘presumere colpevole’ l’imputato”. Una disposizione così concepita, ha concluso la Corte, “sottrae al magistrato di sorveglianza ogni margine di autonomo apprezzamento sulla reale consistenza della notitia criminis e, soprattutto, gli impedisce di ascoltare l’imputato e il suo difensore, e di tenere conto delle loro deduzioni circa l’effettiva commissione del fatto (à), con conseguente, indiretto, vulnus allo stesso diritto di difesa dell’interessato, legato a doppio filo alla presunzione di innocenza”.


La Corte ha inoltre affermato che l’automatismo preclusivo stabilito dalla norma è ormai divenuto incompatibile con i principi ripetutamente affermati dalla giurisprudenza costituzionale, in base ai quali il giudice della sorveglianza deve essere sempre libero di compiere una valutazione individualizzata sui progressi effettivamente compiuti dal condannato nel suo percorso penitenziario, nonché sulla sua residua pericolosità sociale. Anche nell’ipotesi, dunque, in cui il richiedente sia stato condannato in via definitiva per un reato commesso durante l’esecuzione della pena, il rispetto del principio rieducativo sancito dall’articolo 27 della Costituzione esige che il magistrato di sorveglianza resti sempre “libero di valutare il concreto rilievo del fatto, giudizialmente accertato in altra sede, ai fini della specifica decisione a lui affidata, tenendo conto dei contributi provenienti dalla difesa”.

Violenza di genere: in Piemonte oltre 4 mila donne aiutate nel 2024

Violenza di genere: in Piemonte oltre 4 mila donne aiutate nel 2024Milano, 7 mar. (askanews) – Nel 2024, i Centri antiviolenza del Piemonte hanno accolto 4.074 donne vittime di violenza, mentre nei primi mesi del 2025 sono già 471 le nuove richieste di aiuto. I dati diffusi dalla Regione Piemonte, su richiesta dell’assessore alle pari opportunità Marina Chiarelli sono il risultato del monitoraggio annuale sui 21 centri antiviolenza.


Torino è la provincia con il numero più alto di accessi, con 2.537 donne seguite nel 2024 e 284 nuovi casi nel 2025. Seguono Cuneo, con 473 donne prese in carico nel 2024 e 43 nei primi mesi del 2025, e Novara, che registra 289 accessi nel 2024 e 44 nuovi ingressi nel 2025. Anche le altre province confermano una situazione di forte criticità: Alessandria ha assistito 290 donne nel 2024, mentre a Vercelli il numero si attesta a 139. Nel Verbano-Cusio-Ossola sono state 180 le donne seguite, a Biella 91 e ad Asti 75. “Questi numeri confermano che il problema della violenza di genere è radicato e richiede azioni ancora più incisive sul fronte della prevenzione – sottolinea l’assessore regionale alle Pari Opportunità, Marina Chiarelli -. Il fatto che solo un uomo su dieci scelga autonomamente di intraprendere un percorso nei Cuav dimostra quanto sia difficile per gli autori di violenza riconoscere la gravità delle proprie azioni. Dobbiamo lavorare affinché più uomini si avvicinino spontaneamente a questi centri, prima che la violenza si consumi cominciando dall’educazione sentimentale che riguarda sia gli uomini che le donne. Imparare a conoscersi a cominciare dalla più tenera età è il primo passo per la prevenzione E per questo chiederò ulteriori fondi per contrastare questo fenomeno che ha assunto i contorni di una vera e propria piaga sociale”.


Parallelamente, un’indagine realizzata da Ires Piemonte ha analizzato l’attività dei Centri per Uomini Autori di Violenza (Cuav) nel 2023 evidenziando che 452 uomini sono stati presi in carico nei 16 Cuav attivi in regione. Il 72% di loro ha figli e, nella metà dei casi, i minori hanno assistito agli episodi di violenza contro la madre. La maggior parte degli uomini seguiti ha un’occupazione, con il 69,3% che lavora stabilmente, mentre l’88% ha commesso abusi in ambito familiare, prevalentemente nei confronti della partner o dell’ex partner. Solo il 10% degli uomini si è rivolto spontaneamente ai Cuav, mentre il restante 90% è stato inviato da avvocati, dall’autorità giudiziaria o dai servizi sociali. Un dato significativo riguarda il livello di istruzione e l’infanzia di questi uomini: solo un terzo di loro ha un diploma e, nella stessa percentuale, ha subito episodi di violenza quando era bambino. Dallo studio emerge poi che l’età media di chi si rende protagonistica di atti violenti contro le donne ha un range compreso tra i 17 e gli 81 anni. Non solo: il 69,3% ha un’occupazione regolare, mentre il soltanto il 16,6% è disoccupato mentre per quanto riguarda il livello di istruzione, il 51,8% ha conseguito la licenza media inferiore, il 31,3% un diploma superiore e il 10% è laureato.


L’88% degli uomini che si rivolgono ai Centri per autori di violenza ha dichiarato di averlo fatto in seguito a episodi avvenuti in ambito familiare e, nel 75% dei casi, la vittima è la partner o l’ex partner. Il fenomeno coinvolge anche i figli: il 72,3% degli utenti è padre e, in oltre la metà dei casi, i minori hanno assistito agli episodi di violenza sulla madre. Le forme di abuso più diffuse sono la violenza fisica e psicologica, seguite da stalking, violenza sessuale, molestie e violenza economica.

Migranti, Schlein: italiani pagano prezzo di fallimenti Meloni

Migranti, Schlein: italiani pagano prezzo di fallimenti MeloniRoma, 7 mar. (askanews) – “Giorgia Meloni continua ad alimentare lo scontro con la magistratura per coprire i fallimenti del suo governo. Ma la Cassazione è l’ultimo grado di giudizio, come stabilito dalla Costituzione, che non cambia in base al suo umore. Non è possibile che ogni giorno il governo attacchi le sentenze”. Lo afferma in una nota la leader del Pd Elly Schlein intervenendo sulla polemica per la sentenza dei supremi giudici che condanna lo Stato al risarcimento per la vicenda della nave Diciotti.


“Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni – dice Schlein – è una sanità pubblica presa a picconate dai tagli del suo governo, con quasi 5 milioni di cittadini che rinunciano alle cure. Ciò che allontana i cittadini dalle istituzioni sono salari da fame, con 3,5 milioni di italiani poveri anche se lavorando e mentre Meloni affossa il salario minimo. Ciò che allontana i cittadini è il quasi miliardo di euro dei contribuenti scialacquato proprio da Meloni in Albania, per costruire delle prigioni vuote: il prezzo delle sue scelte intanto continuano a pagarlo gli italiani”.

Carico mentale e stress in aumento su disabilità, accudimento e figli

Carico mentale e stress in aumento su disabilità, accudimento e figliMilano, 7 mar. (askanews) – Su un totale di 16.881 dei professionisti e delle professioniste che si sono rivolti al servizio di consulenza socio-assistenziale di Stimulus Italia nel 2024, il 36,6% ha chiesto un aiuto per un problema legato alla disabilità. Più di 3 persone su 10 avevano bisogno di un supporto – orientativo o di assistenza – per una condizione di disabilità propria o, nella maggior parte dei casi, di un familiare. Nel 35,7% dei casi, le donne che hanno chiesto aiuto in ambito socio-assistenziale appartengono alla “generazione sandwich”, tra i 40 e i 49 anni: sono professioniste, mamme, che dopo una giornata in ufficio affrontano impegni gravosi anche a casa, accudendo i figli e i genitori anziani.


Sono alcuni dei dati emersi dal report di Stimulus Italia, società di consulenza specializzata nell’integrazione del benessere psico-sociale nei contesti aziendali, in merito alle attività EAP, Employer Assistance Program, un programma che comprende supporto psicologico individuale, ma anche orientamento di tipo sociale, legale e fiscale. In un anno, il programma EAP ha coinvolto 16.881 persone e ha svolto 474 consulenze su temi socio-assistenziali. L’area sociale è in crescita nei servizi EAP, segno di un bisogno delle famiglie che non riesce ad essere soddisfatto in altri contesti. “Si rivolgono a noi parenti stretti di un minore con una condizione di disabilità o di un anziano con malattie gravi, non autosufficiente”, spiega Veronica Preti, Social Care Specialist di Stimulus Italia. “Preoccupate e gravate dalla malattia del familiare, spesso le persone hanno difficoltà a gestire incombenze crescenti nel lavoro di cura; a volte non sanno come orientarsi per adempiere a procedure burocratiche, fare richiesta di esenzioni, indennità o servizi di assistenza pubblica”.


“In una società nella quale il sistema di welfare, anche quando c’è, è di difficile accesso, non stupisce che, allora, la generazione sandwich si senta “schiacciata” per l’eccessivo lavoro di cura. Un peso che ha ripercussioni sul benessere complessivo delle persone, anche in ufficio, e si somma ai ritmi e agli impegni professionali” continua Preti. Anche nel caso delle consulenze di Stimulus Italia in ambito lavorativo, emerge che il 21% delle richieste abbia come argomento il carico mentale. Almeno 2 professionisti su 10 lamentano una pressione dovuta a un aumento delle responsabilità o dei ritmi e delle attività di lavoro. Oltre alle donne, una categoria che emerge come maggiormente esposta al malessere è quella dei giovani: il 16,1% dei professionisti, nella fascia di età tra 20 e 29 anni, ha chiesto un supporto psicologico. Dichiara Diego Scarselli, Operations Manager: “Il carico mentale è una delle sfide chiave nel mondo del lavoro attuale, legata a ritmi lavorativi sostenuti, a risorse organizzative non sempre presenti e a carichi di cura. Sempre più professionisti si trovano a gestire responsabilità familiari e lavorative senza strumenti adeguati, rischiando di sviluppare elevati livelli di stress o condizioni di Burnout. I nostri dati dimostrano quanto il carico mentale impatti sul benessere e sulla motivazione delle persone, aumentando la probabilità di fenomeni come il Quiet quitting e il Turnover”.


Dichiara Andrea Bertoletti, Managing Director Stimulus Italia, “I dati emersi dal nostro Report confermano che il benessere psicologico e il supporto sociale sono aspetti imprescindibili della vita professionale e personale. Il programma EAP nasce proprio per dare una risposta ai bisogni più ampi di professionisti e professioniste: Stimulus Italia continuerà a investire in soluzioni innovative per rispondere ai bisogni delle persone e delle organizzazioni, affinché nessuno si senta solo di fronte alle proprie difficoltà”.

Ue, Tajani: le spese per la difesa non incidono su altro, essenziali per la sicurezza

Ue, Tajani: le spese per la difesa non incidono su altro, essenziali per la sicurezzaRoma, 7 mar. (askanews) – “Dobbiamo rispettare l’impegno con la Nato del 2% del Pil per la difesa ma sono spese che non incidono su altro, ieri abbiano deciso che le scorporiamo dal Patto di stabilità perciò non si toccano altre spese”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto in una conferenza stampa alla Camera a proposito del nuovo impegno economico per la difesa europea.


“Le spese non sono solo per le armi – ha spiegato – è più ampio il concetto di sicurezza di cui c’è una esigenza incontrovertibile, significa sicurezza cibernetica, infrastrutture, innovazione, ricerca, tutto ciò che garantisce la sicurezza dei cittadini, anche i militari per strada, gli uomini che vengono impegnati nella lotta al terrorismo, quelli a difesa dei confini, per la sicurezza nel Mediterraneo, in mare per la protezione delle navi mercantili nel canale di Suez e nel Mar Rosso, la Protezione civile e le missioni di pace. Non bisogna semplificare nè mistificare – ha concluso -, le spese per la sicurezza favoriscono anche la crescita e speriamo ci sia anche il contributo dei privati”.

Cinema, dall’11 marzo al via “Corto Che Passione” in oltre 100 sale

Cinema, dall’11 marzo al via “Corto Che Passione” in oltre 100 saleRoma, 7 mar. (askanews) – La Federazione Italiana Cinema d’Essai, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, Rai Cinema ed Alice nella Città, in collaborazione con l’Italian Short Film Association, con il sostegno della Direzione generale Cinema e audiovisivo del MIC e di Deluxe Digital, lanciano “Corto che Passione”. Sono più di 100 i cinema di tutta Italia che programmeranno, ogni secondo martedì del mese, per un anno, una selezione continuamente rinnovata di cortometraggi, con la possibilità di vedere su grande schermo, nella stessa serata, circa 70 minuti di proposte diversificate.


L’iniziativa coinvolge i principali player del settore cinematografico e godrà della collaborazione dell’Associazione U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) e del Collettivo under 35 (100autori, WGI, Anac) che aiuteranno a valorizzarla, partecipando anche con la loro presenza in sala, al fine di sostenere i giovani talenti e far conoscere il “formato breve” al grande pubblico delle sale cinematografiche. La selezione dei corti di martedì 11 marzo mette in evidenza i titoli degli anni recenti che hanno brillato sia per la conquista di premi di prestigio (2 vincitori del David di Donatello, i Nastri d’Argento) che per la partecipazione ai festival cinematografici tra i più importanti. A guidare la selezione anche la diversità dei generi: la commedia, il dramma, l’animazione, senza trascurare i film brevi con attori di grande rilievo. Questa la prima cinquina di cortometraggi al cinema l’11 marzo: “Bellissima” di Alessandro Capitani (vincitore del David di Donatello) con Giusy Lodi, Antonio Orefice, Gennaro Cuomo. Durante una festa in discoteca Veronica subisce lo scherno di un ragazzo che la prende in giro per il suo aspetto fisico. Disperata, si nasconde nei bagni della discoteca convinta che fra le mura chiuse di quel posto nessuno possa vederla e giudicarla. Il destino però ha in serbo una piacevole sorpresa per lei.


“Inverno” di Giulio Mastromauro (vincitore del David di Donatello) con Christian Petaroscia, Giulio Beranek, Babak Karimi, Elisabetta De Vito. Timo, il più piccolo di una comunità greca di giostrai, si trova ad affrontare insieme ai suoi cari l’inverno più duro. “Si sospetta il movente passionale con l’aggravante dei futili motivi di Cosimo Alemà (Evento speciale -Settimana della Critica di Venezia) con Irene Ferri, Pilar Fogliati, Anna Ferraioli Ravel, Antonia Fotaras, Marco Giuliani, Marco Giallini Giulia si prepara a trascorrere un week-end con Lucio. Tuttavia, ad aspettarla nella villa in cui si sono dati appuntamento non trova lui, ma tre sconosciute. Sono le altre amanti di Lucio che, come lei, hanno ricevuto lo stesso messaggio due giorni prima.


“The Delay” di Mattia Napoli con Vincenzo Nemolato, Federica Sandrini, Riccardo Leto (vincitore di Cortinametraggio). Arturo è un bravo interprete, una persona solitaria, metodica e regolare. Da qualche tempo sta avendo problemi a svolgere il suo lavoro: è andato fuori sincrono. I suoni arrivano in ritardo rispetto a ciò che vede. La sua malattia è degenerativa: il ritardo cresce giorno dopo giorno. “Caramelle” di Matteo Panebarco, film d’animazione (vincitore del Pulcinella Award e dell’European independent film festival di Parigi). Un legame affettivo fortissimo che unisce tre generazioni: padre/nonno, figlia/madre, nipote/figlio. Una relazione talmente forte da superare i confini tra la vita e la morte, il mondo terreno e l’aldilà, in un’atmosfera di affascinante realismo magico.


Giuliana Fantoni, Presidente Fice ha commentato: “Siamo molto soddisfatti del lavoro creativo e sinergico di tutte le realtà coinvolte nel progetto: l’adesione convinta delle sale cinematografiche di tutta Italia, l’impulso determinante di ANEC, Rai Cinema e Alice nella Città; la collaborazione di realtà consolidate come Italian Short Film Association nel dare spazio a talenti giovani ed emergenti del nostro cinema, oltre alle realtà autoriali che supporteranno le proiezioni nelle sale”. Nicola Claudio, presidente Rai Cinema ha aggiunto: “Dopo aver tracciato un percorso di valorizzazione dei corti, con questa iniziativa rafforziamo ulteriormente il legame tra il pubblico e il cinema breve, portandolo nella sua sede naturale: il grande schermo. Rai Cinema è orgogliosa di essere parte di questo progetto, capace di dar voce a nuovi autori e idee innovative, che si inserisce perfettamente nella mission di servizio pubblico della Rai”.

”The Tasting Room” di Villa Eden verso la prima stella Michelin

”The Tasting Room” di Villa Eden verso la prima stella MichelinRoma, 7 mar. (askanews) – Leggerezza, gusto ed equilibrio fra tradizione e innovazione ispirano il concept gastronomico “Eden-Holistic”, che rende unico il menù di Marcello Corrado, alla regia di “The Tasting Room” – l’esperienza esclusiva di fine dining restaurant di Villa Eden The Private Retreat – per la quale l’Executive Chef punta a riconfermare la stella Michelin. Premiato l’anno scorso dalla prestigiosa Guida gastronomica Gault&Millau con 18 punti su un punteggio massimo di 20 – pari a 4 cappelli e al secondo posto dei ristorante in Alto Adige – “The Tasting Room” è entrato a pieno titolo fra i templi del gusto alto-atesini, interpretando la filosofia e la cultura culinaria del Private Retreat.


Un Twist dal Cuore Mediterraneo, che profuma di limoni e cacao Sostenibilità e valorizzazione dei migliori ingredienti locali – dalle mele ai frutti di bosco, all’asparago bianco di Terlano, alla barbabietola, fino al cervo di San Genesio e alla pecora della Val di Funes ovvero “Villnösser Brillenschaf”, solo per citarne alcuni – si sposano nel menù dell’Executive Chef Marcello con un twist dall’anima partenopea che racconta le sue origini. Immancabili fra le materie prime sono, ad esempio, i limoni in omaggio alla Costiera Amalfitana, ma anche i formati di pasta della cucina mediterranea – come i tipici festoni di Gragnano. Senza dimenticare la costante ricerca e selezione dei migliori produttori locali, come il piccolo laboratorio di Merano che realizza tavolette di cioccolato da una pregiata selezione di fave di cacao da tutto il mondo. Lo stesso cioccolato che rende irresistibile uno dei dolci più apprezzati dello Chef: la Millefoglie di melanzane al cioccolato. Il piatto signature: un tributo alla Barbabietola Il piatto signature dello Chef rappresenta l’espressione gourmet della filosofia di Villa Eden e della sua Owner Angelika Schmid, da sempre ambasciatrice della nutrizione sana, che combina gusto, creatività e leggerezza. E’ “Tutto Rosso” – barbabietola in diverse interpretazioni con sorbetto alla cipolla nasce da una golosissima reinterpretazione del connubio fra barbabietola e cipolla attraverso una lavorazione in sette fasi del suo ingrediente principale, con specifiche tecniche di affumicatura e di variazione delle consistenze. In primo piano anche il bilanciamento dell’acidità e della terrosità, che consentono di dare vita ad un piatto unico.


Dagli Umami di ispirazione giapponese allo Yuzu E non mancano azzeccate contaminazioni con la cucina asiatica. Qualche esempio? L’Executive Chef utilizza spesso gli umami – ovvero le combinazioni di sapori contrastanti – della cucina giapponese per smussare le spigolosità dei gusti, come nel caso della trota della Val Passiria, marinata per dodici ore con miso, sachè e salsa di soia prima di essere cotta al barbecue. E ancora: la rivisitazione del tipico cocktail alto-atesino Hugo, ricoperto con la schiuma calda dello Yuzu, agrume giapponese dalle proprietà antiossidanti. I menù “Eden Holistic” e “Local Hommage” Aperto anche a chi non soggiorna all’interno del Private Retreat, “The Tasting Room” è un ristorante gourmet con soli quattro tavoli, che conquista i suoi clienti attraverso un viaggio multisensoriale in cinque portate chiamato “Eden Holistic”. Un hommage alla storia di Villa Eden con un menù volutamente senza pane e senza petite four, che sposa gusto e leggerezza. E non finisce qui: dal talento e dalla creatività dello Chef Corrado hanno preso forma anche le sette portate del menù “Local Hommage”, ispirato al territorio per esaltarne la biodiversità.


“Eden’s park restaurant”: tutto il gusto della salute Anche nell’ambito gastronomico, Villa Eden è votata all’altissima qualità e al benessere della persona. Pioniere della cucina salutare, il “Eden’s park restaurant” si fa interprete di una filosofia profondamente radicata nei principi di biodiversità e agricoltura rigenerativa. Anche in questo caso, l’Executive Chef Marcello Corrado è alla regia del menù, che prevede percorsi di cucina detox con menù personalizzati, pensati per conciliare gusto e attenzione alla silhouette, e con effetto anti-infiammatorio. Ma non solo: per chi desidera sperimentare raffinati piaceri culinari, c’è anche la pleasure cuisine, con un tocco di golosità in più.