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Mosca: da Macron minaccia nucleare alla Russia. No a truppe europee in Ucraina

Mosca: da Macron minaccia nucleare alla Russia. No a truppe europee in UcrainaRoma, 6 mar. (askanews) – Il possibile utilizzo di armi nucleari evocato dal presidente francese Emmanuel Macron costituisce una minaccia: lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, le cui dichiarazioni sono state riportate dalle agenzie di stampa russe. “Se lui (Macron) ci considera una minaccia, convoca una riunione dei capi di stato maggiore dei paesi europei e della Gran Bretagna, dice che è necessario usare armi nucleari, si prepara a usare armi nucleari contro la Russia, questa è, ovviamente, una minaccia”, ha commentato. Nel suo discorso televisivo al Paese di ieri Macron aveva di fatto accusato la Russia di essere una “minaccia” per l’Europa e affermato di essere disposto a mettere lo scudo nucleare francese a difesa dell’intera Unione Europea. “Macron dichiara periodicamente con orgoglio che chiamerà sicuramente Putin e parlerà con lui. Può farlo, nessuno glielo proibisce. Al contrario, il presidente sottolinea costantemente la sua apertura ai contatti con tutti i suoi colleghi. E riguardo a queste accuse, francamente, poco sagge rivolte alla Russia di preparare una guerra contro l’Europa e la Francia, Putin le ha ripetutamente definite deliranti, assurde. È assolutamente chiaro a qualsiasi persona sana di mente che la Russia non ne ha bisogno”, ha detto. La Russia – ha aggiunto Lavrov – è disposta a un “dialogo franco” per risolvere il conflitto in Ucraina.


“Siamo pronti per un dialogo franco che tenga conto delle cause profonde di questo conflitto, tra cui ovviamente la sicurezza della Federazione Russa, e che garantisca che la Nato non continuerà a voler inglobare l’Ucraina come un territorio che verrebbe poi utilizzato per creare una minaccia permanente alla Federazione Russa”, ha proseguito. Ma, in ogni caso, la Russia considererebbe la presenza di truppe europee in Ucraina come equivalenti alla presenza della Nato. Secondo Lavrov la discussione sulla possibilità di schierare dei peacekeeper europei “ha un obbiettivo apertamente ostile”. Oggi anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è intervenuto, affermato che il discorso del presidente francese Emmanuel Macron dà l’impressione che la Francia stia cercando di continuare la guerra e, inoltre, nelle sue parole traspare una retorica nucleare.


Il 5 marzo Macron ha dichiarato che la Russia è diventata una minaccia per la Francia e l’Europa e ha chiesto un dibattito sull’uso delle armi nucleari francesi per difendere l’intera UE, sottolineando che gli Stati Uniti hanno cambiato posizione sull’Ucraina e sul ruolo guida di Washington nella NATO. “Se leggete il discorso di Macron, avete la sensazione che la Francia stia davvero cercando una continuazione della guerra. Inoltre, la Francia è pronta a usare le sue armi nucleari per scopi di sicurezza e così via. Questa è già una tale retorica nucleare, una tale pretesa di leadership nucleare in Europa, cioè, è molto, molto conflittuale”, ha detto Peskov ai giornalisti.


Peskov, inoltre, ha sottolineato di concordare con il Segretario di Stato americano Marco Rubio sul fatto che è giunto il momento di porre fine al conflitto ucraino. Rubio ha riconosciuto di recente che il conflitto in Ucraina è una guerra per procura tra due potenze nucleari, la Russia e gli Stati Uniti, e ha sottolineato che questo confronto, ormai in stallo, deve finire. “Sì, siamo d’accordo che è giunto il momento di porre fine a questo conflitto e a questa guerra”, ha detto Peskov ai giornalisti.


Il portavoce ha ricordato che Mosca ha sempre visto questo conflitto come uno scontro tra la Russia e l’Occidente collettivo, in cui gli Stati Uniti svolgono un ruolo centrale. “Il Paese leader dell’Occidente collettivo sono gli Stati Uniti, quindi ciò è del tutto coerente con la posizione che il nostro presidente e il nostro ministro degli Esteri hanno espresso in più occasioni”, ha aggiunto.

Ue, Schlein: no all’uso dei fondi di coesione per le spese militari, errore madornale

Ue, Schlein: no all’uso dei fondi di coesione per le spese militari, errore madornaleRoma, 6 mar. (askanews) – Sarebbe un “errore madornale” seguire la linea indicata da Ursula von der Leyen per sostenere il riarmo europeo, lo ha detto la segreteria Pd Elly Schlein parlando a ‘Start’ su SkyTg24. “Non è accettabile prendere i fondi della coesione sociale e territoriale e dirottarli sull’acquisto di forniture militari. Sarebbe un errore per noi lasciare indietro queste altre priorità”. Secondo Schlein serve “un piano da 800 miliardi all’anno che faccia anche la difesa comune con investimenti comuni, non solo la difesa comune lasciando indietro tutte le altre priorità”. Inoltre, “confermiamo le critiche alle proposte avanzate da von der Leyen su questo piano di riarmo dell’Europa”, ha sottolineato la segretaria Pd e “lavoreremo qui al vertice dei Soc e democratici per cambiare queste proposte, per farle andare nella direzione che serve. Che non è quella indicata da von der Leyen”. “Noi – ha precisato – siamo favorevoli alla difesa comune, siamo contrari al riarmo dei 27 stati europei. Sono due cose diverse. Contestiamo a questo piano che le proposte che fa agevolano la spesa nazionale in difesa, che non produce difesa comune europea. Che è quello che oggi serve”. E, inviare truppe europee per garantire la sicurezza dell’Ucraina dopo la fine della guerra con la Russia? “E’ prematuro definirlo, non abbiamo ancora un negoziato per una pace giusta”, ha spiegato Schlein parlando a ‘Start’ su SkyTg24. “E’ in quel contesto – ha concluso – che bisogna capire quali sono le garanzie di sicurezza che servono. Io credo che sia necessario il coinvolgimento delle Nazioni unite”.

Cardiologia, ecco come il cervello si attiva contro l’alta pressione

Cardiologia, ecco come il cervello si attiva contro l’alta pressioneMilano, 6 mar. (askanews) – L’insufficienza cardiaca rappresenta una delle principali cause di mortalità legate all’ipertensione, una condizione che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo. Ora uno studio guidato dall’Irccs Neuromed di Pozzilli e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Immunity, svela un meccanismo biologico che coinvolge il cuore, il cervello e la milza nella risposta cardiaca al sovraccarico emodinamico cardiaco provocato dall’ipertensione arteriosa.


“Abbiamo scoperto – spiega Sara Perrotta, Ricercatrice dell’Irccs Neuromed, primo autore della ricerca – che il cuore, sotto pressione a causa dell’ipertensione, invia un segnale al cervello, che a sua volta attiva il sistema immunitario nella milza. Quest’ultima rilascia un fattore di crescita, chiamato Placental Growth Factor (PlGF), capace di stimolare specifiche cellule immunitarie presenti nel muscolo cardiaco, favorendo un rimodellamento inizialmente adattativo. Tuttavia, con il tempo, questo processo tende a peggiorare, compromettendo la funzionalità del cuore”. La ricerca, condotta sia su modelli animali che nell’uomo, descrive un vero e proprio circuito biologico che collega tre organi: il cuore, che segnala il sovraccarico; il cervello, che processa l’informazione e invia comandi alla milza; e la milza stessa, che risponde producendo il PlGF, una molecola già nota per la sua importanza nei processi di crescita e riparazione dei tessuti. E si torna di nuovo al cuore: il PlGF stimola dei particolari macrofagi residenti in questo organo esprimenti il recettore Neuropilina-1. Queste cellule immunitarie, stimolate da PlGF, proliferano per favorire una risposta strutturale che consente al muscolo cardiaco di sopportare meglio la pressione elevata.


Lo studio non si è limitato agli esperimenti su modelli animali. Gli scienziati hanno infatti osservato che, anche in pazienti ipertesi, i livelli di PlGF nel sangue aumentano parallelamente ai segni di un rimodellamento del cuore. Inoltre, è stata individuata l’espressione di una particolare proteina, Neuropilina-1, nei macrofagi del tessuto cardiaco umano, confermando l’esistenza di un meccanismo simile anche nella nostra specie. “Questa scoperta – commenta Daniela Carnevale, Professore Ordinario dell’Università Sapienza di Roma e Irccs Neuromed, ultimo nome e autore di riferimento dello studio – apre nuove prospettive nella comprensione di come il sistema nervoso e quello immunitario lavorino insieme per governare la risposta del cuore nei processi patologici che portano allo scompenso cardiaco. In futuro, potremmo immaginare strategie terapeutiche capaci di modulare questa risposta naturale per prevenire l’evoluzione dell’insufficienza cardiaca”.


Lo studio ha coinvolto ricercatori provenienti da diversi Istituti internazionali tra cui l’Università di Manchester, l’Università di Toronto e l’Università di Edimburgo, a testimonianza di una collaborazione scientifica globale su un tema di grande impatto per la salute pubblica.

Arte e scienza, da 8 marzo mostra NABA-CNR Montelibretti al Pav di Torino

Arte e scienza, da 8 marzo mostra NABA-CNR Montelibretti al Pav di TorinoRoma, 6 mar. (askanews) – L’arte e la scienza si incontrano per dare vita a scenari futuri inediti e stimolanti, in grado di ispirare nuove riflessioni sui comportamenti umani e le sfide ecologiche globali. Un ponte tra due mondi apparentemente distanti, ma che, insieme, possono offrire prospettive innovative e soluzioni creative, come già avvenuto in passato con dei progetti di NABA che hanno visto unite le arti visive, alle scienze naturali e alla biologia.


Da questa sinergia nasce la mostra collettiva Theatre of Proof. Explorations between arts and sciences, promossa da NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, e dal CNR, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Montelibretti di Roma, ospitata dall’8 marzo al 27 aprile 2025 presso il PAV – Parco Arte Vivente di Torino, a conclusione del primo anno di questa collaborazione triennale, iniziata esattamente l’8 marzo 2024 e che, sicuramente, prevederà altri progetti futuri. La mostra è il frutto di un progetto di ricerca e studio che ha visto la collaborazione tra i due istituti ed è curata da Caterina Iaquinta, Course Leader del Triennio in Pittura e Arti Visive e del Biennio in Arti Visive e Studi Curatoriali del Campus di Roma di NABA. L’esposizione si sviluppa attraverso un percorso coinvolgente, con quattro lavori collettivi realizzati dagli studenti dei corsi Displayed Archives, Analisi e progettazione degli spazi sonori, Visual Arts e Fotografia, insieme alle opere dei docenti che li hanno guidati: Peter Lang, Matteo Nasini, Cesare Pietroiusti e Gea Casolaro.


Gli studenti hanno avuto l’opportunità di dialogare con i ricercatori degli Istituti di Sistemi Biologici, Inquinamento Atmosferico, Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri, Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR. Questo scambio reciproco ha permesso di esplorare la messa in scena del dato scientifico, offrendone nuove chiavi di lettura e interpretazione. Il titolo della mostra si ispira alle teorie dell’antropologo Bruno Latour, che ha sottolineato l’importanza di un’alleanza tra arte e scienza nel contesto ecologico, dove il processo scientifico si trasforma in una vera e propria drammatizzazione.


Protagonisti del progetto sono stati gli studenti del Biennio in Arti Visive e Studi Curatoriali e del Triennio in Pittura e Arti Visive del Campus di Roma di NABA, insieme agli Istituti di Sistemi Biologici, Inquinamento Atmosferico, Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri – Geologia Ambientale e Geoingegneria del CNR, per una sinergia che invita il pubblico a osservare la realtà attraverso una lente nuova e sorprendente.

Video “Trump Gaza” era nato come parodia, dice l’autore

Video “Trump Gaza” era nato come parodia, dice l’autoreRoma, 6 mar. (askanews) – Ha colto il mondo di sorpresa… ma il famigerato video “Trump Gaza”, con le statue dorate del Presidente degli Stati Uniti, i bambini della Striscia che giocano felici tra dollaroni sulla spiaggia di una Striscia ricostruita mentre Trump e Putin si godono il sole con un cocktail in mano, non è stato realizzato su ordinazione della Casa Bianca.


No, è nato come una versione satirica della “Riviera del Medio Oriente” di Trump, creata da Solo Avital, video maker di Los Angeles. Avital racconta al Guardian che l’intero video gli ha richiesto otto ore di lavoro, utilizzando i tools di Arcana AI, generatore di immagini gratuito (e ben funzionante a quanto pare) e ispirandosi alle parole del presidente sulla sua visione per il futuro di Gaza. Avital è un cittadino statunitense nato in Israele e gestisce EyeMix, una società di produzione visuale, insieme al suo socio Ariel Vromen (regista del film del 2012 The Iceman, con Michael Shannon, Winona Ryder e Chris Evans). Il video su Trump è stato creato a inizio febbraio come una parodia, e Vromen lo aveva pubblicato su Instagram, ma lo aveva rimosso dopo poche ore perché Avital, come racconta a The Guardian, temeva “che potesse risultare di cattivo gusto, e non volevamo schierarci”.


Il 26 febbraio, Trump lo ha pubblicato su Truth Social senza alcuna spiegazione. Per Avital, la vicenda sottolinea i rischi dell’AI, di cui peraltro è strenuo sostenitore: “Noi siamo narratori, non provocatori. Questo è il dualismo della satira: tutto dipende dal contesto in cui la si inserisce per dare il senso alla battuta o alla parodia. Qui non c’era alcun contesto e il video è stato postato senza il nostro consenso o la nostra conoscenza”. Come ha fatto Trump a trovare il video? Avital dice di averlo condiviso con alcuni amici e di aver mandato una prima versione all’attore Mel Gibson, che Trump in gennaio ha nominato ambasciatore speciale a Hollywood e che in passato aveva collaborato con EyeMix e Arcana. Gibson però nega di averlo passato alla Casa Bianca.


Il 27 febbraio, Avital si è svegliato trovando “migliaia” di messaggi da amici che lo avvisavano del post di Trump. “Se fosse stato uno sketch del Saturday Night Live”, dice, “la percezione mediatica sarebbe stata completamente diversa – tutti avrebbero pensato che fosse una presa in giro delle idee folli di questo presidente”. Questo è, secondo lui, “il modo in cui si diffondono le fake news, quando ogni fonte d’informazione prende quello che le fa comodo e lo rifila agli spettatori senza contesto”. Perché il contesto, come sempre, è tutto. Il video di “Trump Gaza”, però, resterà nella memoria collettiva – e non come una semplice parodia.

Stop agli aiuti militari Usa all’Ucraina, ecco cosa significa sul campo per Kiev

Stop agli aiuti militari Usa all’Ucraina, ecco cosa significa sul campo per KievRoma, 6 mar. (askanews) – Sistemi d’arma avanzati, tra cui il National Advanced Surface to Air Missile System (NASAMS), radar anti-artiglieria e droni, promessi dagli Stati Uniti all’Ucraina nell’ambito dell’Ukraine Security Assistance Initiative (USAI) probabilmente subirebbero interruzioni nella consegna se la Casa Bianca interrompesse gli aiuti militari, secondo un’analisi dei dati pubblici.


Martedì, Fox News ha riferito, citando un alto funzionario della Casa Bianca, che gli Stati Uniti avevano sospeso tutti gli aiuti militari all’Ucraina finché Trump non avesse visto che Kiev era seriamente intenzionata a tenere i colloqui di pace. Il consigliere senior della Casa Bianca Jason Miller ha in seguito affermato che Trump aveva interrotto le spedizioni di aiuti militari all’Ucraina come parte della sua strategia “carota e bastone” per porre fine al conflitto triennale con la Russia. Sebbene molti sistemi d’arma siano stati promessi all’Ucraina già nel 2022, l’USAI richiede l’approvvigionamento da appaltatori della difesa, il che significa che questi sistemi devono essere fabbricati piuttosto che ricavati dalle scorte statunitensi esistenti. Poiché i registri dei contratti su USAspending.gov, un sito web del governo statunitense che monitora la spesa federale, mostrano che la produzione di quei sistemi d’arma è ancora in corso, la loro consegna potrebbe subire ritardi significativi se l’amministrazione Trump sospendesse gli aiuti militari all’Ucraina.


Dopo aver promesso due sistemi di difesa aerea NASAMS all’Ucraina a luglio 2022 e aver accelerato la consegna delle prime due unità entro novembre dello stesso anno, l’amministrazione Biden ha promesso altri sei sistemi NASAMS nell’ambito dell’USAI lo scorso agosto, seguiti da altri quattro a luglio 2023. Tuttavia, a parte i primi due sistemi NASAMS consegnati all’Ucraina a novembre 2022, non ci sono state ulteriori notizie sulla consegna dei restanti 10 sistemi di difesa aerea promessi dall’amministrazione Biden. L’Ucraina ha ricevuto altri sistemi NASAMS da Norvegia, Lituania e Canada negli ultimi anni.


Secondo i registri contrattuali su USAspending.gov, il contratto di approvvigionamento di emergenza iniziale per i due sistemi NASAMS è iniziato il 26 agosto 2022, con una data di completamento prevista per il 30 dicembre 2026, nonostante gli sforzi dell’amministrazione Biden per accelerare la consegna di due unità all’Ucraina entro novembre 2022. Successivamente, il Pentagono ha finalizzato un contratto di approvvigionamento con l’appaltatore della difesa statunitense Raytheon per sei sistemi NASAMS del valore di 1,3 miliardi di dollari per l’Ucraina il 30 novembre 2022. Tuttavia, non si prevede che il contratto venga completato prima del 30 giugno 2027. Ulteriori modifiche al contratto sono apparse di recente a settembre 2024, indicando che la produzione dei sistemi NASAMS era ancora in corso.


A gennaio 2025, l’ultimo fact sheet del Pentagono sui contratti USAI mostrava ancora il valore degli acquisti NASAMS da Raytheon a circa 1,3 miliardi di $, il che suggerisce che non è stato finalizzato alcun contratto di fornitura per le quattro unità aggiuntive promesse dall’amministrazione Biden a luglio 2023. Allo stesso modo, dopo aver promesso ulteriori radar anti-artiglieria nell’ambito di USAI già a luglio 2022, il Pentagono ha raggiunto un accordo con l’appaltatore della difesa statunitense Lockheed Martin per produrre 16 sistemi radar AN/TPQ-53 per l’Ucraina per 355,8 milioni di $ il 27 ottobre 2022, con una data di completamento prevista per il 30 aprile 2026. Recenti sub-aggiudicazioni nell’ambito del contratto sono apparse di recente a gennaio 2025, il che suggerisce che la produzione era ancora in corso. Allo stesso tempo, droni avanzati, come i Puma Unmanned Aerial Systems, sono stati promessi all’Ucraina nell’ambito dell’USAI già nell’aprile 2022. Il primo contratto di fornitura per questi droni, del valore di 24,7 milioni di dollari, con l’appaltatore della difesa statunitense AeroVironment è iniziato il 12 aprile 2022. Un contratto aggiuntivo per 325,1 milioni di dollari è stato raggiunto il 9 novembre 2022. Dopo aver completato il primo contratto più piccolo entro dicembre 2023, il secondo contratto con AeroVironment per i droni Puma non dovrebbe essere completato prima del 30 settembre 2025. Le modifiche al secondo contratto sono apparse di recente a dicembre 2024, indicando che la produzione era ancora in corso.

Airbnb: per Ponte di Pasqua italiani scelgono turismo lento

Airbnb: per Ponte di Pasqua italiani scelgono turismo lentoMilano, 6 mar. (askanews) – Airbnb, in collaborazione con YouGov, ha condotto un sondaggio che conferma la crescente preferenza dei viaggiatori per lo slow tourism. 11,8 milioni sono gli italiani che prediligono un ritmo più lento per vivere le proprie vacanze, sia in famiglia che con amici e la Pasqua si configura come il momento ideale per partire. Il bisogno di vivere esperienze più autentiche e il desiderio di stabilire un legame più profondo con la cultura locale, sono le ragioni principali che spingono ad abbracciare questa scelta, infatti, 1 italiano su 4 sceglie lo slow tourism, mentre 1 su 2 opta per passare le proprie vacanze in destinazioni rurali.


Lo slow tourism sta diventando una vera e propria filosofia di viaggio, rispondendo al bisogno di rallentare e vivere esperienze autentiche e significative. Un italiano su due (49%) si sente sopraffatto dal tentativo di visitare troppe attrazioni in poco tempo, percentuale che cresce leggermente, arrivando al 52%, tra gli Young Millennial (25-34 anni). Questa generazione desidera bilanciare l’entusiasmo per la scoperta con momenti di relax e connessione autentica con i luoghi visitati. Tanti i vantaggi riconosciuti dai viaggiatori; il “turismo lento” permette infatti di arricchire l’esperienza di viaggio, come riconosce il 77% degli intervistati, dando la possibilità di vivere i luoghi visitati in modo più intenso e significativo. Inoltre, rappresenta un’opportunità per trascorrere tempo di qualità con amici o familiari: il 77% lo considera un valore fondamentale, in particolare i Millennial, che vedono nei soggiorni lenti un’occasione per condividere momenti di valore. L’autenticità gioca un ruolo chiave, soprattutto per le famiglie (83%), che la considerano essenziale per rendere il viaggio soddisfacente, immergendosi nella cultura locale e creando ricordi condivisi. Per il 76% delle famiglie, il viaggio lento è poi una vera terapia contro lo stress, permettendo di riscoprire uno stile di vita più semplice e rilassato.


“Il viaggio è un momento per creare nuove abitudini e sperimentare nuove routine; è un tempo sospeso, magico: si ha il potere di trasformarlo e trasformarsi in quello che si vuole”, commenta Francesca Di Pietro, Psicologa del Turismo e Coach. “In questo momento storico in cui più del 30% degli italiani è vicino al burn-out lavorativo4 almeno nelle vacanze ci si concede il tempo di rallentare. Sperimentare contesti diversi dal proprio permette di “provare a vivere” in modo diverso, dando un peso differente alle cose, concentrandosi più sulla qualità invece che sulla quantità, emozionandosi per le cose semplici e cercando di dedicare tempo di qualità a sé stessi o a chi si ama. I viaggi lenti insegnano poi a portare un po’ di lentezza anche a casa, magari anche solo nel mangiare senza distrazioni tecnologiche o facendo più camminate nella natura”. Il modello di viaggio mordi e fuggi sta dunque lasciando spazio a soggiorni più lunghi, con una media di 5 giorni di permanenza, preferiti da 2 italiani su 3. Il 74% vede inoltre nello slow tourism un modo per connettersi profondamente con il territorio, mentre il 45% apprezza la possibilità di esplorare luoghi meno affollati e destinazioni poco battute. Secondo i dati di YouGov, il podio delle regioni più desiderate per un soggiorno slow appartiene a Toscana, Sicilia e Sardegna: luoghi celebri per le loro spiagge di sabbia fine e acqua cristallina, ma che hanno sviluppato una nuova attrattiva legata alle tradizioni, agli usi e ai costumi dell’entroterra.

Consob: bloccata l’offerta abusiva del memecoin di Fabrizio Corona

Consob: bloccata l’offerta abusiva del memecoin di Fabrizio CoronaMilano, 6 mar. (askanews) – Proseguono gli interventi della Consob nel settore delle cripto-attività. L’Authority, si legge in una nota, ha ordinato la cessazione dell’offerta abusiva di cripto-attività denominate “memecoin $CORONA” – il memecoin lanciato da Fabrizio Corona – rivolta al pubblico italiano e promossa anche tramite il sito www.getcoronamemes.com, senza aver notificato alla Consob il documento informativo (white-paper) richiesto da Micar, la normativa europea di settore.


Sono stati, inoltre, bloccati i seguenti siti mediante i quali erano prestati servizi per le cripto-attività senza le autorizzazioni prescritte da Micar: “Spazio Finanziario”, “HTXcoin-az”, “Stock Credit Wallet”, “Paycraftv.top”/”Paycraftn.top” e “CoinBank Exchange”. Proseguono anche gli ulteriori interventi di contrasto all’abusivismo finanziario. La Consob ha oscurato i seguenti quattro siti di intermediazione finanziaria abusiva: “Capitalgates”, “Tux” e “AquillaFX”. In tutto sono 11 i siti oscurati questa settimana. Sale, così, a 1247 il numero totale dei siti bloccati dalla Consob a partire da quando, nel luglio 2019, l’Autorità è stata dotata del potere di ordinare l’oscuramento dei siti web degli intermediari finanziari abusivi.

Oggi il Consiglio Ue con Zelensky, Orban blocca le conclusioni sull’Ucraina. Sul tavolo il tema Difesa

Oggi il Consiglio Ue con Zelensky, Orban blocca le conclusioni sull’Ucraina. Sul tavolo il tema DifesaRoma, 6 mar. (askanews) – Situazione in Ucraina e difesa europea sono i temi all’ordine del giorno del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles, presente il presidente Volodymyr Zelensky.


Prima, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa avrà un incontro bilaterale con il cancelliere austriaco Christian Stocker. Il summit – presente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – inizierà con il tradizionale scambio di vedute con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola seguito dalla discussione sui temi all’ordine del giorno, anche durante una cena di lavoro. Il Consiglio, come sottolineano più fonti diplomatiche, si preannuncia “complicato”. Negli incontri preparatori, anche fino a ieri, l’Ungheria del primo ministro Viktor Orban ha confermato il suo “no” alla bozza di conclusioni sull’Ucraina. Contraria anche la Slovacchia di Robert Fico, che però sembra più in una logica “transazionale” e dunque potrebbe essere convinto a cambiare la sua posizione in cambio di alcune concessioni (ovvero forniture di gas russo).


Per quanto riguarda il secondo tema, i leader avvieranno la discussione sul piano ReArm Europe anticipato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Se per quanto riguarda la necessità di aumentare le spese in difesa praticamente tutti i leader sono concordi, il confronto si svilupperà sull’attuazione pratica e sulle modalità di finanziamento. E da questo punto di vista la grande novità è che nel fronte dei “frugali” sono rimasti solo Austria e Paesi Bassi, mentre anche la Germania ha aperto a una modifica del Patto di stabilità. Probabile anche un confronto sull’iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron, che ieri ha annunciato la volontà di “avviare una discussione strategica sul tema della difesa dei nostri alleati nel continente europeo con le nostre armi nucleari”. Dalla settimana prossima, ha detto ancora il leader parlando alla nazione, inizierà il confronto a livello di capi di Stato maggiore degli eserciti sulla costituzione di una forza militare di ‘volenterosi’ per un’eventuale missione di peacekeeping in Ucraina. Ipotesi su cui il governo italiano ribadisce anche oggi, con il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il suo no: “Noi abbiamo sempre detto che non invieremo truppe con missioni europee o missioni Nato; se c’è una questione dell’Onu diventa un’altra questione”, ha detto parlando a Bruxelles.

Tennis, Nardi e Cobolli subito fuori a Indian Wells

Tennis, Nardi e Cobolli subito fuori a Indian WellsRoma, 6 mar. (askanews) – Subito eliminati due azzurri nel tabellone maschile dell’Atp 1000 di Indian Wells. Un Luca Nardi non in perfette condizioni fisiche ha ceduto nettamente al vincitore 2021 Cameron Norrie (6-0 6-3 il punteggio in poco più di un’ora), giocando un match davvero negativo. Il ventunenne azzurro esce così di scena al primo turno nel torneo che lo scorso anno lo aveva visto assoluto protagonista, con quell’incredibile vittoria contro Novak Djokovic. Poco prima un’altra giornataccia di questo 2025 fin qui deludente e anche sfortunato, per Flavio Cobolli. Il romano, alle prese con febbre e mal di gola, ha perso 3-6 6-2 6-2 contro il qualificato americano Colton Smith, 22 anni, prodotto del college University of Arizona e 261 al mondo.