Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Un’agenda per l’Editoria, incontro in Fieg organizzato da Osservatorio TuttiMedia

Un’agenda per l’Editoria, incontro in Fieg organizzato da Osservatorio TuttiMediaRoma, 23 feb. (askanews) – Sono soprattutto due – per Fabrizio Carotti, Direttore generale della Fieg, che ha ospitato l’incontro organizzato dall’Osservatorio TuttiMedia, moderato da Maria Pia Rossignaud, Vicepresidente Osservatorio TuttiMedia e direttrice Media Duemila – i temi da focalizzare per una agenda dall’editoria. Premessa la necessità di garantire l’attuazione del dettato dell’art.21 della Costituzione – dal “pluralismo dell’informazione” e dalla “libertà di stampa” fino ad arrivare al lettore (sia che si informi su carta sia in digitale) -, occorre garantire la tutela e valorizzazione del prodotto editoriale ed il sostegno pubblico all’editoria.
Il primo obiettivo si persegue attraverso differenti strumenti: il contrasto alla pirateria e agli utilizzi non remunerati, l’efficace attuazione del diritto connesso riconosciuto agli editori, la fruizione legale dei contenuti stessi da parte dei distributori e degli utilizzatori delle rassegne stampa ed altri. In parallelo, occorre garantire, almeno fintanto che gli strumenti citati non siano pienamente efficaci a restituire sostenibilità economica alle imprese editoriali, forme di sostegno pubblico. Carotti ha concluso ricordando che il recente pregevole studio del Dipartimento per l’editoria e l’informazione ha dimostrato che l’Italia rispetto ai Paesi europei oggetto del confronto destina risorse inferiori rispetto agli altri.
Carlo Bartoli, Presidente Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha voluto rappresentare la complessità di un mondo dell’informazione che ha subito, forse più che in altri campi, una accelerazione fortissima di fronte alla quale i giornalisti scontano forse una riflessione che si è fermata all’oggi e non ha saputo immaginare. È invece ora più che mai necessario anticipare gli scenari del futuro, immaginando, appunto, modelli di business innovativi e in grado di reggere agli uti di un cambiamento che è continuo. E disegnando, soprattutto, un mondo mediatico in cui prevalgano gli aspetti positivi della informazione. Qui lo stesso approccio europeo forse si è rivelato debole, senza dimenticare tuttavia i passi che si sono fin qui fatti in tema regolatorio, nei quali l’Italia ha sempre svolto un ruolo non marginale, ma anzi propulsivo e propositivo.
La necessità innanzitutto di consapevolezza di questo mondo nuovo e delle sfide che pone è stata ribadita da Franco Siddi, Presidente Osservatorio TuttiMedia, che invita a ricercare in una agenda per l’editoria un equilibrio tra i nuovi confini della libertà e dello sviluppo tracciati dalla tecnologia con il benessere della persona, e a recuperare un valore economico per il lavoro giornalistico senza il quale viene difficile esercitarlo con responsabilità professionale e rispetto della deontologia per arrivare alla produzione di senso. La notizia, ha detto, deve restare al centro, la notizia accurata, quanto possibile ‘vera’. Serve sostenibilità economica per le organizzazioni che producono informazione e anche gli Sfati in questo devono fare la loro parte per tutelare il bene prezioso rappresentato dalla informazione in senso lato, non solo naturalmente quella della carta stampata.
Un elogio della “lentezza”, invece, quella che non possiamo invece più permetterci, è venuta da Andrea Monda, giornalista delle pagine culturali, da quattro anni Direttore de L’Osservatore Romano, simbolicamente rappresentata dalla “mazzetta” di giornali cartacei acquistati oggi in edicola che ha portato con sé sul tavolo dei relatori. Chi può permettersi oggi di leggere una mazzetta di giornali? E che senso ha oggi un giornale quotidiano? Questa la domanda che si è posto e ha posto all’uditorio, quando la velocità, il ritmo che ci è imposto, non aiuta né la produzione né la fruizione di un giornale quotidiano. La fretta avrebbe un che di diabolico, mette in crisi la responsabilità nel confezionare le notizie e l’idea stessa di stampa come servizio e una disaffezione alla lettura della stampa, se disaffezione c’è, è data anche dalla autoreferenzialità di certe testate che forse hanno smesso di mettere il loro lettore al centro.
Una provocazione che un altro dei Direttori presenti al dibattito, Massimo Martinelli del Messaggero, ribalta ribadendo con convinzione l’utilità della “carta stampata”, parlando di giornale cartaceo e dei giornalisti che vi lavorano anzi come ‘tempio’ dell’informazione. Il problema piuttosto è il quotidiano furto dei contenuti che vale centinaia di milioni dall’anno, milioni che potrebbero essere impieganti per le assunzioni, per la formazione, per la foliazione stessa delle testate, per l’innovazione. La formazione, soprattutto, non deve essere quella da ultimo considerata come unica valida, e cioè l’informatica, il linguaggio Seo, l’indicizzazione, l’uso dei tag, eccetera. La formazione deve tornare a formare cronisti capaci di trovare la notizia, non solo di riproporre e distribuire nel modo più efficace informazione già esistente. Solo così ChatGPT da ausilio in redazione non sarà “la” redazione.
Le preoccupazioni per gli ultimi sviluppi dell’Intelligenza Artificiale non le ha nascoste Derrick de Kerckhove, Direttore scientifico Osservatorio TuttiMedia/MediaDuemila, che ha parlato guardando a ChatGPT di vera e propria crisi epistemologica e antropologica grave perché va ad inficiare il fondamento stesso della comunicazione: il linguaggio. ChatGPT testimonierebbe per il Professore il passaggio da un sistema operativo culturale ad un altro: da quello della scrittura a quello dell’algoritmo. Non tiene conto del referente. E questo pone molteplici problemi da indagare, anche di diritto e regolatori, ma, soprattutto, di produzione di senso.
Si muove verso il qui ed ora di quanto sarà possibile realizzare dopo le recenti regolazioni europee Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy, Google Italy, che ha ripercorso velocemente le diverse fasi del confronto con gli editori che hanno portato ora alla possibilità di un incontro tra mondi – quello delle piattaforme digitali e quello dell’editoria – necessariamente “sinergici” e la recente chiusura della partita regolatoria ha posto le basi per accordi che si andranno a realizzare in una reciprocità che proprio l’Italia ha saputo intuire attraverso il Regolamento Agcom, in cui ciascuna parte porta valore all’altro massimizzando il risultato e creare valore. E il primo passo in questa direzione, da fare insieme, sarà quello di monitorare il come le persone si informano.
Questi in sintesi gli esiti dell’incontro promosso da Osservatorio TuttiMedia e Fieg, in occasione della presentazione della nuova edizione, la nona, del “Manuale di Diritto dell’Informazione e della Comunicazione” del Prof. Ruben Razzante, edito da Wolters Kluwer. Proprio Le ultime novità in materia di copyright, responsabilità delle piattaforme web e social, azioni di contrasto alle fake news e valorizzazione dell’informazione di qualità all’interno di un contesto di cultura digitale, contenute nel manuale sempre aggiornato, giunto alla sua nona edizione, del Prof. Ruben Razzante, hanno fatto da sfondo per il possibile disegno di un mondo dell’Informazione, necessariamente nuovo e diverso, ma che non può prescindere da alcuni elementi-chiave. E che deve dare fronte però, anche, con caratteristiche nuove e dirompenti.
“La condivisione di obiettivi in un contesto storico in veloce movimento è la strategia indispensabile alla costruzione di un futuro sostenibile per i media – ha concluso Maria Pia Rossignaud -, questi incontri uniscono e invitano alla collaborazione”.

Pranzo Mattarella-von der Leyen, soddisfazione per compattezza Ue

Pranzo Mattarella-von der Leyen, soddisfazione per compattezza UeRoma, 23 feb. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pranzato a Palermo con la presidente della Commissione europea Ursula von de Leyen. Clima molto cordiale, menu e vini siciliani. Temi principali affrontati nel corso del pranzo la vicenda ucraina, le migrazioni, la transizione ecologica, il gas e le fonti di approvvigionamento energetico. Temi sui quali, fanno sapere fonti del Quirinale, si è registrata una comunanza di visioni su tutto.
Il capo dello Stato ha ringraziato la presidente Ue per aver detto che le migrazioni sono un tema che riguarda l’intera Unione europea. Soddisfazione di entrambi, sottolineano le stesse fonti, per la riduzione del prezzo del gas e per la spinta comune per sviluppare le energie da fonti rinnovabili, giudizio positivo sulla larghissima compattezza dell’Unione su tutti questi temi. Da registrare anche la comune attenzione per l’apertura di flussi legali di migrazioni e la contemporanea lotta ai trafficanti di esseri umani.

Alla Toscana l’oro assoluto ai Campionati della cucina italiana

Alla Toscana l’oro assoluto ai Campionati della cucina italianaMilano, 23 feb. (askanews) – I cuochi del team Toscana sono i nuovi campioni assoluti della Cucina italiana, mentre lo chef Andrea Giuliani si aggiudica il titolo nelle competizioni individuali, dopo quattro giorni di sfide che hanno visto alternarsi sul palco 700 chef assistiti dai rispettivi team.
Tra gli altri premi assegnati dalle giurie presiedute da Gianluca Tomasi, general manager della Nazionale italiana cuochi, quello per la pasticceria da ristorazione K2 assegnato a Giampiero Ingrao e quello per la cucina calda vegan K3 assegnato a Domenico Lacedonia. I campionati della Cucina italiana, competizione riconosciuta dalla Worldchefs (Confederazione mondiale dei cuochi), sono l’evento nazionale più importante della Federazione italiana cuochi (Fic), organizzato in collaborazione con Italian exhibition group all’interno di Beer&Food Attraction, fiera di riferimento per l’eating out a Rimini. Qui si sono ritrovati 1.500 cuochi, con 16 team provenienti dall’Italia e dall’estero che si sono messi alla prova su cucina fredda, cucina calda, pasticceria da ristorazione e cucina artistica.
Tra i contest più attesi, quello dedicato allo street food, inserito in gara nel 2020 per far conoscere i cibi di strada più sfiziosi e vinto dal team Venezia, quello incentrato sulla mistery box, vinto da Danilo Salerno e Simone Salmin, quello per la miglior professionista lady chef, vinto da Lidia Lopez Sebastian e quello dedicato ai ragazzi speciali, curato da Roberto Rosati del Dipartimento solidarietà emergenze Fic, che ha visto la partecipazione di ragazzi con programmazione scolastica differenziata e un compagno tutor, alle prese con la preparazione di uno starter e di un antipasto ispirati alla cucina mediterranea. Grande partecipazione anche per il concorso “Miglior Allievo”, indetto fra gli Istituti professionali alberghieri e vinto da Francesco Orsi, dell’IPSAR Veronelli (Emilia Romagna).
I campionati della Cucina italiana sono stati anche teatro delle selezioni continentali europee della Worldchefs del “Global Chef”, dove l’Italia si è qualificata in tre categorie (senior, pastry e junior) per la finale di Singapore 2024, e le selezioni nazionali per il Bocuse d’Or, vinte da Marcelino Gòmez Vita, che guiderà il team azzurro alla finale europea che si svolgerà in Norvegia.
“In questa edizione l’entusiasmo e la passione mostrati da tutti i concorrenti mi ha commosso – ha dichiarato il presidente Federcuochi, Rocco Pozzulo – dopo gli anni del Covid e dell’impossibilità di poterci riunire tutti insieme sotto il vessillo della migliore cucina italiana, oggi viviamo quasi una rinascita, la gioia di poter condividere l’emozione delle gare ma anche tanti momenti conviviali e di scambio professionale che ci hanno arricchiti come cuochi e come persone”.

Netflix taglia i prezzi abbonamenti in oltre 30 paesi

Netflix taglia i prezzi abbonamenti in oltre 30 paesiNew York, 23 feb. (askanews) – Netflix ha ridotto il costo del suo servizio di abbonamento in vari paesi del Medio Oriente tra cui Yemen, Giordania, Libia e Iran; nei mercati dell’Africa sub-sahariana compreso il Kenya; e in vari paesi europei come Croazia, Slovenia e Bulgaria. La piattaforma cerca di attrarre clienti, in un contesto con crescenti opzioni di streaming. Riduzioni nei costi di abbonamento riguardano anche l’America latina e l’Asia, in particolare Malesia, Indonesia, Tailandia e Filippine. Tuttavia qualche mese fa, proprio i dirigenti di Netflix avevano parlato di aumentare i prezzi in luoghi dove possono permetterselo, come gli Stati Uniti per poter continuare ad investire in contenuti. Netflix opera in più di 190 paesi e territori e ha lavorato a forme di pagamento per le password condivise e a un piano di abbonamento con pubblicità.

Il tempo e la densità: la lezione che perdura di Bill Viola

Il tempo e la densità: la lezione che perdura di Bill ViolaMilano, 23 feb. (askanews) – C’è il senso del tempo, la densità di una consapevolezza della storia dell’arte, ma anche una semplice passione per la costruzione di un’immagine in vista del suo manifestarsi. Il lavoro di Bill Viola, uno dei primi a usare il video in maniera sistematica per la propria arte, continua ad avere fascino e a parlare al pubblico di temi universali resi accessibili. Lo fa anche nella mostra che gli dedica Palazzo Reale a Milano, curata da Kira Perov in collaborazione, per il catalogo, con Valentino Catricalà.
“Bill Viola – ha detto quest’ultimo ad askanews – si forma all’interno del mondo della videoarte, ma poi instaura rapporti con tantissimi artisti, quindi troviamo tante influenze diverse. La mostra qui vuole rappresentare soprattutto il periodo di Bill Viola detto della ‘svolta’, dagli anni Novanta in poi”.
Lavori che citano la grande pittura e la grande scultura del passato, dalle pietà ai dipinti del realismo francese, ma che sono anche una riflessione sulle pratiche performative del contemporaneo – viene in mente una leggenda come Joan Jonas – che ruotano intorno al corpo, al suo muoversi e al suo essere poi filmato. In un tempo, il nostro, che riceve stimoli visuali in continuazione.
“Oggi noi viviamo in un mondo carico di immagini e di tecnologia – ha aggiunto Catricalà – Bill Viola ha sempre aperto riflessioni sull’animo umano, ma sempre utilizzando tecnologia. Pe lui il medium con cui lavorare è fondamentale e la sua è sempre un’analisi sulla contemporaneità tecnologica, che deve essere sempre più etica e sostenibile”.
Nato nel 1951, Viola coltiva nei sui video una ricerca di essenzialità, che diventa spirituale, incentrata spesso sugli elementi primordiali del nostro mondo. E allarga, con semplicità anche verso il grande pubblico, il messaggio dell’arte contemporanea. Operazione che pure il Comune di Milano e l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi stanno portando avanti.
“L’abbiamo fatto all’interno della Art Week – ci ha spiegato l’assessore – anche per qualificare sempre di più un palinsesto che sta diventando un momento diffuso di arte contemporanea, a partire da miart, quindi il mondo della gallerie e del commercio, che però si estende poi a un vero e proprio palinsesto culturale, e la mostra di Bill Viola è uno degli appuntamenti centrali”.
Che siano acqua o fuoco, vita o morte, corpi o immortalità, guardare Bill Viola resta interessante per capire un momento nel quale le immagini in movimento – qui spesso lento – hanno conquistato un posto stabile sulla scena dell’arte. Da lì si è fatta molta strada, ma il merito di essere stato tra i pochi ad avere aperto questa via è indiscutibile.

Dermatite Atopica, torna campagna SIDeMaST “Dalla parte della tua pelle

Dermatite Atopica, torna campagna SIDeMaST “Dalla parte della tua pelleRoma, 23 feb. (askanews) – Porte aperte nelle Dermatologie di 26 centri universitari-ospedalieri per la terza edizione di “Dalla parte della tua pelle”, la campagna nazionale di sensibilizzazione sulla Dermatite Atopica, promossa da SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia e delle Malattie Sessualmente Trasmesse con il sostegno dell’associazione dei Pazienti ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica) e realizzata grazie al contributo non condizionante di SANOFI. Da Nord a Sud Italia nei giorni 11, 18 e 25 marzo sarà possibile effettuare consulti dermatologici gratuiti. Lo scopo della Campagna sarà duplice: favorire nei pazienti una percezione più estesa della patologia facilitando la diagnosi di dermatite atopica e indirizzare i pazienti verso i Centri di riferimento sul territorio nazionale per intraprendere il percorso di cura più adatto alle diverse esigenze.
“La Dermatite Atopica – spiega il prof. Giuseppe Monfrecola, Presidente SIDeMaST – è una malattia infiammatoria cronica che si presenta con manifestazioni cutanee diverse, tra cui arrossamenti estesi ad arti, tronco e volto accompagnati da forte prurito e bruciore e a marcata secchezza cutanea. Le sedi dove la malattia è maggiormente visibile sono il volto e il collo, le pieghe e le mani. Per questo motivo e per il costante prurito a volte associato a dolore, la Dermatite Atopica incide molto negativamente sulla qualità della vita dei pazienti con ripercussioni nei rapporti sociali e nelle loro attività scolastiche e lavorative in quanto il grave prurito provoca perdita di sonno, con conseguenti ricadute nello studio e nel lavoro. Si stima che in Italia ne soffra circa il 10% degli adulti e il 20% dei bambini. Spesso esordisce già nei primi mesi di vita proseguendo poi nell’infanzia e nell’adolescenza, potendo perdurare in età adulta. Non è escluso l’esordio della Dermatite Atopica in età adolescenziale-adulta e anche in quella geriatrica. In questi casi spesso la malattia non viene riconosciuta. I Dermatologi di SIDeMaST, con questa iniziativa, si prefiggono il compito di migliorare il percorso diagnostico di Dermatite Atopica negli adulti, informandoli sulle possibili terapie al fine di restituire loro la serenità e la consapevolezza che la malattia può essere tenuta sotto controllo grazie ai diversi trattamenti attualmente disponibili”. Si ricorda ancora una volta che la prenotazione è obbligatoria al Numero Verde dedicato 800086875, attivo 7 giorni su 7 dalle 10.00 alle 18.00. Per ulteriori informazioni: https://www.sidemast.org/dalla-parte-della-tua-pelle-2023/

“Londinium”: l’Italia sfida l’Inghilterra, a confronto 50 birre diverse

“Londinium”: l’Italia sfida l’Inghilterra, a confronto 50 birre diverseRoma, 23 feb. (askanews) – Le immagini del match Italia-Inghilterra, che ha sancito la vittoria degli Azzurri nell’ultimo Campionato europeo di calcio, sono ancora fresche nella memoria di tutti. Ma in attesa di un nuovo confronto sui campi da calcio, c’è già una rivincita in arrivo, e stavolta sarà… a colpi di birra.
Al posto del consueto stadio, a far da cornice ci sarà la Treefolk Public House a Roma, in viale di Trastevere 192. E se, appunto, il “campo da gioco” vede l’Italia giocare in casa, le regole arrivano direttamente da Londra, perché oggetto della contesa sarà proprio la tradizionale Real Ale britannica, nota anche come Cask Beer: una vera e propria icona di un modo di bere la birra tutto inglese, che ha resistito caparbiamente al trascorrere dei secoli e alle innovazioni, per custodire i segreti di un metodo produttivo unico al mondo.
L’evento si terrà dal 2 al 5 marzo e vedrà “scendere in campo” 50 birre diverse: 25 inglesi e 25 italiane, per una sfida all’ultima pinta dove il vincitore sarà stabilito dai palati di appassionati, intenditori e amanti della birra. A fare da denominatore comune a tutti i fusti in gara, sarà appunto l’appartenenza alla tradizione che vede nel cask, tipo particolare di botte, un simbolo senza tempo. Uno stile classico nelle isole britanniche, che racconta dei tipici e pittoreschi pub delle periferie, o di quei pub cittadini che iniziano a riempirsi nel pomeriggio, quando si esce dal lavoro. E sarà curioso scoprire il lavoro dei birrai nostrani che si cimentano, per la prima volta, con questa tecnica di produzione.
Ma quali sono le caratteristiche delle Real Ale? Il cask, come detto, è il tipico contenitore da cui vengono spillate. Le sue dimensioni possono variare, ma c’è una caratteristica che non può mancare: l’assenza all’interno di anidride carbonica aggiunta. Queste birre, infatti, sono limpide e praticamente senza schiuma: “C’è appena una lieve gasatura – spiegano gli organizzatori – dovuta a un passaggio fondamentale, ovvero la rifermentazione in cask. Spesso si collega questo processo quasi esclusivamente all’area produttiva belga, senza riflettere sul fatto che invece è questa l’essenza di una Real Ale, una birra che resta in fusto ma viva, con lieviti attivi in quanto innescati da zuccheri residui”.
Altro elemento fondamentale è la spillatura cosiddetta ‘a caduta’: “L’innesto del rubinetto è un momento fatidico – spiegano gli organizzatori – la membrana in plastica presente sulla testa del cask viene penetrata dalla punta del rubinetto (tap) con un colpo di martello, poi, una volta posizionato il cask con una specifica inclinazione, si può finalmente iniziare a servire le prime pinte: nulla di più autenticamente inglese”. Altra tipologia di servizio, altrettanto particolare e tradizionale, è quello con hand pump, nel quale, aggirando la spinta dell’anidride carbonica, si tira letteralmente la birra fuori dal cask risucchiandola con una leva attraverso un tubo, un po’ come si faceva con le vecchie pompe idrauliche dei pozzi artesiani.
Ultimo elemento caratteristico è il servizio, rigorosamente a temperatura ambiente: e questo non solo perché è nelle cantine dei pub inglesi che i cask vengono tradizionalmente conservati fino alla spillatura, ma anche perché l’assenza di refrigerazione è fondamentale per mantenere il lievito ‘vivo , in modo da favorire la peculiare maturazione di questa bevanda.
Sono tutte specificità, queste, che danno vita a una birra unica, ricca di sfumature avvincenti e di storia, tanto che a sua tutela è stata istituita dal 1972 l’associazione CAMRA, “Campaign for Real Ale”. E se in Italia è ancora poco conosciuta, con un numero ridotto di birrifici che vi si cimentano, l’evento Londinium può porsi come un’occasione preziosa per scoprire un volto nuovo della birra, lasciandosi avvolgere dall’immagine di quella Londra seducente e un po’ misteriosa che, tra una pinta e l’altra, ha attraversato le epoche. È prevista anche un’ampia selezione food tipicamente inglese: dall’english breakfast del mattino, fino alle ribs e al fish and chips.

Covid, capo team scientifico Pechino: in Cina finita epidemia

Covid, capo team scientifico Pechino: in Cina finita epidemiaRoma, 23 feb. (askanews) – L’epidemia Covid-19 in Cina “può essere basicamente finita, nonostante casi sporadici”. L’ha affermato oggi il capo del comitato scientifico sulla pandemia del Consiglio nazionale di sanità di Pechino Liang Wannian, secondo i media cinesi.
“La pandemia esiste ancora da una prospettiva globale e e i danni della malattia ancora esistono, ma noi possiamo dire che il nostro paese ha ottenuto una grande e decisiva vittoria nella prevenzione e nel controllo della pandemia Covid-19”, ha detto Liang. “Come paese popoloso – ha aggiunto – abbiamo creato un buon esempio di superamento con successo dalla pandemia”.
La dichiarazione di Liang viene dopo che il Comitato permanente del Politburo del Partito comunista cinese – massimo organo decisionale del partito e del paese – ha lodato la “vittoria decisiva” sulla pandemia in una riunione presieduta dal presidente Xi Jinping, definendola “un miracolo”.

Assovetro: con investimenti green ritorno economico e sociale

Assovetro: con investimenti green ritorno economico e socialeRoma, 23 feb. (askanews) – Investire nella filiera del vetro Made in Italy conviene per l’economia e l’ambiente: con un investimento di 10,7 miliardi si potrebbe generare infatti un ritorno sociale, economico e ambientale pari a oltre 27 miliardi. Le opportunità di investire nell’industria del vetro italiana e nella sua decarbonizzazione e gli elementi di indirizzo per accompagnarne la transizione ecologica, sono stati questi i temi al centro del Convegno “Il Futuro attraverso il vetro” organizzato da ASSOVETRO, in collaborazione con il CNEL che si è svolto questa mattina a Roma. In Italia l’industria del vetro è presente, caso unico in Europa, con tutte le produzioni e serve numerose filiere strategiche del Made in Italy: vetro piano per auto, per edilizia e per arredi e mobili, vetro cavo per imballaggi alimentari, per cosmetici, per la farmaceutica, fibre di vetro per rinforzo e isolamento, vetri tecnici. Il settore conta circa 60 stabilimenti e 32 Aziende di produzione di grandi dimensioni, oltre a circa 300 aziende della trasformazione e 30.000 addetti diretti. Lo studio condotto da Open Impact – che è stato presentato ad apertura del Convegno – ha applicato l’innovativa metodologia SROI (Social Return on Investment) alla filiera del vetro con un risultato ampiamente positivo: ogni euro investito in Italia genererebbe 2,5 euro di valore positivo in termini ambientali, sociali ed economici. Il valore degli investimenti in decarbonizzazione sarebbe massiccio: circa otto miliardi di euro nella produzione e consumo di vettori energetici verdi. Ancora più rilevante l’impatto sociale che da solo equivarrebbe a 12,2 miliardi per un settore che già oggi impiega, con posizioni stabili e di alta specializzazione, circa 30.000 dipendenti. “Il vetro è centrale per sostenere la transizione – ha dichiarato il Presidente di Assovetro, Marco Ravasi dialogando con il giornalista del TG1, Mario De Pizzo – e può farlo con ritorni sociali, ambientali ed economici più che positivi dimostrando che la transizione dell’economia in senso verde e circolare può essere un volano di sviluppo, soprattutto se affrontata senza pregiudizi, ma piuttosto scegliendo le opzioni più efficaci per conseguire gli obiettivi che ci si prefigge”. “Il caso della filiera del vetro può rappresentare un modello per la transizione verde e dimostra come investire in sostenibilità sia premiante sia in termini di occupazione, favorendo i cosiddetti green job, sia più in generale da un punto di vista economico e sociale”, aggiunge il presidente del CNEL, Tiziano Treu. Lo studio, ipotizzando un investimento per l’intera filiera del vetro di 10,7 miliardi, sottolinea che esso potrebbe generare un valore positivo pari a 27,2 miliardi. In particolare, il ritorno da un punto di vista sociale è di 12,2 mld e 8,7 miliardi l’investimento in termini ambientali. La decarbonizzazione della produzione di vetro, sottolinea lo Studio, ha ricadute molto positive in termini di impatto del settore e abilita la trasformazione di tutta l’economia (filiere costruzioni e agroalimentare) in senso verde e circolare, permettendo al sistema produttivo italiano di raggiungere una maggiore resilienza. “Risulta, dunque, necessario – si legge – favorire il processo di decarbonizzazione della filiera del vetro attraverso manovre e incentivi che supportino le aziende produttrici e che agevolino i consumatori verso scelte più responsabili”.
In una prospettiva temporale al 2050 che prevede un aumento della produzione di vetro che passerebbe dalle attuali 6,5 milioni di tonnellate a 9,4, con un aumento conseguente di occupazione e capacità produttiva, Open Impact entra nello specifico degli interventi necessari. Nei circa 8 miliardi previsti per la decarbonizzazione sono stati considerati tutti gli investimenti per l’efficientamento energetico, l’elettrificazione, il Carbon Capture and Storage, l’idrogeno, il biometano e il riciclo. Per l’efficientamento energetico degli edifici per la sostituzione di infissi, il totale dell’ investimento pari a poco più di un miliardo dovrà finanziare l’ampliamento degli impianti al 2040. Anche per l’aumento della domanda di vetro cavo, un investimento di poco più di 1,1 mld servirà per la costruzione di nuovi impianti. Lo stesso vale per il riutilizzo degli imballaggi dove un investimento di poco più di 600 milioni dovrà servire per nuovi forni e in tutto si genereranno 5.100 nuovi occupati.

Milano, Muro della gentilezza: in 3 anni donati oltre mezzo mln di capi

Milano, Muro della gentilezza: in 3 anni donati oltre mezzo mln di capiMilano, 23 feb. (askanews) – Oltre mezzo milione di capi d’abbigliamento, circa cinque tonnellate di giochi per bambini, 2.500 coperte e decine di migliaia di prodotti sanitari confezionati, tra cui più di 70.000 mascherine tra chirurgiche e FFP2, 150 materassi, 200 passeggini, circa 2.000 confezioni di pannolini e decine di migliaia di prodotti per l’igiene personale o la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Sono alcuni dei numeri della generosità manifestata dalla città di Milano in tre anni di attività del Muro della gentilezza, l’iniziativa solidale indipendente che consente a chiunque di lasciare sulla facciata esterna del Tempio del futuro perduto in via Luigi Nono indumenti e oggetti usati affinché vengano prelevati liberamente e distribuiti a persone bisognose e senzatetto, associazioni benefiche, comitati di cittadini, forze dell’ordine e missioni umanitarie internazionali.
“Quello che era nato come un esperimento di attività solidale immediata, pratica e concreta – spiega Tommaso Dapri, ideatore dell’iniziativa e fondatore del Tempio del futuro perduto – si è immediatamente trasformato, complice anche lo scoppio della pandemia, in un imponente progetto di partecipazione collettiva per supportare le fasce più bisognose con beni di prima necessità o di grande utilità. La massiccia risposta dei milanesi ha contribuito ad aiutare migliaia di persone non solo all’interno dei confini cittadini, ma anche nel resto del Paese, in Libano, Senegal, Gambia, Sud America e Ucraina grazie al supporto di associazioni e missioni umanitarie. Il nostro auspicio è che questo modello venga replicato, anche dalle stesse amministrazioni locali, in tutti i più grandi centri urbani”. Oltre ai beni elencati, sono stati donati al Muro anche cibi a lunga conservazione, 180.000 libri nuovi e usati reperibili nella mediateca sociale gratuita del Tempio, alcune biciclette, diversi strumenti musicali, stampelle e carrozzine, estrattori di latte materno, stoviglie e alcuni elettrodomestici.
Nato appena prima dell’inizio della pandemia, il Muro viene gestito 24 ore su 24 dai 30 giovani volontari che hanno dato vita, con l’associazione Nuovo rinascimento, allo stesso Tempio del futuro perduto. I beni donati quotidianamente da cittadini e turisti e lasciati sulla parete possono essere ritirati in qualsiasi momento da chiunque ne abbia bisogno, mentre quelli consegnati al civico 7 di via Luigi Nono vengono raccolti e catalogati in tre magazzini dai volontari per poi essere restituiti alla collettività attraverso associazioni oppure all’ingresso della struttura dal lunedì al venerdì.