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Nordcorea, Seoul: giovane figlia probabile erede di Kim Jong Un

Nordcorea, Seoul: giovane figlia probabile erede di Kim Jong UnRoma, 5 gen. (askanews) – La giovane figlia del leader nordcoreano Kim Jong Un, che lo accompagna negli ultimi tempi ai test missilistici e alle parate militari, è il suo “più probabile” successore. Ci scommette l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud.

È la prima volta che il servizio di intelligence sudcoreano NIS afferma che Kim Ju Ae potrebbe davvero essere l’erede designata di Kim Jong Un. E’ dalla fine del 2022 che Ju Ae appare sistematicamente accanto al padre nelle occasioni ufficiali.

“Sulla base di un’analisi completa delle attività pubbliche e del livello di rispetto per Kim Ju Ae sin dalla sua prima apparizione pubblica, attualmente sembra essere il successore più probabile”, ha affermato il NIS, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. “Ma teniamo gli occhi aperti su tutte le possibilità perché Kim Jong Un è ancora giovane, non ha grossi problemi di salute e ci sono molte variabili”. Si ritiene che la signorina Kim sia la seconda figlia maggiore del leader nordcoreano e che abbia circa 10 anni.

Ancora oggi l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA ha dato notizia di una visita di Kim Jong Un a una fabbrica di missili ICBM e, immancabile, al suo fianco c’era Ju Ae vestita come al solito di nero. La KCNA ha definito la giovane “Rispettata figlia”, di fatto un titolo che suggerisce la possibilità di una futura mansione ufficiale.

Farnesina, Tajani a colloquio con omologa canadese Jolie

Farnesina, Tajani a colloquio con omologa canadese JolieRoma, 4 gen. (askanews) – ll Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha avuto un proficuo colloquio telefonico con la Ministra degli Esteri del Canada, Mélanie Jolie: è quanto si legge in una nota della Farnesina.

Nell’evidenziare lo stato eccellente delle relazioni bilaterali, il Vice Presidente Tajani ha illustrato le linee guida della Presidenza italiana del G7, a partire dalla situazione in Medio Oriente e in Ucraina. “Ho voluto ringraziare l’amica Mélanie per lo spirito di collaborazione con cui il Canada guarda all’agenda della presidenza italiana del G7. Roma e Ottawa condividono una visione comune su molti dossier, a cominciare dal sostegno all’Ucraina contro l’invasione russa” – ha affermato Tajani.

Nel corso del colloquio i due Ministri si sono concentrati sugli ultimi sviluppi della situazione a Gaza e hanno concordato circa la necessità di evitare una regionalizzazione del conflitto e di accelerare il percorso verso una soluzione politica e diplomatica che porti alla soluzione dei due popoli, due Stati. “È importante lavorare insieme fin d’ora anche alla preparazione degli scenari del dopo guerra, in maniera da dare una prospettiva concreta agli attori nella regione e alla popolazione civile. Bisogna creare un futuro di pace e stabilità per Gaza e per tutta la regione pensando già da ora a quando termineranno le ostilità” – ha aggiunto Tajani.

Oltre a confermare la crescente attenzione del Governo verso la regione dell’Indo-Pacifico, il Vicepremier ha offerto il sostegno italiano alla visione canadese sull’Artico. “Su questa regione del mondo si concentra in modo sempre più evidente l’attenzione politica di diversi Paesi. Il G7 a presidenza italiana non sottovaluterà l’importanza strategica di questo tema”. “Come Presidenza italiana intendiamo valorizzare il carattere politico e strategico delle riunioni G7 Esteri: di fronte alle sfide internazionali attuali occorre rafforzare il livello di coordinamento e la coesione tra i Partner” ha concluso Tajani.

Manovra, Boschi (Iv): grave taglio a Istituto Innocenti Firenze

Manovra, Boschi (Iv): grave taglio a Istituto Innocenti FirenzeRoma, 4 gen. (askanews) – “È gravissimo che siano stati tagliati i fondi all’Istituto degli Innocenti di Firenze e ha ragione il sindaco Nardella a preoccuparsi dei tagli del governo Meloni. Peccato che siano preoccupazioni tardive”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi.

“I tagli sono avvenuti nella manovra e noi di Italia Viva abbiamo presentato un emendamento per scongiurarli, a prima firma di Matteo Renzi, proprio in favore dell’Istituto che negli anni dei nostri governi è sempre stato supportato e finanziato”, spiega. “Il nostro modo di fare politica è mettere da parte le lamentele e rimboccarci le maniche durante i lavori parlamentari, studiando, cercando di migliorare i testi e di correggere gli errori, prima che sia troppo tardi. Se Nardella avesse parlato prima saremmo stati meno soli nella nostra battaglia”, conclude.

Festival della canzone cristiana a Sanremo, ecco i 24 concorrenti

Festival della canzone cristiana a Sanremo, ecco i 24 concorrentiRoma, 4 gen. (askanews) – Il 15 dicembre si sono chiuse le iscrizioni alla terza edizione del Sanremo Cristian Music Festival, Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2024, sanremofestivaldellacanzonecristiana.it, che si svolgerà a Sanremo, nel Teatro Festival della Canzone Cristiana – Fos, in diretta televisiva nazionale, dal 7 al 9 febbraio 2024, in concomitanza con la settantaquattresima edizione del Festival della Canzone Italiana.

Sarà un Festival nel Festival, una staffetta musicale tra la musica leggera del Festival della Canzone Italiana, diretto da Amadeus e la Christian Music del Festival della Canzone Cristiana, ideato dal cantautore Fabrizio Venturi, di cui è anche il direttore artistico, il quale ha già reso noti alla stampa i nomi dei 24 artisti in gara. Poche ore fa Venturi ha comunicato anche il nome delle due conduttrici che, al suo fianco, condurranno la terza edizione del Festival di Sanremo Cristiano, che sono Daniela Fazzolari e Susanna Messaggio. Per l’attrice Daniela Fazzolari, volto di numerose fiction Tv, tra le quali “Centovetrine”, “Un Passo dal Cielo”, “Ris”, “Distretto di Polizia” e “Don Matteo”, si tratta della sua seconda conduzione dopo quella dello scorso anno. L’attrice è apparsa anche sul grande schermo in “Non ho sonno”, thriller diretto da Dario Argento e “Soldato sotto la Luna”, diretto da Massimo Paolucci, in cui ha recitato, in veste di protagonista, al fianco di star americane, tra le quali Abel Ferrara, Thomas Araba e Daniel McVicaro.

Per la prima volta Susanna Messaggio è co-conduttrice del Festival della Canzone Cristiana. Volto noto al grande pubblico, soprattutto per la sua lunga carriera di personaggio televisivo, che l’ha vista in trasmissioni come “Portobello” di Enzo Tortora e valletta in varie trasmissioni di Mediaset, al fianco di Mike Bongiorno. Ha scritto su numerose testate nazionali, tra cui Il Giorno, il Corriere della Sera e Salve. Come conduttrice ha lavorato insieme ad altri noti personaggi della televisione italiana, conducendo Azzurro, un programma musicale molto popolare, e il Festivalbar per ben sei edizioni consecutive. Come attrice ha recitato per il grande schermo nei film “Lui è peggio di me” del regista Enrico Oldoini e in “Italian Fast Food” di Lodovico Gasparini.

“Sarà una terza edizione che vedrà due donne, conosciute dal grande pubblico, condurre insieme a me la terza edizione del Festival della Canzone Cristiana. Il Festival porrà al centro il tema del dialogo e del disarmo nucleare mediante la campagna Senzatomica e vedrà l’esibizione sul palco di ospiti internazionali della Christian Music, di cantanti e musicisti di fede ebraica, islamica e cristiana, uniti per inneggiare alla pace”. Lo ha detto il conduttore Fabrizio Venturi. “Solo pochi giorni fa ho comunicato i nomi dei concorrenti, le cui canzoni sono di levatura altissima, sia per quanto riguarda i testi, sia per quanto riguarda la parte musicale – ha continuato – Non vi è dubbio che la Christian Music stia sempre più affermandosi anche nel nostro Paese”. Dopo l’annuncio di Amadeus dei nomi dei 24 cantanti big che saliranno sul Palco dell’Ariston, c’è stato l’annuncio di Fabrizio Venturi dei nomi dei 24 concorrenti che saliranno sul Palco del Teatro del Festival della Canzone Cristiana – Fos, i quali si contenderanno i pregiati trofei creati dal prestigioso Maestro orafo Michele Affidato.

Ecco i nominativi e le rispettive canzoni dei concorrenti alla terza edizione del Festival della Canzone Cristiana. Agostino Sammarco – Amati; Andrea Caciolli – Un oceano di pace; Aystarr- Tu sei la mia luce; Carboidrati – Padre; Ellesd – JAVÉH in feat con Biancosporco; Federica Paradiso – Puoi ascoltarmi Dio? Lettera a Fouad; Gabylo – Madre Maria; Giuseppe Marchese – Un lampo nei suoi occhi; Giuseppe Santilli – Il posto di Dio (Amore nascosto); Ivano Barbanera – Una vita da non morire mai; Maia Graziano – Why Not; Marcos – Come il vento; Maurizio e Sara – Restate giovani; Migi Marton – Tu che sei; Nazzareno Carchidi – Ti prenderò teneramente; Noemi Cainero – Regina; Nova – Tu verrai; Piero Chiappano – L’amore per la strada; Raffaele Mario Arteca feat Ilenia Sala – Salvaci tu; Rosa la figlia del vento – Non ho smesso di amarti; Rosa Pirone – Passa il favore; Severance – La tua pelle; Susy – Ninnananna per le mamme; Tiziana Scala – Io canto a te.

Meloni sospende Pozzolo e striglia Fdi. E su Anas assolve Salvini

Meloni sospende Pozzolo e striglia Fdi. E su Anas assolve SalviniRoma, 4 gen. (askanews) – Giorgia Meloni ‘striglia’ il suo partito, in cui non tutti avvertono il peso della “responsabilità” e ‘assolve’ Matteo Salvini sul caso dell’inchiesta Anas che coinvolge Denis e Tommaso Verdini. Dopo due rinvii per motivi di salute, la presidente del Consiglio è arrivata alla conferenza stampa di fine anno consapevole di dover affrontare due ‘casi’ che, negli ultimi giorni, stanno mettendo in fibrillazione la maggioranza e il governo.

Il primo è quello del deputato Emanuele Pozzolo, che nella notte di Capodanno ad una festa a cui era presente anche il sottosegretario Andrea Delmastro ha portato una pistola da cui – per circostanze ancora da chiarire – è partito un colpo che ha ferito un uomo. Un episodio che ha fatto infuriare la premier, che oggi aveva pronta la risposta per cercare di chiudere la questione. Pozzolo, ha detto, ha mancato al dovere di custodire l’arma con “responsabilità e serietà” e per questo ha chiesto agli organi di garanzia di Fdi di sospenderlo. Questa vicenda, per lei, non solleva un problema di selezione della classe dirigente del partito, ma mostra un tema di “responsabilità” evidenziato anche in altri episodi. “Sicuramente – scandisce – non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle, se le persone che sono intorno a me non capiscono quella responsabilità. Su questo sono rigida”. La premier perde poi la pazienza quando un cronista parla di “conduzione familiare” del suo partito. “Questa accusa continua di familismo – si scalda – comincia a stufarmi. Nell’attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi, entrambe a sinistra: una nel Pd e una in Si. Il gruppo di Si è di 8 persone, queste due persone sono il 25% del gruppo. Non ho mai sentito accuse di familismo. E sa una cosa? Sarebbe sbagliato farlo! Chi conosce la storia di chi milita nella politica sa che la politica diventa spesso tanto altro, che quando dedichi alla politica tutto quello che hai, accade che le persone che fanno politica con te diventino anche i tuoi amici, fidanzati, tuo marito e tua moglie. Ma questo non vuol dire togliere il valore di un militante politico. Questo tema non l’ho mai posto io e non accetto che questo lavoro si faccia con me. Mia sorella è militante da 30 anni di Fdi e lavora a Fdi, forse la potevo mettere in una partecipata statale come hanno fatto per diversi altri parenti, ma non me la sono sentita”.

L’altra ‘grana’, politicamente anche più rilevante, è l’inchiesta della Procura di Roma sugli appalti Anas, che vede Tommaso Verdini agli arresti domiciliari e il padre Denis indagato. La premier è cauta, invita ad “attendere il lavoro della magistratura” ma difende il suo ministro delle Infrastrutture e vice Salvini, cercando di mettere al riparo l’esecutivo. “Sicuramente da quello che ho letto – spiega – le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e quindi non ritengo che Salvini debba riferire in aula su questa materia”. Comunque, attacca, “è sempre un errore quando si tenta di trasformare un fatto come questo in un caso politico, in questo caso contro il governo”. Sicuramente dunque per Meloni non c’è una “questione morale” come sostenuto da Giuseppe Conte, che non può “farmi lezioni di morale” dato che “è stato indagato e non si è dimesso, Virginia Raggi è stata indagata e Conte l’ha sostenuta alla ricandidatura a sindaco, Beppe Grillo è stato indagato e Conte gli ha fatto la solidarietà”. Piuttosto, accusa, la cosa “che mi fa paura è che si consideri normale” che “persone di nomina politica” come il consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni, “anche se nominate a incarichi super partes, si comportino da militanti politici” perché “questa è la mentalità che ha devastato le istituzioni della Repubblica” e su questo “mi attendo una risposta parte del segretario Pd Elly Schlein e magari anche da chi ha nominato questa persona”, ossia Paolo Gentiloni. La premier torna poi ad adombrare “attacchi” di chi – ma non fa esempi – “pensa di poter dare le carte”, di operare dei “condizionamenti” sull’esecutivo ma ha trovato “la persona sbagliata” perchè “non sono una persona che si spaventa facilmente”. Venendo all’anno appena iniziato, la premier annuncia che due “priorità” sono la riforma della burocrazia e la riforma della giustizia, ma anche il premierato, che inizierà il suo percorso parlamentare. “Una delle riforme più importanti che si possono regalare all’Italia, di cui vado fiera”, con cui “non tocchiamo i poteri del presidente della Repubblica” mentre “si crea un equilibrio che rafforza la stabilità del governo”. Meloni è consapevole che difficilmente la riforma raggiungerà la maggioranza qualificata in Parlamento e dunque ci sarà il referendum, ma lei non vuole fare “come Renzi” che fu costretto a dimettersi: “Il referendum – mette le mani avanti – non è su di me, perché io sono il presidente di questa nazione. Il referendum è sul futuro di questa nazione”. Per quanto riguarda la legge elettorale da associare, eventualmente, al premierato, ancora non si è fatta un’idea ma la soglia “ci deve essere per forza”, per il premio di maggioranza “ci vuole un range che non sia troppo alto tra i voti che si prendono e le persone che si eleggono” e “io sono favorevolissima al ritorno alle preferenze, all’abolizione delle liste bloccate”.

Il 2024 sarà anche un anno di test elettorali, per le comunali (su cui il centrodestra deve trovare “prima possibile” un accordo) e sulle europee che però non saranno – assicura – un’occasione per cambiare gli assetti del governo: “Non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri, sono contenta della mia squadra”.

Schlein pronta a sfida con Meloni: “Ribattiamo colpo su colpo

Schlein pronta a sfida con Meloni: “Ribattiamo colpo su colpoRoma, 4 gen. (askanews) – Sarà una sfida Meloni-Schlein quella dei prossimi mesi, o almeno così pare dopo la conferenza stampa della presidente del Consiglio. Il copione, del resto, era andato già in scena a metà dicembre, quando negli stessi giorni le due leader si erano confrontate a distanza, una dal palco di Atreju l’altra dal forum Pd sull’Europa. Ora Meloni si dice pronta al confronto tv con la segretaria Pd, e dice che sarebbe un “test di alto livello” se entrambe si candidassero per le elezioni di giugno. Schlein, d’altro canto, aveva attaccato già pochi minuti prima dell’inizio della conferenza stampa e dal suo entourage si ribadisce la disponibilità ad un confronto tv – o magari anche a più di uno da qui alle europee – anche se restano da stabilire data e rete.

La dichiarazione ‘preventiva’ di Schlein era già una bocciatura, la leader Pd non aveva dubbi sulla linea che la premier avrebbe tenuto: “Fra poco assisteremo ad una conferenza stampa in cui Meloni proverà a difendere l’indifendibile”. In particolare “Meloni proverà a difendere l’indifendibile, dai disastri della manovra economica che taglia pensioni e sanità all’affossamento del salario minimo, dalla riforma costituzionale che riduce i poteri del Presidente della Repubblica allo smacco di aver accettato a testa bassa un compromesso dannoso sul Patto di Stabilità”. “Le ribatteremo punto per punto – concludeva la segretaria Pd – ma ci aspettiamo che la prima cosa che dica appena si siederà di fronte ai giornalisti è chiedere scusa per Pozzolo e pretendere le sue dimissioni”. E la replica è stata affidata ai capigruppo in Parlamento Francesco Boccia e Chiara Braga: dalla premier, affermano, solo “falsità, propaganda e attacchi ingiustificati all’opposizione”.

Dal fronte M5s Giuseppe Conte replica col sarcasmo: “Qual è il colmo per chi si definisce ‘patriota’? Fare la fine di Giorgia Meloni. La Presidente del Consiglio si è piegata a Germania e Francia per un accordo sul Patto di stabilità con cui all’Italia saranno imposti tagli e tasse per oltre 12 miliardi l’anno”. Il leader 5 stelle attacca rimproverando alla premier un atteggiamento pocoà sovranista: “In conferenza stampa non è potuta scappare dalle domande e la risposta è stata la seguente: ‘Sono soddisfatta, a condizioni date, dell’accordo che abbiamo fatto sul Patto di stabilità, chiaramente non è il Patto che avrei voluto io. E allora perché ha detto sì?”. Ma non fanno sconti nemmeno i centristi, nelle loro varie articolazioni. Carlo Calenda rimprovera la premier di avere svicolato dai veri temi: “Poco o nulla su ciò che è importante: sanità, salari, istruzione, Pnrr, politica industriale. Molte invettive contro la sinistra, qualche gossip, una spruzzata di influencer, due battute e molta cronaca. Si sente la più completa assenza di un progetto per l’Italia. Questa la sintesi della conferenza di Meloni”.

Drastico Matteo Renzi: “Mai sentite così tante bugie tutte insieme. “Buon 2024, cara presidente Meloni. Per il prossimo anno anche meno, per favore: meno post, meno bugie e soprattutto meno tasse. Facci questo regalo: almeno togli le tasse che hai messo tu”.

Meloni in conferenza stampa: è presto per la manovra bis

Meloni in conferenza stampa: è presto per la manovra bisRoma, 4 gen. (askanews) – Non esclude l’eventualità, “ma è presto per dirlo”, che in corso d’anno sia necessaria una manovra correttiva sui conti pubblici, anche se le stime di crescita della Commissione di Bruxelles collocano l’Italia sopra la media europea; apre all’ingresso di soci privati, con quote di minoranze, nel capitale delle Ferrovie dello Stato e alla riduzione della partecipazione dello Stato in Poste pur mantenendone il controllo; in tema di legge sulla concorrenza assicura che l’appello del presidente della Repubblica Mattarella sulla questione degli ambulanti “non resterà inascoltato” e sui balnerari spiega che è necessario un “riordino” della normativa. Molti i temi economici affrontati dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza stampa di fine anno, rimandata a oggi per motivi di salute.

Torna anche sul Mes, il fondo Salva-Stati per il quale il Parlamento ha detto no alla ratifica. “Il Mes è uno strumento che esiste da tempo e che è obsoleto. Nella reazione dei mercati – sostiene Meloni – si legge una consapevolezza che è uno strumento obsoleto. Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, forse la mancata ratifica può diventare un’occasione per trasformarlo in qualcosa di più efficace e questa è la strada su cui il governo deve lavorare”. Quindi una stoccata a Giuseppe Conte che “ha sottoscritto la modifica di un Trattato quando sapeva che non c’era maggioranza per ratificarla, questo ha messo l’Italia in una posizione di difficoltà”. In diverse occasioni la premier sottolinea i “segnali incoraggianti” sulla situazione economica, pur nella attuale difficile congiuntura internazionale: “Nel 2023 la Borsa italiana ha fatto la migliore performance del mondo, lo spread si è attestato a 160 punti ed era a 220 quando il governo si è insediato, i positivi dati sull’occupazione”, dice. Ma alla domanda se in corso d’anno ritenga di dover varare una manovra correttiva per evitare che i conti pubblici vadano fuori controllo, Meloni risponde: “E’ molto presto per dirlo. Intanto manteniamo aperto l’osservatorio su alcuni temi, ad esempio sui tassi di interesse, che vanno considerati. E in corso d’anno si valuterà cosa fare”. E sui tassi auspica “ragionevolezza” da parte della Bce.

Sull’accordo raggiunto a Bruxelles sul nuovo Patto di Stabilità che “si applica dal 2025 e non dal 2024”, come a dire che per quest’anno possiamo ancora beneficiare di un po’ di flessibilità sul deficit e sul debito “sono soddisfatta, alle condizioni date”. Certo “non è il Patto che avrei voluto io. Quel che emerge è che non c’è un superiore interesse comune europeo, ma nazioni che valutano il proprio interesse e si cerca una sintesi”. Per la legge di bilancio per il 2025, che si preannuncia particolarmente complicata se si vuole confermare il taglio del cuneo fiscale e rispettare i vincoli del Patto, la Presidente del Consiglio riferisce di preferire la strada dei tagli alle spese piuttosto che quella dell’aumento delle tasse. Qualche indicazione giunge dalla premier sulle privatizzazioni, per le quali la Nadef stima 20 miliardi di euro in tre anni, nel periodo 2024-2026. Il governo pensa ad una “riduzione della quota statale” in Poste, “senza ridurre il controllo pubblico” e “all’ingresso di quote minoritarie di privati in Fs”, ma i tempi saranno “lunghi” e non dipenderanno soltanto dal governo. Con il Monte dei Paschi di Siena “è stato dato un bel segnale e una quota di risorse è rientrata”. In generale, la logica delle privatizzazioni del governo è di “ridurre la presenza dello Stato dove essa non è necessaria. In questo caso si può indietreggiare. Dove la presenza dello Stato è necessaria, va riaffermata e deve servire a controllare quello che è strategico. Ma questo non vuol dire non aprirsi anche al mercato”.

Inevitabile un chiarimento in tema di concorrenza, dopo il richiamamo di Mattarella a Governo e Parlamento ad intervenire sul commercio ambulante. L’appello del Presidente “non rimarrà inascoltato – assicura -. Ne discuteremo con i partiti di maggioranza e con i ministri interessati”. E aggiunge sui balnerari, altro nodo da affrontare sempre in tema di concorrenza: “Abbiamo lavorato alla mappatura delle coste per stabilire se esista scarsità del bene, un principio alla base della direttiva Bolkenstein. Ora l’obiettivo del governo è riordinare la normativa e per questo è necessario un confronto con la Commissione europea”. Altro tema caldo, quello delle pensioni. La materia “va affontata in maniera più organica di quanto si sia fatto finora, con le parti sociali, se esse hanno voglia di fare questo lavoro con noi”. L’obiettivo è creare una sostenibilità del sistema garantendo i giovani. “So che ci sta lavorando la ministra Calderone e so che c’era una richiesta dei sindacati a confrontarsi. Penso sia cosa estremamente proficua”, chiude Meloni.

Meloni sospende Pozzolo e striglia Fdi. Su Anas assolve Salvini

Meloni sospende Pozzolo e striglia Fdi. Su Anas assolve SalviniRoma, 4 gen. (askanews) – Giorgia Meloni ‘striglia’ il suo partito, in cui non tutti avvertono il peso della “responsabilità” e ‘assolve’ Matteo Salvini sul caso dell’inchiesta Anas che coinvolge Denis e Tommaso Verdini. Dopo due rinvii per motivi di salute, la presidente del Consiglio è arrivata alla conferenza stampa di fine anno consapevole di dover affrontare due ‘casi’ che, negli ultimi giorni, stanno mettendo in fibrillazione la maggioranza e il governo.

Il primo è quello del deputato Emanuele Pozzolo, che nella notte di Capodanno ad una festa a cui era presente anche il sottosegretario Andrea Delmastro ha portato una pistola da cui – per circostanze ancora da chiarire – è partito un colpo che ha ferito un uomo. Un episodio che ha fatto infuriare la premier, che oggi aveva pronta la risposta per cercare di chiudere la questione. Pozzolo, ha detto, ha mancato al dovere di custodire l’arma con “responsabilità e serietà” e per questo ha chiesto agli organi di garanzia di Fdi di sospenderlo. Questa vicenda, per lei, non solleva un problema di selezione della classe dirigente del partito, ma mostra un tema di “responsabilità” evidenziato anche in altri episodi. “Sicuramente – scandisce – non sono disposta a fare questa vita, con la responsabilità che ho sulle spalle, se le persone che sono intorno a me non capiscono quella responsabilità. Su questo sono rigida”. La premier perde poi la pazienza quando un cronista parla di “conduzione familiare” del suo partito. “Questa accusa continua di familismo – si scalda – comincia a stufarmi. Nell’attuale legislatura ci sono due coppie di coniugi, entrambe a sinistra: una nel Pd e una in Si. Il gruppo di Si è di 8 persone, queste due persone sono il 25% del gruppo. Non ho mai sentito accuse di familismo. E sa una cosa? Sarebbe sbagliato farlo! Chi conosce la storia di chi milita nella politica sa che la politica diventa spesso tanto altro, che quando dedichi alla politica tutto quello che hai, accade che le persone che fanno politica con te diventino anche i tuoi amici, fidanzati, tuo marito e tua moglie. Ma questo non vuol dire togliere il valore di un militante politico. Questo tema non l’ho mai posto io e non accetto che questo lavoro si faccia con me. Mia sorella è militante da 30 anni di Fdi e lavora a Fdi, forse la potevo mettere in una partecipata statale come hanno fatto per diversi altri parenti, ma non me la sono sentita”.

L’altra ‘grana’, politicamente anche più rilevante, è l’inchiesta della Procura di Roma sugli appalti Anas, che vede Tommaso Verdini agli arresti domiciliari e il padre Denis indagato. La premier è cauta, invita ad “attendere il lavoro della magistratura” ma difende il suo ministro delle Infrastrutture e vice Salvini, cercando di mettere al riparo l’esecutivo. “Sicuramente da quello che ho letto – spiega – le intercettazioni fanno riferimento al precedente governo, Salvini non viene chiamato in causa e quindi non ritengo che Salvini debba riferire in aula su questa materia”. Comunque, attacca, “è sempre un errore quando si tenta di trasformare un fatto come questo in un caso politico, in questo caso contro il governo”. Sicuramente dunque per Meloni non c’è una “questione morale” come sostenuto da Giuseppe Conte, che non può “farmi lezioni di morale” dato che “è stato indagato e non si è dimesso, Virginia Raggi è stata indagata e Conte l’ha sostenuta alla ricandidatura a sindaco, Beppe Grillo è stato indagato e Conte gli ha fatto la solidarietà”. Piuttosto, accusa, la cosa “che mi fa paura è che si consideri normale” che “persone di nomina politica” come il consigliere della Corte dei Conti Marcello Degni, “anche se nominate a incarichi super partes, si comportino da militanti politici” perché “questa è la mentalità che ha devastato le istituzioni della Repubblica” e su questo “mi attendo una risposta parte del segretario Pd Elly Schlein e magari anche da chi ha nominato questa persona”, ossia Paolo Gentiloni. La premier torna poi ad adombrare “attacchi” di chi – ma non fa esempi – “pensa di poter dare le carte”, di operare dei “condizionamenti” sull’esecutivo ma ha trovato “la persona sbagliata” perchè “non sono una persona che si spaventa facilmente”. Venendo all’anno appena iniziato, la premier annuncia che due “priorità” sono la riforma della burocrazia e la riforma della giustizia, ma anche il premierato, che inizierà il suo percorso parlamentare. “Una delle riforme più importanti che si possono regalare all’Italia, di cui vado fiera”, con cui “non tocchiamo i poteri del presidente della Repubblica” mentre “si crea un equilibrio che rafforza la stabilità del governo”. Meloni è consapevole che difficilmente la riforma raggiungerà la maggioranza qualificata in Parlamento e dunque ci sarà il referendum, ma lei non vuole fare “come Renzi” che fu costretto a dimettersi: “Il referendum – mette le mani avanti – non è su di me, perché io sono il presidente di questa nazione. Il referendum è sul futuro di questa nazione”. Per quanto riguarda la legge elettorale da associare, eventualmente, al premierato, ancora non si è fatta un’idea ma la soglia “ci deve essere per forza”, per il premio di maggioranza “ci vuole un range che non sia troppo alto tra i voti che si prendono e le persone che si eleggono” e “io sono favorevolissima al ritorno alle preferenze, all’abolizione delle liste bloccate”.

Il 2024 sarà anche un anno di test elettorali, per le comunali (su cui il centrodestra deve trovare “prima possibile” un accordo) e sulle europee che però non saranno – assicura – un’occasione per cambiare gli assetti del governo: “Non voglio e non lavoro a un rimpasto dei ministri, sono contenta della mia squadra”.

Toscana, Giani visita ospedale Prato: tutelare servizi ai cittadini

Toscana, Giani visita ospedale Prato: tutelare servizi ai cittadiniRoma, 4 gen. (askanews) – Prosegue la campagna di ascolto del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, negli ospedali toscani. Dopo Orbetello, Barga e Massa, questa mattina il governatore si è recato all’ospedale Santo Stefano di Prato dove ha incontrato medici e operatori sanitari.

“Voglio capire, attraverso queste chiacchierate nei nostri ospedali, come operare nel miglior modo possibile per raggiungere il mio obiettivo, che è quello di comprimere un po’ le spese del sistema sanitario senza toccare i servizi, in modo da arrivare alla fine dell’anno ad una situazione in cui vi siano le risorse necessarie, anche per migliorare i servizi. I tagli a cui mi riferisco infatti sono quelli ‘non sanitari’, ovvero che non riguardano direttamente la salute dei cittadini. E su questi sarò drastico”, ha detto. In questo senso va anche l’ipotesi rilanciata questa mattina dal presidente Giani di fare un uso più parsimonioso e razionale del parco macchine della Asl di riferimento. E la campagna di ascolto voluta dal presidente serve proprio a capire anche questo, “andare a vedere – ha spiegato Giani- dove posso risparmiare. In alcuni casi casi possono essere le macchine, in altri casi altro”.

E per quanto riguarda la risposta alle difficoltà dei pronto soccorso Giani ha detto di voler investire sulle case di comunità, “che qui in Toscana – ha specificato il governatore- avevamo battezzato case della salute; il riferimento potrebbe essere il modello tedesco dei medici riuniti in cooperative – ha precisato-, che ha una sorta di corrispettivo italiano nelle ‘Aft’ – Aggregazioni funzionali territoriali – dei medici di base, che potrebbero utilizzare le case di comunità e diventare punto di riferimento per i pazienti”. Giani, dopo avere parlato con i medici dell’ospedale, ha visitato il pronto soccorso intrattenendosi anche qui con gli operatori sanitari. “Raccogliere di persona suggerimenti, proposte, è una modalità a mio avviso importante per arrivare a soluzioni condivise, che si basino su esigenze reali e manifeste”, ha concluso il presidente Giani.

Gramsci, Gualtieri: bene Sangiuliano. Roma pronta a sostenere targa

Gramsci, Gualtieri: bene Sangiuliano. Roma pronta a sostenere targaRoma, 4 gen. (askanews) – “Esprimo profondo apprezzamento e piena condivisione per l’iniziativa del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano che ha chiesto alla casa di cura Quisisana di apporre una targa commemorativa in ricordo di Antonio Gramsci nel luogo dove morì il 27 aprile del 1937. E’ in discussione in Assemblea Capitolina una mozione a prima firma di Erica Battaglia con lo stesso obiettivo e auspico che anche alla luce di questo ampio consenso abbia un voto unanime”. Lo scrive in una nota il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

“Il ricordo di uno degli uomini politici e intellettuali tra i più importanti del secolo scorso – spiega Gualtieri – è necessario per tenere viva la memoria attorno a una figura che, con la sua vita e il suo pensiero ha influenzato in misura profonda la filosofia e la scienza politica contemporanee e ha fornito le basi teoriche e concettuali alla base dell’originalità del comunismo italiano e della funzione democratica e progressista che ha saputo assolvere nella vicenda storica dell’Italia repubblicana”.