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Ue, Mattarella a Parigi: abbiamo molto da recuperare in fiducia e speranza nel futuro

Ue, Mattarella a Parigi: abbiamo molto da recuperare in fiducia e speranza nel futuroParigi, 6 giu. (askanews) – “Abbiamo molto da recuperare in fiducia e in speranza nel futuro”. Ne è convinto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che incontrando i giovani diplomatici italiani e francesi all’ambasciata Italiana a Parigi ha ricordato come i nostri due paesi abbiamo fondato l’Unione europea su valori condivisi grazie a “grandi statisti che, con visione e coraggio, ne avviarono il percorso. A partire dalla Dichiarazione di Robert Schumann del 9 maggio 1950 per mettere insieme, tra i sei paesi fondatori, l’energia di allora: carbone e acciaio. Nei nostri giorni invece – ha osservato il capo dello Stato – abbiamo molto faticato per concordare soltanto un modesto tetto al prezzo del gas”.

Occorre “alimentare costantemente il dialogo e la comprensione reciproca, per contribuire allo sviluppo pacifico delle relazioni internazionali, lavorando per la risoluzione dei conflitti, la promozione dei diritti umani, la tutela dell’ambiente”: è l’invito che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ai giovani diplomatici italiani e francesi che lavorano insieme nell’ambito del Trattato del Quirinale.

L’Italia si candida ad ospitare l’Einstein Telescope, il più grande rilevatore europeo di onde gravitazionali

L’Italia si candida ad ospitare l’Einstein Telescope, il più grande rilevatore europeo di onde gravitazionaliRoma, 6 giu. (askanews) – L’Italia si candida per ospitare il rivelatore europeo di onde gravitazionali Einstein Telescope, nelle miniere di Sos Enattos, in Sardegna. “L’Einstein Telescope sarà un’infrastruttura di osservazione dell’Universo dalle straordinarie potenzialità di rivelazione di sorgenti di onde gravitazionali associate ai fenomeni più energetici del cosmo”, lo ha detto il presidente dell’Inaf-Istituto nazionale di astrofisica, Marco Tavani, in merito alla presentazione della candidatura italiana. “L’interesse di Inaf per oggetti peculiari quali stelle di neutroni e buchi neri che saranno rivelati dal telescopio – ha continuato Tavani – è pluridecennale, sia dal punto di vista osservativo che teorico. L’enorme contributo dell’Astronomia alla scienza di Einstein Telescope, oltre a consolidare linee di ricerca precedenti, sarà focalizzato sulle osservazioni delle sorgenti di onde gravitazionali con telescopi da terra e dallo spazio utilizzando tutte le frequenze, dal radio all’ottico fino ai raggi X e gamma”.

Perché “è questa un’attività di reazione rapida alle rivelazioni improvvise dei segnali gravitazionali che la comunità INAF sta già svolgendo e che sarà fortemente potenziata nell’immediato futuro nella prospettiva di realizzazione di Einstein Telescope. Quasi un centinaio di ricercatori e ricercatrici Inaf partecipano attualmente alla preparazione del telescopio e al progetto Etic nell’ambito del Pnrr”. In particolare, Inaf “è coinvolto nella definizione di parti opto-meccaniche del telescopio e nel potenziamento e sviluppo di strumentazione innovativa a multi-frequenza. Tra le infrastrutture osservative Inaf è importante ricordare il potente radiotelescopio Srt in Sardegna che potrà essere collegato alle rivelazioni di Einstein Telescope in modo sinergico. L’annuncio della candidatura dell’Italia per questo progetto, da parte del Governo, è un importante passo in avanti per il nostro Paese. La rete degli enti di cicerca italiani si conferma ancora una volta protagonista dell’eccellenza scientifica italiana nel mondo”. “In Einstein Telescope credono tutti: è da 15 anni che la comunità internazionale sta lavorando a questo straordinario telescopio che rappresenterà una fonte di benessere per tutti”, ha detto il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, alla presentazione della candidatura italiana per Einstein Telescope, a Roma. “Da parte nostra come Paese stiamo mettendo a disposizione i fondi ma anche quel network importantissimo fra Istituzioni, Università, imprese, enti territoriali: è quell’insieme che fa la forza”, ha sottolineato. “La caratteristica di queste infrastrutture – ha aggiunto il ministro – è portare bene e welfare. E medicina: nessuno avrebbe mai detto che un acceleratore di particelle avrebbe potuto poi rappresentare una cura per il cancro. Ma così è stato. Ed è esattamente questo il modo in cui le infrastrutture strategiche di ricerca diventano parte della Comunità”.

“Einstein Telescope rappresenta la più grande sfida scientifica e tecnologica, un progetto straordinario che consente di consolidare l’immagine di una Sardegna come ecosistema favorevole agli investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo. Stiamo svolgendo un importante percorso di riconversione di tutto il nostro sistema minerario con progetti di questo tipo, a partire dal pozzo della miniera del Sulcis, che diventerà una torre di distillazione di un gas nobile come l’argon, fino alla Einstein Telescope e al radiotelescopio di San Basilio che già esiste. Tutto questo consolida anche un modello di sviluppo alternativo che, attraverso l’investimento nella scienza, rappresenta anche una ricetta contro lo spopolamento e per il rilancio delle zone interne”, ha detto il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, che ha partecipato, a Roma, alla presentazione ufficiale della candidatura italiana per ospitare, nelle miniere di Sos Enattos appunto, l’Einstein Telescope alla presenza, tra gli altri, del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il Presidente Solinas, ringraziando il Governo per il supporto senza il quale, ha detto, la Sardegna non avrebbe potuto arrivare a questo punto, e la Comunità scientifica nazionale, ha ricordato l’impegno della Regione in un progetto che “metterà la Sardegna e l’Italia per i 50 anni successivi alla sua realizzazione al centro della comunità scientifica internazionale. Per la Sardegna – ha proseguito il governatore Solinas – la realizzazione dell’Einstein Telescope a Lula è una scommessa sulla quale siamo pronti a mettere, oltre a tutto il supporto politico, burocratico, amministrativo, anche uno stanziamento importante che è in concorrenza con quello che sta facendo e farà il Governo”.

“Per la prima volta la Sardegna ha una straordinaria possibilità di riscatto economico e sociale: con la candidatura ufficiale del sito di Sos Enattos la Sardegna avrà un’opportunità di sviluppo unica nel suo genere, un motore di sviluppo, innovazione e crescita che investirà non solo la nostra Isola ma l’Italia e l’intera Europa. La possibilità che la Sardegna, e il territorio di Lula in particolare, possa ospitare il più grande e sensibile telescopio di onde gravitazionali mai realizzato, già compreso tra le grandi infrastrutture di ricerca sulle quali l’Europa ha deciso di puntare nel prossimo futuro, è oggi un fatto concreto, una possibilità reale. Continueremo a lavorare affinché a settembre del 2024 la Sardegna possa davvero essere la scelta dell’Europa”, ha concluso il presidente Solinas.

Italia-Francia, Mattarella: alimentare dialogo per risolvere conflitti

Italia-Francia, Mattarella: alimentare dialogo per risolvere conflittiParigi, 6 giu. (askanews) – Occorre “alimentare costantemente il dialogo e la comprensione reciproca, per contribuire allo sviluppo pacifico delle relazioni internazionali, lavorando per la risoluzione dei conflitti, la promozione dei diritti umani, la tutela dell’ambiente”. E l’invito che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ai giovani diplomatici italiani e francesi che lavorano insieme nell’ambito del Trattato del Quirinale.

Il capo dello Stato li ha incontrati presso l’ambasciata italiana a Parigi. “Insieme, giovani funzionari italiani e francesi, rappresentate il cuore pulsante di questa speranza – ha detto -. La vostra passione, conoscenza e dedizione sono indispensabili per la costruzione europea, per la sua crescita ed evoluzione per affrontare le crisi di oggi e le sfide di domani”.

Accordo Consorzio Vino Nobile – Unicredit per supportare Cantine

Accordo Consorzio Vino Nobile – Unicredit per supportare CantineMilano, 6 giu. (askanews) – UniCredit e il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano hanno siglato un nuovo accordo per affiancare le aziende del territorio, “supportandole nella realizzazione degli investimenti e nel loro percorso di crescita, al fine di rafforzarne le potenzialità di sviluppo, sostenendone la liquidità e rispondendo alle necessità determinate dall’attuale contesto di mercato”. Lo ha riferito lo stesso Consorzio, spiegando che grazie a questa convenzione la banca “renderà tra l’altro disponibili per le imprese afferenti al Consorzio soluzioni mirate in tempi rapidi, in termini di credito e di consulenza, attraverso il supporto di un team di specialisti e grazie alle sinergie di network del Gruppo”.

“Una collaborazione, quella con UniCredit, che punta a sostenere la crescita del nostro territorio e delle nostre imprese, grazie alla possibilità di continuare a investire in miglioramenti che contribuiscono all’innalzamento della reputazione del nostro prodotto a livello internazionale” ha dichiarato il presidente del Consorzio, Andrea Rossi, aggiungendo che “questo accordo costituisce inoltre un vero e proprio progetto di sistema capace di stimolare un virtuosismo economico che negli ultimi anni ha caratterizzato Montepulciano, dove il 70% dell’economia (tra diretta e indotta) ruota proprio intorno al Vino Nobile di Montepulciano”.

Ue, Johansson: verso accordo giovedì sul Patto su immigrazione

Ue, Johansson: verso accordo giovedì sul Patto su immigrazioneBruxelles, 6 giu. (askanews) – Ci sono buone probabilità che i ministri dell’Interno dei Ventisette trovino un accordo in Consiglio Ue sul nuovo Patto comunitario sull’immigrazione e l’asilo alla riunione di giovedì prossimo a Lussemburgo; un accordo che, se necessario, potrà essere approvato a maggioranza qualificata.

Lo ha affermato, durante un punto stampa oggi a Bruxelles, la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. Il testo in discussione prevede un dispositivo di “solidarietà obbligatoria”, con la possibilità che viene lasciata agli altri Stati membri, di scegliere se accettare di ricollocare sul proprio territorio una parte dei migranti irregolari giunti nei paesi di primo ingresso nell’Ue, o se fornire, in alternativa, un sostegno operativo e finanziario a quei paesi, esposti in prima linea ai flussi migratori. “Ci sono grandi possibilità – ha detto la commissaria – che possa esserci una svolta (‘breakthrough’, ndr) già al Consiglio di Lussemburgo, giovedì. Dobbiamo ricordare che su questo c’è una situazione per cui il Consiglio per sei o sette anni non è stato in grado di trovare un accordo. Questo è il momento: gli Stati membri sono in una atmosfera costruttiva, penso, per trovare una soluzione. Spero che sarà possibile, in effetti penso che giovedì ce la faranno, perché adesso gli Stati membri sono così vicini nel negoziato. Insomma, se c’è la volontà, ci sarà un accordo giovedì”.

“La questione principale nel pacchetto – ha precisato Johansson rispondendo ai giornalisti – non è quella di avere una distribuzione più equa”, dei migranti irregolari tra tutti gli Stati membri, “ma di avere una politica Ue dell’immigrazione, un sistema unitario per gestire la migrazione insieme, in modo ordinato. Penso che abbiamo imparato la lezione appresa durante gli ultimi anni: che quando agiamo insieme, come ‘Team Europa’, quando ci aiutiamo a vicenda, siamo tutti vincenti, perché siamo in grado di occuparci di molte sfide. Non solo quella dei rifugiati ucraini in fuga dalla guerra russa, ma anche quella delle strumentalizzazioni di Lukashenko”, il leader bielorusso, “o degli arrivi dai Balcani occidentali lo scorso autunno, o dei massicci sbarchi nelle isole Canarie. Quando siamo insieme siamo forti”. “Insomma il mio messaggio principale agli Stati membri – ha continuato la commissaria – è che questo non è un gioco a somma zero, tra vincenti e perdenti. Perché se ci accordiamo su un approccio comune per gestire insieme l’immigrazione, in maniera umana ma con delle restrizioni, saremo tutti vincenti; perché saremo in grado di gestire l’immigrazione in modo ordinato. E questo, nessuno Stato membro può farlo da solo”.

“Penso che questo sia davvero chiaro. Penso – ha osservato Johansson – che siano una trappola i dibattiti nazionali in cui si cerca di raccontare un dramma di vincenti e perdenti. In realtà, senza un accordo siamo tutti perdenti, mentre con l’accordo siamo tutti vincenti. Inclusi i migranti, perché quando lavoriamo insieme possiamo anche accogliere i migranti e i rifugiati in modo più ordinato, senza che rischino la loro vita”. Quanto alle “restrizioni” da applicare alla politica migratoria, queste riguardano le condizioni per la concessione dell’asilo, tra chi ne ha diritto perché fugge da paesi e situazioni che lo giustificano, e chi no, ovvero i “migranti economici” che possono essere rimpatriati. La commissaria ha precisato che “non ha senso che le persone provenienti dall’Albania, dal Pakistan o dalla Turchia siano trattate allo stesso modo di quelle che vengono dall’Afghanistan, dalla Siria o dal Sudan, per esempio”.

Tornando alle previsioni sulla riunione del Consiglio Ue di giovedì, Johansson ha ribadito: “Mi aspetto che il Consiglio Ue trovi un accordo sul l’approccio comune generale” sul Patto sull’immigrazione e asilo. “C’è un’atmosfera molto costruttiva, gli Stati membri sono entrati nei dettagli della discussione, e credo che sia un ottimo segno”. Quanto al dispositivo che consentirebbe agli Stati membri di scegliere se accettare i ricollocamenti di migranti sul proprio territorio, o, in alternativa, il pagamento di un contributo finanziario proporzionato, la commissaria ha puntualizzato che ” “la proposta che stanno discutendo i negoziatori ora non è quella della Commissione, è quella della presidenza” di turno svedese del Consiglio Ue, “perché sono loro che guidano i negoziati e presiederanno la riunione del Consiglio giovedì”. A un giornalista che chiedeva se possa confermare che la proposta sul tavolo prevede un contributo finanziario compensatorio di 22.000 euro per migrante, a carico dei paesi che decidono di non accettare i ricollocamenti, Johansson ha replicato ribadendo che “questa è una proposta della presidenza svedese” del Consiglio Ue. “Non avevamo quella cifra nella proposta della Commissione”, ha ricordato. “Ma credo che ciò che quella sul tavolo dei negoziati sia una proposta equilibrata; potrebbero esserci dei piccoli aggiustamenti, ma complessivamente penso che sia ben bilanciata”. Comunque, ha insistito la commissaria, “è molto chiaro: la proposta non prevede i ricollocamenti obbligatori ma una solidarietà obbligatoria. Questa è la proposta dell’attuale presidenza ed è anche sulla stessa linea delle presidenze precedenti” di turno del Consiglio Ue, che hanno tentato invano di arrivare a un accordo dopo la presentazione del pacchetto legislativo da parte della Commissione, nel settembre 2020. Quindi, “è chiaro che gli Stati membri possono scegliere un altro tipo di solidarietà”, che però “deve essere obbligatoria, altrimenti non avremmo solidarietà/ Di questo si sta occupando la presidenza svedese, penso in modo molto positivo e costruttivo”. “Io prevedo – ha ripetuto Johansson – che troveremo un compromesso lungo queste linee. Vedremo come sarà bilanciato esattamente. Ma penso che sia assolutamente necessario. Perché non si può chiedere ad alcuni Stati membri di fare i ricollocamenti mentre altri non fanno nulla. Non sarebbe una soluzione sostenibile, naturalmente. Deve esserci un equilibrio tra i diversi tipi di solidarietà nei riguardi dei paesi sotto pressione”. E su questo tema, ha ricordato la commissaria, “prendiamo le decisioni in Consiglio a maggioranza qualificata”. Un chiaro avvertimento agli Stati membri dell’Europa centrale e orientale che sono riusciti spesso, finora, a evitare il voto e ad invocare una impossibile unanimità per le decisioni sull’immigrazione irregolare, quando il Trattato Ue prevede, appunto, il voto a maggioranza qualificata. “E ricordo – ha concluso Johansson – che i paesi che vogliono avere influenza sul risultato dei negoziati devono essere tra quelli che dicono sì al compromesso”.

Mattarella a Parigi:”celebriamo solidità rapporti Italia-Francia”

Mattarella a Parigi:”celebriamo solidità rapporti Italia-Francia”Parigi, 6 giu. (askanews) – “per me è una duplice occasione: conoscervi e celebrare la solidità dei rapporti tra la Francia e l’Italia, sottolineando il ruolo fondamentale dei giovani diplomatici nella promozione di un dialogo costruttivo tra le Nazioni”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto ai giovani diplomatici italiani e francesi che lavorano nell’ambito del Trattato del Quirinale, incontrati questa sera.

Il capo dello Stato è arrivato a Parigi e il suo primo incontro è stato quello con i giovani diplomatici presso la sede dell’ambasciata italiana. Sono 25 italiani e 25 francesi che hanno già fatto formazione a Roma e ora affrontano questo secondo periodo a Parigi. Si tratta del primo corso da quando è stato firmato dopo il Trattato. Per Mattarella “favorire oggi l’incontro dei nostri diplomatici significa sviluppare nuovi legami, anche amicizie, come accade in ogni esperienza comune”.

Vino, da Eataly è il mese delle bollicine, con focus sulle autoctone

Vino, da Eataly è il mese delle bollicine, con focus sulle autoctoneMilano, 6 giu. (askanews) – Dal 12 giugno al 16 luglio Eataly dedica più di un mese al racconto dei vini frizzanti, selezionando oltre 500 etichette di bollicine, con un’attenzione particolare per quelle da vitigni autoctoni.

Nelle enoteche dei suoi punti vendita sarà allestito il tavolo delle bolle autoctone: un banco di degustazione diviso in Metodo Classico, Metodo Martinotti (o Charmat) e rifermentati, con la possibilità di fare una degustazione guidata da un esperto di Eataly. Tra i vinificati con metodo Classico si può assaggiare l’Erbaluce, il Carricante o il Bellone, mentre tra i vinificati con metodo Charmat la Ribolla Gialla, il Vermentino nero o il Lambrusco Grasparossa; tra i rifermentati la Falanghina, la Garganega o il Pignoletto. “Raccontare questa ricchezza e educare alla scelta di una bollicina a denominazione locale è il focus delle enoteche di Eataly, luoghi in grado di incidere qualitativamente sul consumo di vino offrendo un nuovo approccio all’acquisto” ha spiegato il Group CEO Eataly, Andrea Cipolloni, aggiungendo che “la presenza dei produttori, degustazioni e personale altamente qualificato fanno vivere l’enoteca come un punto d’incontro aperto a tutti, da chi il vino lo produce a chi lo seleziona e acquista. Luoghi in cui incontri, eventi e formazione sono propedeutici a stimolare un modello di consumo di vino più consapevole e attento alla nostra straordinaria tradizione enologica”.

I ristoranti del gruppo accompagneranno la ricchissima carta di bollicine con alcuni piatti tipici dell’estate. Completa il panorama delle possibilità il ricco programma di corsi a tema, il tour delle enoteche di Eataly e gli incontri con i produttori che durante tutti i fine settimana si alterneranno fornendo occasioni per completare la conoscenza del mondo del vino.

Nei Colli Berici i vini nascono tra ville palladiane e castelli

Nei Colli Berici i vini nascono tra ville palladiane e castelliMilano, 6 giu. (askanews) – I Colli Berici sono una sorta di “altro Veneto”. Queste dolci colline tra i 250 e i 450 metri di altezza che corrono per poco meno di 25 chilometri nella territorio più a Sud di Vicenza, sono infatti una sorta di “oasi” di biodiversità, uno spazio libero dall’incontinente edificazione che caratterizza questa regione. Curiosamente però, a differenza di zone del Veneto ben più compromesse dal punto di vista ambientale, non solo per gli insediamenti commerciali e industriali ma anche per la presenza di monoculture coltivate in maniera intensiva, questo territorio di circa 165 km quadrati è ancora poco conosciuto e merita davvero di essere scoperto.

Un po’ come i suoi vini, la cui qualità è in costante ascesa, a partire da quelli figli dei suoi due vitigni autoctoni, la Garganega e il Tocai Rosso, a cui dai primi dell’Ottocento sono stati affiancati quelli internazionali, con il Franc che qui è stato il primo Cabernet d’Italia a ricevere la Doc. Sempre che fosse effettivamente il Franc, perché per anni è stato confuso con il Carmenére, vitigno originario del Médoc che qui ha avuto un grandissimo successo. Buona parte dei 750 ettari vitati complessivi dei Colli Berici sono circondati da boschi e a fianco delle viti, spesso ci sono gli ulivi. Qui la vite si coltiva fin dalla notte dei tempi, e l’acqua dei due grandi laghi che intorno all’anno Mille bagnava i piedi dei Berici, ha lasciato suoli calcarei, con argille rosse e basalti, che associati alle temperature miti, a una buona escursione termica, e a precipitazioni molto contenute, ha creato un microclima ideale, sopratutto per i vini rossi. Infatti il 72% della superficie vitata della Doc Colli Berici è coltivata a bacca nera (Merlot, Cabernet Sauvignon, Tai Rosso e Cabernet Franc), mentre le uve bianche più allevate sono, nell’ordine, Chardonnay, Pinot Bianco, Sauvignon e Garganega. Ai bordolesi dal lungo affinamento (con un legno qui ancora molto evidente), fa da contraltare il Tai Rosso (figlio del Tocai rosso, e con i medesimi geni del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola), modernissimo nella sua freschezza e croccante genuinità, in grado, a differenza della versione Riserva, di restituire l’identità del suo terroir e l’autenticità dei suoi vignaioli, oltre che di contenere la gradazione alcolica che qui sui Berici difficilmente scende sotto i 13,5 gradi. A darsi un gran daffare per promuovere questo territorio, è il Consorzio Vini Colli Berici e Vicenza che tutela due Denominazione: la Doc Colli Berici (1973), la cui produzione annua si attesta su circa 1,7 milioni di bottiglie, e la Doc Vicenza (2000) che fa, a seconda degli anni, tra le 500mila e le 600mila bottiglie. Nato a cavallo tra il 2011 e il 2012 dalla fusione tra il Consorzio Colli Berici (fondato nel 1982) e il Consorzio Vini Vicenza Doc (aperto nel 2000), questo Ente consortile conta oggi 28 soci: 25 Cantine private, due cooperative (Vitevis e Gruppo Cantine Colli Berici che fa parte del Gruppo Collis) e un imbottigliatore (Cielo e Terra Spa, controllata dal Gruppo Cantine Colli Berici). Le due cooperative rappresentano circa l’80% del totale della superficie vitata e il 70% dell’imbottigliato, anche perché la media della vigna delle aziende agricole si aggira intorno ai 10 ettari, nonostante la presenza di aziende importanti come Piovene e Inama.

Da sei anni, a dirigere l’Ente consortile, che rappresenta oltre il 98% delle aziende, c’è Giovanni Ponchia, professionista appassionato e uomo innamorato di queste terre. “Se nel 2022, per la siccità, la produzione in collina è stata inferiore di quasi il 30% rispetto all’anno precedente, la qualità non è diminuita, anzi è in costante crescita e registriamo un aumento del valore medio delle bottiglie: calano quelle nella fascia ‘entry level’, sale la fascia media e qualche produttore entra anche in quella ‘premium’” ha spiegato Ponchia ad askanews, ricordando che i vini vicentini hanno iniziato ad essere premiati sulle guide specializzate e a comparire sui periodici internazionali dedicati al vino. Ad essere consapevoli del buon lavoro svolto da queste aziende private sono anche le Cantine sociali che qui, più che in altri territori, contribuiscono a fare squadra all’interno del Consorzio, consci della necessità di promuovere i vini del territorio in platee diverse. “Il dato dell’export è invece ancora basso – precisa Ponchia – perché si attesta intorno al 40%, con i mercati principali rappresentati da Svizzera, Austria, Germania e Russia”. Qui, come in altre Denominazioni “minori”, il problema principale è quello di farsi conoscere sia in Italia che all’estero, e una delle chiavi è quella di promuovere un territorio con una natura viva, costellato di castelli, ville palladiane e antichi mulini a ruota verticale, meta ideale per il turismo sostenibile a partire da quello legato al vino. “I Berici impressionano tutti quelli che ci vengono per la prima volta perché si respira un’atmosfera di un altro tempo, è un territorio che ha un insieme di storia, architettura e natura con pochi eguali in Italia” spiega Ponchia, aggiungendo che “c’è cosi tanta storia che facciamo fatica a metterla in fila e a raccontarla. Qui non parliamo di un vino, di una varietà né di uno stile – continua – qui si parla di tanti vini, di tante varietà e di tanti stili diversi: siamo complicati da raccontare e proprio per questo ci dobbiamo impegnare di più”. Preso dunque atto che fare sintesi è impossibile, “siamo convinti che il modo migliore per farci conoscere e apprezzare sia far venire le persone qui perché vedano e tocchino con mano” continua il direttore, spiegando che “negli ultimi due anni ci siamo quindi impegnati a portare in queste zone operatori di lingua tedesca, e nel prossimo biennio ci concentreremo sui Paesi Scandinavi, puntando sui mercati più ricettivi dei vini rossi, magari quelli un po’ più avvezzi ai rossi con gradazioni importanti”. Ma oltre all’incessante attività di promozione classica, il Consorzio si è anche “inventato” una serie televisiva di 14 puntate da 12 minuti ciascuna, trasmesse dal circuito nazionale 7 Gold, durante le quali Ponchia intervista i produttori e parla dei Colli Berici spiegando la morfologia e la relativa produzione enologica.

Infine non si può citare il bel libro pubblicato nel 2020 dal Consorzio, dal titolo “Colli Berici – Le Terre, le vigne e le ville”. Un volume di 219 pagine in italiano e in inglese curato sempre da Ponchia, che di questo altipiano racconta tutto ciò che si deve sapere e anche di più, dato che in appendice ci sono persino le schede con le caratteristiche delle annate vinicole 2000-2019.

Meloni vola a Tunisi,impegno su fondi Fmi.Tornerò con von der Leyen

Meloni vola a Tunisi,impegno su fondi Fmi.Tornerò con von der LeyenTunisi , 6 giu. (askanews) – Il presidente tunisino, Kais Saied, incassa l’impegno dell’Italia a fare ogni sforzo per “cercare di arrivare a una positiva conclusione dell’accordo con il Fondo monetario”. Ed era quello che voleva. Cosa abbia promesso in cambio, invece, non è dato sapere. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata a Tunisi per cercare di portare avanti una difficile mediazione, quella che dovrebbe consentire al Paese nordafricano di ottenere 1,9 miliardi di fondi preziosi per evitare l’imminente rischio di bancarotta.

La premier dice che l’obiettivo va raggiunto nel “pieno rispetto della sovranità tunisina” ma non spiega in che modo ciò sia possibile, considerando che Saied anche nell’incontro di questa mattina le ha ribadito il suo rifiuto ad applicare le riforme lacrime e sangue richieste come condizione imprescindibile dal Fondo. Né è possibile chiedere delucidazioni visto che l’annunciato punto stampa della presidente del Consiglio viene sostituito, ufficialmente per ragioni di tempo, da una dichiarazione alla quale i giornalisti non sono presenti. Meloni sbarca a Tunisi come capo di un “Paese amico”, ma si tratta anche di una amicizia interessata. “La stabilizzazione del quadro politico e di sicurezza, la crescita della democrazia – dice – è ovviamente indispensabile, per la Tunisia ma anche per l’Italia”. Scongiurare il fallimento del Paese è fondamentale anche per evitare che il numero di migranti che bussano alle nostre porte diventi esponenziale. Ed è vero che la presidente del Consiglio ammette che, grazie alla collaborazione tra i due Paesi, il numero di ingressi irregolari a maggio è fortemente calato rispetto a marzo-aprile, ma non nasconde anche la preoccupazione per i prossimi mesi, quelli più difficili.

Tendere la mano in maniera così convinta a un politico come Saied, responsabile di atti repressivi e autoritaristici, non è una scelta ben vista da tutti i Paesi in Europa, ma è considerato essenziale per l’Italia. E Giorgia Meloni, che non a caso parla di “approccio pragmatico”, ci tiene a dimostrare che in questa partita non è da sola. Non solo ricorda di aver posto la questione anche durante i giorni del G7 di Hiroshima, ma fa sapere che “anche a livello europeo l’Italia si è fatta portavoce di un approccio concreto per aumentare il sostegno alla Tunisia, sia nel contrasto alla tratta degli esseri umani che dell’immigrazione illegale”. La promessa è quella di “un pacchetto di sostegno integrato, un pacchetto di finanziamenti e opportunità importanti a cui sta lavorando Bruxelles” a cui Meloni vuole dare una accelerazione. E proprio a questo fine fa sapere di aver dato la sua disponibilità a tornare presto in Tunisia “insieme al presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen”. L’Italia, da parte sua, si sta già muovendo: la cornice resta sempre quella del Piano Mattei per l’Africa. Meloni parla del “sostegno al bilancio tunisino, l’apertura di linee di credito a favore soprattutto dello sviluppo, partendo dalla piccola e media impresa fino al settore agroalimentare”. E’ un ulteriore impegno, spiega, “che si aggiunge ai numerosi progetti di cooperazione italiana nel Paese, che ammontano a 700 milioni di euro nel loro complesso, e focalizzano l’attenzione sui settori prioritari, agricoltura, istruzione, formazione professionale, la sanità, i servizi di base”.

Ma la presidente del Consiglio prende anche un impegno per il futuro, facendo propria una causa perorata dal leader tunisino. “Con il presidente Saied – annuncia – abbiamo discusso dell’ipotesi di una conferenza internazionale a Roma sul tema della migrazione e dello sviluppo, per cercare di mettere insieme tutte le necessità legate a un fenomeno imponente che va affrontato a 360 gradi”.

Milano Pride, il precedente del 2022 e il patrocinio del 2015

Milano Pride, il precedente del 2022 e il patrocinio del 2015Milano, 6 giu. (askanews) – La bocciatura da parte del Consiglio regionale della Lombardia di una mozione delle opposizioni che chiedeva la partecipazione ufficiale della Regione al Milano Pride 2023 rappresenta un passo indietro rispetto all’edizione del 2022. Lo scorso anno l’assemblea del Pirellone, con una maggioranza sempre di centrodestra ma dominata dalla Lega, aveva infatti approvato a scrutinio segreto una mozione analoga. Quest’anno, con la nuova maggioranza a trazione Fdi, il provvedimento non è invece passato.

A scendere in piazza il 2 luglio con la fascia verde in rappresentando per la prima e unica volta la Regione, su delega del presidente Attilio Fontana, fu nel 2022 il consigliere regionale bergamasco del M5s Dario Violi. Il giorno successivo il Pirellone venne illuminato con i colori del Pride. Nel 2015, quando il presidente della Regione era il leghista Roberto Maroni e presidente del Consiglio regionale il compagno di partito Fabrizio Cecchetti, venne concesso il patrocinio gratuito anche se Maroni aveva preso le distanze.