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Riforma Ig, Afidop: strategica per formaggi, rafforzerà ruolo consorzi

Riforma Ig, Afidop: strategica per formaggi, rafforzerà ruolo consorziMilano, 1 giu. (askanews) – “Afidop plaude all’approvazione del testo sulla riforma delle indicazioni geografiche da parte della Plenaria dell’Europarlamento, dopo l’unanimità ottenuta in Commissione agricoltura. Ringraziamo il relatore Paolo De Castro, per questo importante risultato, ottenuto con il 95% dei consensi e per il percorso condiviso con i nostri consorzi. Dai lavori di trilogo che prenderanno il via ora sono certo che uscirà un ottimo testo”. Così Antonio Auricchio, presidente di dell’Associazione dei formaggi italiani dop, commenta l’approvazione del testo della riforma delle Ig da parte della Plenaria dell’Eurocamera.

“Si tratta – prosegue Auricchio – di una riforma strategica per il settore dei formaggi, prima filiera certificata del mondo delle Ig alimentari, dove l’Italia è leader con 56 Indicazioni geografiche, che permetterà di rafforzare, anche online, la protezione nostre Dop e Igp e il ruolo dei consorzi di tutela. Ma allo stesso tempo consentirà di raccontare meglio la sostenibilità insita nel modello delle filiere, incluse quelle dei formaggi che complessivamente hanno un valore alla produzione di oltre 4,7 miliardi di euro”.

Riforma Ig, Coldiretti: così si ferma falso made in Italy agroalimentare

Riforma Ig, Coldiretti: così si ferma falso made in Italy agroalimentareMilano, 1 giu. (askanews) – “Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico e occupazionale rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in riferimento all’approvazione da parte della plenaria del Parlamento Europeo della relazione sulla riforma delle Indicazioni geografiche.

E’ importante, sottolinea la Coldiretti, la volontà del Parlamento di indicare obbligatoriamente la provenienza in etichetta dei prodotti a indicazione geografica protetta per proteggere i consumatori dagli inganni ma è anche da rilevare l’emendamento di tutela anti-Prosek in cui si chiarisce come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. Un indirizzo significativo, conclude la Coldiretti, in attesa del pronunciamento definitivo sulla vertenza che oppone l’Italia alla Croazia da parte della Commissione. In Italia sono 883 i prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore di 19,3 miliardi di euro con il contributo di oltre 86mila operatori.

Lollobrigida: gli Usa non possono insegnarci a mangiare

Lollobrigida: gli Usa non possono insegnarci a mangiareGenova, 1 giu. (askanews) – “Io stimo molto gli Usa per molti ragioni ma non ci possono insegnare a mangiare”. Lo ha detto oggi a Genova il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, durante la cerimonia di inaugurazione di Slow Fish. “Non lo dico in termini ideologici – ha sottolineato il ministro – dico solo che i dati sanitari negli Usa mostrano un mondo diviso in due: i ricchi che mangiano bene e i poveri che mangiano cibi standardizzati imposti dal mercato, che portano ad avere il 77% di persone sovrappeso e il 36% di obesi. In Italia invece le persone sovrappeso sono il 36% e gli obesi l’8% ma è un dato in crescita perché è cambiato il modello educativo”. “La standardizzazione dei prodotti – ha concluso Lollobrigida – è il nostro nemico principale per ragioni economiche, perché noi essendo la nazione della qualità abbiamo tante piccole e medie imprese che ancora producono cibo di qualità, ma anche per ragioni di benessere interclassista, per permettere a tutti di continuare a mangiare bene”.

Banche, nell’Ue meno sportelli (-5,39%) e meno bancari (-1,25%)

Banche, nell’Ue meno sportelli (-5,39%) e meno bancari (-1,25%)Roma, 1 giu. (askanews) – Sempre meno filiali e sempre meno bancari nell’Unione europea. Secondo gli indicatori strutturali sulla finanza pubblicati dalla Bce, aggiornati alla fine del 2022, in media nell’Unione il numero di sportelli è diminuito del 5,39% lo scorso anno. Contestualmente il numero di bancari si è ridotto dell’1,25%.

L’istituzione di Francoforte riporta queste medie e precisa che le dinamiche possono divergere ampiamente tra i vari paesi: ad esempio sul numero di sportelli il calo spazia tra il -0,98% e il -21,50%. A fine 2022 nell’intera unione si contavano 132.871 sportelli bancari, che nell’82,8% dei casi erano situati nell’area euro. Sul numero di bancari la Bce riferisce di cali in 18 paesi Ue, con una tendenza che prosegue fin dal 2008.

Infine, sul livello di concentrazione nel settore bancario l’istituzione riporta come persista un quadro molto differenziato tra paesi. Prendendo a riferimento la quota di asset sul totale detenuta da sulle cinque maggiori banche di un Paese, si spazia dal 31,16% del Lussemburgo, il livello più basso, al 95,72% della Grecia. A fine 2022 la media di questo indicatore per l’Unione europea era pari al 68,27%.

Successo per l’Italia ospite d’onore al Bookfest di Bucarest

Successo per l’Italia ospite d’onore al Bookfest di BucarestRoma, 1 giu. (askanews) – Otto case editrici, centinaia di partecipanti, 23 eventi dedicati all’editoria italiana, incontri B2B e 11 autori, tra cui diversi vincitori del premio Strega. Sono soltanto alcuni dei numeri della partecipazione dell’Italia come ospite d’onore al BookFest, il Festival del libro di Bucarest 2023 che si è svolta nella capitale romena a fine maggio.

L’Italia è stata ospite d’onore grazie al sostegno del ministero degli Esteri, dell’ambasciata d’Italia a Bucarest e dell’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest, del ministero della Cultura, di Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, del Centro per il libro e la lettura e dell’Associazione Italiana Editori insieme all’agenzia Ex Libris. “Una testimonianza della straordinaria profondità e affinità di rapporti tra la Romania e l’Italia, la partecipazione dell’Italia come ospite d’onore al Bookfest arriva dopo l’analoga esperienza dopo il Festival du Livre di Parigi del mese scorso e in vista del ruolo da protagonista dell’Italia alla Buchmesse di Francoforte nel 2024”, ha dichiarato l’ambasciatore d’Italia in Romania Alfredo Maria Durante Mangoni commentanto l’evento.

Anima Latina è il titolo che “abbiamo voluto dare alla partecipazione dell’Italia come ospite d’onore del Bookfest 2023, per sottolineare i grandi legami storici, sociali e letterari tra i due Paesi portando l’attenzione anche sulla produzione contemporanea italiana. Romania e Italia partono da una forte radice comune, l’origine delle due lingue, che sia per l’italiano che per il riomeno è il latino e con questa rassegna vogliamo riscoprire il senso della comune appartenenza alla comunità dei Paesi europei, riconscerci insieme in quei valori e quei principi che sono caratteristici della nostra comune appartenza alla comunità degli stati europei”, ha aggiunto Durante Mangoni. Nel 150esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Romania, e a 90 anni dall’apertura dell’Istituto italiano di cultura di Bucarest che il filologo e linguista Ramiro Ortiz inaugurò con un discorso in cui sottolineava la necessità dei due Paesi di “conoscersi, per potersi amare durevolmente”, Bookfest ha invitato una ricca rosa di libri e autori italiani tra cui vincitrici del premio Strega come Melania Mazzucco e Helena Janeczek giovani autori di successo come Vanni Santoni e Matteo Strukul, il matematico Piergiorgio Odifreddi, la scrittrice per ragazzi – e soprattutto ragazze – Vichi demarchi , e ancora Pietrangelo Buttafuoco Marcello Veneziani, Stenio Solinas.

Gli incontri italiani sono stati accolti molto calorosamente dal pubblico del festival, in particolar modo quello tra lo scrittore Nicola Lagioia e Mircea Cartarescu più volte candidato al Nobel per i suoi capolavori romanzeschi (tradotti in italiano da Bruno Mazzoni che è stato moderatore dell’incontro). Si sono svolti anche 80 B2B tra case editrici romene ed italiane, secondo i dati dell’Ice, che “auspichiamo si trasformino in vere e propri impegni contrattuali e collaborazioni strutturati”, ha aggiunto l’ambasciatore.

“Partecipare al Bookfest significa anche trasmettere al pubblico romeno un invito a conoscere le voci più nuove dell’Italia contemporanea oltre ai protagonisti del passato. Abbiamo voluto dare un contributo per ampliare la visuale della visione dell’Italia di oggi, moderna, creativa e innovativa”, ha concluso.

Greenpeace: italiani preoccupati per il cambiamento climatico

Greenpeace: italiani preoccupati per il cambiamento climaticoMilano, 1 giu. (askanews) – Quale emergenza ambientale preoccupa di più gli italiani? Al primo posto inequivocabile la paura dei cambiamenti climatici (20,9%) e dei loro effetti più evidenti come siccità e inondazioni (17,4%), due voci che insieme riguardano quasi 4 italiani su 10, seguite dall’inquinamento dell’aria (10,8%) e dell’acqua (8,9%). È quanto si evince dall’indagine “Le emergenze ambientali e il rischio di estinzione secondo gli italiani”, effettuata da AstraRicerche per Greenpeace Italia tra il 19 e il 21 maggio 2023, su un campione di 800 italiani di età compresa tra i 15 e i 70 anni.

Dal 1971 Greenpeace difende l’ambiente da ogni genere di minaccia: inquinamento, cambiamenti climatici, sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Nelle tante battaglie ambientali che l’associazione porta avanti, la protezione del mare e degli oceani ha avuto e avrà sempre un’attenzione specifica, essendo il mare uno degli elementi più a rischio e da cui dipende la nostra vita sul Pianeta. Nella campagna “C’è di mezzo il mare” appena partita, l’0rganizzazione sottolinea come anche l’ecosistema e la biodiversità marini siano in pericolo e fa pressione sul Governo affinché venga ratificato dall’Italia il Trattato per la Protezione degli Oceani, siglato sotto l’egida delle Nazioni Unite, e venga Istituita una rete di aree marine protette nelle acque di sua giurisdizione. Dall’indagine di AstraRicerche per Greenpeace Italia emerge il quadro di una società “multi allarmata”, dove tutte le minacce all’ecosistema e alla salute del Pianeta e dell’uomo fanno paura. Secondo lo studio, gli italiani temono anche mancanza di accesso all’acqua potabile (8,5%), impatto delle sostanze chimiche su salute e ambiente (7%), aumento della quantità di rifiuti (6,7%), agricoltura non sostenibile e allevamenti intensivi (5,3%), deforestazione (4,3%), necessità di proteggere le specie e gli ecosistemi (4,1%), erosione del suolo (2,9%).

Sebbene siano i più giovani a lanciare in modo più clamoroso l’allarme per la salute del Pianeta, la ricerca mostra che ad essere più preoccupato per la crisi climatica in atto è chi appartiene alla generazione dei baby boomer, vive nell’Italia Centro-settentrionale e in città medio-grandi. La ricerca conferma comunque anche la consapevolezza e il coinvolgimento della Gen Z: per i ragazzi nati dal 1997 in poi, le prime quattro fonti di preoccupazione (cambiamenti climatici, siccità/inondazioni, inquinamento aria e acqua) sono sostanzialmente equiparabili, collocandosi tutte in un range tra il 15% e il 13%. In questo quadro si evidenzia anche come i più giovani, rispetto alle altre generazioni, esprimano una preoccupazione più marcata per l’inquinamento di aria (13,6%) e acqua (12,6%). La protezione del mare e degli oceani è una delle priorità di Greenpeace. Il riscaldamento globale sta causando un aumento delle temperature delle acque superficiali e profonde, con gravi conseguenze sul mantenimento della loro biodiversità, particolarmente evidenti in un bacino semi chiuso come il Mediterraneo, che negli ultimi 50 anni ha perso circa il 41% dei mammiferi marini che ne facevano parte. La scorsa estate sono state registrate anomalie termiche, positive di circa 2 gradi Centigradi, sia a Portofino che sul versante settentrionale dell’Isola d’Elba, con temperature superficiali che hanno raggiunto, e in alcuni casi superato, i 27 gradi. Sono i dati allarmanti che Greenpeace Italia ha raccolto nell’ambito del progetto Mare Caldo

Fantascienza del presente: Natàlia Trejbalova nello Spazio Volvo

Fantascienza del presente: Natàlia Trejbalova nello Spazio VolvoMilano, 1 giu. (askanews) – Secondo appuntamento per il progetto “Visioni diacroniche”, che porta nel Volvo Studio di Milano i protagonisti dell’arte digitale contemporanea. In questo caso a incontrare il pubblico e a mostrare il proprio lavoro è stata l’artista Natàlia Trejbalova, nata in Slovacchia, ma milanese d’adozione. Nei suoi video ha indagato il fenomeno del terrapiattismo, muovendosi sul terreno della narrazione distopica e della fantascienza.

“Il tema delle cospirazioni e dei complottismi – ha detto l’artista ad askanews – è molto interessante e anche molto e anche politicamente al giorno d’oggi è un tema molto caldo e credo che questo sia molto collegato con il diverso modo di avere informazioni che è avvenuto con l’avvento di Internet. Io sono interessata alle teorie del complotto come se fossero delle narrazioni speculative della realtà. E questo è anche il legame con la fantascienza, che molto spesso indago”. “Visioni diacroniche” è un progetto pensato da Volvo Italia e poi realizzato da BAM – Biblioteca degli alberi Milano con Ilaria Bonacossa, direttrice del Museo Nazionale d’Arte Digitale, che così ci ha parlato del lavoro di Trejbalova: “Mette in discussione l’antropocentrismo e il nostro rapporto con il mondo, in qualche maniera in modo ironico, in qualche maniera psichedelica e in qualche maniera fantascientifica. In tutto ciò però ci pone davanti a un grande tema, ossia come l’uomo immagina il mondo. Perché affrontare il tema del terrapiattismo, in realtà, parte dall’idea che anche se le cose le sappiamo, la nostra percezione del mondo è legata a quello che vediamo”.

Da questo conflitto, che è semantico e culturale, ma che poi ha reali conseguenze, nasce il motivo di interesse e di ricerca suggerito dalle opere d’arte, che permettono di portare prospettive diverse, e soprattutto visioni diverse, sui temi della nostra contemporaneità, come per esempio quello dell’ecologia e del clima.

Lollobrigida: Usa non possono insegnarci a mangiare

Lollobrigida: Usa non possono insegnarci a mangiareGenova, 1 giu. (askanews) – “Io stimo molto gli Usa per molti ragioni ma non ci possono insegnare a mangiare”. Lo ha detto oggi a Genova il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, durante la cerimonia di inaugurazione di Slow Fish.

“Non lo dico in termini ideologici – ha sottolineato il ministro – dico solo che i dati sanitari negli Usa mostrano un mondo diviso in due: i ricchi che mangiano bene e i poveri che mangiano cibi standardizzati imposti dal mercato, che portano ad avere il 77% di persone sovrappeso e il 36% di obesi. In Italia invece le persone sovrappeso sono il 36% e gli obesi l’8% ma è un dato in crescita perché è cambiato il modello educativo”. “La standardizzazione dei prodotti – ha concluso Lollobrigida – è il nostro nemico principale per ragioni economiche, perché noi essendo la nazione della qualità abbiamo tante piccole e medie imprese che ancora producono cibo di qualità, ma anche per ragioni di benessere interclassista, per permettere a tutti di continuare a mangiare bene”.

Riforma Ig, Cia: ora più tutele per gli agricoltori

Riforma Ig, Cia: ora più tutele per gli agricoltoriMilano, 1 giu. (askanews) – “Il parere favorevole, a larga maggioranza, di oggi in Plenaria del Parlamento Ue, alla proposta di riforma già approvata in Comagri, rappresenta un passo importante verso un modello agroalimentare europeo più solido, a tutela degli agricoltori e orientato alla qualità”. Così Cia-Agricoltori Italiani esprime soddisfazione per l’approvazione di una norma a favore del settore e sottolinea “la validità del testo come strumento di maggiore tutela per Dop e Igp anche del comparto vitivinicolo, più snello e semplice nelle procedure, realmente innovativo quanto a trasparenza e sostenibilità”.

Da parte di Cia, dunque, l’appello alle istituzioni in Europa affinché con i Triloghi, al via il prossimo 7 giugno, si rispetti l’impalcatura portante della riforma, sostenuta dall’organizzazione e strategica per l’Italia che nel panorama delle Ig è il primo Paese al mondo con 883 denominazioni, tra cibo e vino, e un valore complessivo alla produzione di 19,1 miliardi di euro. Cia, in particolare, esprime apprezzamento per “le misure del dossier che mirano a rafforzare la protezione delle Ig online e sui nomi dei domini, nell’uso delle Indicazioni geografiche come ingredienti e contro lo sfruttamento indebito della reputazione delle stesse, al tempo stesso attribuendo un ruolo chiave ai gruppi di produttori nei Consorzi con il riconoscimento di più poteri e responsabilità. Intoccabile il ‘pacchetto vino’ che nella proposta del Parlamento mostra di rispettare le specificità del settore vitivinicolo. Bene, anche l’inquadramento più chiaro della Commissione Ue che resta centrale dal punto di vista amministrativo, e quello dell’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà intellettuale, che nella gestione dei marchi ha compito più consultivo e tecnico”. Necessario e, quindi, positivo per Cia, anche il processo di semplificazione delle procedure di approvazione e modifica dei disciplinari di produzione, portando da sei a cinque mesi il tempo a disposizione della Commissione per la registrazione di una nuova Ig, limitando a tre mesi il periodo di proroga e solo in casi debitamente giustificati, ma anche affidando alle autorità nazionali le pratiche delle richieste di modifica delle registrazioni esistenti, senza nuovo controllo da parte della Commissione Ue. L’approccio innovativo della riforma IG nel richiamo ai principi di trasparenza e sostenibilità, strettamente collegati, trova l’accordo di Cia, favorevole all’accesso da parte dei consumatori alle relazioni sulla sostenibilità unica delle IG, ma soprattutto garantendo ai produttori il carattere volontario degli impegni, su disciplinari o documenti specifici.

“Finalmente è stata approvata una riforma che vede sempre più tutelati gli agricoltori e che apprezziamo in tutta la sua interezza – dichiara il presidente di Cia, Cristiano Fini- Ringraziamo Paolo De Castro per la determinazione e il lavoro di squadra che permetterà nel tempo di rafforzare il sistema delle Ig, puntando a una sua maggiore competitività e capacità di creare valore, salvaguardando la sostenibilità complessiva delle aziende, promuovendo le tradizioni regionali e lo sviluppo delle comunità rurali”.

Mimit: 108 mln per rifinanziare incentivo alle Startup innovative

Mimit: 108 mln per rifinanziare incentivo alle Startup innovativeRoma, 1 giu. (askanews) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato due decreti per lo stanziamento di 108 milioni di euro che rifinanziano “Smart&Start Italia”, incentivo che sostiene la nascita e la crescita di startup innovative. Lo comunica il ministero in una nota.

La misura agevola i progetti d’impresa per la produzione di beni e servizi nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things. L’incentivo è rivolto a startup innovative di piccola dimensione, costituite da non più di 60 mesi, gruppi di persone che vogliono costituire una startup innovativa e imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede sul territorio italiano. I progetti possono essere realizzati anche in collaborazione con organismi di ricerca, incubatori e acceleratori d’impresa e Digital Innovation Hub. Nello specifico, i decreti firmati dal Ministro assegnano: 8 milioni di euro del Fondo per la crescita sostenibile, agli investimenti di startup innovative localizzate nelle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo e 100 milioni di euro del Programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” alle iniziative imprenditoriali innovative delle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

“Con il finanziamento di Smart&Start – ha commentato il ministro Urso – rafforziamo e supportiamo la crescita di startup e attività imprenditoriali innovative di giovani under 35 e donne, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno d’Italia.”