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Ballottaggi delle comunali, affluenza in calo

Ballottaggi delle comunali, affluenza in caloMilano, 29 mag. (askanews) – L’affluenza media nei ballottaggi dei sette capoluoghi e 34 Comuni nei quali si è votato è in calo di circa nove punti percentuali, nel momento in cui sono arrivati i dati di circa due terzi delle sezioni. Se infatti al primo turno aveva votato il 59,64% il dato parziale delle 15 di oggi, con 1.038 sezioni su su 1.595, è del 50,56%. In controtendenza Pisa, dove l’affluenza al 56% è analoga a quella del primo turno. E in parte Ancona, dove è calata ma di soli tre punti percentuali.

Ballottaggi, Parziale affluenza in calo di circa nove punti

Ballottaggi, Parziale affluenza in calo di circa nove puntiMilano, 29 mag. (askanews) – L’affluenza media nei ballottaggi dei sette capoluoghi e 34 Comuni nei quali si è votato è in calo di circa nove punti percentuali, nel momento in cui sono arrivati i dati di circa due terzi delle sezioni. Se infatti al primo turno aveva votato il 59,64% il dato parziale delle 15 di oggi, con 1.038 sezioni su su 1.595, è del 50,56%. In controtendenza Pisa, dove l’affluenza al 56% è analoga a quella del primo turno. E in parte Ancona, dove è calata ma di soli tre punti percentuali.

De Paolis: i crimini di guerra si ripetono con le stesse modalità

De Paolis: i crimini di guerra si ripetono con le stesse modalitàMilano, 29 mag. (askanews) – “Nella congiuntura internazionale nella quale ci troviamo, situazioni di atrocità di crimini di guerra si ripetono con le stesse identiche motivazioni e modalità” rispetto a quanto documentato in passato nella Seconda guerra mondiale. Così, in un colloquio con askanews, Marco De Paolis, procuratore generale militare presso la Corte Militare di Appello, che racconta attraverso la mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso…” parte del lavoro di una vita e una pagina importante della storia recente italiana legata ai crimini nazifascisti commessi in Italia e in altri Paesi sulla popolazione civile e sui militari italiani nell’imminenza e dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

L’iniziativa – sino al 25 giugno al Castello Sforzesco di Milano – si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, racconta pagine di storia ma è anche di stretta attualità rispetto al presente della vicina guerra in Ucraina. “Lo studio del recente passato, l’attenzione che possiamo dedicare alla nostra storia è sicuramente di grande utilità per i giovani, per poter coltivare una vera, reale cultura della pace che possa in qualche modo farli diventare dei cittadini europei, consapevoli dei principi di pace e di democrazia nei quali dobbiamo vivere”, continua De Paolis, considerato uno dei maggiori esperti in Italia in materia giuridica di crimini di guerra della seconda guerra mondiale. L’attenzione della mostra è posta sul profilo giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o addirittura del tutto sconosciuti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani. L’evento è organizzato dallo Stato Maggiore della Difesa e dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello.

“Questi processi – spiega De Paolis che è anche curatore della mostra – sono molto importanti, sia sotto l’aspetto giudiziario, perché trattano di una materia sempre attuale. E sia anche da un punto di vista credo etico, perché ci richiamano al senso di umanità che dovrebbe in qualche modo essere alla base di qualsiasi attività e alla base della nostra pacifica convivenza. Gettano la luce su situazioni che sembrano soltanto apparentemente lontane, ma che purtroppo, sono sempre presenti nella nostra la nostra vita, e credo che possano essere utili ai giovani per aiutarli a maturare nei principi della nostra Costituzione. Principi di libertà e democrazia”. De Paolis, autore anche di un volume dedicato ai più giovani “L’uomo che dava la caccia ai nazisti” (Piemme) per raccontare le indagini su Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema ed altre stragi, attualmente dirige la Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello di Roma. Diede inizio nel 2002 alla grande stagione, conclusasi nel 2013, dei processi legati al rinvenimento nel 1994 del cosiddetto “armadio della vergogna”, contenente 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, che ha permesso di fare giustizia – sebbene a oltre 50 anni di distanza – sulle principali stragi perpetrate dai nazifascisti in Italia dopo l’armistizio.

“Tutta questa vicenda parte da un atto illegale, da un insabbiamento avvenuto nel 1960 di centinaia di fascicoli che riguardavano altrettante stragi ed eccidi di civili e militari durante la Guerra di Liberazione: questo insabbiamento viene alla luce soltanto a metà degli anni Novanta, in maniera casuale, e determina una nuova stagione processuale che per quello che mi riguarda inizia nel 2002 quando divento procuratore militare capo della Procura Militare di La Spezia” racconta de Paolis. “Lì inizio una straordinaria esperienza giudiziaria che mi porta ad istruire quasi 500 procedimenti di indagine e 17 processi per tutte le stragi più sanguinose commesse dopo l’8 settembre del 43 in Italia e all’estero, riesco a ottenere 57 condanne all’ergastolo tra il 2003 e il 2013 e raccolgo una quantità enorme di documentazione, che proviene dagli archivi militari di tutt’Europa; tutta questa questa grande mole di documentazione giudiziaria verrà negli anni successivi scansionata, per essere poi allocata, mi auguro nel prossimo futuro in un centro di documentazione nel quale gli studenti, gli storici o anche gli stessi familiari e le comunità delle località dove sono avvenute le stragi, possano andare a documentarsi e studiare queste vicende che hanno riguardato il nostro paese”.

In Iran al via i processi contro le giornaliste che svelarono l’omicidio di Mahsa Amini

In Iran al via i processi contro le giornaliste che svelarono l’omicidio di Mahsa AminiRoma, 29 mag. (askanews) – E’ iniziato oggi a Teheran il processo contro la giornalista iraniana Elaheh Mohammadi, arrestata dopo aver riportato la morte di Mahsa Amini a settembre. Lo ha reso noto il suo avvocato, Shahab Mirlohi, aggiungendo che la sua assistita, 36 anni, è comparsa in tribunale per la prima udienza del processo che è cominciato a porte chiuse. Il legale ha definito la seduta “positiva”, senza elaborare.

Elaheh Mohammadi, del quotidiano Ham Mihan, è una delle due giornaliste detenute per aver rivelato la morte, avvenuta il 16 settembre, di Mahsa Amini, la giovane donna arrestata dalla polizia morale con l’accusa di aver violato il codice di abbigliamento della Repubblica islamica. La reporter era stata arrestata il 29 settembre dopo essersi recata a Saghez ai funerali e dove si è svolta una delle prime manifestazioni del vasto movimento di contestazione innescato dalla morte della giovane. La sua collega Niloofar Hamedi, 30 anni, del quotidiano riformista Shargh, era stata arrestata pochi giorni prima dopo essersi recata all’ospedale dove Mahsa Amini era in coma prima di morire. Il processo a Hamedi dovrebbe iniziare domani. Le due giornaliste sono state accusate l’8 novembre scorso di “propaganda” contro la Repubblica islamica e cospirazione contro la sicurezza nazionale, reati che comportano la pena di morte.

Spazio, Teodoro Valente nominato nuovo presidente dell’Asi

Spazio, Teodoro Valente nominato nuovo presidente dell’AsiRoma, 29 mag. (askanews) – Teodoro Valente è il nuovo presidente dell’Agenzia spaziale italiana. Il Mimit comunica che si è riunito a Palazzo Chigi il Comitato per le Politiche Aerospaziali (Comint), presieduto dal ministro Adolfo Urso, che ha approvato la nomina del nuovo presidente e del Consiglio di amministrazione dell’Asi.

Valente, attuale direttore dell’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del CNR. Valente, subentra a Giorgio Saccoccia e vanta una pluriennale esperienza come professore ordinario dell’Università La Sapienza di Roma ed ha prestato servizio anche presso la Direzione Ricerca e sviluppo della Commissione UE. Il neo-presidente ha svolto anche esperienze lavorative nel settore privato. Con Valente è stato nominato il nuovo CdA che sarà composto da Giuseppe Basini, Marica Branchesi, Stefano Gualandris, Marco Lisi, Luisa Riccardi e Elda Turco Bulgherini, con una ancora più significativa e qualificata rappresentanza femminile. “Sono particolarmente soddisfatto della piena sinergia con gli altri dicasteri con i quali abbiamo condiviso nomine di alto profilo professionale e scientifico – ha affermato Urso – che consentiranno all’ASI di meglio affrontare le impegnative sfide che attendono la nostra Agenzia anche sul piano bilaterale e multilaterale. Impegni che riguardano anche un efficace e significativo utilizzo degli ingenti finanziamenti assegnati all’ASI, sia come trasferimenti ai programmi dell’Agenzia Spaziale Europea, sia sul fronte interno con i fondi ordinari e quelli messi a disposizione dal PNRR. L’Italia – ha proseguito il Ministro – è leader globale nel settore spaziale e siamo pronti a confermare tale leadership a beneficio della filiera industriale italiana e della ricerca e sviluppo ad essa collegati”.

Il ministro Urso ha infine ricordato che è avviato il dibattito con gli attori pubblici e privati del settore per l’elaborazione di un progetto di DDL che definirà in tempi brevi l’intera “governance” nazionale sullo Spazio. “L’Italia – ha sottolineato Urso – al contrario di altri Paesi UE e globali, manca di tale essenziale inquadramento normativo, e contiamo di ovviare a tale lacuna entro gli inizi del prossimo anno”. Le tematiche legate allo Spazio, conclude il ministero, saranno tra gli argomenti al centro della prossima missione del Ministro negli Usa. Urso avrà infatti contatti con il National Space Council e con le maggiori aziende commerciali americane del settore. Obiettivo è il rafforzamento della collaborazione tra Usa e Italia nel settore spaziale.

Spagna, dopo il tracollo elettorale Sanchez gioca d’anticipo: al voto il 23 luglio

Spagna, dopo il tracollo elettorale Sanchez gioca d’anticipo: al voto il 23 luglioRoma, 29 mag. (askanews) – La “valanga conservatrice” alle amministrative di domenica 28 maggio – con dodici comunità autonome su diciasette e diverse grandi città in gioco – ha provocato un terremoto nella politica spagnola, alzando un vento di fine ciclo che ha investito in pieno i socialisti di Pedro Sanchez.

Di qui che il premier abbia annunciato di voler “ridare la parola all’elettorato” già il 23 luglio, per “chiarire quali politiche debbano venire adottate” anche in vista del semestre di presidenza europeo della Spagna. Tradotto, Sanchez ritiene di avere migliori chance di vittoria fra due mesi che non fra sei, alla naturale scadenza del mandato – e malgrado la pesante sconfitta, non è privo di frecce al suo arco. LA SITUAZIONE A SINISTRA

Stando ai sondaggi, il Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) arrivava alle amministrative con un piccolo vantaggio sulla destra del Partido Popular (Pp) di circa due punti e mezzo, che i risultati hanno di fatto capovolto, tramutandoli in un distacco: 23% ai conservatori e 20,5% ai socialisti, circa 750mila voti. Non è certo un divario incolmabile, considerando che la mobilitazione a destra è stata molto maggiore che non a sinistra, situazione che nelle politiche potrebbe essere quanto meno riequilibrata. Certo Sanchez ha perso la comunità autonoma di Valencia, feudo del PP per decenni riconquistato solo di recente dalla sinistra, quella dell’Aragona e la città di Siviglia – complici non pochi scandali elettorali: ma un altro motivo per anticipare le elezioni è proprio di non lasciare che il nuovo potere locale del PP si sedimenti e si trasformi in un assedio lungo e logorante al governo.

Una terza ragione infine sta nella composizione dell’”altra sinistra”, parte integrante di quella mobilitazione elettorale si cui Sanchez ha assoluto bisogno se vuole rimanere alla Moncloa, e la cui assenza spiega in buona parte il risultato di ieri: Podemos ha subito una dura sconfitta, ma Sumar – la formazione guidata dalla vicepremier Yolanda Diaz – alle amministrative non concorreva. Una loro eventuale alleanza alle politiche, per la quale dopo l’anticipo del voto la legge elettorale concede ora appena dieci giorni, potrebbe raccogliere un margine di voto decisivo; se non dovesse accadere, per il Psoe si farebbe più difficile ma in compenso riacquisterebbe comunque l’egemonia a sinistra.

LA SITUAZIONE A DESTRA Per il leader del PP, Alberto Nuñez Feijoo, la notte delle amministrative sembrerebbe aver portato solo buone notizie; la riconquista di Valencia, l’estinzione di Ciudadanos risucchiato in toto dalla casa madre, il sorpasso dei voti ai danni del Psoe.

Eppure non manca qualche spina, interna ed esterna a un partito il cui obbiettivo primario – come del resto per i socialisti – è tornare al bipolarismo di una volta. In molte comunità autonome e consigli comunali il PP potrà governare solo con l’appoggio dell’estrema destra di Vox: un fattore che mette a rischio quel moderantismo che Nuñez Feijoo ritiene decisivo per riconquistare il voto centrista.

Cedere a Vox significherebbe irrobustirne la presenza – allontanando l’obbiettivo dell’egemonia a destra – mentre rinunciare al suo contributo vanificherebbe il risultato elettorale. Ma anche all’interno del partito la riconferma di Isabel Diaz Ayuso a Madrid – con la maggioranza assoluta – getta un’ombra pericolosa sulla leadership di Nuñez Feijoo, che invece di poter cuocere a fuoco lento l’esecutivo ora avrà solo due mesi di tempo per decidere quale strategia politica elaborare.

BARCELLONA

Detto di Madrid, saldamente in mano alla destra, e della perdita di Siviglia, Barcellona rappresenta l’unica buona notizia per la notte elettorale socialista: anche se la vittoria è andata ai conservatori catalanisti di Junts, il complesso gioco delle alleanze potrebbe infatti portare al Comune il candidato del Psc, Collboni.

Ma anche in questo caso l’anticipo delle elezioni spariglia le carte: le due faglie della politica catalana, destra-sinistra e indpendentisti e non, infatti non coincidono e a decidere quale sarà l’orientamento toccherà ora alla sinistra indipendentista di Erc. Se quest’ultima sceglierà per le politiche un fronte indipendentista allora dovrà permettere l’investitura del candidato di Junts, ipotesi fino a ieri impensabile dati i pessimi rapporti fra i due partiti; altrimenti, dovrà favorire i rivali socialisti sia dentro che fuori dalla Catalogna, a rischio tuttavia di perdere consensi.

Ufficiale, Pochettino nuovo allenatore del Chelsea

Ufficiale, Pochettino nuovo allenatore del ChelseaRoma, 29 mag. (askanews) – Il Chelsea ha ufficializzato l’arrivo di Mauricio Pochettino sulla panchina dei blues: si tratta del quarto allenatore in meno di un anno dopo Tuchel, Potter e Lampard. Seconda avventura a Londra per l’argentino dopo quella col Tottenham. Per lui un contratto biennale con opzione per il terzo anno. Manca in panchina da quasi un anno, da quando nel luglio 2022 era stato esonerato dal Paris Saint Germain.

“La parte sportiva del club ha condotto un processo diligente e ponderato di cui il Consiglio è orgoglioso – le parole del proprietario del club, Todd Boehly – Siamo lieti che Mauricio si unisca al Chelsea. Mauricio è un allenatore di livello mondiale. Non vediamo l’ora di averlo a bordo”

Storia della lana e rapporto uomo-animali: Formafantasma a Oslo

Storia della lana e rapporto uomo-animali: Formafantasma a OsloOslo, 29 mag. (askanews) – Dopo l’indagine sul legno i Formafantasma, duo di artisti italiani che lavorano da anni sulle manifestazioni del design, raccontano una possibile storia della lana. È la mostra “Oltre Terra”, ospitata e commissionata dal National Museum di Oslo, con la curatela di Hanne Eide. Un viaggio nella storia della lana affrontato da molti punti di vista diversi e con il classico approccio interdisciplinare – e anche spettacolare – di Formafantasma, che Simone Farresin ci ha introdotto così: “Quello di cui la mostra si occupa realmente non è solo la lana, ma della relazione tra uomo e animale, cercando un riposizionamento non più antropocentrico, ma guardano alla relazione con l’altro, con gli animali e in particolare con le pecore. Anche per capire la geopolitica che governa l’industria della lana in relazione agli animali”.

Relazioni è evidentemente la parola chiave, e quelle che vengono sottolineate dalla mostra sono molteplici: c’è la storia, ci sono gli oggetti legati alla tosatura, ci sono i rituali, i registri, le indagini sui mercati della lana, sulle tecnologie di sorveglianza e sull’utilizzazione del territorio. Ci sono anche le didascalie filosofiche di Emanuele Coccia e, soprattutto, la volontà di condensare in uno spazio espositivo e di design una serie di processi concettuali che riguardano la nostra società. “La mostra – ha aggiunto Andrea Trimarchi- è una grande piattaforma, sia fisica sia concettuale, che unisce molte discipline diverse. Ci sono voci dal campo scientifico, voci da quello dell’economia, eventi e manufatti storici e riproduzioni di pecore. È anche una mostra che va in qualche modo a scardinare il modo in cui si era fatto exhibition design intorno a queste tematiche”. Il punto più emozionante della mostra di Oslo è però probabilmente rappresentato da un film dell’artista polacca Joanna Piotrowska, prodotto con la Fondazione In Between Art Film. “C’è in primo luogo la relazione con l’animale, la pecora – ha aggiunto Farresin – ma attraverso il tocco, che è il primo modo di interagire con ciò che è altro rispetto all’umano”.

Molto interessante, ma ormai questa è una costante del lavoro dei Formafantasma, è anche l’atteggiamento che i due artisti hanno rispetto a cosa è una mostra oggi, cosa fa, come ragiona. E da qui deriva anche un modo di pensare il contemporaneo e le sue manifestazioni artistiche in maniera diversa, profondamente intrecciata con le grandi dinamiche socio-economiche e politiche del nostro tempo. (Leonardo Merlini)

Vincenzo Salemme e Max Tortora nella commedia “La guerra dei nonni”

Vincenzo Salemme e Max Tortora nella commedia “La guerra dei nonni”Roma, 29 mag. (askanews) – Sono iniziate le riprese de “La guerra dei nonni”, la nuova commedia di Gianluca Ansanelli, regista e sceneggiatore alla sua quarta regia per il cinema, con protagonisti Vincenzo Salemme e Max Tortora nelle vesti di due spassosi e molto competitivi nonni. Sul set per cinque settimane tra Roma e dintorni, il film è interpretato da Luca Angeletti, Ana Caterina Morariu, Bianca Guaccero e Herbert Ballerina.

Diretto da Gianluca Ansanelli e sceneggiato da Ansanelli con Tito Buffulini, La guerra dei nonni è prodotto da Marco Belardi per Greenboo Production, in associazione con Medusa Film e in collaborazione con Netflix, e arriverà prossimamente al cinema distribuito da Medusa Film. Gerri (Vincenzo Salemme) è un nonno attento e premuroso, vive con la famiglia della figlia, aiuta in casa e si prende cura dei suoi amati nipoti. In questo perfetto equilibrio familiare irrompe nonno Tom (Max Tortora), che dopo anni vissuti all’estero torna in Italia per trascorrere un po’ di tempo con i nipotini. Esuberante e chiassoso, nonno Tom è pronto a infrangere ogni regola stabilita da nonno Gerri pur di realizzare i desideri dei bambini e conquistare il loro amore. Dall’incontro tra Gerri e Tom nascerà un’accesa competizione che darà vita a una serie di esilaranti sfide tra nonni, senza esclusione di colpi… e colpi di scena.

Auto, Federcarrozzieri: 1,2 mld costo Superbollo per automobilisti

Auto, Federcarrozzieri: 1,2 mld costo Superbollo per automobilistiRoma, 29 mag. (askanews) – Dalla sua introduzione il Superbollo è costato circa 1,2 miliardi di euro agli automobilisti italiani. Soldi usciti dalle tasche della collettività per entrare in quelle dello Stato, ma che col tempo hanno prodotto alterazioni al mercato dell’automotive. I dati arrivano da Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, che accoglie con favore l’ipotesi di una abolizione del Superbollo.

La tassa fu introdotta con il DL. n. 98 del 6 luglio 2011, e prevede un pagamento di 20 euro per ogni kW di potenza dell’auto superiore ai 185 kW, con un peso decrescente del tempo: il superbollo si riduce infatti a 12 euro dopo 5 anni dall’immatricolazione, 6 euro dopo 10 anni, 3 euro dopo 15 anni e viene abolito del tutto dopo i 20 anni. Gli introiti complessivi per le casse statali nei 12 anni di vita del Superbollo, sono stati pari a circa 1,2 miliardi di euro, ma la tassa ha provocato pesanti anomalie nel mercato italiano dell’auto: se inizialmente si è assistito ad una sensibile riduzione delle nuove immatricolazioni di vetture con potenza eccedente i 185 kW, successivamente si è registrato il proliferare dei “falsi leasing”, ossia autovetture con targa estera fornite in noleggio a clienti italiani, con conseguente mancato versamento del bollo auto, superbollo, e imposte varie. Sempre per evitare il pagamento del superbollo, sono cresciute in Italia le radiazioni di veicoli con potenza superiore ai 185 kW con la scusa di esportarli nei paesi UE, veicoli che però continuano a circolare sul territorio italiano con targa tedesca, austriaca, bulgara o romena. “C’è poi un’altra questione da analizzare, e che rende il Superbollo una tassa del tuto iniqua e sbilanciata – denuncia il presidente di Federcarrozzieri, Davide Galli – Nelle regioni che non prevedono già esenzioni totali di bollo e superbollo per auto elettriche o ibride, le automobili di nuova generazione e con motori ibridi, pur superando abbondantemente i 185 kW di potenza, non sono tenute al pagamento del balzello. Il superbollo si applica infatti ai soli motori termici, e non alla parte elettrica. Così ad esempio una berlina plug-in con potenza pari a 360 CV (264 kW) non paga alcun superbollo, perché il suo motore 1.6 a benzina arriva a 200 CV, mentre gli altri 160 CV sono frutto dei motori elettrici”.

Federcarrozzieri diffonde infine uno studio dove mette a confronto i costi del Superbollo a carico degli automobilisti, prendendo in esame sia supercar, sia auto di fascia media circolanti in Italia: Alfa Romeo Stelvio (206 kW): 420 euro

Aston Martin DBS (533 kW): 6.960 euro Audi S4 Avant TDI (251 kW): 1.320 euro

Audi R8 Spyder performance (456 kW): 5.420 euro Bentley Continental GT Convertible (485 kW): 6.000 euro

Bmw X6 M Competition (460 kW): 5.500 euro

Bmw X3 xDriveM40d (250 kW): 1.300 euro

Ferrari 812 Superfast (588 kW): 8.060 euro

Ferrari Daytona SP3 (618 kW): 8.660 euro

Ford Focus ST (206 kW): 420 euro

Hyundai i30 N Performance (206 kW): 420 euro

Hyundai Kona N Performance (206 kW): 420 euro

Jaguar F-Type R75 (423 kW): 4.760 euro

Jeep Grand Cherokee (200 kW): 300 euro

Lamborghini Aventador Ultimae (577 kW): 7.840 euro

Range Rover Evoque 2.0 (221 kW): 720 euro

Lexus LC V8 (351 kW): 3.320 euro

Maserati MC20 (463 kW): 5.560 euro

Mercedes A 35 AMG (224 kW): 780 euro

Mercedes GT Coupé 4 63 E-Performance AMG S (470 kW): 5.700 euro

Mini Clubman John Cooper Works (225 kW): 800 euro

Porsche 911 Turbo S (478 kW): 5.860 euro

Renault Mégane R.S. (221 kW): 720 euro

Toyota Yaris GR (192 kW): 140 euro

Volkswagen Golf R (245 kW): 1.200 euro

Volvo S60 T8 (228 kW): 860 euro