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Formula1, Hamilton: “Guidare la SF-25 mi piace moltissimo”

Formula1, Hamilton: “Guidare la SF-25 mi piace moltissimo”Roma, 27 feb. (askanews) – Lewis Hamilton è stato il più veloce nel turno mattutino del Day-2 di Sakhir, risollevandosi anche in classifica dopo un primo giorno un po’ più complicato del previsto. “Fin qui – ha detto Hamilton in conferenza stampa – sono state due giornate molto positive, anche se il meteo ci ha un po’ ostacolato oggi e quindi non siamo riusciti a fare tutti i giri che avevamo pensato. Però abbiamo ultimato gran parte del programma. Ci stiamo concentrando sull’esplorazione di varie cose e per me si tratta anche di cercare di ambientarmi all’interno del team il più rapidamente possibile. Sembra che sia passato tanto tempo dal mio arrivo, ma in realtà sono qui solo da un mese all’interno del team e non puoi fare troppo in un periodo di tempo così breve. Ma abbiamo fatto già parecchia strada insieme, e la macchina è andata molto bene in pista”.


A proposito della macchina, il feeling di Hamilton con la Ferrari SF-25 sembra sul punto di poter sbocciare: “È presto per dire se questa monoposto è vicina a quella per me ideale. Ma diciamo che la SF-25 mi sta piacendo molto e che lentamente stiamo creando un legame. Ieri è stata una giornata così così, ma abbiamo svolto tutto il nostro programma. Stiamo testando varie cose, non sto ancora facendo dei cambiamenti d’assetto, ma semplicemente seguendo la procedura. Oggi invece ho esplorato maggiormente la mia interazione con l’ingegnere di pista (l’ex di Vettel e Sainz, Riccardo Adami, ndr). Fino a ora direi che mi piace moltissimo guidare questa macchina”. “Questi giorni servono a esplorare il potenziale della macchina – ha poi concluso Hamilton – per portarla al limite. Al momento credo che ci sia ancora margine e che ci sto arrivando passo dopo passo, rosicchiando qualcosina ogni volta. Differenze dalla Mercedes? Tutte le regolazioni sono diverse, non solo il bilanciamento dei freni e devo un po’ imparare questo nuovo metodo di lavoro. La macchina deve essere guidata in modo diverso ed è un percorso di apprendimento molto piacevole e divertente. Finora posso dire che sento la macchina sotto di me, sento che la macchina risponde alle mie sollecitazioni. Oggi è stata una giornata importante nel fare dei passi ulteriori in termini di preparazione dell’assetto. Ma abbiamo ancora tanto lavoro da fare e dobbiamo concentrarci sul nostro programma. Tra un paio di settimane capiremo in che posizione saremo, e magari domani cominceremo ad avere una piccola idea. Probabilmente saremo tutti molto vicini”.

Ocalan chiede al Pkk di deporre le armi e sciogliersi

Ocalan chiede al Pkk di deporre le armi e sciogliersiRoma, 27 feb. (askanews) – Dopo 40 anni di rivolta contro lo stato turco, il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan ha chiesto giovedì ai membri del gruppo curdo bandito di deporre le armi e sciogliere definitivamente l’organizzazione.


In una dichiarazione attesa da tempo, letta dai deputati del Partito per la libertà e la democrazia del popolo (DEM) filo-curdo a Istanbul, il leader del PKK incarcerato ha affermato che il gruppo “ha completato la sua vita come le sue controparti e ha reso necessario il suo scioglimento”. “Nel corso della storia che supera i 1.000 anni, turchi e curdi hanno sempre ritenuto necessario rimanere in un’alleanza, con un aspetto prevalentemente volontario, per mantenere la loro esistenza e sopravvivere contro i poteri egemonici”, ha scritto Öcalan.


“In questo clima creato dall’appello fatto da (leader del Partito del Movimento Nazionalista) Devlet Bahçeli, dalla volontà dimostrata dal Presidente (Recep Tayyip Erdogan) e dagli approcci positivi di altri partiti politici verso l’appello noto, invito a deporre le armi e ad assumermi la responsabilità storica di questo appello”, ha concluso. Giovedì mattina, alti funzionari del DEM hanno incontrato Öcalan, come parte dei rinnovati sforzi di pace tra Ankara e il gruppo curdo bandito.


L’appello potrebbe potenzialmente porre fine a un conflitto che dura da oltre quattro decenni e ha causato decine di migliaia di vittime. Öcalan, 75 anni, è imprigionato sull’isola di Imrali, al largo di Istanbul, dal 1999 dopo essere stato condannato per tradimento.


Nonostante la sua incarcerazione, continua a esercitare una notevole influenza sul PKK. Ci si aspetta che la leadership del gruppo ascolti qualsiasi appello di Öcalan, anche se alcune fazioni all’interno del gruppo potrebbero opporre resistenza, affermano gli analisti. Fondato da Öcalan nel 1978, il PKK ha guidato un’insurrezione nel sud-est della Turchia dal 1984. Il gruppo è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia e dai suoi alleati occidentali. I precedenti tentativi di pace con il PKK si sono conclusi con un fallimento, il più recente nel 2015.

Sciopero delle toghe, l’Anm: a difesa cittadini.

Sciopero delle toghe, l’Anm: a difesa cittadini.Roma, 27 feb. (askanews) – Da Trieste a Palermo, coccarda tricolore in bella vista sulla toga e costituzione in mano, i magistrati hanno incrociato le braccia contro la riforma della giustizia che punta alla separazione delle carriere tra pm e giudici. Lo sciopero di oggi dei magistrati – con un’adesione tra 75-80% – “non è stato organizzato contro qualcuno, ma in difesa di una serie di princìpi della Costituzione nei quali crediamo fermamente e crediamo che siano la soluzione migliore, non per i magistrati ma per i cittadini”, ha detto il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, che ha partecipato alla mobilitazione delle toghe davanti alla Corte di Cassazione a Roma. “È la prima manifestazione importante di un movimento di pensiero nel quale cerchiamo di farci conoscere dai cittadini in modo diverso da quello con il quale siamo stati purtroppo fino ad oggi rappresentati”, ha detto ancora.


Mentre i magistrati disertavano in tutta Italia le aule dei tribunali in segno di protesta contro la separazione delle carriere, a Palazzo Chigi questa mattina la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni si è riunita con i vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il sottosegretario, Alfredo Mantovano. Al termine dell’incontro fonti dell’esecutivo hanno confermato “la disponibilità a un confronto costruttivo, con particolare attenzione al dialogo con l’Associazione Nazionale Magistrati”, in vista di un faccia a faccia, già programmato, per il 5 marzo prossimo, prima con l’Unione delle Camere Penali e successivamente con l’Anm. La riforma della giustizia “non è stata concepita contro i magistrati, ma nell’interesse dei cittadini”, hanno sottolineato dalla maggioranza.Critiche alla serrata dei magistrati sono arrivate dal deputato di Forza Italia, Enrico Costa. “Pm e giudici che manifestano a braccetto sono il miglior spot per la separazione delle carriere. E’ lo sciopero delle correnti. Dicono di voler difendere la Costituzione, in realtà sono terrorizzati dal perdere i tre mega privilegi: gli avanzamenti di carriera per tutti, anche per chi commette ripetutamente errori, le promozioni discrezionali grazie agli accordi tra le correnti, le sanzioni inesistenti per chi sbaglia”, ha rimarcato l’ex viceministro della Giustizia.


Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, si è trattato di uno “sciopero dal sapore eversivo” che “non bloccherà il cammino della democrazia. Vogliamo la certezza della pena, una giustizia rapida e la fine dell’uso politico della giustizia. Non ci faremo fermare”.Si schiera al fianco dei magistrati la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha definito la separazione delle carriere, “una riforma sbagliata” e “che porta al sogno malcelato della destra: giudici assoggettati alla politica”. Per il capogruppo di Avs nella commissione Giustizia della Camera, Devis Dori “la destra al governo pensa di poter stravolgere la Costituzione, calpestare i suoi principi e agire con ostilità ideologica contro l’indipendenza dei magistrati. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra siamo con i magistrati a tutela della Costituzione democratica”.


 

Sciopero toghe, Anm: a difesa dei cittadini. Governo: pronti a confronto

Sciopero toghe, Anm: a difesa dei cittadini. Governo: pronti a confrontoRoma, 27 feb. (askanews) – Da Trieste a Palermo, coccarda tricolore in bella vista sulla toga e costituzione in mano, i magistrati hanno incrociato le braccia contro la riforma della giustizia che punta alla separazione delle carriere tra pm e giudici. Lo sciopero di oggi dei magistrati – con un’adesione tra 75-80% – “non è stato organizzato contro qualcuno, ma in difesa di una serie di princìpi della Costituzione nei quali crediamo fermamente e crediamo che siano la soluzione migliore, non per i magistrati ma per i cittadini”, ha detto il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, che ha partecipato alla mobilitazione delle toghe davanti alla Corte di Cassazione a Roma. “È la prima manifestazione importante di un movimento di pensiero nel quale cerchiamo di farci conoscere dai cittadini in modo diverso da quello con il quale siamo stati purtroppo fino ad oggi rappresentati”, ha detto ancora.


Mentre i magistrati disertavano in tutta Italia le aule dei tribunali in segno di protesta contro la separazione delle carriere, a Palazzo Chigi questa mattina la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni si è riunita con i vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio e il sottosegretario, Alfredo Mantovano. Al termine dell’incontro fonti dell’esecutivo hanno confermato “la disponibilità a un confronto costruttivo, con particolare attenzione al dialogo con l’Associazione Nazionale Magistrati”, in vista di un faccia a faccia, già programmato, per il 5 marzo prossimo, prima con l’Unione delle Camere Penali e successivamente con l’Anm. La riforma della giustizia “non è stata concepita contro i magistrati, ma nell’interesse dei cittadini”, hanno sottolineato dalla maggioranza. Critiche alla serrata dei magistrati sono arrivate dal deputato di Forza Italia, Enrico Costa. “Pm e giudici che manifestano a braccetto sono il miglior spot per la separazione delle carriere. E’ lo sciopero delle correnti. Dicono di voler difendere la Costituzione, in realtà sono terrorizzati dal perdere i tre mega privilegi: gli avanzamenti di carriera per tutti, anche per chi commette ripetutamente errori, le promozioni discrezionali grazie agli accordi tra le correnti, le sanzioni inesistenti per chi sbaglia”, ha rimarcato l’ex viceministro della Giustizia.


Per Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, si è trattato di uno “sciopero dal sapore eversivo” che “non bloccherà il cammino della democrazia. Vogliamo la certezza della pena, una giustizia rapida e la fine dell’uso politico della giustizia. Non ci faremo fermare”. Si schiera al fianco dei magistrati la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha definito la separazione delle carriere, “una riforma sbagliata” e “che porta al sogno malcelato della destra: giudici assoggettati alla politica”. Per il capogruppo di Avs nella commissione Giustizia della Camera, Devis Dori “la destra al governo pensa di poter stravolgere la Costituzione, calpestare i suoi principi e agire con ostilità ideologica contro l’indipendenza dei magistrati. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra siamo con i magistrati a tutela della Costituzione democratica”.

Non solo sci, il cibo in alta quota attrae 7 italiani su 10

Non solo sci, il cibo in alta quota attrae 7 italiani su 10Milano, 27 feb. (askanews) – Nel 2024, il turismo montano italiano ha generato un giro d’affari di 24 miliardi di euro, con prospettive di ulteriore crescita grazie alle Olimpiadi del 2026 quando è atteso un +7,5% di visitatori internazionali. La Valtellina con Livigno e Bormio, per la prima volta sedi delle gare di sci alpino a Milano Cortina 2026, scala la vetta della classifica entrando nella top ten. Ad alimentare la passione per la montagna, accanto allo sport e attività classiche e unconventional, c’è l’enogastronomia locale: per circa 7 italiani su 10 (64,3%), la montagna è l’ideale per provare i piatti tipici locali tra malghe, rifugi e baite, seguono, quasi a pari merito, la possibilità di fare escursioni (63,7%) o la ricerca di benessere e relax (63%). Ma in montagna cambiano un po’ anche le abitudini alimentari: il 60,5% privilegia il consumo di cibi proteici (61,7%), tra cui rientra un prodotto tipico della Valtellina come la Bresaola Igp che compare tra i preferiti in montagna insieme ai salumi (56,1%) quasi a pari merito con formaggi e latticini (56,9%).


È quanto emerge dalla ricerca “Gli italiani, la montagna, e il suo cibo” realizzata da AstraRicerche per il Consorzio di tutela Bresaola della Valtellina che indaga la passione degli italiani per la montagna con un focus sull’alimentazione dei nostri connazionali in inverno, quando trascorrono un soggiorno in alta quota. Aspetti che hanno ispirato “Valtellina nascosta” Winter Edition, spin-off della campagna “Destinazione Bresaola” che quest’anno arriva alla sua seconda edizione, per la prima volta in versione invernale, con tre nuove destinazioni segrete tra Bormio, Livigno e Valmalenco. La campagna vive sul territorio e invita a scoprire l’anima della Valtellina con la web app “Valtellina nascosta”, destinazioni che raccontano una Valtellina inedita (anche attraverso i podcast dedicati) e tre “Bresaola Experience point” luoghi del cibo con una forte identità locale, dove degustare sapori del territorio nei week end a partire dal 28 febbraio al 23 marzo, dal venerdì alla domenica. Consumare un pasto completo, seduti a tavola, in un ristorante tipico è la modalità preferita da circa un terzo degli italiani (31,9%, soprattutto i 40-49enni) e un ulteriore 20,2% alterna il pasto completo con diversi spuntini in movimento (soprattutto donne 18-29enni). C’è poi chi ama andare alla scoperta dell’enogastronomia locale facendo tanti spuntini (19,3%, specie i 30-39enni) o ancora chi fa tanti break tra una attività e l’altra e finisce la giornata con un après-ski (16,7%, soprattutto i 18-29enni) o, infine, chi pranza in modo pratico e veloce al sacco (11,9%). Quanto alle scelte alimentari in senso stretto, del 61,7% che privilegia il consumo di cibi proteici, il 44,9% sceglie quelli di origine animale e il 25% sceglie le proteine vegetali contro oltre un terzo che si orienta su carboidrati o frutta e verdura (rispettivamente indicate dal 36,3% e dal 36,1%). C’è anche una fetta che sceglie i prodotti alimentari specifici per sportivi (22,1%).


Gli italiani apprezzano la bresaola Igp anche per le sue proprietà nutrizionali, stando alla ricerca: per il 43%, infatti, è un alimento ricco di proteine (più donne e giovani), ma è anche adatto per chi pratica sport perché è leggera (38,5% – uomini, 30-39enni). È un prodotto amato e portato in tavola da oltre 8 italiani su 10 (85,4%), indipendentemente dalle gite in montagna, dimostrando una destagionalizzazione sempre più marcata, con un quarto degli italiani che la consuma spesso (25,3%, soprattutto donne, 40-49enni, residenti nel nord-ovest) nel corso di tutto l’anno. “La campagna Valtellina Nascosta – afferma Mario Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina – è diventata un appuntamento fisso per il territorio. Quest’anno, per la prima volta, la presentiamo nella sua edizione invernale e per noi sarà particolarmente importante perché ci avviciniamo sempre di più all’evento olimpico 2026, che in parte si svolgerà proprio nel nostro territorio. È una grande occasione che rappresenta un’opportunità unica di crescita e visibilità per la Valtellina. La campagna nasce proprio per accogliere al meglio i turisti italiani e stranieri che arriveranno, per fare in modo che conoscano e apprezzino la vera identità del nostro territorio, con il suggerimento di luoghi particolari che solo chi è nato e vive in Valtellina può conoscere. Ed è un modo per il Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina di fare squadra con i produttori e attori locali in quanto socio del Daq, sponsor delle Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali Milano Cortina 2026”.

Ucraina, l’accordo su minerali non include truppe Usa sul campo

Ucraina, l’accordo su minerali non include truppe Usa sul campoRoma, 27 feb. (askanews) – Gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare truppe in Ucraina come parte dell’accordo sui minerali con l’Ucraina, ha affermato giovedì un alto funzionario dell’amministrazione statunitense.


Il funzionario ha sottolineato che non ci sono truppe statunitensi sul campo e nessuna garanzia specifica di finanziamento per i futuri combattimenti scritta nell’accordo sui minerali, secondo il pool stampa presidenziale. “Ma questa è ovviamente una cosa molto in alto nell’agenda dei nostri alleati europei, guardando a cosa sembra, vedendo cosa offrono loro le loro capacità di difesa”, ha affermato il funzionario. Il funzionario ha sottolineato che la forza sarebbe meno un deterrente di una forza di mantenimento della pace.


“Il tipo di forza dipende molto dall’accordo politico che viene raggiunto per porre fine alla guerra, e penso che questo compromesso sia parte di ciò di cui i leader discuteranno oggi”, ha aggiunto. Mercoledì, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha affermato che gli Stati Uniti e l’Ucraina sono molto vicini a raggiungere un accordo sui minerali delle terre rare, che è un accordo “buono” e “importante”.

Tennis, Nardi si ferma ai quarti a Dubai

Tennis, Nardi si ferma ai quarti a DubaiRoma, 27 feb. (askanews) – Luca Nardi si ferma ai quarti di finale all’Atp 500 di Dubai. Al primo quarto in carriera nel circuito maggiore, il pesarese ha perso in tre set contro il francese Quentin Halys, n. 77 al mondo: 2-6, 6-3, 7-6 il punteggio in poco più di due ore di gioco. Una sconfitta con qualche rimpianto per Nardi, soprattutto per la gestione del secondo set in cui era avanti di un break e ha perso quattro game consecutivi. Un passaggio a vuoto che ha indirizzato la partita e ha ridato energie ad Halys, più lucido e brillante alla distanza.

World’s Best School Prize 2025, aperte candidature scuole italiane

World’s Best School Prize 2025, aperte candidature scuole italianeMilano, 27 feb. (askanews) – C’è tempo sino al 5 marzo per candidare la propria scuola al più prestigioso premio internazionale dedicato al mondo dell’istruzione, il World’s Best School Prize 2025. Il premio prevede cinque diverse categorie e l’anno scorso, per la prima volta, l’ha vinto una scuola italiana, l’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce, nella categoria “Supporting Healthy Lives”.


Promosso da T4 Education, tutte le scuole possono partecipare al scegliendo una delle seguenti categorie: Innovation; Environmental Action; Supporting Healthy Lives; Community Collaboration; Overcoming Adversity. Nel 2024 ha trionfato la scuola diretta dalla preside Gabriella Margiotta. L’istituto pugliese ha puntato sulla sua attenzione alla salute e al benessere degli studenti, non solo della scuola stessa ma anche di decine e decine di altre scuole in ogni regione d’Italia. La chiave di volta che ha convinto la prestigiosa giuria internazionale è stata rappresentata dal Movimento giovanile anti-bullismo “Mabasta”, un team di 60 ragazze e ragazzi dai 14 ai 17 anni egregiamento guidato dal fondatore e team leader Mirko Cazzato, oggi 23enne.


“E’ un’esperienza fantastica che consiglio vivamente a tutte le scuole italiane – ha dichiarato Daniele Manni, docente della scuola leccese e referente per il movimento Mabasta – partecipare e poi, addirittura, vincere il più importante e prestigioso premio al mondo destinato alle scuole è una gioia pazzesca. Vedere gli occhi degli studenti brillare per il grande orgoglio provato, vederli saltare e gioire per un riconoscimento basato sul loro attivismo nel sociale è stata una soddisfazione molto difficile da definire a parole. Invito pertanto le tante, tantissime scuole italiane che si impegnano tutti i giorni nei campi dell’innovazione, dell’attenzione all’ambiente, della collaborazione con le comunità, dell’impegno sociale e dell’inclusione ad inviare immediatamente la propria candidatura”. L’Istituto Galilei-Costa-Scarambone contribuisce al benessere degli alunni con un percorso educativo contro il bullismo e promuove la salute mentale con le iniziative e le proposte degli studenti attraverso il progetto “Mabasta”. Fondata nel 1885, la scuola si rivolge agli studenti di una comunità alle prese con l’emigrazione giovanile e la disparità economica, guidando il cambiamento e promuovendo una cultura di resilienza e innovazione.


Il progetto “Mabasta” è iniziato nel 2016 con la mobilitazione studentesca a seguito del tentativo di suicidio di una 12enne di Pordenone a causa del bullismo. L’iniziativa sostiene una strategia proattiva antibullismo e ha già coinvolto oltre 35.000 studenti in tutta Italia attraverso un modello educativo tra pari. L’approccio formativo non solo consente agli studenti di monitorare e segnalare il bullismo attraverso strumenti digitali innovativi come il “MabaDAD”, ma promuove anche la leadership degli studenti, coinvolgendoli nei dibattiti scolastici e organizzando percorsi guidati dagli studenti stessi contro il bullismo.

Coni, 43 presidenti federali: “Si vada oltre 3° mandato”

Coni, 43 presidenti federali: “Si vada oltre 3° mandato”Roma, 27 feb. (askanews) – Quarantatré presidenti di federazioni sportive nazionali hanno indirizzato una lettera al Governo per chiedere l’equiparazione delle norme elettorali del Coni a quelle delle federazioni sportive. Attualmente la legge preclude a Giovanni Malagò, numero 1 dell’ente che Governa lo sport azzurro, di ricandidarsi. Come a lui anche a molti presidenti di comitato regionale perché giunti al terzo mandato. Sono stati esclusi dal coinvolgimento nel documento indirizzato al governo i tre enti pubblici (Aci, Aeroclub d’Italia e Tiro a segno), non sono stati interpellati i rappresentanti del nuoto e dei medici sportivi i cui presidenti, Barelli e Casasco sono parlamentari. Fredda la risposta del ministro dello sport Abodi: “Non mi è arrivato ancora nulla, ma se e’ una lettera per andare oltre il terzo mandato del presidente del Coni non mi sembra una novità, io invece cerco novita” ha aggiunto Abodi a margine di un evento a Palazzo Montecitorio.

Turchia, Ocalan chiede al Pkk di deporre le armi e sciogliersi

Turchia, Ocalan chiede al Pkk di deporre le armi e sciogliersiRoma, 27 feb. (askanews) – Dopo 40 anni di rivolta contro lo stato turco, il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Öcalan ha chiesto giovedì ai membri del gruppo curdo bandito di deporre le armi e sciogliere definitivamente l’organizzazione.


In una dichiarazione attesa da tempo, letta dai deputati del Partito per la libertà e la democrazia del popolo (DEM) filo-curdo a Istanbul, il leader del PKK incarcerato ha affermato che il gruppo “ha completato la sua vita come le sue controparti e ha reso necessario il suo scioglimento”. “Nel corso della storia che supera i 1.000 anni, turchi e curdi hanno sempre ritenuto necessario rimanere in un’alleanza, con un aspetto prevalentemente volontario, per mantenere la loro esistenza e sopravvivere contro i poteri egemonici”, ha scritto Öcalan.


“In questo clima creato dall’appello fatto da (leader del Partito del Movimento Nazionalista) Devlet Bahçeli, dalla volontà dimostrata dal Presidente (Recep Tayyip Erdogan) e dagli approcci positivi di altri partiti politici verso l’appello noto, invito a deporre le armi e ad assumermi la responsabilità storica di questo appello”, ha concluso. Giovedì mattina, alti funzionari del DEM hanno incontrato Öcalan, come parte dei rinnovati sforzi di pace tra Ankara e il gruppo curdo bandito.


L’appello potrebbe potenzialmente porre fine a un conflitto che dura da oltre quattro decenni e ha causato decine di migliaia di vittime. Öcalan, 75 anni, è imprigionato sull’isola di Imrali, al largo di Istanbul, dal 1999 dopo essere stato condannato per tradimento.


Nonostante la sua incarcerazione, continua a esercitare una notevole influenza sul PKK. Ci si aspetta che la leadership del gruppo ascolti qualsiasi appello di Öcalan, anche se alcune fazioni all’interno del gruppo potrebbero opporre resistenza, affermano gli analisti. Fondato da Öcalan nel 1978, il PKK ha guidato un’insurrezione nel sud-est della Turchia dal 1984. Il gruppo è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia e dai suoi alleati occidentali. I precedenti tentativi di pace con il PKK si sono conclusi con un fallimento, il più recente nel 2015.