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Pronti campioni sperimentali aceto biologico vulcanico dell’Etna

Pronti campioni sperimentali aceto biologico vulcanico dell’EtnaRoma, 27 feb. (askanews) – Sono pronti i primi campioni sperimentali di aceto biologico vulcanico dell’Etna, prodotto con vitigni tipici del territorio, dopo tre anni dall’avvio delle attività di campo e di laboratorio. Prende così forma il progetto “Acevù”, basato sul “Trasferimento di Innovazioni per la produzione e la commercializzazione di aceto siciliano di qualità superiore” e finanziato con la sottomisura 16.1 del PSR Sicilia 2014/2022, coinvolge 4 aziende vitivinicole, che hanno messo a disposizione 8 lotti di due ettari di superficie ciascuno, coltivati con vitigni autoctoni tipici dell’Etna, in regime di produzione biologico: il Nerello mascalese e il Carricante.


I dati e i campioni di aceto biologico vulcanico dell’Etna verranno presentati in occasione del workshop in programma venerdì 7 marzo e ospitato dall’azienda agricola Barone Di Miceli a Castiglione di Sicilia. Il primo degli obiettivi del progetto ACE.VÙ è quello di utilizzare le uve che nascono in condizioni pedoclimatiche e in substrati vulcanici e in quota, ricchi di acidi e di mineralità, che crescono proprio nello stesso territorio dove si ottengono le eccellenze del vino, al fine di sintetizzare il terroir vulcanico, con i suoi tipici aromi di ginestra, castagno e ciliegio.


Nel progetto sono indicati due metodi di produzione, quello statico e quello dinamico. I campioni che verranno presentati venerdì prossimo sono stati realizzati con il metodo statico, ovvero quello tradizionale di fermentazione e invecchiamento in botti realizzate ad hoc con legni tipici dell’Etna, che garantiscono una maggiore tipizzazione del prodotto. Il metodo dinamico (sistema sommerso) si avvale, invece, di apparecchiature (un fermentatore e un acetificatore) che accelerano la produzione di aceto di vino, derivato dalla fermentazione acetica sulla materia prima, il vino. In particolare, è stata installata una macchina pilota in un contesto tipicamente etneo, in mezzo ai noccioleti, ma lontano dai vigneti. Sono stati già condotti studi per capire come poter posizione il prodotto sui mercati, in modo che per le aziende rappresenti un’opportunità di crescita dell’offerta. “L’Italia risulta tra i principali paesi che producono ed esportano aceto – anticipa l’Innovation broker Giuseppe Trovato – E’ molto interessante l’idea progettuale di identificare con l’Etna anche una produzione di aceto di qualità superiore, realizzato con uve coltivate, controllate e destinate esclusivamente all’aceto, che costituisca un concentrato delle migliori caratteristiche organolettiche, qualitative e sensoriali del nostro territorio etneo”.

Zelensky sulla via degli Usa incontra oggi il premier irlandese Martin

Zelensky sulla via degli Usa incontra oggi il premier irlandese Martin

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Pallottini riconfermato a guida Italmercati, rete mercati ingrosso

Pallottini riconfermato a guida Italmercati, rete mercati ingrossoRoma, 27 feb. (askanews) – Fabio Massimo Pallottini è stato riconfermato alla presidenza di Italmercati, la rete che riunisce i principali mercati all’ingrosso italiani, alla quale aderiscono 22 mercati, 4.000 aziende interne e circa 30.000 addetti. Italmercati genera un giro d’affari di 11 miliardi di euro, movimentando oltre 7,1 milioni di tonnellate di prodotti all’anno.


Presidente di Italmercati dal 2015 e sempre riconfermato, Fabio Massimo Pallottini dal 1994 guida il Centro Agroalimentare Roma, dove oggi ricopre il ruolo di direttore generale, e dal 2023 è anche presidente della Centrale del Latte di Roma. “Desidero ringraziare i soci per la fiducia che mi hanno accordato con questa riconferma alla guida di Italmercati: è il segnale che il lavoro svolto in questi anni ha dato risultati concreti e che abbiamo saputo affermare il valore dei mercati all’ingrosso come infrastrutture strategiche per il Paese – ha dichiarato Pallottini a margine della sua rielezione – Nei prossimi anni, anche grazie alle risorse del PNRR, abbiamo l’opportunità di rafforzare la nostra rete, investendo in digitalizzazione, sostenibilità e logistica avanzata per rendere i nostri mercati ancora più efficienti e competitivi. Dobbiamo lavorare – ha proseguito – per ridurre la frammentazione del settore, individuando un numero ristretto di mercati strategici, capaci di attrarre investimenti e potenziare la logistica, ridurre gli sprechi e garantire maggiore sicurezza alimentare e sostenibilità”, ha concluso Pallottini.

Made in Italy, Tajani: nostro obiettivo 700 mld di export

Made in Italy, Tajani: nostro obiettivo 700 mld di exportRoma, 27 feb. (askanews) – “Siamo la quarta potenza commerciale al mondo, vogliamo fare ancora di più, nonostante i problemi, nonostante i dazi, noi vorremmo arrivare a 700 miliardi di export alla fine della legislatura”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, oggi alla Farnesina, in occasione dell’evento “Imola & Made in Italy”.


“Non sarà facile”, ha aggiunto, “lo faremo anche attraverso il mondo dello sport, attraverso la diplomazia sportiva, anche nello sport – in questo settore – c’è una qualità straordinaria che tutti ci invidiano”.

Tajani: Imola e il suo Gran Premio simboli del Made in Italy

Tajani: Imola e il suo Gran Premio simboli del Made in ItalyRoma, 27 feb. (askanews) – “Per me è un grande piacere ospitare Imola e il Gran Premio qui al ministero degli Esteri, perché Imola con il suo Gran Premio, con la sua industria dell’auto, con la rossa Ferrari, non è soltanto un fenomeno che riguarda lo sport ma è molto di più, è il simbolo del Made in Italy, è il simbolo di una Italia vincente, è il simbolo di una Italia che piace è un simbolo di una Italia che può continuare ad esportare anche in un settore così importante come quello dello sport”. E’ quanto ha dichiarato il ministero degli Esteri Antonio Tajani, in occasione dell’evento “Imola & Made in Italy”, stamattina alla Farnesina.


“Ritengo che questo comparto – ha proseguito il ministro – sia fondamentale anche per la nostra politica estera. Non è un caso che abbiamo deciso di dar vita anche a una ‘Giornata dello sport italiano nel mondo’, non è un caso che abbiamo già costituito al ministero una unità che si occupa proprio della diplomazia sportiva, e non è un caso che nella riforma del ministero degli Esteri, che stiamo realizzando, nel comparto della diplomazia economica, ci sarà uno spazio importante anche per la diplomazia dello sport. Teniamo presente che lo sport rappresenta l’1,5% del Pil, che abbiamo anche un importante settore sportivo che esporta, abbiamo anche l’industria che realizza impianti sportivi di altissima qualità. Quindi si concentra nel caso di Imola automotive, Made in Italy, immagine, impiantistica; quindi un po’ un simbolo di quello che io voglio fare attraverso lo sport, cioè valorizzare il nostro Paese inserendo lo sport in un contesto più ampio di politica estera, più moderno, più competitivo, perché le nostre ambasciate devono diventare un trampolino per lanciare l’immagine dell’Italia, i prodotti italiani nel mondo, e ogni imprenditore di qualsiasi settore dovrà sentirsi protetto dall’iniziativa e dall’azione del Ministero”. “Noi continuiamo a valorizzare e a sostenere – grazie all’azione determinante dell’Ice (Istituto per il commercio estero, ndr.) – il Gran Premio, che è anche una calamita straordinaria per attirare turisti nel nostro Paese. Attraverso ogni evento – come abbiamo fatto con la Ryder Cup, lo possiamo fare ogni anno con Imola – possiamo accendere i riflettori sul nostro Paese e richiamare il maggior numero di turisti, che attraverso il Gran Premio vengono poi a visitare le bellezze italiane. Quindi va tutto visto in un contesto complessivo, non è soltanto il grande evento, è parte di una strategia di politica internazionale, di politica della crescita del nostro governo. Continueremo a sostenere questa iniziativa, perché siamo assolutamente convinti che Imola che sia uno strumento fondamentale per la crescita e per la promozione del Made in Italy nel mondo”.

Con il Carnevale aumenta prezzo materie prime per dolci

Con il Carnevale aumenta prezzo materie prime per dolciRoma, 27 feb. (askanews) – Con il Carnevale aumentano i prezzi delle materie prime necessarie per preparare struffoli, chiacchiere, castagnole e frittelle. E’ quanto emerge da una analisi realizzata da BMTI ha condotto un’analisi sulle principali materie prime utilizzate nell’industria dolciaria durante il periodo del Carnevale. Bmti ha esaminato l’andamento dei prezzi di uova, farina, latte e burro, registrando tendenze di crescita per alcuni ingredienti chiave, a fronte di una stabilità in altri.


Le uova hanno visto un notevole aumento dei prezzi a partire da settembre 2024, con una crescita che ha interrotto la sua tendenza al rialzo solo nel mese di gennaio. Nelle prime due settimane di febbraio, il prezzo delle uova provenienti da allevamenti a terra di taglia L ha raggiunto i 2,25 euro/kg, registrando un incremento del 25% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tuttavia, nonostante l’incremento, i prezzi rimangono inferiori del -7,4% rispetto al 2023. Al momento, il mercato delle uova sta risentendo del diffondersi dell’influenza aviaria che ha colpito nel 2024 e nei mesi recenti diversi allevamenti in Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, comportando l’abbattimento di galline ovaiole e, conseguentemente, una minore disponibilità di uova. Per quanto riguarda la farina di grano tenero, si conferma invece una marcata stabilità dei prezzi. Nonostante gli aumenti dei prezzi dei grani teneri e l’incremento dei costi energetici, il prezzo della farina di grano tenero (tipo doppio zero) risulta oggi inferiore del 3,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del 12,4% rispetto al 2023.


Aumenta, invece, il prezzo del latte alla stalla, ossia il latte fresco, munto in stalla, privo di alcun trattamento termico o altro processo di lavorazione. Nello specifico, secondo i dati più aggiornati del Milk Market Observatory della Commissione Europea, nel 2024 il prezzo ha mostrato una crescita in Italia, raggiungendo i 54,91 euro/kg a fine anno, valore confermato anche a gennaio 2025. Rispetto allo stesso mese del 2024, l’aumento è del +13%. Tale rialzo è dipeso, almeno in parte, dall’aumento della domanda estera che sta sostenendo soprattutto i prezzi dei formaggi stagionati, in particolare Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Infine, l’analisi di BMTI segnala un rallentamento della crescita dei prezzi del burro pastorizzato nel 2025, a seguito del forte rialzo subito nel 2024 a causa della riduzione della produzione a livello comunitario. In particolare, a metà febbraio 2025, i prezzi del burro sono scesi sui 5,33 euro/kg, un livello che si mantiene ancora più alto del 48% rispetto all’anno precedente.

Green deal, Urso: l’Ue esca dall’ideologia e torni alla ragione

Green deal, Urso: l’Ue esca dall’ideologia e torni alla ragioneRoma, 27 feb. (askanews) – “Se si vuole raggiungere in Europa la piena decarbonizzazione vanno poste le condizioni perché le imprese lo possano fare. Se vogliamo che gli altri continenti vadano sulla strada delle piena decarbonizzazione dobbiamo dimostrare che questo modello è vincente. Oggi è invece perdente e se resta perdente nessuno ci seguirà. Vogliamo che l’Europa esca dall’ideologia e torni alla ragione, al buonsenso”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, nella conferenza finale del vertice a Parigi sul futuro dell’industria siderurgica.


“Per diventare vincente – ha proseguito – bisogna mettere in condizione le imprese europee, che producono con l’energia green i prodotti dell’acciaio, di essere competitive anche sui mercati extra Ue. Se il nostro modello porta alla deindustrializzazione dell’Europa e non alla piena decarbonizzaizone nessuno nel mondo ci seguirà. Avranno vinto altri modelli”. Per quanto riguarda l’acciaio “il costo dell’energia elettrica è fondamentale – ha aggiunto Urso – è stato chiesto di fare forni elettrici, ma bisogna garantire che sia possibile produrre a costi competitivi. I forni elettrici vengono alimentati in gran parte con i rottami ferrosi. E poi si consente che i rottami ferrosi prodotti in Europa siano esportati fuori dall’Europa? Devono restare in Europa. Questa non è ideologia, ma buonsenso”.

Monsterland Halloween Festival torna nel 2025, unisce musica e motori

Monsterland Halloween Festival torna nel 2025, unisce musica e motoriMilano, 27 feb. (askanews) – Monsterland Halloween Festival torna nel 2025, venerdì 31 ottobre, per festeggiare il 15° compleanno dell’evento di Halloween più grande d’Europa. In occasione di un anniversario così importante nella storia del format, Monsterland Halloween Festival, prodotto da Unconventional Events, cambia location e si trasferisce all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola. I biglietti saranno disponibili sui circuiti di vendita ufficiali a partire da lunedì 10 marzo. I primi nomi che comporranno la line up 2025 verranno svelati prossimamente. Per maggiori informazioni: https://monsterland.it


“The Psychedelic Circuit” sarà il tema che caratterizzerà il format di quest’anno, in celebrazione dell’inedita location che l’ospiterà, l’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola, una delle strutture più iconiche nel panorama motorsport, arricchito da tante novità e sorprese speciali con ampia ottimizzazione degli spazi e l’integrazione di nuove aree d’intrattenimento. Ogni area del circuito, infatti, compresi i vari box, paddock, sarà parte integrante del Festival per offrire un’esperienza ancora più coinvolgente. Per una notte, ogni box si trasformerà in uno stage indoor allestito con effetti scenografici e ciascuno dedicato a un genere musicale diverso, per permettere al pubblico di scatenarsi sul dancefloor più affine ai propri gusti. Come da tradizione di Monsterland, anche per l’edizione 2025 saranno allestiti dei palchi esterni in grandi tendoni circensi pensati appositamente per ospitare artisti selezionati tra i nomi più acclamati del momento, tra DJ e performer nazionali e internazionali. Monsterland Halloween Festival non è solo musica, ma divertimento in tutti i suoi generi: per l’evento dei 15 anni, il format offrirà anche giostre e attrazioni adrenaliniche in tema con la notte più paurosa dell’anno.


Nel corso degli anni, Monsterland si è consacrato come il più grande e importante festival in maschera d’Europa che unisce diversi mondi musicali ed experience immersive di vario tipo, consolidandosi come il punto di riferimento per il pubblico amante dell’intrattenimento a 360°. In 14 edizioni, Monsterland ha riunito oltre 300mila persone provenienti da più di 50 nazioni e raggiungendo il record nel 2024 con oltre 40mila presenze. Sui palchi del Monsterland si sono esibiti negli anni più di 1000 artisti nazionali e internazionali, tra dj, cantanti, showman, tra i nomi più amati della scena musicale attuale e headliner di livello mondiale e campioni della musica techno, house ed elettronica, come Nina Kraviz, Marco Carola, Salmo, Gigi D’Agostino, Sfera Ebbasta, Guè, Amelie Lens e molti altri. In pochi anni il team di Unconventional Event ha saputo trasformare Monsterland Halloween Festival da un evento one-stage a un’intera città dell’intrattenimento, con oltre 10 palchi tematici outdoor e indoor, un luna park horror e altre experience correlate. Il cambio location all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola sottolinea la portata e il prestigio di questo festival che, giunto al suo quindicesimo compleanno, si conferma un evento unico nel suo genere.

Coldiretti: da dazi Usa a 25% possibile stangata filiere italiane

Coldiretti: da dazi Usa a 25% possibile stangata filiere italianeRoma, 27 feb. (askanews) – Se i dazi Usa al 25% nei confronti dell’Unione Europea annunciati da presidente americano Donald Trump dovessero interessare l’intero agroalimentare, per l’Italia il costo stimato per le singole filiere sarebbe di quasi 500 milioni solo per il vino, circa 240 milioni per l’olio d’oliva, 170 milioni per la pasta, 120 milioni per i formaggi. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Istat.


Il rischio di tariffe aggiuntive a parte degli Usa sulle merci europee peserebbe sul record fatto segnare nel 2024 dalle esportazioni di cibo Made in Italy negli States, saliti al valore di oltre 7,8 miliardi di euro. Inoltre, un dazio del 25% sulle esportazioni agroalimentari Made in Italy negli Usa potrebbe costare ai consumatori americani fino a 2 miliardi di euro in più, con un sicuro calo delle vendite, come dimostrato anche dalla precedente esperienza nel primo mandato di Trump. Una vera e propria stangata che farebbe calare gli acquisti da parte dei consumatori americani.


Secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, i dazi imposti durante la prima presidenza Trump su una serie di prodotti agroalimentari italiani hanno portato a una diminuzione del valore delle esportazioni (confronto annuale tra 2019 e 2020) che è andata dal -15% per la frutta al -28% per le carni e i prodotti ittici lavorati, passando per il -19% dei formaggi e delle confetture e il -20% dei liquori. Ma anche il vino, seppur non inizialmente colpito dalle misure, aveva fatto segnare una battuta d’arresto del 6%. “L’imposizione di dazi sulle nostre esportazioni aprirebbe ovviamente uno scenario preoccupante, tanto più in considerazione dell’importanza che il mercato statunitense ha per le nostre produzioni agroalimentari e non solo – rileva il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – Negli Usa l’agroalimentare italiano è cresciuto in valore del 17% contro un calo del 3,6% dell’export generale, confermando ancora una volta che il cibo italiano è un simbolo dell’economia del Paese. Per questo crediamo che debbano essere messe in campo tutte le necessarie azioni diplomatiche per scongiurare una guerra commerciale che danneggerebbe cittadini e imprese europee e americane”.


Inoltre, resta da capire quale potrebbe essere la ritorsione dell’Unione Europea all’eventuale imposizione dei dazi Usa. Alla mossa della prima presidenza Trump – ricorda Coldiretti – l’Europa aveva risposto apponendo tariffe aggiuntive del 25% su una serie di prodotti simbolo del Made in Usa agroalimentare come ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane, oltre a salmone, noci, pompelmi, vaniglia, frumento, tabacco, cacao, cioccolato, succhi di agrumi, liquori come vodka e rum.

Coldiretti-Filiera Italia: bene Conai su vasi per piante

Coldiretti-Filiera Italia: bene Conai su vasi per pianteRoma, 27 feb. (askanews) – Con una delibera del Consiglio di amministrazione, il Conai ha adottato una nuova circolare che sostituisce la precedente, ridefinendo i criteri di applicazione del contributo ambientale Conai (CAC) per i vasi in plastica per piante e fiori, considerati imballaggi. Coldiretti e Filiera Italia hanno accolto con favore la decisione del Conai, in ordine al criterio di selezione.


In particolare sono considerati imballaggi e quindi soggetti al contributo ambientale i vasi in plastica con uno spessore della parete fino a 0,5 mm. Sono esclusi dall’obbligo di versamento del contributo i vasi con spessore fino a 0,5 mm, se venduti vuoti direttamente al consumatore e i vasi con spessore superiore a 0,5 mm, se destinati a rapporti commerciali tra imprese o venduti già pieni ai consumatori. Nel caso in cui un vaso sia venduto con la pianta, sarà l’utilizzatore a decidere se considerarlo imballaggio o meno. Se classificato come imballaggio, l’utilizzatore dovrà inviare una specifica attestazione al fornitore del vaso. I vasi considerati imballaggi, spiegano Coldiretti e Filiera Italia, dovranno essere accompagnati da una specifica etichetta ambientale.


Coldiretti e Filiera Italia valutano, dunque, positivamente il risultato ottenuto con Conai su un tema che per decenni ha generato criticità interpretative, sempre in attesa dell’entrata in vigore del nuovo regolamento. Tuttavia, sottolineano la necessità di avviare un tavolo di lavoro congiunto per affrontare le questioni emergenti con l’entrata in vigore del regolamento UE sugli imballaggi 2025/40. Un’attenzione particolare sarà dedicata al sistema delle piattaforme di conferimento e/o ritiro gratuito dei rifiuti di imballaggio in EPS, che finora non sono state attivate. Queste piattaforme consentiranno ai produttori di smaltire gli imballaggi accumulati in azienda, anche in grandi quantità. Altre questioni come quelle relative alla esclusione dalla categoria degli imballaggi, come per tutti i contenitori utilizzati nell’ambito delle relazioni di imprese, saranno discusse nell’apposito tavolo di lavoro.